Palinsesto del 18/11/2015

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.9 di Radio Onda Rossa

PALINSESTO di mercoledì 18 novembre 2015

ore 20.00 Apertura

” Ciò che il borghese del XX secolo, tanto distinto, tanto umanista e tanto cristiano,
non riesce a perdonare a Hitler, non è il crimine in sé, l’umiliazione dell’uomo in sé,
ma il crimine contro l’uomo bianco, il fatto di aver applicato all’Europa procedimenti
colonialisti, riservati, fino a quel momento, agli arabi d’Algeria, ai coolies dell’India e ai neri africani”
Aimé Césaire,Discours sur le colonialisme,1955

ore 20.10 PARTE PRIMA
“La nuit oubliée” /Riflessioni sulla Francia

la nuit oublièe

ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta ” Perchè a Parigi?””

ore 20.35 PARTE SECONDA
La coordinamenta verso il 25 novembre
“LO STRUMENTO DEL PARTIRE DA SE’ E
IL VALORE POLITICO DELLA ROTTURA”

femminismo 5

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Perchè a Parigi?

HARKIS isis“Perché a Parigi?”

di Elisabetta Teghil                       

Centinaia di morti civili sono all’ordine del giorno nei paesi mediorientali, ma la notizia scivola come un dato di cronaca senza provocare particolare commozione. Quando questo avviene in un paese dell’Europa occidentale suscita una mobilitazione e un interesse assolutamente diverso e più importante rispetto a tanti analoghi episodi che tutti i giorni insanguinano quegli sfortunati paesi.
Dove sta la differenza? Forse la risposta ce la dà Aimé Césaire: ”Ciò che il borghese del XX secolo, tanto distinto, tanto umanista e tanto cristiano, non riesce a perdonare a Hitler, non è il crimine in sé, l’umiliazione dell’uomo in sé, ma il crimine contro l’uomo bianco, il fatto di aver applicato all’Europa procedimenti colonialisti, riservati, fino a quel momento, agli arabi d’Algeria, ai coolies dell’India e ai neri africani”.
Tutto è cominciato quando gli Stati Uniti, appoggiandosi per motivi geopolitici al governo pakistano, hanno foraggiato, finanziato ed armato la parte più retriva della società afghana, nella fattispecie i Talebani, che hanno rovesciato in un crescendo di violenze inenarrabili un governo democratico e progressista .Gli Usa, forti di quel successo e del concorso di una sinistra riformista e socialdemocratica che ha partecipato in vari modi a quei delittuosi avvenimenti, hanno replicato il gioco in tanti altri paesi. Per ricordare gli ultimi l’Iraq, la Libia e, attualmente, la Siria. I morti civili in quei paesi sono tanti e tali che è praticamente impossibile darne il numero se non con approssimazione, ma si tratta certamente di milioni. Sempre a questo proposito, il colonialismo è stata la disumanizzazione di popolazioni intere ed è stato realizzato attraverso il terrore assoluto fino a rendere vana l’idea stessa di resistenza. Tutto ciò sta avvenendo nei confronti dei popoli mediorientali con la creazione e il sostegno materiale e finanziario dell’Isis da parte degli USA che si sono appoggiati, in questo caso, agli Stati più reazionari di quell’area geografica, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e Turchia.
Inutile girarci intorno, l’Isis è una creatura degli Stati Uniti. Ma qualcuno dirà, perché proprio Parigi?
Perché la Francia ha ripreso in maniera forte il progetto neocolonialista, tanto è vero che truppe francesi sono presenti in vari scenari soprattutto nelle loro ex colonie dove interferiscono in maniera prepotente negli affari interni rovesciando governi, imponendo loro uomini di fiducia e rastrellando le ricchezze di quei paesi con la complicità dei loro quisling.
Ma perché la Francia da quando è presidente Francois Hollande sta percorrendo senza scrupoli questa strada?
Intanto perché i socialdemocratici, comunque si chiamino, e in Francia si chiamano partito socialista, avendo sposato la causa neoliberista, hanno portato in dote l’impianto teorico del ritorno al colonialismo che una volta verteva sulla diffusione della civiltà cristiana, del commercio e del progresso e oggi si giustifica nei diritti umani, nei mercati e nella democrazia.
A questo si deve aggiungere che il personale politico francese non è di nuovo conio, ma è l’onda lunga per “discendenza” e “matrimoni” del personale politico che a suo tempo gestì le colonie. Ed ancora, una delle caratteristiche figlie del neoliberismo è che lo stesso seleziona un personale, in questo caso politico, particolarmente mediocre ed Hollande ne è l’esempio. La politica estera francese ha ripristinato il concetto di protettorato, una parola che non si usava più pronunciare dagli anni ’50, tornata alla ribalta con il revisionismo storico che ha rivalutato il colonialismo. La rilettura del colonialismo e il suo rilancio sono il risultato di un’operazione teorica parte del progetto neoliberista che ci conferma che quest’ultimo è una visione complessiva del mondo ed è pertanto un’ideologia.
Ma, per tornare alle vittime di Parigi, bisogna se non altro dire che il più grande eccidio civile in Francia nel dopoguerra non è stato quello del 14 novembre di quest’anno, ma quello del 17 ottobre del 1961, quando una manifestazione di algerini francesi che chiedevano indipendenza per il proprio paese fu repressa nel sangue. Continua a leggere

