8 dicembre NO TAV!!!NO TAP!!!!

8 Dicembre, fuochi e lacrimogeni al cantiere. Fermati 3 No Tav.

Alice, Umberto e Cesare liberi subito! Avanti No Tav!

Serata di lotta per questo 8 dicembre No Tav, una data importante che ha visto mobilitazioni dal nord al sud Italia! Sono scesi in piazza questo pomeriggio, infatti, migliaia di No Tap a Lecce, contro un’opera criminale voluta da un governo sordo alle proteste della comunità  salentina e non solo. A loro va il nostro ringraziamento e tutta la nostra solidarietà!

La giornata di mobilitazione è iniziata nel pomeriggio alla pedana No Tav di fronte al campo sportivo di Giaglione, banchetti e concerti hanno accompagnato l’attesa per la polentata che ha preceduto l’inizio della passeggiata serale verso la Clarea.

Poco prima delle 21, infatti, in centinaia ci si è mossi verso il cantiere della devastazione, percorrendo il sentiero principale sbarrato ad un certo punto dai jersey e presidiato dalle forze dall’ordine.

Altri gruppi di No Tav hanno invece deciso di addentrarsi nel cuore della Clarea, sfidando il freddo e il buio da quei sentieri conosciuti e praticati oramai centinaia di volte e utili a raggiungere le recinzioni del cantiere.

Poco dopo le 22.30 il cantiere è stati infatti attaccato da più punti e diverse volte. Lanci di lacrimogeni hanno cercato di disperdere i No Tav senza successo.

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15 dicembre 2017/L’ho sempre saputo

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La violenza dell’Impero del bene

Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza-SEZIONE RUOLI: Aggressor* ed aggredit*

“La violenza dell’Impero del Bene”

Siamo immerse in scenari di guerra. Dovunque volgiamo il nostro sguardo la guerra e la militarizzazione sono diventate paesaggio urbano e dimensione internazionale.
Ma tutto questo non è dovuto al Fato, ad una particolare congiuntura, a personaggi particolarmente malvagi…..bensì non è altro che lo stadio di maturazione del Capitale.
Il neoliberismo è la dimensione politico-ideologica a cui è giunto il capitalismo nella sua necessità di espandersi e di distruggere ogni altra configurazione economica, marginale nei paesi occidentali, di sussistenza nei paesi del terzo mondo che ostacoli il suo processo di crescita. La così detta crisi non è altro che lo strumento per la ridefinizione dei rapporti di forza tra Stati e multinazionali e con le oppresse e gli oppressi tutte/i.
E, in questo procedere, la guerra è strumento di potere e assoggettamento e, allo stesso tempo, momento di crescita economica e di sfruttamento. Non a caso è tornato prepotentemente sullo scenario internazionale il colonialismo, mascherato non più sotto la veste di una superiore civiltà da portare ai popoli del terzo mondo, bensì sotto quella della “democrazia”, della tutela dei diritti umani, di quelli delle donne e delle diversità.
In questo processo di ridefinizione degli assetti su fronti interni e fronti esterni, gli Stati Uniti si pongono come Stato del capitale, rivendicando a sé il ruolo guida e mettendolo sistematicamente in atto con la Nato diventata esercito di aggressione e polizia internazionale.
Gli Usa, con l’alleata Inghilterra e con gli Stati vassalli, stanno procedendo ad una sistematica destabilizzazione di tutte le aree, i governi, gli stati, che sono asimmetrici rispetto ai loro interessi….dalla Jugoslavia passando per l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria,  l’Ucraina…
La Francia e la Germania si barcamenano , strette tra la necessità di piegarsi agli interessi statunitensi e quella di tutelare i loro interessi economici.
L’Italia è asservita agli Usa, i governi riformisti e a guida PD sono semplicemente dei funzionari statunitensi.
In questo quadro il femminismo si trova di fronte alla necessità imprescindibile di fare chiarezza politica, di collocarsi e di scegliere da che parte stare. Le posizioni neutrali non esistono, non esistono più orticelli privati da coltivare o giardini protetti.
Si devono necessariamente smascherare i meccanismi che vengono posti in atto per perpetuare la nostra oppressione sotto le mentite spoglie di un’attenzione pelosa e attraverso la promozione sociale di donne che si prestano all’asservimento di tutte le altre donne e degli oppressi tutti/e. Il loro compito è di fornire un paravento dietro il quale la società patriarcale e neoliberista può nascondere i propri obiettivi reali quali l’inasprimento della disoccupazione, la precarizzazione della vita, le crescenti diseguaglianze, le guerre umanitarie, il ruolo di cura da cui dicono di essere affrancate e in cui viene prepotentemente confermata la stragrande maggioranza delle altre donne. Poiché questi obiettivi sono inconfessabili, si veicolano come emancipazione, come transizione, che dovrebbe condurre alla nostra liberazione così come nella società il neoliberismo viene presentato come “moderno” e dovrebbe condurre, secondo loro, alla crescita, alla giustizia sociale e, nei paesi del terzo mondo, alla democrazia.
L’uso strumentale della nostra oppressione, qui da noi, e nei riguardi del terzo mondo ci chiama direttamente in causa senza possibilità di appello.
Gli Usa nel loro processo di destabilizzazione dei paesi asimmetrici ai loro interessi hanno foraggiato, armato, addestrato, portato al potere… Talebani… integralisti islamici di ogni tipo…..Isis… e, allo stesso tempo, usano lo spauracchio del terrorismo, marchio itinerante da affibbiare ad ogni piè sospinto, per avere mano libera negli interventi destabilizzanti, nella loro intromissione in qualsiasi Stato e a qualsiasi titolo ritengano opportuno.
Per fare questo hanno distrutto con i mercenari del Qatar, degli Emirati Arabi, del Bahrain, Stati laici dandoli in pasti all’integralismo e ora si pongono come paladini della difesa dell’occidente contro il terrorismo.
La strumentalizzazione dei diritti umani, l’uso del pinkwashing per attaccare e aggredire i paesi asimmetrici non lascia spazio a nessuna posizione neutrale.
Non prendere posizione, non compiere una scelta, significa in realtà accettare la logica del più forte, la logica dell’arroganza, della prevaricazione e dell’aggressione. E noi donne sappiamo fin troppo bene come funziona questo meccanismo.

