17 Aprile: SI, fermiamo le trivelle!

17Aprile: Si, fermiamo le trivelle! Perchè amiamo e difendiamo i nostri territori

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12974397_1163211713713490_345886040452689440_nIl 17 aprile prossimo i cittadini italiani saranno chiamati a pronunciarsi su un quesito referendario che riguarda l’abrogazione della legge sulle trivellazioni , esclusivamente per le parole “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. La norma sottoposta a referendum abrogativo si trova nella legge di Stabilità 2016. In pratica , se si desidera abrogare la concessione alle piattaforme di estrazione marina entro le 12 miglia dalla costa fino ad esaurimento del giacimento , si dovrà votare SI’.

La feroce propaganda anti-referendum, che mira al non raggiungimento del quorum o alla vittoria del NO e , quindi, al fallimento del referendum stesso , da parte di quello stesso gruppo di potere , politico e finanziario, che supporta tutte le grandi opere definite “strategiche”, depone sicuramente a favore di una più ampia espressione possibile a favore del SI’.

Gli interessi avidi delle potenti lobby che di fatto guidano il nostro Paese , il loro sfacciato disinteresse per i beni comuni e per la salute ambientale e del cittadino , sommati al recente, vergognoso scandalo che evidenzia l’ennesimo fenomeno di “familismo” di cui è affetta la classe politica italiana e che coinvolge proprio la multinazionale Total e le sue attività estrattive in Basilicata, non fanno altro che rafforzare l’idea della bontà di questo referendum e della necessità di esprimere il proprio voto abrogando la legge sulle trivellazioni in mare.

Aldilà del risultato, comunque, questo referendum va inteso come una forte richiesta da parte dei cittadini italiani di un “cambio di rotta” per quanto riguarda le scelte politiche e ambientali di questo Paese. Non solo circa la necessità di abbandonare le fonti energetiche fossili per optare per quelle rinnovabili , ma anche a favore di un maggiore rispetto per l’ambiente, per l’organizzazione di un lavoro più accettabile e a misura d’uomo, per l’attenzione ai beni comuni come l’acqua , per la salvaguardia del suolo , per la cura e l’attenzione verso chi è in difficoltà, per la garanzia dei diritti che spettano ad ognuno , per un’esistenza “lenta” che permetta a noi tutti di tornare ad essere umani.

Abituati a lottare per ciò che amiamo, difendendo i nostri territori giorno dopo giorno, non possiamo esimerci da dire ancora una volta NO ( pur votando il SI’ ) ad opere che mirano esclusivamente a rimpinguare gli interessi enormi di pochi, a discapito della salute e del benessere di intere comunità e territori.

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Sabato 16 aprile/ Il rifiuto del lavoro

Sabato 16 aprile, al Fronte del Porto, la sala da thè del Porto Fluviale, via del Porto Fluviale 12-Roma, alle ore 17 e 30, presentazione del libro “Il rifiuto del lavoro” Bordeaux 2015

 La Coordinamenta parteciperà con Margherita Croce con un contributo sul rifiuto del lavoro riproduttivo e di cura.

” La teorizzazione del rifiuto del lavoro abbracciò, e non poteva essere altrimenti, la sfera del lavoro riproduttivo e di cura…La presa di coscienza che questo tipo di lavoro, non riconosciuto in quanto non produttore diretto ma indiretto di plusvalore, era un lavoro a tutti gli effetti e che, come tale,  il suo rifiuto investiva tempi e modi di vita che dovevano  essere rivoluzionati , fu fondamentale per razionalizzare la sofferenza ed il disagio che le donne sentivano, prima di tutto come militanti, nella pratica politica comune…”

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L’interno negato

L’interno negato: qualche riflessione su vagina e materialità

Nel secondo incontro di “Cose Nostre: un ciclo di incontri sulla vagina” abbiamo continuato il laboratorio di creatività vaginale cominciato nel primo. Anche questa volta, i temi emersi sono stati molteplici. Dopo l’incontro, ci siamo confrontate tra noi cercando di approfondire alcune riflessioni, per le quali la materialità ci si è riproposta come filo conduttore.

