Uscire dalla Nato!

OPPONIAMOCI ALLE NUOVE AGGRESSIONI E ALLE ESCALATION MILITARI

Nonostante il cosiddetto accordo di Monaco tra le grandi potenze per un cessate il fuoco, in Siria ed in tutta l’area si continua a combattere con migliaia di vittime e di profughi che fuggono dalla guerra. Una guerra che, prima con la scusa della difesa dei ribelli e poi della lotta al terrorismo, Stati Uniti, Europa ed i loro alleati mediorientali hanno attizzato ed alimentato con l’obiettivo di eliminare Assad e spartirsi la Siria. Un piano che oggi, con la scesa in campo della Russia a fianco dell’esercito siriano, si sta trasformando in uno scontro armato tra le grandi potenze. Per il momento combattuto per procura da parte degli occidentali, ma che rischia pericolosamente di trasformarsi in uno scontro diretto aprendo, di fatto, la possibilità di un conflitto ben più ampio.

Già in questi giorni, molti giornali parlano apertamente di un possibile conflitto diretto tra Turchia e Russia.

La Turchia, infatti, insieme all’Arabia Saudita, si dice pronta a guidare un’offensiva militare in Siria che potrebbe coinvolgere truppe di terra. Non a caso proprio a nord dell’Arabia Saudita, vicino ai confini con la Siria, sta prendendo avvio l’esercitazione militare denominata North Thunder (il tuono del nord) della “coalizione contro il terrorismo”. All’esercitazione, che durerà 18 giorni, parteciperanno, secondo alcune fonti, 350 mila soldati, 2.540 aerei da guerra, 20.000 carri armati e 460 elicotteri, provenienti da almeno 21 paesi. Nel frattempo il governo di Erdogan, con il silenzio complice dell’Occidente, continua a massacrare i curdi sia all’interno dei suoi confini che nel territorio siriano.

Come se non bastasse, cresce la tensione anche in Libia, come dimostra il bombardamento statunitense di qualche giorno fa su una presunta base dell’ISIS. Ancora una volta con la scusa della lotta al terrorismo e con la necessità di stabilizzare il paese per fermare le partenze degli immigrati, le potenze occidentali stanno scaldando i motori per un nuovo intervento militare in Libia. Forze speciali sono già sul posto per preparare l’arrivo di un contingente di oltre 6000 militari europei (italiani compresi) e statunitensi. L’Italia, che ha già inviato 4 cacciabombardieri AMX presso la base di Trapani Birgi in Sicilia e che proprio ieri ha concesso agli USA l’uso della base militare di Sigonella per attaccare con i droni la Libia, si candida a guidare questa nuova missione militare. Italiano è, intanto, l’attuale comando della seconda fase (operazione Sophia) di Eunavfor Med, una missione militare europea contro trafficanti e scafisti ideata per consentire l’intervento delle forze militari europee nelle acque e sul suolo libico.

A rafforzare questa e le altre operazioni militari in atto tra l’Egeo e il Canale di Sicilia contro l’esodo dei migranti è scesa in campo anche la NATO che ha schierato 5 navi più aerei Radar Awacs. Come sostenuto dal segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il ruolo delle sue navi e aerei non servirà a salvare i migranti in difficoltà ma a pattugliare una più ampia porzione di mare ed a sorvegliare il confine turco-siriano. Non avevamo alcun dubbio.

Il Mediterraneo, chiuso ai profughi e agli immigrati, è stato ormai trasformato in una area super militarizzata al servizio delle avventure delle potenze imperialiste.

Un allargamento della guerra in Siria ed un nuovo intervento in Libia non porteranno la pace in questi paesi, come sostengono vertici militari e governi: serviranno solo ai fabbricanti e ai commercianti di armi per arricchirsi; serviranno solo a soddisfare le mire espansioniste delle grandi potenze; serviranno solo ad alimentare l’odio dei popoli aggrediti contro tutti noi, esponendoci a inevitabili reazioni e trasformandoci in obiettivi di attentati e atti di ritorsione.

Facciamo sentire la nostra voce contro queste nuove aggressioni e contro un’escalation militare che rischia di portarci alla terza guerra mondiale.

Schieriamoci contro tutti i muri e per l’accoglienza dei profughi e degli immigrati la cui unica colpa è quella di non voler morire di fame o sotto le bombe lanciate dai nostri governi.