Sappiamo bene cosa significa confondere aggredita ed aggressore quando veniamo messe sullo stesso piano di chi ci avvilisce, ci umilia e ci opprime perché, ci dicono, anche lei avrà avuto le sue colpe, perché, tutto sommato, se l’è cercata…. Continua a leggere

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Nadia Lioce,prigioniera politica in 41bis

Il documento che Nadia Lioce, prigioniera politica detenuta da anni a regime 41 bis ha presentato al Tribunale Penale de L’Aquila in occasione del processo che la vede imputata proprio per avere protestato in carcere contro il 41 bis.

 “La sottoscritta Nadia Lioce ha presentato opposizione al decreto penale di condanna n.29/2016 ritenendo di poter qualificare le azioni, addebitatele come di disturbo delle altre detenute, come tradizionali azioni di protesta verso l’amministrazione penitenziaria (battitura delle sbarre), e di poter argomentare come non potesse ritenere di aver arrecato un disturbo alle altre detenute, non avendo udito lamentele; né che tali azioni arrecassero un tale disturbo, essendo  state storicamente accettate e/o condivise dalle detenute della sezione femminile 41 bis dell’istituto de L’Aquila, come in generale lo sono  per tutti i detenuti.

Gli eventi in oggetto –di battitura delle sbarre- sono quelli del 25/08/2015, 27/08/2015, 29/08/2015, 31/08/2015, 04/09/2015 e 07/09/2015, quali segmento di una protesta durata dal 27 marzo 2015 al 30 settembre 2015, con una frequenza analoga a quella citata (documentata dalle sanzioni irrogate le cui notifiche sono state depositate agli atti), e forme identiche (battitura con bottiglietta di plastica del cancello) e durata (mezz’ora), per un totale di episodi superiore alla cinquantina, in un regime di prigionia “speciale” quale, essendo segregativo nella natura e nello scopo è ordinariamente ben poco conosciuto. Eppure per poter contestualizzare i fatti è necessario poterne distinguere le caratteristiche, per cui la sottoscritta cercherà di tratteggiarle per come si sono andate determinando storicamente, pur nella consapevolezza che il salto esistente tra la vita civile e le condizioni della prigionia speciale in particolare, complessificando la rappresentazione in parole della sua concretezza, possa non essere colmato dal proprio tentativo e lasciarne incompleta la comprensione.

