Attenti alla mia rabbia!

Questa poesia è dedicata a* prigionier* politic* palestinesi che dopo 40 giorni di sciopero, il più lungo sciopero di massa nelle carceri israeliane, hanno ottenuto che il governo israeliano accettasse la trattativa con il leader del movimento dei prigionieri Marwan Barghouti, e gli altri dirigenti dello sciopero. Una trattativa, come riferiscono le fonti ufficiali palestinesi, durata 20 ore nel carcere di Ashkalon. Alla fine i prigionieri hanno ottenuto la firma israeliana su alcune delle loro legittime richieste, e hanno deciso di sospendere lo sciopero.

“Tutte le sfumature di rabbia”

Rafeef  Ziadah

Permettimi di parlare in arabo, la mia lingua, prima che occupino anche quella
Permettimi di parlare la mia lingua madre prima che colonizzino anche la sua memoria
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Tutto ciò che mio nonno ha mai desiderato fare era alzarsi all’alba
e guardare mia nonna inginocchiarsi
e pregare in un villaggio nascosto tra Yaffah e Haiffa.
Mia madre è nata sotto un albero di olivo
in una terra che dicono non è più mia.
Ma io attraverserò le loro barriere,
i loro checkpoints, il loro dannato muro di apartheid
e ritornerò alla mia terra d’origine.
E hai sentito mia sorella urlare ieri,
mentre partoriva ad un checkpoint
con i soldati israeliani che le guardavano tra le gambe
la loro prossima minaccia demografica? Ha chiamato la sua bambina Janeen.

E hai sentito Amna Muna che urlava dietro le sbarre della sua prigione
mentre riempivano di gas la sua cella?
Stiamo tornando a Falasteen
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Ma tu mi dici che il mio utero ti porterà solo il prossimo terrorista.
Che si fa crescere la barba, armato di pistola, con un copricapo, negro di sabbia.
Tu mi dici che mando i miei figli a morire
Ma quelli sono i tuoi ???
i tuoi F16 nel nostro cielo
E parliamo del business del terrorismo, per un secondo
Non è la Cia ad uccidere
E che ha portato Osama al potere?
I miei nonni non sono andati in giro come pagliacci
Con cappe bianche e cappucci bianchi
A linciare gente di colore.
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Così, chi è quella donna nera che urla durante una manifestazione?
Scusate. Non dovrei urlare?
Ho dimenticato di essere il tuo sogno orientale,
il genio nella bottiglia, la danzatrice del ventre, la ragazza dell’harem, la donna araba che parla a bassa voce.
– “Si signore. No signore. Grazie per i panini al burro d’arachidi che ci piovono addosso dagli F16 del padrone”
Sì, i miei liberatori stanno uccidendo i miei figli e li chiamano danni collaterali.
Sono una donna araba di colore e noi veniamo con tutte le sfumature di rabbia
Allora lascia solo che ti dica, questo mio utero
ti porterà soltanto il prossimo ribelle
con una pietra in una mano
e una bandiera palestinese nell’altra.

Sono una donna araba di colore
State attenti, state attenti alla mia rabbia

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Vaccini

“Vaccini”

 Trovo davvero folle la miopia politica di questo secolo. Ma nessuno aveva pensato che tutta questa attenzione ai vaccini avrebbe creato poi una legge classista? O eravate troppo presi a dire ad una minoranza di persone che erano pazzi complottisti? Purtroppo spesso cadiamo nella trappola del sistema che dice che dobbiamo essere ragionevoli, democratici e non dare fastidio seguendo la “giusta” logica. Beh, ci sarà pure chi crede ai complotti, ma il problema siete voi altri incapaci di visioni politiche a lungo raggio che credete nel bio senza se e senza ma o che per voi la medicina ha sempre ragione senza calcolare quanto sia invece anch’essa frutto della logica del capitale perché esiste una medicina che crea corpi consapevoli e non è certo quella di Beatrice Lorenzin. A mio avviso tutti voi fermi nella battaglia contro i complottisti dei vaccini avete prestato il fianco di nuovo al nemico. Siamo nel medioevo, nell’epoca dell’oscurantismo, perché non c’è discussione politica sana ed intelligente su nulla. E parlo da mamma che i vaccini fino ad ora li ha fatti fare ma che comunque ha odiato la caccia alle streghe fatta dal PD. L’ignoranza sulla sanità si può risolvere con la conoscenza non certo con la completa delega allo specialista. Non mi sostituisco al medico, ovvio, ma provo a conoscere un minimo il mio corpo rispettando chi si fa di Oki a shottini e chi si cura con l’omeopatia.