Partecipiamo:

Alla Manifestazione contro il razzismo e la guerra che si terrà  a Napoli  Martedì 1 marzo  Concentramento alle ore 10,00 a piazza Mancini

All’Assemblea contro la guerra che si terrà il 4 marzo alle ore 17,00  presso l’ex Asilo Filangieri – vico G. Maffei, 4 – Napoli

 

RETE CONTRO LA GUERRA ED IL MILITARISMO – NAPOLI

23/02/16     x info e contatti assembleanowar.na@gmail.comhttps://www.facebook.com/NO-Trident-128338824182432/?fref=ts

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Palinsesto del 24/2/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 24 febbraio 2016

La Coordinamenta verso l’8 marzopiccolissima Siamo tutte prigioniere politiche!

ore 20.00 Apertura“L’area della comunicazione sociale è l’area della vita sociale.Sul terreno sociale, l’esistenza di un evento è strettamentelegata al suo essere comunicato(…)La produzione di falsificazioni,mentre dissimula eventi sociali reali, ne propone una “rimodellizzazione” falsa.E’ vera e propria controrivoluzione che si svolge e si pratica sul terreno dei linguaggi”Memoria collettiva  Memoria femminista “2012

ore 20,10 PARTE PRIMA “La verità attraverso l’immagine?” <L’immagine-prova e l’immagine di guerra>Incontro con Alessia Lombardini

coscienza


ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta  Barzelletta macabra “

ore 20.35 DESMONAUTICA

 la rubrica di Denys ogni ultimo mercoledì del mese

“La difficoltà di essere in difficoltà”

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org

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20 marzo a Roma/Calibano e la Strega

Il 20 marzo a roma presenteremo CALIBANO E LA STREGA

insieme all’autrice Silvia Federici

streghe

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27 febbraio al CIE di Ponte Galeria!

27 febbraio

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27 febbraio/Decimomannu/Luftwaffe Raus!

Passeggiata intorno all’aeroporto di Decimomannu

locandina ColConsigliamo di portare scarpe comode e acqua.

https://nobasi.noblogs.org/post/2016/02/09/passeggiata-intorno-allaeroporto-di-decimomannu-27-febbraio-h-14-00/#more-542

 Luftwaffe Raus

La Luftwaffe (Aeronautica Militare tedesca) è stufa, vuole lasciare la Sardegna. È da un anno che ormai lo annuncia mettendo in subbuglio il Ministero della difesa italiana, che tanto contava su di loro per il mantenimento e la gestione dell’aeroporto militare di Decimomannu e del poligono di Capo Frasca.

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La legge e la norma

“La legge e la norma”

Spunti di riflessione a partire dalla “gestazione per altri”

di Margherita Croce

Citando da un articolo di Michela Murgia del 2 febbraio:

“Chi si oppone alla gravidanza surrogata chiamandola “maternità” e adducendo come motivazione l’unicità insostituibile del legame che si stabilirebbe tra gestante e feto sta ponendo le condizioni perché gravidanza e maternità tornino a essere inscindibili e quella sovrapposizione torni a essere usata contro le donne SEMPRE, ogni volta che per i motivi più svariati provassero a scegliere di non essere madri”

“Mi pare evidente che il problema etico della remunerazione della gravidanza surrogata sia identico per natura a quello di qualunque prestazione estrema di vita che si fa in cambio di denaro: è un problema di classe, di rapporti di potere economico e sociale, di scambio impari. Può essere evitato? Se sì, il sistema non lo abbiamo ancora trovato. Se ne possono limitare i danni? Certo che sì, ma rifiutare di riconoscere che siamo già tutti e tutte dentro un mercato non è forse il modo più costruttivo per cominciare a farlo.”

“Il problema dell’etica, comunque la si giri, mi pare sempre legato alla disparità economica.”

Da queste condivisibili e ben scritte premesse, Murgia ne trae strane conseguenze…

Quando dice che “ Senza regole vince il mercato”, frase che da sola dice già tutto…oppure continua specificando ad esempio che “Le leggi che consentono sono le sole che possono mettere dei limiti all’azione che stanno legittimando, per il fatto stesso di riconoscerla. L’assenza di leggi permette invece qualunque eccesso, perché nessuno degli abusi perpetrati sulla parte debole è definibile come tale: semplicemente, senza legge, non esiste”…

Mi sembra che prenda proprio un bell’abbaglio…non so se per ingenuità, o altro.