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Della vagina, c’è una visione esterna, quando c’è: nell’immaginario di molte, la vulva sostituisce la vagina. Dell’interno, c’è la percezione del vuoto o della problematicità, che può avere diverse sfaccettature: si può immaginare di avere dentro delle “cose problematiche”, ma a volte si prende contatto con il nostro interno solo se abbiamo dei problemi. Espropriate del nostro interno a tal punto, ci vogliamo chiedere come e perché?

La tecnologia ha contribuito ad allontanarci dalla materialità – anzi, forse proprio ad alienarci da essa: affidiamo sempre di più agli strumenti la capacità di definirci. Questo rapporto, però, andrebbe letto anche alla luce della mancanza di una condivisione di saperi (condivisione che non necessariamente c’era prima di un uso diffuso della tecnologia!) e del riconoscimento del ruolo che si affida al medico – o in generale, alla “figura esperta” – nella conoscenza di sé.

Riconosciamo inoltre un forte depotenziamento percepibile a livello fisico, esperienziale, e sociale. La vagina non è considerata una parte potente, forte, energica e resistente del corpo. Al contrario, viene associata ad emozioni come la vergogna (anche a seguito di esperienze di vita) o al sentirsi minacciate: in generale, la società ci ricorda, giorno dopo giorno, che la vagina è un “territorio di conquista”.

La gravidanza è l’illustre esclusa dai discorsi sulla vagina, in molti sensi e con molti effetti. In generale, vi è una confusione tra la gravidanza, intesa come cambiamento fisico importante, e la scelta della maternità. Spesso, quando si parla di questi cambiamenti fisici, lo si fa anche in un’ottica di paura della maternità, tralasciando però il vissuto corporeo, la sessualità, il desiderio sperimentati durante e dopo la gravidanza. Forse la gravidanza è il momento in cui la nostra materialità appare più evidente, e difficilmente viene esplicitato il legame tra la materialità non conosciuta del proprio corpo e le difficoltà con cui ci si approccia al discorso della gravidanza e della maternità: discorso che difatti viene sempre affrontato sul piano delle scelte, ma non su quello del corpo. La vagina durante la gravidanza, dunque, è spesso esclusa, insieme a tutto ciò che “modifica” la vagina da un’idea statica, come avviene col resto del corpo da una prospettiva prestazionale. Anche qui, vediamo un forte depotenziamento, che di fatto ha trasformato la maternità in scelta sempre più faticosa, sempre più medicalizzata, e sempre meno socializzata.

Il cambiamento e l’invecchiamento sono dei tabù fortissimi: non c’è nessun contesto sociale o familiare in cui ci sia uno scambio intergenerazionale di saperi ed esperienze legate alla materialità della vagina.

La cura di sé, tema del prossimo incontro, è proprio uno dei primi passi per riappropriarci di questa materialità.

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Terzo incontro di Cose Nostre/ Mercoledì 13 aprile

Terzo incontro di Cose Nostre | Un ciclo di incontri sulla vagina

Mercoledì 13 aprile faremo il terzo incontro del ciclo di Cose Nostre dedicato alla vagina. Il filo conduttore delle riflessioni sul secondo incontro, al di là delle nostre volontà precise, si è rivelato quello della materialità: spesso negata, ma da riprendersi e da viversi.

La negazione della materialità della vagina è spesso legata a doppio filo alla delega ai medici e, in generale, alle “figure esperte” della conoscenza del nostro corpo, oltre alla non condivisione di pratiche di autocura.

In questo terzo incontro, vorremmo indagare proprio questo tipo di approccio, e vorremmo praticare la condivisione di queste pratiche: invitiamo tutte a dirci (o portarci!) il proprio personale rimedio, o strategia di prevenzione, e così via.

Durante l’incontro, alcune compagne presenteranno la loro fanzine sulla candida.

L’incontro inizia alle 20.30, puntuali!

