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Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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Appello per un’estate di mobilitazione NO TAV!
Il movimento No tav, riunitosi in coordinamento dei Comitati in data 20/06 lancia il seguente appello alla mobilitazione in vista dell’estate:
Fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi
Appello per un’estate di mobilitazione No Tav
Questa valle ha sofferto, come il resto del paese, il periodo del lockdown.
Ha pagato un prezzo, in termini di vite e perdite degli affetti, ha atteso preoccupata amici, figli, fratelli, genitori costretti a lavorare in condizioni rischiose, perché lavoratori di servizi essenziali. Dopo la riapertura, in tanti si è rimasti senza lavoro o con prospettive preoccupanti per il futuro, tanto da non sapere come arrivare fino alla fine del mese.
Le stesse persone che con grosse lacune ci dicevano di stare a casa ed organizzavano alla bene e meglio ciò che è sopravvissuto ai tagli della sanità pubblica degli ultimi anni, oggi spingono sull’acceleratore per la ripresa della Torino Lione, auspicando una sburocratizzazione e quindi una velocizzazione di tutto l’iter di questa, come di molte grandi mala-opere.

La pandemia, la sofferenza, l’evidenza di un modello socioeconomico mortifero ed evidentemente superato non ha insegnato nulla, in primis ai politici dei palazzi che avrebbero dovuto imparare molte cose. A distanza di poche settimane infatti, a parlare per bocca degli affaristi-politicanti Si Tav è sempre e solo l’interesse parziale e il desiderio di profitto a vantaggio dei pochi, cosa che le grandi opere, nessuna esclusa, rappresentano.
Parliamo di un sistema che per rinnovarsi ha bisogno di divorare risorse, distruggere territori, inquinare e cementificare. Continua a leggere
Milano 20 giugno 2020/Non vogliamo tornare alla normalità!!!
LOTTARE E’ L’UNICO MODO PER RESPIRARE!!!

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Collettivo RI-BELLE/ la controinformazione è un’arma!
Riceviamo dalle compagne del collettivo RI-BELLE di Milano!


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Se avete in mente di nascere…
<Quand’ero bambina, al collegio di St. Francis, le suore cattoliche ci battevano con una frusta da calesse per quella che chiamavano “disobbedienza”. A dieci anni riuscivo a bere mezzo litro di whisky senza rimettere. A dodici le suore mi picchiarono perché ero” troppo libera con il mio corpo”. Tutto quello che avevo fatto era stato camminare mano nella mano con un ragazzo. A quindici anni fui violentata. Se avete in mente di nascere, assicuratevi di nascere bianchi e maschi.>
Mary Crow-Dog, Donna Lakota/La mia vita da sioux.

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TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA’!!!!!!
UNA RISATA VI SEPPELLIRA’
Tutta la nostra solidarietà ai/alle compagni/e del Bencivenga occupato arrestati/e questa mattina a Roma in un’operazione di polizia assolutamente inconsistente! Il problema è che anche quando il potere si copre di ridicolo i compagni e le compagne pagano un prezzo altissimo! La foto qui sotto riporta uno stralcio del materiale accusatorio:

Il sistema ha superato ogni limite, ogni più piccolo tentativo di ribellione è soggetto alla repressione, la devastazione del tessuto sociale è accompagnata dalla privazione nelle persone perfino del permesso di pensare. In questo sconcertante e pericoloso contesto anche un granello può essere uno zoccolo nell’ingranaggio e la solidarietà diventa un’arma.
foto da: https://www.facebook.com/valerio.renzi.35
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“Quattro passi” on line!!!!!
Car* tutt*, abbiamo deciso di caricare on line la nostra ultima autoproduzione “Quattro passi/Note sul femminismo nella fase neoliberista del capitale” perché sia facilmente fruibile come abbiamo sempre fatto con le nostre autoproduzioni. Potete leggerla anche alla voce autoproduzioni sulla barra del blog.
Eccola qua! e buona lettura!
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Zardins Magnetics dell’11 giugno 2020
Zardins Magnetics
Trax di giovedì 11 giugno 2020
Stasera, alle 20, ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane – in FM 90.0 MHz – in streaming ascoltareradio.com/onde-udine/ – in podcast https://soundcloud.com/radiaz10n3
Oggi: la polizia israeliana addestra le polizie del mondo – presenza anticarceraria al distretto sanitario di Udine – droni e repressione – un contributo di Radio Blackout – manifestazione NO CPR del 14 giugno a Gradisca.
