ANPI e Pd, annessi, connessi, collaterali

ANPI e PD, annessi, connessi e collaterali.

Ieri un dirigente dell’Anpi di Rovigo è stato di fatto costretto alle dimissioni per aver postato sulla propria pagina Facebook un ricordo di Prospero Gallinari.

La presidente dell’Anpi di Rovigo, Antonella Toffanello, dichiara che «dopo le dimissioni ci sarà comunque un approfondimento della vicenda. Di certo – conclude – la nostra associazione, per la sua storia di lotta al Fascismo e al Nazismo, non può di certo essere accusata di essere vicina ai terroristi». La presidente è una donna, a riprova della necessità di smascherare  il collaborazionismo delle donne all’attuale sistema di potere.

L’Anpi è una struttura legata a doppio filo al PD e alle sue varianti nel tempo, è stata ed è portatrice di posizioni revisioniste profondamente reazionarie non solo per quanto riguarda la storia dell’antagonismo in tutte le sue varianti nel nostro paese ma anche riguardo alla stessa Resistenza. Ricordiamo inoltre le sue posizioni sulla lotta palestinese.

E’ ora di farla finita con il PD, annessi, connessi e collaterali!

Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su ANPI e Pd, annessi, connessi, collaterali

Scrivere storia, raccogliere memorie, fare militanza

“Scrivere storia, raccogliere memorie, fare militanza”

Elena/ Scateniamotempeste

https://coordinamenta.noblogs.org/documenti-2/atti-memoria-collettiva-memoria-femminista/

Nella primavera del 2003, proprio qualche tempo dopo l’uccisione di Dax a Milano, mi ritrovavo a prendere una scelta sull’argomento della mia tesi di laurea in storia. Da militante antifascista, mi aveva sfiorato più volte l’idea di scrivere qualcosa sui movimenti antagonisti a Milano ma la consapevolezza di sentirmi troppo all’interno di quel meccanismo, non tanto per una questione di imparzialità rispetto all’argomento, quanto per l’eccessivo carico emotivo che una tale scelta comportava, mi fece abbandonare l’idea sul nascere. L’aggressione a Dax è stato uno degli episodi che più mi hanno colpito in tutto il mio percorso politico e personale di militante, anche perché si percepiva in quel periodo che i fascisti stavano rialzando la testa e le loro idee, assieme a quelle dei razzisti della Lega e del peggior capitalismo colonialista, si erano rafforzate, mentre il movimento, da Genova in poi, per molteplici cause, aveva sempre più perso il suo smalto. A conferma di ciò, proprio in quei giorni, a due passi da casa mia, la giunta di un comune dell’hinterland milanese, che aveva ospitato la salma di Mussolini prima che fosse trasportato a Predappio, si impegnava nella beatificazione del duce e in una serie di incontri revisionisti, motivo per cui alcuni compagni del mio collettivo avevano frequenti contatti con gli antifascisti e le antifasciste dell’Orso, il collettivo di Dax, che era il collettivo milanese più vicino all’antifascismo militante. Continua a leggere

Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, memoria | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Scrivere storia, raccogliere memorie, fare militanza

Dalla stessa parte ci ritroverai!

http://storieinmovimento.org/2016/03/16/contro-calendario-civile-dax-renato/

Dalla stessa parte ci ritroverai! Giorno della memoria, giorno del ricordo e 25 aprile nel calendario civile italiano

di Lidia Martin

«Chi non ha memoria non ha futuro» è lo slogan spesso usato in Italia per promuovere iniziative con lo scopo di non dimenticare, celebrare o festeggiare alcuni eventi/processi storici, e in cui, a volte, storici e storiche sono chiamati a impersonare lo scomodo ruolo di “esperti”. Sottotraccia a questo imperativo si potrebbe leggere una qualche reverenza nei confronti delle figure deputate a ricostruire, analizzare e divulgare la nostra storia. In realtà alcune spie di disagio1 che provengono dal vasto dibattito su uso o abuso pubblico del passato e, in alcuni casi, la rivendicazione di uno statuto disciplinare che riconosce solo a storici e storiche questo ruolo fanno emergere un contesto diverso. Un contesto in cui la presenza di altri attori «alla lunga interroga la capacità degli storici di fare il loro mestiere oppure no»2.

