Prigioniere/Spagna/Approvata estradizione per una compagna anarchica

Qui potete ascoltare il messaggio della compagna:

https://solidaritatrebel.noblogs.org/post/2016/05/30/paraules-de-solidaritat-amb-el-banc-expropiat-de-la-companya-detinguda-el-13a/

Ogni cuore è una bomba a orologeria

http://www.informa-azione.info/prigioniere_spagna_approvata_estradizione_per_compagna_anarchica

Lo scorso 13 aprile i Mossos d’Esquadra, in collaborazione con la polizia tedesca, portano a termine tre perquisizioni. Due in case private ed una in una occupazione, Blokes Fantasma.
L’operazione repressiva termina con l’arresto della nostra compagna, che aveva un’ordine europeo di arresto, per l’accusa mossa dalla Germania di aver partecipato ad una espropriazione ad una banca tedesca nel 2014.

Dal 14 Aprile  in regime di isolamento nella prigione di Soto del Real (Madrid) e, nonostante abbia manifestato la propia volontà di non essere estradata, la giudice Angela Murillo, della quarta sezione dell’Audiencia Nacional, ha ceduto (come sempre) alla volontà dello stato tedesco e lo scorso 26 Maggio ha notificato la consegna della nostra compagna in un periodo massimo di 10 giorni, dopo i quali entrerá in un carcere di massima sicurezza.

La PM di Aachen (Germania) è la stessa che lo scorso 24 giugno ha emesso un ordine europeo di fermo e detenzione contro una compagna anarchica olandese, che è stata arrestata alla frontiera greco-bulgara, dove è stata detenuta per due mesi.
Più tardi è stata estradata a Colonia, dove è rimasta in carcere per 4 mesi, anche lei con l’accusa di di una espropriazione ad una banca tedesca nel 2013. Dal 16 dicembre scorso è in libertà con cauzione, in attesa del processo.

Quello che i potenti chiamano crisi, non e`altro che una ristrutturazione capitalista che, da un lato ci conduce alla precarizzazione, pauperizzazione e incertezza delle nostre vite, e dall’altra deve reprimire ed imprigionare tutte le persone che decidono di lottare e ribellarsi contro questa vita di miseria alla quale vogliono condannarci.
Chiari esempi sono la “ley mordaza” (ndt.legge bavaglio), il nuovo codice penale, la nuova legislazione antiterrorismo… Continua a leggere

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Da qui non ce ne andiamo

Torino

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Stupro de L’Aquila,se parli ti diffamo!

Stupro de L’Aquila, se parli ti diffamo! 8 giugno assemblea di compagne

da cagnesciolte.noblogs.org

Invitiamo tutte le donne ad una assemblea alle Cagne Sciolte (via
ostiense 137b) mercoledi 8 giugno alle ore 18.30  perchè a distanza di
tempo, a processo finito, c’è una evidente azione persecutoria tesa a
rintracciare, individuare e colpire quella solidarietà di donne espressa
in vario modo durante il processo per lo stupro dell’aquila.

L’audio da Radio Onda Rossa

E’ il 12 febbraio del 2012 quando Rosa si trova con una sua amica in discoteca a Pizzoli. E’ sabato sera e all’Aquila fa molto freddo. Nella
discoteca non ci sono tante persone se non quei militari che il
terremoto ha portato là per l’operazione “strade sicure”.
Verso le quattro Rosa verrà ritrovata in mezzo alla neve, con una
temperatura sotto zero, mezza nuda, sanguinante e in stato di non
coscienza. Altri cinque minuti e sarebbe morta. Lo stupro è evidente ed
anche la forza con la quale è stato commesso. Il militare del 33°
reggimento artiglieria Aqui dell’Aquila Francesco Tuccia, difeso dagli
avvocati Antonio Valentini e Alberico Villani, sarà l’unico indagato e
condannato per stupro.

