31 ottobre/Le Masche in Clarea
Le Masche antenate guideranno ancora una volta il popolo No Tav contro l’arroganza,la prepotenza, l’occupazione della terra.
http://www.notav.info/post/3110-halloween-in-clarea-serata-delle-masche-no-tav/
Le Masche antenate guideranno ancora una volta il popolo No Tav contro l’arroganza,la prepotenza, l’occupazione della terra.
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La scelta di eliminare, mentre si smantella lo Stato sociale, di cancellare dallo spazio pubblico i perdenti della società del mercato, quelli che non sono sopravvissuti alle trasformazioni volute dal neoliberismo, disoccupati, senza casa, precari, quelli senza pensione o con la minima, tossicodipendenti, handicappati, malati mentali, ma anche dettaglianti, piccoli professionisti… per non parlare di chi sopravvive arrangiandosi, rubacchiando, facendo lavori di minima, è una vera e propria, questa sì, scelta criminale. Continua a leggere
di Alessandra Daniele
Durante le funeree celebrazioni per il decennale del PD, Renzi ha respinto con tono indignato l’accusa di fascismo, protestando ancora una volta la natura democratica e addirittura progressista del suo partito, che è sempre stato il principale rappresentante italiano dell’oligarchia politico-finanziaria che sta trascinando il pianeta alla rovina.
Come dice anche la Bibbia, l’albero si riconosce dai frutti.
E il sedicente centrosinistra italiano è un albero che produce strani frutti da sempre. Dalla prima Repubblica, col consociativismo spartitorio DC-PCI e la cosiddetta solidarietà nazionale antiterrorismo che produsse le leggi speciali, alla seconda Repubblica della definitiva fusione fra i resti di PCI e DC.
Il primo governo Prodi fruttò la precarizzazione del lavoro con la legge Treu.
Il successivo governo D’Alema (colui che adesso si proclama l’ultimo strenuo difensore della sinistra) fruttò la criminale partecipazione dell’Italia alla guerra nella ex Jugoslavia, col bombardamento di Belgrado.
Negli ultimi sei anni nei quali il PD è stato al governo in coalizione con la destra berlusconiana, il PD ha proseguito l’operazione di sistematica cancellazione dei diritti dei lavoratori, tentando ripetutamente di smantellare la Costituzione antifascista, continuando a partecipare a tutte le guerre neocoloniali disponibili, e finanziando campi di concentramento per la Soluzione Finale del problema immigrazione.
Strani frutti. Gli stessi del pezzo blues di Billie Holiday Strange Fruit sulle vittime impiccate dei linciaggi razzisti.
Blood on the leaves and blood at the root
Black bodies swinging in the southern breeze
È questo il partito per il quale gli scissionisti da riporto dell’MDP si offrono di provare a recuperare una manciata di voti, in cambio d’una scodella sotto al tavolo dei vincitori.
Riverito ospite dalla Gruber, questa settimana Matteo Renzi ha insistito a definire il PD un partito di sinistra. Di tutte le cazzate che ha raccontato nella sua carriera, questa è la più grottesca.
Il Cazzaro ha fallito il compito che gli era stato affidato di liquidare la Costituzione, e ora lo stesso establishment che aveva orchestrato la sua ascesa sta cercando di sostituirlo col più efficiente duo Gentiloni-Minniti. La rissa in Viscoteca Bankitalia che imbarazza il governo è quindi uno scontro tutto interno al sistema di potere rappresentato dal PD, e chiunque lo vincerà a perdere saremo noi.
E continueremo a perdere, finché l’albero degli impiccati non sarà finalmente abbattuto.
Controllo controllo controllo
Tranquilli che se morirà qualcuno tra i 14 e i 18 diminuiranno ancora l’ autonomia! Bravi tutti e tutte che avete chiesto telecamere, dispositivi di controllo di ogni risma ora eccoci qui: I BRAVI GENITORI CONTROLLANO SEMPRE I FIGLI, SEMPRE!
Siate creative
Dicono che se siete creative abbatterete la crisi anche se vecchie, licenziate, umiliate, disoccupate. Basta lamentarvi la creatività vi salverà e ricordatevi di sorridere alla vita così tanto tra cose dette a buffo una vale l’altra.
Somalia
E insomma ci era tanto mancata!
Rom
Li abbiamo messi in dei campi/lager, li abbiamo resi vittime così noi siamo più buoni e ora ci lamentiamo che invocano Salvini perché chiedono la legalità e l’integrazione? Ma perché nelle periferie che succede di diverso?
Politicamente corretto
Imbufaliti sul web perché Trump dice alla madre di un soldato che sapeva di rischiare la vita oppure perché online per halloween si trova il costume di Anne Frank! Mi stupisco sempre che voi vi stupiate!
