Per il diritto al separatismo

 en soutien aux initiatives « paroles non-blanches » et au camp d’été décolonial :

Pour le droit à la non-mixité

https://delphysyllepse.wordpress.com/

Nous sommes engagé-e-s contre le racisme, et nous sommes blanc.he.s. En tant que tel.le.s, deux initiatives récentes, de débats sociaux et politiques, nous sont explicitement et volontairement fermées : la préparation de « paroles non-blanches » (mais non les conférences elles-mêmes, contrairement aux rumeurs malveillantes), dans le cadre de l’occupation de l’université Paris 8 ces derniers jours ; le camp d’été décolonial, qui doit se tenir au mois d’août.
Ces deux initiatives étaient discutées mercredi dernier à l’Assemblée Nationale, dans le cadre des questions au gouvernement.
Bernard Debré interpellait en effet la ministre de l’Éducation Nationale, Najat Vallaud-Belkacem.
Le premier affirmait son engagement à « barrer la route à des mouvements (…) qui mettent en danger notre démocratie, pronant le désordre, le racisme et l’antisémitisme ». La seconde expliquait partager l’indignation du député LR et dénonçait des « initiatives inacceptables, en ce qu’elles confortent une vision racisée et raciste de la société » et qui ne peuvent que déboucher sur du « repli sur soi, la division communautaire et le chacun chez soi ».
Nous sommes blanc.he.s, et nos valeurs sont celles de l’émancipation, notre horizon celui d’une égalité effective.
C’est précisément au nom de de ces valeurs, et parce que nous sommes attaché.e.s à cet horizon, parce que nous sommes engagé.e.s au quotidien dans la lutte contre le sexisme, l’homophobie, la transphobie, le racisme, l’islamophobie et l’antisémitisme, que nous soutenons ces deux initiatives.
Nous savons, en effet, qu’il est essentiel que les personnes qui subissent une oppression puissent se retrouver, s’organiser comme elles le souhaitent, débattre comme elles l’entendent de leurs revendications et de leurs stratégies. Nous  savons que l’autonomie est un préalable déterminant pour construire des réponses à l’oppression et aux discriminations construire des alliances avec celles et ceux qui ne subissent pas ces formes spécifiques d’oppression mais sont déterminé-e-s à les transformer.
Nous savons ce que le mouvement féministe doit à sa capacité d’avoir construit, non sans avoir été et être encore attaqué, des espaces non-mixtes. Ces espaces sont indispensables pour mettre en lumière, par un effet de miroir, l’existence d’autres espaces non-mixtes, dont les femmes étaient et sont encore souvent exclues : les cercles de pouvoir, les assemblées parlementaires, les organisations politiques, etc. Ils permettent l’existence momentanée d’une parole délivrée du poids vécu de l’oppression et la création de liens de solidarité essentiels à la poursuite de la lutte.
Nous n’y voyons nulle division, nul chacun pour soi. Nous savons qu’il n’y a là aucune volonté de faire sécession, mais une autonomie et une reconnaissance indispensables. Et nous savons l’importance de l’autonomie dans la construction des chemins qui mènent à cet horizon d’égalité effective et de dignité pour tou-te-s. Nous comprenons et soutenons la formation de mouvements par et pour celles et ceux qui subissent l’oppression de genre, le racisme ou l’islamophobie dont nous, en tant qu’hommes et/ou en tant que blanc.he.s serons tenu.e.s à distance. Nous savons que ces différentes formes d’oppression portent atteinte à la dignité de tou.te.s en conférant un privilège à certain.e.s, dont nous faisons indéniablement partie.
Nous ferons donc notre possible pour permettre aux organisatrices et aux organisateurs de ces espaces de mener à bien leurs projets – ou plutôt : nous agirons en fonction de ce que ces organisatrices et organisateurs nous demanderont de faire pour les soutenir. Sans attendre, nous pouvons déjà dénoncer une République qui nie les formes contemporaines de racisme et d’oppression post-coloniale, et dont les élu.e.s cherchent, par de curieux renversements, à transformer celles et ceux qui subissent quotidiennement le racisme et l’islamophobie en figures de la division.
Nous ne sommes par ailleurs pas dupes de ces ministres, élu.e.s, éditorialistes et autres intellectuel.le.s qui, comme par enchantement, confronté.e.s à des portes qui leurs sont pour une fois fermées, tentent de se faire passer pour l’avant-garde de la lutte contre « les visions racisées et racistes de la société », alors que les politiques qu’elles et ils défendent renforcent le racisme et l’islamophobie.
Nous ne sommes pas les bienvenu.e.s dans ces espaces non-mixtes ?
Nous savons que les occasions de nous retrouver n’ont pas manqué et ne manqueront pas.

