2 giugno-Niente da festeggiare

Il Pigneto è una frontiera /2 giugno- Niente da festeggiare

Sub-Saharan migrants climb over a metallic fence that divides Morocco and the Spanish enclave of Melilla on Friday March 28, 2014. Officials said several hundred African migrants tried to cross barbed-wire border fences to enter the Spanish enclave of Melilla from Morocco but most were turned back by security forces from both sides. An Interior Ministry spokesman in Melilla said the migrants attempted to scale the fences several times early Friday and a handful managed to get across. Thousands of migrants seeking a better life in Europe are living illegally in Morocco, hoping they can enter Melilla and Spain's other north African coastal enclave, Ceuta. (AP Photo/Santi Palacios)

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4 giugno/Presidio al CIE di Ponte Galeria

Sabato 4 giugno – presidio al C.I.E. di Ponte Galeria in solidarietà con le persone recluse 

Il C.I.E. romano continua ad avere un ruolo centrale nella gestione delle espulsioni di massa. Dopo la rivolta di dicembre, sono iniziati i lavori per ristrutturare la sezione maschile con maggiori dispositivi di controllo. La ristrutturazione sarà una vera e propria fortificazione del Lager, con sezioni piccole e l’impossibilità d’incontrarsi, parlarsi ed organizzarsi tra reclusi. 

Le rivolte che distruggono i centri si dimostrano efficaci nell’inceppare la macchina delle espulsioni. Andiamo al C.I.E. e sosteniamo le resistenze.

ore 16 appuntamento in stazione Ostiense per raggiungere il presidio tutt* insieme

4 giugno

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Palinsesto del 25/5/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 25 maggio 2016

ore 20.00 Apertura 

” Una generazione per anni si è riconosciuta chiamandosi  compagna e la parola sugellava un patto di appartenenza e solidarietà, qualche cosa ben oltre i gruppi politici e i loro programmi, qualcosa di difficilmente verbalizzabile proprio per la ricchezza della sua estensibilità. Compagna e femminista ancora ieri provocavano vibrazioni che penetravano fin dentro gli abissi del disagio e della solitudine che pure c’erano anche allora. Ma, se sono le parole che fanno le cose, disfare quelle parole che sono, allo stesso tempo, categorie di rappresentazione e strumenti di mobilitazione, ha contribuito alla smobilitazione di quello, che un tempo, si chiamava femminismo” Atti “Il personale è politico, il sociale è il privato” Roma 2012

ore 20,10  RIFLESSIONI FEMMINISTE SULLA MILITANZA

nina ore 20.30 La parentesi di Elisabetta “”Andare ai resti”

PARTE SECONDA
ore 20,35  “CHE COS’E’ PER TE LA MILITANZA?”

nina 4

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.or

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Funeral Party della Sala da The Fronte del Porto!

Il gruppo che autogestisce la Sala da The Fronte del Porto Fluviale si scioglie. Diverse ragioni non rendono più possibile portare avanti lo spazio. Nel salutare tutti quelli che sono passati, quelle che ci hanno proposto iniziative, quelli che hanno cucinato con noi, quelle con cui abbiamo condiviso idee e serate, ci teniamo a ricordare che questi anni
passati all’interno della Sala sono stati caratterizzati dall’autogestione. Questa pratica per noi ha significato tra le tante cose resistere alla logica della utilità sociale e del profitto, anche attraverso il rifiuto dell’autoreddito. La tanta partecipazione, da parte di compagn* e non, ci ha sempre fatto pensare che fossimo sulla strada giusta e che la Sala da The fosse un luogo di incontro e scambio reale per molti e molte. Speriamo che nel futuro lo spazio continui ad essere vissuto sotto il segno dell’autogestione.

Vi invitiamo per un’ultima giornata insieme DOMENICA 29 MAGGIO dalle 17,
in Via del Porto Fluviale 18. Ci sarà infatti il “Funeral Party” della Sala, con concerti, aperitivo e beveraggi a sostegno dei compagni e delle compagne di Roma imputati nei processi NO TAV. Dopo i concerti, alle 21, lo spettacolo teatrale “La notte dei pagliacci”.

porto fluviale

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Per la libertà di dissenso!

Per la libertà di dissenso

OcOCGimntAyfcVE 800x450 noPadNella città di Torino, 28 ragazzi e ragazze sono, da molti mesi, sottoposti a misure cautelari preventive molto dure.

Non hanno rubato soldi pubblici, non hanno corrotto e non sono stati corrotti, non hanno cercato di trarre illeciti profitti personali, non hanno avvelenato l’aria con la polvere di amianto.

