Contro la guerra!

2020 di guerra

APPUNTAMENTO VENERDÌ ORE 17:30 A PIAZZA DELLA MARRANELLA

Venti di guerra continuano a soffiare verso il Medio Oriente e il Nord Africa, teatri in cui le potenze imperialiste si affrontano in conflitti aperti o guerre per procura e in cui vengono segnate le sorti di milioni di persone con la stessa freddezza con cui viene calcolato il prezzo dei barili di petrolio.

Le ragioni sono varie: sfruttamento delle risorse petrolifere, dei bacini di gas, del passaggio di un oleodotto, spartizione delle sfere di influenza. Il risultato è sempre lo stesso: miseria, morte e distruzione e conseguente fuga dal proprio paese per poi finire in Europa ostaggio dello sfruttamento e del caporalato, vittima di razzismo e rancore sociale. 

E l’Italia? Oltre a lucrare su queste situazioni, curando i suoi interessi petroliferi (ENI) e di vendita delle armi (Leonardo/Finmeccanica), spreca 30 miliardi di euro all’anno in spesa militare. In questi giorni è in discussione in parlamento il rinnovo delle missioni e dei relativi finanziamenti: gli stessi soldi che non ci sono per scuole, ospedali e servizi sociali. In più l’Italia ospita le basi americane e NATO da cui partono droni e bombardamenti, e dove sono presenti almeno 50 testate nucleari.

Non dimentichiamo inoltre l’istituzione e la gestione dei campi di concentramento per migranti in Libia. Prodotti made in Italy al 100%

Torpignattara Solidale 

Pubblicato in Antimperialismo | Contrassegnato | Commenti disabilitati su Contro la guerra!

La Parentesi di Elisabetta del 22/01/2020

“Bambin* del neoliberismo”

“Nella grande fucina dove, attraverso processi sempre più complessi si sta forgiando il nuovo individuo, la <creatura> del capitale, nemmeno la condizione dei bambini sfugge a quest’opera di ingegneria sociale. Anzi, è il capitale, in un certo senso, ad inventare l’infanzia, almeno come la viviamo noi.”

S.Federici e L. Fortunati, Il grande Calibano, Storia del corpo sociale ribelle nella prima fase del capitale, Franco Angeli, 1984

 

C’è un’attenzione spropositata in questa società e in questo periodo storico nei confronti dei bambini e degli adolescenti. Ma facciamo un passo indietro. Nei periodi storici precedenti al capitalismo, attuando chiaramente una semplificazione necessaria, l’adultizzazione dei bambini avveniva precocemente. Nel medioevo adulti e bambini non erano poi così diversi fra loro e il passaggio del bambino dal mondo dei piccoli a quello dei grandi era molto precoce. Lo confermano, ad esempio, varie leggi riguardanti l’età minima per il matrimonio e per l’entrata nel mondo del lavoro. I bambini venivano inseriti nel mondo degli adulti appena potevano fare a meno della madre, cioè verso i sette anni circa e a dieci anni aiutavano già gli adulti in qualsiasi tipo di attività. Praticamente, a questa età, i bambini dovevano guadagnarsi il pane, ma non nel senso di sfruttamento del lavoro minorile come lo intendiamo noi, nel senso proprio che ormai facevano parte della comunità degli adulti. D’altra parte anche il modo di pensare di adulti e bambini non era molto distante, cioè l’infanzia non aveva prerogative particolari né tra i servi né tra i padroni. Infatti gli adulti avevano delle strutture psicologico-emotive e dei comportamenti sociali che noi definiremmo tranquillamente infantili, amavano i giochi che noi abbiamo relegato alla sfera infantile come nascondino, mosca cieca, i giochi con la palla in tutte le varianti, si adornavano di ghirlande di fiori nelle fiere campestri e vestivano allo stesso modo, chiaramente i ricchi come i ricchi, i poveri come i poveri. La “grande rinuncia”, come viene definito l’abbandono della frivolezza nel vestirsi da parte dei maschi adulti nel capitalismo si può ritrovare anche nell’abbandono negli adulti delle caratteristiche del fanciullo. Inoltre, I bambini lasciavano la casa paterna spesso e molto presto.