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Gerda Taro

Gerda Taro Gerda Taro

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Podcast della Trasmissione dell’11/11/2015

“I Nomi delle Cose” /Puntata dell’11/11/2015

“TTIPTTIP

 e “La coordinamenta verso il 25 scritta femminista francesenovembre”

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“Mi dicevano
è meglio se sorridi a bocca chiusa.
Mi dicevano è
meglio se ti tagli i capelli lunghi,
così crespi,
sembri ebrea.
Mi zittivano nei ristoranti
guardandosi intorno
mentre gli specchi sopra il tavolo
riverberavano beffardi in infiniti
riflessi un volto rozzo, squadrato.
Mi chiedevano perchè
quando cantavo per le strade.
Loro alti, grandi al tè
coi loro modi melliflui, didattici
io con gli occhi sul piattino
che cercavo di nascondere la bomba
a mano nella tasca dei calzoni,
e mi rannicchiavo dietro il pianoforte.
Mi deridevano con riviste
piene di seni e merletti, contenti come pasque
quando il primogenito del dottore
sposava una ragazza tranquilla e carina.
Mi raccontavano storie
di signore eleganti e sportive
e le loro diverse carriere.
Mi svegliavo la notte
con la paura di morire.
Costruivano schermi e divisori
per nascondere il desiderio
non bello a vedersi
a sedici anni
inesperta disperata
mi abbottonarono dentro vestiti
a fiori rosa.
Aspettavano che io finissi
per riprendere la conversazione.
Sono stata invisibile,
strana e soprannaturale.
Voglio il mio vestito nero.
Voglio che i capelli
mi si arriccino selvaggi.
Voglio riprendere la scopa
dall’armadio dove l’ho rinchiusa.
Stanotte incontrerò le mie sorelle
nel cimitero.
A mezzanotte
se ti fermi al semaforo
nel traffico umido della città,
guarda se ci vedi contro la luna.
Noi gridiamo,
noi voliamo,
noi ricordiamo e non smetteremo.”

STREGA (1969) di JEAN TEPPERMAN

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25 novembre 2015

12250366_10208423555327000_1258096545_oSiete invitate/i tutte/i!!!!!!

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La Parentesi di Elisabetta dell’11/11/2015

“Sparare sul quartier generale”

blue-on-tin Gli anni del femminismo sono stati gli anni del desiderio. Il femminismo degli anni ’70 era il portato della carica liberatoria che le donne avevano accumulato come saperi, come consapevolezza, come scoperta, come assunzione su di sé della necessità di capire i propri desideri e della possibilità di prendere in carico la capacità di realizzarli. Era un impegno a sottrarsi alla società patriarcale e capitalista, nel desiderio della possibilità di una felicità collettiva. La via della liberazione non si opponeva a dei soggetti, ma alla totalità del presente inteso come totalità organizzata di un sociale, cioè l’insieme delle relazioni sociali che riproducevano continuamente una società sessista e classista. Era il tentativo cosciente di sconfiggere l’ambiente costituito dai dispositivi semantici, discorsivi, di controllo che rendono possibile il perpetuarsi del patriarcato e del capitalismo.

