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Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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La videoconferenza nei processi, strumento di isolamento e vessazione!
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31 maggio 2019/Nuova udienza al tribunale de L’Aquila
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Con tutte le donne che si difendono!
L’autodifesa femminista non solo è lecita, l’autodifesa femminista è necessaria!
Una ragazza di 19 anni, a Monterotondo, vicino a Roma, ha ucciso il padre violento al culmine dell’ennesimo maltrattamento nei confronti suoi, della madre, della nonna, della zia.
Con tutte le donne che si difendono! Deborah libera! libera subito!
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Gilets Jaunes/ J’veux du soleil
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Riflessioni femministe sull’antifascismo
“Linea di demarcazione”
“….RESISTI RESISTI RESISTI…Resistenza è quando faccio in modo che ciò che non mi sta bene non accada più” REFE,Relazioni Femministe-Digitalis Purpurea-dicembre 2012-Liberamente ispirato a “Disoccupate le strade dai sogni” di Alois Prinz
Abbiamo letto un po’ in giro che essere antifasciste/i oggi significa tracciare una linea di demarcazione netta. Ma tra chi? Tra che cosa? Ci sono i fascisti che si dichiarano apertamente tali, come Forza Nuova, CasaPound e via discorrendo che hanno alzato la cresta, così sembra, e vanno in giro a manifestare, a picchiare come è loro costume chi con loro non è d’accordo. C’è il fascismo di Salvini che non si dichiara apertamente tale ma che rappresenta il comune sentire di una parte di popolazione reazionaria, intollerante e razzista. Poi c’è il fascismo neoliberista che si è incarnato in questi anni e continua ad incarnarsi nel PD, annessi e connessi, che è quello che ha costruito con pervicacia, in un lungo percorso, un’egemonia culturale basata sulla prevaricazione nei rapporti interpersonali e lavorativi, sul darwinismo sociale, sulla violenza razzista e neocoloniale delle guerre “umanitarie”, sulla violenza razzista e classista della guerra tra poveri, sulla delazione dei cittadini come valore, sul controllo sociale serrato e debordante, sulla militarizzazione dei territori, sui campi di internamento e sulla trasformazione poliziesca dei servizi sociali. E che ha operato lo sdoganamento e la rivitalizzazione del fascismo in orbace attraverso la fascistizzazione del comune sentire.
Un pensiero diffuso quando si parla di rigurgito fascista è quello che ritiene che le politiche reazionarie e di abbattimento dello stato sociale con il conseguente impoverimento generalizzato portate avanti dal PD abbiamo causato un malcontento diffuso che ha aperto la strada ad una protesta di tipo reazionario e fascista ritenendo quindi che la socialdemocrazia riformista abbia compiuto una serie di errori che l’hanno allontanata da una visione di sinistra. Niente di più sbagliato. La socialdemocrazia riformista non è in errore, il pensiero fascista è la sua sostanza. Un fascismo moderno quindi, accanto al fascismo tradizionale in orbace, una destra moderna accanto a quella tradizionalmente fascista.
Il fascismo, al di là della collocazione storica e dei nostalgici fuori tempo, ha delle caratteristiche ideologiche precise che guidano l’approccio con il sociale e la visione economico-politica.
I principi fondanti del neoliberismo, di cui il PD, con i suoi gregari, è stato ed è il principale naturalizzatore, sono principi esplicitamente fascisti, ma sono stati veicolati attraverso linguaggi, segni, segnali, modalità, parole, atteggiamenti e strumenti tradizionalmente di sinistra. Questo ha fatto sì che alle persone non sia sembrato vero di potersi ammantare di una collocazione di sinistra, che ci sta sempre bene ed è un fantastico alibi, e assimilare, rimbalzare, fare propri, discorsi profondamente reazionari, perbenisti, forcaioli.
Questa è stata la grande vittoria del neoliberismo, l’aver costruito un’egemonia culturale improntata ad un pensiero di destra profonda in cui dominano il culto della legalità, il darwinismo sociale, il razzismo, l’individualismo sfrenato, il culto dell’arrivismo e della meritocrazia, la deferenza per l’autorità e la gerarchia, la superiorità del mondo occidentale rispetto agli altri popoli propagandata dalle guerre “umanitarie” e che spinge all’odio razziale, usando gli strumenti e il lessico di sinistra portati in dote dalla socialdemocrazia.
Il femminismo antagonista si è opposto e si oppone con tutte le sue forze a “dio, patria e famiglia” portati avanti com’è loro costume da fascisti, destra e clericali ma anche a “ordine, legalità, decoro, stato etico, pensiero unico” nella pericolosissima visione <politicamente corretta della socialdemocrazia riformista> che sotto le mentite spoglie di democraticità e di modernità ha la pretesa di imporre una nuova scala di valori improntati ad un antisessismo sessista, antirazzismo razzista, antifascismo fascista.