Come donne di tutta Italia abbiamo seguito questo processo fuori e
dentro le aule del Tribunale. Ad ogni udienza abbiamo cercato di stare
vicino a Rosa anche quando il processo è stato a porte chiuse.vita-breve-e-sofferta1

Abbiamo denunciato che la militarizzazione del territorio aquilano ha
rinforzato le connivenze e omissioni che si attivano per giustificare lo
stupratore e per coprire le responsabilità dei tanti soggetti che sempre
ne sono coinvolti: reti di complicità che hanno coinvolto persino il
Pronto Soccorso che ha accolto la ragazza oltre che gli apparati
militari e i poteri politico-giudiziari.

Abbiamo urlato tante volte che anche le arringhe dell’avvocato Valentini
sono  responsabili di autorizzare e perpetuare la cultura dello stupro
che colpisce tutte noi. Infatti nel processo la difesa ha utilizzato una
retorica di criminalizzazione e ridicolizzazione  di Rosa  che  per
tutte le donne è inaccettabile. Il processo per lo stupro di Pizzoli si
chiuderà in Cassazione nel gennaio 2015.
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A novembre dello stesso anno l’avvocato Antonio Valentini, difensore del
Tuccia, viene invitato come oratore ad una iniziativa che la Ilaria
Rambaldi Onlus dell’Aquila organizza alla Casa Internazionale delle
Donne di Roma in vista della Cassazione contro la Commissione Grandi
Rischi, colpevole di non avvertito la popolazione aquilana del possibile
terremoto. Valentini difende l’associazione gratuitamente. Subito si
attiva la rete di solidarietà di donne, soprattutto di Roma e
dell’Aquila, per invitare la Casa Internazionale a non far entrare un
siffatto personaggio, avendo l’avvocato Valentini una responsabilità
politica sulla condotta di tutta la dinamica processuale.
In tante abbiamo deciso che fosse giusto ricordare e comunicare
pubblicamente che le parole usate nell’aula di tribunale pesavano
ancora, per la loro violenza, su tutte le donne.
In questa direzione quindi una donna della rete di solidarietà, tramite
una chat di facebook, fa presente all’associazione aquilana quali
responsabilità politiche aveva avuto questo avvocato nel processo per lo
stupro di Pizzoli e quindi che tipo di personaggio stavano invitando in
una casa nata contro la violenza di genere. In particolare gira, sempre
via chat, una mail che spiegava bene l’accaduto.
La Casa Internazionale delle donne revoca pubblicamente la
partecipazione di Valentini, il quale decide di denunciare per
diffamazione aggravata la donna che aveva cercato di sensibilizzare
l’associazione aquilana. Parte un’indagine dei carabinieri dell’aquila
per individuare le vere generalità della donne di facebook, con
telefonate e convocazioni alquanto invasive. In seguito
all’identificazione, alla donna viene effettuata una perquisizione e
sequestrati il computer, l’ipad, un hd, il cellulare.

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La compagna Khalida Jarrar è libera!

Khalida Jarrar è libera!

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http://www.palestinarossa.it/?q=it/content/blog/il-pflp-accoglie-la-liberazione-della-compagna-e-leader-khalida-jarrar

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Campagna per il NO al referendum di ottobre!

2)Votiamo NO per dire NO al JOBS ACT!

votare NO

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Forever Young

Forever Young

di Alessandra Daniele

inpsRiceviamo e pubblichiamo un comunicato da parte dell’INPS, il sedicente stato sociale.

Cari italiani,
siamo lieti di informarvi che potete smettere di preoccuparvi per la vostra pensione.
Perché non ci arriverete.
Gli accordi commerciali che il governo sta firmando con gli Stati Uniti – come il TTIP – inonderanno i discount dove fate la spesa con tonnellate di merda tossica della quale vi sarà impossibile nutrirvi e sopravvivere.
I consumatori americani sono in parte già mitridatizzati da generazioni, ma voi, con la vostra arcaica dipendenza dal cibo commestibile, non avrete scampo.
In caso contrario, ci penseranno tutte le malattie delle quali il sistema sanitario non avrà più i fondi per curarvi, e contro le quali gli antibiotici non saranno più efficaci.
O gli incidenti sul lavoro che nessuna norma di sicurezza sarà rimasta a prevenire.
Esistono molti paesi dove la schiavitù è di fatto legale, dobbiamo restare competitivi. Che i lavoratori italiani si possano vendere e comprare come merce non basterà. È necessario che siano anche smontabili, riverniciabili, e soprattutto altrettanto resistenti.
I crash test adoperati per i prodotti saranno applicati anche ai lavoratori.