E’ con l’affermarsi della cultura e del modello socio-economico capitalista che il mondo dei bambini e quello degli adulti si divaricano, e questo vale, seppure in modi diversi, sia per i maschi che per le femmine e vale anche per la differenziazione delle età che è un modo di concepire la vita degli individui peculiare del modo di produzione capitalistico.

Il capitalismo si rende conto molto presto che se l’individuo è libero di vendere le proprie braccia e la propria forza lavoro non è detto che lo faccia e che ritenga giusto e conveniente farlo e si rende, quindi conto, altrettanto presto, che va educato al proprio sfruttamento e che questa “educazione” è un processo molto lungo. Quindi la linea di tendenza che assume il capitale è quella di organizzare il tempo dell’infanzia come tempo sottratto al lavoro e dedicato alla creazione di una persona convinta della giustezza della propria collocazione sociale. Certo questa consapevolezza nel capitale non si afferma subito, anzi passa fasi alterne e contraddittorie, tanto è vero che il tributo dei bambini in morte e disperazione impegnati nel lavoro nelle fabbriche, nelle manifatture, nelle miniere, perseguitati perché vagabondi, gettati negli orfanotrofi e dati in pasto agli sfruttatori, è altissimo e tragico. Ma la linea di tendenza che man mano si è venuta definendo è stata quella di una sempre maggiore sottrazione dell’infanzia e della giovinezza allo sfruttamento diretto in favore di una formazione dell’individuo convinto della giustezza del proprio sfruttamento e della propria collocazione sociale. Un apprendistato di quella che sarà la propria condizione di vita costruita con l’obbligo del rispetto degli orari, dell’autorità, della gerarchia, della necessità della punizione in rapporto alla colpa, del rispetto della legge, della rinuncia ai sogni e alle aspirazioni. Tutto questo per i bambini della classe dirigente avrebbe significato poi il comando, per gli altri sfruttamento e basta.

Contemporaneamente vengono costruite le figure dei genitori, anche la genitorialità è un prodotto borghese come la famiglia mononucleare. I genitori rispondono dell’operato e dell’agire dei figli. Man mano la responsabilità dell’educazione, del mantenimento, del comportamento e dei risultati dei figli ricade sulla famiglia e in particolare sul padre che ha ottenuto, sì, dal capitale una posizione particolarmente forte e gerarchicamente dominante all’interno della famiglia, ma ne ha assunto anche la responsabilità civile e penale nei confronti dello Stato. Quindi il costo della riproduzione dei figli viene addossato al padre e alla madre che saranno costretti ad usare sempre più una larga parte del salario per il loro mantenimento e la loro educazione.

E’ importante, comunque, ricordare che questa configurazione si accompagna alla individuazione estremamente definita anche di altri ambiti specifici oltre a quello dell’infanzia, come la vecchiaia e la femminilità per arrivare nel corso del tempo capitalista fino alle diversità sessuali o etniche, con una specializzazione sempre più forte delle norme e delle ”attenzioni” di ogni tipo dello Stato nei confronti di questi settori.

Una simile impostazione, creata ad uso precipuo dello sfruttamento e dell’estrazione di plusvalore, apre contemporaneamente a possibilità molto fruttuose di mercificazione specifica.

Il bambino diventa merce. L’infanzia e la fanciullezza da una parte sono quindi il tempo dell’”educazione “ allo sfruttamento o al comando a seconda della classe sociale di appartenenza e dall’altra diventano merce con possibilità di mercato impensabili. Pannolini, pappe, giocattoli, carrozzine, vestiti, ma anche fumetti, letteratura per l’infanzia, cartoni animati, film, ma anche corsi di addestramento per i genitori, specialisti del comportamento, pediatri…non saprei da dove cominciare e dove finire.

Ora, tutto questo con il neoliberismo ha assunto degli ulteriori e particolarmente inquietanti aspetti come in effetti è inquietante l’approccio a tutto il sociale della fase attuale del capitalismo, un misto di Inghilterra vittoriana, nazismo e servaggio.

E’ utile, quindi, indagare questo specifico approccio dell’ideologia neoliberista all’infanzia. Continua a leggere

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, La Parentesi di Elisabetta, La Parentesi di Elisabetta | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su La Parentesi di Elisabetta del 22/01/2020

I PUNTINI SULLE A/ AUTOFORMAZIONE FEMMINISTA

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su I PUNTINI SULLE A/ AUTOFORMAZIONE FEMMINISTA

Il Cpr di Gradisca aperto da un mese ha già ucciso!