In queste coordinate e privilegiando una riflessione interna alla categoria che mettesse in comune strategie e strumenti per orientarsi nel complesso rapporto tra storia e memoria e tra storia e propaganda, Storie in movimento aveva promosso un dialogo sul calendario civile italiano durante il VI Simposio di storia della conflittualità sociale (Amelia, 15-18 luglio 2010)3. L’intento era aprire uno spazio di discussione che, a partire da noi, interrogasse direttamente forma e contenuto del lavoro storico in operazioni pubbliche di ricordo/memoria/commemorazione. La scelta di focalizzare lo sguardo attraverso la lente del calendario civile nasceva dalla riflessione che alcune ricorrenze imponessero di fatto, in date prefissate, i temi e le questioni del dibattito pubblico, culturale e politico a partire da dissonanti letture che venivano fatte o date del passato; ma anche perché non ci erano sfuggite le ricadute dell’introduzione – dall’alto e in anni recenti – nel calendario civile italiano di altre quattro giornate che in qualche modo volevano contribuire a ri-fondare l’identità italiana nella fase successiva agli anni novanta, letti da molti come il passaggio dalla prima alla seconda repubblica4. Per preparare il dialogo ad Amelia avevamo fatto un’ulteriore selezione, concentrandoci su giorno della memoria, giorno del ricordo e 25 aprile, perché in quell’occasione – parafrasando Ridolfi – ci interessava indagare il rapporto tra la storia del paese e la sua memoria pubblica non attraverso il ruolo assunto dalle istituzioni5, ma in relazione a quella domanda diffusa di storia che ci sembrava esprimersi nei tanti momenti di approfondimento che in queste ricorrenze vengono organizzati nelle biblioteche, nelle sedi di partiti o di associazioni, nei centri sociali, etc. e che coinvolgono una platea diversa da quella dei convegni e delle cerimonie ufficiali, e che non di rado si concludono con dibattiti sul tempo presente e sulle possibili prospettive future.
Uso pubblico della storia, identità nazionale, memoria condivisa, storia militante, rapporto con i testimoni i nodi emersi ad Amelia sono stati tanti, così come tanti sono stati i piani della discussione (storico, politico, didattico…), e non è mia intenzione darne conto ad anni di distanza. Vorrei però partire da quella che era stata la nostra intuizione, ovvero la funzione di alcune date del calendario civile italiano, e abbozzare una ricostruzione della loro genesi e delle forme di celebrazione, cercando di collocare questo lavoro nel solco che Hobsbawm aveva iniziato a tracciare per lo studio delle tradizioni inventate. Cioè considerando questi fenomeni come dei documenti che possono gettare «luce sul rapporto dell’uomo col passato, e dunque sull’oggetto e sul mestiere stesso dello storico» e tenendo presente che si realizzano in un processo in cui anche storici e storiche contribuiscono «in modo più o meno consapevole, a creare, demolire e ricostruire immagini del passato che non appartengono soltanto al mondo dell’indagine specialistica, ma anche alla sfera pubblica dell’uomo in quanto essere politico»6. Per questo approccio che vuole tenere insieme uno sguardo sul passato e uno sul presente, ho scelto di sviluppare l’analisi in base a come giorno della memoria, giorno del ricordo e 25 aprile si susseguono nel calendario solare, cioè a come si presentano all’uomo e allo storico di oggi, invece che alla storicizzazione della nascita delle diverse tradizioni.

