Patriarche: Cristine Lagarde e Ursula von der Leyen

Patriarche

Cristine Lagarde e Ursula von der Leyen sono state nominate rispettivamente alla guida della Banca Centrale e della Commissione Europea.

La prima è l’attuale direttrice del Fmi, la seconda è il ministro della Difesa della Germania.

   

Cristine Lagarde                                                Ursula von der Leyden

Una nuova griglia, oggi, ricostruisce la dimensione simbolica, politica, sociale del patriarcato, nascosta dietro l’attenzione alle donne. E’ in questo contesto che nascono le Patriarche, nuova classe dirigente, che condanna all’odio e al silenzio chi non si intruppa, mentre si estende sempre di più la fascia delle donne intimidite,impoverite, disoccupate, emarginate.

Le Patriarche, volutamente prive di qualsiasi legame con la realtà, adepte della cultura neoliberista, ne hanno abbracciato i principi e i valori e hanno i loro punti di riferimento esclusivamente nel presente così come si è imposto, hanno interiorizzato i valori di questa società e scelgono con gran cura i propri maestri e professori. Se una è fuori dal serraglio e dal clan sarà sistematicamente negata, mentre verrà elevato al rango di guida chiunque appartenga a quel mondo di manipolazione e di occultamento che si può definire il trionfo dell’ideologia neoliberista nella società in tutte le sue articolazioni.

La loro forza è di fornire un paravento dietro il quale la società patriarcale e neoliberista può nascondere i propri obiettivi reali quali l’inasprimento della disoccupazione, la precarizzazione della vita, le crescenti diseguaglianze, le guerre umanitarie, il ruolo di cura da cui dicono di essere affrancate e in cui viene prepotentemente confermata la stragrande maggioranza delle altre donne. Poiché questi obiettivi sono inconfessabili, si veicolano come emancipazione, come transizione, che dovrebbe condurre alla nostra liberazione così come nella società il neoliberismo viene presentato come “moderno”.

E’ necessario, proprio per questo, tracciare una linea imprescindibile di rottura tra le donne che si sono messe al servizio del potere e che supportano e propagandano la scala di valori e le scelte neoliberiste e la restante stragrande maggioranza delle donne che queste scelte le subisce.

I motivi della lotta femminista sono ancora validi ed ancora più urgenti ed oggi abbiamo la consapevolezza che non dobbiamo fare i conti solo con i maschi, ma anche con le Patriarche.

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Patriarche: Cristine Lagarde e Ursula von der Leyen

Gli strumenti di lotta al vaglio/Note a partire dall’operazione Scintilla/parte quinta

Gli strumenti di lotta al vaglio/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte quinta

Macerie

NOTE A PARTIRE DALL’OPERAZIONE SCINTILLA

Dopo mesi concitati, nel tentativo di dare una degna risposta allo sgombero dell’Asilo e all’arresto di sei compagni e compagne, nel tentativo di mantenere viva la voglia di lottare in questa città, ci prendiamo ora il tempo di fare alcuni ragionamenti su questo teorema inquisitorio partorito dalla Questura, fatto proprio dalla Procura e avvallato da una GIP. Un teorema che per il momento non ha retto il primo impatto con il Tribunale del Riesame, dopo tre mesi sono infatti usciti dal carcere cinque compagni, ma che costringe ancora Silvia tra quelle mura e in condizioni di detenzione particolarmente afflittive.

A indagini ancora aperte vale la pena spendere sopra queste carte qualche parola, tra le altre cose perché contiene alcune indicazioni che sono il segno dei tempi su come costringere certi anarchici al silenzio, seppur non del tutto nuove. Già quindici anni fa infatti si poteva leggere in un libretto, dal titolo ‘L’anarchismo al bando’, di come le strategie repressive mirassero a “togliere agli anarchici ogni possibilità di agire in gruppi di più persone articolando anche alla luce del sole il loro intervento, proprio in quanto finalizzato all’insurrezione generalizzata”.

Questo lavoro di analisi uscirà a puntate, una alla settimana, che si concentreranno su alcune specificità dell’operazione Scintilla e della lotta contro i Centri di detenzione per immigrati. A scriverle sono alcuni compagni, alcuni imputati e indagati in quest’inchiesta, altri no, che nel corso degli anni si sono battuti contro la detenzione amministrativa.