Era un processo che circolava in tutte le situazioni in cui era in grado di vivere e ha permesso la sperimentazione e l’attuazione di pratiche di liberazione concrete e autonome che hanno conferito a chi le ha percorse una capacità di riappropriarsi della propria vita anche attraverso momenti di grande fatica e di conflittualità con la stessa coscienza illusoria che ognuna di noi si porta dentro, frutto della manipolazione con cui avviene la costruzione del femminile.

Ma è successo al femminismo quello che è successo al movimento tutto: il sistema ha fatto balenare l’idea che le lotte categoriali e corporative fossero vincenti, dividendo così il fronte di lotta, insinuando il tarlo della separazione fra soluzione immediata di esigenze materiali  e liberazione futura collocata in un fumoso avvenire, spettro di un’utopia di poche/i, irrazionali e sognatori/trici.

Nello specifico femminista ha usato le femministe socialdemocratiche che hanno presentato l’emancipazionismo come la soluzione e la panacea in contrapposizione alla radicalità del femminismo liberatorio e alla sua netta opposizione alla struttura di questa società.

La maggior parte delle donne si sono fatte irretire da queste sirene: alcune erano in buona fede, altre no. La stragrande maggioranza ha scelto la sistemazione personale quando è stata data questa  possibilità. Questa in sé non è una colpa. Trovare soluzione economica e anche di vita e perché no, di soddisfazione personale non solo è lecito, ma anzi auspicabile. Il problema si è presentato ed è diventato grave, quando chi ha fatto questa scelta, per giustificarla, si è prestata a veicolare che questa era la soluzione giusta, corretta e ragionevole, demonizzando la “radicalità”…. la ”violenza”…la “mancanza di maturità”…di chi continuava a porsi il problema dell’uscita dalla società patriarcale e capitalista e usando  proprio gli strumenti del femminismo per addomesticare il femminismo: … la sorellanza… l’orizzontalità… la condivisione….. la “positività” del portato femminile  e anche  la necessità di avere visibilità, la possibilità di trasformare il maschile, tacciando chiaramente di insipienza tutte quelle che continuavano a dire che la sorellanza era attraversata dalla classe…che la compartecipazione nelle istituzioni non era altro che la partecipazione alla gestione del potere…che la violenza era del dominio e del patriarcato e non di chi si poneva il problema di uscirne.

Hanno  operato, così, lo stesso tradimento di quelle/i che si sono laureate/i in prima generazione e si sono svendute/i per la promozione personale dimenticando come e perché erano riuscite/i a ottenere quello che avevano ottenuto e, anzi, demonizzando quelle pratiche.

I gruppi, i collettivi, le singole che avevano una visione diversa c’erano, eccome! ma il loro isolamento è avvenuto attraverso la stampa mainstream , l’uso del gratuito, la funzione delle esperte e degli esperti, la demonizzazione delle posizioni di classe, la promozione  strumentale a femministe storiche di quelle  che avevano teorizzato posizioni come il rifiuto di “ogni ideologia”, del pensiero razionale o dell’intera storia perché risultato della dominazione maschile.

Proprio l’uso di queste categorie ha zittito tutte quelle che avrebbero voluto fare chiarezza.

Proprio le donne che sono entrate nelle istituzioni e/o che dalle istituzioni sono state finanziate nelle maniere più svariate, ma anche quelle che a vario titolo si sono identificate nei meccanismi di questa società, hanno contribuito in maniera importante all’isolamento e al disconoscimento dei collettivi e delle singole  refrattarie, non omologate, devianti e recalcitranti, prestandosi ad essere veicolo del pensiero unico dominante, perpetuando l’oppressione su tutte le altre donne.

L’uscita dal pantano in cui è stato trascinato il movimento femminista ora può essere solo il risultato  di un percorso di verità.

Il movimento femminista è stato attraversato dalla lotta di classe, proprio al suo interno.

Il problema non è riconoscere che lotta di genere e di classe sono inscindibili, che la nostra lotta è inseparabile dalla lotta per una società dove non ci sia sfruttamento e che se non siamo liberi tutte e tutti non è libera/o nessuna/o. Questo è un portato che appartiene al femminismo e non credo che ci sia bisogno di spiegare che l’unico femminismo è quello che percorre vie di liberazione, ma la necessità è di riconoscere  che il problema è interno.

