Aprile Antifascista

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Milano 5 maggio/Spezzone femminista/Donne che non danno pace e Compagne per l’autodifesa femminista!

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Sabato 5 maggio a Milano/Attacchiamo i padroni (prima gli italiani)!

Sabato 5 maggio corteo a Milano

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Assemblea pubblica/ Sabato 21 aprile a Milano

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Acidità di Stomaco N°22

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi  aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

Shock

Repubblica si shocka perché un soldato esulta sparando ad un palestinese, o anche perché gli israeliani vanno a vedere come si uccidono i palestinesi. Mi sarei shockata di più se i soldati si fossero ribellati contro il sionismo.

Simpsons

In America sono molto criticati perché politicamente scorretti con il personaggio indiano Apu. Vengono accusati di dare un esempio non progressista ai ragazzi, nonostante la figura moraleggiante di Lisa. Oramai il politicamente scorretto lo vedete ovunque dovrebbe diventare una patologia!

Workfare mascherato da welfare

Il welfare aziendale raddoppia la produttività. Però, nonostante ci freghino, ci rubino il tempo e ci controllino tutto, noi acconsentiamo per due spicci, anzi peggio, accettiamo un buon pasto al posto della libertà, perché quello che offrono è un pasto decente in prigione. Ma cosa può fare una semplice donna di fronte al fatto che alcune aziende si occupano di ricongiungimento familiare dei dipendenti stranieri? Domandarsi perché esiste questa pratica burocratica sarebbe troppo. Più contentini per tutte. Continua a leggere

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Delirio di onnipotenza!

Quelli che hanno la pretesa di essere i padroni del mondo, USA, Inghilterra, Francia spingono l’umanità verso il baratro. In un delirio di onnipotenza, senza scrupolo alcuno commettono ogni sorta di crimine ricorrendo a colpi di Stato, guerre interetniche e religiose, aggressioni militari contro tutti quelli che sono asimmetrici ai loro interessi. Vogliono trasformare il mondo in una loro colonia.   

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Storia e memoria

 Storia e Memoria

“Vorremmo che questo incontro potesse costituire un momento prezioso di condivisione,
di consapevolezza e analisi, che arricchisse i singoli percorsi di nuove idee
e pratiche, e che potesse anche significare la riappropriazione di una cultura conflittuale,
di cui sono portatori i movimenti femministi e antagonisti in genere, che viene sempre più marginalizzata e criminalizzata. Riappropriazione che passa per la lotta contro i deliri securitari e il controllo sociale, contro la devastazione dei territori, la medicalizzazione, la gerarchia, l’espropriazione costante di tempi e modi di vita, contro lo sfruttamento e, in generale, contro l’oppressione e la violenza di razza, genere e classe; riappropriazione che deve anche confrontarsi con l’enorme patrimonio che abbiamo ricevuto in eredità dal pensiero e dall’azione femminista. Continua a leggere

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14 aprile 2018 /Sezione Storia e Memoria/ ROTE ZORA

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Podcast dell’iniziativa “Laboratori di autodifesa”

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Ciclo “Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza”

Sezione Autorganizzazione: autonomia femminista,autodifesa,separatismo,rifiuto della delega, militanza.