Giorno della memoria

Il giorno della memoria è stato istituito in Italia con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 a partire dal Ddl 4557 presentato dai deputati Furio Colombo (Democratici di sinistra-Ulivo), Elio Massimo Palmizio (Forza Italia) e Simone Gnaga (Alleanza nazionale), e assorbendo due precedenti proposte di Istituzione di una giornata nazionale dedicata a tutti i deportati nei campi di concentramento nel corso della guerra del 1939-19457 che, in linea con altri paesi europei, identificavano nel 27 gennaio 1945 – la scoperta delle truppe sovietiche del campo di concentramento di Auschwitz – la ricorrenza in cui commemorare le vittime del nazismo. Il testo approvato come legge è composto sostanzialmente dai due articoli della proposta Colombo-Palmizio-Gnaga8, a cui la commissione Affari costituzionali in sede di istruttoria aveva introdotto un emendamento per esplicitare la promozione di iniziative «in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado», con l’intento di sottolinearne la funzione pedagogica.
Dal punto di vista del cerimoniale istituzionale il 27 gennaio è una delle “giornate celebrative nazionali e internazionali”, cioè non un giorno festivo come il 25 aprile ma una occasione in cui gli organi pubblici sono invitati a dare luogo a eventi collegati alla circostanza che si intende celebrare. Per capire come officiarlo la questione si sposta su definire cosa si celebra di preciso il giorno della memoria. Lo stesso Colombo, primo firmatario della proposta di legge, si rende conto della difficoltà di costruire una cerimonia per «non un trionfo ma una tragedia […] non un giorno luminoso, ma un buco nero della storia» ed esce dall’impasse rilanciando il tributo ai giusti che si opposero alle leggi razziali9. Una pratica che finisce per andare ad alimentare l’immagine del bravo italiano, quell’«autoritratto collettivo rassicurante e autoassolutorio, comodamente accettato dall’intero Paese»10, e che rischia nuovamente di lasciare nell’ombra le complicità del regime fascista – termine che come è stato già notato non viene mai pronunciato durante il dibattito parlamentare – nella persecuzione del popolo ebraico, rimozione su cui si basava quel senso comune nazionale di responsabilità limitata che per Colotti è stato anche l’alibi del ritardo temporale e metodologico della storiografia prodotta in Italia su questi temi11. Continua a leggere

Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, memoria | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Dalla stessa parte ci ritroverai!

Podcast della trasmissione del 20/4/2016

” I Nomi delle Cose” /Puntata del 20/4/2016 ” Riflessioni femministe sul neoliberismo fascista IMG_1426
olga rozanova 3

“….RESISTI RESISTI RESISTI../RIFLESSIONI FEMMINISTE SUL FASCISMO/L’ideologia fascista/Il fascismo neoliberista/Richiamare gli ambasciatori/ ANTIFASCISMO MILITANTE”

pd=fascismo

clicca qui

Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, Capitalismo/ Neoliberismo, I Nomi Delle Cose, Podcast, Trasmissione RoR - I Nomi delle cose | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su Podcast della trasmissione del 20/4/2016

Belle Notizie!

Il giudice archivia il caso delle tre ragazze entrate nel poligono di Teulada

https://nobordersard.wordpress.com/2016/04/21/il-giudice-archivia-il-caso-delle-tre-ragazze-entrate-nel-poligono-di-teulada/

Stamattina(ieri n.d.r.) al tribunale minorile di cagliari si è tenuta l’udienza del processo contro tre ragazze accusate di essere entrate dentro il poligono di Teulada il 3 novembre dell’anno scorso durante la grande manifestazione contro la Trident Juncture. Il processo non c’è stato, perchè il giudice ha archiviato tutto per l’irrilevanza del fatto.

Non possiamo che accogliere con piacere questa notizia, esattamente come ha fatto il numeroso presidio che da stamattina ha accompagnato e aspettato le ragazze fuori dal tribunale in via Dante. Come sempre no basi né qui né altrove.

Riflessioni intorno alla settimana di mobilitazione contro la guerra in Libia

banner-campagna-antimilitaristaLa proposta è nata da un’assemblea di anarchici e antimilitaristi che di fronte all’ennesimo possibile intervento militare italiano ha deciso di non tacere.

E’ stato scelto di tentare di identificare e colpire quei complici della guerra che vivono nelle nostre città e che, camuffati nel marasma dell’economia capitalista, riescono spesso a nascondere lo sporco del sangue della loro complicità bellica. Stiamo parlando di ditte civili che offrono i loro servizi, lautamente retribuiti, all’esercito italiano. In particolare ci si riferisce ai servizi logistici, ai trasporti da una caserma a un poligono, da una fabbrica di bombe a un deposito, dall’Italia al fronte.