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L’Assalto della Chimera/Autodifesa Femminista

https://soundcloud.com/radio-stella-rossa/assalto-della-chimera-seconda-puntata

Questa è la seconda puntata della trasmissione femminista “L’assalto della Chimera” delle compagne di Genova su Radio Stella Rossa.

La puntata è incentrata sull’Autodifesa Femminista! Buon ascolto!

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Autodifesa femminista!

Tutta la nostra solidarietà alla compagna di Napoli! E’ necessaria l’autodifesa femminista!

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“Per me il fondo lo toccate ogni giorno,quando una ragazza cammina sentendosi dietro fischi e schiamazzi soprattutto in questo periodo caldo quando un pantaloncino e una canotta nel vostro immaginario giustificano atteggiamenti di prepotenza e superiorità maschile; ma lo avete toccato specialmente stasera mentre camminavate in gruppo e avete pensato bene di tirarmi dietro degli spicci ,più volte. Come se i soldi potessero essere una merce di scambio per ottenere il mio corpo,quella massa di carne e capelli biondi che camminava perché per voi altro non ero che un oggetto ,per cui cercavate di richiamare l’attenzione con un gesto cosí semplice quanto umiliante. Avrei dovuto farvele uscire dal culo le monete ma nel frattempo sono arrivati altri superuomini identici a voi ,perciò con grande rammarico farlo non era nelle mie corde,sono andata via. Non serenamente,senza quella tranquillità che qualsiasi essere umano si merita mentre torna a casa,io con voi mi vergogno di condividere il genere umano,siete ripugnanti,vi declasserei volentieri ad animali ma non lo farò perché l’unica cosa che mi fa stare un pochino più tranquilla in strada è un cane,ed è assurdo,veramente assurdo.
È assurdo l’automatismo sessista che vi fa vedere in una ragazza sola una preda che merita comportamenti umilianti ed è normale che vada così, secondo la maggioranza tanto non si fa niente di male,che volete che siano due parole e qualche spiccio. A Maria e Marina però viaggiare ‘sole’ ,come avete definito due donne senza compagnia maschile, è costato ritrovarsi in un sacco della spazzatura buttate via come se fossero immondizia ,allora i punti di contatto tra queste storie,e purtroppo molto altre,mi preoccupano . Al posto mio , o peggio di Marina e Maria ci possiamo essere tutte noi ,vittime di una categoria che stiamo cercando di tirarci via da dosso.
Tutto questo fa paura ed è una sensazione umana ,non dobbiamo chiuderci nella convinzione che sia sbagliato provarla,ma non otterete mai le nostre lacrime al contrario avrete tutta la nostra rabbia,noi abbiamo coraggio da vendere statene certi e continueremo a camminare ‘sole’,saremo sempre di più e ci prenderemo con le unghie con i denti e con i pugni libertà, uguaglianza e diritti!
Vi prometto che prima o poi in un modo o nell’altro quelle monete le mangerete,nel frattempo dormite pure sereni”
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Oggi accompagniamo Giulia a firmare!

Sabato 9/4 alle 18.30 accompagniamo Giulia a firmare

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1169830_1529149887380305_1937926160_nSabato accompagneremo tutti insieme Giulia a firmare alla caserma dei Carabinieri di Susa. L’appuntamento è li davanti alle 18.30 perchè se toccano una, toccano tutti.

Portare le bandiere! Avanti notav!