Fin qui lo sfogo, la rabbia, sano sentimento oramai bistrattato anch’esso poco in linea con lo “Stato” delle cose. La questione vaccini, al di là della singola scelta, ha un valore fortemente politico. La Glaxo è una multinazionale e non farà mai il bene di nessuno, non starò qui a darvi dati che sono sulla bocca di tutti e tutte. Questa manovra è montata piano piano come una vera e propria caccia alle streghe, è da un anno che si grida all’emergenza sanitaria e all’epidemia facile. Ho sentito spesso collegare l’emergenza migranti con l’aumento delle epidemie, ho sentito la storia dei ceppi che quasi erano stati debellati e poi ecco questi che arrivano con i barconi che prima ci rubano il lavoro e poi ci fanno ammalare, che poi, anche fosse vero, si chiamerebbe legge del contrappasso. In fin dei conti basti ricordare cosa abbiamo fatto noi europei ogni volta che abbiamo colonizzato un popolo. Il populismo di destra, poi, cavalca qualsiasi argomento che possa togliere attenzione al vero nodo politico: controllano le nostre vite e non come qualcuno che fa il nostro bene ma come chi ci vuole pesantemente sfruttare. E per favore basta credere al fatto che i vaccini, come tante altre cose, siano gratuiti. I soldi che usano per decidere che il monopolio vaccinale sia di una multinazionale sono quelli che chiamate soldi pubblici. Qui il punto non è se sia o no giusto il livello di protezione del gregge o se i vaccini cattivi avvelenino, ma il fatto che si urli sempre all’emergenza per imporre decisioni che con la tutela della gente hanno ben poco a che vedere. Sapete, suppongo, che era quasi impossibile trovare un centro vaccini che facesse una vaccinazione solo con i 4 obbligatori? È davvero sempre vero che la medicalizzazione non dà fastidio a nessuno? Forse esiste altro tra l’antibiotico ad ogni starnuto e le palline di zucchero. Non sembra di moda, ma sappiate che se non usciamo da questa dicotomia avalliamo quello che altro non è se non un gioco mediatico Proviamo a non arrivare sempre troppo tardi nelle analisi politiche. Proviamo a non giocare al ribasso facendo o le buone cittadine o le madri coraggio. Per una volta potremmo almeno giocare di nuovo a fare le rivoluzionarie.

Noemi Fuscà

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In memoria di Louise Michel

Una canzone per Louise Michel

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La Commune n’est pas morte

 W LA COMMUNE!!!!!

 

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I poligoni diventano monumenti…

Il poligono militare di Capo Frasca apre al pubblico in occasione della manifestazione “Monumenti Aperti” che domenica 28 maggio interesserà vari comuni fra cui quello di Arbus entro il quale ricade il poligono.

office_du_tourisme_de_paris_tour_eiffel_2 Questa triste novità non ci stupisce, segna però un ulteriore passo avanti verso lo sdoganamento delle forze militari. Così dopo aver sentito che i militari grazie ai poligoni hanno preservato zone vergini della Sardegna, che le guerre in realtà sono operazioni umanitarie, che fare l’assassino in divisa è un lavoro come tanti altri, ci tocca anche sentire che un pezzo di terra, martoriato da decenni, completamente inquinato è un monumento…e quasi quasi vien da dire bene così che aprono i poligoni, almeno la gente vede lo scempio che ci fanno dentro, anche se sarà molto difficile che i militari mostrino le zone più compromesse, infatti pare che sarà visitabile solo la Torre Nuova.

In merito a questo fatto possono essere interessanti le seguenti dichiarazioni: “Questa è la dimostrazione pratica di come attività militari e interessi civili possano coesistere insieme. Questo importante evento – dichiara il delegato del Cocer interforze Antonsergio Belfiori – voluto dal comune di Arbus e sostenuto dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica si aggiunge ad altri tasselli importanti come la sospensione delle maggiori interdizioni dall’1 giugno all’1 ottobre in quanto non ci saranno attività esercitative, e la recente vertenza sugli indennizzi dei pescatori con procedure già operative. Tutto ciò si aggiunge all’attuale confronto tra la Difesa e la Regione”.

