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Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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7 e 8 aprile 2018/ Quarto appuntamento!!!!
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Venerdì di sangue in Palestina
Venerdì di sangue in Palestina
di Giuditta Brattini https://www.carmillaonline.com/
[Venerdì 30 marzo sotto gli occhi del mondo intero e nell’imbarazzo delle Nazioni Unite, sempre pronte a recepire le direttive americane per le operazioni di polizia internazionale ma incapaci di porre freno alle violenze di Israele, si è consumata una delle stragi più feroci e premeditate della storia di una terra che da settant’anni è stata usurpata e strappata ai suoi legittimi abitanti. Il fascismo israeliano, già denunciato da numerosi intellettuali di origine ebraica come Hannah Arendt e Albert Einstein fin da una lettera inviata al New York Times il 4 dicembre 1948*, ha mostrato ancora una volta il suo ghigno perverso. Per questo motivo riceviamo e volentieri pubblichiamo un resoconto scritto a caldo sui fatti di Gaza. S.M.]
30 Marzo: Giornata della Terra e dell’inscindibile Diritto al Ritorno.
E’ finita in un bagno di sangue la manifestazione pacifica della Giornata della Terra, per ricordare i sei palestinesi uccisi il 30 marzo 1976 da militari israeliani durante una manifestazione in Galilea che si opponeva al furto di altra terra da destinare alla comunità ebraica. L’ iniziativa di ieri e’ una delle azioni promosse dal Comitato della Grande Marcia del Ritorno a cui aderiscono tutti i partiti palestinesi, Hamas, Almubadara, Fatah, Fronte di Liberazione della Palestina, sostenitori di Dahlan e gruppi di giovani Palestinesi. Quella di ieri e’ stata una manifestazione partecipata, circa 30.000 persone, che ha visto famiglie raggiungere con ogni mezzo, bus, carretti, motorette, auto private le cinque diverse località di concentramento nella Striscia di Gaza: Abu Safia, Malka nord, Al Burei centro, Khoza’a e Al Shoka sud.
In ogni punto di ritrovo, a 300 metri dalla “buffer zone”, sono state organizzate tendopoli. Israele, per voce del ministro della difesa Avigdor Lieberman aveva preannunciato il pugno duro contro l’iniziativa, descrivendola come un piano del movimento islamico Hamas per invadere ed occupare le comunità ebraiche a ridosso della Striscia di Gaza. In realtà tutte le formazioni politiche palestinesi, laiche, di sinistra, e religiose, hanno aderito all’iniziativa. A fronte del “pericolo proclamato”, Lieberman aveva promesso cecchini e gas lacrimogeni per fermare i manifestanti che si fossero spinti sotto i reticolati o vicino alle torrette militari.
Dopo le ore 18 di ieri la liberta’ di uccidere israeliana e’ andata oltre, dal Ministero della Salute di Gaza riferiscono che nell’area a nord della Striscia, le forze armate israeliane hanno aperto il fuoco con artiglieria pesante causando la morte di 2 persone e diversi feriti. Abbiamo visto ragazzi, famiglie disarmate che con coraggio sfidavano l’occupante israeliano, quattordicesima forza armata mondiale. A fine giornata i dati ufficiale dal Ministero della Salute di Gaza riportano: 16 martiri, 1.415 feriti, alcuni di questi versano in gravi condizioni. Di questi 1.010 sono stati ricoverati negli ospedali pubblici della striscia di Gaza: 831 sono adulti e 179 bambini; 973 maschi e 37 femmine. Gli altri 405 feriti hanno ricevuto cure presso Centri di assistenza sanitaria. I feriti ricoverati hanno riportato per la maggior parte ferite da arma da fuoco alla testa, al viso, ai genitali e alle gambe. Una volontà chiara, gia’ denunciata in passato, quella di uccidere o di rendere disabili bambini, uomini e donne. Da parte israeliana nessun ferito. Continua a leggere
Acidità di Stomaco N°20

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…
Parole soltanto parole
Fatemi capì, voi siete tutti attivisti e il papa è rivoluzionario? sarò io che sarò conservatrice!
Social
Perchè cadete dal pero se vi controllano? Non usate tutti dispositivi controllabili e siete sempre connessi ai social? Non fate prima a non tenere segreti sui social? Meglio le vecchie maniere. MUTA SONO!
Clausura mentale
Davvero un reportage su un convento di clausura!? Ma allora veramente siete braccia rubate all’agricoltura.
