12 marzo 1977/Il femminismo che c’era

12 marzo 1977/ Il femminismo che c’era

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FUORI CONTROLLO/Numero Uno

[Periodico di lotta] Fuori Controllo – Out of Control – Hors de Contrôle

NUMERO UNO

Riceviamo e pubblichiamo.

Fuori Controllo – Out of Control – Hors de Contrôle
— PERIODICO DI LOTTA —
— NUMERO UNO —

Qui il link per la lettura.
Qui il file in pdf per la stampa.
Pagina Facebook e pubblicazioni cartacee.

Shown below the translations in different languages [ITA – ENG – FR]

Questo periodico esiste grazie alle lotte.

Il nostro impegno è quello di tradurre e distribuire in più lingue lettere aperte, comunicati, racconti e appelli di chi lotta nei centri di accoglienza, nei ghetti, nelle tendopoli, ai confini, nelle città e nei centri di espulsione.
Il nostro desiderio è che ogni battaglia possa imparare dalle vittorie e dai limiti dell’altra per intensificare la lotta contro le frontiere, la repressione e lo sfruttamento.
Lo Stato divide per controllare, questo giornale, “Fuori controllo”, vuole sconfiggere l’oppressione con la solidarietà, per questo è importante scambiarci idee e obiettivi sulle lotte che portiamo avanti.
Puoi scrivere a fuoricontrollo[at]distruzione.org o alla pagina facebook Fuori controllo – Out of control – Hors de contrôle per mandarci contributi che pubblicheremo nel numero successivo.
Ci vediamo nelle lotte!
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Acidità di Stomaco N°17


La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

Oh finalmente!!

Primo senatore nero della storia d’Italia, è leghista. Ora dobbiamo essere contente perché finalmente abbiamo un senatore modello panda! Black washing per noi italioti, Kyenge non ci era bastata. Sa bene di essere nero e leghista, anche Obama sapeva di essere nero e presidente “dell’Imperialismo.”

Elezioni

Ignoranti dicono votate così perché non capite niente! Li insultano come ad un bimbo che ha sbagliato quando viene lasciato da solo. Votano così quelli che stanno peggio, dicono, ma anche fosse? Quelli che stanno peggio cosa hanno che non va? Non sanno scegliere? (Beh in realtà un pochino se no eravamo tutte femministe ihiihih) Meglio la lega dei 5S? L’Italia non è più razzista di ieri, è razzista come ieri. Forse siete voi miei cari borghesi intellettuali ad aver cagato fuori dal vasetto. Tranquilli, però, non smantelleranno tutto, magari lo facessero. Magari radessero al suolo i vostri diritti civili di cui vi fregiate almeno potremmo ricostruire tutto alla faccia di voi brutti borghesi! Continua a leggere

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CARTELLA N°3 “La legalità e la norma”

La Coordinamenta verso l’8 marzo/Il contributo della lotta femminista alla liberazione di tutt* gli oppress*

CARTELLA N°3

“ La legalità e la norma”

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La legge è la sanzione formale di un rapporto di forza, è fatta da chi detiene il potere ed è destinata alle oppresse/i. E noi sappiamo quanto male e quanto dolore hanno portato e portano le leggi nella vita delle donne. Senza andare tanto lontano nel tempo, perché altrimenti dovremmo parlare di tutte le leggi che nei secoli ci hanno costrette a forza nel nostro ruolo con pene severissime, ostracismo e morte, ci basta andare indietro di pochi anni se per caso dovessimo avere la memoria labile e riflettere su quello che sta succedendo ora. 

Potrebbe sembrare che quella che viene chiamata emancipazione femminile sia un percorso lento ma ineluttabile. Invece non è affatto così perché le conquiste sono il frutto delle lotte e non solo non sono per sempre, ma possono essere annullate molto facilmente…basta una nuova legge quando il rapporto di forza diventa molto sfavorevole.  Non è l’evoluzione che fa la storia, sono i punti di rottura.

-La normalizzazione è l’esigenza di chi detiene il potere, più il potere è autoritario più c’è un proliferare di leggi e di norme che soffocano ogni momento della quotidianità. In pratica è necessario smascherare quella che è l’essenza dello Stato autoritario, la richiesta di ordine e di legalità che è divenuta debordante. Si omette che lo Stato possiede il monopolio della forza che pretende legittima e la esercita in maniera tale da essere legale perché legalmente convalidata. La ri-legittimazione del dominio si presenta come una necessità prioritaria per il capitale e si dispiega attraverso il neocolonialismo nei paesi del terzo mondo e nel disciplinamento e nella colonizzazione del quotidiano e dei territori nelle società occidentali.