(striscione esposto da* compagn* il 20 febbraio 2018 a Roma contro l’ipocrisia del sistema Sprar, fiore all’occhiello del controllo delle persone migranti).

Riceviamo dalle compagne friulane/Oggi la manifestazione al Cpr di Gradisca è stata molto partecipata

VAKHTANG ENUKIDZE È STATO AMMAZZATO DI BOTTE DALLE FORZE DELL’ORDINE DENTRO IL CPR.

AGGIORNAMENTI:
Ieri, nella necessità di diffondere la manifestazione di solidarietà il
prima possibile siamo riusciti a riportare solo una prima ricostruzione
parziale di ciò che era successo. Qui gli aggiornamenti ottenuti tramite
le testimonianze dei compagni di prigionia, che ci hanno chiesto di
diffondere le loro parole oltre quelle mura [su facebook e sulla pagina
web potete trovare l’audio]:

https://nofrontierefvg.noblogs.org/

https://www.facebook.com/nocprfvg/

———————————————————————————————————-

È inizio settimana, Vakhtang non trova il telefono, non vuole tornare in
cella, resiste, viene picchiato finché non ne può più. Viene buttato in
cella, nella rabbia prende un ferro in mano e si fa male allo stomaco.
Dopo viene portato in infermeria, non più di una ventina di minuti,
torna e si mette a dormire, forse per i farmaci. Raccontano che il suo
corpo era rosso dai lividi delle manganellate.

Il giorno dopo si sveglia, aveva accettato di essere estradato e
riportato in Georgia, i compagni di prigionia dicono che gli fosse stato
detto di fare le valigie per partire. Alle 20 però torna.

Sta presumibilmente due giorni nel CPR, sta male, per le manganellate e
per il colpo nello stomaco, chiede aiuto senza essere soccorso. Continua a leggere

Pubblicato in Cie/CPR | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Il Cpr di Gradisca aperto da un mese ha già ucciso!

28 gennaio 2020/Chi lotta non sarà mai sol*!

https://nobordersard.wordpress.com/

Pubblicato in Autorganizzazione, Repressione | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su 28 gennaio 2020/Chi lotta non sarà mai sol*!

Tripolitania e Cirenaica

Tripolitania e Cirenaica

Libia, un paese dilaniato e distrutto. La Cirenaica sotto il controllo del generale Haftar, appoggiato dagli Emirati Arabi e quindi dagli Usa, anche se fanno i pesci in barile, Al Sarraj, presidente del Consiglio presidenziale della Libia, sostenuto da Turchia, Russia e parte dell’Unione Europea. Sì, parte, perché la Francia non è in sintonia con le scelte della UE, ha velleità coloniali mal riposte dato che non può permettersi di incontrare, neanche per sbaglio, l’esercito turco. L’Italia, al di là delle parole belle e inutili, invoca l’intervento della NATO, quindi degli Usa, alla cui politica è sempre prona, dimostrando sempre, se ce ne fosse bisogno, il suo ruolo di colonia americana. Si profila la divisione del territorio in due parti governate distintamente, la Cirenaica e la Tripolitania e, quindi la spartizione delle spoglie di un paese scientemente fatto a brandelli. Il testo a seguire è stato scritto nove anni fa: 

<Cento anni fa l’Italia, presidente del consiglio Giovanni Giolitti, nell’ambito di accordi internazionali, ebbe mano libera dalle altre potenze imperialiste, Inghilterra, Francia,Stati Uniti e Germania, e invase la Tripolitania e la Cirenaica che , allora, facevano parte dell’impero turco.
L’impresa fu sostenuta dai media di allora, in testa il Corriere della Sera, dai grandi gruppi finanziari, capofila la cattolica Banca di Roma, che magnificavano le ricchezze del paese da poter sfruttare e la penetrazione economica che si prospettava.
I banchieri erano prosaici.
Ma ci pensarono i poeti e i politici a raccontare perché l’impresa era doverosa: per sottrarre la popolazione locale alla feroce oppressione ottomana, per portare la civiltà agli indigeni sottosviluppati e, ci stava sempre bene, per dare uno sbocco lavorativo alle popolazioni del sud d’Italia.
Nacque, così, il mito dell’  “Italia proletaria “, cantata da Giovanni Pascoli, anche lui “arruolatosi” nelle file colonialiste, e della “terza sponda”.
Il re d’Italia fu proclamato anche re della Libia, così furono chiamate quelle due regioni in ricordo del nome che aveva dato loro Diocleziano. Poi, si fece  proclamare re d’Albania e, in un delirio di onnipotenza, imperatore d’Etiopia. Cosa è cambiato da allora? Continua a leggere