E’ vero, quindi, che è necessario tracciare una linea di demarcazione netta ma questa linea deve essere tracciata tra il fascismo tradizionale e quello neoliberista socialdemocratico da una parte e chi invece, dall’altra, al fascismo si oppone in tutte le sue espressioni. Questo è tanto più importante perché è proprio l’area socialdemocratica che ipocritamente si pone ora come antifascista e chiama all’antifascismo.
Tutti quelli e tutte quelle che si prestano a questo gioco sappiano che stanno lavorando per il fascismo neoliberista e non cerchino improponibili alibi.
Leggere anche qui:
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La difficoltà di avere difficoltà
La difficoltà di avere difficoltà
Denys
Ho difficoltà a fare molte cose.
Non so condividere i miei spazi, non senza impazzire. Non so cominciare e finire le cose con facilità. Non me la cavo granché col linguaggio del corpo e le sottili implicazioni emotive dei messaggi sottintesi. Non sempre riesco a comunicare a voce, e anche quando posso, avverto un enorme peso nel tradurre le mie immagini in lessico intellegibile. Non posso tollerare i programmi stravolti di punto in bianco. Non so gestire più di un impegno al giorno, massimo due, per le mie energie limitate e per via dell’angoscia e del disorientamento che mi porta la gestione simultanea o sequenziale delle mie istanze quotidiane. Non esco molto di casa perché mutare spesso ambientazione mi stressa molto. Non ho realmente idea di come ci si faccia delle amicizie, o di come si manutengano i rapporti umani: devo i miei residuati di socialità a tutte quelle persone che fanno lo sforzo di perseguire la mia compagnia. Ho bisogno di fare tutto sempre allo stesso modo e di obbedire a piccole e grandi compulsioni utili e inutili che non sono dettate dallo sfogo di un’ossessione ansiosa ma da un’innata, non estirpabile, tendenza alla routine, e non posso non ammettere che mi sento a disagio nel continuare questo paragrafo rompendo lo schema che mi fa iniziare le frasi con un bel non. Ho dei sensi che funzionano in modo intenso e bizzarro, offrendomi la capacità di causarmi disgusto fino al vomito di fronte a molti sapori e consistenze; sentirmi benedetto sulla terra per le deliziose, friabili onde sonore di tarallo masticato sull’autobus dalla passeggera dietro di me; scoppiare in una immensa crisi di rabbia notturna graffiandomi le braccia e sbattendo la testa contro il mobiletto del bagno per via della irritante frequenza dei miei che russano e dell’insopportabile nenia di slinguazzamento che fanno i gatti nei loro riti di toelettatura, poiché dormiamo nella stessa stanza da vent’anni con buona pace del mio ineluttabile bisogno di privacy; avvertire la benché minima variazione di temperatura dunque non riuscire a tenere in mano una tazza moderatamente calda e ciononostante uscire spesso di casa con un abbigliamento inviso a ogni briciolo di buonsenso meteorologico, sudando a fiotti o sfidando la morte per ipotermia con gagliardo sorriso futurista e mani cianotiche. Regolare amministrazione autistica.
Molto tempo fa mi sono accorto di queste difficoltà senza accorgermene davvero. Ho assunto presto la consapevolezza che la mia percezione non corrispondeva alle percezione delle persone che incrociavo. Non che sia poi così difficile quando chiunque ti fa notare che una buona parte dei tuoi modi di fare e d’essere sono per così dire inappropriati, fuori luogo, strani. Dove non sono arrivato io con arguto dedurre, c’è arrivata la pressione sociale con le persuasive argomentazioni della persecuzione fra pari; anche fra dispari, vista l’annosa abitudine delle persone dotate di un potere ad abusarne. Lezione appresa. Diverso non si può, trovarsi in una brutta situazione è un crimine imputabile anche se non è un crimine e anche se non è stato commesso. I bravi bambini obbediscono. Io ho obbedito. Per fortuna ho quasi smesso, ora consumo solo mezzo pacchetto al giorno. Continua a leggere
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12 maggio 2019/Per Giorgiana e per noi
Per Giorgiana e per noi
Contro la militarizzazione e il controllo sociale sia reazionario che <politicamente corretto>!
< ” L’ordine regna a Berlino! ” Stupidi sbirri! Il vostro “ordine” è costruito sulla sabbia. La rivoluzione già da domani “di nuovo si rizzerà in alto con fracasso” e a vostro terrore annuncerà con clangore di trombe: io ero, io sono, io sarò!…> Rosa Luxemburg, 14 gennaio 1919 “Rote Fahne”.