I nomi di queste ditte, perlomeno di quelle più coinvolte, stanno lentamente venendo a galla: Meridiana, FS Logistica, Tirrenia, Moby Lines, Saima Avandero.

Continua a leggere

Pubblicato in Antimperialismo, Movimenti, Repressione, Territorio | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Belle Notizie!

Accoglienza e detenzione:1 anno di lotte contro il controllo dello Stato

Roma – venerdì 29/4 Accoglienza e detenzione: 1 anno di lotte contro il controllo dello stato @ Casale Alba 2

Un sistema integrato di isolamento, segregazione, controllo, sfruttamento e selezione delle persone arrivate in Italia. Centri, iter burocratici, regole, leggi e prescrizioni tra loro diverse ma che hanno in comune l’annullamento della libertà e dell’autonomia delle persone migranti criminalizzate o vittimizzate. Sono le centinaia di proteste, resistenze, rivolte o fughe a parlarcene.

Venerdì 29 aprile, alle 19 presentazione dell’opuscolo a cura di Hurriya.noblogs.org

A seguire dibattito e aperitivo a sostegno delle lotte contro i C.I.E.

CASALE ALBA 2 – PARCO DI AGUZZANO – ENTRATA DA VIA GINA MAZZA O VIA FERMO CORNI

Il 30 aprile, presidio a Ponte Galeria; porta la tua solidarietà sotto le mura del CIE  romano di Ponte Galeria in solidarietà con le persone ancora recluse. Appuntamento alle 16 a stazione Ostiense per andare insieme al presidio.

Stampa e diffondi la locandina

Pubblicato in Cie/CPR, neocolonialismo, Repressione | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Accoglienza e detenzione:1 anno di lotte contro il controllo dello Stato

Podcast della Parentesi del 20/4/2016

La parentesi di Elisabetta del 20/4/2016

“Richiamare gli ambasciatori”

clicca qui

Pubblicato in I Nomi Delle Cose, La Parentesi di Elisabetta, La Parentesi di Elisabetta, Podcast, Trasmissione RoR - I Nomi delle cose | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Podcast della Parentesi del 20/4/2016

La Parentesi di Elisabetta del 20/4/2016

“Richiamare gli ambasciatori”

lo stupro del Quadraro Qualche giorno fa la Corte d’Assise di Varese ha assolto “perché il fatto non sussiste” due carabinieri e sei poliziotti dall’accusa di omicidio preterintenzionale, abuso di autorità su arrestato, abbandono di incapace e arresto illegale in relazione alla morte di Giuseppe Uva, deceduto la mattina del 14 giugno 2008 all’ospedale Circolo di Varese dopo aver trascorso parte della notte in caserma. Il procuratore di Varese Daniela Borgonovo, nelle scorse udienze aveva chiesto l’assoluzione, richiesta che è stata accolta.

Giuseppe Uva aveva trascorso la notte tra il 13 e il 14 giugno 2008 in alcuni bar di Varese insieme all’amico Alberto Biggiogero Ubriachi, stavano spostando delle transenne per chiudere al traffico una strada quando furono fermati dai carabinieri e portati in caserma. Nel corso della notte, Uva fu trasportato con trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove morì la mattina del 14 giugno. Come Stefano Cucchi, Giuseppe Uva era nelle mani dello Stato e come loro due era nelle mani dello Stato la ragazza che, nella caserma del Quadraro a Roma, arrestata per aver tentato di rubare una maglietta all’Oviesse, fu stuprata da tre carabinieri e un vigile urbano.

Tra gennaio e febbraio di quest’anno, al Cairo è stato ucciso Giulio Regeni, una storia che tutti conoscono e ancora aperta.

Salta agli occhi la solerzia, la precisione e l’acume con cui la stampa italiana ha “smascherato” le varie versioni delle fonti egiziane, le comunicazioni dello Stato egiziano, le informazioni che sono state fornite dalla polizia locale.