Gli strumenti di lotta al vaglio

Si dirà forse una sacra banalità al cospetto dell’occhio avvezzo alle dinamiche repressive: le carte tribunalizie che reggono l’operazione Scintilla si basano su tesi che dicono tanto sulla visione del mondo degli inquirenti, nulla di decifrabile invece delle tensioni individuali, dei ragionameni discussi e degli strumenti utilizzati da tanti compagni e compagne che negli anni hanno ruotato intorno all’Asilo occupato.
Si correrà allora qui il rischio dell’ovvietà, valutandolo poco in confronto ad alcune considerazioni e pratiche che nelle lotte si sono impreziosite e che, arcane a qualunque sbirro di divisa o di toga, possano essere carpite solo da coloro i quali desiderano vedere distrutti gli assetti sociali che stanno alla base dell’oppressione.


Come scritto in precedenza, l’argomentazione accusatoria che dovrebbe reggere la tesi dell’associazione sovversiva (Articolo 270 Codice penale ottobre 1930) è basata sul monitoraggio della lotta contro i Cpr (furono Cie) dal 2015, ammettendo che la detenzione amministrativa è un dispositivo strategico dell’ordine democratico dello Stato, e che di conseguenza lottare contro questa significa sovvertire sostanzialmente una delle colonne che reggono la baracca. Parole di carta che nel loro essere esplicite, pane al pane e vino al vino, smontano senza rima le orpellose teorie sull’essenza della democrazia postulate dai cavalieri della costituzione italiana e dagli accademici internazionali della simbiosi sociale. E sebbene questo intercettare telefonate e chiacchiere da caffè da parte di solerti poliziotti politici avesse lo scopo principale di catturare quanto più possibile riguardo ai Cpr, giocoforza al vaglio delle indagini è passata una mole gigante di conversazioni, a volte amicali, a volte più strutturate, sul funzionamento della politica, sugli aneliti di rivolta, su teorie e analisi patrimonio del pensiero rivoluzionario degli ultimi due secoli, quest’ultimo interpretato (o per meglio dire, presentato) dai fini inquirenti come interamente farina del sacco di alcuni compagni, e non come un’eredità, certo vivificata nelle vite di tanti e tante, ma di certo non un’invenzione di sana pianta.
Ci sarebbe da ringraziarli del complimento, ma ci si limita qui alla constatazione di una mistura di ignoranza abissale e strategia per portare tutti in galera. Nei vari taglia e cuci di conversazioni riportate nel faldone, infatti, alcune sono discussioni che sfiorano la teoria astratta, altre invece sono parole di compagni sottolineate per attribuire all’uno o all’altro gli strumenti della presunta associazione. Tra i principali vi sono Macerie – e storie di Torino -, Macerie su Macerie, i social, “il telefono delle espulsioni”.

Il blog è particolare oggetto di attenzione con una ridicola genealogia del dominio “autistici”, con la ricerca pedante degli autori degli articoli, con collegamenti automatici tra notizie pubblicate e attribuzione dei fatti in queste riportate; la trasmissione di Radio Blackout raccontata come mezzo oscuro di finalità di propaganda del gruppo, i social con i presunti possessori delle credenziali di accesso, e poi ancora il telefono per mantenersi in contatto con i detenuti del Cpr, con i suoi vari gigabyte di chiamate in cui da entrambi i capi dell’apparecchio emerge l’odio per quella schifosa prigione e per le condizioni becere al suo interno, poste dagli agenti come questioni che non è lecito emergano alla luce del sole. Continua a leggere

Pubblicato in Cie/CPR, Repressione | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Gli strumenti di lotta al vaglio/Note a partire dall’operazione Scintilla/parte quinta

Tutto il laboratorio postvittimista!

Visto l’interesse che ha suscitato e di cui siamo molto contente, pubblichiamo integralmente il laboratorio postvittimista di Nicoletta Poidimani

http://www.nicolettapoidimani.it/?page_id=337

Da vittime a soggetti. Laboratorio (pubblicato l’8 novembre 2013,  aggiornato il 25 novembre 2013 e il 23 marzo 2014)

Quella che segue è la sintesi di un laboratorio che da oltre un anno sto portando in luoghi molto differenti tra loro, dalle università a situazioni di movimento. L’obiettivo è quello di fornire strumenti critici che permettano di individuare alcuni dispositivi vittimizzanti per decostruirli in prospettiva postvittimista.