Social
Tante notizie esistono solo perché condividete ogni istante della vostra vita. Cos’è, laddove mancano le telecamere ci pensate da soli?
Villari
Con i suoi testi formati migliaia di studenti, infatti il fascismo non è male per tanti.
Non aprite quella finestra!
Torino come Pechino nemmeno fosse una hit dell’estate,Milano e Roma già si sapeva che si muore di inquinamento, ma l’Ilva rimane aperta e va salvata per salvare il lavoro, alla salute ci pensa la raccolta differenziata e i prodotti cruelty free.
Monarchy
Noto con piacere che dopo la questione dell’indipendenza catalana i quotidiani non fanno altro che parlare della regina Letizia e quanto è bella. Per salvare una monarchia la Grace Kelly di turno fa sempre comodo.
La liberalizzazione commerciale, quella finanziaria, la supremazia del mercato hanno creato un’estensione senza limiti al gioco delle diseguaglianze. La polarizzazione delle ricchezze tra regioni del mondo ha raggiunto limiti inimmaginabili.
E tutti si affannano a voler aiutare i paesi del terzo mondo. Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Sviluppi endogeni, partecipativi, integrati, autentici, equi, un bricolage concettuale che non ha cambiato le cose. Ed oggi si è arrivati ad una mostruosità verbale che si esplica attraverso un’antinomia mistificatrice: “aiutiamoli a casa loro”. Aggiungono una specificazione e non mettono in discussione il processo di accumulazione capitalistica. Non ci si concentra sulle disparità sociali, sulla povertà, sul livello di vita, sui bisogni essenziali o sui danni all’ambiente ma ci si basa su un’impietosa rimozione dai nostri occhi della disperazione in cui vivono quei popoli.
Si dimentica, si omette volutamente che sono le potenze occidentali che finanziano le guerre religiose ed interetniche, che depredano quelle popolazioni delle loro ricchezze. C’è tutto un immaginario che rimane immutato, immaginario che non è altro che colonizzazione con altri mezzi. I conflitti armati che attraversano l’Africa e il Medio Oriente hanno i loro prodromi nella gestione occidentale di quei paesi nella stagione della loro indipendenza e nel tentativo, per tanti versi riuscito, di conservarne il controllo dopo la dichiarazione della loro indipendenza.
Naturalmente i paesi africani e mediorientali ne sono le prime vittime e il prodotto legittimo è il terrorismo. Non causato dalla povertà o dalle aspirazioni etnico-religiose, ma promosso e coltivato attraverso l’addestramento e l’approvvigionamento da pare delle potenze occidentali, ognuna con un occhio di riguardo particolare alle sue ex colonie. Naturalmente per i paesi a maggioranza mussulmana con l’aiuto economico degli Emirati Arabi.
Un ingranaggio che ha innescato violenza, miseria estrema, marginalizzazione e ha mandato in soffitta ogni prospettiva economica creando zone inaccessibili, incoltivabili e/o abbandonate. Il terrorismo occidentale praticato attraverso gli ascari locali instilla paura, porta al ripiegamento su di sé, distrugge il tessuto economico esistente, crea zone abbandonate dal turismo e dagli investitori che non siano le ONG di regime. I conflitti artificialmente innescati non fanno che aumentare il numero di sfollati, rifugiati e migranti
La soluzione di “aiutarli a casa loro” è, per essere cauti, falsa e inconsistente perché si tratta di far vivere loro esperienze traumatizzanti e disumane che, per quanta fantasia possiamo avere, sono inimmaginabili. I governanti italiani queste cose le sanno eppure sono indifferenti di fronte ad uno scenario che è stato raccontato più di una volta, in tante occasioni, con il conforto della testimonianza dei sopravvissuti e con la prova dei continui attentati che mietono vittime innocenti.
Oggi, in un contesto di scomparsa delle grandi narrazioni, socialismo, panarabismo, panafricanismo, si assiste ad una radicalizzazione dell’Islam e della collocazione etnica. La seduzione esercitata dai movimenti jihadisti e tribali si basa sull’uccisione delle speranze nate nella stagione dell’indipendenza. E qui tanta responsabilità hanno avuto i movimenti di sinistra nei paesi occidentali che hanno demonizzato nel terzo mondo i governi di ispirazione marxista e qui da noi emarginato, umiliato i giovani delle banlieues, comunque queste si chiamino perché le abbiamo anche noi in Italia, giovani che si affacciavano alla vita sociale e politica.
