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Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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Podcast della Parentesi del 20/4/2016
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La Parentesi di Elisabetta del 20/4/2016
“Richiamare gli ambasciatori”
Qualche giorno fa la Corte d’Assise di Varese ha assolto “perché il fatto non sussiste” due carabinieri e sei poliziotti dall’accusa di omicidio preterintenzionale, abuso di autorità su arrestato, abbandono di incapace e arresto illegale in relazione alla morte di Giuseppe Uva, deceduto la mattina del 14 giugno 2008 all’ospedale Circolo di Varese dopo aver trascorso parte della notte in caserma. Il procuratore di Varese Daniela Borgonovo, nelle scorse udienze aveva chiesto l’assoluzione, richiesta che è stata accolta.
Giuseppe Uva aveva trascorso la notte tra il 13 e il 14 giugno 2008 in alcuni bar di Varese insieme all’amico Alberto Biggiogero Ubriachi, stavano spostando delle transenne per chiudere al traffico una strada quando furono fermati dai carabinieri e portati in caserma. Nel corso della notte, Uva fu trasportato con trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove morì la mattina del 14 giugno. Come Stefano Cucchi, Giuseppe Uva era nelle mani dello Stato e come loro due era nelle mani dello Stato la ragazza che, nella caserma del Quadraro a Roma, arrestata per aver tentato di rubare una maglietta all’Oviesse, fu stuprata da tre carabinieri e un vigile urbano.
Tra gennaio e febbraio di quest’anno, al Cairo è stato ucciso Giulio Regeni, una storia che tutti conoscono e ancora aperta.
Salta agli occhi la solerzia, la precisione e l’acume con cui la stampa italiana ha “smascherato” le varie versioni delle fonti egiziane, le comunicazioni dello Stato egiziano, le informazioni che sono state fornite dalla polizia locale.
Certo è difficile credere che gesù cristo sia morto di freddo, come dice un noto detto popolare, i segni di tortura sono difficilmente contrabbandabili con gli effetti di un incidente stradale. I nostri acuti politici e giornalisti non ci sono certo cascati.
Ma è altresì difficile pensare che Stefano Cucchi o Giuseppe Uva si siano picchiati da soli e dato che erano nelle mani dello Stato e non c’era nemmeno la possibilità di un “incidente stradale” siano morti di freddo.
Allora perché rispetto a quello che succede a casa nostra giornalisti, magistrati, donne comprese, dato che il procuratore di Varese è una donna e non mi pare che le tendine rosa nella magistratura portino un qualche benefico effetto, diventano improvvisamente così poco intuitivi, così strabiliantemente creduloni e poco critici?
Non è che vale lo stesso principio che vale per le lotte di liberazione, per le proteste nelle piazze, per i militanti politici di altri paesi? Vale a dire che se ne parla in maniera positiva, si elogiano e si analizzano positivamente solo se sono altrove o in un altro tempo? Così ci si può far belli e belle senza sforzo e senza rischio e si possono pretendere patenti di democraticità e di rigore.
L’area della comunicazione sociale è un vero e proprio terreno di scontro. La declinazione e la traduzione delle notizie assume un’importanza enorme. A seconda di come si parla di un evento, questo può essere falsificato, rimosso, sostituito e i processi di stravolgimento provocano una codificazione fuorviante e fraudolenta.
Mentre, un tempo, esisteva una comunicazione apertamente di parte ed ognuno/a leggendo e ascoltando, inseriva le informazioni nella collocazione che queste rivendicavano, ora i media mainstream e collaterali non sono più di parte, non sono più neppure asserviti al sistema di potere, ma ne sono parte integrante. Scelgono sempre e remano sempre in coro nella direzione che la scala di valori neoliberista esige.
Questo processo di integrazione neoliberista è accaduto per tutti i gangli dello Stato, ognuno al suo livello ed ognuno per la sua parte e nello svolgimento del suo specifico compito.