Nell’eventualità che doveste sopravvivere, si potrà sempre contare sulla consueta frana settimanale, con inondazione o semplice allagamento.
Bisogna smettere di considerare il dissesto idrogeologico un problema, in realtà è una risorsa in grado di variare la topografia e l’arredo urbano di paesi e città in modo originale come nessuna grande opera potrebbe fare, e di sfoltire la popolazione inattiva.
Per gli italiani al di sopra d’una certa età, e/o al di sotto d’un certo reddito, negli ospedali sarà istituito il Codice Grigio: verranno trattenuti al pronto soccorso, finché non saranno pronti per l’obitorio.
Per le donne, le chance di sopravvivenza diminuiscono ulteriormente.
La famiglia tradizionale è formata da un uomo e una donna.
Una donna morta, e un uomo in galera per averla ammazzata.

Chi di voi scamperà a tutto questo, alla fine si troverà comunque ad affrontare l’allargamento del conflitto nella penisola araba.
Nessuna guerra può essere circoscritta in eterno.
Cari italiani, non preoccupatevi quindi del vostro futuro.
Perché non ce l’avete.

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Crepare è eticamente inaccettabile

Da “I Nomi delle Cose” del 1/6/2016 “Desmonautica“ la rubrica di Denys ogni ultimo mercoledì del mese.

 “Crepare è eticamente inaccettabile”

Niente pallottole

finanzio l’industria delle armi

Niente lamette

non ho fiducia nella cosmetica

 

Non me ne andrò a nuotare al largo

affogando inquino il mare

ci sono già plastica e liquami

a strozzare le meduse

 

Niente droga

abbasso i prezzi e non va bene,

anche chi spaccia

ha bocche da sfamare

 

Non mi farò schiacciare sulle rotaie

c’è chi si lamenta del ritardo

(che l’egoismo si sa è dei poveracci

mica di chi piange un signor qualcuno.

Presto, portate i minuti di silenzio.

Scarica trecento!)

 

Chi mi vuole morto

non ha intenzione di finirmi.

Presumo che crepare

sia eticamente inaccettabile.

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Podcast della Trasmissione del 1/6/2016

” I Nomi delle Cose” /Puntata del 1/6/2016

” Il <politicamente corretto>: un’arma di distruzione di massa

“2 Giugno/IL POLITICAMENTE CORRETTO : UN’ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA/Kosovo siriano/COME SIAMO BUONE/dalI”dall’orsetto Knut alla piccola Favor”

politicamente corretto 2

o politically correct?

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Campagna per il NO al referendum di ottobre!

1)Votiamo NO per dire NO al TTIP!

votare NO

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La Parentesi di Elisabetta del 1/6/2016 e podcast

“Kosovo siriano”

Rojava

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Ho sotto gli occhi le foto relative all’operazione di attacco alla città di Raqqa, foto che ritraggono mezzi militari americani e relativi soldati,  e combattenti curdi/e del Rojava.

Mi è tornata alla mente Joyce Lussu che, fervente internazionalista, qui in Italia ha portato alla ribalta e si è spesa per far conoscere la causa del popolo curdo negli anni’60, “un popolo costretto a vivere da straniero nel suo territorio”, come scriverà in Portrait. In un viaggio pieno di traversie aveva raggiunto il Kurdistan e aveva conosciuto i Peshmerga e Mustafa Barzani a cui era riuscita a fare una famosa intervista. Ma Mustafa Barzani fu tanto attivo nel condurre le lotte contro l’Iraq, quanto veloce ad allearsi agli Usa e a diventare addirittura un loro uomo di fiducia.

La memoria assume grande importanza per la comprensione del presente e del futuro, quella memoria storica, autonoma e collettiva dei movimenti antagonisti, tanto diversa da quella neoliberista e patriarcale che concepisce il futuro come un semplice prolungamento dell’adesso e che vorrebbe che ricordassimo solo quello che ci viene proposto come degno di essere ricordato e nel modo in cui vogliono che noi ricordiamo.