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Podcast della Trasmissione del 6/4/2016

” I Nomi delle Cose” /Puntata del 6/4/2016

”Elezioni USA e <femminismo di Stato>

 hillary-satanik-clinton
clicca qui

La Parentesi di Elisabetta “Controllo cosciente è una replica dell’8/4/2015, La Parentesi ricomincerà il 20 aprile 2016

https://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/04/09/la-parentesi-di-elisabetta-dell8042015/

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La Coordinamenta alla Calusca/1 aprile 2016

calusca 1Dibattito sul femminismo alla Calusca

“I ruoli, le donne, la lotta armata/Questioni di genere nella sinistra di classe”

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Referendum NOTRIV 17 aprile

VOTARE SI AL REFERENDUM NOTRIV DEL 17 APRILE 

notriv 1  “L’esecutivo del governo Renzi per mesi ha fatto di tutto (a livello lecito e sottobanco, mettendo in campo un mix di strumenti normativi e di ricatti basati su logiche di scambio) per evitare ad ogni costo che si potesse giungere a questo importante appuntamento referendario. La determinazione con cui l’attuale compagine governativa, in maniera a volte subdola e/o sfacciatamente vergognosa, ha finora perseguito la finalità di ostacolare l’idea stessa che milioni di italiani potessero dire la loro in materia di perforazioni per la prospezione, ricerca, coltivazione di idrocarburi, ha infatti aspetti davvero grotteschi, ”    http://www.notriv.com/

Il 17 aprile andare a votare e votare SI per sconfiggere le lobby petrolifere!

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Palinsesto del 6/4/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

Pagina di crowdfunding per una sottoscrizione
straordinaria per ROR. Sottoscrivete,sottoscrivete e fate girare:

https://www.produzionidalbasso.com/project/radio-onda-rossa-la-radio-di-chi-se-la-sente/

PALINSESTO di mercoledì 6 aprile 2016
ore 20.00 Apertura
ore 20,10 Attualità Femminista “ELEZIONI USA E FEMMINISMO DI STATO”

vortice 

ore 20.30 La parentesi di Elisabetta ” Controllo cosciente”

olga -scardinamento delle forme ore 20,35  QUESTIONI DI GENERE NELLA SINISTRA DI CLASSE:L’iniziativa della coordinamenta del 1 aprile alla Calusca di Milano

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org

per riascoltarci e per leggere i documenti http://coordinamenta.noblogs.org per ascoltarci in streaming www.ondarossa.info cliccando “ascolta la diretta”

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Eddi libera! Siamo tutte prigioniere politiche!

EDDI LIBERA!EDDI LIBERA! SIAMO TUTTE PRIGIONIERE POLITICHE!

 

Comunicato del Collettivo Universitario Autonomo di Torino:

Questa mattina a Eddi è stato notificato il divieto di dimora nel comune di Torino, lo stesso in cui vive e studia da anni. Il provvedimento costituisce un aggravamento della misura dell’obbligo di firma quotidiano a cui era sottoposta dallo scorso 16 marzo per l’operazione di polizia che ha colpito 7 studenti colpevoli di essersi mobilitati nella propria università contro la presenza di fascisti e razzisti. Il pretesto addotto dalla Questura per questo aggravamento? Il fatto che Eddi fosse presente alla contestazione avvenuta un paio di settimane fa in Rettorato in occasione della conferenza della CRUI sulla “nuova primavera delle Università”, quando per poter intervenire (a un incontro pubblico!) siamo stati spintonati e minacciati dalla Digos (rimandiamo al video di quella mattinata). Un fatto grave, l’ennesimo episodio di militarizzazione del nostro ateneo su cui non solo il Rettore non ha speso mezza parola, ma che oggi viene addirittura ritorto contro a una studentessa in maniera ridicola e pretestuosa.

Il divieto di dimora notificato a Eddi costituisce l’ennesima riprova del clima intimidatorio costruito su un uso massiccio e punitivo delle misure cautelari che da mesi denunciamo con la nostra campagna per la libertà di studiare. Impedire la frequentazione degli spazi universitari tramite la privazione della libertà o l’allontanamento forzato dai luoghi di residenza costituisce un fatto grave e vergognoso che non siamo disposti ad accettare, così come non è più tollerabile che momenti di mobilitazione e protesta all’interno dell’ateneo vengano usati per imporre misure di questo tipo. Da oggi continuiamo con ancora più forza la nostra campagna per la liberazione immediata di tutti e tutte.
Nel frattempo ieri si è svolto il tribunale del riesame per tutti e 7 gli studenti coinvolti nell’operazione del 16 marzo per aver cacciato fascisti e razzisti dall’Università e siamo in attesa di sapere se le loro misure verranno confermate o attenuate. Appena possibile daremo aggiornamenti sulla loro situazione.
EDDI LIBERA SUBITO, TUTTI/E LIBERI/E!
‪#‎LibertàDiStudiare‬ ‪#‎LibertàDiDissenso‬