AUTONOMIA FEMMINISTA E AUTORGANIZZAZIONE

“L’autonomia è un modo di lettura della società capitalista/patriarcale, dei suoi protagonisti, del modo di distribuzione dei suoi poteri, della dinamica del suo sviluppo, che prevede la presa in carico direttamente da parte nostra dei nostri desideri e la consapevolezza della possibilità di realizzarli. Pertanto, è una teoria di liberazione. E’, quindi, il rifiuto della delega, non solo perché la delega dà ad altri soggetti, al di fuori di noi, l’autorizzazione a lottare, chiedere, decidere al nostro posto, ma, soprattutto, perchè questi soggetti, non essendo noi, portano avanti, per noi, esigenze che, nella migliore delle ipotesi, credono nostre, nella peggiore e più comune, sono invece loro. La capacità di produrre autonomia, per esempio, la classe operaia l’ha espressa compiutamente negli anni ’70, quando, in contrasto con le lotte sindacali che contrattavano più o meno orario, più o meno salario, più o meno lavoro, gli operai hanno preso in carico, appunto in autonomia, quello che era il sentire loro proprio e cioè lo sganciamento del lavoro dal rendimento e “il rifiuto del lavoro salariato”. Non è possibile dunque delegare alle organizzazioni sindacali, ai partiti, a soggetti esterni la nostra liberazione, dato che solamente chi vive concretamente lo sfruttamento può incidere profondamente nelle lotte, e la collaborazione con le Istituzioni e le loro protesi compresi i partiti e i sindacati è controproducente e dannosa poichè così non si fa che riprodurre un modello sociale in cui c’è chi è predisposto a decidere e chi a subirne le conseguenze (con relativa definizione delle competenze e dei ruoli). Per questo solamente la realizzazione di un’organizzazione autonoma dei soggetti sociali sfruttati può modificare il senso stesso delle relazioni umane e far si che non si riproducano forme di gerarchia e dominio. Questa prospettiva di liberazione ci lega inevitabilmente a tutti e tutte coloro che lottano contro la società capitalistica poiché una reale liberazione non può esistere in una società che si fonda sullo sfruttamento di una classe sull’altra. La nostra lotta deve necessariamente essere sottrazione al comando sul lavoro, nell’oppressione di genere, nelle gerarchie sociali, in un rifiuto netto del principio gerarchico in cui è incardinata questa società. L’autonomia è un tessuto di comunicazioni e organizzazioni, ricco di lotte, informazioni, conoscenze e saperi che si oppone alla società capitalista e patriarcale e della quale è alternativa. L’autonomia, permette la nostra crescita e il nostro arricchimento affrancate dal dominio del plusvalore, è sintesi sociale diversa e contrapposta a quella della società neoliberista patriarcale, alla società seriale che si realizza nell’universo dei ruoli. E’ affermazione di una diversità irriducibile. E’ capacità di esprimere rottura e identità politica, di scardinare il controllo sociale che si manifesta nel dominio culturale e sociale prima ancora che in quello militare e repressivo. E’ la riappropriazione di un tempo liberato dal lavoro salariato, dal lavoro di cura, dai ruoli, ed è coscienza e tessuto di comunicazione e organizzazione sociale. E’ la non partecipazione alle cicliche ristrutturazioni capitalistiche e patriarcali e la capacità di allargare i propri spazi. L’autorganizzazione è la ricerca e la messa in atto, all’interno di un insieme oppresso, di strumenti per poter realizzare i desideri espressi dall’autonomia. Autonomia e autorganizzazione sono due entità che si rapportano dialetticamente, non c’è un prima e un dopo. L’autorganizzazione è quindi il riconoscimento che i settori subordinati in un’organizzazione sociale di oppressione e sfruttamento, sono in grado di produrre al proprio interno gli strumenti necessari per liberarsi. Ci sono degli elementi di base che definiscono l’autorganizzazione in un’ottica femminista, ossia che sono in grado di produrre all’interno dell’insieme di genere, oppresso dalla società patriarcale/capitalista, strumenti necessari al percorso di liberazione: – l’orizzontalità dei processi decisionali che non ha nulla a che fare con la “teoria del consenso”, con le “decisioni a maggioranza” e con la così detta “democrazia dal basso” che fa sempre riferimento, comunque, ad un’autorità superiore, ad esempio lo Stato, a cui rimettere le decisioni prese. – il lavoro politico per la presa di coscienza di genere che è costituito dal rapportarsi con le “donne” che costituiscono l’insieme oppresso e dall’analisi delle contraddizioni e delle oppressioni, in un rapporto dialettico tra teoria e pratica. – la messa in comune delle esperienze e delle sperimentazioni così che la condivisione crei realmente una crescita collettiva facendo fronte alla sproporzione che nella società capitalistica c’è tra chi può accedere ad un’istruzione qualificata e alla cultura e chi non ha le possibilità materiali per sperimentare e conoscere. – l’anti-istituzionalità perché un reale percorso di liberazione è alternativo e incompatibile con le strategie e le finalità che hanno le componenti istituzionali. Queste (partiti, partitini, sindacati, associazioni ecc..) mirano o a incentivare lo sfruttamento o tutto al più a migliorare le sproporzioni esistenti tra le classi, i generi, le etnie mentre il nostro obiettivo è l’eliminazione delle classi, dei generi ecc … E’ evidente quindi che non esistono scorciatoie o compromessi sulle prospettive che dobbiamo darci come femministe e che deve essere sempre chiara la necessità dell’uscita dalla società patriarcale e capitalista quale obiettivo e continuo riferimento delle nostre lotte.”