Purtroppo per problemi tecnici non siamo riuscite a caricare in tempo il palinsesto di Zardins Magnetics di questa sera. Pubblicheremo al più presto il podcast appena le compagne ce lo invieranno.
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Sulla morte e sulla vita/un testo di Martina Guerrini
Il capitale osceno
di Martina Guerrini
“ un taccuino di appunti, scritto in piena epidemia covid-19, i cui contenuti sono frutto di una riflessione che parte da lontano e non si esaurisce – come ogni pensiero emergenziale – nell’analisi immediata della pandemia.
il Capitale Osceno attende infatti di essere disvelato, assieme alle denegazioni e al terrore che le ombre e il nero continuano a suscitare nel nuovo servo volontario.”
Qui il link per scaricarlo:
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La “vera democrazia”
<La “vera democrazia” si attuerà quando saremo tutt* colpevol*.>
Elisabetta Teghil, Mai contro sole, Bordeaux 2018,Introduzione pp.7,18
La nostra società si sta esprimendo ed ha compiuto atti importanti nella realizzazione dello sfruttamento illimitato. Questa violenza strutturale si è incarnata nell’ideologia neoliberista che è una sorta di macchina infernale e che è stata veicolata attraverso la divinizzazione del potere dei mercati. Sotto gli occhi di tutti ci sono gli effetti di questa nuova organizzazione sociale a partire dalla miseria di una parte sempre più grande delle società economicamente più avanzate e lo straordinario aumento del divario fra i redditi. Quindi, un’affermazione scomposta della vita personale intesa come una sorta di darwinismo che instaura la lotta di tutti contro tutti, il cinismo come norma, la ricchezza come premio di questa selezione, la traduzione nella vita quotidiana con l’assuefazione alla precarietà, all’insicurezza e all’infelicità che permea l’esistenza. Con una precarizzazione così diffusa da ridurre il lavoratore/trice a mano d’opera docile sotto la permanente minaccia della disoccupazione. L’aspetto paradossale è che questo ordine economico e sociale si spaccia e si promuove sotto il segno della libertà e addirittura come società armoniosa.
E’ questo un momento storico che produce un inaudito cumulo di sofferenze. Tutto ciò a partire dal dominio assoluto della flessibilità con contratti a tempo determinato, con assunzioni ad interim, con una concorrenza spietata, non più quella tradizionale fra imprese, ma oggi all’interno della stessa impresa tra lavoratore e lavoratore con l’individualizzazione del rapporto salariale, con l’introduzione di colloqui preassunzione e successivamente di valutazione individuale. La valutazione permanente con una forte dipendenza gerarchica, con lo spacciare i lavoratori come categoria di operatori autonomi, con l’estensione a tutti del ”coinvolgimento” si traduce in un iperinvestimento sul lavoro e in una perenne condizione di insicurezza che tende ad abolire i riferimenti e le solidarietà collettive.
Questo, a livello più generale, si realizza con la privatizzazione a tutto campo dei servizi pubblici e sociali, con l’incoraggiamento sistematico del part-time, naturalmente con un salario anch’esso parziale, con i lavori a tempo determinato e porta ad un impoverimento dei lavoratori cassando più di un secolo di lotte che spingevano per una redistribuzione della ricchezza collettiva e per una maggiore uguaglianza.
Siamo nel regno degli eufemismi, del rovesciamento del significato delle parole, una cannibalizzazione dei diritti sociali che ha investito ambiti impensabili a partire dai sistemi scolastici piegati in funzione dei bisogni del mercato del lavoro, dalla sanità pubblica e dalle pensioni. Le pensioni, la liquidazione, l’assistenza sanitaria sono i temi umanamente più scottanti, ma al centro della macchina dell’ineguaglianza c’è l’istruzione. Nulla è più dovuto, casa, gas, acqua, luce, al cittadino/a non spetta più niente. Un terrorismo sociale forte e vincente annichilisce le persone, colpevolizzandole, avvilendole, frustrandole, trascinando perfino ogni comportamento dovuto al bisogno nella sfera delinquenziale. Questo è il pensiero unico cioè l’ideologia neoliberista.