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15 Dicembre/Secondo appuntamento!!!

Femminismo: il paradigma della Violenza/Non-Violenza

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LA VALLE CHE RESISTE

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Euskal Herria/Catalunya

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Galizia Con Catalunya: LibertadPresosPolitics

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Acidità di Stomaco N°6

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi  aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

La Manovra

Parolone che mette soggezione in maniera autorevole. Quella cosa che risolve tutto. Quella cosa che aumenterà le forze dell’ordine per difendere la cultura e il mare dagli immigrati. Quella cosa che metterà in sicurezza gli edifici per poi farli crollare alla prossima scossa. Quella cosa che diminuisce i soldi per i nuovi nati…mmm…e beh certo è proprio una “manovra” che scema.

Nascere

Dicevamo i soldi sono di meno, le nascite pure ci sarà una correlazione?? Comunque mi domandavo ma davvero siamo sempre in calo nascita? Boh io non sono brava in matematica ma mi chiedo qual è il parametro? I conigli? Le vecchie famiglie latifondiste? La borghesia? Ma no tranquilli a fine anno fanno sempre i conti su tutto. Continua a leggere

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sabato 2 dicembre/ 50 ANNI DI RESISTENZA!

L’intervento di Leila Khaled sarà in videoconferenza.

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La Parentesi di Elisabetta del 29/11/2017

“Whistleblowing”

La Camera ha approvato la legge sul “Whistleblowing”, termine statunitense che sta ad indicare l’azione del dipendente pubblico o privato che segnala casi di corruzione o illeciti di cui sia venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro. Inoltre l’identità del lavoratore che denuncia non può essere rivelata. La tutela è estesa anche ad eventuali comportamenti ritorsivi e discriminatori da parte dell’azienda nei confronti del lavoratore che ha denunciato illeciti. Una scelta legislativa di questo tipo apre ad un ulteriore imbarbarimento dei rapporti umani, lavorativi, di genere… già devastati dalla modificazione neoliberista della scala dei valori sociali.

Il culto del così detto “merito” ha portato alla venuta meno di ogni solidarietà sul posto di lavoro, il darwinismo sociale ha condotto alla sparizione di ogni consapevolezza di classe, alla demonizzazione dei poveri, al razzismo imperante nei confronti dei popoli del terzo mondo perché è chiaro che la guerra fra poveri indotta sul fronte interno, basata sul principio che se una persona è povera è per colpa sua, per incapacità, per pigrizia e inettitudine e infine per propensione alla delinquenza, si trasforma sul fronte esterno in un’ acclarata propensione a considerare i cittadini occidentali superiori, capaci, intelligenti e portatori di “democrazia” in contrapposizione ai popoli del terzo mondo che incapaci di governarsi e di sfruttare le proprie risorse hanno perfino l’ardire di sbarcare qui da noi  e di rovinare la nostra società.

Il politicamente corretto poi da una parte affoga tutto in una melassa falso buonista e dall’altra invece sdogana un’intolleranza violenta nei confronti di chi non condivide e non si adegua a questi principi.

Il delirio legalitario infine santifica lo Stato facendo dimenticare che la legge non è altro che lo strumento della classe al potere per far rispettare ed attuare la sua scala di valori, che le leggi sono opera umana, sono fatte da uomini e da donne e non contengono nessuna sacralità a prescindere, che sono il frutto del rapporto di forza tra le classi, che sono fatte dai più forti e destinate ai più deboli. Il culto della legalità spinge alla demonizzazione di tutto ciò che è fuori dalla norma codificata, alla persecuzione anche dei comportamenti personali. Eh, sì, perché l’auspicata dedizione assoluta al mercato fagocita tutto il tempo della vita che deve quindi essere normata anch’essa. Il lavoro non c’è ma il lavoro deve essere il momento più importante a cui tutto deve essere sacrificato. I “nullafacenti”, i “lavativi”, i “furbetti”, i “fannulloni” sono oggetto di una vera e propria persecuzione come ai tempi di Enrico VIII.