Questa la registrazione dell’iniziativa del 7/04/2018 

Laboratorio postvittimista “REATTIVE!” con Nicoletta Poidimani

CLICCA QUI

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14 aprile 2018/Quinto appuntamento!

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11 aprile/Si parte e si torna insieme!

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11 aprile:prossima udienza del processo a L’Aquila

Processo a L’Aquila: prossima udienza 11 aprile

https://ciriguardatutte.noblogs.org/

Si è svolta a L’Aquila il 22 gennaio scorso la prima udienza del processo che vede tre donne denunciate dall’avvocato Antonio Valentini per diffamazione.

Tante le compagne, da diverse parti d’Italia, accorse in solidarietà davanti e dentro il Tribunale.

Tanti gli slogan che hanno ribadito che gli avvocati degli stupratori non possono entrare nei posti delle donne e che la denuncia ad una è la denuncia a tutta la rete di solidarietà femminista che ha accompagnato Rosa durante il suo processo per stupro avvenuto nel 2012.

L’udienza è stata rinviata perché il giudice onorario Angelo Caporale ha dichiarato la propria incompatibilità rimandando al Tribunale una nuova nomina.

La nomina è stata fatta, quindi il prossimo appuntamento per tutte è a L’Aquila l’11 aprile alle ore 9.

Per informazioni, prenotazioni e organizzazione ciriguardatutte@inventati.org

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Acidità di Stomaco N° 21

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi  aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

Matrimonio in bianco

Tutti si affannano a studiare le relazioni di coppia e il loro rapporto con il sesso, ci si sconvolge che non si celebrano più matrimoni e che tutto nelle coppie è cambiato. Beh che pensavate che l’amore e la coppia fossero immuni dal neoliberismo? Smettela di controllare pure quante volte abbiamo un orgasmo! Mannaggia a Freud!

Scandolose multinazionali

Oh mio dio una multinazionale sta lucrando sul Congo! Oh non mi dire, è stata l’Eni! Ma chi l’avrebbe mai detto, un’azienda così solida!

Razzismo

Gli Stati Uniti sono un paese razzista e lo siamo pure noi, da bravi ipocriti ora ricordiamo tutti Martin Luther King come se il black power fosse riconducibile solo a lui. I negri da cortile sono sempre più iconici. Continua a leggere

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“Delle prassi infami dell’alternanza scuola lavoro”

Riceviamo da lavoratricilavoratrici e volentieri pubblichiamo

 
 
 All’attenzione di studenti, personale docente, personale non docente, dirigenti scolastici del
Liceo Classico “Vittorio Emanuele II”, Napoli
e dell’ITIS “Leonardo da Vinci”, Carpi
 
Ai volontari, ai lavoratori, ai responsabili a vario titolo del Fondo Ambiente Italiano (FAI)

OGGETTO: CREDERE, OBBEDIRE, LAVORARE E ABBOZZARE sottotitolo “DELLE PRASSI INFAMI DELL’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO”

Siamo il CLU (Coordinamento Lotte Unite), coordinamento di collettivi di attivisti e lavoratori autoconvocati ed autorganizzati di diverse realtà produttive romane.
In quanto lavoratori – della scuola e non – siamo interessati a comprendere il fenomeno della cosiddetta alternanza scuola-lavoro introdotta dal precedente governo. Siamo convinti che questa attività a cui sono sottoposti gli studenti non abbia un valore formativo utile alla crescita umana e civile degli individui e della comunità. Siamo convinti che “l’alternanza” sia un’attività funzionale agli interessi delle imprese, sia per il grande impatto ideologico che essa assume, sia per la ragion pratica del lavoro gratuito.
Unire l’utile – economico – all’indottrinamento ideologico in un colpo solo.
I recenti episodi dei ragazzi del “Vittorio Emanuele II” di Napoli e dell’ITIS “Leonardo da Vinci” di Carpi confermano la sostanza di un’attività che le scuole svolgono a discapito del loro ruolo educativo: formare donne e uomini liberi.
Vogliamo esprimere la nostra più totale solidarietà a chi, sin da giovanissimo, viene obbligato da una legge dello stato, la 107/2015 la c.d. “Buona Scuola”, a lavorare e a farlo gratuitamente.
Siamo solidali con gli studenti di Napoli costretti a lavorare “da volontari” per il FAI “rei” di aver espresso pubblicamente il dissenso al lavoro gratuito durante i turni di lavoro gratis (nuova schiavitù?) delle domenicali “Giornate di primavera”.
I ragazzi hanno segnalato la loro condizione di coercizione e… una responsabile del FAI si è sentita in diritto/dovere di chiedere alla scuola la più tipica delle punizioni agli alunni indisciplinati: un basso voto di condotta.
Zitti e al lavoro. Al lavoro gratis e di domenica. I sogni dei padroni di ogni tempo vengono di nuovo legalizzati e ad ogni minimo cenno di critica si chiedono ritorsioni.