Per questo non possiamo che rifiutare a tutto campo il carattere alienato della comunicazione dell’ideologia vincente perché la posta in gioco è la nostra stessa sopravvivenza come individui e come esseri sociali.
Qualche giorno fa si è chiuso il vertice tra italiani ed egiziani sul caso Regeni. La collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi può considerarsi di fatto interrotta. Gli inquirenti e gli investigatori italiani si sono detti delusi, non hanno ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani. La delusione della delegazione italiana che ha preso parte alla due giorni di confronto è legata, come emerge anche da un comunicato emesso dalla Procura, dalla mancata consegna, tra l’altro, dei tabulati telefonici di una decina di utenze riconducibili ad altrettanti cittadini egiziani. Inoltre, secondo quanto si apprende , non sono state consegnate anche le richieste “relative al traffico di celle”. Tutti elementi ritenuti indispensabili dalla Procura di Roma .
Immediata la reazione del governo italiano. Il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell’Ambasciatore al Cairo Maurizio Massari.
In base a tali sviluppi – comunica la Farnesina – si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative da prendere per accertare la verità sull’ omicidio di Regeni.
E noi, per Giuseppe Uva, per Stefano Cucchi, per la ragazza del Quadraro, per tutti gli altri e le altre a cui è stata fatta violenza o sono morti nelle mani dello Stato, quando richiamiamo gli ambasciatori per prendere iniziative urgenti per accertare la verità?
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Lettera aperta a chi crede nel 25 aprile
Dalla lista femminista Sommosse
Vi prego di leggere, far circolare, condividere. E soprattutto di essere presenti al corteo serale del 25 aprile perché i nostri figli e le nostre figlie, le nostre amiche e i nostri amici, possano essere in piazza attraverso la nostra presenza.
LETTERA APERTA A CHI CREDE NEL 25 APRILE, E RICONOSCE COME FONDANTE
DELLA NOSTRA SOCIETA’ IL VALORE E LA PRATICA DELL’ANTIFASCISMO.
Siamo le madri e i padri, i familiari e i tanti amici dei 28 ragazzi e ragazze che, nella nostra città-medaglia d’oro per la Resistenza-, sono stati sottoposti a misure cautelari molto dure. Non per aver rubato soldi pubblici nè per aver avvelenato l’aria con la polvere di amianto ma per aver lottato contro il treno ad alta velocità Torino-Lione, oppure per aver difeso le aule universitarie dai tentativi sempre più frequenti di infiltrazione da parte dei fascisti torinesi, o ancora per aver manifestato in corteo contro la presenza e i comizi di un partito xenofobo e razzista che ben conosciamo.
Ebbene questi ragazzi sono stati “incarcerati in casa”, in stretto isolamento, costretti quindi alla perdita del loro lavoro, allontanati dalla frequentazione dei loro corsi universitari (per cui hanno pagato tasse sempre più alte) e dei loro amici, o di tutte queste cose insieme. Tutti, privati dei loro affetti.
E tutti noi familiari, privati dei nostri figli, o sottoposti con loro a restrizioni personali molto forti; obbligati a tener fuori da casa nostra l’idraulico o il nonno o il postino; svegliati durante la notte dai frequenti, pretestuosi, controlli di solerti forze dell’ordine. Con l’angoscia e la consapevolezza che, per i nostri figli, si sta creando un chirurgico isolamento sociale.
Questi ragazzi, che sono tutti in attesa di processo, quindi non ancora giudicati da sentenza, vivono questa repressione per aver fatto quello che NOI gli abbiamo insegnato : valori antifascisti e di solidarietà; quello che NOI, forse per stanchezza, o per il troppo impegno che oggi è indispensabile per mantenere a galla noi stessi le nostre famiglie e le nostre case, non facciamo più. Magari pensiamo, e giudichiamo. Ma non agiamo.
Loro invece sì, agiscono quotidianamente. Con coraggio, con intelligenza del presente, con
generosità e simbiosi con gli ultimi.