“Domenica visiterò personalmente il sito aperto al pubblico – ha precisato Belfiori – per sottolineare che militari e civili possono e devono coesistere insieme trovando, laddove necessario, nuove forme di comunicazione e più celeri procedure che permettano un modo più snello e veloce per accedere a questi siti naturalistici di pregio rimasti intatti proprio grazie alla presenza militare e sottratti alla cementificazione selvaggia che ha negativamente caratterizzato il nostro paese”.

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NO G7 TAORMINA!

No G7 Taormina, Un altro mondo è necessario

No G7 Taormina, Un altro mondo è necessario

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Solidarietà a Marinella Correggia!

Tutta la nostra solidarietà a Marinella  Correggia colpita da denunce e sottoposta all’ allontanamento per un anno dalla città di Roma per aver manifestato ieri , con altri compagni anch’essi denunciati, al passaggio del presidente degli Stati Uniti in via Nazionale.

“All’incrocio tra via Nazionale e la via che porta al Quirinale, abbiamo portato, nascosto, un lenzuolo (più difficile strapparlo) con su scritto testualmente (ma ora è sequestrato come da verbale): Trump/ NATO/G7, Wars on peoples, war against the planet, fathers of terrorism” ( e sotto i dollari e le parole Saud, Qatar, Turkey…). C’erano alcuni fotografi. Quando abbiamo visto arrivare il corteo siamo avanzati di alcuni metri (le transenne non c’erano) cercando di esibire il lenzuolo almeno per qualche secondo. Immediatamente immobilizzati e lenzuolo sommerso. e la foto di Trump e del re Saud stracciata.”

Marinella Correggia

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-trump_nato_assassini_il_video_della_protesta_no_war_oggi_a_roma/82_20260/

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Colette Guillaumin/ Il femminismo materialista francese

In ricordo di Colette Guillaumin

Il 10 di questo mese di maggio è morta Colette Guillaumin esponente del femminismo materialista francese, pressoché  sconosciuta in Italia e, non a caso, tradotta pochissimo. Il suo contributo per un’analisi femminista per un’analisi degli intrecci di genere, razza e classe è stato ed è fondamentale.

Riportiamo uno stralcio da “Race et Nature, Système de Marques, idée de groupe et rapports sociaux” [1977] 1992

[…] L’ossessione del marchio naturale (definita come “l’origine” dei rapporti sociali) oggi funziona a colpo sicuro. Non funziona con la stessa facilità in tutte le circostanze, ma quali siano i rigiri dell’argomentazione, il marchio naturale è supposto essere la causa intrinseca del posto che un gruppo occupa nei rapporti sociali: è in questi termini che il marchio “naturale” si allontana dal marchio inscritto nel corpo o legato alle diverse fogge nel vestire tipico delle società premoderne.

Questo perché il marchio premoderno è ben percepito come imposto dai rapporti sociali, come una loro conseguenza, mentre il marchio naturale non è percepito come un marchio, ma come origine stessa di questi rapporti.[…] Delle formazioni di sesso e di razza si può dire che sono formazioni immaginarie, giuridicamente ratificate e materialmente efficaci.”

Il corpo costruito, di Colette Guillaumin

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Una mattina di assedio al sistema TAV

http://www.notav.info/post/una-mattina-di-assedio-al-sistema-tav/

Pur essendo un lunedì mattina, il popolo notav non ha fatto mancare la presenza al convegno/show organizzato da Telt all’Unione Industriale di Torino per presentare i benefici (e bandi di gara leggiamo) del tav sul territorio e sulle imprese piemontesi.

Una premessa scandalosa che non ci ha lasciato indifferenti e per questo ci siamo mobilitati e siamo giunti a questa mattina di buon ora disponendoci a tutte le vie di acceso alla sede dell’Unione industriale. Ad aspettarci, come sempre un esercito di polizia, nervoso e schierato in antisommossa fin da subito per difendere i vari personaggi che dovevano partecipare al convegno e lo stuolo di ruffiani in giacca e cravatta.

Un piccolo assedio che dalle 9 all’ora di pranzo si è fatto sentire e vedere, infastidendo i pochi, c’è da sottolinearlo, che sono passati per partecipare allo show.

Una bella mobilitazione che ha rilanciato una delle pratiche vincenti del movimento in tutti questi anni, ovvero l’essere presenti ogni volta che il sistema tav mette la testa fuori dai comunicati stampa e dalle veline passate ai giornali.