E’ la mancanza di riconoscimento che all’interno del femminismo si è espressa la lotta di classe e che ha vinto la borghesia che ci ha condotte fino qui e che ci impedisce di uscire dal pantano.

Il primo passo necessario  per riportare il femminismo alla sua dimensione di percorso di liberazione è sparare sul quartier generale.

Poi, ognuna  sceglierà gli strumenti e le modalità che ritiene più congeniali nell’afflato  di libertà che ci accomuna.

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Podcast della Parentesi dell’11/11/2015

La Parentesi di Elisabetta dell’11/11/2015

”Sparare sul quartier generale”

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Full Metal ISEE

Full Metal ISEE

di Maria Silvia Marini

La questione della nuova normativa in materia ISEE dà da pensare.Se, da una parte, l’inasprimento delle misure di controllo sulla situazione reddituale potrebbe sembrare una mossa volta a combattere l’evasione fiscale, dall’altra, con un’analisi minimamente più approfondita, essa mostra l’iniquità e l’incostituzionalità su cui riposano le intenzioni di chi l’ha decisa.A costituire reddito, secondo la nuova normativa, saranno tutte, ma proprio tutte, le entrate. Comprese quelle che lo Stato, di fronte a situazioni economiche di bisogno, elargisce.

Dunque anche le borse di studio riservate agli studenti.Dunque, sommando per esempio la quota della borsa di studio – che nel caso di uno studente fuori sede senza assegnazione dell’alloggio arriva intorno ai cinquemila euro – potrebbe tranquillamente verificarsi il caso per cui ci sia uno slittamento da una fascia contributiva più bassa a una più alta. Certo, trattandosi di poveracci, fascia in giù, fascia in su, sempre poveri si rimane. Però è curioso il principio alla base della decisione. Curioso…Lo Stato dà, lo Stato toglie. Una norma alla Full Metal Jacket.

Certo questi poveri sono sempre di più, una vera scocciatura, non si può negare.

E poi anche questa crisi…senza alcuna fantasia ha colpito sempre gli stessi, sempre loro, sempre VOI maledetti poveri, quelli sull’orlo della povertà, tutti mezzi montati peraltro…vi eravate pure messi in testa, qualche annetto fa, di saltare l’ostacolo e prendere finalmente quel benedetto ascensore sociale! Non vi sognerete mica che ci sia lo spazio per tutti?!? A parte che non ci entrereste, tutti assieme, anche volendo, e poi ormai siete veramente troppi…non si può, servono norme di sicurezza…abbiate pazienza, tocca sempre spiegarvi anche le cose più ovvie. Si tratta semplicemente di nuove innocue piccole prove di resistenza…certo, chi se lo può permettere non usa l’ascensore, nel suo attico ci arriva in elicottero…e ciò che è importante, ci arriva, ma non a spese dello Stato! Eh! Imparate a fare le scale voialtri, se siete poveri non possiamo mica andarci di mezzo noi, non possiamo mica sobbarcarci noi tutti i vostri noiosissimi problemi!