Tali provvedimenti disciplinari non dovrebbero essere neanche presi in considerazione dagli organi collegiali del “Vittorio Emanuele II”, consapevoli del loro ruolo formativo e non certo repressivo.
Siamo altrettanto solidali con lo studente del “Leonardo da Vinci” di Carpi che si è visto attribuire un sei in condotta dal proprio consiglio di classe per aver giustamente affermato su facebook che “l’alternanza è sfruttamento”.
E’ curioso – e contrario a quanto affermato dai rivoluzionari inglesi e francesi qualche secolo fa – che uno studente venga punito per aver espresso un’opinione. E’ evidente che sulla questione “alternanza” il re è nudo e spellato: è funzionale a un nuovo modello di indottrinamento biopolitico ed è parte integrante di una nuova filiera di speculazione e sfruttamento.
Non abbiamo parole per esprimere il nostro disgusto nei confronti di chi – avendo il compito di istruire le generazioni future – invece si prostra ai dictat padronali e punisce con cieca e ottusa obbedienza.
Infine, l’ultima nota riguarda le ricadute che l’alternanza ha sul mondo del lavoro: quanti posti di lavoro scompaiono sotto la schiera della manodopera addomesticata e gratuita degli studenti in alternanza?
Come lavoratori non possiamo che salutare con piacere le numerose esperienze di insubordinazione mosse da studenti di tutta Italia verso questa nuova forma di sfruttamento. Il nostro desiderio è che ricevano sempre il sostegno di genitori e docenti. A questi ultimi il compito di ribadire coi fatti che il loro lavoro non è burocratico ma educativo.
Da noi lavoratori, sfruttati a nostra volta sui luoghi di lavoro, il supporto lo avranno sempre.

Coordinamento Lotte Unite

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Migrazione e detenzione delle donne nel CPR di Ponte Galeria

Opuscolo – Migrazione e detenzione delle donne nel CPR di Ponte Galeria

https://hurriya.noblogs.org/

Opuscolo – Migrazione e detenzione delle donne nel CPR di Ponte Galeria – Alcuni spunti di riflessione

[…] Ci teniamo a specificare che quanto diremo è il risultato della nostra esperienza derivante dai contatti avuti con alcune detenute e dal nostro percorso di riflessione, e non è nostro intento assolutizzarla.
Crediamo sia interessante analizzare la specificità di questo luogo perché l’esperienza delle donne migranti (e più in generale di tutte quelle individualità non categorizzabili nell’insieme maschi cis) ha caratteristiche peculiari, riflesso di oppressioni specifiche e multiple, che difficilmente ci capita di discutere in contesti politicizzati. Lo sfruttamento del corpo della donna migrante, considerato merce di scambio in una società patriarcale, inizia già durante il viaggio.

[…] Quanto scritto è frutto di una stesura collettiva, il tentativo di rendere fruibili su carta alcuni dei ragionamenti che hanno costruito il percorso di lotta contro le frontiere e i centri che portiamo avanti in città, e che hanno contribuito a decostruire alcuni dei pregiudizi e costrutti sessisti e suprematisti che ognunx di noi ha dentro. Ci auguriamo che apra a ragionamenti più approfonditi e condivisi sulle oppressioni multiple di genere, razza e classe.

Lungi dal voler essere esaustivo, ci auguriamo che quanto qui riportato possa aver fornito qualche strumento di riflessione in più sui meccanismi che operano all’interno dei centri di detenzione per migranti e sugli svariati dispositivi di controllo che vi ruotano intorno, che gli spunti per la discussione proposti siano una parte di una discussione più ampia che
rifletta sulle molteplici facce di un’oppressione che sistematicamente garantisce e nega privilegi per nascita.
Speriamo con ciò di veder allargarsi le fila di quelle e quei solidali che si ritrovano fuori da un CPR o che lottano contro una frontiera, sia essa fatta di filo spinato o di idee stigmatizzanti.

Nemiche e nemici delle frontiere

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