Era importante denunciare pubblicare i rapporti di potere tra Tav e impresa perchè nonostante le balle che vengono divulgate, la Torino Lione è un’ opera interamente pubblica, pagata con i nostri soldi, non c’è nessun investimento privato e nessun imprenditore si sognerebbe mai di finanziarne neanche un centimetro di tasca propria. Conosciamo bene questa “capacità d’impresa” che negli anni ha devastato più territori e tessuti sociali di qualsiasi cantiere. Facile usare i soldi di tutti per dare vita ad un corridoio merci ingiustificato e sopratutto inesistente senza rischiare di tasca propria nulla.

Ma sappiamo che funziona così e non siamo i primi a scoprirlo: politica ed impresa viaggiano a bracciato alimentandosi l’uno con l’altro, uniti dai flussi finanziari generati dalle nostre tasse…con capacità imprenditoriali e innovative uguali a zero!

Noi ci abbiamo messo del nostro, con il coraggio e l’allegria di sempre, non facendoci intimorire dagli scudi e dai manganelli, conquistandoci qualche metro in più di agibilità spingendo con le nostre braccia, quelle delle notav, che hanno superato lo sbarramento, facendo pressione sui solerti celerini.

https://www.facebook.com/notav.info/videos/1545064918861499/

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I Nomi delle Cose del 17/5/2017

I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica/Anno 2016/2017-Nuova Stagione 

i-nomi-delle-cose

Puntata del 17/05/2017

“Le donne che non difende nessuno”

..la ribellione delle donne al patriarcato si esprime spesso in forme estreme, violente e disperate in cui  è dominante la sensazione di impotenza e di non aver vie d’uscita oppure di rabbia repressa per anni. 

clicca qui

 
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Vicinanza e sintonia

Tutta la nostra vicinanza e sintonia con le giocatrici e con i giocatori della Dynamo Dora Rugby 

