Femministe contro il TTIP

Ultima spiaggia

avvoltoi in volo

Il TTIP (Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) è presentato come un trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea e quindi come un insieme di accordi di tipo economico-commerciale. E’ stato portato avanti in segreto per diverso tempo e qualcosa è trapelato solo per caso o per vie traverse, ma abbastanza per mettere in allarme immediatamente tutte le persone, prima ancora che politicizzate, anche solo dotate di buon senso. Ultimamente la sola Germania ha dato l’accessibilità ai documenti delle trattative ai suoi deputati.

Uno scambio libero si presuppone che venga fatto tra soggetti alla pari, ma Stati Uniti ed Europa non lo sono affatto. Infatti sono gli USA a volerlo a tutti i costi e l’Europa fa resistenza. Togliere i filtri doganali che organizzano e regolano i paesi che hanno un’economia impostata sulla qualità e l’esportazione significa essere invasi da una miriade di prodotti spazzatura perché le regole, le leggi, le modalità che valgono negli USA devono valere anche da noi, siamo costretti/e ad accettarle, e l’approccio alla cittadinanza è completamente diverso: in Europa un prodotto per essere messo in commercio deve essere testato e ritenuto, almeno sulla carta, non nocivo mentre negli USA la nocività viene testata sul campo, prima si mette in commercio un prodotto, poi si vede se produce danni.

Ma i così detti accordi non riguardano solo le merci propriamente dette, bensì ogni aspetto della nostra quotidianità. Sono considerate merci anche la scuola, la sanità e la salute, il lavoro, lo stato sociale, ogni più piccolo anfratto della vita è considerato possibile oggetto di profitto.

Gli USA stanno mettendo in campo ogni tipo di pressione e ricatto per raggiungere il loro scopo dalle denunce come quelle per esempio sulla Volkswagen alle campagne “moralistiche” come quelle sulla Fifa, alle blandizie come quelle rivolte da Obama ad Angela Merkel nell’incontro di Hannover. Bastone e carota.

Come la Nato è strumento di aggressione militare, Il TTIP è strumento di aggressione economica.

Gli accordi in trattativa prevedono che uno Stato non possa limitare la libertà commerciale di una struttura economica esterna perché scatterebbe immediatamente da parte della multinazionale in questione la denuncia per danno economico e d’immagine. Sta già succedendo ed è già pratica corrente in svariate parti del mondo che hanno firmato accordi con gli USA.  Quindi uno Stato non può più fare leggi a tutela dei suoi cittadini/e in nessun campo, né a vantaggio della sua economia e dei suoi interessi. Le leggi che fa sono sottoposte al vaglio delle multinazionali. Lo Stato quindi non è più in grado di legiferare. Viene praticamente meno. Scompare. I governi diventano governatorati a tutela degli interessi delle multinazionali.

Ma non è casuale.

Il neoliberismo è un prodotto statunitense e si è irradiato in Europa tramite l’Inghilterra ed è stato naturalizzato nei diversi Stati dai partiti socialdemocratici riformisti, qui da noi dal PD.

Non a caso gli Usa si pongono in questo scenario come Stato del capitale, come governo delle multinazionali.

E, infatti, se passerà il TTIP avremo, delle multinazionali, il governo diretto

Stiamo attraversando un passaggio epocale. Si va affermando un’iperborghesia transnazionale che si pone come nuova aristocrazia, dove i singoli Stati sono solo vassalli e i cittadini/e solamente dei sudditi.

Questo è il senso del TTIP. Fa parte di un cambiamento strutturale del governo del mondo.

Le coordinamente

Questa voce è stata pubblicata in Antimperialismo, Iniziative ed Eventi, Movimenti e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.