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Debora TAV e TRIV


Debora TAV e TRIV

marzo 28th, 2016 by dumbles

ecofemminismo19Non ci fa mancare nulla la governatrice Serracchiani per rendersi più indigesta possibile.

Della sua passione per il TAV ne abbiamo accennato diverse volte, dai tempi in cui il TAV era irrinunciabile a quelli odierni in cui è diventato “diversamente” fattibile ma sempre finanziariamente indispensabile. E detto questo abbiamo già capito tutto su chi fanno carico i costi e chi i benefici.

Poi la governatrice, per un po’ è stata anche una noTRIV. Questo lo hanno ricordato in molti facendo girare giorni addietro il tweet in cui si diceva contro le trivellazioni in adriatico. “Oggi”, scriveva il 21 gennaio 2012, “ ho partecipato alla manifestazione per la difesa del mare Adriatico dai rischi delle trivellazioni petrolifere”.

Oggi invece, che contro le trivellazioni è stato indetto un referendum, lei invita all’astensione perchè il referendum, dice, è inutile.

Maggiori dettagli qui; in ogni caso la giravolta si spiega facilmente con l’avanzamento di carriera, da rottamatrice a vicepresidente del Passito Democratico che inibisce anche il risultato del referendum del 2011 sull’acqua pubblica rendendo possibile la gestione del servizio idrico anche a società per azioni. Alla facciaccia della volontà popolare.

E così la nostra, dai pozzi petroliferi, ai pozzi artesiani, non finisce mai di essere rappresentante di interessi lobbistici.

A proposito di acqua, qui da noi, piace lo slogan “Debora Serracchiani giù le mani dai pozzi artesiani!” poiché governa una regione sempre più interessata a chiudere le fontane (o comunque a ridurne la portata) ed a spingere verso l’obbligo di acquedottizzazione.

Un pozzo di cupidigia

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La guerra utile

La guerra utile

Pubblicato il 3 aprile 2016 · in Schegge taglienti ·

di Alessandra Daniele

Barile“Possiamo sempre pagare metà dei poveri per ammazzare l’altra metà” (Gangs of New York)

Prima il figlio di Lupi, poi il padre della Boschi, adesso il compagno della Guidi, è questo il vero Family Day.
Ministre e deputate renziane sono la prova più evidente della parità di meriti fra uomini e donne.
L’Esercito Delle Dodici Sceme ha infatti dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che le donne possono essere cialtrone e cazzare esattamente quanto i loro colleghi uomini.
La prossima ad essere beccata col sorcio in bocca probabilmente cercherà di giustificarsi dicendo d’essersi altruisticamente prestata a intrallazzare al posto di qualcuno che per motivi fisici non poteva farlo, ma che lo desiderava tanto. La cosiddetta Delinquenza Surrogata.
Non è soltanto la ministra Guidi però ad andare a letto con la lobby dei petrolieri, è tutto il governo.
Anche per questo ci ha portato in guerra.
Una guerra utile. E non solo ai petrolieri.
Il conflitto sociale è inevitabile, a maggior ragione in tempi di crisi. Non può essere eliminato, né represso indefinitamente. Quindi va controllato.
Il miglior modo di controllare il conflitto sociale è incanalarlo in una contrapposizione sterile, che sostituisca le concrete e legittime rivendicazioni economiche con qualche motivazione astratta, puramente ideologica o etnico-religiosa, e di conseguenza sposti la mira dal nemico di classe all’infedele, il diverso, lo straniero. Sostituendo la lotta di classe con una rappresentazione nella quale paladini e saraceni si scagliano fragorosamente gli uni contro gli altri, manovrati entrambi dallo stesso puparo.
Il conflitto sociale così smette d’essere un problema per il capitalismo, e diventa una risorsa, una fonte di guadagno. La giustificazione per razzie e occupazioni all’estero, e leggi repressive in patria. L’argomento ideale per talk show, saggi letterari, e campagne elettorali. L’occasione per vendere armi a entrambe le fazioni, e naturalmente per fare benzina.
Attentato dopo bombardamento, bombardamento dopo attentato, la fornace si autoalimenta, e dopo un po’ non c’è più neanche bisogno di pagarli i poveri per ammazzarsi a vicenda.
L’istinto primario del capitalismo – trasformare tutto in un business – l’ha portato a legare alla sua macina anche i quattro cavalli dell’Apocalisse.
In particolare è la guerra il motore del tardo capitalismo. Un motore a scoppio.
Il carburante che brucia siamo noi. Le nostre paure, e quando serve le nostre vite.
Giorno dopo giorno, le fiamme che bruciano le case delle vittime riscaldano quelle dei mandanti.
Per il secondo principio della termodinamica però, l’incendio si diffonde.
E non c’è conflitto che possa essere controllato in eterno.
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Manifestazione Nazionale a Catania il 16 aprile!