Nella prima parte del laboratorio si analizzano i dispositivi di costruzione sociale dei due generi, femminile e maschile, per poi porre una particolare attenzione al ruolo svolto dalle immagini vittimizzanti nel “naturalizzare” la contrapposizione uomo>forte/donna>debole (aspetto, questo, su cui qui non mi soffermo, rimandando al mio Oltre le monocolture del genere). Viene poi proposta una galleria delle immagini più ricorrenti che accompagnano gli articoli dei giornali on-line su casi di violenza contro le donne o che sono state utilizzate in campagne antiviolenza anche internazionali, rilevando il processo di indebolimento delle donne veicolato e rafforzato da queste rappresentazioni. Si mostrano, successivamente, alcuni esempi di immagini e campagne non vittimizzanti, rilevando come la stragrande maggioranza delle immagini utilizzate corrisponda al primo gruppo, mentre è assai raro trovarne del secondo.

La seconda parte del laboratorio si svolge in gruppi; ciascun gruppo deve individuare una tematica riguardante una delle innumerevoli forme di violenza maschile contro le donne e costruire una campagna di taglio postvittimista elaborandone slogan ed immagini. Dopo di che ciascun gruppo presenta la propria campagna e se ne discute collettivamente.

Ovviamente questo laboratorio è copyleft e auspicabilmente riproducibile; chiedo solo che se ne nomini, per correttezza, l’ideatrice…

Dopo anni di paziente lavoro da parte delle donne, il termine femminicidio è entrato a far parte del linguaggio mediatico. Ma, d’altra parte, non è cambiata la rappresentazione delle bambine, delle ragazze e delle donne di tutte le età contro le quali cui è indirizzata la violenza. I giornali on line, ad esempio, quando scrivono di casi di abusi/violenze domestiche/violenze sessuali, spesso accompagnano il testo con immagini oggettificanti e vittimizzanti.

Tali immagini, esattamente come quelle utilizzate nelle pubblicità, nella stragrande maggioranza dei casi rappresentano parti del corpo e solo di rado il corpo intero, per altro con il volto nascosto – dalle mani o da altro.

Queste rappresentazioni, così come i contenuti degli articoli stessi, intrisi di morboso voyeurismo, sortiscono come effetto l’indebolimento delle donne stesse. 
Il medesimo dispositivo viene spesso riproposto anche nelle campagne antiviolenza.

Se il modo in cui le donne vengono rappresentate è lo specchio della società in cui si vive, occorre distruggere queste rappresentazioni per liberare l’immaginario e mettere in atto un mutamento radicale nella relazione con noi stesse e tra generi. Anche cominciando a rappresentare la nostra forza di reagire possiamo sviluppare la fiducia in noi. Proviamo, allora, ad avventurarci in un percorso che ci fornisca strumenti critici per analizzare i processi socio-culturali di indebolimento delle donne ed affrontare la violenza contro le donne da una prospettiva post-vittimista, con una particolare attenzione alle strategie di empowerment – inteso come processo continuo di sviluppo di competenze e capacità e di recupero dei nostri saperi e desideri.

Mostrerò, ora, alcune tra le più frequenti immagini vittimizzanti utilizzate dai media on line e dalle campagne antiviolenza. L’uso ricorrente di queste immagini rischia di rendercele, in qualche modo, quasi familiari, ma vederle tutte in una volta ne rovescia l’effetto, rompendo la consuetudine, e le rende ancor più eloquenti, smascherandone la strategia sottesa. Continua a leggere

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione, Violenza di genere | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su Tutto il laboratorio postvittimista!

Con Anna e Silvia!!!

Chi lotta non sarà mai sol*!

Anna e Silvia, dopo 31 giorni, hanno ufficialmente terminato lo sciopero della Fame! Silvia è stata trasferita a Torino, al carcere delle Vallette perché martedì 2 luglio ci sarà l’udienza di un processo in merito ad uno sfratto. 

Tutte le notizie  qui Macerie

Pubblicato in Adottiamo una prigioniera politica, Carcere, Repressione | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su Con Anna e Silvia!!!

Sul 5G e sullo Smartphone

Vi proponiamo due riflessioni interessanti, una sul 5G e una sullo smartphone

5G Sardegna, antenne, controllo e inquinamento.