Hanno manifestato contro quel treno ad alta velocità Torino-Lione che saccheggia le risorse pubbliche per costruire un’opera utile solo ai suoi costruttori; hanno difeso le aule dell’università che frequentano dalla lugubre e incostituzionale presenza di fascisti torinesi, estranei – tra l’altro – a quelle aule; hanno tentato di sfilare in corteo per ricordare che una città medaglia d’oro alla Resistenza non può assistere in silenzio alla presenza arrogante di un partito xenofobo e razzista; hanno tentato di difendere il diritto all’abitare di famiglie travolte dalla crisi.

Non erano soli, a farlo. Nelle strade della Val di Susa come in quelle torinesi, nei quartieri popolari come nelle aule universitarie si è espresso un movimento vasto, multiforme e articolato, partecipato da migliaia di cittadini, che ha utilizzato, nell’espressione del dissenso, gli strumenti propri dei movimenti sociali: cortei, presidi, comunicazione.

Questi ragazzi e ragazze, parte di quel movimento, sono conosciuti per il loro impegno sociale che li porta a rivendicare diritti per tutti in una città, e in un Paese, dove sempre più sono garantiti privilegi per pochi e dove sempre meno è tollerato il dissenso.

Ebbene, questi ragazzi e queste ragazze sono stati sottoposti a misure molto dure: c’è chi non può più vivere a Torino, sua città di residenza, e chi non può uscire da Torino, neanche per andare a trovare i genitori; c’è chi deve recarsi quotidianamente a firmare in caserma e chi deve restare chiuso in casa dalla sera all’alba; infine ci sono gli “incarcerati in casa”, in stretto isolamento, costretti quindi alla perdita del lavoro, allontanati dalla frequentazione dei corsi universitari e impediti nel vivere i loro affetti.

Tutti privati, o fortemente limitati, nella loro libertà.

A questi ragazzi e a queste ragazze viene negato il diritto a studiare, il diritto a lavorare, il diritto a vivere una vita dignitosa insieme alle persone che amano, il diritto alla libertà personale: e tutto questo senza essere ancora stati sottoposti a giudizio. Puniti duramente, a dispetto della presunzione di innocenza, per intimorire loro e tutti quelli che potrebbero pensarla come loro. Puniti duramente per aver praticato il diritto a dissentire.

Come genitori, amici, cittadini ci chiediamo se non si sia creato, nella città di Torino, un corto circuito pericoloso volto, di fatto, a limitare libertà fondamentali dei cittadini, quali il diritto costituzionalmente garantito a manifestare.

Un corto circuito che ha come presupposto la pesante militarizzazione di piazze e spazi, quali ad esempio quelli universitari, in occasione di manifestazioni pubblicamente convocate; che prosegue poi in indagini che appaiono pilotate per sfociare in imputazioni sempre molto più gravi del necessario, formulate proprio per rendere possibile – non obbligatoria comunque – la detenzione preventiva e indirizzare la strada verso potenziali condanne. Un corto circuito che si nutre della “apparente” decontestualizzazione degli eventi per ridurre le tensioni e le rivendicazioni sociali a fattispecie criminali da perseguire: “apparente” perché non può non sorgere il dubbio che la volontà di vessare e punire sia correlata proprio alle ragioni politiche e sociali che motivano l’agire di questi ragazzi e ragazze. Da cui la scelta di forzare le norme e attuare la massima possibile punizione preventiva: ci troviamo davanti al paradosso di detenzioni preventive che equivalgono o superano le abituali condanne, laddove ci fossero, normalmente comminate per quel tipo di reati.

Come genitori, amici, cittadini riteniamo che il ritiro delle misure cautelari preventive per tutte e tutti sia il primo, indispensabile passo per interrompere questo corto circuito e ristabilire il diritto al dissenso.

Mamme in piazza per la libertà di dissenso

***

Firma la petizione su change.org

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La trappola dell’accoglienza

La trappola dell’accoglienza

https://hurriya.noblogs.org/post/2016/05/18/la-trappola-dellaccoglienza/

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Biodiversità: la grande bellezza

Biodiversità: la grande bellezza

https://dumbles.noblogs.org/2016/05/15/biodiversita-la-grande-bellezza/

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Sull’ultimo numero di “Germinal – giornale anarchico e libertario di Trieste, Friuli, Veneto e …” c’era un nostro scritto intorno alla biodiversità.