Come tutti saprete, il 16 aprile si terrà a Catania la manifestazione contro Frontex promossa dalla Rete antirazzista catanese, il Movimento No MUOS ed altri. Come Rete contro la guerra e il militarismo abbiamo aderito condividendo fino il fondo la battaglia contro la chiusura delle frontiere ed il razzismo per il diritto all’accoglienza di tutti gli immigrati e contro la militarizzazione dei territori e la guerra. C’è la necessità anche qui a Napoli di riprendere questi temi e di provare a lanciare una mobilitazione per il giorno 16 in supporto alla manifestazione di Catania.

Per discuterne ed organizzarla insieme vi invitiamo all’

Assemblea pubblica che si terrà Mercoledì 6 aprile ore 17,30 c/o l’ex Asilo Filangieri – vico G. Maffei, 4 – Napoli Rete contro la guerra e il militarismo

 

Appello dei compagn* sicilian*

 Appello per una mobilitazione euromediterranea per il primo anniversario del naufragio del 18 aprile 2015/ Contro la Fortezza Europa per la smilitarizzazione della Sicilia !

No a Frontex, No alla Guerra, No al razzismo !

Le attività dell’agenzia Frontex sono sempre più visibili non solo in mare ma nel territorio siciliano. La scelta di aprire 5 hot  spot (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta e Trapani) nella nostra isola ed ancor di più le decisioni assunte a Malta a novembre 2015 perseguono l’orrore di dividere i migranti “economici” dai richiedenti asilo politico. Contrattando con i peggiori regimi liberticidi e corrotti in Africa e Medioriente i governi europei vorrebbero rimpatriare intanto 400.000 “irregolari”. Mentre l’UE impone al governo italiano l’ uso della forza per prendere le impronte digitali ai/lle migranti, applicando ottusamente l’odioso regolamento di Dublino.

La Sicilia è stata nel corso degli anni sempre più militarizzata: Sigonella, il Muos, i droni, i depositi di armi, i radar di Lampedusa l’hanno trasformata in un arsenale di guerra a cielo aperto. Allo stesso modo l’apertura dei CIE e del Cara di Mineo l’hanno resa il più grande lager d’Europa, dove donne e uomini migranti, attendono in media 18 mesi l’esame della commissione, subiscono violenze fisiche e psicologiche e in più aumentano le migranti indotte alla prostituzione.

