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Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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“Quattro passi” on line!!!!!
Car* tutt*, abbiamo deciso di caricare on line la nostra ultima autoproduzione “Quattro passi/Note sul femminismo nella fase neoliberista del capitale” perché sia facilmente fruibile come abbiamo sempre fatto con le nostre autoproduzioni. Potete leggerla anche alla voce autoproduzioni sulla barra del blog.
Eccola qua! e buona lettura!
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Zardins Magnetics dell’11 giugno 2020
Zardins Magnetics
Trax di giovedì 11 giugno 2020
Stasera, alle 20, ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane – in FM 90.0 MHz – in streaming ascoltareradio.com/onde-udine/ – in podcast https://soundcloud.com/radiaz10n3
Oggi: la polizia israeliana addestra le polizie del mondo – presenza anticarceraria al distretto sanitario di Udine – droni e repressione – un contributo di Radio Blackout – manifestazione NO CPR del 14 giugno a Gradisca.
Purtroppo per problemi tecnici non siamo riuscite a caricare in tempo il palinsesto di Zardins Magnetics di questa sera. Pubblicheremo al più presto il podcast appena le compagne ce lo invieranno.
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Sulla morte e sulla vita/un testo di Martina Guerrini
Il capitale osceno
di Martina Guerrini
“ un taccuino di appunti, scritto in piena epidemia covid-19, i cui contenuti sono frutto di una riflessione che parte da lontano e non si esaurisce – come ogni pensiero emergenziale – nell’analisi immediata della pandemia.
il Capitale Osceno attende infatti di essere disvelato, assieme alle denegazioni e al terrore che le ombre e il nero continuano a suscitare nel nuovo servo volontario.”
Qui il link per scaricarlo:
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La “vera democrazia”
<La “vera democrazia” si attuerà quando saremo tutt* colpevol*.>
Elisabetta Teghil, Mai contro sole, Bordeaux 2018,Introduzione pp.7,18
La nostra società si sta esprimendo ed ha compiuto atti importanti nella realizzazione dello sfruttamento illimitato. Questa violenza strutturale si è incarnata nell’ideologia neoliberista che è una sorta di macchina infernale e che è stata veicolata attraverso la divinizzazione del potere dei mercati. Sotto gli occhi di tutti ci sono gli effetti di questa nuova organizzazione sociale a partire dalla miseria di una parte sempre più grande delle società economicamente più avanzate e lo straordinario aumento del divario fra i redditi. Quindi, un’affermazione scomposta della vita personale intesa come una sorta di darwinismo che instaura la lotta di tutti contro tutti, il cinismo come norma, la ricchezza come premio di questa selezione, la traduzione nella vita quotidiana con l’assuefazione alla precarietà, all’insicurezza e all’infelicità che permea l’esistenza. Con una precarizzazione così diffusa da ridurre il lavoratore/trice a mano d’opera docile sotto la permanente minaccia della disoccupazione. L’aspetto paradossale è che questo ordine economico e sociale si spaccia e si promuove sotto il segno della libertà e addirittura come società armoniosa.
E’ questo un momento storico che produce un inaudito cumulo di sofferenze. Tutto ciò a partire dal dominio assoluto della flessibilità con contratti a tempo determinato, con assunzioni ad interim, con una concorrenza spietata, non più quella tradizionale fra imprese, ma oggi all’interno della stessa impresa tra lavoratore e lavoratore con l’individualizzazione del rapporto salariale, con l’introduzione di colloqui preassunzione e successivamente di valutazione individuale. La valutazione permanente con una forte dipendenza gerarchica, con lo spacciare i lavoratori come categoria di operatori autonomi, con l’estensione a tutti del ”coinvolgimento” si traduce in un iperinvestimento sul lavoro e in una perenne condizione di insicurezza che tende ad abolire i riferimenti e le solidarietà collettive.
Questo, a livello più generale, si realizza con la privatizzazione a tutto campo dei servizi pubblici e sociali, con l’incoraggiamento sistematico del part-time, naturalmente con un salario anch’esso parziale, con i lavori a tempo determinato e porta ad un impoverimento dei lavoratori cassando più di un secolo di lotte che spingevano per una redistribuzione della ricchezza collettiva e per una maggiore uguaglianza.