Il comunicato della Dynamo Dora Rugby

Negli ultimi giorni ci siamo trovati al centro di un’aspra polemica legata alla nostra Festa del Rugby Popolare. Pochi giorni fa abbiamo infatti ricevuto la richiesta di una squadra femminile, la Sigonella Hoplite Rugby Club, che ci chiedeva di poter partecipare al torneo da noi organizzato. Incuriositi dal nome insolito, è stato facile scoprire che si trattava di una rappresentanza sportiva della base militare Nato di Sigonella, in Sicilia. Non abbiamo avuto alcun dubbio nel rispondere e abbiamo ribadito con poche frasi, scanzonate ma decise, l’incompatibilità dell’evento con soldati, militari e guerrafondai di ogni genere.
Sigonella è una tra le più importanti basi aeronautiche Nato, in Italia e nel Mediterraneo, che militarizza da sessant’anni un territorio a discapito della popolazione locale ed è coinvolta con un ruolo di primo piano nello sviluppo del progetto MUOS. Quest’ultimo consiste nella costruzione di un sistema di telecomunicazioni satellitari e radar che serve ad orientare gli aerei militari, ha un gravissimo impatto ambientale ed è gestito dal dipartimento della difesa statunitense. Storicamente la popolazione siciliana si è sempre opposta a questa presenza coatta con mobilitazioni popolari, non ultimo il Comitato No Muos. Le più recenti notizie riguardano la concessione della base per l’utilizzo di droni e aerei spia che serviranno in missioni di guerra.
Come Dynamo Dora Rugby abbiamo sempre sostenuto le lotte popolari. Abbiamo deciso di farlo partecipando a tornei, iniziative ed eventi legati ai valori che ci rispecchiano: l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo. Crediamo da sempre nei principi dell’autorganizzazione e della solidarietà, siamo al fianco delle lotte contro le ingiustizie sociali e appoggiamo fermamente il movimento contro l’alta velocità in Valsusa. Questi valori si concretizzano nella nostra idea di sport, che non vogliamo neutrale né indifferente, ma partigiano, radicato nella nostra idea di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Condividiamo questa prospettiva con una rete di realtà, squadre e palestre con cui tentiamo di dare corpo ogni giorno ad un’idea di sport differente.
Questo è il retroterra che ha motivato un rifiuto per noi ovvio, il quale ha suscitato sui social una canea che non ci aspettavamo. “Il rugby non divide, unisce sempre”, “lo sport è al di sopra delle questioni politiche”, questo è il tema ricorrente nei commenti di chi non ha condiviso la nostra scelta di escludere la partecipazione delle “sigonelle”: la squadra di rugby femminile della base Nato siciliana. Precisiamo: non abbiamo impedito a delle “ragazze come tutte le altre” di partecipare e rinnoviamo l’invito a chiunque, quale che sia la sua nazionalità. Abbiamo invece impedito la partecipazione di un gruppo militare, a cui rinnoviamo il nostro invito a lasciare il pianeta, in piena coerenza con l’ antimilitarismo che ci definisce. Se le soldatesse volessero rinunciare al loro incarico e rinnegare il loro mandato, saremmo incondizionatamente disponibili ad accoglierle festanti, abbracciarle e condividere il nostro barbecue e un bel momento di sport. Dubitiamo tuttavia che possa accadere… e allora ci spiace, ma non basta togliersi la divisa e infilarsi una maglietta da rugby per far finta di essere “solo delle ragazze che giocano a rugby”. Perché lo sport unisce, ma non può essere indifferente. Indifferente per esempio rispetto alla funzione della base di Sigonella. Troppo spesso si sente parlare a vanvera di una presunta neutralità del rugby, ci viene imposta la narrazione di uno sport specchio di una società priva di conflitti, in cui bisogna includere tutto e tutti, ma non la politica. Il nostro criterio invece è quello di unire attraverso contenuti forti, di viverli giornalmente negli spogliatoi, in campo e in città, anteponendoli anche alla competizione e al successo agonistico. Per due interi giorni la nostra pagina facebook è stata sistematicamente bombardata da critiche, insulti e attacchi verbali.
Ci teniamo innanzitutto a precisare che le dichiarazioni fatte non provengono dalla bocca del nostro allenatore ma da una squadra tutta, che ha deciso di organizzarsi orizzontalmente senza scale gerarchiche
Soffermiamoci un istante ad analizzare il tenore e la provenienza di questi commenti. Se ci sono stati alcuni rilievi genuini alla forma del nostro rifiuto, siamo stati perlopiù sommersi da invettive di chiara provenienza: insulti omofobi scritti in inglese da soldati delle basi, post infuriati di poliziotti mossi da spirito corporativo, messaggi privati che inneggiano al duce e candidati locali della lega nord che si proclamano candidamente nazionalsocialisti. Dulcis in fundo ci siamo imbattuti in un articolo di “alto giornalismo” contro l’intolleranza nel rugby, che paragona l’accaduto a un precedente episodio accaduto a Roma qualche anno fa, quando a un militante neofascista è stato impedito l’ingresso nel campo dell’ex Cinodromo occupato per disputare una partita. L’aspetto divertente è che l’autore dell’articolo in questione sia lo stesso fascista coinvolto nella vicenda, ed è inutile dire che ci riconosciamo nel gesto esemplare dei fratelli e delle sorelle degli All Reds, perché di certi rifiuti e certe scelte facciamo una bandiera.Rivendichiamo insomma pienamente i motivi della nostra decisione e rilanciamo questo comunicato, con cui abbiamo voluto prendere parola e chiarire la nostra posizione, invitando tutte le realtà rugbistiche a noi affini, ma più in generale il mondo dello sport popolare, partigiano e solidale, a condividerlo e a sostenerci.
È in questo spirito che chi vorrà condividere con noi due giornate di rugby e di festa è il benvenuto, il 2 e 3 giugno al Motovelodromo di Corso Casale.

Vivo, sono partigiano. Per questo odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Le giocatrici e i giocatori della Dynamo Dora Rugby

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Dalle lavoratrici di ACI Informatica

Riceviamo dalle lavoratrici di ACI Informatica e volentieri pubblichiamo

Il governo sta eliminando il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) da anni gestito con eccellenza da ACI Informatica, aumentando i costi per i cittadini e cancellando il servizio pubblico.

In sintesi:

Dossier:

Contenuti Multimediali:

Per ulteriori approfondimenti:

RSU ACI INFORMATICA – Via Fiume delle Perle 24 – 00144 Roma

Contatti: e-mail RSU@informatica.aci.it – tel. 06.52999781

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Un passo avanti: dalla parte delle donne che reagiscono alla violenza