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Quarto incontro di Cose Nostre!

Quarto incontro di Cose Nostre | Un ciclo di incontri sulla vagina

Il quarto incontro di questo ciclo di Cose Nostre sarà dedicato all’autocura: partiremo dalla condivisione di fastidi e sintomi, scelta di cura e cause – fisiche, mentali ed emotive – individuate.

Invitiamo tutte a dirci (o portarci!) il proprio personale rimedio o strategia di prevenzione. Vogliamo discutere come ci curiamo, confrontarci e imparare le une dalle altre, e mettere insieme un vero e proprio “kit del benessere vaginale”, fatto dalle esperienze e dai saperi di tutte.

Come sempre, inizieremo alle 20.30 puntuali!

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Per giugno stiamo organizzando una festa per concludere di incontri di questa primavera e per rilanciare i futuri. Cose Nostre continuerà sulla strada della conoscenza di noi stesse e della collettivizzazione dei saperi!

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Candida-mente

Candida-mente: dalle esperienze individuali alla collettivizzazione dei saperi

Qual è la parte preferita del tuo corpo? Tutto. Non voglio essere una parte. Perché dividere in parti è reificare. Sono una, non pezzi – Diane Goldie

Nel secondo incontro di “Cose Nostre: un ciclo di incontri sulla vagina” avevamo visto come la negazione della materialità della vagina sia spesso legata a doppio filo alla delega ai medici e, in generale, alle “figure esperte” della conoscenza del nostro corpo, oltre alla non condivisione di pratiche di autocura.

Abbiamo quindi deciso, per il terzo incontro, di partire dalla candida: confrontandoci tra noi, abbiamo visto che molte di noi hanno sperimentato un’infezione da candida almeno una volta nella vita, e anche i ginecologi si trovano sempre più alle prese con questo problema specifico, che spesso recidiva o si cronicizza. Questo avviene anche perché il nostro modo di vivere e di alimentarci ha un impatto sempre più negativo sul nostro sistema immunitario e sulle condizioni che favoriscono lo squilibrio della flora intestinale e l’insorgere di vaginiti da candida.

Il nostro intento era quello di capire il significato della candida, come si presenta e cos’è a livello dell’apparato genitale e intestinale, e di capire come sia possibile sostenere il funzionamento equilibrato del nostro corpo perché ciò non avvenga, e avere degli elementi che ci aiutino a intraprendere un percorso di autocura.

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La guerra è pace! Anche nei premi

LA GUERRA E’ PACE! ANCHE NEI PREMI

Il 13 aprile la Ministra della Difesa Roberta Pinotti ha ricevuto il Premio “Napoli Città di Pace”, ideato e promosso da una sinergia tra l’UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana) della Campania, l’Ordine dei giornalisti della Campania, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e l’Arcidiocesi di Napoli, con questa motivazione: «Per il suo ruolo strategico e riformatore in materia di difesa nazionale e internazionale, declinato al femminile in piena coerenza con un impegno di servizio della politica come forma più alta di amore, che mette al centro la tutela e la dignità della vita umana».