-Ora assistiamo ad uno spostamento importante verso lo Stato etico che si arroga il diritto di decretare per noi quello che è buono e quello che non lo è e noi dovremmo adeguarci. E’ lo Stato etico di nazista memoria.

-Siamo rinchiuse in una gabbia di segni ideologici e culturali della società patriarcale e borghese, una gabbia che hanno costruito per noi e l’hanno chiamata “normalità”. La nostra “normalità” è così l’esecuzione automatica, inconscia della programmazione che il neoliberismo, in cui attualmente il capitale si esprime, ha costruito per noi .E’ la gabbia, anzi il sistema di gabbie, in cui ognuna di noi è chiusa, fatto di norme, stereotipi, convenzioni, ritualità, normalità….giudizi… condanna sociale…. spesso introiettate in maniera inconsapevole anche da noi stesse, contro cui combattiamo tutti i giorni cercando di prenderne consapevolezza, di renderle palesi , di metterle in discussione…ma anche questo non è facile. Spesso quando pensiamo di aver spezzato queste invisibili sbarre della gabbia che ci circonda, scopriamo che ce n’è un’altra, in un perverso gioco di scatole cinesi.

Abbiamo la consapevolezza di essere tutte prigioniere politiche!

-L’operazione portata avanti in questi anni dalla socialdemocrazia per conto del sistema di propagandare concetti come legalità, rispetto dell’autorità, sacralità delle istituzioni e delle figure pubbliche, non-violenza, riproposizione del concetto di patria, di nazione, di convivenza civile…ha ottenuto il risultato non solo di far dimenticare che la società è divisa in classi ,ma anche di far perdere completamente il significato di parole come “legge” e “democrazia” che a differenza di quanto ci propagandano non sono altro che la veste pubblica che si dà questo sistema.

-Chi non può pagare le bollette si sente ed è percepito/a come “delinquente”, rifiutarsi di pagare le tasse è addirittura foriero di una “scomunica sociale” quasi fosse un obbligo dettato da un dio al di sopra delle nostre capacità di comprensione, rifiutarsi di pagare il biglietto del treno al ritorno da una manifestazione provoca la calata degli agenti antisommossa  e scenari di “pericolosità sociale”.

-Dobbiamo porre molta attenzione a non essere compartecipi di questa visione autoritaria del sociale. Dobbiamo evitare accuratamente di contribuire a creare stigma e divieti, norme e colpevolizzazione altrimenti il femminismo diventerà anch’esso strumento di repressione e controllo sociale. Non ci si deve prestare ad essere strumento del neoliberismo. 

Mai come in questo momento storico in cui il neoliberismo, attraverso un legiferare continuo, invasivo e capillare si arroga il diritto di intervenire in ogni aspetto della nostra vita, l”illegalità diffusa” assume connotati di presa di coscienza.

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8 marzo 2018 a Viareggio

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Non sono nostre sorelle

 

“Lo sciopero delle donne: interclassismo e spoliticizzazione.”

Che cosa significa “sciopero delle donne” ? Interrompere il lavoro che una donna presta, di qualunque tipo esso sia e a qualunque titolo, significa far pesare alla controparte, in questo caso allo Stato quanto conti il lavoro delle donne nella società.

E’ quindi una richiesta di riconoscimento.

Ma una richiesta di riconoscimento è tutta interna al sistema, sia al patriarcato sia al capitalismo, che  ha assunto il patriarcato a seconda delle sue esigenze, e, in questo momento specifico,  rispetto alle esigenze della sua fase neoliberista.

Quindi la richiesta può essere riassunta in questi termini: se io non vengo riconosciuta per quello che valgo in questa società e per l’apporto che do, mi rifiuto di lavorare, e, allo stesso tempo, se la mia vita non vale e quindi non vengo tutelata dalle istituzioni rispetto alla violenza maschile, io mi rifiuto di dare il mio apporto a questa società.

E’ quindi una richiesta non solo  di riconoscimento  ma anche di  tutela.