Ha ragione a dire che gli abusi prima della legge non esistono in quanto tali. Infatti neanche la “parte debole” esiste prima della legge. Il punto però è mettersi d’accordo su cosa è la legge o, meglio la norma, e, soprattutto, su cosa le preesiste e su come viene da essa deformata. Prima della legge la “parte debole” è femmina, è lavoratrice, è madre, sorella…ad ognuno di questi aspetti corrisponde un piano di rapporti di produzione/riproduzione che con la legge si può svolgere in modo “ legittimo” o “ abusivo”. Prima della legge, ad ognuno di questi piani può corrispondere una presa di coscienza, un processo di soggettivazione: sono donna, sono sfruttata dal capitale, sono oppressa dalla divisione sessuata dei ruoli… Quando arriva la norma a definirci “parte debole” tutti questi piani vengono assorbiti nel piano fittizio della legalità e del rapporto cittadino-Stato. L’organizzazione statale, più specificamente la democrazia borghese industriale, è il campo delle neutralizzazioni e delle spoliticizzazioni dove, i rapporti suddetti vengono contrattualizzati a partire da una fittizia condizione di parità, identificata nell’uguaglianza formale come soggezione alla norma-legge-volontà del parlamento.

Secondo Schmitt (nello scritto “Nehmen, Teilen, Weiden”), il sostantivo greco nomos, alla base di qualsiasi ordinamento economico sociale, viene da nemein e, in quanto nomina ationis, indica “un fare in quanto processo”. E’ al processo del normare che bisogna porre attenzione, non al prodotto norma. Nemein individua tre processi originari: il prendere/conquistare (appropriazione), il dividere/distribuire (nel senso di giudicare ma anche di partecipare), il pascolare/coltivare/produrre (intendendo tutto il ciclo di produzione ed elaborazione dei beni, compreso il consumo ). Si capisce allora che il contenuto delle norme esprimerà sempre il modo di produzione, che è dato, non solo dal meccanismo di funzionamento interno a questi momenti, ma anche dall’ordine in cui essi si succedono.

Ogni norma oggi esprimerà quindi il modo di produzione capitalistico-patriarcale nella sua fase imperialista…e così è anche se non ci piace. E’ un caso che gli Stati Uniti abbiano legiferato sulla “gestazione per altri” già da 15 anni?

E’ strano, allora, che partendo da premesse così corrette (è un problema di classe, siamo tutti dentro il mercato), pensi che proprio regole servano a fermare il mercato…al contrario, il mercato ha sempre vinto con le regole. Regole fatte dal mercato e per il mercato. Come può pensare, poi, che funzioni diversamente in questa Europa fondata sull’ordoliberalismo, o economia sociale di mercato, in cui il mercato si fa ordinamento??

In parte se ne rende conto anche lei, infatti, quando dice che legalizzare la gestazione per altri significherebbe istituzionalizzare un servizio per ricchi.

Dall’altra parte, però, dice che la legge è l’unico modo per garantire la donna che decide di accollarsi la gravidanza.

Insomma é il solito rompicampo… lo stesso su cui sbattiamo ancora la testa quando pensiamo all’alternativa aborto libero/aborto legale. Il secondo, si dice, è stato necessario per far uscire le donne dalla clandestinità. Però anche l’aborto libero avrebbe avuto questo effetto…perché allora si è optato per quello legale? Perchè i rapporti di forza consentivano solo quello? Si, i rapporti di forza contano sempre….e allora perché puntare a regolamentarli/contrattualizzarli invece che esercitarli? Con il contratto perderemo sempre perché siamo “la parte debole”.

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Podcast della trasmissione del 17/2/2016

” Nomi delle Cose” /Puntata del 17/2/2016

“ Fimmene Fimmene hanno suonato per noi e per voi dal vivo ai microfoni di ROR!

“FIMMENE FIMMENE/alessandra di magno, irene guarrera, silvia pierattini, nicoletta salvi, alessia sibilla  si raccontano e ci raccontano”

fimmene fimmene

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Podcast della Parentesi del 17/2/2016

La parentesi di Elisabetta del 17/2/2016

“Mistificazioni neoliberiste”

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La Parentesi di Elisabetta del 17/2/2016

“Mistificazioni neoliberiste”