Certo è difficile credere che gesù cristo sia morto di freddo, come dice un noto detto popolare, i segni di tortura sono difficilmente contrabbandabili con gli effetti di un incidente stradale. I nostri acuti politici e giornalisti non ci sono certo cascati.

Ma è altresì difficile pensare che Stefano Cucchi o Giuseppe Uva si siano picchiati da soli e dato che erano nelle mani dello Stato e non c’era nemmeno la possibilità di un “incidente stradale” siano morti di freddo.

Allora perché rispetto a quello che succede a casa nostra giornalisti, magistrati, donne comprese, dato che il procuratore di Varese è una donna e non mi pare che le tendine rosa nella magistratura portino un qualche benefico effetto, diventano improvvisamente così poco intuitivi, così strabiliantemente creduloni e poco critici?

Non è che vale lo stesso principio che vale per le lotte di liberazione, per le proteste nelle piazze, per i militanti politici di altri paesi? Vale a dire che se ne parla in maniera positiva, si elogiano e si analizzano positivamente solo se sono altrove o in un altro tempo? Così ci si può far belli e belle senza sforzo e senza rischio e si possono pretendere patenti di democraticità e di rigore.

L’area della comunicazione sociale è un vero e proprio terreno di scontro. La declinazione e la traduzione delle notizie assume un’importanza enorme. A seconda di come si parla di un evento, questo può essere falsificato, rimosso, sostituito e i processi di stravolgimento provocano una codificazione fuorviante e fraudolenta.

Mentre, un tempo, esisteva una comunicazione apertamente di parte ed ognuno/a leggendo e ascoltando, inseriva  le informazioni nella collocazione che queste rivendicavano, ora i media mainstream e collaterali non sono più di parte, non sono più neppure asserviti al sistema di potere, ma ne sono parte integrante. Scelgono sempre e remano sempre in coro nella direzione che la scala di valori neoliberista esige.

Questo processo di integrazione neoliberista è accaduto per tutti i gangli dello Stato, ognuno al suo livello ed ognuno per la sua parte e nello svolgimento del suo specifico compito.

Per questo non possiamo che rifiutare a tutto campo il carattere alienato della comunicazione dell’ideologia vincente perché la posta in gioco è la nostra stessa sopravvivenza come individui e come esseri sociali.

Qualche giorno fa si è chiuso il vertice tra italiani ed egiziani sul caso Regeni. La collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi può considerarsi di fatto interrotta. Gli inquirenti e gli investigatori italiani si sono detti delusi, non hanno ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani. La delusione della delegazione italiana che ha preso parte alla due giorni di confronto è legata, come emerge anche da un comunicato emesso dalla Procura, dalla mancata consegna, tra l’altro, dei tabulati telefonici di una decina di utenze riconducibili ad altrettanti cittadini egiziani. Inoltre, secondo quanto si apprende , non sono state consegnate anche le richieste “relative al traffico di celle”. Tutti elementi ritenuti indispensabili dalla Procura di Roma .

Immediata la reazione del governo italiano. Il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell’Ambasciatore al Cairo Maurizio Massari.

In base a tali sviluppi – comunica la Farnesina – si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative da prendere per accertare la verità sull’ omicidio di Regeni.

E noi, per Giuseppe Uva, per Stefano Cucchi, per la ragazza del Quadraro, per tutti gli altri e le altre a cui è stata fatta violenza o sono morti nelle mani dello Stato, quando richiamiamo gli ambasciatori per prendere iniziative urgenti per accertare la verità?

Pubblicato in La Parentesi di Elisabetta, Trasmissione RoR - I Nomi delle cose | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su La Parentesi di Elisabetta del 20/4/2016

Lettera aperta a chi crede nel 25 aprile

Dalla lista femminista Sommosse
Vi prego di leggere, far circolare, condividere. E soprattutto di essere presenti al corteo serale del 25 aprile perché i nostri figli e le nostre figlie, le nostre amiche e i nostri amici, possano essere in piazza attraverso la nostra presenza.