E allora mi sono venute in mente tante domande a cui forse sarebbe bene dare una risposta.

Le combattenti curde e i combattenti curdi ci raccontano del Confederalismo Democratico, del tentativo di costruzione di una società dal basso. Le donne curde  ci raccontano di una rivoluzione delle donne, di un cambiamento epocale del ruolo femminile nei loro territori e di una presa di coscienza senza pari nella storia mediorientale.

Ma i curdi siriani hanno permesso agli americani di appropriarsi e di ristrutturare ed ampliare un aeroporto a Rmeilàn al Basha, nel governatorato di Al Hasaka,  e di aprire una seconda  base sempre nella stessa zona. Sono le prime ed uniche basi americane in Siria, finora gli Usa le avevano in tutto il mondo, ma qui no. E come pensano i curdi e le curde di poter dar seguito al progetto del Confederalismo Democratico o alla rivoluzione delle donne con gli americani in casa?

Non pensano che sia una contraddizione molto forte data la superiorità senza confini degli Usa sia dal punto di vista militare che economico che dell’egemonia culturale?

O pensano veramente di poterli mandare via una volta avuta l’indipendenza della Siria del nord come si auspicano? O pensano che possa esistere con gli Stati Uniti un’alleanza solo strumentale?  L’opportunismo politico, il famoso fine che giustifica i mezzi, non paga mai, bensì trasforma chi lo mette in atto in un’altra cosa, molto lontana, se non agli antipodi, dagli ideali di partenza.

Ma se i curdi/e del Rojava e i curdi/e siriani combattono insieme agli americani contro l’Isis non si sono mai chiesti chi ha creato, foraggiato e continua a foraggiare proprio l’Isis e perché?

Ci chiedono di manifestare e di portare fattiva solidarietà alla popolazione curda e ai/alle combattenti curdi/e massacrati dal governo di Erdogan, perché che vengano  massacrati  è un dato di fatto, ma perché non chiedono agli americani con cui combattono insieme, di fermare la Turchia? La Turchia fa parte della Nato e Erdogan non si alza neppure la mattina senza il nulla osta americano.

E il fatto che la lotta di liberazione curda sia uno strumento di destabilizzazione degli Stati Nazione dell’area mediorientale in funzione soprattutto israeliana, non li interessa affatto? E la sorte dei Palestinesi non li interessa affatto?

E quando nei loro documenti parlano di imperialismo, di capitalismo, di solidarietà internazionalista… a cosa si riferiscono? Forse ce lo dovrebbero spiegare.

Leggo testualmente da UIKI Onlus

“L’Operazione Raqqa viene effettuata dalle Forze Democratiche Siriane (QSD). I maggiori costituenti delle QSD sono i combattenti delle YPG e delle YPJ. Ekrar El Raqqa e Liwa Tehrir, che comprendono combattenti di Raqqa che si sono uniti recentemente alle QSD, giocando un ruolo attivo nell’operazione. Anche le forze della coalizione stanno fornendo supporto aereo per l’operazione. I 50 soldati specializzati americani sono stati raggiunti qualche tempo fa da altri. 250 soldati specialisti americani si sono spostati nel Rojava la notte del 23 maggio.”

Il comandante del Centcom americano, generale Joseph Votel, ha fatto una visita alla base aerea costruita all’estremo Nord-Est della Siria per incontrare le forze speciali Usa e gli ufficiali curdi

La comandante delle Forze Siriane Democratiche (QSD) è  Rojda Felat. Un elemento di grande impatto e di grande valore simbolico, come d’altra parte lo sono tutte le combattenti curde dell’YPJ.

Ma come si regoleranno le donne curde quando scopriranno, al di là di una supposta sorellanza, che la lotta delle donne è prepotentemente attraversata dalla lotta di classe? Che ci saranno le donne filo-americane e quelle no? Oppure lo sanno già? E, in un’ipotetica ed auspicata assemblea dal basso, chi convincerà chi?