Lo riproponiamo qui di seguito con un parzialissimo, breve (e triste) aggiornamento:

la scomparsa di cinque atolli corallini presso le Isole Salomone; sommerse ed irrimediabilmente perdute per l’innalzamento del mare dovuto al riscaldamento globale.

Il termine “biodiversità” ha si e no trent’anni, ma già da cinquanta, è iniziata la distruzione di ciò che il termine rappresenta.

Con l’attacco agli ecosistemi e quindi l’impoverimento del paesaggio è iniziata la perdita di biodiversità per sottrazione della base sulla quale questa si sviluppa; come un liquido al quale viene meno il proprio contenitore.

Il paesaggio è ciò che raccoglie la comunità, è il suo ambiente fisico, è sistema di ecosistemi con tutti i suoi livelli di organizzazione; la sterminata rete di relazioni che si fanno e si disfano in un divenire continuo: dalla diversità genetica, molecolare, di individuo, di specie, di popolazione, di comunità su di un supporto fisico… di paesaggio appunto.

La vita va così: diversifica forme, funzioni, adattamenti… in continuo. Perchè? Potevamo rimanere tutt* ammoniti o trilobiti o qualsiasi altra cosa fatta e funzionante… invece la diversità è la cifra della vita… perchè? Continua a leggere

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Oggi a Roma/Manifestazione femminista

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Podcast della trasmissione del 18/5/2016

” I Nomi delle Cose” /Puntata del 18/5/2016

” La violenza sulle donne nella stagione neoliberista

“Dallo stupro di via Teano, alle dichiarazioni di Christine Lagarde, a una donna Prefetta di Roma/Campanello d’allarme/Risposte?”

LA RISPOSTA E’ UNA SOLA:AUTODIFESA MILITANTE FEMMINISTA

“Non possiamo sapere ed è difficile immaginare
quali sarebbero i valori, i tratti della personalitàe la cultura di una società non gerarchica.
Ma per immaginarlo bisogna pensare che sia possibile.
Che è possibile.“Christine Delphy

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20 maggio

 

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Podcast della Parentesi del 18/5/2016

La parentesi di Elisabetta del 18/5/2016

“Campanello d’allarme”

clicca qui

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La Parentesi di Elisabetta del 18/5/2016

“Campanello d’allarme”

campanello d'allarme Il New York Times ha pubblicato qualche giorno fa una notizia piuttosto inquietante. E’ stato organizzato un summit segreto in USA, alla Harvard Medical School di Boston, per valutare la creazione di un genoma umano sintetico. La riunione a porte chiuse fra gli scienziati coinvolti si è occupata della possibilità di usare componenti chimici per produrre tutto il DNA contenuto nei cromosomi umani. Il genoma sintetico potrebbe essere usato per creare esseri umani senza genitori.

L’incontro aveva caratteristiche estremamente riservate e i 150 partecipanti avevano l’obbligo di non parlarne e di non divulgare la notizia.

Abbiamo detto e ridetto tante volte che la scienza non è neutra, ma che è funzionale  alle richieste e agli scopi che si vogliono ottenere e che chi ha il potere economico e politico chiaramente ne fa l’uso che più gli è confacente. Ed è altrettanto chiaro che è impossibile  impedire  ricerca e sperimentazione perché oltre tutto non sono il male in sé, ma dipende da chi e come vengono usate.

Ora, scienza e tecnologia sono capaci di indurre la produzione di ovuli, di congelarli, di conservare il seme in appositi luoghi, di catalogare tutto per caratteristiche, di metterli insieme in provetta, di far nascere qualcun* con malattie o senza malattie, con tre gambe o una gamba sola, a seconda dei desideri.. Possono clonare un essere vivente da un pezzetto di DNA e noi non siamo neanche in grado di distinguerlo da uno vero. Sono passati venti anni dalla nascita di Dolly, la prima pecora clonata e negli Usa è permessa la macellazione, il commercio e la vendita addirittura di animali clonati.

Tutto questo è sempre avvenuto mascherato da nobili intenti: per poter permettere di avere figli anche a chi non può averli, per poter identificare e curare precocemente le malattie, per poter far nascere  individui sani e privi di malattie ereditarie…il capitalismo nella sua versione neoliberista  in particolare si muove così. Sfrutta le esigenze, i desideri, le paure e le speranze di noi tutte e tutti per metterle non solo a profitto, ma per poter portare avanti il suo progetto di dominio con il nostro consenso.