Ma il patriarcato è una configurazione economica piramidale, gerarchizzata, autoritaria in cui la parte maschile è investita del ruolo guida e la parte femminile è in una posizione subalterna. E questo per una efficace messa al lavoro dei soggetti. Continua a leggere

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CARTELLA N°2 ” La colpevolizzazione e lo stigma”

La Coordinamenta verso l’8 marzo/Il contributo della lotta femminista alla liberazione di tutt* gli oppress*

CARTELLA N°2

“ La colpevolizzazione e lo stigma”

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la colpevolizzazione e lo stigma sono stati e sono due strumenti potentissimi del controllo sulle donne e sono applicati sia riguardo al comportamento all’interno del microcosmo familiare sia nei rapporti sociali esterni

-i comportamenti violenti del maschio, verbali e fisici, sono stati sempre imputati a mancanze riguardo al ruolo di moglie e di madre “non sa fare da mangiare” “non sa tenere la casa” “i figli non studiano, sono sempre sciatti” “dorme fino a tardi”…

– i tradimenti del coniuge sono sempre stati ritenuti colpa della moglie “pensa non è stata nemmeno capace di tenersi il marito” “certo se la vita sessuale non è appagante l’uomo cerca soddisfazione fuori…” “bisogna che la moglie dia un po’ di pepe alla vita coniugale…”

-non parliamo poi della violenza, delle aggressioni sessuali, degli stupri…”vestiva discinta”, “aveva la gonna troppo corta”, “andava in giro di notte”, “se l’è cercata”, “ha dato confidenza agli estranei”, “civettava con altri”…..la colpevolizzazione poi è imperante nelle aule dei tribunali dove la donna che ha subito violenza diventa la principale imputata…

e lo stigma rispetto a questi comportamenti viene spesso in prima battuta proprio dalle altre donne che hanno il compito di controllare il comportamento sociale del gruppo. Lo strumento del “pettegolezzo” di cui le donne vengono accusate e che viene loro imputato come difetto congenito e “comportamento naturale del femminile” non è altro che l’assunzione del ruolo di “controllore”.

E quando si sono sottratte le donne sono state sempre duramente punite con l’esclusione sociale, con la reclusione, con l’induzione al suicidio o alla pazzia con la morte o sul rogo per mano del potere o per mano dei maschi di famiglia, padri, mariti, fratelli, zii.

Nella società vittoriana la prostituzione era considerata la punizione per le donne colpevoli. Se una donna si prostituiva voleva dire che aveva fatto qualcosa di delittuoso e, allo stesso tempo se una donna commetteva una mancanza grave rispetto alla scala di valori sociale, allora il suo unico destino era la prostituzione perché nessuno le avrebbe mai più dato asilo, accoglienza o aiuto.

il neoliberismo si muove con le stesse modalità forte dello strumento del politicamente corretto portato in dote dalla socialdemocrazia

-è sempre colpa del cittadino/a, degli individui irresponsabili e dannosi…il pianeta è inquinato e devastato? è colpa tua perché non fai la raccolta differenziata, usi troppa corrente elettrica….le città sono affogate nel traffico? è colpa tua perché non prendi i mezzi pubblici… gli uffici pubblici non funzionano? è colpa dei lavativi e dei furbetti…i migranti scappano dai loro paesi distrutti da “guerre umanitarie” e carestie? è colpa tua che mangi troppo, che vuoi avere uno stile di vita agiato ma alle spalle dei popoli del terzo mondo…la città è sporca? è colpa tua che butti le cartacce per terra… non c’è lavoro? è colpa tua che hai solo pretese e pensi che ti sia tutto dovuto… e infine per quadrare il cerchio… sei povero/a? è colpa tua che non ti sai valorizzare e proporre in una società che invece ti fornisce delle possibilità infinite e, comunque, sei uno/a scansafatiche, pretenzioso/a e in fin dei conti pericoloso/a perché non ti rendi conto che la colpa è tua. E ti devi convincere che anche la soluzione può essere solo tua: assistenti sociali, psicologi, psicofarmaci, Tso e autorepressione.

E in ogni caso ci penseranno i tuoi vicini a controllarti, denunciare i tuoi comportamenti, farti rientrare nei ranghi.  

” Un terrorismo sociale forte e vincente annichilisce le persone, colpevolizzandole, avvilendole, frustrandole, trascinando perfino ogni comportamento dovuto al bisogno nella sfera delinquenziale. Questo è il pensiero unico cioè l’ideologia neoliberista.”

” anche la sofferenza è una colpa personale e perciò l’io sofferente umiliato, maltrattato viene derubricato dalla sua sofferenza e viene reinserito nel mercato come merce. Un capitalismo per il quale ogni colpa è sempre dell’essere umano che è bacato, fallato e attanagliato da un intimo disordine da combattere ricorrendo alla medicina, al marketing, alla psicanalisi e alla polizia, per cui il conflitto sociale non può che essere un malinteso, le lotte, le ribellioni, gli scioperi i picchetti non possono che essere un disordine intimo da sciogliere in un modo, nell’altro o nell’altro ancora.”