Scuola
Al Vittorio Emanuele, la FAI chiede alla preside il 7 in condotta per il comportamento dei ragazzi durante il loro turno in alternanza scuola lavoro. La preside esegue gli ordini. Voi ragazzi dovreste fare fuoco e fiamme. Altra città altro preside che multa a 2 euro i ritardi a scuola. Così imparano! E voi che commentate tanto quanto sia giusto e formativo lavorare gratis e smetterla di essere spensierati. Beh voi dovreste pedalare per dare a tutti noi l’energia elettrica mentre noi sorseggiamo aperitivi.
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Nella “Giornata del Ritorno” i palestinesi massacrati dagli Israeliani.
Striscia di Gaza: l’esercito israeliano ha aperto il fuoco sui palestinesi in marcia per la commemorazione della Giornata della Terra.
PALESTINA LIBERA! PALESTINA ROSSA!
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Podcast dell’iniziativa “Le radici della Rabbia” 23/03/2018
Ciclo “Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza”
Sezione Egemonia culturale/Indifferenza, indignazione, rabbia
Il neoliberismo ha costruito un comune sentire che attraversa il cittadino/a medio/a basato su alcune categorie fondanti
sicurezza/legalità/meritocrazia/darwinismo sociale/delazione
che si traducono in un pensiero fascistoide, reazionario e razzista che attraversa tutte le società occidentali a capitalismo avanzato e che si manifesta in un disinteresse per qualsiasi forma di solidarietà e comunanza perchè si è perso ogni riferimento politico rispetto a come è configurata questa società, la sua divisione in classi e la sua composizione sociale. L’indifferenza caratterizza la morte civile di una società.
La rabbia è uno dei sentimenti istintivi di ribellione, di non sopportazione, di indignazione che va assolutamente coltivato, riconosciuto e trasformato in fare politico. C’è una bella frase femminista che dice “Trasformiamo la nostra rabbia in forza e la nostra forza in lotta” e che sintetizza il portato politico della rabbia.
Ma necessaria per la trasformazione della rabbia in forza è la comprensione di come viene costruita dal potere l’egemonia culturale e il così detto “senso comune” e di come vengono così demonizzate le pratiche antagoniste, di opposizione e di alterità al sistema dominante e di come vengono isolati e perseguiti certi ambiti di opposizione a questa società e usati come terreno di sperimentazione della repressione sociale.
Fondamentale, quindi, è l’individuazione del nemico. E’ per questo che abbiamo voluto indagare con Federica Paradiso, una compagna che appartiene ad un ambito che è paradossalmente molto lontano dal femminismo e spesso e volentieri in contrasto, come si può trasformare la rabbia in forza, individuare il nemico comune e tessere fili per scardinare le contraddizioni interne e sottrarle alla strumentalizzazione del dominio.
Questa la registrazione dell’iniziativa del 23/03/2018
“Le radici della rabbia” con Federica Paradiso
clicca qui
Tutte le sfumature di rabbia
Rafeef Ziadah
Permettimi di parlare in arabo, la mia lingua, prima che occupino anche quella
Permettimi di parlare la mia lingua madre prima che colonizzino anche la sua memoria
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Tutto ciò che mio nonno ha mai desiderato fare era alzarsi all’alba
e guardare mia nonna inginocchiarsi
e pregare in un villaggio nascosto tra Yaffah e Haiffa.
Mia madre è nata sotto un albero di olivo
in una terra che dicono non è più mia.
Ma io attraverserò le loro barriere,
i loro checkpoints, il loro dannato muro di apartheid
e ritornerò alla mia terra d’origine.
E hai sentito mia sorella urlare ieri,
mentre partoriva ad un checkpoint
con i soldati israeliani che le guardavano tra le gambe
la loro prossima minaccia demografica? Ha chiamato la sua bambina Janeen.
E hai sentito Amna Muna che urlava dietro le sbarre della sua prigione
mentre riempivano di gas la sua cella?
Stiamo tornando a Falasteen
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Ma tu mi dici che il mio utero ti porterà solo il prossimo terrorista.
Che si fa crescere la barba, armato di pistola, con un copricapo, negro di sabbia.
Tu mi dici che mando i miei figli a morire
Ma quelli sono i tuoi ???
i tuoi F16 nel nostro cielo
E parliamo del business del terrorismo, per un secondo
Non è la Cia ad uccidere
E che ha portato Osama al potere?
I miei nonni non sono andati in giro come pagliacci
Con cappe bianche e cappucci bianchi
A linciare gente di colore.
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Così, chi è quella donna nera che urla durante una manifestazione?
Scusate. Non dovrei urlare?