Pubblicato in Antimperialismo, neocolonialismo | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Tripolitania e Cirenaica

In morte di Giampaolo Pansa /Nicoletta Bourbaki

Il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ricorda di cosa si è reso responsabile Giampaolo Pansa dal 2003 – anno della prima pubblicazione de Il sangue dei vinti – a oggi, e segnala le inchieste e gli “smontaggi” durante i quali ci è toccato occuparci anche di lui.

Nicoletta Bourbaki è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete, sulle false notizie a tema storico e sulla riabilitazione dei fascismi in tutte le sue varianti e manifestazioni. Il gruppo si è formato nel 2012 in seguito a una discussione su questo stesso blog e ha al suo attivo molte inchieste e diverse pubblicazioni. Lo pseudonimo collettivo «Nicoletta Bourbaki» è un détournement transfemminista di «Nicolas Bourbaki», maschilissimo gruppo di matematici francesi attivo dagli anni Trenta agli anni Ottanta del XX secolo.

https://www.wumingfoundation.com/giap/

 

In Italia, negli ultimi vent’anni circa, il mainstream ha sdoganato e amplificato una grande quantità di bufale storiche e leggende d’odio antipartigiane che a lungo erano rimaste confinate nelle cerchie neofasciste.

La legittimazione e l’imprimatur da parte dei grandi media e della politica hanno incoraggiato i neofascisti a inventare sempre nuove bufale, ancora e ancora. Dalla fine degli anni Novanta, li abbiamo visti coniare storie di «eccidi partigiani» dei quali mai si era parlato, o aggiungere a storie vecchie dettagli sempre più macabri assenti dalle precedenti ricostruzioni. Inutile dire che tali aggiunte erano prive di pezze d’appoggio documentali: in queste storie, le fonti latitano e ci si affida alla «storiografia del nonno»: «Mio nonno raccontava che…»

L’avvento dei social media ha impresso a questo processo un’accelerazione fortissima: oggi una bufala storica antipartigiana può nascere e diffondersi in poche ore.
Su Facebook, ad esempio, prosperano pagine dove si sparano a casaccio cifre iperboliche — ovviamente prive del benché minimo riscontro — su presunti stupri compiuti da partigiani. Cifre implausibilmente precise, per farle sembrare basate su ricerche in realtà inesistenti: 3245, oppure 4768. Ebbene, la diffamazione dei partigiani fondata su accuse di violenza sessuale è un fenomeno divenuto popolare tra i neofascisti soltanto di recente, queste presunte «migliaia» di stupri sono assenti dalla stessa memorialistica e pseudo-storiografia di estrema destra pubblicata nel XX secolo.

Continua a leggere

Pubblicato in Antifascismo, memoria, Storia | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su In morte di Giampaolo Pansa /Nicoletta Bourbaki

I PUNTINI SULLE A/ AUTOFORMAZIONE FEMMINISTA!!!!!!

I PUNTINI SULLE A!

Parte un ciclo di incontri di autoformazione femminista organizzato dalle DONNE IN CANTIERE nel Cantiere Sociale Versiliese a Viareggio. Gli incontri si svolgeranno da febbraio a giugno 2020. Questo è il calendario organizzativo dei primi tre mesi. Seguirà quello di maggio e giugno.

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su I PUNTINI SULLE A/ AUTOFORMAZIONE FEMMINISTA!!!!!!