Non con la violenza, agiscono, ma con una cosa semplice dal nome antico che tutti conosciamo: la libertà di dissenso, il coraggio della partecipazione.
NOI glielo abbiamo insegnato, e allora , davvero ritenete di poterci sostituire, di poter far meglio di noi, nell’educazione politica e sociale dei nostri figli, comminando isolamento e punizione e impoverimento prima del processo?
Tutti questi ragazzi sono nostri figli ed è giunto il momento, per noi, di agire per loro.
I nostri ragazzi non sono solo “nostri”, perché lottano ogni giorno per migliorare il futuro di tutti/e, senza anteporre interessi personali.
Oggi come genitori e parenti prendiamo temporaneamente il loro posto perché dei giudici poco imparziali continuano a privarli della libertà punendoli senza che ancora ci sia una sentenza. Si dice che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, in queste e altre vicende non vi è nemmeno un processo.
Testimoniamo la loro assenza con i nostri corpi e con le loro idee, per la costruzione di un
presente migliore e per un futuro di diritti uguali per tutti e tutte.
Siamo qua, pronti a prendere il loro posto, almeno per un poco, almeno fino a che ce la faremo.
Con i nostri corpi.
Invitiamo tutti coloro che, come noi e i nostri figli, credono nei valori e nelle pratiche
dell’antifascismo di partecipare alla fiaccolata del 25 aprile. Ore 20 piazza Arbarello.
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Palinsesto del 20/4/2016
ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa
PALINSESTO di mercoledì 20 aprile 2016
ore 20.00 Apertura“….RESISTI RESISTI RESISTI…Resistenza è quando faccio in modo che ciò che non mi sta bene non accada più” REFE,Relazioni Femministe-Digitalis Purpurea-dicembre 2012-Liberamente ispirato a “Disoccupate le strade dai sogni” di Alois Prinz
ore 20,10 RIFLESSIONI FEMMINISTE SUL FASCISMO
“L’ideologia fascista”/“Il fascismo neoliberista”
ore 20.30 La parentesi di Elisabetta “Richiamare gli ambasciatori”
ore 20,35 ANTIFASCISMO MILITANTE
Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org
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www.ondarossa.info cliccando “ascolta la diretta”
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straordinaria per ROR. Sottoscrivete,sottoscrivete e fate girare:https://www.produzionidalbasso.com/project/radio-onda-rossa-la-radio-di-chi-se-la-sente/
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Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, Capitalismo/ Neoliberismo, memoria, Palinsesti, Trasmissione RoR - I Nomi delle cose
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Dove sono andati?
Dove sono andati?
La votazione di ieri non ha raggiunto il quorum. Il referendum, quindi, è invalidato.
Dove sono andati tutti quelli/e che salgono sui tetti perché hanno perso il posto di lavoro? dove sono andati tutti gli insegnanti che manifestano un giorno si e l’altro no davanti al ministero della Pubblica Istruzione?….. e tutti i precari/e, malpagati, sfruttati, sempre in bilico tra un lavoro da fame e la disoccupazione? e quelli/e senza casa o che l’hanno perduta? e i commercianti che chiudono?……. i genitori che non hanno i soldi per la mensa dei figli? e quelli tartassati da Equitalia? e i pensionati che non arrivano neanche alla terza settimana?……e quelli che la pensione non l’avranno per niente? e gli studenti che non riescono a pagare neanche le tasse scolastiche?……
Sono andati al mare? bene, la prossima domenica non troveranno più neanche quello!
Grazie comunque a tutti/e quelli/e che hanno votato SI!
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Hic Sunt Terrones
Hic Sunt Terrones
di Alessandra Daniele
I leghisti entusiasti del blocco del Brennero non si rendono conto di ciò che significhi. Quella barriera dimostra innanzitutto che quando l’Europa si rinchiuderà nella sua Panic Room, circondandosi di mura e fossati come un castello medievale, lascerà fuori l’Italia.