Ho dimenticato di essere il tuo sogno orientale,
il genio nella bottiglia, la danzatrice del ventre, la ragazza dell’harem, la donna araba che parla a bassa voce.
– “Si signore. No signore. Grazie per i panini al burro d’arachidi che ci piovono addosso dagli F16 del padrone”
Sì, i miei liberatori stanno uccidendo i miei figli e li chiamano danni collaterali.
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Allora lascia solo che ti dica, questo mio utero
ti porterà soltanto il prossimo ribelle
con una pietra in una mano
e una bandiera palestinese nell’altra.
Sono una donna araba di colore
State attenti, state attenti alla mia rabbia
Gli usi della rabbia:la risposta delle donne al razzismo
di Audre Lorde
[…] La mia risposta al razzismo è la rabbia. Ho vissuto con quella rabbia, l’ho ignorata, mi sono nutrita di essa, ho imparato ad usarla prima che consumasse le mie visioni, per la maggior parte della mia vita. Una volta lo facevo in silenzio, intimorita dal suo peso. La mia paura della rabbia non mi ha insegnato nulla. La tua paura di quella rabbia non ti insegnerà nulla allo stesso modo.
La risposta delle donne al razzismo è la risposta delle donne alla rabbia; la rabbia dell’esclusione, del privilegio mai interrogato, delle bugie sulla razza del silenzio, del maltrattamento, dello stereotipo, del mettersi sulla difensiva, delle definizioni errate, del tradimento, dell’assimilazione.[…] Ogni donna ha un arsenale ben fornito di rabbia potenzialmente utile contro quelle oppressioni, personali e istituzionali, che portano quella rabbia alla luce. Se indirizzata con precisione può diventare una potente fonte di energia al servizio del progresso e del cambiamento. E quando parlo di cambiamento non intendo un semplice scambio di posizioni o un temporaneo placarsi delle tensioni, e nemmeno la capacità di sorridere e di sentirsi bene. Sto parlando di un cambiamento di base e radicale in quei presupposti che sono alla base delle nostre vite.[…] la rabbia espressa e tradotta in azione al servizio delle nostre idee e del nostro futuro è un atto liberatorio e rafforzante di chiarezza perché è nel doloroso processo di questa traduzione che identifichiamo chi sono i nostri alleati con cui abbiamo serie differenze e chi sono i nostri nemici.[…]
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Catalunya lliure!!!!
Catalunya lliure!!!!!
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18 marzo-28 maggio 1871/Le donne della Comune di Parigi
Élisabeth Dmitrieff, Noémie Colleville, Aimée e Céline Delvainquier, Sophie Graix, Joséphine Prat, Adélaïde Valentin, Marquant, Aline Jacquier, Aglaé Janny, Blanche Lefebvre, Nathalie Lemel, Marie Leloup, Louise Michel…
Le donne della Comune non consultarono nessuno, presero iniziative autonome. Già durante l’assedio di Parigi, l’anno precedente, i giornali avevano parlato delle “Amazzoni della Senna”, ma è durante la Comune che fiorirono innumerevoli comitati, club, società di donne che sostenevano la causa della rivoluzione.
La più importante fu probabilmente l’Union des femmes pour la défence de Paris et les soins aux blessés, costituitasi l’11 aprile 1871, con ramificazioni in ogni quartiere e con innumerevoli campi d’azione (organizzazione del lavoro femminile, costituzione di associazioni operaie dipendenti dai Comitati di arrondissement, insegnamento, soccorso dei feriti, protezione civile). Altre esperienze furono il Comité des femmes della rue d’Arras, che fondò a Parigi numerosi comitati di quartiere occupandosi degli ateliers cooperativi “per insegnare alle donne a organizzare da sé il proprio lavoro”, e il Comité de vigilance di Montmartre che avrebbero combattuto anche sulle barricate.
Operaie, maestre, casalinghe, prostitute… si scoprirono soggetti attivi della loro liberazione.
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Acidità di Stomaco N°19

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica! L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…
Lacrime di coccodrillo
Ora finalmente lo vedete tutti con i vostri occhi. L’esercito libero siriano è il nemico! Dovrebbero volare le pizze a chi li ha portati come vessillo contro Assad. Ma tanto già leggo che è colpa della Russia che non ha cuore. La Russia non si mette contro la Nato perché conoscete chi lo fa e non è bombardato? Chiedetelo alla Nato che ha foraggiato l’Isis, perché non salva i curdi. Vi lamentate che nessuno ne parla ora, ma siete voi gli ipocriti. Pensate di essere diversi dai borghesi? Non avete deciso che il nemico fossero Assad e Putin per onore del ribellismo, invece di vedere che la colpa è sempre dell’imperialismo? Piangete i corpi, guardando tre stelle, oramai è tardi.