Ci opporremo con tutti i mezzi ad un’ulteriore militarizzazione delle nostre coste e dei nostri mari, non possiamo restare a guardare mentre migliaia di donne, bambini e uomini muoiono nel Mediterraneo come se già non bastassero le uccisioni, le violenze subite dagli uomini e gli abusi sessuali perpetrati nei confronti delle donne in Libia.  La Fortezza Europa, soprattutto nel 2015, ha gettato la maschera: le polizie dei paesi europei dell’est hanno sparso centinaia di km di filo spinato lungo le frontiere ( picchiando chi le violava), quelli dell’Ovest hanno sospeso Schengen ed imposto l’esproprio dei miseri beni dei profughi per “ripagarsi l’eventuale asilo politico.. Lo spettro di una nuova apartheid prende corpo ed addirittura le destre xenofobe fanno le loro fortune elettorali, alimentando l’allarme “invasione” di probabili terroristi dell’Isis. A questa tragica realtà i governi europei sono capaci di rispondere blindando  i  confini  per impedire le partenze: versare 3 miliardi di euro al macellaio turco Erdogan per “accogliere” in nuovi lager i profughi siriani e kurdi è un ennesimo crimine contro l’umanità. Ma l’UE e gli Usa sanno fare di peggio: preparano  un nuovo intervento armato in Libia ed  ancora considerano “terrorista” il PKK, alla guida della resistenza kurda , che finora ha sconfitto i terroristi dell’Isis. Per salvare le vite umane occorrono: corridoi umanitari con il nord Africa ed il Medioriente (nei paesi limitrofi alle zone di guerra), un cambiamento radicale delle politiche sull’immigrazione e l’istituzione di un diritto d’asilo europeo.

L’apertura di una sede della famigerata agenzia Frontex a Catania rappresenta un insulto e una grande vergogna per tutta la popolazione siciliana. Catania è una città aperta all’accoglienza, antirazzista, da sempre ponte tra i popoli. L’agenzia Frontex e l’operazione Triton sono programmi militari dell’Unione Europea volti alla chiusura delle frontiere e al respingimento dei migranti, non hanno nulla a che vedere con l’accoglienza e il salvataggio delle vite di chi per fame, guerra e disperazione è costretto, a causa delle legislazioni liberticide europee, ad attraversare il mediterraneo su barconi insicuri e schiavo di trafficanti di esseri umani. Appaiono terrificanti i festeggiamenti di gran parte del mondo politico di fronte a questa vergognosa presenza e si manifesta per l’ennesima volta l’enorme ipocrisia di chi finge di piangere per le morti in mare e per le stragi di migranti e poi si rende complice di politiche, quali quelle di Frontex, che non fanno altro che alimentare  naufragi ed incoraggiare traffici di esseri umani. Frontex e Triton sono azioni di guerra ai migranti inaccettabili e razziste. L’utilizzo di uno spazio pubblico, come il Monastero di Santa Chiara, per ospitare la sede dell’agenzia militare Frontex ( soprattutto nella nuova versione di “polizia di frontiera europea”) è un insulto all’intera città che vede sempre più ridursi gli spazi sociali destinati a scuole, a servizi sociali, all’aggregazione. E’ vergognoso che  il Sindaco Bianco si permetta di regalare uno degli immobili più importanti della città per il coordinamento di operazioni militari per il respingimento di migranti, inventandosi che si tratti di “accoglienza”.

Catania e la Sicilia non meritano questo affronto, prepariamoci a respingere Frontex!

Frontex non ha diritto ad occupare alcun edificio, né qui né altrove. Chiamiamo alla costruzione di un mobilitazione unitaria euro mediterranea per il primo anniversario del naufragio del 18 aprile (la più grande tragedia nel Mediterraneo dal secondo dopoguerra) , ad una manifestazione nazionale NoFrontex a Catania il 16 aprile ed a un Incontro interetnico di fronte al Cara di Mineo il 17 aprile.

Per il diritto d’asilo europeo ai rifugiati ed alla libera circolazione per tutti i migranti

No al regolamento di Dublino!  No a Frontex !

Apriamo le frontiere! Chiudiamo tutte le galere etniche (Cie, Cara, Hot Spot)!

Nel Mediterraneo mai più naufragi:l’Europa fortezza è causa delle stragi!

 

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