E questo non soltanto perché l’Italia abbia quasi 8.000 chilometri di coste, e sia perciò considerata indifendibile.
Fra i barbari che l’Europa vuole lasciar fuori non ci sono soltanto i profughi e i migranti che il nostro paese vorrebbero solo attraversarlo in fretta come uno Stargate, ma anche gli italiani che ci sono nati.
Salvini si crederà pure ontologicamente superiore a magrebini e siriani, ma per un austriaco, e specialmente per certi austriaci della sua stessa colorazione ideologica, Salvini con quella barba e quell’accento è in realtà pressoché indistinguibile dagli altri terroni pezzenti che premono alle sacre frontiere dell’EUReich
A dispetto di tutte le loro verdi fantasie Padanoceltiche, sulle cartine europee la scritta Hic Sunt Terrones è molto più in alto di dove i leghisti la vorrebbero.
Si dice che l’Italia sia considerata il Giardino d’Europa. E infatti il giardino sta fuori.
Si usa per qualche barbecue, magari per coltivare i pomodori, per pisciare il cane, per seppellire qualche carogna, ma quando si chiude la porta, il giardino e tutta la fauna che lo infesta restano fuori.
Come il nostro piccolo petulante reuccio cazzaro resta fuori dai vertici internazionali che contano, quelli nei quali si decide veramente qualcosa.
Come l’Italia resta fuori dal giro economico grosso, espropriata di tutte le industrie strategiche, di tutte le leggendarie esclusive alimentari, e ridotta a sguattera degli speculatori.
In effetti, l’Italia è come il giardino di un hoarder: sempre più uno sterrato ricoperto di spazzatura, erbacce velenose, vecchi copertoni, poltrone sventrate, pezzi di legno marcio, chiazze di liquame, e lavatrici arrugginite dove fanno il nido i topi.
Più che un giardino, è una discarica, nella quale i leader istituzionali esortano i cittadini a votare solo quando già sanno che non servirà a niente, e quando il voto potrebbe davvero servire a qualcosa, li diffidano dall’avvicinarsi alle urne.
Una discarica dove, nonostante l’overdose di pesticidi, proliferano gli scarafaggi.
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Domenica 17 Aprile Vota SI!
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Oggi a Napoli!
Oggi a Napoli!
“Un centinaio di manifestanti oggi, con i fazzoletti al collo per ricordare
i partigiani e la loro lotta di liberazione, hanno contestato la kermesse
del PD alla Stazione Marittima, dove era presente Maria Elena Boschi e la
candidata sindaco Valente.”
https://www.facebook.com/exopgjesopazzo
I manifestanti sono stati caricati a freddo dalla polizia.
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Liberiamoci della Bestia/Il nuovo libro di Daniela Pellegrini
Liberiamoci della Bestia/Il nuovo libro di Daniela Pellegrini
https://www.facebook.com/liberiamocidellabestia/
di Luisa Vicinelli
https://wwwfacebook.com/luisa.vicinelli?fref=nf.