Giorni di attese
La Cgil si è accorta che per una qualsiasi visita medica l’attesa negli ultimi anni è aumentata e che, udite udite, il privato fa la sua offerta in base alle pecche del pubblico!!! Aspettiamo trepidanti che si accorgano che come sindacato fanno il gioco dei padroni, ci vorranno secoli!!
dalla parte dei ladri
Purtroppo alla fine lo prendono, ma negli Stati Uniti una macchina viene fermata e il guidatore nonostante sia placcato dalla guardia, riesce a sfuggirgli e rimettersi in macchina. Sembra una gag, peccato per la fine ma che volete farci ci controllano pure i peli sul culo, ci ritrovano subito. Continua a leggere
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23 marzo 2018/Terzo appuntamento!!!!
23 marzo 2018/Terzo appuntamento del ciclo “Femminismo: paradigma della Violenza/Non-Violenza”
SEZIONE EGEMONIA CULTURALE:Indifferenza,indignazione, rabbia.
Il neoliberismo fagocita nell’universo mercantile il lavoro, la natura, la sostanza vivente e pertanto, anche l’immaginario e la mente. La donna merce è donna incarcerata tra sbarre di segni ideologici e culturali della società patriarcale e borghese, è donna che inizia a essere programmata fin dalla nascita, facendosi riproduttrice di merce e, quindi anche di se stessa come merce…Ogni donna realizza, inconsapevolmente, un programma che in lei è stato introdotto. La sua “normalità” è così il dramma sociale dell’esecuzione automatica, inconscia, della propria programmazione fabbricata per lei dal capitale, espressione attuale del patriarcato. La donna merce è senza “coscienza per sé”, è coscienza del capitale che opera per il suo tramite. Dominio reale del capitale significa assoggettamento della coscienza individuale delle donne ai programmi di comportamento patriarcali; è il trionfo della “coscienza illusoria di sé”, una catena che va spezzata e si può spezzare solo ponendo le proprie pratiche sociali in rapporto antagonistico con l’intera società borghese patriarcale.
Ne parliamo con Federica Paradiso ed il suo libro:
“LE RADICI DELLA RABBIA”
” […]Il senso comune è perciò la concezione del mondo di uno strato sociale, caratterizzato dall’essere momento di ricezione soprattutto passiva rispetto a un’elaborazione attiva, condotta dall’establishement di un gruppo sociale.
Generalmente il senso comune sottende i meccanismi di un discorso egemonico, che non lascia spazio ad una coscienza critica e consapevole.[…]Il senso comune,vissuto in forma passiva e carico di elementi pregiudiziali e stereotipati, permea le masse, che ne percepiscono l’effetto normalizzante, arrivando a banalizzare tutto ciò che contrasta il libero svolgimento della vita collettiva da un punto di vista figurativo e linguistico. Non a caso la massa è permeata di quella filosofia spontanea[…] alimentata da valori, stereotipi, segni e significazioni che possono arrecare una sorta di adesione alla condotta di chi detiene il potere[…]” da “Le radici della rabbia” Federica Paradiso, REDSTARPRESS 2014
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Acidità di Stomaco N°18

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica! L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…
Il dumping etico
Il dumping sociale fa paura, scrivono. Quindi cosa si fa? Aprono una nuova commissione europea che faciliti la mobilità e controlli che si rispettino le regole. Certo perché il problema sono le regole con le quali possono delocalizzare o pagare meno il lavoro, però tranquille sono regole etiche, i valori prima di tutto.
La faccia pulita
Ebbene sì, il caro Trump ha la faccia pulita, infatti lui come diplomatico piazza il direttore della CIA mica cavoli! E siate contente voi del movimento fucsia perché così la direzione della CIA passa in mano ad una donna che si fregia di una splendida scalata di carriera e ed è famosa per la tortura. Dovrebbe stare nel terzo sequel di Storie della buonanotte per ragazzine ribelli. Continua a leggere
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Assassinata Marielle Franco
Indignate, addolorate ma non meravigliate
Assassinata a Rio De Janeiro in un vero e proprio agguato, Marielle Franco, del partito Socialismo e Libertà. Si stava occupando della violenza della polizia nelle favelas, polizia ed esercito mandati dal presidente per ristabilire il così detto “ordine”. A questo proposito Marielle aveva scritto sul suo profilo Twitter riferendosi al recente omicidio di Matheus Melo: “Ancora un omicidio che potrebbe entrare nel conto di quelli compiuti dalla polizia militare. Matheus Melo stava uscendo dalla chiesa. Quanti altri devono morire prima che finisca questa guerra?”.