La Sardegna è di nuovo tristemente in prima fila nel progresso tecnologico di stampo industriale – poliziesco. 4 comuni sardi sono fra le città pilota per le sperimentazione del 5G, il sistema di comunicazione che dovrebbe andare a sostituire l’attuale 4G. Si sta facendo un gran discutere dei pro e dei contro di questa novità tecnologica, si sprecano gli esempi di quali grandi vantaggi porterà. Fra questi il più quotato è quello che annuncia la possibilità di essere operati a Cagliari da un dottore che fisicamente si trova in Canada…la domande che sorge spontanea (perlomeno a me), è chi avrà diritto a usufruire di questo servizio? E la risposta è sempre la solita: chi se lo potrà pagare. Invece tutti i danni causati dalla miriade di antenne che verranno installate ricadranno su tutti, ecco confermarsi per l’ennesima volta il paradigma di classe in cui i privilegi sono per pochi e le conseguenze per tutti. Che le preoccupazioni in materia di salute siano fondate lo confermano i sindaci di Noragugume, Pompu e Segariu che si sono rifiutati di concedere “la loro” comunità come cavia per gli esperimenti sul 5G. Ovviamente invece il neoeletto sindaco di Cagliari Paolo Truzzu (sentinella in piedi ed ex picchiatore del FUAN) è ben lieto che il capoluogo adempia al ruolo sperimentale per la nuova tecnologia.

Ma non basta, le critiche al 5G non possono fermarsi all’aspetto sanitario. Il 5G rappresenta il nuovo orizzonte di un controllo totale su qualsiasi aspetto delle nostre vite, fatto da noi e su di noi. E’ la strada verso la totale amputazione dei rapporti personali fatti di parole e incontri.

Continua a leggere

Pubblicato in Autorganizzazione, Capitalismo/ Neoliberismo, Territorio | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Sul 5G e sullo Smartphone

Podcast dell’iniziativa del 21 giugno 2019/Laboratorio Postvittimista

Laboratorio postvittimista di e con Nicoletta Poidimani/contro la vittimizzazione e l’infantilizzazione, per una azione e reazione in autonomia e autorganizzazione alla violenza maschile sulle donne e non solo.

I materiali e l’incipit sono presi dal sito http://www.nicolettapoidimani.it/ , il podcast è la registrazione dell’iniziativa del 21 giugno che abbiamo fatto insieme a Nicoletta.

“Sei pazza!, ci dicono quando andiamo troppo lontane, quando oltrepassiamo i limiti che imprigionano il nostro quotidiano. 
Sei pazza!
Lasciateci la nostra follia, a noi donne, nella trasgressione dei limiti che confinano la nostra vita e soffocano la nostra dignità.
Tu sei pazza – è la reazione maschile a questo affrancamento.
La nostra reazione a questa razionalità mortale del patriarcato ci ritorna come ingiuria, come un lazo che dovrebbe catturare la nostra radicalità. Ma noi non abbiamo altra scelta che essere radicali. È l’unico modo per riprendere in mano la nostra dignità e la nostra vita.”
Dorothea Brockmann (da un volantino delle Rote Zora, 31 dicembre 1983)

clicca qui

da così

a così

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione, I Nomi Delle Cose, Podcast, Violenza di genere | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Podcast dell’iniziativa del 21 giugno 2019/Laboratorio Postvittimista

Libera repubblica del Giambellino!

<Al centro del quartiere, dove sorge il cantiere della M4, campeggiava la gigantesca scritta “LIBERA REPUBBLICA DEL GIAMBELLINO”…> Scrive una compagna arrestata nell’inchiesta che ha colpito il Giambellino a dicembre del 2018.

Di questo libro ho innanzitutto un ricordo che risale pressappoco a tre anni fa, quando uno degli autori mi inviò la bozza di una delle prime interviste che, ora, compongono il testo completo.

Tre anni fa, il Giambellino, il comitato del Giambellino, era nel pieno delle sue attività e, come all’inizio di tutte le estati, tra un “dove vai in vacanza” e l’altro, una ristrutturazione, un riordino dei locali e l’altro, ci si interrogava sul settembre che verrà immaginando insieme i passaggi che si sarebbero dovuti fare per allargare e consolidare le attività svolte.