Distanze Il 15 gennaio scorso è stato varato dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo sulle depenalizzazioni che prevede che una serie di reati non rientrino più nella casistica penale, ma vengano sanzionati amministrativamente. Nei vari commi di legge per i comportamenti in questione viene sostituito al termine “è punito” il termine “è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria”. Si tratta di illeciti svariati che vanno da reati cosi detti “Contro la fede pubblica” e cioè, per esempio, uso di atto privato falso, falsità in scrittura privata a quelli “Contro la moralità e il buon costume”, da quelli in “Materia di Previdenza” come omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali a quelli in “Materia di circolazione stradale” come la guida senza patente, solo per citarne alcuni e varrebbe la pena che ognuno/a se li andasse a leggere tutti.
In questa casistica estremamente varia è contemplato anche il reato d’aborto, cioè l’aborto fuori dalle regole imposte dalla Legge 194/78. La Legge 194/78 prevede la possibilità di aborto solo se viene seguito un percorso obbligatorio amministrativo e medico e solo nelle strutture pubbliche. Se la donna che vuole abortire non segue questo percorso e se non lo fa nelle strutture pubbliche, fino all’altro giorno, la trasgressione era penale. A seconda della gravità della trasgressione era prevista la multa fino a centomila lire, vale a dire 51 euro, o la reclusione fino a sei mesi. Ora le regole e il percorso sono rimaste le stesse, ma la trasgressione è stata depenalizzata e soggetta a multa da 5 mila a 10 mila euro.
Detta così sembrerebbe una buona cosa. Invece no, perché non intacca assolutamente lo spirito della legge. L’aborto, che dovrebbe essere libero, continua ad essere permesso solo secondo il percorso e i dettami della norma che, per inciso, non funziona affatto perché abortire nelle strutture pubbliche è un terno al lotto visto l’altissimo numero di obiettori di coscienza, nel Lazio l’80%, ma con l’ introduzione di una multa così alta si attua un ulteriore filtro fortemente classista. Tutto quello che passa attraverso il denaro è una discriminante di classe e, quindi, dato che la possibilità di abortire delle donne delle classi subalterne in strutture pubbliche è estremamente limitata, queste non potranno più abortire con il fai da te o, meglio, dato che necessariamente continueranno a farlo ,non andranno neppure in ospedale in caso di complicazioni per non prendersi anche la salatissima multa.
Quindi è evidente la mistificazione portata avanti da questa cosi detta depenalizzazione che si configura in maniera evidente come una forma di controllo poliziesco e di classe estremamente forte.
Ma non è un decreto infelice o mal riuscito, fa parte di una modalità specificatamente neoliberista di affrontare il sociale.
Fa parte di questa tendenza anche la spinta ad una riforma carceraria sempre più tesa a sostituire per molti reati la detenzione in carcere con misure alternative.
I richiami della Corte europea dei diritti dell’uomo all’Italia che focalizzavano l’attenzione sul sovraffollamento, sulle condizioni igieniche precarie, sulla mancanza di aree di socialità o cortili per l’aria, hanno costituito la chiave per un cambio di indirizzo politico che dovrebbe prevedere un maggiore ricorso alle pene alternative e sostitutive della carcerazione che non è solo italiano, è un indirizzo di tendenza nei paesi occidentali.
Anche qui, detta così, sembrerebbe una buona cosa. Invece no. Certo, stare fuori è meglio che stare in carcere, ma questa disponibilità del sistema neoliberista nasconde una strategia di controllo sociale devastante.
Se a un detenuto/a viene concesso di “espiare” la pena a casa, al lavoro, nei servizi sociali o in una qualunque configurazione esterna, la sua vita sarà per legge soggetta a controllo e anche quella dei familiari, dei datori di lavoro, dei colleghi, di tutte e tutti quelli che sono con lui/lei in relazione . In questo modo è possibile mettere in atto un controllo sociale serrato sul territorio e addirittura costringere il territorio ad autoregolarsi. Ognuno/a diventerà controllore di se stesso e degli altri.
Così il cerchio è chiuso, la vita è diventata un carcere e chi si vuole sottrarre è molto più individuabile, circoscrivibile e neutralizzabile.
La partecipazione alle manifestazioni, l’impegno politico, i tentativi di organizzarsi in lotte sociali contro la mancanza di alloggi, il caro scuola, la disoccupazione.. sono sanzionate amministrativamente con multe salate con il chiaro intento di dissuadere da subito chi può avere intenzione di portare avanti una qualsivoglia lotta.
Le persone non solo sono sottoposte ad un forte controllo poliziesco ma dovrebbero imparare ad autocontrollarsi, controllare gli altri/e e piegarsi ad un asservimento volontario.
Possiamo solo autorganizzarci e tagliare i ponti con questa impostazione sociale, rifiutare il coinvolgimento, rifiutare ogni collaborazione, smascherare i veri obiettivi che sono sempre ammantati da nobili motivazioni.
Siamo tutte e tutti detenuti politici.