E caratteristica fondante che attraversa tutta la scala dei valori neoliberisti è la delazione di cui questa legge è un bell’esempio codificato.

Diceva Tertulliano che la superiorità dei cristiani rispetto ai pagani era dimostrata dal fatto che i primi non ricorrevano alle lettere e alle denunce anonime. Ma nella cultura neoliberista la delazione ha trovato l’humus in cui prosperare, si moltiplicano le denunce anonime alla Guardia di Finanza, si spinge il cittadino/a a farsi spia di caseggiato, a controllare i vicini, a guardarsi intorno per verificare comportamenti anomali da denunciare. E’ una modalità che è stata incentivata passo passo, vengono alla mente i manifesti del Comune di Roma, sindaco Veltroni, che riportavano un numero da chiamare per denunciare chi scriveva sui muri e/o sporcava la città.

Si affacciano alla memoria scenari storici particolarmente inquietanti, primo fra tutti quello del Sant’Uffizio, dei tribunali dell’Inquisizione, quando chiunque poteva denunciare chiunque per eresia, stregoneria o semplicemente per comportamenti fuori dalla norma, e gli veniva garantito l’anonimato. Il denunciato veniva chiamato dalle autorità a discolparsi di qualcosa che non gli veniva nemmeno comunicato e la frase con cui veniva accolto dal Tribunale era “Voi sapete perché siete qui”. Perché la rimodulazione della società passava per il controllo dei comportamenti a tutti i livelli sociali e si avvaleva di uno strumento importantissimo di propaganda politica e sociale quale l’abiura, l’auto de fe, come veniva chiamata con un termine spagnolo, che veniva di solito pronunciata sul sagrato della chiesa con una modalità pubblica perché fosse di monito e di insegnamento. Ci vengono in mente le leggi premiali che furono usate per la prima volta negli anni ’70 e ’80 per i pentiti e i dissociati della lotta armata che dovevano fare pubblica abiura del percorso politico fatto, perdere la loro identità, la loro storia e diventare strumenti del dominio.

Delazione e culto della legalità hanno devastato il panorama politico e sociale conducendo a delle aberrazioni che sono entrate fortemente nel comune sentire: chi è sotto accusa non può essere candidato a cariche politiche, o deve dare le dimissioni, i deputati hanno perso l’immunità parlamentare, una tutela delle opposizioni dal tempo dei Tribuni della plebe.

La società neoliberista ha fatto emergere le caratteristiche peggiori dell’essere umano, ha destrutturato i rapporti affettivi, amicali, solidaristici, lavorativi, politici. Fermarla è una necessità.

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Negato l’ingresso in Italia a Leila Khaled!!!

Un fatto gravissimo: negato l’ingresso in Italia alla compagna Leila Khaled!

http://www.udap.it/blog/2017/11/28/negato-ingresso-in-italia-alla-compagna-leila-khaled/

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Solidaridad

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Acidità di stomaco N°5

La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi  aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

25 anni dopo

Potrebbe essere il titolo di un film mainstream, invece è solo il processo a Mladic! Le vere responsabilità rimangono nel buio, qui si lavano solo le sporche coscienze. E poi ditemi che non potrebbe essere la sceneggiatura di un film thriller o di spionaggio!

È una questione di classe?

Medici manifestano perchè non vengono pagati adeguatamente (a qualcuno hanno offerto pizza e birra almeno) e molti compagni a dire che sono privilegiati. Davvero solo perchè siamo convinte che prendano più soldi li dobbiamo odiare? C’è proprio un grosso problema di classe, forse avremmo dovuto scegliere un’altra parola così da non confoderci le idee?

Coloni a Parigi

Pare che dei cattivi arabi della periferia parigina siano così cattivi da prendersela con gli ebrei. Pare che questi ebrei siano presi di mira perchè più ricchi dei cattivi arabi, ma sono solo stereotipi antisemiti. Allora gli ebrei bullizzati cambiano quartiere e ne colonizzano uno che viene chiamata piccola Gerusalemme. Scusate ma non eravate contro i ghetti? Continua a leggere

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Il nemico marcia alla tua testa

Il nemico marcia alla tua testa

Facendo uno strappo alla nostra linea editoriale vi proponiamo una canzone quanto mai adatta ai tempi!

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