Dall’alto della mia ignoranza rimasi sconcertata, leggendo le prime bozze delle interviste: “prendiamoci la città”… incredibile, che storia! Credo che, senza nemmeno sapere cosa citavamo, qualche striscione srotolato durante gli sgomberi dell’autunno recitasse proprio così. Ma pensa, non siamo i primi ad aver pensato tutto questo, mi dissi: allora si può fare per davvero, qualcuno l’ha già fatto!

Continua a leggere

Pubblicato in Autorganizzazione, Repressione, Territorio | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Libera repubblica del Giambellino!

Nelle strade, oltre le mura/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte quarta

Nelle strade,oltre le mura/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte quarta

Macerie

NOTE A PARTIRE DALL’OPERAZIONE SCINTILLA

Dopo mesi concitati, nel tentativo di dare una degna risposta allo sgombero dell’Asilo e all’arresto di sei compagni e compagne, nel tentativo di mantenere viva la voglia di lottare in questa città, ci prendiamo ora il tempo di fare alcuni ragionamenti su questo teorema inquisitorio partorito dalla Questura, fatto proprio dalla Procura e avvallato da una GIP. Un teorema che per il momento non ha retto il primo impatto con il Tribunale del Riesame, dopo tre mesi sono infatti usciti dal carcere cinque compagni, ma che costringe ancora Silvia tra quelle mura e in condizioni di detenzione particolarmente afflittive.

A indagini ancora aperte vale la pena spendere sopra queste carte qualche parola, tra le altre cose perché contiene alcune indicazioni che sono il segno dei tempi su come costringere certi anarchici al silenzio, seppur non del tutto nuove. Già quindici anni fa infatti si poteva leggere in un libretto, dal titolo ‘L’anarchismo al bando’, di come le strategie repressive mirassero a “togliere agli anarchici ogni possibilità di agire in gruppi di più persone articolando anche alla luce del sole il loro intervento, proprio in quanto finalizzato all’insurrezione generalizzata”.

Questo lavoro di analisi uscirà a puntate, una alla settimana, che si concentreranno su alcune specificità dell’operazione Scintilla e della lotta contro i Centri di detenzione per immigrati. A scriverle sono alcuni compagni, alcuni imputati e indagati in quest’inchiesta, altri no, che nel corso degli anni si sono battuti contro la detenzione amministrativa.

Nelle strade, oltre le mura 

L’operazione giudiziaria del 7 febbraio si è articolata su due piani. Da un lato l’arresto di sei compagni nell’ambito dell’operazione Scintilla, dall’altro lo sgombero dell’Asilo.

Binari che non sono scorsi in parallelo. A livello mediatico, in buona parte, lo sgombero è stato giustificato dalle autorità cittadine, sindaca Appendino in testa, perché l’Asilo era un covo di sovversivi, nel tentativo di provare a far terra bruciata attorno ai compagni arrestati e a tutti quelli che frequentavano via Alessandria 12. A livello politico intrecciare i due piani è certamente stato d’aiuto nel giustificare un dispositivo militare mai visto per lo sgombero di un’occupazione: sia come numero di uomini e mezzi impiegati – parliamo di un centinaio di camionette al giorno che si sono turnate per i primi venti giorni, per poi continuare con numeri inferiori, ma comunque notevoli, per un altro mese abbondante-; sia per le modalità – il quartiere di Aurora ha subito una vera e propria occupazione militare, con strade chiuse e check point che per diverse settimane hanno stravolto la vita di tanti abitanti del quartiere, costringendoli a farsi identificare ogni volta che entravano e uscivano di casa-. Continua a leggere

Pubblicato in Cie/CPR, Repressione | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Nelle strade, oltre le mura/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte quarta

Lavoro volontario? Accoglienza,Detenzione, Istruzione.

Perché un approfondimento sul lavoro volontario?

Come assemblea di Roma contro i CPR ci siamo interessate spesso al sistema dell’accoglienza, perché crediamo che CPR e centri di accoglienza – seppur con le dovute differenze che ci fanno distinguere una prigione da un centro dove le persone hanno orari rigidi ma possono entrare ed uscire – facciano parte di un unico sistema di gestione e controllo delle persone. Queste persone – fin dall’arrivo sulle coste italiane – sono identificate ed etichettate: nel caso in cui decidono di non fare richiesta d’asilo o non hanno i requisiti “giusti” per farlo, vengono portate direttamente nei CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri), dai quali possono essere deportate nei loro Paesi di origine oppure, in assenza di accordi bilaterali, liberate dopo mesi di prigionia con un foglio di via, che le costringe ad andarsene dall’Italia con le loro gambe o ad intraprendere una vita da irregolari. Coloro che fanno richiesta d’asilo vengono invece trasferitx in centri di seconda accoglienza, dove rimangono per anni in attesa di un documento valido. Proprio qui, in nome di una presunta integrazione nella società, negli ultimi anni ha fatto la sua comparsa il lavoro volontario.