Siamo addolorate, indignate ma non meravigliate. Non ci dobbiamo mai dimenticare quello che è successo e sta succedendo in America Latina in questi anni, la guerra che è stata portata e che viene portata ancora a tutti i tentativi di percorrere vie diverse dalla sudditanza al dominio incontrastato degli Stati Uniti e delle loro multinazionali. Questi tentativi sono stati demonizzati anche da settori che si autodefiniscono sinistra di classe. Ieri Dilma Russef , oggi Nicolàs Maduro.
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7 e 8 aprile 2018/Due giorni contro la RWM
7 e 8 aprile 2018 a Cagliari/Due giorni contro la RWM!!!!
https://nobordersard.wordpress.com/
CONTRIBUTO IN VISTA DI DUE GIORNI DI DISCUSSIONI CONTRO LA RWM
Cagliari, 7 e 8 aprile 2018
Dell’attuale occupazione militare della Sardegna, che forse sarebbe più corretto definire comparto militare, la RWM è sicuramente la componente più attiva e dinamica.
Questo dinamismo si può riscontrare su quasi tutti i fronti: aumento dei profitti, ingrandimento dell’azienda, potenziamento e allargamento della produzione, interessamento istituzionale alle vicende, prese di posizione dei lavoratori e della popolazione. Purtroppo a questo elenco non si può aggiungere la dinamicità da parte di
chi sogna di vedere chiusa e distrutta la RWM.
Se anche altre aziende private come la Vitrociset investono nuovi capitali (ma promettono tagli da qui al 2020), enti pubblico/privati come il DASS fanno grandi progetti e i sempre presenti militari continuano a esercitarsi ogni giorno, in questo momento la RWM detiene saldamente lo scettro dell’efficienza produttiva
all’interno del comparto bellico sardo.
Gli aspetti che creano e rafforzano questo primato sono vari. Continua a leggere
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Identificazioni di massa? Osteggiamole
Identificazioni di massa? Osteggiamole
https://www.inventati.org/rete_evasioni/
A poche settimane dalla piazza romana contro Erdogan del 5 febbraio, e a seguito di tante altre occasioni in cui il controllo delle forze dell’ordine ha attuato le stesse dinamiche specialmente in questa città, ci prendiamo il tempo per qualche considerazione, sperando che le riflessioni qui poste possano tradursi in stimoli per il nostro agire.
Queste righe, infatti, non vogliono prendere in esame le ragioni che spingono la controparte a disporre o meno dei dispositivi repressivi di cui parleremo né, tanto meno, entrare nel merito della valutazione di presunta “pericolosità” che lo Stato e i media fanno nei confronti di chi lotta. A nostro avviso, quanto scelgono di mettere in campo non è sempre direttamente proporzionale al potenziale livello di conflittualità.
Premettiamo che siamo nell’Europa del “sistema hotspot” e, più precisamente, nel Paese che ha più volte ricevuto elogi per il sistema di identificazione forzata a cui sottopone le persone immigrate che vi fanno ingresso. Solo tre settimane fa è stato addirittura presentato un progetto per l’identificazione “hi-tech”, che verrà applicato in via sperimentale nel porto di Catania. Si tratta di un tunnel modulare, dotato di sensori e facilmente ricollocabile, che consentirà di velocizzare ed ottimizzare le procedure di identificazione dei migranti che approdano nei porti siciliani, attraverso la raccolta di specifici parametri biometrici, e anche di effettuare in pochi minuti un primo screening sanitario. Questo “tunnel” verrà spostato secondo le esigenze e di fatto renderà l’identificazione forzata un passaggio “naturale”.
Sono proprio le resistenze collettive e individuali a raccontarci le pratiche e gli scopi di questo sistema che, oltre a classificare e deportare persone il più velocemente possibile, punta a costruire un’immensa banca dati, condivisa fra più Stati.
Qui la categoria della “pericolosità sociale” o quella della “vittima da salvare” viene, di volta in volta, attribuita in base al paese di provenienza. Dunque per “chi si è” e non per “ciò che si è commesso”.
Nel nostro piccolo…
Pubblicato in Autorganizzazione, Repressione
Contrassegnato autorganizzazione, repressione
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23 marzo 2018/LE RADICI DELLA RABBIA
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12 marzo 1977/Il femminismo che c’era
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