I curdi e le curde siriani/e hanno venduto l’anima al diavolo e realizzeranno uno staterello che sta alla Siria come il Kosovo alla Jugoslavia.

Il Kosovo è un contenitore della più grande base Nato, eufemismo per dire americana, in Europa, è un crocevia di tutti i traffici più illeciti possibile.

E’ per avere questo che i curdi/e siriani/e hanno voltato le spalle alla causa palestinese, hanno lasciato al loro destino i curdi/ turchi/e, ma soprattutto hanno affossato definitivamente la speranza di un Kurdistan unito, libero e indipendente? Di fatto tutto si risolve nella realizzazione dei progetti e delle mire statunitensi ed israeliane.

Per che cosa sono morte Andrea Wolf e Barbara Kistler?

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Palinsesto del 1/6/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 1 GIUGNO 2016

ore 20.00 Apertura 

Il 2 giugno del 1946, con un referendum gli italiani hanno scelto la repubblica.
A ottobre del 2016, con un referendum agli italiani sarà chiesto di restaurare la monarchia.
Il risultato della controriforma renziana sarà infatti una monarchia post-democratica truccata da repubblica maggioritaria.(…) Settant’anni dopo, né il fascismo né la monarchia sono cose del passato. Settant’anni dopo, c’è da dire lo stesso NO a entrambe” Alessandra Daniele-Schegge taglienti 29 maggio 2016.

ore 20,10  IL POLITICAMENTE CORRETTO : UN’ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA

armi   ore 20.30 La parentesi di Elisabetta “Kossovo siriano

PARTE SECONDA  ore 20,35  COME SIAMO BUONE/I”dall’orsetto Knut alla piccola Favor

CHIUSURA CON DESMONAUTICA; la rubrica di Denys ogni ultimomercoledì del mese (che eccezionalmente questa volta è diventato il primo!)  ” Crepare è eticamente inaccettabile”


Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.or
per riascoltare la trasmissione e per leggere i documenti
per ascoltarci in streaming
www.ondarossa.info cliccando “ascolta la diretta
Pagina di crowdfunding per una sottoscrizione
straordinaria per ROR. Sottoscrivete,sottoscrivete e fate girare:
 

https://www.produzionidalbasso.com/project/radio-onda-rossa-la-radio-di-chi-se-la-sente/

 

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Matteo Re

Matteo Re

di Alessandra Daniele

NOIl 2 giugno del 1946, con un referendum gli italiani hanno scelto la repubblica.
A ottobre del 2016, con un referendum agli italiani sarà chiesto di restaurare la monarchia.
Il risultato della controriforma renziana sarà infatti una monarchia post-democratica truccata da repubblica maggioritaria.
Tutti i deputati saranno in un modo o nell’altro di nomina regia: quelli della Camera verranno scelti dai capi partito attraverso le liste bloccate, quelli del Senato non più elettivo saranno ripescati dalla classe politica più sputtanata d’Italia: quella regionale.
Sarà premier il capo d’un partito votato più o meno da due italiani su dieci, e avrà controllo diretto o indiretto su tutte le altre istituzioni, alla faccia di Montesquieu.
È piuttosto evidente che Matteo Renzi veda se stesso nel ruolo di questo monarca incostituzionale, però a giudicare dai sondaggi gli italiani gli preferirebbero chiunque altro.
Non solo i Gemelli Di versi Di Battista e Di Maio, ma persino il tutt’ora ignoto e forse inesistente Volto Nuovo dell’ipotetica destra unita.
A Renzi sarà quindi necessario inventarsi qualche ulteriore modifica alla sua stessa legge elettorale, il Cazzarum, affinché funzioni come originariamente progettato. E ovviamente non se ne farà scrupolo, in nome del “cambiamento”.
In questi giorni molti commentatori hanno etichettato come obsolete le recenti polemiche sul voto di partigiani e antifascisti, definendo il fascismo “una cosa del passato”.
Passato?

“Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproorzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perché alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile”.
– L’attuale amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace, agli studenti della Luiss Business School.