Da questo punto di partenza abbiamo cominciato ad interrogarci su come e quando il lavoro non retribuito (nuova formula per chiamare la schiavitù) si è istituzionalizzato a livello legale e si è normalizzato nel senso comune. Tenendo a mente che di fatto lo sfruttamento delle categorie marginalizzate e subalterne è radicato nella storia dell’umanità (basti pensare al lavoro domestico non retribuito) e fondamento del capitalismo.

I tre ambiti che abbiamo scelto, in quanto secondo noi trasversali e normati in tempi  recenti, sono lo sfruttamento della popolazione immigrata, di quella carceraria ed il lavoro obbligatorio nelle scuole, consapevoli che le persone che lavorano volontariamente senza percepire guadagno sono presenti in tantissimi settori e appartengono alle categorie più disparate. Il motivo di questa scelta è che ci appare interessante notare come gli individui inseriti in queste tre “categorie” abbiano in comune il fatto di dover dimostrare alla società tutta la loro abnegazione ed il loro inserimento o reinserimento nelle norme.

Abbiamo inserito queste riflessioni all’interno di un contesto più ampio di critica al lavoro <anche retribuito>  inteso come il meccanismo di sfruttamento ed incasellamento delle persone, dove il lavoro è la ragione sociale e l’unico punto di incontro con il mondo, rigidamente standardizzato e normato. Un meccanismo funzionale al modello della produzione e consumo, entrambi alienati e inconsapevoli.

Ne parliamo con compagnx e studenti che seguono le lotte in carcere e nelle scuole
Giovedì 20 Giugno
h 18 a Bam (Via dei Castani, 42 – Centocelle)

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Cie/CPR, Lavoro | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Lavoro volontario? Accoglienza,Detenzione, Istruzione.

Sul presidio del 9 giugno a Ponte Galeria

riceviamo e pubblichiamo!

SUL PRESIDIO DEL 9 GIUGNO DAVANTI AL CPR DI PONTE GALERIA

Domenica 9 giugno un gruppo di compagn* è tornato sotto le mura del CPR di Ponte Galeria per portare solidarietà alle donne recluse all’interno. Numerosi interventi al megafono e il ritmo della murga che accompagnava i cori urlati a gran voce hanno infranto il silenzio che circonda quotidianamente quel lager.

Insieme alla solidarietà portata alle recluse attraverso interventi in varie lingue, si è cercato di condividere i fatti accaduti nelle ultime settimane. Si è parlato degli scioperi della fame portati avanti da due ragazzi detenuti nei CPR di Torino e Bari a causa delle terribili condizioni di vita all’interno dei centri: cibi pessimi e freddi e scarsa assistenza medica.
E’ stato poi ricordato il suicidio di un ragazzo nel CPR di Brindisi Restinco, notizia apparsa solo sui quotidiani locali, come a nascondere quello che accade all’interno di queste prigioni. Spesso è solo attraverso le voci di chi è reclus* che vengono alla luce notizie come questa. Nel novembre dello scorso anno, durante un presidio solidale, i contatti con alcune donne recluse avevano permesso di venire a conoscenza della morte di una donna avvenuta due settimane prima, morte che altrimenti sarebbe rimasta nell’oblio.
E’ seguito un intervento sull’occupazione del Terminal 2 dell’aeroporto Roissy Charles de Gaulle da parte di centinaia di sans-papiers e solidali, contro la complicità della compagnia aerea Air France e degli aeroporti di Parigi nelle deportazioni. E’ stato letto il comunicato con le rivendicazioni della protesta.

Il presidio di domenica aveva anche l’obiettivo di solidarizzare con le compagne Anna e Silvia, detenute nel carcere de l’Aquila e in sciopero della fame dal 29 maggio, e con coloro che in altre carceri hanno deciso di supportarle. Con questo sciopero chiedono il trasferimento in un altro carcere e la chiusura della sezione AS2 femminile de l’Aquila, dove le condizioni detentive sono assimilabili a quelle del regime 41bis.
Durante tutta la durata del presidio non si sono udite risposte dall’interno del CPR.