Siamo nel regno degli eufemismi, del rovesciamento del significato delle parole, una cannibalizzazione dei diritti sociali che ha investito ambiti impensabili a partire dai sistemi scolastici piegati in funzione dei bisogni del mercato del lavoro, dalla sanità pubblica e dalle pensioni. Le pensioni, la liquidazione, l’assistenza sanitaria sono i temi umanamente più scottanti, ma al centro della macchina dell’ineguaglianza c’è l’istruzione. Nulla è più dovuto, casa, gas, acqua, luce, al cittadino/a non spetta più niente. Un terrorismo sociale forte e vincente annichilisce le persone, colpevolizzandole, avvilendole, frustrandole, trascinando perfino ogni comportamento dovuto al bisogno nella sfera delinquenziale. Questo è il pensiero unico cioè l’ideologia neoliberista.
Le società occidentali sono sempre più vicine alle colonie come dimostra l’arroganza della borghesia sovranazionale convinta di far parte di una categoria superiore più civilizzata, più progredita e il suo disprezzo per i colonizzati, per i poveri, per chi non ce l’ha fatta. In questo contesto tutto è lecito, inasprire le pene, aumentare i casi di carcerazione, ampliare la fascia dei reati penali, dilatare i tempi della flagranza di reato fino ad etichettare tutti come terroristi che è la premessa per garantire l’impunità a chi esegue le pene di morte extra legem e la tortura.
La “vera democrazia” si attuerà quando saremo tutti colpevoli.
Questo patrimonio di assoggettamento era già la sorte dell’operaio al servizio della macchina utensile e ridotto alla condizione di proletario dalla perdita della sua stessa individualità. Oggi, però, il ceto impiegatizio, il libero professionista, il commerciante al dettaglio, in definitiva la classe media è stata largamente proletarizzata in quanto ne sono state svalutate le competenze professionali ed è stata fortemente impoverita. Quindi, oggi, vasti strati sociali sono stati tutti plasmati e ridotti a strumenti di una nuova servitù volontaria. Il neoliberismo si è caratterizzato come un grande fratello traducendosi in un vero e proprio strumento di controllo sociale che occupa ogni interstizio della vita. Così vengono sottratte le possibilità stesse di esistenza sostituite da norme che sono vere e proprie rimozioni delle capacità intellettuali, affettive, estetiche e politiche delle singole persone e dell’umanità tutta. Questa società disossa le persone, le rende dei corpi senza anima, afflitti dal male di esistere e dal male di divenire cioè dalla mancanza di un presente e di un futuro con una crescente tendenza alla rabbia spoliticizzata che spiega tante situazioni che avvengono negli Stati Uniti con individui che, senza un apparente motivo, fanno delle stragi.
Tutte le attività umane, nessuna esclusa, istruzione, cultura, salute…sono diventate merce e per questo non possono che finire in frustrazione e in istinti distruttivi.
Anche in politica si adottano tecniche di marketing, la politica stessa si trasforma in merce. D’altra parte la miseria a tutto campo non può che diventare miseria politica.
Un sentimento di disillusione, di esasperazione attraversa le società occidentali e la socialdemocrazia non utilizza più lo spirito di Tomasi di Lampedusa “cambiare tutto perché niente cambi”. Oggi fa ricorso ad una strategia di cambiamento effettivo, cambiamento perfino del senso delle parole, il colmo è nello stravolgere e rovesciare il loro stesso significato e tutto si trasforma in un talismano che è il diritto incontrollato e a tutto campo dei proprietari dei mezzi di produzione di far sì che le forme politiche organizzate siano l’armatura del dominio del capitale nella società. In effetti se si esclude, almeno nei paesi occidentali, la coercizione diretta rappresentata dalla schiavitù, si ha un dominio diretto come mai nel passato sulla vita delle persone, sulla loro esistenza a partire dal lavoro salariato necessario per la semplice sopravvivenza anche in condizioni di semischiavitù e comunque permesso dai proprietari dei mezzi di produzione solo alle loro condizioni. Non c’è più ostentazione ma dittatura vera e sostanziale dell’impero del capitale. E quando si manifestano forme di contestazione rispetto a questa brutalità di sistema portata ad un punto limite, allora si svela la violenza di cui è capace il potere per difendere i propri vantaggi.
Il limite di sopportazione è continuamente superato e pertanto ogni più piccolo tentativo di ribellione è soggetto alla repressione. In questo momento puoi lavorare, quando puoi, se fai quel che ti viene detto e come ti viene detto e, comunque, lo fai finché il datore di lavoro te lo permette e se non ti sta bene, vieni cacciato impunemente perché ci sono le Istituzioni, nessuna esclusa, e in maniera eclatante, che proteggono e realizzano questo impianto. E finisci per ubbidire per una buona ragione perché vivi nella paura. Le condizioni stesse dell’esistenza delle persone sono affidate al braccio esecutivo delle Istituzioni.