 UN PASSO AVANTI: DALLA PARTE DELLE DONNE CHE REAGISCONO ALLA VIOLENZA

Nicoletta Poidimani

Sono una femminista separatista e, come tale, ritengo fondamentale dare valore alle strategie che le donne hanno elaborato insieme, negli anni, per affrontare, in totale autonomia, una questione che ci riguarda tutte, in prima persona. E ritengo, al contempo, necessario rompere una volta per tutte con due mistificazioni che fanno il gioco dei nostri nemici: i discorsi perbenisti sulla non violenza -dietro cui si cela la criminalizzazione della rabbia – e i meccanismi di delega istituzionale. Ancora c’è, infatti, chi insiste sulla necessità di denunciare penalmente la violenza patriarcale contro le donne, illudendosi che la delega ai tribunali dello Stato possa essere uno strumento efficace contro questo tipo di violenza. Negli anni più recenti, il prevalere dell’ideologia securitaria ha alimentato un proliferare di discorsi ed approcci riduzionisti sul tema della violenza. In questo clima culturale, non si nomina più il fatto che la violenza sia monopolio dello Stato e dei suoi apparati e, d’altra parte, ogni forma di ribellione antiautoritaria viene bollata col marchio della violenza. Dalla sua nascita, lo ripeto, lo Stato moderno detiene il monopolio legale della violenza. Questo monopolio ha come corollari la stigmatizzazione e la criminalizzazione della rabbia. La stigmatizzazione della rabbia ha una funzione preventiva, di controllo; la criminalizzazione ha, invece, funzione repressiva.

Oggi, per mantenere contemporaneamente il controllo sulla popolazione e il monopolio della violenza – mascherato dietro termini persuasivi quali “ordine” o “sicurezza” – gli apparati statali neoliberisti inducono le popolazioni a sentirsi potenziali vittime e a delegare, di conseguenza, la propria incolumità ad un’entità superiore che stabilisca anche che cosa è bene per loro. Lo Stato diventa, così, molto prossimo ad uno Stato etico, cioè arbitro assoluto del bene e del male. Il monopolio dell’etica è, dunque, il presupposto necessario del monopolio della violenza. Nemmeno la peggior tirannia o la più sanguinaria dittatura hanno mai rinunciato a giustificare questi monopoli in nome di un valore più alto, fosse esso l’ordine divino o il bene comune. Continua a leggere

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G7 Taormina /Radio Onda d’Urto

G7 TAORMINA : FERMI PREVENTIVI IN VISTA DELLE MOBILITAZIONI CONTRO IL VERTICE

http://www.radiondadurto.org/2017/05/17/g7-taormina-fermi-preventivi-in-vista-delle-mobilitazioni-contro-il-vertice/

Non si ferma la macchina repressiva in vista del di venerdì 26 e sabato 27 maggio a Taormina. Le ultime notizie arrivano da Cosenza e Bologna: a due compagni del centro sociale Rialzo, in Calabria, e a un compagno del laboratorio Crash! Sono stati consegnati provvedimenti per impedire loro di prendere parte alle manifestazioni organizzate da Sicilia contro il G7.

Il calendario prevede venerdì alle 17.30 un’assemblea pubblica a 5 km da Taormina, nel comune di Giardini Naxos, Sabato, sempre a Giardini Naxos, è in programma la manifestazione con movimenti territoriali, delle lotte sociali, partiti e sindacati. Il concentramento è previsto alle 15 in piazza Recanati: il corteo poi percorrerà il lungomare, verso la blindatissima Taormina. 

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Torino 21 maggio/Presidio al CIE-CPR

Torino – Presidio al CIE/CPR domenica 21 maggio

Dal governo centrale asseriscono che entro luglio saranno messi in funzione sette nuovi Cpr: Brescia per la Lombardia, Gradisca d’Isonzo per il Friuli, Modena per L’Emilia-Romagna, Santa Maria Capua Vetere per la Campania, Palazzo San Gervaso per la Basilicata, Cosenza per la Calabria, Iglesias per la Sardegna. Alcune strutture sono già state in passato prigioni per senza-documenti, danneggiate dalle rivolte dei reclusi fino alla loro chiusura; altre, come il sito sardo e quello lombardo, erano prigioni canoniche o caserme.

Alla macchina delle espulsioni cercano di fornire nuovi ingranaggi ma ci saranno sempre dei nemici pronti a organizzarsi per farli saltare e dei reclusi che non si arrendono alla violenza della privazione della libertà.

Venerdì 19 maggio, ore 18 alle Serrande di corso Giulio Cesare 45: discussione con alcune compagne sulla lotta contro le prigioni per immigrati a Barcellona e contro le frontiere.

Domenica 21 maggio, ore 16 in corso Brunelleschi all’angolo con via Monginevro: presidio in solidarietà ai reclusi del Cpr torinese.

Cie o Cpr, fuoco a tutte le prigioni!

macerie @ Maggio 15, 2017

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