Le società occidentali sono sempre più vicine alle colonie come dimostra l’arroganza della borghesia sovranazionale convinta di far parte di una categoria superiore più civilizzata, più progredita e il suo disprezzo per i colonizzati, per i poveri, per chi non ce l’ha fatta. In questo contesto tutto è lecito, inasprire le pene, aumentare i casi di carcerazione, ampliare la fascia dei reati penali, dilatare i tempi della flagranza di reato fino ad etichettare tutti come terroristi che è la premessa per garantire l’impunità a chi esegue le pene di morte extra legem e la tortura.
La “vera democrazia” si attuerà quando saremo tutti colpevoli.
Questo patrimonio di assoggettamento era già la sorte dell’operaio al servizio della macchina utensile e ridotto alla condizione di proletario dalla perdita della sua stessa individualità. Oggi, però, il ceto impiegatizio, il libero professionista, il commerciante al dettaglio, in definitiva la classe media è stata largamente proletarizzata in quanto ne sono state svalutate le competenze professionali ed è stata fortemente impoverita. Quindi, oggi, vasti strati sociali sono stati tutti plasmati e ridotti a strumenti di una nuova servitù volontaria. Il neoliberismo si è caratterizzato come un grande fratello traducendosi in un vero e proprio strumento di controllo sociale che occupa ogni interstizio della vita. Così vengono sottratte le possibilità stesse di esistenza sostituite da norme che sono vere e proprie rimozioni delle capacità intellettuali, affettive, estetiche e politiche delle singole persone e dell’umanità tutta. Questa società disossa le persone, le rende dei corpi senza anima, afflitti dal male di esistere e dal male di divenire cioè dalla mancanza di un presente e di un futuro con una crescente tendenza alla rabbia spoliticizzata che spiega tante situazioni che avvengono negli Stati Uniti con individui che, senza un apparente motivo, fanno delle stragi.
Tutte le attività umane, nessuna esclusa, istruzione, cultura, salute…sono diventate merce e per questo non possono che finire in frustrazione e in istinti distruttivi.
Anche in politica si adottano tecniche di marketing, la politica stessa si trasforma in merce. D’altra parte la miseria a tutto campo non può che diventare miseria politica.
Un sentimento di disillusione, di esasperazione attraversa le società occidentali e la socialdemocrazia non utilizza più lo spirito di Tomasi di Lampedusa “cambiare tutto perché niente cambi”. Oggi fa ricorso ad una strategia di cambiamento effettivo, cambiamento perfino del senso delle parole, il colmo è nello stravolgere e rovesciare il loro stesso significato e tutto si trasforma in un talismano che è il diritto incontrollato e a tutto campo dei proprietari dei mezzi di produzione di far sì che le forme politiche organizzate siano l’armatura del dominio del capitale nella società. In effetti se si esclude, almeno nei paesi occidentali, la coercizione diretta rappresentata dalla schiavitù, si ha un dominio diretto come mai nel passato sulla vita delle persone, sulla loro esistenza a partire dal lavoro salariato necessario per la semplice sopravvivenza anche in condizioni di semischiavitù e comunque permesso dai proprietari dei mezzi di produzione solo alle loro condizioni. Non c’è più ostentazione ma dittatura vera e sostanziale dell’impero del capitale. E quando si manifestano forme di contestazione rispetto a questa brutalità di sistema portata ad un punto limite, allora si svela la violenza di cui è capace il potere per difendere i propri vantaggi.
Il limite di sopportazione è continuamente superato e pertanto ogni più piccolo tentativo di ribellione è soggetto alla repressione. In questo momento puoi lavorare, quando puoi, se fai quel che ti viene detto e come ti viene detto e, comunque, lo fai finché il datore di lavoro te lo permette e se non ti sta bene, vieni cacciato impunemente perché ci sono le Istituzioni, nessuna esclusa, e in maniera eclatante, che proteggono e realizzano questo impianto. E finisci per ubbidire per una buona ragione perché vivi nella paura. Le condizioni stesse dell’esistenza delle persone sono affidate al braccio esecutivo delle Istituzioni.