“Era il rifiuto di dover fare sua la misura della illibertà come condizione desiderabile, in cambio della certezza che l’ingranaggio avrebbe continuato a funzionare e a dispensare anche a lei il poco che le spettava.
Com’è che a volte il meccanismo tramandato si inceppa?
e qualcuno dice no, io no. “Compagna luna/Barbara Balzerani 1998
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Internazionalismo e Questione Irlandese
Internazionalismo e Questione Irlandese
Intervista ad una compagna appena tornata dall’Irlanda del Nord
Parte seconda: Storia e Memoria/ Brexit/Attualità dell’internazionalismo/L’Irlanda del Nord laboratorio di militarizzazione e di controllo sociale
clicca qui
La Parte prima è stata fatta dalle compagne e dai compagni di Radiocane, eccola qui:
https://radiocane.info/free-derry/
Free Derry? Sugli scontri del 18 aprile a Creggan
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Resoconto del presidio del 4 maggio al CPR di Ponte Galeria
Resoconto del presidio del 4 maggio al CPR di Ponte Galeria
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Sabato 4 siamo tornatx sotto le mura del C.P.R. di Ponte Galeria. Nonostante le difficoltà posteci dal meteo e non solo, il presidio ha comunicato in maniera molto forte con l’interno. Non avere l’amplificazione non è stato un problema dato il potente sostegno di alcunx compagnx della murga e l’ausilio di un megafono.
Le risposte da dentro sono state fortissime. Si è raccontato del corteo della scorsa settimana alla frontiera e delle lotte determinate che nei C.R.A (equivalente francese dei CPR) ormai da mesi si susseguono. Un’intermittente battitura e forti slogan sia da dentro che da fuori le mura ci hanno ricordato (se ce ne fosse bisogno) l’importanza di essere lì fuori; senza proclami né ricette su come portare avanti la lotta per la libertà, ma cercando di sostenere chi viene isolata e rinchiusa, le resistenze individuali e quotidiane quanto i momenti di organizzazione collettiva. Gli slogan urlati dall’interno ci dimostrano come i regolamenti e le separazioni imposte da chi gestisce il centro non sono servite a impedire l’autorganizzazione e la solidarietà.
Un volantinaggio pre e post presidio ha comunicato ax numerosx avventorx del festival dell’oriente la doppia faccia del capitalismo, che da un lato mette in circolo le merci per capitalizzarle e dall’altro impedisce la circolazione degli esseri umani rendendoli schiavizzabili. Il nostro sostegno va alle persone senza documenti che hanno deciso di scioperare lunedì 6 nelle campagne del foggiano contro questo sistema capitalista e assassino. Un abbraccio caloroso va a chi è fuggito dal CRA di Saint-Exupéry e si è guadagnato la libertà e a quelli che sono stati ripresi e si trovano ancora reclusi e a chi al CPR di Bari ha distrutto la sua gabbia.
Per la libertà di tutte e tutti.
Per un mondo senza autorità, patriarcato e capitalismo.
A seguire il testo del volantino distribuito
GUARDA C’È UN LAGER NELLA TUA CITTA’!
A Fiera di Roma, proprio davanti a te, c’è un lager. Donne senza documenti vengono prese per strada, nelle questure, nelle carceri di ogni parte d’Italia e portate qui, l’unico CPR (centro di permanenza per il rimpatrio) femminile in Italia, mentre altri ve ne sono in altre città per soli uomini. Anche qui vi era una sezione maschile, distrutta da una rivolta dei reclusi nel dicembre del 2015 e ad oggi continuano i lavori di ristrutturazione per riaprirla. Come qui, in ognuna di queste prigioni, sono quotidiane le resistenze di chi si trova imprigionato per mesi aspettando di essere rilasciato con un permesso di soggiorno, un foglio di via o, nel peggiore dei casi, messo su un aereo che per il rimpatrio. Forse non sai che molte di queste donne vengono da quell’Oriente di cui si parla oggi al festival a Fiera di Roma, dove si celebra il culto dell’esotico, “i colori, i profumi e le musiche di terre lontane” (cit.), ma l’unico colore che si vede qui è il grigio del muro che imprigiona, che separa la vita tra chi è fuori e dentro, tra chi ha un passaporto e può viaggiare per puro svago e chi no; l’unica musica che sentiamo è la voce delle donne che urlano “Libertà” o che rispondono al presidio qui fuori con delle battiture sulle sbarre. Siamo qui oggi per provare a far arrivare alle donne recluse un po’ della nostra solidarietà, perché le nostre voci rompano quell’isolamento in cui cercano di costringerle, per chiedergli di raccontarci quello che succede lì dentro. Fermati, non restare indifferente, non credere a chi celebra la “Roma che incontra il mondo”, la Roma multiculturale e accogliente… quel mondo oggi tanto idolatrato è presente qui dentro tutti i giorni, nascosto agli occhi di tutt*, portato ai margini della città.
