Stupro de L’Aquila,se parli ti diffamo!

Stupro de L’Aquila, se parli ti diffamo! 8 giugno assemblea di compagne

da cagnesciolte.noblogs.org

Invitiamo tutte le donne ad una assemblea alle Cagne Sciolte (via
ostiense 137b) mercoledi 8 giugno alle ore 18.30  perchè a distanza di
tempo, a processo finito, c’è una evidente azione persecutoria tesa a
rintracciare, individuare e colpire quella solidarietà di donne espressa
in vario modo durante il processo per lo stupro dell’aquila.

L’audio da Radio Onda Rossa

E’ il 12 febbraio del 2012 quando Rosa si trova con una sua amica in discoteca a Pizzoli. E’ sabato sera e all’Aquila fa molto freddo. Nella
discoteca non ci sono tante persone se non quei militari che il
terremoto ha portato là per l’operazione “strade sicure”.
Verso le quattro Rosa verrà ritrovata in mezzo alla neve, con una
temperatura sotto zero, mezza nuda, sanguinante e in stato di non
coscienza. Altri cinque minuti e sarebbe morta. Lo stupro è evidente ed
anche la forza con la quale è stato commesso. Il militare del 33°
reggimento artiglieria Aqui dell’Aquila Francesco Tuccia, difeso dagli
avvocati Antonio Valentini e Alberico Villani, sarà l’unico indagato e
condannato per stupro.

Come donne di tutta Italia abbiamo seguito questo processo fuori e
dentro le aule del Tribunale. Ad ogni udienza abbiamo cercato di stare
vicino a Rosa anche quando il processo è stato a porte chiuse.vita-breve-e-sofferta1

Abbiamo denunciato che la militarizzazione del territorio aquilano ha
rinforzato le connivenze e omissioni che si attivano per giustificare lo
stupratore e per coprire le responsabilità dei tanti soggetti che sempre
ne sono coinvolti: reti di complicità che hanno coinvolto persino il
Pronto Soccorso che ha accolto la ragazza oltre che gli apparati
militari e i poteri politico-giudiziari.

Abbiamo urlato tante volte che anche le arringhe dell’avvocato Valentini
sono  responsabili di autorizzare e perpetuare la cultura dello stupro
che colpisce tutte noi. Infatti nel processo la difesa ha utilizzato una
retorica di criminalizzazione e ridicolizzazione  di Rosa  che  per
tutte le donne è inaccettabile. Il processo per lo stupro di Pizzoli si
chiuderà in Cassazione nel gennaio 2015.
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A novembre dello stesso anno l’avvocato Antonio Valentini, difensore del
Tuccia, viene invitato come oratore ad una iniziativa che la Ilaria
Rambaldi Onlus dell’Aquila organizza alla Casa Internazionale delle
Donne di Roma in vista della Cassazione contro la Commissione Grandi
Rischi, colpevole di non avvertito la popolazione aquilana del possibile
terremoto. Valentini difende l’associazione gratuitamente. Subito si
attiva la rete di solidarietà di donne, soprattutto di Roma e
dell’Aquila, per invitare la Casa Internazionale a non far entrare un
siffatto personaggio, avendo l’avvocato Valentini una responsabilità
politica sulla condotta di tutta la dinamica processuale.
In tante abbiamo deciso che fosse giusto ricordare e comunicare
pubblicamente che le parole usate nell’aula di tribunale pesavano
ancora, per la loro violenza, su tutte le donne.
In questa direzione quindi una donna della rete di solidarietà, tramite
una chat di facebook, fa presente all’associazione aquilana quali
responsabilità politiche aveva avuto questo avvocato nel processo per lo
stupro di Pizzoli e quindi che tipo di personaggio stavano invitando in
una casa nata contro la violenza di genere. In particolare gira, sempre
via chat, una mail che spiegava bene l’accaduto.
La Casa Internazionale delle donne revoca pubblicamente la
partecipazione di Valentini, il quale decide di denunciare per
diffamazione aggravata la donna che aveva cercato di sensibilizzare
l’associazione aquilana. Parte un’indagine dei carabinieri dell’aquila
per individuare le vere generalità della donne di facebook, con
telefonate e convocazioni alquanto invasive. In seguito
all’identificazione, alla donna viene effettuata una perquisizione e
sequestrati il computer, l’ipad, un hd, il cellulare.

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