E’ una concezione atavica, altro che innovativa e moderna! È un ritorno al passato..
Il terrorismo e la guerra mantengono un simulacro di coesione nazionale e per questo vengono coltivati.
Non c’è nessuna crisi, il neoliberismo è una scelta ideologica e pertanto si irradia in tutta la società. Il paradosso è che si parla sempre più di lavoro nel momento in cui il lavoro viene sempre più a mancare e, quando c’è, è precario e volatile. Si tratta, in fondo, dello stesso paradosso per cui i discorsi sull’ambiente e sulla natura proliferano quando la natura diventa sempre più artificiale e l’ambiente sempre più snaturato e devastato, a conferma, come diceva Walter Benjamin che “L’essenza di una cosa appare nella sua verità nel momento in cui essa rischia di scomparire.” Questo vale per tutto l’impianto che la borghesia si è data con i suoi connotati e addentellati, nello sport, nella ritualità, nei momenti mondani e conviviali, e utilizza lo stesso approccio che ha per il mondo del lavoro, la natura, l’ambiente nei riguardi dei diritti umani, del razzismo e del sessismo. Aver teorizzato la negazione di ogni solidarietà verso la popolazione sempre più emarginata e sfruttata è anche un venir meno alla solidarietà verso le generazioni future e tutto questo non è che l’altra faccia della moneta delle nuove guerre coloniali. Continua a leggere
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Zardins Magnetics del 28 maggio 2020
Zardins Magnetics
Trax di giovedì 28 maggio 2020
“PINOCCHIO E LA GALERA“
clicca qui
Qui potete ascoltare l’intera trasmissione
https://soundcloud.com/radiaz10n3/zardins-magnetics-28-maggio
Qui potete ascoltare la radio in diretta streaming, Zardins Magnetics va in onda ogni giovedì dalle 20 alle 21,30 ascoltareradio.com/onde-udine
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5 giugno/In ricordo di Margherita Cagol

Margherita Cagol, Mara, militante delle Brigate Rosse, nasce a Sardagna di Trento, l’8 aprile 1945. Viene uccisa dai carabinieri il 5 giugno 1975 ad Arzello d’Acqui in Piemonte.
La vogliamo ricordare con un frammento di una lettera scritta da Milano alla madre il 28 novembre del 1969. <Carissima mamma, visto che per oggi il viaggio a Trento è andato in fumo voglio scriverti alcune cose per starti in qualche modo vicina. Potrei dirti molte cose nella mia nuova vita qui a Milano, ma nessuna è più importante della maturazione della mia coscienza. Di questo voglio scriverti e di questo se vuoi parleremo a Trento al mio prossimo viaggio. Milano è per me una grande esperienza. Questa grande città che in un primo momento mi è parsa luminosa, piena di attrattive, mi appare sempre di più come un mostro feroce che divora tutto ciò che di naturale, di umano e di essenziale c’è nella vita. Milano è la barbarie, è la vera faccia della società in cui viviamo. Questa è una constatazione che ogni giorno faccio, ma per questo non mi dispiace viverci, anzi questo fa maturare in me tutta una serie di convinzioni che già a Trento stavo assumendo e di cui solo ora so misurare l’importanza. Questa società che violenta ogni minuto tutti noi, togliendoci ogni cosa che possa in qualche modo emanciparci o farci sentire veramente quello che siamo (ci toglie la possibilità di coltivare la famiglia, di coltivare noi stessi, le nostre esigenze, i nostri bisogni, ci reprime a livello psicologico, fisiologico, etico, ci manipola nei bisogni, nell’informazione ecc.ecc.) ha estremo bisogno di essere trasformata da un profondo processo rivoluzionario[…] Tuttavia esistono moltissime condizioni oggi per trasformare questa società e sarebbe criminale(verso l’umanità) non sfruttarle. Tutto ciò che è possibile fare per combattere questo sistema è dovere farlo perchè questo io credo sia il senso profondo della nostra vita. Non sono cose troppo grosse, sai mamma. Sono piuttosto cose serie e difficili che tuttavia vale la pena di fare[…]>
Progetto Memoria, Vol.II, Sguardi ritrovati, Sensibili alle Foglie, Roma 1995, p.70
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