15 gennaio/In ricordo di Rosa Luxemburg

<Quanto più energicamente il capitale si serve del militarismo per assimilarsi i mezzi produttivi e le forze-lavoro di paesi e società non-capitalistici attraverso la politica coloniale e mondiale, tanto più energicamente il capitalismo lavora, nel cuore degli stessi paesi capitalistici, per sottrarre agli strati non-capitalistici della sua terra d’origine, ai rappresentanti della produzione mercantile semplice, così come alla classe operaia, una percentuale sempre maggiore di potere d’acquisto; priva sempre più i primi delle loro forze produttive e comprime sempre più il livello di vita dei secondi, per dare poderoso impulso a spese di entrambi, all’accumulazione del capitale. Ma, da entrambi i lati, le condizioni dell’accumulazione del capitale si tramutano, ad un certo livello, in condizioni del suo tramonto.>

(Rosa Luxemburg, L’accumulazione del capitale, parte terza, cap. XXXII)

Pubblicato in memoria, Storia | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su 15 gennaio/In ricordo di Rosa Luxemburg

Ultime dal lager di Gradisca

Riceviamo dalle compagne friulane

???? ???? ???? Dopo il presidio di sabato 11, la notte, i militari sono entrati nelle celle del CPR di Gradisca, hanno picchiato ed hanno preso le sim card di alcune delle persone con cui abbiamo parlato al presidio.
Ieri, domenica 12 gennaio dalle 14:00 alle 16 ci sono state rivolte nel CPR, nell’ala più vicina alla strada dove ci sono 5 celle da 6 persone ciascuna. Le persone recluse sono riuscite a rompere i vetri, a staccare i letti a raggiungere il muro e 8 sono riusciti a saltare oltre il muro. 3 sono stati riportati dentro il centro e picchiati, 5 sono riusciti a scappare, tra di loro alcuni ragazzi molto giovani. Un ragazzo dei 3 che sono stati riportati al CPR è stato portato in ospedale, un altro sta male. Un ragazzo marocchino oggi ha tentato di suicidarsi ed è stato fermato dagli altri.
In questo momento ci sono materassi in fiamme per riscaldarsi e vengono sparati gli estintori dentro le celle.
Che tutti i muri dei CPR cadano ! Tutti liberi e tutte libere!  

ULTIME DAL LAGER DI GRADISCA

https://viedifuga.noblogs.org/post/2020/01/14/ultime-dal-lager-di-gradisca-2/

In seguito agli episodi di autolesionismo, le 3 fughe (di cui purtroppo una terminata a Verona) e un tentativo di suicidio di un ragazzo tunisino ad inizio anno, nella notte di sabato 11 i militari sono entrati nelle celle del CPR di Gradisca, hanno picchiato ed hanno preso le sim card di alcune delle persone con cui si era riusciti a parlare durante il presidio del pomeriggio.
Domenica 12 gennaio dalle 14:00 alle 16 ci sono state rivolte all’interno, nell’ala più vicina alla strada dove ci sono 5 celle da 6 persone ciascuna. Le persone recluse sono riuscite a rompere i vetri, a staccare i letti a raggiungere il muro e 8 sono riusciti a saltare oltre il muro. 3 sono stati riportati dentro il centro e picchiati, 5 sono riusciti a scappare, tra di loro alcuni ragazzi molto giovani. Un ragazzo dei 3 che sono stati riportati al CPR è stato portato in ospedale, un altro sta male. Un ragazzo marocchino oggi ha tentato di suicidarsi ed è stato fermato dagli altri.
Nella notte tra ieri e oggi ci sono stati materassi in fiamme per riscaldarsi e vengono sparati gli estintori dentro le celle.

Nel mentre, l’infame prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello insieme all’attento servo giornalista del Piccolo Luigi Murciano hanno il coraggio di parlare di episodi di allontanamento volontario dalla struttura, trattandosi solamente di una “detenzione amministrativa”. Ragione per cui all’interno delle medesime strutture non sono presenti operatori di polizia penitenziaria, ma
solo operatori delle cooperative sociali (nel caso di Gradisca d’Isonzo,
l’impresa padovana Edeco). 
Secondo questa gente infatti i prigionieri ingoiano lamette e tentano di uccidersi quando invece potrebbero tranquillamente lasciare un campo di concentramento circondato da mura, grate, telecamere e filo spinato e dove i militari utilizzano idranti, estintori e pestaggi sistematici su richiesta dei secondini della cooperativa EDECO.