LETTERA APERTA A CHI CREDE NEL 25 APRILE, E RICONOSCE COME FONDANTE
DELLA NOSTRA SOCIETA’ IL VALORE E LA PRATICA DELL’ANTIFASCISMO.

Siamo le madri e i padri, i familiari e i tanti amici dei 28 ragazzi e ragazze che, nella nostra città-medaglia d’oro per la Resistenza-, sono stati sottoposti a misure cautelari molto dure. Non per aver rubato soldi pubblici nè per aver avvelenato l’aria con la polvere di amianto ma per aver lottato contro il treno ad alta velocità Torino-Lione, oppure per aver difeso le aule universitarie dai tentativi sempre più frequenti di infiltrazione da parte dei fascisti torinesi, o ancora per aver manifestato in corteo contro la presenza e i comizi di un partito xenofobo e razzista che ben conosciamo.
Ebbene questi ragazzi sono stati “incarcerati in casa”, in stretto isolamento, costretti quindi alla perdita del loro lavoro, allontanati dalla frequentazione dei loro corsi universitari (per cui hanno pagato tasse sempre più alte) e dei loro amici, o di tutte queste cose insieme. Tutti, privati dei loro affetti.
E tutti noi familiari, privati dei nostri figli, o sottoposti con loro a restrizioni personali molto forti; obbligati a tener fuori da casa nostra l’idraulico o il nonno o il postino; svegliati durante la notte dai frequenti, pretestuosi, controlli di solerti forze dell’ordine. Con l’angoscia e la consapevolezza che, per i nostri figli, si sta creando un chirurgico isolamento sociale.
Questi ragazzi, che sono tutti in attesa di processo, quindi non ancora giudicati da sentenza, vivono questa repressione per aver fatto quello che NOI gli abbiamo insegnato : valori antifascisti e di solidarietà; quello che NOI, forse per stanchezza, o per il troppo impegno che oggi è indispensabile per mantenere a galla noi stessi le nostre famiglie e le nostre case, non facciamo più. Magari pensiamo, e giudichiamo. Ma non agiamo.
Loro invece sì, agiscono quotidianamente. Con coraggio, con intelligenza del presente, con
generosità e simbiosi con gli ultimi.
Non con la violenza, agiscono, ma con una cosa semplice dal nome antico che tutti conosciamo: la libertà di dissenso, il coraggio della partecipazione.
NOI glielo abbiamo insegnato, e allora ,  davvero ritenete di poterci sostituire, di poter far meglio di noi, nell’educazione politica e sociale dei nostri figli, comminando isolamento e punizione e impoverimento prima del processo?
Tutti questi ragazzi sono nostri figli ed è giunto il momento, per noi, di agire per loro.
I nostri ragazzi non sono solo “nostri”, perché lottano ogni giorno per migliorare il futuro di tutti/e, senza anteporre interessi personali.
Oggi come genitori e parenti prendiamo temporaneamente il loro posto perché dei giudici poco imparziali continuano a privarli della libertà punendoli senza che ancora ci sia una sentenza. Si dice che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, in queste e altre vicende non vi è nemmeno un processo.
Testimoniamo la loro assenza con i nostri corpi e con le loro idee, per la costruzione di un
presente migliore e per un futuro di diritti uguali per tutti e tutte.
Siamo qua, pronti a prendere il loro posto, almeno per un poco, almeno fino a che ce la faremo.
Con i nostri corpi.
Invitiamo tutti coloro che, come noi e i nostri figli, credono nei valori e nelle pratiche
dell’antifascismo di partecipare alla fiaccolata del 25 aprile. Ore 20 piazza Arbarello.

Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, Repressione | Contrassegnato , , | 1 commento

Palinsesto del 20/4/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 20 aprile 2016

ore 20.00 Apertura“….RESISTI RESISTI RESISTI…Resistenza è quando faccio in modo che ciò che non mi sta bene non accada più”  REFE,Relazioni Femministe-Digitalis Purpurea-dicembre 2012-Liberamente ispirato a “Disoccupate le strade dai sogni” di Alois Prinz

IMG_1420

ore 20,10 RIFLESSIONI FEMMINISTE SUL FASCISMO

“L’ideologia fascista”/“Il fascismo neoliberista”

ore 20.30 La parentesi di Elisabetta Richiamare gli ambasciatori”

ore 20,35  ANTIFASCISMO MILITANTE

IMG_1426

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org

per riascoltarci e per leggere i documenti
per ascoltarci in streaming
www.ondarossa.info cliccando “ascolta la diretta”
Pagina di crowdfunding per una sottoscrizione
straordinaria per ROR. Sottoscrivete,sottoscrivete e fate girare:
https://www.produzionidalbasso.com/project/radio-onda-rossa-la-radio-di-chi-se-la-sente/
Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, Capitalismo/ Neoliberismo, memoria, Palinsesti, Trasmissione RoR - I Nomi delle cose | Contrassegnato , , , , , , | Commenti disabilitati su Palinsesto del 20/4/2016

Dove sono andati?

Dove sono andati?

La votazione di ieri non ha raggiunto il quorum. Il referendum, quindi, è invalidato.

Dove sono andati tutti quelli/e che salgono sui tetti perché hanno perso il posto di lavoro? dove sono andati tutti gli insegnanti che manifestano un giorno si e l’altro no davanti al ministero della Pubblica Istruzione?….. e tutti i precari/e, malpagati, sfruttati, sempre in bilico tra un lavoro da fame e la disoccupazione? e quelli/e senza casa o che l’hanno perduta? e i commercianti che chiudono?……. i genitori che non hanno i soldi per la mensa dei figli? e quelli tartassati da Equitalia? e i pensionati che non arrivano neanche alla terza settimana?……e quelli che la pensione non l’avranno per niente? e gli studenti che non riescono a pagare neanche le tasse scolastiche?……

Sono andati al mare? bene, la prossima domenica non troveranno più neanche quello!

Grazie comunque a tutti/e quelli/e che hanno votato SI! 

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo | Contrassegnato | Commenti disabilitati su Dove sono andati?

Hic Sunt Terrones

Hic Sunt Terrones

Pubblicato il 17 aprile 2016 · in Schegge taglienti ·

di Alessandra Daniele

I leghisti entusiasti del blocco del Brennero non si rendono conto di ciò che significhi. Quella barriera dimostra innanzitutto che quando l’Europa si rinchiuderà nella sua Panic Room, circondandosi di mura e fossati come un castello medievale, lascerà fuori l’Italia.
E questo non soltanto perché l’Italia abbia quasi 8.000 chilometri di coste, e sia perciò considerata indifendibile.
Fra i barbari che l’Europa vuole lasciar fuori non ci sono soltanto i profughi e i migranti che il nostro paese vorrebbero solo attraversarlo in fretta come uno Stargate, ma anche gli italiani che ci sono nati.
Salvini si crederà pure ontologicamente superiore a magrebini e siriani, ma per un austriaco, e specialmente per certi austriaci della sua stessa colorazione ideologica, Salvini con quella barba e quell’accento è in realtà pressoché indistinguibile dagli altri terroni pezzenti che premono alle sacre frontiere dell’EUReich
A dispetto di tutte le loro verdi fantasie Padanoceltiche, sulle cartine europee la scritta Hic Sunt Terrones è molto più in alto di dove i leghisti la vorrebbero.
Si dice che l’Italia sia considerata il Giardino d’Europa. E infatti il giardino sta fuori.
Si usa per qualche barbecue, magari per coltivare i pomodori, per pisciare il cane, per seppellire qualche carogna, ma quando si chiude la porta, il giardino e tutta la fauna che lo infesta restano fuori.
Come il nostro piccolo petulante reuccio cazzaro resta fuori dai vertici internazionali che contano, quelli nei quali si decide veramente qualcosa.
Come l’Italia resta fuori dal giro economico grosso, espropriata di tutte le industrie strategiche, di tutte le leggendarie esclusive alimentari, e ridotta a sguattera degli speculatori.
In effetti, l’Italia è come il giardino di un hoarder: sempre più uno sterrato ricoperto di spazzatura, erbacce velenose, vecchi copertoni, poltrone sventrate, pezzi di legno marcio, chiazze di liquame, e lavatrici arrugginite dove fanno il nido i topi.
Più che un giardino, è una discarica, nella quale i leader istituzionali esortano i cittadini a votare solo quando già sanno che non servirà a niente, e quando il voto potrebbe davvero servire a qualcosa, li diffidano dall’avvicinarsi alle urne.
Una discarica dove, nonostante l’overdose di pesticidi, proliferano gli scarafaggi.