Cosa abbia a che fare con la pace e dove stia questo ruolo riformatore o la tutela e la dignità umana nell’operato di questo ministro della difesa che si sta distinguendo per la volontà e la caparbietà a rafforzare le politiche imperialiste e belliciste dell’Italia, è un mistero. Non possiamo credere che a chi l’ha nominata “donna di pace”  sia sfuggita la sua determinazione a mettere mano ad un nuovo intervento militare italiano in Libia o l’invio di nuovi militari in Iraq o Afghanistan, né che sotto il suo mandato si siano consolidati rapporti di collaborazione militare con paesi come il Qatar o l’Arabia Saudita, riconosciuti ormai tra i finanziatori dello Stato islamico e tra i principali destabilizzatori del Medioriente, o, ancora, che sia il principale piazzista per l’industria di armi italiana favorendo  il massacro di interi popoli, da quello afghano a quello iracheno, da quello yemenita a quello siriano, o che si profonda in attestazioni di amicizia verso lo stato sionista di Israele tacendo sul quotidiano stillicidio di vite palestinesi.

Ed infatti non è sfuggito nulla di tutto questo se, nel consegnare il premio al Ministro, l’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe non solo ha sottolineato e lodato il grande impegno delle Forze armate italiane per riportare la stabilità nelle aree di crisi attraverso le operazioni militari, ma ha anche proposto di cambiare la denominazione del Ministero della Difesa per chiamarlo Ministero della Pace.

Una proposta che secondo la Pinotti rappresenta un’interpretazione autentica di quello che sta cercando di portare avanti al Ministero della Difesa. Vergognoso!

Ma, in un sistema in cui si assegna il premio Nobel per la pace ad Obama, Presidente della nazione che più di tutte prima e durante il suo mandato ha seminato e continua a seminare morte e distruzione sull’intero pianeta, in un sistema in cui il linguaggio è piegato alle necessità della guerra, dove le aggressioni ad altri paesi diventano missioni umanitarie ed esportazioni di democrazia, dove le bombe diventano intelligenti e le vittime civili solo danni collaterali, non ci meraviglia.

La guerra è diventata pace, come ci ricorda Arundati Roy.

Quello che però troviamo ancora più vergognoso è che tale premio sia stato concesso, e con quelle dichiarazioni, da una parte, quella cattolica, che dopo le parole contro i trafficanti di armi e di morte di Papa Francesco, faceva sperare tutti in un suo più attivo impegno contro la guerra. Evidentemente non è così per rappresentanti della Chiesa come l’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe né per l’Unione Cattolica della Stampa Italiana.

Per questo apprezziamo il comunicato (che pubblichiamo a seguire) di quella parte di cattolici che con nettezza hanno criticato questo atto ignobile e che continuano a schierarsi al nostro fianco e, soprattutto, a fianco degli oppressi, contro la guerra e il militarismo riconoscendo, giustamente, come primi responsabili proprio i nostri governanti.

Rete contro la guerra e il militarismo – Campania Continua a leggere

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15 maggio NO MUOS!!!

Manifestiamo contro il Muos
Per la smilitarizzazione della Sughereta e della Sicilia

15 MAGGIO – NISCEMI – ORE 16
partenza da piazza Vittorio Emanuele
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nomuos 15 maggio