Per un mondo senza autorità, patriarcato e capitalismo.
Per la libertà di tutte e tutti, insieme ad Anna e Silvia e a tuttx le/i compagnx in lotta nelle carceri di tutto il mondo.

Pubblicato in Autorganizzazione, Cie/CPR, Repressione | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Sul presidio del 9 giugno a Ponte Galeria

21 giugno 2019/ “REATTIVE” Laboratorio postvittimista

“REATTIVE!”Laboratorio postvittimista aperto a tutt*

Nonostante da alcuni anni il termine femminicidio sia entrato a far parte del linguaggio mediatico e quotidiano, non è cambiata la rappresentazione delle bambine, delle ragazze e delle donne di tutte le età contro le quali è indirizzata la violenza maschile.

I giornali on line, ad esempio, quando scrivono di casi di abusi/violenze domestiche/violenze sessuali, spesso accompagnano il testo con immagini oggettificanti e vittimizzanti.

Queste rappresentazioni, così come i contenuti degli articoli stessi, intrisi di morboso voyeurismo, sortiscono come effetto l’indebolimento delle donne stesse.

Il medesimo dispositivo viene spesso riproposto anche nelle campagne antiviolenza.

Se il modo in cui le donne vengono rappresentate è lo specchio della società in cui si vive, occorre distruggere queste rappresentazioni per liberare l’immaginario e mettere in atto un mutamento radicale nella relazione con noi stesse e tra i generi.

Anche cominciando a rappresentare la nostra forza di reagire possiamo sviluppare la fiducia in noi.

Proveremo, quindi, ad avventurarci in un percorso che ci fornisca strumenti critici per analizzare i processi socio-culturali di indebolimento delle donne e per affrontare la violenza contro le donne da una prospettiva post-vittimista, con particolare attenzione alle strategie che ci permettano di recuperare i saperi e desideri di cui siamo state espropriate.

Pubblicato in Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi, Violenza di genere | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su 21 giugno 2019/ “REATTIVE” Laboratorio postvittimista

È-STREET locandina generale degli eventi

È-STREET locandina generale degli eventi

https://riprendiamocilestate.noblogs.org 

Pubblicato in Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su È-STREET locandina generale degli eventi

Segugi e alchimisti/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte terza

Segugi e alchimisti/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte terza

Macerie

Dopo mesi concitati, nel tentativo di dare una degna risposta allo sgombero dell’Asilo e all’arresto di sei compagni e compagne, nel tentativo di mantenere viva la voglia di lottare in questa città, ci prendiamo ora il tempo di fare alcuni ragionamenti su questo teorema inquisitorio partorito dalla Questura, fatto proprio dalla Procura e avvallato da una GIP. Un teorema che per il momento non ha retto il primo impatto con il Tribunale del Riesame, dopo tre mesi sono infatti usciti dal carcere cinque compagni, ma che costringe ancora Silvia tra quelle mura e in condizioni di detenzione particolarmente afflittive.

A indagini ancora aperte vale la pena spendere sopra queste carte qualche parola, tra le altre cose perché contiene alcune indicazioni che sono il segno dei tempi su come costringere certi anarchici al silenzio, seppur non del tutto nuove. Già quindici anni fa infatti si poteva leggere in un libretto, dal titolo ‘L’anarchismo al bando’, di come le strategie repressive mirassero a “togliere agli anarchici ogni possibilità di agire in gruppi di più persone articolando anche alla luce del sole il loro intervento, proprio in quanto finalizzato all’insurrezione generalizzata”.

Questo lavoro di analisi uscirà a puntate, una alla settimana, che si concentreranno su alcune specificità dell’operazione Scintilla e della lotta contro i Centri di detenzione per immigrati. A scriverle sono alcuni compagni, alcuni imputati e indagati in quest’inchiesta, altri no, che nel corso degli anni si sono battuti contro la detenzione amministrativa.

Segugi e alchimisti

A voler sviscerare nel dettaglio le strategie repressive della controparte, capire cosa pensa ed entro quali confini tenta sempre più di rinchiuderci, non possiamo esimerci dall’intraprendere una prima disamina del modo in cui queste strategie vengono poste in atto. Addentriamoci dunque nel tunnel della tecnica repressiva e degli strumenti più o meno raffinati che porta con sé, dando un primo sguardo ai sessantasei gigabyte di faldoni che hanno accompagnato l’ordinanza di custodia cautelare.