E’ una concezione atavica, altro che innovativa e moderna! È un ritorno al passato..
Il terrorismo e la guerra mantengono un simulacro di coesione nazionale e per questo vengono coltivati.
Non c’è nessuna crisi, il neoliberismo è una scelta ideologica e pertanto si irradia in tutta la società. Il paradosso è che si parla sempre più di lavoro nel momento in cui il lavoro viene sempre più a mancare e, quando c’è, è precario e volatile. Si tratta, in fondo, dello stesso paradosso per cui i discorsi sull’ambiente e sulla natura proliferano quando la natura diventa sempre più artificiale e l’ambiente sempre più snaturato e devastato, a conferma, come diceva Walter Benjamin che “L’essenza di una cosa appare nella sua verità nel momento in cui essa rischia di scomparire.” Questo vale per tutto l’impianto che la borghesia si è data con i suoi connotati e addentellati, nello sport, nella ritualità, nei momenti mondani e conviviali, e utilizza lo stesso approccio che ha per il mondo del lavoro, la natura, l’ambiente nei riguardi dei diritti umani, del razzismo e del sessismo. Aver teorizzato la negazione di ogni solidarietà verso la popolazione sempre più emarginata e sfruttata è anche un venir meno alla solidarietà verso le generazioni future e tutto questo non è che l’altra faccia della moneta delle nuove guerre coloniali. Continua a leggere
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Zardins Magnetics del 28 maggio 2020
Zardins Magnetics
Trax di giovedì 28 maggio 2020
“PINOCCHIO E LA GALERA“
clicca qui
Qui potete ascoltare l’intera trasmissione
https://soundcloud.com/radiaz10n3/zardins-magnetics-28-maggio
Qui potete ascoltare la radio in diretta streaming, Zardins Magnetics va in onda ogni giovedì dalle 20 alle 21,30 ascoltareradio.com/onde-udine
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5 giugno/In ricordo di Margherita Cagol

Margherita Cagol, Mara, militante delle Brigate Rosse, nasce a Sardagna di Trento, l’8 aprile 1945. Viene uccisa dai carabinieri il 5 giugno 1975 ad Arzello d’Acqui in Piemonte.
La vogliamo ricordare con un frammento di una lettera scritta da Milano alla madre il 28 novembre del 1969. <Carissima mamma, visto che per oggi il viaggio a Trento è andato in fumo voglio scriverti alcune cose per starti in qualche modo vicina. Potrei dirti molte cose nella mia nuova vita qui a Milano, ma nessuna è più importante della maturazione della mia coscienza. Di questo voglio scriverti e di questo se vuoi parleremo a Trento al mio prossimo viaggio. Milano è per me una grande esperienza. Questa grande città che in un primo momento mi è parsa luminosa, piena di attrattive, mi appare sempre di più come un mostro feroce che divora tutto ciò che di naturale, di umano e di essenziale c’è nella vita. Milano è la barbarie, è la vera faccia della società in cui viviamo. Questa è una constatazione che ogni giorno faccio, ma per questo non mi dispiace viverci, anzi questo fa maturare in me tutta una serie di convinzioni che già a Trento stavo assumendo e di cui solo ora so misurare l’importanza. Questa società che violenta ogni minuto tutti noi, togliendoci ogni cosa che possa in qualche modo emanciparci o farci sentire veramente quello che siamo (ci toglie la possibilità di coltivare la famiglia, di coltivare noi stessi, le nostre esigenze, i nostri bisogni, ci reprime a livello psicologico, fisiologico, etico, ci manipola nei bisogni, nell’informazione ecc.ecc.) ha estremo bisogno di essere trasformata da un profondo processo rivoluzionario[…] Tuttavia esistono moltissime condizioni oggi per trasformare questa società e sarebbe criminale(verso l’umanità) non sfruttarle. Tutto ciò che è possibile fare per combattere questo sistema è dovere farlo perchè questo io credo sia il senso profondo della nostra vita. Non sono cose troppo grosse, sai mamma. Sono piuttosto cose serie e difficili che tuttavia vale la pena di fare[…]>
Progetto Memoria, Vol.II, Sguardi ritrovati, Sensibili alle Foglie, Roma 1995, p.70
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Quando è troppo è troppo! Il discorso di Tamika Mallory
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Una bella notizia e una riflessione
https://roundrobin.info/2020/05/op-ritrovo-scarcerat-tutt-i-le-compagn-prigionier/
Il 30 maggio sono stati scarcerate/i le compagne e i compagni arrestati per l’operazione “Ritrovo”. Rimane l’obbligo di dimora con rientro notturno. E’ caduta l’imputazione per il 270 bis, Stefania,Duccio, Elena, Guido, Martina e Ottavia sono comunque e meno male liberi!!!