Da anni il più potente esercito del mondo, in combutta con lo Stato italiano e con la complicità serva della Regione Siciliana, tenta di imporre l’ennesima opera militare a un territorio che la respinge in quanto strumento di guerra e di morte.
Da anni un movimento di attivisti, con la complicità solidale di un’intera popolazione, si oppone ad un eco-MUOStro che è elemento chiave di un ampio disegno guerrafondaio. E che comporta rischi concreti per la salute e per l’ambiente. Come se non bastasse, il Muos è anche illegale e abusivo.
Nonostante gli scettici e gli oppositori a parole, questa lotta è riuscita fino ad oggi a bloccare la messa in funzione del MUOS. Ha fatto inciampare la Marina USA e i governi italiano e regionale nella ragnatela di imbrogli che essi stessi hanno tessuto. Ricordiamo che il MUOS è sotto sequestro da oltre un anno. Per questi motivi il movimento NO MUOS è diventato un esempio di resistenza e incoraggia decine di movimenti in altre località.
C’è una grande fretta di sbloccare il MUOS, perché – a partire dal Mediterraneo e dal Medio Oriente – i conflitti per il controllo delle risorse del pianeta non possono aspettare. Per il governo USA e la NATO, per il governo italiano e l’UE, il MUOS e la guerra hanno la priorità sul benessere delle popolazioni, sui servizi sociali, sui diritti e le conquiste dei lavoratori, destinati ad essere vittime sacrificali della macchina succhia soldi militarista.
Per questo la mobilitazione non può e non vuole arrestarsi. E qualunque sia l’esito dei giudizi legali in corso, al CGA di Palermo o alla Procura di Caltagirone, noi non ci fermeremo. L’unico giudizio che per il movimento NO MUOS conta è quello popolare. L’unico fattore che può costringere l’esercito americano occupante Niscemi e la Sicilia a smobilitare, sarà la mobilitazione popolare permanente.
La ragione è dalla nostra parte. Presto lo sarà anche la vittoria.

Con questo appello invitiamo tutto il popolo NO MUOS, le realtà attive nelle lotte sociali e territoriali, le persone sensibili, a Niscemi il 15 maggio, per dare vita ad una grande Manifestazione No Muos.
La partenza è fissata per le ore 16 da piazza Vittorio Emanuele.

COORDINAMENTO REGIONALE DEI COMITATI NO MUOS

 

Locandina, appello e volantino scaricabili qui (in due versioni: da stampare o da condividere sul web)

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Pascal/M’innamoro soprattutto delle idee

Pascal

Il cuore
ha sue ragioni
che la ragione non conosce
ma se le conosce
le evita

M’innamoro soprattutto delle idee

M’innamoro, soprattutto delle idee.
Ogni tanto, anche di chi le incarna.

https://desmonautica.wordpress.com/

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Femministe contro il TTIP

Ultima spiaggia

avvoltoi in volo

Il TTIP (Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) è presentato come un trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea e quindi come un insieme di accordi di tipo economico-commerciale. E’ stato portato avanti in segreto per diverso tempo e qualcosa è trapelato solo per caso o per vie traverse, ma abbastanza per mettere in allarme immediatamente tutte le persone, prima ancora che politicizzate, anche solo dotate di buon senso. Ultimamente la sola Germania ha dato l’accessibilità ai documenti delle trattative ai suoi deputati.

Uno scambio libero si presuppone che venga fatto tra soggetti alla pari, ma Stati Uniti ed Europa non lo sono affatto. Infatti sono gli USA a volerlo a tutti i costi e l’Europa fa resistenza. Togliere i filtri doganali che organizzano e regolano i paesi che hanno un’economia impostata sulla qualità e l’esportazione significa essere invasi da una miriade di prodotti spazzatura perché le regole, le leggi, le modalità che valgono negli USA devono valere anche da noi, siamo costretti/e ad accettarle, e l’approccio alla cittadinanza è completamente diverso: in Europa un prodotto per essere messo in commercio deve essere testato e ritenuto, almeno sulla carta, non nocivo mentre negli USA la nocività viene testata sul campo, prima si mette in commercio un prodotto, poi si vede se produce danni.

Ma i così detti accordi non riguardano solo le merci propriamente dette, bensì ogni aspetto della nostra quotidianità. Sono considerate merci anche la scuola, la sanità e la salute, il lavoro, lo stato sociale, ogni più piccolo anfratto della vita è considerato possibile oggetto di profitto.

Gli USA stanno mettendo in campo ogni tipo di pressione e ricatto per raggiungere il loro scopo dalle denunce come quelle per esempio sulla Volkswagen alle campagne “moralistiche” come quelle sulla Fifa, alle blandizie come quelle rivolte da Obama ad Angela Merkel nell’incontro di Hannover. Bastone e carota.

Come la Nato è strumento di aggressione militare, Il TTIP è strumento di aggressione economica.