La tecnica padronale illustrata da Starace è esattamente la stessa utilizzata dal governo Renzi, il manipolo di cambiatori mediaticamente sovraesposti (la Boschi ne è un esempio tipico) incaricati dal padronato di colpire e distruggere chiunque si opponga al cambiamento, che siano lavoratori sindacalizzati, giornalisti indipendenti, costituzionalisti antifascisti, o magistrati onesti.

Settant’anni dopo, né il fascismo né la monarchia sono cose del passato.
Settant’anni dopo, c’è da dire lo stesso NO a entrambe.

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La Coordinamenta in Pellicceria Occupata a Genova!

genova 4 giugno

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La Parentesi di Elisabetta del 25/5/2016 e podcast

“Andare ai resti”

precipizio

clicca qui

Il mondo che noi conosciamo è sull’orlo del precipizio. Le guerre neocoloniali si susseguono ad un ritmo sempre più serrato, la povertà estrema dei popoli del terzo mondo si accompagna ad un impoverimento sempre crescente di vasti strati delle popolazioni occidentali, l’arroganza degli Usa, degli alleati e dei sudditi con il braccio armato della Nato, diventata polizia internazionale, è senza confini.

La strumentalizzazione di ogni sentimento, lotta, diritto, oppressione, disagio….. delle diversità, dei subalterni/e, degli sfruttati/e, delle donne…dei territori …..per il mantenimento del potere, per il controllo e la repressione , è pane quotidiano…il neoliberismo ha fatto strame delle conquiste di tanti anni di lotte, ha stravolto le parole, ha distrutto riferimenti e sogni attraverso l’operato cosciente del riformismo e della socialdemocrazia, principali artefici della sua naturalizzazione nella nostra società.

Il Femminismo annaspa, è basito, muto.

Alcuni gruppi femministi, soggettività, voci, si levano isolate, a denti stretti, contro tutto questo, ma il movimento femminista è nel pantano.

Tante le iniziative, i convegni, gli incontri…tante, svariate, continue e inutili: parlano di femminicidio, della violenza contro di noi, di razzismo, di omofobia, di diritti negati, di patriarcato….. ma è come se tutto fosse sospeso in un limbo.

Non sanno, non vogliono, non possono dire la verità.

Non si capisce da dove vengano le oppressioni, da chi siano esercitate. Il patriarcato è un’entità inafferrabile che sembra vivere di sé.

I conflitti sembrano eventi tragici, apparentemente senza autori, guerre scatenate senza colpe, per autogenesi. Eventi rievocati per suscitare la commozione, ma non la mobilitazione.

Ma il patriarcato affonda le radici nella società in cui viviamo e nel neoliberismo assume i connotati specifici che questa configurazione sociale fornisce, è qui che si esprimono le oppressioni e la violenza, hanno volti, nomi, cognomi, luoghi, mani, menti e armi.

Il femminismo sta andando ai resti, si sta giocando tutto.

Riconoscere l’inscindibile legame fra oppressione di genere e di classe e chiamare le cose con il loro nome sono le uniche strade percorribili.

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Podcast della Trasmissione del 25/5/2016

” I Nomi delle Cose” /Puntata del 25/5/2016

” Riflessioni femministe sulla militanza

militanza 1 militanza 4militanza 3

” Una generazione per anni si è riconosciuta chiamandosi  compagna e la parola sugellava un patto di appartenenza e solidarietà, qualche cosa ben oltre i gruppi politici e i loro programmi, qualcosa di difficilmente verbalizzabile proprio per la ricchezza della sua estensibilità. Compagna e femminista ancora ieri provocavano vibrazioni che penetravano fin dentro gli abissi del disagio e della solitudine che pure c’erano anche allora. Ma, se sono le parole che fanno le cose, disfare quelle parole che sono, allo stesso tempo, categorie di rappresentazione e strumenti di mobilitazione, ha contribuito alla smobilitazione di quello, che un tempo, si chiamava femminismo” Atti “Il personale è politico, il sociale è il privato” Roma 2012/ RIFLESSIONI FEMMINISTE SULLA MILITANZA!”Andare ai resti/CHE COS’E’ PER TE LA MILITANZA?”

clicca qui

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