I conflitti armati che attraversano il Medio Oriente e l’Africa rinviano d’altronde ad un lungo percorso: in Medio Oriente frontiere costruite artificialmente dalle potenze coloniali nel momento della divisione territoriale dopo la caduta dell’Impero Ottomano, in Africa la pretesa delle potenze occidentali di esercitare comunque e sempre il controllo sulle ex colonie.
Ci sono concetti avvelenati che oscurano la capacità di giudizio: “aiutiamoli a casa loro” è uno di questi concetti devastanti perché omette la ragione dello sradicamento di quelle popolazioni e il perché della fuga di massa. E’ fondamentale rendere esplicita la rottura che è stata perpetrata nei confronti di quei popoli in nome dello sviluppo e della globalizzazione che non è altro che l’appropriazione delle loro risorse. Ma d’altra parte cosa aspettarsi da chi ha dato il via alla polarizzazione estrema delle ricchezze anche a casa propria, nei paesi a capitalismo avanzato? la socialdemocrazia, principale artefice di questi principi, non ha neppure più l’alibi di dire che il saccheggio del terzo mondo porta qualche vantaggio alle popolazioni occidentali.
Le guerre e i colpi di Stato condotti a distanza contro governi laici, nazionalisti, di sinistra, un esempio per tutti il Burkina Faso di Thomas Sankara, hanno sconvolto e completamente destabilizzato quei paesi. Le effettive motivazioni di queste guerre sono chiare anche se i paesi occidentali hanno imparato a cambiare vocabolario senza modificare pratica e obiettivi.
Il progetto coloniale nella stagione neoliberista si è tramutato in un progetto neocoloniale, la guerra è a tutto campo a partire da quella economica, dal dumping praticato dall’occidente a vantaggio dei propri prodotti, dai cereali alla carne fino all’industria tessile. Rubiamo loro tutto anche medici, infermieri, ingegneri e informatici che importiamo come una merce.
Anche in quei paesi a tappe forzate si realizza l’ideologia neoliberista: crescita debole, esclusione sociale, smantellamento dei servizi pubblici, privatizzazioni, deterioramento dei servizi di base come scuola e sanità. In questo contesto è nata una classe di nuovi ricchi legati agli interessi occidentali. Da noi, con la nascita dell’iper borghesia, le popolazioni sono scivolate in una disaffezione per la politica, da loro in una forma di cinismo generalizzato.
A tirare le fila ci sono le Agenzie occidentali, ma i loro intermediari sono i “Chicago boys” in America latina, la “Berkeley mafia” in Indonesia, gli “Africaboys” che si fanno promotori dei principi neoliberisti grazie alle posizioni che occupano all’interno dei Ministeri e delle Banche Centrali e, quando tutto questo non basta, c’è una pletora di organizzazioni a cui è delegato il lavoro sporco, strutture che spesso cambiano nome ma non datore di lavoro.
Come durante il periodo coloniale, non siamo noi che aiutiamo loro ma sono loro ad arricchire l’occidente. Così come del resto a casa nostra, sono i poveri che fanno ricchi i ricchi.
Elisabetta Teghil
Se non arriverà la riposta di Puigdemont entro giovedì alla domanda se abbia proclamato o no l’indipendenza catalana, Rajoy ha dichiarato che applicherà l’art.155 della Costituzione: ripresa del potere da parte del governo centrale.
Si commetterebbe un errore se si cedesse al formalismo e si guardasse alla Costituzione come a un insieme di regole avulse da qualunque presa di posizione sostanziale.
Non c’è Costituzione che non nasconda fra le sue pieghe un’idea molto definita della società che organizza. L’attuale Costituzione spagnola ha una sua idea precisa, di fatto la stessa di quella che l’ha preceduta, quella franchista. In politica spesso i morti viventi aleggiano grazie all’inerzia tipica delle Istituzioni consolidate, ma nel regime spagnolo la Costituzione è l’ossificazione di interessi materiali e la loro continuazione sostanziale. Anche la più elementare riflessione ci fa constatare che il regime spagnolo sta imputridendo insieme ad un’epoca morente che viene tenuta artificialmente in vita come fu fatto a suo tempo con il dittatore Franco.
E’ una perdita di analisi e di lucidità rimanere sospesi, come il regime spagnolo fa, nell’illusione di poter perpetuare il metodo franchista di repressione delle nazionalità della Penisola Iberica. Vogliono continuare ad opprimere la Catalogna, le Asturie, i Paesi Baschi in un revival fatto di nostalgie autoritarie e di pulsioni repressive con una continuità fuori tempo e fuori posto dei valori franchisti.
L’aspirazione all’indipendenza della Catalogna non è altro che l ‘esplosione di contraddizioni radicate nel paese passate attraverso snodi quali la negazione della storia stessa della Penisola Iberica e l’imposizione della monarchia obbligatoria per tutti perché voluta nel suo testamento dal dittatore Franco.