Gli accordi in trattativa prevedono che uno Stato non possa limitare la libertà commerciale di una struttura economica esterna perché scatterebbe immediatamente da parte della multinazionale in questione la denuncia per danno economico e d’immagine. Sta già succedendo ed è già pratica corrente in svariate parti del mondo che hanno firmato accordi con gli USA.  Quindi uno Stato non può più fare leggi a tutela dei suoi cittadini/e in nessun campo, né a vantaggio della sua economia e dei suoi interessi. Le leggi che fa sono sottoposte al vaglio delle multinazionali. Lo Stato quindi non è più in grado di legiferare. Viene praticamente meno. Scompare. I governi diventano governatorati a tutela degli interessi delle multinazionali.

Ma non è casuale.

Il neoliberismo è un prodotto statunitense e si è irradiato in Europa tramite l’Inghilterra ed è stato naturalizzato nei diversi Stati dai partiti socialdemocratici riformisti, qui da noi dal PD.

Non a caso gli Usa si pongono in questo scenario come Stato del capitale, come governo delle multinazionali.

E, infatti, se passerà il TTIP avremo, delle multinazionali, il governo diretto

Stiamo attraversando un passaggio epocale. Si va affermando un’iperborghesia transnazionale che si pone come nuova aristocrazia, dove i singoli Stati sono solo vassalli e i cittadini/e solamente dei sudditi.

Questo è il senso del TTIP. Fa parte di un cambiamento strutturale del governo del mondo.

Le coordinamente

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Intervista a Daniela Pellegrini/Podcast della trasmissione del 4/5/2016

” I Nomi delle Cose” /Puntata del 4/5/2016

” Liberiamoci della Bestia/ Intervista a Daniela Pellegrini

clicca qui

” Dedicato alle mie simili indomite resistenti nei secoli e oggi: voi siete la forza, la civiltà e la sapienza della specie,non dibattetevi tra le bestie,dissociatevi e forse si educheranno alla vostra sapienza. Non più compiacenti alla bestia, ora è il tempo di essere FIERE!/Daniela

LIBERIAMOCI DELLA BESTIA ovvero di una cultura del cazzo” Milano, marzo  2016 Intervista in diretta a DANIELA PELLEGRINI in occasione dell’ uscita del suo ultimo libro”

poi/ NATO= aggressione militare / TTIP  = aggressione economica MANIFESTAZIONE NAZIONALE 7 maggio a Roma

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Riot Grrrls. Révolution punk féministe

Riot Grrrls. Révolution punk féministe

https://incendo.noblogs.org/post/2016/05/01/riot-grrrls-revolution-punk-feministe/

Categories: Féminismes

 Lee Miller 1907-1977 (5)Manon LABRY, Riot Grrrls. Chronique d’une révolution punk féministe, La Découverte, 2016.

Au début des années 1990, de jeunes féministes nord-américaines lançaient du fond de leurs tripes un cri de colère et de ralliement dans le milieu punk underground : « Revolution, Grrrl Style, Now ! » La culture riot grrrl – littéralement, les « émeutières » – était en train de naître. Des groupes comme Bikini Kill ou Bratmobile partaient à l’assaut de la production musicale, décidés à rendre « le punk plus féministe et le féminisme plus punk »
Leur offensive fut une secousse incroyablement positive pour toute une génération assommée par la culture mainstream. Car les riot grrrls ont été bien davantage qu’un simple courant musical : appliquant les principes du Do-It-Yourself, elles ont construit une véritable culture alternative, dont la force de frappe tient en une « proposition » que suivront des milliers de jeunes femmes : celle d’oser devenir qui elles sont et de résister corps et âme à la mort psychique dans une société capitaliste et patriarcale.
Manon Labry retrace l’histoire de cette révolution politique et culturelle. Elle déploie une écriture punk bien frappée qui entremêle paroles de chansons, témoignages, réflexions personnelles, extraits de fanzines et illustrations pour faire la chronique d’une génération Riot Grrrls: 3 groupes qui ont marqué l’histoire de ce mouvement punk et féministe