L’ho riletto nella versione cartacea, finalmente disponibile per tutte, a richiesta e in qualche libreria. Liberiamoci della bestia di Daniela Pellegrini è un libro nello stesso tempo sferzante e avvolgente. Personalmente ha squarciato gli ultimi veli che ancora mi permettevano di guardare alla nostra cultura con un seppur labile sguardo giustificatorio. Poco importa se i suoi fautori sono stati affascinati dalla ferocia della belva oppure se nel susseguirsi demenziale di interessi economici e carenze affettive che è la storia sia nato questo patriarcato ( e se non è del cazzo, che patriarcato è?) o ancora se l’invidia generativa e la paura della vita che poi muore abbiano innescato una reazione demenziale come quella di uccidere gli altri a più non posso per sentirsi più sicuri: parafrasando una canzone il fatto è “che ci costringono a vivere una vita da sceme”, con i loro modelli, le loro leggi, le loro stragi. Daniela mi ha dato la sensazione fisica di essere immersa in un delirio, di essere circondata da un’accozzaglia di pazzi che comandano e non sanno cosa sia la responsabilità, che parlano e distruggono qualsiasi discorso, che amano e uccidono, che chiamano a raccolta eserciti e che costruiscono recinti invalicabili intorno a categorie di persone. Non credo e non ho voglia di vedere se gli uomini maschi possono cambiare: nel rispetto di ogni differenza (plurale e non contrappositiva come dice il libro) facciano quello che vogliono o che possono. Ma la chiamata alle donne, ai loro saperi, il ripartire dalla materia del mondo fra noi mi entusiasma. Un SI deciso al separatismo, alle pratiche e al confronto fra noi, agli incontri sul web, ma soprattutto in presenza. Non sono ancora sicura che il luogo terzo di cui parla Daniela, dove il due contrappositivo viene sostituito dai molti, dai diversi, da tutti e da ciascuno sia già (o mai lo sarà?) possibile con l’omicida/riproduttore seriale che è modello, occulto o meno, per ogni uomo. Non credo però che sia importante, per ora: per parlarne e sperimentare bastano le innumerevoli differenze che ci contraddistinguono e che non aspettano altro che la consapevolezza di sé per manifestarsi.
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17 e 18 Aprile-Giornate di resistenza
17 e 18 APRILE – GIORNATE DI RESISTENZA

ore 09.30 pulizia del sentiero per la Maddalena.
Appuntamento in piazza fraz. Sant’antonio/RAMATS
ore 15.00 mostra dei disegni di Giovanni Russo e intervento teatrale di Paola Francesca Iozzi
canti e musica con l’Anonima Coristi
racconti e merenda condivisa
appuntamento in piazza fraz. Sant’Antonio / Ramats
18 aprile:
ore 9.00 presidio davanti al tribunale di Torino.
Il 18 aprile si terrà l’ultima udienza di un processo contro due ragazzi accusati di aver sequestrato e rapinato un carabiniere nei boschi della maddalena il 3 luglio 2011.
Tentano per l’ennesima volta di dividerci, di isolarci.
Quel 3 di luglio migliaia di persone di ogni genere ed età hanno scelto di rompere la routine quotidiana e di mettersi in gioco, rischiando anche la propria incolumità, non per soldi, né per fama, ma per difendere un pezzo di questa valle e un’idea diversa di “progresso”.
Tutte loro sono l’esempio di cui la nostra storia narra.
Tutto ciò che è accaduto in quella magnifica giornata di luglio è patrimonio di un movimento che lotta e resiste ancora oggi e nessun tribunale riuscirà a riscrivere questa storia!
Movimento NO TAV
Al Liceo Virgilio è arrivato anche il SAP(Sindacato autonomo di polizia)
Al Liceo Virgilio è arrivato anche il SAP (Sindacato autonomo di polizia) a portare solidarietà alla preside!
Podcast della trasmissione del 13/4/2016
” I Nomi delle Cose” /Puntata del 13/4/2016
” Non lasciamole sole!”
“Collegamento dalla Sardegna con una compagna di <Nobasinequinealtrove>/Facciamo il punto sulle lotte antimilitariste /Presidio al tribunale dei Minori di Cagliari per le compagne che saranno processate il 21 aprile” “Catania NO FRONTEX 16 aprile/Dogma/ABORTO LIBERO E GRATUITO”
clicca qui
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21 aprile/NON LASCIAMOLE SOLE!
PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ PER LE ANTIMILITARISTE
21 APRILE 2016 ORE 09.00
TRIBUNALE DEI MINORI –CAGLIARI
Il tre novembre scorso nel poligono di Teulada è stata bloccata la più grande esercitazione Nato degli ultimi 15 anni, la Trident Juncture!