Al di là delle belle parole che ci diranno è chiaro che l’intento e la speranza mai venuta meno di questo sistema è di produrre l’essere umano addomesticato, docile, disponibile, mai conflittuale e sempre asservito, da mettere al lavoro o da mandare in guerra o semplicemente da tenere da parte per ogni evenienza.

Finora avevano individuato le zone del cervello dove si “annida”, a detta loro, il dissenso o l’insoddisfazione di vita, il ribellismo o l’alterità a questa società chiaramente con l’intento di controllare le reazioni umane a piacimento, ma dicendoci  che in questo modo si possono curare facilmente stress e depressione e spoliticizzando così ogni tentativo di uscire da questa società.

Ora la possibilità di creare l’essere umano in maniera completamente artificiale darebbe loro la possibilità di fare schiavi su misura. Una volta creati, chiaramente, le chiese faranno convegni per discutere se hanno o meno l’anima e la socialdemocrazia li manderà dagli esperti della mente e del comportamento per far loro superare il trauma di essere nati dal niente, senza passato, senza riferimenti, senza storia né personale né collettiva.

E’ uno scenario fantascientifico? Beh! il summit a Boston l’hanno fatto e in gran segreto.

Non è un caso che gli USA siano trainanti in tutte queste sperimentazioni, sono loro lo Stato del capitale, sono loro a proporsi come riferimento mondiale, è loro il progetto di dominio del mondo. L’egemonia culturale che esprimono fa sì che molte delle migliori intelligenze, specialmente in campo scientifico e tecnologico, siano attirate dalla possibilità di lavorare negli Stati Uniti. Si assiste ad una migrazione spontanea e compiaciuta di giovani ricercatori/trici, specialisti vari, tecnici, scienziati  verso gli USA nella speranza di poter dimostrare le proprie capacità ed essere riconosciuti e premiati. Così lo Stato del capitale si assicura idee fresche e variegate, disponibilità massima, li sfrutta per cinque,dieci anni finché hanno qualcosa di nuovo da dare e poi li getta sostituendoli con altri arrivi.

Mi sono sempre chiesta cosa spinga uno scienziato/a a portare avanti ricerche che sono estremamente pericolose per il destino dell’umanità e mi vengono in mente le parole di Thomas Eliot “Metà del danno compiuto in questo mondo è dovuto a gente che vuole sentirsi importante. Essa non ha intenzione di recare danno, ma il danno non le interessa.. O non lo vede o lo giustifica poiché è immersa nell’incessante lotta per l’autostima”

In ogni caso quello che sta avvenendo dimostra una volta di più la natura nazista del capitalismo neoliberista e la necessità di uscire da questa società prima che sia troppo tardi.

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Corteo di donne a Roma/femministe antifasciste antirazziste

CORTEO DI DONNE A ROMA VENERDI’ 20 MAGGIO ORE 18 DA LARGO AGOSTA

FEMMINISTE  ANTIFASCISTE E ANTIRAZZISTE

20 maggio

Qui l’evento https://www.facebook.com/events/875303745913495/

Questo il nostro comunicato

Contro la violenza maschile sulle donne la risposta è una sola

Autodifesa militante femminista

Pochi giorni fa, vicino a via Teano, qui a Roma, è stata stuprata una donna. E, tanto per cambiare, questo ennesimo episodio di violenza sulle donne è stato strumentalizzato con la solita richiesta di leggi securitarie e sicurezza, telecamere e lampioni, provvedimenti razzisti, tentativi di mettere cittadini/e “legittimi” contro i diversi/e, i più poveri/e, i migranti.

Tutta la nostra solidarietà a tutte le donne che hanno subito e subiscono la violenza maschile dovunque!

La violenza maschile contro le donne è parte fondante della società in cui viviamo, una società basata sulla gerarchia, sul possesso materiale e affettivo, sul concetto di autorità, sul profitto, sullo sfruttamento. Le donne sono oggetti da conquistare, da possedere, da usare, da mercificare e sono un benefit che si offre al maschio per compensare frustrazioni e concedere impossibili rivincite. La violenza maschile è strutturale al modello patriarcale oggi indissolubilmente legato al modello capitalista-neoliberista.

Il neoliberismo, PD in testa, fa finta di promuovere politiche a favore delle donne, mentre usa proprio la violenza sulle donne per promuovere la così detta “sicurezza”, il controllo e la militarizzazione del territorio, le guerre umanitarie, mettendo così oppressi/e contro oppressi/e e cittadini/e occidentali contro migranti.