Sempre sabato 30 a Bologna c’è stata una partecipata manifestazione in sostegno e solidarietà delle compagne e dei compagni arrestati. La “sana e democratica” gente di Bologna incarnata nel Resto del Carlino non ha trovato di meglio che inveire contro la manifestazione e quello che salta immediatamente agli occhi è l’uso che viene fatto delle disposizioni anti covid-19 proprio nel chiamare al controllo e alla gestione dell’ordine pubblico. La mascherina…la distanza…gli assembramenti…diventano chiaramente dispositivi normalizzanti e repressivi che fanno passare in secondo piano qualsiasi ragione, rivendicazione, protesta. Smascherare tutto questo e non prestarsi al ricatto del potere diventa una necessità come è una necessità contrastare in tutti i modi possibili il principio e l’uso delle sanzioni amministrative in qualsiasi ambito vengano proposte e applicate.
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Plebiscito
PLEBISCITO
di Alessandra Daniele
https://www.carmillaonline.com/

E Ponzio Pilato chiese alla folla
– Volete socialismo o barbarie?
E la folla rispose
– Socialismo!
Pilato sgranò gli occhi. Poi si schiarì la voce, e ripetè
– Volete socialismo o barbarie? – Marcando le B.
La folla rispose ancora
– Socialismo!
Ponzio Pilato diede un’occhiata sbieca alla piazza. Poi disse
– Questo assembramento è illegale. È contrario alle norme di igiene pubblica – fece un cenno ai suoi soldati – Sfoltire!
Roteando le spade, i soldati cacciarono via metà degli astanti.
La folla si diradò.
– Volete socialismo o barbarie? – Chiese ancora Pilato.
– Socialismo.
Pilato fece un gesto brusco, i soldati cacciarono un’altra metà degli astanti.
La piazza restò semivuota.
– Socialismo o barbarie?
– Socialismo – risposero tutti i rimanenti, tranne uno.
Pilato li fece trascinare via.
Restato di fronte ad un solo popolano, chiese di nuovo
– Volete socialismo o barbarie?
– Barbarie! – Scandì l’uomo.
Ponzio Pilato allargò le braccia
– Sia fatta la volontà del popolo. Io me ne lavo le mani. Tra l’altro è una norma igienica indispensabile.
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L’ennesima volta
L’ennesima volta

Per l’ennesima volta negli Stati Uniti un afroamericano è stato ucciso dalla polizia durante un fermo, faccia a terra, ammanettato, il poliziotto con le ginocchia sulla schiena e sul collo, a niente sono servite le sue richieste di aiuto “non respiro”…E’ successo a Minneapolis, ma poteva succedere in qualsiasi altro posto degli Usa, è una modalità con cui si muove la polizia. L’uccisione scatena la sensazione di ingiustizia che accompagna la vita, l’ingiustizia scatena la rivolta che si propaga a macchia d’olio. Minneapolis ha decretato il coprifuoco seguita da 25 città tra cui St Paul, Louisville, Cincinnati, Portland, Denver, Columbus. Vari Stati hanno mobilitato la Guardia nazionale: Minnesota, Georgia, Kentucky, Wisconsin, Colorado e Ohio. La situazione è grave a Philadelphia ma anche a Indianapolis, Jacksonville, Los Angeles e nella stessa Washington.
E’ uno stillicidio ed è un copione che si ripete: abusi e uccisioni di afroamericani da parte della polizia, rivolte anche molto violente, repressione, arresti, condanne e poi di nuovo una calma apparente con una rabbia che cova sotto la cenere. Il problema è la mancanza di un progetto politico. La scommessa è tutta qui.
Gli Stati uniti sono la società più razzista al mondo ma si presentano come “politicamente corretti”, milioni di persone sono in miseria totale, vivono sotto i ponti e non sanno come mangiare, ma gli Usa si presentano come un paese ricco e dalle possibilità illimitate per la gente, hanno disuguaglianze sociali impensabili, hanno un sistema elettorale gestito da lobby miliardarie ma si presentano come il paese più “democratico” tanto da avere la pretesa di esportare la “democrazia” ovunque, si presentano come il paese della libertà ma tutti i cittadini sono controllati e con loro gli Usa hanno la pretesa di controllare tutti i cittadini del mondo…Ma sono anche il paese con la struttura militare più potente, questo sì, e dà molto da pensare.