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Palinsesto del 17/2/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 17 febbraio 2016

La Coordinamenta verso l’8 marzopiccolissima Siamo tutte prigioniere politiche!

ore 20.00 Apertura “Il femminismo non può abbandonare mai la lotta di liberazione che è possibilità di comunicare, di dare voce a tutte le lotte del presente come del passato e alle loro ragioni. E’ portare fuori ogni lotta dall’ambito riduttivamente femminile, è vanificare così tutti i tentativi di ghettizzazione. E’ smascheramento dei codici linguistici del potere che costituiscono la rete essenziale del controllo sociale. E’ la capacità di investire tutti gli aspetti della vita: dal lavoro all’eros, dai sogni ai linguaggi quotidiani, dalla politica all’arte…. E’ rivoluzione totale.”

ATTI/Memoria collettiva Memoria femminista-2012

ore 20,10 con le “FIMMENE FIMMENE” Una trasmissione di musica in diretta

Fimmene Fimmene


ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta ” Mistificazioni neoliberiste “

ore 20.35 alessandra di magno, irene guarrera, silvia pierattini, nicoletta salvi, alessia sibilla  si raccontano e ci raccontano”

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Renzi e Hollande

Venezia 8 marzo 2016 ancora un vertice governativo Italia Francia

8marzo1Apprendiamo dai quotidiani piemontesi che sarebbe in preparazione l’ennesimo vertice Italia Francia con protagonisti Renzi e Hollande su temi vari ed in particolare il progetto tav Torino – Lione. Sono ormai passati 3 anni o poco di più dall’ultimo vertice tra i due paesi, era il dicembre 2012 e in una Lione blindata si siglò l’ennesimo patto speculativo.

Dai commenti dei giornali il problema sembra essere l’iter burocratico parlamentare di approvazione dei progetti e dei finanziamenti. O meglio, ironia amara, dell’aggiustamento della svalutazione del prestito. Tanto i promotori sono certi che prima di partire già litigano per l’aumento dei costi del ritardo. Verrebbe da ridere se il denaro di cui si discute fosse frutto del sudore di Renzi o di Hollande ma non è così. Il denaro per una nuova Torino Lione tav, lo sappiamo bene ce lo metteremo noi, l’Europa, le persone, chi lavora e anche chi non troverà lavoro a causa di investimenti inutili e sbagliati.

I cantieri invece non sembrano essere un problema, dice il cronista, e qui invece ci viene da piangere, la conferma della devastazione e della speculazione. Era il 2011, si apriva il cantiere per il tunnel esplorativo a Chiomonte, una sola galleria, di dimensioni ridotte e messa per traverso al progetto del tunnel vero e proprio che dovrebbe attraversare le Alpi. Il progetto del tunnel di base prevederebbe invece 3 gallerie una a fianco dell’altra lunghe 57 km. Ora sono passati 4 anni e sono stati scavati appena 4 km nella galleria geognostica di Chiomonte sugli 8 previsti. I tempi si sono già raddoppiati, i costi pure e di treni in questa galleria non ne passeranno mai perchè è piccola e utile solo a comprendere la qualità delle rocce. A conti fatti con la logica loro possiamo ammettere che se la velocità è questa, cioè 1 km all’anno, si f potrebbe finire il tutto in 170 anni. Sì quello di Chiomonte per Renzi e i suoi amici è un cantiere perfetto che non è un problema, va piano, non finisce mai, costa molto e soprattutto è inutile.

Detto questo non ci resta che prepararci per dire ancora una volta no a questo progetto. L’8 marzo nella bella Venezia dove Renzi e Hollande, con il loro codazzo di ministri cercheranno una vetrina per esporre al mondo i loro disastri. Una grande opera inutile, un patto finanziario con le banche per strangolare i cittadini, una nuova frontiera per lasciare morire di guerra le persone, una nuova guerra e anocora molto altro di peggio. Aspettando la nefasta scaletta di appuntamenti anche noi ci prepareremo.

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Marina Rosell-Si me quieres escribir

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Processo farsa e sentenza oltraggiosa

Grida forte la Val Susa! Su un processo farsa e una sentenza oltraggiosa.

http://www.notav.info/post/grida-forte-la-valsusa-su-un-processo-farsa-e-una-sentenza-oltraggiosa/

donnenotavTra i tanti procedimenti penali che riguardano ormai quotidianamente i notav, martedì 9 febbraio c’è stata una sentenza che mi riguarda personalmente. Un giudice, Balestretti, mi ha inflitto una pena di ‘’mesi sei e giorni quindici’. Mi ha condannato anche al pagamento di una provvisionale di euro 2.500 immediatamente esecutiva da devolvere al fondo assistenza per il personale della polizia di stato e al pagamento delle spese legali e subordina la concessione della condizionale al pagamento della somma di provvisionale……

Avrei insultato una poliziotta, tale sig. Alice Rolando, vicequestore aggiunto presso il commissariato San Donato a Torino e spesso presente nel cantiere di Chiomonte.

