I Puntini sulle A/Materiali per il quinto incontro

Materiali per il quinto incontro de                                            <I Puntini sulle A>

<Il multilavoro delle donne nel capitalismo neoliberista>

Storia e memoria

-M. C. Cappello, Nel dominio del tabacco, Edizioni Kurumuny, Palermo 2019 …sullo sfondo di un miracolo economico impercettibile, il libro indaga il lavoro, la vita, le lotte collettive delle tabacchine salentine nel primo ventennio repubblicano.

-Il lavoro delle donne nella grande guerra/uno snodo per l’ingresso delle donne nel lavoro fuori dalla famiglia

-La storia politica del pantalone

Sul lavoro salariato

-L’immondo del lavoro/le cottimiste del lusso da radiocane.info

-Avete visto il film <Louise-Michel> Francia 2008? assolutamente da vedere!

-La lotta delle facchine della Youx<“Tu devi scegliere tra me, Dio e lo stipendio, perché lo stipendio te lo do io e io sono il tuo Dio …”

Per Maria<Non si può vivere per anni sul ciglio del burrone…>

Sul lavoro riproduttivo e di cura

“Lo chiamano amore. Noi lo chiamiamo lavoro non pagato. La chiamano frigidità. Noi la chiamiamo assenteismo. Ogni volta che restiamo incinte contro la nostra volontà è un incidente sul lavoro.” <Il punto zero della rivoluzione>Silvia Federici. Ombre Corte 2012

Mariarosa Dalla Costa, Potere femminile e sovversione sociale, Venezia, Marsilio Editori, 1977/Gruppi per il salario al lavoro domestico.1972

Lavoro: materiali per una discussione femminista sul lavoro e oltre

Nel nostro specifico il rifiuto del lavoro riproduttivo e di cura rappresenta la consapevolezza del ruolo che ci è attribuito in questa società patriarcale e capitalista, rifiuto coniugato a quello del lavoro produttivo che ci viene assegnato come lavoratrici all’interno del percorso emancipatorio e che ci divide in due percorsi, quello di serie B a cui è destinata la stragrande maggioranza delle donne che possono essere ricacciate nel ruolo domestico e tradizionale qualora non servano e quello di serie A delle donne che si prestano in cambio della propria promozione personale a diventare partecipi attive del neoliberismo e del patriarcato.

-due trasmissioni de “I nomi delle cose”  una su “Il rifiuto del lavoro” del 15/05/2013 e l’altra su “Il rifiuto del non-lavoro, lavoro di cura e lavoro riproduttivo” del 22/05/2013, con i link e i riferimenti degli articoli che legano l’attualità alla storia e alla teoria.

-L. Abbà, G. Ferri, G. Lazzaretto, E. Medi, S. Motta, La coscienza di sfruttata, ed. Mazzotta 1975

Sulla flessibilità

Michelle Perrot, Le tre età della disciplina industriale nella Francia del XIX secolo, in Cultura operaia e disciplina industriale, annali della fondazione Basso, Milano, 1982;

A. Bellavitis, S. Piccone Stella, Flessibili, precarie, in Genesis, rivista della società italiana delle storicheottobre 2008, n. VII/1-2

E. Betti, Donne e precarietà del lavoro in Italia, in I. Massulli, Precarietà del lavoro e società precaria nell’Europa contemporanea, Roma 2004;

E. Betti, Precarietà e fordismo. Le lavoratrici dell’industria bolognese tra anni Cinquanta e Sessanta, in Zazzara G.,Tra luoghi e mestieri. Spazi e culture del lavoro nell’Italia del Novecento, Venezia, 2013

A. Groppi, Il lavoro delle donne, Roma 1996

Sull’emancipazionismo

-E.Teghil, Le patriarche/in Femminismo materialista, Bordeaux, 2015

-C Morini, La serva serve/le nuove forzate del lavoro domestico, Deriveapprodi 2002

-C.Morini, Per amore o per forza/femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo, Ombre Corte,2010

Sulla patriarcalizzazione della società

S.Ongaro, Le donne e la globalizzazione, Rubettino, 2001

-Autovalorizzazione, etica della devozione, profilazione

-Il lavoro e il tempo della vita < “Ho pensato a quanto spiacevole sia essere chiusi fuori e ho pensato a quanto peggio sia essere chiuse dentro”   Virginia Woolf

[…] Ma tutto questo a noi non è nuovo. A noi donne è sempre stata chiesta la dedizione assoluta al nostro lavoro-non lavoro, il lavoro riproduttivo e di cura. Nel lavoro di cura e riproduttivo non esiste la differenziazione tra il tempo del lavoro e il tempo libero, non esistono ferie e vacanze. Il coinvolgimento nelle sorti dell’impresa, vale a dire della famiglia, intesa anche nella sua accezione più varia ed allargata o ristretta, moderna o post moderna, è totale. Il tempo della vita è assimilato al tempo del lavoro e il tempo del lavoro a quello della vita in una perenne sovrapposizione e coincidenza. Il capitale, in particolare, è stato così bravo, poi, da ammantare il tutto di connotati romantici. L’amore romantico è quello che permette il nostro asservimento volontario al lavoro di cura e riproduttivo, quell’alienazione gioiosa che il neoliberismo vuole oggi dai lavoratori e dalle lavoratrici per cui ci si realizza solamente in una dedizione assoluta e senza rimpianti perché questo è il nostro unico orizzonte possibile. E per chi non ci sta, come per le streghe, stigma, condanna ed esclusione sociale. La nostra esperienza di genere oppresso può essere più che mai utile in questo passaggio storico per suggerire, escogitare, trovare e mettere in atto vie di fuga e percorsi di ribellione. Più che mai genere e classe e meno che mai quote rosa e recinti protetti.[…]

-Lo sciopero delle donne: interclassismo e spoliticizzazione

-Trasformazioni in corso nei rapporti di riproduzione Paola Tabet

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