Avec Riot Grrrls, Chronique d’une révolution féministe, Manon Labry signe un essai à la première personne sur le mouvement musical devenu culte. Loin d’ériger ses représentantes au rang d’idoles, elle analyse les vrais enjeux politiques et musicaux de la période. Retour sur trois de ces groupes, qui ont définitivement changé le féminisme

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Campeggia!

campeggia 2016 maggio

Programma CAMPEGGIA MATRIARCALE bis

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Palinsesto del 4/5/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 4 maggio 2016
ore 20.00 Apertura ” Dedicato alle mie simili indomite resistenti nei secoli e oggi: voi siete la forza, la civiltà e la sapienza della specie,non dibattetevi tra le bestie,dissociatevi e forse si educheranno alla vostra sapienza. Non più compiacenti alla bestia, ora è il tempo di essere FIERE!”

ore 20,10 “LIBERIAMOCI DELLA BESTIA ovvero di una cultura del cazzo” Milano, marzo  2016 Intervista in diretta a DANIELA PELLEGRINI in occasione dell’ uscita del suo ultimo libro”

liberiamoci della bestia

Chiusura   NATO= aggressione militare / TTIP  = aggressione economica MANIFESTAZIONE NAZIONALE 7 maggio a Roma

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Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.or

per riascoltarci e per leggere i documenti
per ascoltarci in streaming
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7 maggio al Brennero!

BISOGNA SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE!

7 maggio al brennero

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7 maggio 2016/ NO TTIP!!!!!!!!

FEMMINISTE CONTRO IL TTIP!!!

STOPTTIP

Qui per scaricare il volantino femministe contro il TTIP. 1docx

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7 maggio a Viareggio!

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Black is the new orange

Black is the new orange

Pubblicato il 1 maggio 2016 · in Schegge taglienti ·

di Alessandra Daniele

busta_arancioneLa settimana scorsa, alcuni italiani hanno ricevuto una busta arancione con la previsione del loro eventuale futuro reddito pensionistico.
La settimana prossima, tutti gli altri riceveranno una busta nera che conterrà questa comunicazione da parte dell’INPS.
“Abbiamo calcolato l’importo della tua futura pensione, e il risultato è stato un numero negativo. Questo vuol dire che non riceverai un mensile, dovrai versarlo tu allo Stato.
Lo Stato è in realtà molto più anziano di quanto tu potrai mai essere. Ed è anche invalido. Quindi è giusto che sia tu a versargli un assegno di mantenimento.
Comincia a mettere da parte i soldi, perché se non potrai adempiere regolarmente ai pagamenti dovuti, ti saranno pignorati beni mobili e immobili, organi interni ed esterni, e sarai affittato come incubatrice per gravidanze surrogate in serie, anche se sei un uomo.
Questo paese ha bisogno di bambini che comincino presto a lavorare e pagare i contributi per mantenere i vitalizi della nostra preziosa classe dirigente, e i figli degli immigrati non sono affidabili.
Per quanto possano sembrare integrati con la nostra cultura infatti, fin troppi di loro in realtà sono onesti, e perciò non hanno nessuna speranza di riuscire a guadagnare il necessario per pagare tutti i contributi che ci servono.
L’Italia ha bisogno di generazioni di italiani purosangue che lavorino tutta la vita per mantenere le classi dirigenti nel lusso che si sono meritate per diritto di nascita, e facendo del nostro paese il paradiso di sfruttatori, inquinatori, e truffatori di tutto il mondo.
La vita media s’è allungata, e lo sfruttamento deve tenere il passo, altrimenti il nostro paese rischia di venire surclassato dalle economie emergenti che non imbrigliano il loro sviluppo con eccessive tutele dei lavoratori, come stipendi e pensioni.
Rischiamo di non avere più abbastanza liquami petroliferi sversati nei nostri mari, operai bruciati vivi, anziani suicidi truffati dalle banche.
Non possiamo permettercelo.
Dobbiamo restate competitivi, e anche tu devi fare la tua parte.
Buon lavoro, e buona festa ai lavoratori”.

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