Il 21 aprile si terrà il primo processo nei confronti delle antimilitariste minorenni denunciate
per ingresso arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato.
NON LASCIAMOLE SOLE!
La Trident Juncture coinvolgeva 30 Stati, 36.000 militari, 60 tra navi e sottomarini e 140 tra aerei ed elicotteri ed era ospitata nei poligoni, nelle basi navali e negli aeroporti militari di Portogallo, Spagna e Italia. Un’esercitazione che si inseriva nella strategia generale del riarmo e dell’aumento generalizzato della spesa militare con una programmazione che prevedeva di testare nuovi strumenti aggressivi entro il 2016.
Nei paesi coinvolti non sono mancate le mobilitazioni contro questa devastante esercitazione e in Sardegna un migliaio di persone hanno partecipato alla manifestazione per bloccare la macchina bellica. Dentro il poligono è entrato un gruppo di persone riuscendo a interrompere l’esercitazione per un paio di ore.
Il 21 aprile si terrà il primo processo nei confronti delle antimilitariste minorenni, denunciate secondo l’articolo 682 c.p, per “Ingresso arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato”.
E’ evidente che dove inizia l’interesse militare dello Stato finisce la libertà delle persone che vogliono opporsi alla violenza, alla devastazione del proprio territorio, all’occupazione militare e al blocco militare delle frontiere.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio di solidarietà per rivendicare ancora una volta la libertà di contrastare chi lavora, finanzia e si mette al servizio di un Stato che progetta nuovi crimini di guerra.
A FORAS SA NATO DE SA SARDIGNA E DE SU MUNDU
NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA
rete NoBasi NeQuiNeAltrove
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16 aprile/Presidio a Napoli contro le aggressioni imperialiste
CONTRO LA FORTEZZA EUROPA! In contemporanea con la manifestazione antirazzista di Catania per dire No a Frontex, No alla guerra, No al razzismo
APPUNTAMENTO Sabato 16 Aprile ore 17,00 Via Toledo (fermata metro Linea 1) – Napoli
Ergendo muri, barriere di filo spinato e schierando carri armati e militari a protezione dei suoi confini, l’Europa è diventata una fortezza impenetrabile per migliaia di immigrati, lasciati in condizioni disumane in quei veri e propri lager che sono i campi profughi e gli hotspot.
L’agenzia Frontex dal 2004 coordina il controllo delle frontiere degli Stati Ue e le azioni di repressione, identificazione e respingimento degli immigrati.
Con la scusa di fermare i flussi migratori ben 5 missioni militari sono operative nel Mediterraneo, diventato una grande base militare per le prossime aggressioni di USA ed Europa ai paesi dell’Africa e del Medioriente. Quelle stesse aggressioni che sono la causa dell’enorme flusso di disperati la cui unica colpa è quella di non voler morire di fame o sotto le bombe lanciate dai nostri governi.
Non possiamo essere complici di questa barbarie.
Schieriamoci dalla parte dei dannati della terra lottando insieme per i loro e i nostri diritti.
Opponiamoci agli interventi militari in Libia e ovunque nel mondo.
Lottiamo per la fine di questo sistema che per i profitti di pochi genera guerra e sfruttamento.
Rete contro la guerra e il militarismo
https://www.facebook.com/events/100150270389487/
https://www.facebook.com/retecontroguerramilitarismo.na
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Palinsesto del 13/4/2016
ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa
PALINSESTO di mercoledì 13 aprile 2016 ore 20.00 Apertura
“Nessuna pace per chi vive di guerra”
ore 20,10“Collegamento dalla Sardegna con una compagna di <Nobasinequinealtrove>/Facciamo il punto sulle lotte antimilitariste /Presidio al tribunale dei Minori di Cagliari per le compagne che saranno processate il 21 aprile” “Catania NO FRONTEX 16 aprile”
ore 20.30 La parentesi di Elisabetta ” Dogma”
ore 20,35 “ABORTO LIBERO E GRATUITO”
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