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La terribile storia di Alice
La terribile storia di Alice, ostaggio della psichiatria

http://www.nicolettapoidimani.it/?p=1517
Ho ricevuto dal collettivo antipsichiatrico Artaud la denuncia di questa vicenda di reiterati abusi su una giovane donna. La pubblico invitandovi a farla circolare il più possibile.
Raccogliamo la denuncia di un padre che chiede giustizia per sua figlia. Ci sembra importante raccontare questa storia di abusi che va avanti da troppo tempo. È necessario attenzionare maggiormente ciò che avviene all’interno di alcune strutture psichiatriche private convenzionate che in Italia sono più di 3.500, spesso veri e propri luoghi di reclusione in cui è difficile entrare e verificare quali pratiche e terapie vengano attuate.
Ci preme sottolineare inoltre come il ruolo degli Amministratori di Sostegno diventa sempre più invasivo e determinante per la vita di persone vittime della psichiatria che di fatto non hanno commesso alcun reato. Vi chiediamo di pubblicare la storia di Antonio e sua figlia sui vostri canali e sui vostri siti, di inoltrarla il più possibile nella speranza che altri si uniscano alla sua battaglia per la liberazione di Alice.
Collettivo Antipsichiatrico Antonino Artaud
antipsichiatriapisa@inventati.org 335 7002669
Racconto la mia storia e quella di mia figlia nella speranza che possiate aiutarmi a tirar fuori mia figlia da una situazione di oppressione fisica e psicologica che è costretta a subire da tre anni a questa parte a causa di malasanità e mal gestione della sua condizione da parte delle istituzioni.
Attraverso le vie legali non sono riuscito a cambiare la condizione di mia figlia. Il caso ha anche una valenza più generale, perché ritengo che possano esserci anche tante altre persone in questa situazione.
Il mio nome è Antonio Di Vita, sono residente a Montevarchi (AR) e mia figlia si chiama Alice Di Vita e ha 26 anni. Continua a leggere
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Se la solidarietà è terrorismo, siamo tutt* terrorist*!!!
Corteo di solidarietà a Bologna 30 maggio ore 17,00 piazza VIII Agosto, lato parco della Montagnola (non lontano dalla Stazione)
https://roundrobin.info/events/bologna-se-la-solidarieta-e-terrorismo-siamo-tutt-terrorist-corteo-solidale-con-gli-arrestat/

<Non servivano 200 carabinieri, 2 anni di indagini,intercettazioni e telecamere nascoste per scoprire che 12 anarchic* sono anarchic*.
Poche pacche sulle spalle per “Il trionfo dell’operazione Ritrovo”: a Bologna lo sanno tutt* che i/le attuali imputati si sono spes* nella lotta contro l’apertura del Cpr di Modena, contro il controllo tecnologico e il sovranismo, a supporto dei/delle compagn* colpit* dalla repressione e a fianco dei/delle prigionier* in lotta. Mentre le fiamme e il fumo della rivolta venivano fuori dal carcere della Dozza, siamo andat* in tant* sotto quelle mura. In tant* abbiamo appreso con rabbia delle 14 morti di carcere bollate dai giornalisti come “14 morti di overdose a seguito delle rivolte”. Abbiamo appreso dei 2 detenuti morti di Covid qui a Bologna mentre ausl e amministrazione penitenziaria ordinavano “al personale” di non indossare le mascherine per non allarmare i/le reclus* rifiutandosi di dare dati sui contagi che avessero un minimo di verità, ammassando e trasferendo detenuti positivi anche in altre carceri. Leggere che qualcuno ha infranto le vetrate al DAP ci ha scaldato il cuore, comparato con quel che è successo forse ci è sembrato ben poco. A istigarci sono le ingiustizie e i privilegi, la tracotanza dei servi dello Stato che invade le nostre vite, che invade le nostre strade. Più del carcere a farci paura è un mondo di indifferenza in cui chi si ribella viene isolato.
Per quanto ci riguarda sappiamo semplicemente che ribellarsi è giusto!
E tanto basta: sappiamo da che parte stare.>
Pubblicato in Autorganizzazione, Carcere, Repressione
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