A chi si è trovato a spulciare questa mole di dati è saltata subito all’occhio una prassi oramai consolidata da parte delle forze di polizia e già vista in altre vicende processuali: raccogliere migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni. Si parla di almeno quattro anni di intercettazioni, principalmente effettuate sulle utenze telefoniche di singole compagne e compagni, sul telefono delle espulsioni, oltre a quelle ambientali dell’occupazione di c.so Giulio Cesare. Un orecchio indiscreto è stato poi introdotto nell’abitazione privata in cui ha vissuto per un periodo un compagno, e per l’occasione è stato persino scomodato un fabbro da Roma per scassinare e fare le copie delle chiavi dell’appartamento. Risultano infine registrati anche i colloqui nel C.P.R. tra un recluso e una compagna. Continua a leggere

Pubblicato in Cie/CPR, Repressione | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Segugi e alchimisti/Note a partire dall’operazione Scintilla/Parte terza

E’-STREET!!! Programma 2019!

E’-STREET! E’-STREET – Riprendiamoci l’estate!-Programma 2019

Che cos’è E’-STREET?

E’-Street! 2019: Programma Completo

14 giugno dalle ore 20
MONTE CIOCCI
E-State Ciocci
Aperitivo
Live painting – Accademia di Roma
Musica e free-style – Chaz e Kamy

Monte Ciocci si colora
14 giugno ore 20
In occasione di E’-Street arriva il primo evento estivo di Argo, nel luogo dove tutti noi milioni di volte ci siamo fermati per guardare il cielo sopra Roma.
Venerdì 14 giugno dalle 20.00 in poi saremo a Monte Ciocci con musica, cibo e birra, per goderci il tramonto sulla terrazza panoramica più bella della nostra zona.
A colorare la serata ci saranno gli artisti dell’Accademia di Belle Arti con pittura dal vero e bombolette, dj-set scratch a cura di Kemy e un piccolo live hip-hop, in cui si esibiranno Kemy e il Chaz.
Se uno spazio non c’è, inventalo!

https://www.facebook.com/events/2359837867569028/

21 giugno ore 18
VALLE AURELIA

Ex 51 – Via Bacciarini 12
La Coordinamenta femminista e lesbica presenta
“REATTIVE” Laboratorio postvittimista aperto a tutt*
di e con Nicoletta Poidimani 
A seguire: Cena a buffet
Musica
Cocktail

28 giugno dalle 17
VALLE AURELIA – giardini Ater – Viale di valle Aurelia 129
Cerco l’Estate sotto ai palazzi rossi
Teatro
Esibizione di capoeira
Hip hop
Jazz
Esposizioni fotografiche
Braciolata

6 luglio dalle 18:30
VALLE AURELIA – Villa Veschi – ingresso Via Gandino
Valle Aurelia in festa 3
Yoga
Inventa la tua Fornace: laboratorio sulla Fornace Veschi
Teatro
Musica

7 luglio dalle 9:30
PINETA SACCHETTI – ingresso Via della Pineta Sacchetti 78
Yoga
Street art tour
Parco artistico del Pineto
Musica classica

12 luglio
AURELIA – Mercato Irnerio – Via Aurelia
Festa del Mercato

13 luglio dalle 18:30
PRIMAVALLE – Parco Dominique Green – ingresso Via Sant’Igino Papa
Musica
Teatro
Esposizioni

Domenica 14 Luglio dalle 16 
TRIONFALE – Giardino e i S.Ub gli Spazi Sociali dell’Autorecupero S.Tommaso – Via San Tommaso d’Aquino 11a
GIORNATONA DI MEZZA E’-STREET
Spazio bimb*
Giochi da Tavolo
Musica Live & DJ Set w/Oxygen Sessions
Chiacchierate/Audio-Video/Expo/Performance su Abitare, Sport Popolare, Relazioni Etiche
Teatro-Open Mic
Merenda e Aperitivo Godereccio a offerta libera

Pubblicato in Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su E’-STREET!!! Programma 2019!

Les Criades/Roba Estesa

Pubblicato in musica | Contrassegnato | Commenti disabilitati su Les Criades/Roba Estesa