La Catalogna vuole proclamarsi repubblica e questo aspetto viene passato sotto silenzio come se non fosse importante. E’ invece elemento fondante della rottura con il regime passato e presente.
Supera i duecento morti il bilancio dell’attentato ieri a Mogadiscio dove sono esplosi due camion bomba davanti al Safari Hotel. La deflagrazione ha fatto crollare l’edificio intrappolando decine di persone.
“Sapevo che il mio Dio era più grande del loro: sapevo che il mio era un Dio vero e il loro un idolo.” Dichiarazione nel 2004 a proposito delle operazioni militari USA in Somalia del generale William G.”Jerry” Boykin, veterano delle forze Delta <Unità di intervento dell’esercito americano>, sottosegretario alla Difesa nel 2003 e preposto all’Intelligence negli Stati Uniti.
E’ importante e utile dare una definizione stretta di violenza perché è in atto una semplificazione, voluta e fuorviante, dei termini violenza e non-violenza che sono stati trasformati in meta-concetti, privi di specificazione e collocazione.
Si intende per violenza l’atto o l’insieme di atti con cui un soggetto privato, sociale, istituzionale interviene nella possibilità di un altro soggetto, anche questo privato, sociale, politico, impedendogli un comportamento spontaneamente realizzabile e/o imponendogli un ruolo ed una collocazione.
Dalla definizione di violenza nasce la correlazione tra la stessa e la forza che permette alla prima di realizzarsi.
In questa società la legittimità dei mezzi garantisce la giustezza dei fini. La legalità è legittimità riconosciuta, la violenza legale è, pertanto, l’unica violenza legittima.
Infatti, la violenza viene praticata in e nei confronti di un’area sociale che non coincide con quella dei detentori del potere. E lo sforzo è tutto teso affinché questo uso della forza e i relativi comportamenti violenti siano accettati e interiorizzati nel costume dei più.
Le elaborazioni teoriche e le campagne mediatiche sul non uso della violenza hanno come obiettivo, esclusivamente, i destinatari della violenza stessa. E chi le fa è consapevole dei rapporti di forza e di chi esercita la violenza in regime di monopolio.
E’ questo il ruolo, nella divisione capitalista del lavoro, delle missionarie e dei missionari della non-violenza. Continua a leggere
perché riteniamo necessario recuperare concetti come indignazione, ribellione, disubbidienza civile, rabbia, autodifesa, rifiuto della norma, rifiuto della legalità, differenza tra oppressor* ed oppress*, sfruttator* e sfruttat*… tutti ricompresi nell’indistinto magma del concetto di violenza che la società neoliberista, fase attuale del capitalismo e del patriarcato, demonizza, togliendo a questo paradigma ogni valenza sociale e collocando la così detta violenza politica in una imprecisata sfera delinquenziale.
Il ciclo si articolerà in cinque sezioni e all’interno di ognuna ci saranno delle iniziative sul tema:
Sezione storia e memoria-Gruppi femministi che negli anni ’70 hanno agito violenza politica e gruppi di donne che hanno scelto azioni armate;
Sezione ruoli-Aggressor* ed aggredit*
Sezione controllo-La norma e la legalità
Sezione egemonia culturale-Indifferenza, indignazione, rabbia
Sezione autorganizzazione- Autonomia femminista, autodifesa, separatismo, rifiuto della delega, militanza.
La prima iniziativa sarà il 10 novembre per la Sezione storia e memoria “Le Militanti del Black Panther Party” con Silvia Baraldini al Nido di Vespe , via dei Ciceri 131-Roma
La sfida per il movimento femminista è di realizzare un progetto antagonista che si misuri con la globalità dell’oppressione di genere e con la critica del vivere quotidiano perché il patriarcato è un rapporto sociale assunto oggi nel metabolismo sociale neoliberista. Il neoliberismo ha chiuso in maniera unilaterale ogni spazio di contrattazione per precisa scelta ideologica e ha lasciato aperto solo lo spazio del collaborazionismo. La socialdemocrazia è stata ed è la principale naturalizzatrice di questi principi. Quindi non si tratta tanto di sconfiggere dei soggetti quanto l’ambiente costruito dai dispositivi semantici, discorsivi, di controllo che rendono possibile il perpetuarsi del patriarcato e del capitalismo
E’ necessario costruire, trovare, inventare nuove forme di lotta. Finché saremo subalterne alla logica della legalità, della norma, del politicamente corretto, del realistico non si riuscirà ad intravvedere la fine della società patriarcale. Ogniqualvolta, invece, saremo in grado di deporre questi assunti quella fine sarà più prossima.
Le coordinamente