Per un mondo libero da confini e galere
tutt* liber*
Joint Stars 2019/Primavera di Fuoco
PRIMAVERA DI FUOCO, A MAGGIO 2 000 MILITARI INVADERANNO LA SARDEGNA
https://www.facebook.com/aforas2016/
Il Ministero della Difesa pubblica con orgoglio le anticipazioni sull’esercitazione Joint Stars 2019 e la Sardegna ovviamente sarà il centro delle operazioni. A maggio si svolgerà la prima parte della Joint Stars 2019, quella che viene definita LIVEX, ossia le esercitazioni sul campo.
INFORMAZIONI FRAMMENTARIE
Da qualche anno a questa parte, come non ci stanchiamo di ripetere, non c’è più alcuna informazione organica su tempi e modi di svolgimento delle esercitazioni militari in Sardegna. Colpa di una politica regionale completamente asservita agli interessi del Ministero della Difesa e della Nato. Per quanto riguarda la Joint Stars 2019, le prime informazioni utili risalgono al 5 febbraio, quando in un suo comunicato la Difesa informa che la prima parte dell’esericitazione, quella LIVE, si svolgerà sul campo in Sardegna. In un altro documento scopriamo l’entità delle forze coinvolte e i numeri sono impressionanti: più di 2 000 uomini, non solo dell’esercito italiano. Ci saranno infatti anche alcuni marines americani e personale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’ENAV, l’ente che gestisce il traffico aereo civile in Italia.
DOVE E QUANDO
Cosa accadrà di preciso, in che giorni e in quali poligoni purtroppo non è dato saperlo in maniera ufficiale. I sardi infatti non sanno cosa accade in quelle migliaia di ettari che sono state sottratte alla loro vita quotidiana. Ciò che è certo è che la Joint Stars 2019 verrà svolta durante tutto il mese di maggio, per il luogo c’è solo l’imbarazzo della scelta: tutti i poligoni sardi sono attivi e pronti ad ospitare l’invasione militare per tutto il mese.
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E’in uscita la nuova autoproduzione della Coordinamenta!
E’ in uscita la nostra nuova autoproduzione!!!!!!
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1 maggio/Gilets jaunes
Tout le monde déteste la police!
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1 maggio/Corrispondenza dal Venezuela
Venezuela, corrispondenza da Caracas: “Tutti a Miraflores, a difendere la rivoluzione”
Geraldina Colotti, Caracas https://www.facebook.com/geraldina.colotti
30 aprile 2019
Al Secondo Foro internazionale sulla Gran Mision Vivienda Venezuela (GMVV) – il gigantesco piano di case popolari che ha già consegnato oltre 2.600.000 alloggi ammobiliati – gli ospiti si scambiano le informazioni. All’alba, la destra ha provato a mettere in pratica quel che veniva annunciando da giorni: un tentativo di golpe che mira a provocare un’invasione armata del proprio paese. La sfida della borghesia al Primo Maggio, festa dei lavoratori e delle lavoratrici, che si preparano a marciare in difesa del presidente Maduro, ex sindacalista del metro che li rappresenta anche simbolicamente.
Leopoldo Lopez, il dirigente del partito Voluntad Popular che si trovava agli arresti domiciliari, si è fatto fotografare insieme al suo collega di partito, l’autoproclamato Juan Guaidó. Quella che in Italia verrebbe qualificata come una qualunque violazione alle norme di sicurezza di un detenuto, è stata “sparata” sulle reti sociali come un’incursione armata da parte delle truppe golpiste per “liberare” Lopez dal suo domicilio. E il blocco dell’autostrada Francisco Fayardo, presso un distributore di benzina nel quartiere di Altamira è stato descritto come occupazione armata della base militare della Carlota, dove i militari disertori starebbero proteggendo Lopez. Continua a leggere
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Buon 1 Maggio a tutt*!!!!
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Free Derry? Sugli scontri del 18 aprile a Creggan
Il 18 aprile 2019 il quartiere di Creggan, a Derry, città di confine tra le due Irlande, è stato teatro di aperti scontri tra abitanti e polizia britannica, durante i quali è morta una giornalista colpita per errore da un colpo di arma da fuoco.
Una compagna – di passaggio a Belfast proprio in quei giorni – ci aiuta a ricostruire questi ultimi accadimenti e a collocarli in un quadro storico utile alla comprensione dei riot prossimi e venturi.
Free Derry? Sugli scontri del 18 aprile a Creggan (prima parte)
https://radiocane.info/free-derry/
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