Pagherete caro e pagherete tutto

Fuoco a tutti i CPR e a tutte le galere

Finchè tutte e tutti saranno liberi/e

Pubblicato in Cie/CPR | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Ultime dal lager di Gradisca

Oltre lo sguardo/Riflessioni sulla latitanza

Riflessioni sulla latitanza

<La latitanza è stata ed è tutt’ora una scelta necessaria a molt* compagn* per poter strappare spazi di libertà, per rimanere al di fuori degli orizzonti ristretti entro i quali sbirri e giudici vorrebbero isolarci.>

https://www.autistici.org/macerie/

Pubblicato in Autorganizzazione, Repressione | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Oltre lo sguardo/Riflessioni sulla latitanza

Gilets Jaunes/11 gennaio 2020!

Pubblicato in Autorganizzazione, Internazionalismo | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Gilets Jaunes/11 gennaio 2020!

A FORA SAS GHERRAS IMPERIALISTAS

LA NOSTRA TERRA NON SARÀ BASE DELLA VOSTRA GUERRA!

https://aforas.noblogs.org/post/2020/01/08/

LA NOSTRA TERRA NON SARÀ BASE DELLA VOSTRA GUERRA!

I venti di guerra soffiano più forti che mai in Medio-Oriente, toccano le coste meridionali del Mediterraneo e arrivano prepotenti fino alla nostra Isola, dove gli aerei militari scaldano i motori pronti a scatenare l’ennesima guerra di aggressione.

Continua a leggere

Pubblicato in Antimperialismo, Internazionalismo | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su A FORA SAS GHERRAS IMPERIALISTAS

Presidio contro la guerra!

PRESIDIO CONTRO LA GUERRA!

DOMENICA 12 GENNAIO DALLE ORE 10 e 30 alle 13 e 30

Largo Berlinguer, Metro Toledo, Napoli

https://www.facebook.com/events/672143663316685/

Pubblicato in Antimperialismo, Internazionalismo | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Presidio contro la guerra!

Via le truppe dal Medioriente!

Riceviamo da una compagna della Rete contro la guerra e il militarismo-Napoli- e volentieri pubblichiamo.

CONTRO L’AGGRESSIONE ALL’IRAN

VIA LE TRUPPE DAL MEDIORIENTE

L’attacco terroristico statunitense in cui è stato ucciso il comandante delle forze speciali iraniane (Irgc), il  generale Qassem Soleimani, ed il numero due delle milizie irachene filo-iraniane Abu Mahdi al Muhandis, è senza alcun dubbio un atto di guerra. Come scrivevamo qualche mese fa, il mancato attacco degli USA a Teheran durante la crisi delle petroliere dello scorso luglio non significava la chiusura della partita né la rinuncia degli Usa a mettere in riga un Paese che continua a resistere ai diktat del “grande Satana” e dei suoi alleati.

E’ dal 1979 che all’Iran si vuole far pagare il peccato di essersi sottratto alla dominazione dell’imperialismo occidentale. Dopo il fallito tentativo di schiacciare sul nascere la Repubblica komeinista con ben 8 anni di conflitto condotto da Saddam Hussein in nome e per conto dell’Occidente, (e per il quale l’Iraq è stato ripagato con ben tre aggressioni, 10 anni di embargo ed un’occupazione che dura tuttora), la pressione e il ricatto non si sono mai allentati negli ultimi decenni. Ma, in maniera inaspettata per i potenti del mondo, l’Iran non solo ha resistito, pur pagando il popolo iraniano prezzi altissimi, alle sanzioni ed allo strangolamento economico, ma è riuscito a tessere rapporti e a costruire una non indifferente influenza sui destini dell’area. Il supporto dato ad Assad contro l’obiettivo dell’imperialismo di spartirsi la Siria, l’appoggio agli houthi in Yemen che ha contribuito all’impasse della Coalizione a guida Saudita, il sostegno agli hezbollah libanesi e alla resistenza palestinese, la lotta contro l’Isis in Siria come in Iraq, hanno senza dubbio accresciuto il peso iraniano nel Medio-Oriente.

Ciò spiega la serie di provocazioni da parte di USA, Gran Bretagna e Israele, che hanno costellato il 2019 e che ha portato agli ultimi tragici avvenimenti e alla scelta di colpire l’uomo forte della politica estera e militare dell’Iran. Continua a leggere

Pubblicato in Antimperialismo, Internazionalismo | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Via le truppe dal Medioriente!