Vuoi davvero essere dei nostri? Credi davvero di vivere in un paese giusto che sostiene chi ha DAVVERO bisogno? Eh…troppo semplice. Facile la vita laggiù, tra i morti di fame…non avete voglia di fare una mazza, ecco perché siete dei poveracci. Ma noi, qui, dall’alto dei nostri dicasteri, siamo, in fondo, magnanimi. E una possibilità ve la diamo. Questa borsa di studio ve la concediamo…ma non vi vorrete mica adagiare sugli allori? E qui, signori miei, dobbiamo farvi capire che SI LAVORA. Siete degli sfaticatelli…è inutile che lo nascondiate: con tutta questa smania del futuro migliore, dello studio…ma lo studio a che serve? Suvvia! E poi, perdere tempo con quelle materie…con questa storia della ricerca, del sapere, della formazione…pfuah! Invece di essere orgogliosi delle vostre origini e di conservare la tradizione, vi mettete in testa queste velleità puerili…e poi, sì…certo, qualche ambito di studio ha ancora senso, se sforna UTILITA’, quattrini…ma le altre materie…come dite? Ah, sì, le materia pure, e poi quelle umanistiche, pure quelle…ma che ci facciamo con questa roba? Per la coscienza civica ci vuol ben altro! Rigore e disciplina! Controllo e punizioni! E poi…Voi poveracci siete peggio del morbillo, capiteci…un virus, aumentate a dismisura. Qualche paletto per scremare ancora, dovevamo metterlo…su, su…non lamentatevi sempre, è la cosa che vi riesce meglio, una questua continua la vostra. Sempre con questi diritti, con queste richieste…chiedete sempre, sempre, sempre. Ma non possiamo mica stare dietro a tutti. Smettetela di lamentarvi in continuazione…un ronzio continuo…vi abbiamo anche curato per anni gratis…per fortuna stiamo provvedendo anche in quel senso. E se c’è da aspettare quei quattro – cinque mesi per un esame, suvvia, cosa sarà mai…anche in quel caso, santo Cielo, una selezione deve pur esserci! Guardatela in questa prospettiva: se morite aspettando, avevate ragione a mettervi in fila; se sopravvivete, cari miei, non ne avevate bisogno! Come si dice…uno su mille ce la fa. Bisogna essere furbi nella vita, signori miei…Si chiama MERITOCRAZIA, l’avete voluta e chiamata a gran voce, e noi non facciamo che applicarla! Dovreste essere contenti anziché lamentarvi! Ed è per questo che abbiamo introdotto questa nuova regolamentazione in materia di reddito…vogliamo sapere tutto di voi, perché a voi in fondo in fondo ci teniamo…vi sproniamo a dare di più! Vi rendiamo migliori! Più produttivi! Più competitivi! Che dite? Eh? “Prendetevela con i ricchi e i veri evasori”? Ma…ma per cortesia…Caro mio, qui le cose vanno guadagnate, qui noi non regaliamo niente. E chi può comprare, chi può spendere, ha. Sono i ricchi a far girare l’economia! I ricchi! Voi siete solo una zavorra, lasciatevelo dire…è ora di dire basta a tutti questi regali concessi senza alcun tornaconto per noi! Ecco…basta ai regali.

O meglio, qualcosa sì, ve la stiamo regalando…strenne di ingiustizia come se piovesse…in fondo, tra poco è Natale!

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Palinsesto dell’11/11/2015

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.9 di Radio Onda Rossa

PALINSESTO di mercoledì 11 novembre 2015


ore 20.00 Apertura ” A mezzanotte/se ti fermi al semaforo/nel traffico umido della città/guarda se ci vedi contro la luna/Noi gridiamo/noi voliamo/noi ricordiamo e non smetteremo”       Jean Tepperman “Strega”1969

ore 20.10 PARTE PRIMA
“Il TTIP” Nato=occupazione militare TTIP=occupazione economica

TTIP

ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta ” Sparare sul quartier generale”

ore 20.35PARTE SECONDA“La coordinamenta verso il 25 novembre”

scritta femminista francese

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org

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www.ondarossa.info cliccando “ascolta la diretta”
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!!!! ATTI/Questioni di genere nella sinistra di classe!!!!

!!!!!!Abbiamo pubblicato gli ATTI dell’ Incontro Nazionale Separato, che si è svolto in due parti, il 14 dicembre 2013 e il 13 aprile 2014, 

“I ruoli, le donne, la lotta armata/Questioni di genere nella sinistra di classe”

Eccoli qui!!! li presenteremo qui a Roma il 25 novembre prossimo alla Sapienza nello spazio occupato del 3Serrande!!!!

chiunque voglia averli e/o presentarli nella sua città ci scriva a  coordinamenta@autistiche.org

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Niente! non ha fatto niente! è fottutamente nero, ecco perché!

“Niente! non ha fatto niente! è fottutamente nero, ecco perché!”

Nel video che segue sei poliziotti statunitensi, tra cui una donna, nella città di Austin, aggrediscono con calci, pugni e prese un ragazzo di 22 anni, Jeremy King, ed un suo amico. La loro colpa è di aver attraversato la strada con il rosso mentre alle 2.30 di notte camminavano su di una strada tra la zona universitaria e un quartiere noto per la vita notturna. Nel video i  ragazzi stupefatti, sotto i colpi degli agenti, chiedono cosa abbiano commesso…e la ragazza che sta con loro grida “Nothing! He didn’t do nothing! He’s fucking black, that’s why!” … verrà anche lei arrestata….