Pubblicato in Storie, Territorio | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Hic Sunt Terrones

Domenica 17 Aprile Vota SI!

17 aprile17 aprile 1

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Territorio | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Domenica 17 Aprile Vota SI!

Oggi a Napoli!

Oggi a Napoli!

“Un centinaio di manifestanti oggi, con i fazzoletti al collo per ricordare
i partigiani e la loro lotta di liberazione, hanno contestato la kermesse
del PD alla Stazione Marittima, dove era presente Maria Elena Boschi e la
candidata sindaco Valente.”

https://www.facebook.com/exopgjesopazzo

I manifestanti sono stati caricati a freddo dalla polizia.

contro il PD contro il PD 1 contro il PD 2

 

Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, Movimenti | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Oggi a Napoli!

Liberiamoci della Bestia/Il nuovo libro di Daniela Pellegrini

Liberiamoci della Bestia/Il nuovo libro di Daniela Pellegrini

https://www.facebook.com/liberiamocidellabestia/

liberiamoci della bestia

di Luisa Vicinelli

https://wwwfacebook.com/luisa.vicinelli?fref=nf.

L’ho riletto nella versione cartacea, finalmente disponibile per tutte, a richiesta e in qualche libreria. Liberiamoci della bestia di Daniela Pellegrini è un libro nello stesso tempo sferzante e avvolgente. Personalmente ha squarciato gli ultimi veli che ancora mi permettevano di guardare alla nostra cultura con un seppur labile sguardo giustificatorio. Poco importa se i suoi fautori sono stati affascinati dalla ferocia della belva oppure se nel susseguirsi demenziale di interessi economici e carenze affettive che è la storia sia nato questo patriarcato ( e se non è del cazzo, che patriarcato è?) o ancora se l’invidia generativa e la paura della vita che poi muore abbiano innescato una reazione demenziale come quella di uccidere gli altri a più non posso per sentirsi più sicuri: parafrasando una canzone il fatto è “che ci costringono a vivere una vita da sceme”, con i loro modelli, le loro leggi, le loro stragi. Daniela mi ha dato la sensazione fisica di essere immersa in un delirio, di essere circondata da un’accozzaglia di pazzi che comandano e non sanno cosa sia la responsabilità, che parlano e distruggono qualsiasi discorso, che amano e uccidono, che chiamano a raccolta eserciti e che costruiscono recinti invalicabili intorno a categorie di persone. Non credo e non ho voglia di vedere se gli uomini maschi possono cambiare: nel rispetto di ogni differenza (plurale e non contrappositiva come dice il libro) facciano quello che vogliono o che possono. Ma la chiamata alle donne, ai loro saperi, il ripartire dalla materia del mondo fra noi mi entusiasma. Un SI deciso al separatismo, alle pratiche e al confronto fra noi, agli incontri sul web, ma soprattutto in presenza. Non sono ancora sicura che il luogo terzo di cui parla Daniela, dove il due contrappositivo viene sostituito dai molti, dai diversi, da tutti e da ciascuno sia già (o mai lo sarà?) possibile con l’omicida/riproduttore seriale che è modello, occulto o meno, per ogni uomo. Non credo però che sia importante, per ora: per parlarne e sperimentare bastano le innumerevoli differenze che ci contraddistinguono e che non aspettano altro che la consapevolezza di sé per manifestarsi.

Pubblicato in I "nostri" libri, Iniziative ed Eventi, Violenza di genere | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Liberiamoci della Bestia/Il nuovo libro di Daniela Pellegrini