Nel novembre del 2012 durante un’iniziativa delle Donne in Movimento contro la violenza sulle donne e in occasione della visita dell’allora ministra Cancellieri , io l’avrei oltraggiata con frasi offensive.

Già il processo era stato una farsa, con un giudice distratto e frettoloso, coi testimoni dell’accusa che erano tre sottoposti della Rolando, e con la P.M. che ha anche denigrato le dichiarazioni dei miei testimoni.

Non ho pronunciato mai parole sessiste e volgari verso una donna. Neanche verso una donna in divisa. Quando vado alle reti, fatico a trattenere la mia rabbia e spesso la esprimo nelle forme più pesanti che posso, le mie grida sono note e fastidiose. Per questo mi hanno dato il foglio di via da Chiomonte, Giaglione, Venaus per tre anni. Foglio di via che non ho rispettato e che mi costerà un altro processo con conseguente condanna. Ma un conto è pagare il prezzo della mia libertà di circolazione, un conto è essere condannata per frasi mai proferite, infamanti.

Penso alla violenza che ha subito Marta, una di noi arrestata durante un’iniziativa, molestata e insultata dalle forze dell’ordine, e che quando ha denunciato non è stata creduta.

Penso che sia molto grave che qualcuno, purchè in divisa possa denunciare il falso sapendo che dalle parti del Tribunale di Torino c’è sempre un giudice che lo prende sul serio.

Ho molta rabbia per questa vile condanna, ma cercherò di indirizzarla il più possibile verso il cantiere, dove continuerò ad andare, gridando un po’ più forte. Per farmi sentire bene e di nuovo dalla sig.Rolando che è una donna bugiarda.

Io sono una donna notav.

Ermelinda

(Non mi aspettavo di essere assolta.)

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Cose Nostre/Consultoriautogestita

Cose Nostre | Un ciclo di incontri sulla vagina!

Dopo la serie di incontri sul ciclo mestruale, abbiamo deciso di dare una continuità a “Cose Nostre” per le prossime aperture serali della Consultoria. Ci piacerebbe che questa esperienza diventasse un “contenitore” di saperi, in cui chi partecipa possa scambiare e confrontare i propri ed elaborare collettivamente strumenti per la costruzione di un immaginario differente sui nostri corpi e su cosa intendiamo per “salute”.

Vogliamo ribaltare il concetto di “medicina di genere”, che tende a puntare l’attenzione sul corpo della donna come nuovo (e potenzialmente autonomo) settore del mercato della salute e del business farmaceutico. Chiediamoci invece: che genere di medicina vogliamo?

Inauguriamo il 2016 con un ciclo di incontri sulla vagina: come la immaginiamo, come la sentiamo, che conoscenza ne abbiamo, come ce ne prendiamo cura.

COSE NOSTRE | Un ciclo di incontri sulla vagina.

Mercoledì 17 febbraio, dalle 20.30 alle 22.30 | Vagina amica mia!

Come vediamo la nostra vagina? Come la immaginiamo? Invitiamo tutte quelle che vorranno a portare una rappresentazione scritta, disegnata, recitata, cantata, scolpita, modellata della propria vagina, del modo in cui la vive e la vede.

Mercoledì 23 marzo dalle 20.30 alle 22.30 | Candida-mente

Candida e altri abitanti della vagina: quali sono i sintomi, e quali sono i rimedi a cui ci rivolgiamo abitualmente o che abbiamo sperimentato?

Mercoledì 13 aprile dalle 20.30 alle 22.30 | Vagina felice: autocura e benessere!

Orgasmo, piacere, e… salute della nostra vagina. E per finire, chiediamo alle partecipanti di aiutarci a mettere insieme il “kit del benessere vaginale” (o nome più bello che troverete!).

Nei prossimi mesi pubblicheremo materiali, suggerimenti di lettura, riflessioni e spunti che ci verranno in mente e che voi ci invierete all’indirizzo consultoria@autistiche.org.

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Le Temps des Cerises

https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=w7rynEhMf90

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