Il neoliberismo ci sta portando a passi da gigante verso il modello americano di società, un modello in cui i territori sono militarizzati, la polizia ha totale immunità, vige la pena di morte extra legem, i poveri sono sempre più poveri e sono letti tutti come potenziali delinquenti e i ricchi sono sempre più ricchi. Una società in cui vige un’ipocrisia intollerabile , dove dominano l’antisessismo sessista, l’antirazzismo razzista e spietate differenze di classe e dove è più che in ogni altro paese del mondo evidente che gli appartenenti alle minoranze, alle etnie e ai generi oppressi in cambio della loro svendita e promozione personale vengano usati per reprimere violentemente gli ambiti da cui provengono. E chi naturalizza il neoliberismo qui da noi è il PD.

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Punti di svolta

Punti di svolta – una memoria del 3/11/2015 a Teulada

http://mojumanuli.noblogs.org/post/2015/11/09/punti-di-svolta-una-memoria-del-3112015-a-teulada/#more-1448

capo teulada

Punti di svolta

Eccola, la Trident Junctur.

L’esercitazione militare Nato, in cui si preparano distruzione e morte di oggi e di domani, ma anche la gestione futura di ricostruzione del capitale, in allegra combriccola con Croce rossa e associazioni umanitarie non governative. L’esercitazione che permette di concludere affari d’oro alle industrie belliche che vendono agli stati dell’alleanza sempre più sofisticati strumenti di morte.

Eccola ora anche ai nostri cinque sensi, con le esplosioni in lontananza, i droni, gli elicotteri che si guastano in volo, il rombo degli aerei, le navi da guerra e i sottomarini parcheggiati nel porto di Cagliari.

Eccola nelle strade, nell’emergere di un apparato di controllo imponente, invadente.

Repressioni preventive, dalle richieste di sorveglianza speciale ai fogli di via, dai minacciosi proclami mediatici a questi imponenti check point, alle perquisizioni, alle minacce che ci accompagnano lungo la strada.

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NATO=occupazione militare, TTIP=occupazione economica

compleanno 51_webNATO=occupazione militare

TTIP=occupazione economica

Le coordinamente invitano tutte e tutti sabato 14 novembre al dibattito sul TTIP

 

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Primum placere:Il destino comune di donne e cagne

Primum placere: Il destino comune di donne e cagne

https://animaliena.wordpress.com/2015/11/04/primum-placere-il-destino-comune-di-donne-e-cagne/

Circa due settimane fa, una delle cagne del mio branco familiare mi ha lasciata.

La mia relazione con lei è sempre stata ambivalente: le volevo bene, ma non era esattamente il prototipo del cane amorevole, appiccicoso e interattivo che, per quanto ne riconosca gli aspetti a volte morbosi ed un pò ossessivi, mi gratifica intensamente a livello emotivo. Io la definivo un “can-gatto” poiché mi pareva cercare una connessione con me soltanto in funzione del soddisfacimento dei suoi bisogni primari – e questo la dice lunga sui pregiudizi che ho verso i felini.

Non conoscevo le sue esperienze dei primi anni, avendola adottata già adulta in canile: perciò non so dire se il suo comportamento fosse dovuto al carattere o alle esperienze (o più probabilmente, ad entrambi). Era un cane distaccato, non solo da me, ma visibilmente dal resto del “suo” branco canino. Continua a leggere

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Podcast della trasmissione del 4/11/2015

 “I Nomi delle Cose” /Puntata del 4/11/2015

“Il valore della rotturafuga

 e “La grande guerra/I sogni muoiono nel pomeriggio”

GETTARE GLI ZOCCOLI NELL’INGRANAGGIO/la Trident Juncture si può fermare/la diretta con le compagne da capo Teulada/La grande guerra/4 novembre/dedicata a Olga Rozanova e alla rivoluzione d’ottobre/Occhi bene aperti/I ruoli sessuati nella situazioni emergenziali”

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