Un piano programmatico che si alimenta della collaborazione attiva delle donne di potere, come ci dimostra, tra i tanti esempi, la recentissima nomina di una donna a Prefetto di Roma. Mai come in questo momento alcune donne contribuiscono in maniera fondamentale al funzionamento e alla riproduzione di questa società e all’oppressione di tutte le altre. Mai come in questo momento l’insieme delle donne è attraversato dalla lotta di classe.

La strumentalizzazione della violenza sulla donne, ammantata della retorica sui diritti, è così l’ennesima violenza fisica e politica. Il sistema di potere che ci opprime vorrebbe la nostra partecipazione attiva!

Una sola risposta è possibile: autodifesa militante femminista!

Ciò significa lottare contro questa società, contro la gerarchia, contro la militarizzazione, lo sfruttamento e il profitto ovunque si trovino e ovunque ci troviamo perché non possiamo pensare che quello che succede nel sociale non si riversi anche nel privato e viceversa!

Come si può pensare che un uomo arrivista, carrierista e delatore sul posto di lavoro sia un altro quando rientra a casa la sera? Un uomo che porta la guerra, nelle sue infinite varianti, ad altri popoli o nei nostri stessi territori può essere un altro nei rapporti interpersonali? Chi indossa la divisa può stuprarci a L’aquila, in una caserma o in un C.I.E. e poi proteggerci dalla violenza domestica o da quella istituzionale? Un uomo che criminalizza il rom o il migrante e che usa la violenza per regolare i rapporti sociali, come lo ha abituato a fare questa società, perché dovrebbe essere diverso nel privato e con le donne?

Autodifesa militante femminista significa assumerci in prima persona il compito della nostra liberazione, fisicamente, mentalmente, politicamente.

Nessuna delega.

Riappropriazione di saperi, di spazi, di autonomia politica.

Autodifesa militante femminista.

Coordinamenta femminista e lesbica/ coordinamenta.noblogs.org/coordinamenta autistiche.org

qui il volantino Violenza maschile 2

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Palinsesto del 18/5/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 18 maggio 2016

ore 20.00 Apertura “Non possiamo sapere ed è difficile immaginare
quali sarebbero i valori, i tratti della personalitàe la cultura di una società non gerarchica.
Ma per immaginarlo bisogna pensare che sia possibile.
Che è possibile.Christine Delphy

ore 20,10 LA VIOLENZA SULLE DONNE NELLA STAGIONE NEOLIBERISTADallo stupro di via Teano alle dichiarazioni di Christine Lagarde alla nomina di una Prefetta a Roma.

ore 20.30 La parentesi di Elisabetta ” Campanello d’allarme”

ore 20,35 PARTE SECONDA /RISPOSTE?

 drooker1

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.or

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Sabato 21 maggio a Bologna!

Sabato 21 maggio, ore 15, piazza del Nettuno, Bologna

Manifestazione nazioAnale TransfemministaLellaFrocia

VENIAMO OVUNQUE!
Spazi corpi desideri autogestiti

sommov7

Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre Storte

Corrono tempi bui. Grigi signori in piedi con libri in mano, schierati a scacchiera nelle piazze, predicano di correre subito ai ripari perché imminente è la disfatta dell’ordine (v)eterosessuale e la vittoria dell’Internazionale Frocialista. E hanno ragione. Senonché di ripari, non ve n’è alcuno!

Corrono tempi bui. Mesi di travagliate discussioni affinché i parlamentari decretassero che le froce si possono unire in coppie docili e mansuete, senza pargoli da allevare. Ma ben prima della loro autorizzazione, abbiamo costruito e viviamo reti d’affetto multiple, fatte di amiche, compagn@, fratelle, sorelli, bambin*, amanti.

Corrono tempi bui. Società sessiste e eteropatriarcali si scoprono paladine della libertà femminile solo quando serve per mostrificare i musulmani e militarizzare le città. Ma la lotta delle donne contro la violenza maschile è da sempre autorganizzata. Femministe, migranti e froce di tutti i colori già sfilano insieme per distruggere i confini e per il transito illimitato tra i generi e i territori.

Corrono tempi bui. Vi sono luoghi di lavoro in cui ci dobbiamo fingere eterosessuali, altri in cui siamo obbligate a regalare la nostra eccentricità all’azienda, confezionandola secondo i desideri dell’ufficio marketing. E anche se il glamour gay, lo chic lesbo, il look underground fanno aumentare i loro profitti, misera è la nostra paga e precaria la nostra vita. Ora basta! Mentre si prepara la fucsia primavera, se proprio dobbiamo venderci, saremo noi a stabilire il prezzo e il modo.

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Apriti cielo!

daniela locandina

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