Ma quand’è che noi donne abbiamo cominciato a prendere coscienza di tutto ciò? quando abbiamo capito di essere tutte prigioniere politiche…verso la CARTELLA N°3… 

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Siamo tutte Lavinia!!!!

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Acidità di Stomaco N°16


La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica! L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

Razzismo No grazie

Minniti, l’uomo nero ci dice che l’Italia, tutto sommato, non è razzista (infatti è più tendente al fascismo, quisquiglie) e che la parola “emergenza” è da populisti. La sua soluzione sta nello Stato di polizia. Niente di nuovo per il “figlio adottivo” di Cossiga.

Giudizio

Tutti ci possono giudicare. In un famoso programma satirico americano ci prendono per il culo per i candidati delle elezioni. Quello che mi domando è perché vi frega tanto di come ci vedono all’estero? Ah, giusto ora anche il giudizio sarà transnazionale.

Frozen

Salvini e Meloni contro la possibilità di una Frozen lesbica. Aiuto arriva il Gender!!! Ma te pare che me tocca pure difende la Disney che si lava la coscienza con il pink-gender washing? Tra Ribelle, la censura di Moana, Rapunzel che si salva da sola di ipocrisia ne vediamo a pacchi, certo, che ci potevamo aspettare da gente fascista che usa come intercalare: e allora i bambini!!!!!!!! Continua a leggere

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CARTELLA N°1 “Il merito e la partecipazione emotiva”

La Coordinamenta verso l’8 marzo/Il contributo della lotta femminista alla liberazione di tutt* gli oppress*

CARTELLA N°1

“Il merito e la partecipazione emotiva”

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Che cosa vuol dire “meritarsi qualcosa”? vuol dire fare il possibile per

*compiacere chi ci fa una richiesta

*dare il meglio di noi stesse per assolvere il compito

*vuol dire riconoscere gerarchicamente che chi ci fa questa richiesta deve essere soddisfatto

*vuol dire poi dipendere dal giudizio che viene dato del nostro operato

*vuol dire riconoscere la giustezza del ruolo che ci viene assegnato

Cosa ha voluto dire sempre questo per noi donne?

*riconoscere la propria subalternità nella scala gerarchica patriarcale e la dipendenza dal giudizio e dall’approvazione dell’uomo

*cercare di essere adeguate a questa approvazione e fare quindi il possibile 

*accettare rimproveri e rimbrotti (Testimonianza: mi ricordo una conoscente, che veniva spesso a far visita alle mie zie, che era solita dire al marito quando le capitava qualcosa “ne ho combinata una delle mie…) e quindi riconoscersi eternamente infantili.

Da qui la continua sensazione e accettazione della propria inadeguatezza.

Da qui l’obbligo di dimostrare sempre di essere una buona moglie e una buona madre

Da qui il centuplicarsi degli sforzi da quando siamo entrate nel mondo del lavoro salariato con l’emancipazionismo (ora dobbiamo saper conciliare lavoro in famiglia e lavoro all’esterno) 

Ma la meritocrazia è uno dei “valori” fondanti del neoliberismo e tutto questo di cui abbiamo parlato è stato trasferito a tutto il mondo del lavoro, anzi a tutto il sociale.

Così se non ci adeguiamo siamo tutte e tutti colpevoli…verso la CARTELLA N°2…

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La coordinamenta verso l’8 marzo/Materiali

La coordinamenta verso l’8 marzo 2018/Materiali

Pubblichiamo l’introduzione da “Il sociale è il privato” 

 

Elisabetta Teghil, Bordeaux 2012.

La definizione di donna fa riferimento ad una strutturazione fittizia, frutto delle configurazioni socio-economiche e, perciò, della collocazione in cui la società ha ritenuto opportuno, di volta in volta.relegarci, collocazione funzionale alla struttura patriarcale e basata sull’asservimento e sull’oppressione. Per questo non ci appartiene, come non ci appartiene la definizione biologica del nostro essere che non ha più niente che rientri in una sfera del “naturale”, ormai completamente destrutturato da secoli di stratificazioni culturali, sociali ed economiche.

Per questo, la parola donna è semplicistica e fuorviante.

L’elemento che ci definisce è determinato dall’oppressione che subiamo che, quindi, individua un insieme oppresso a cui possiamo fare riferimento.

Il termine donna sarà, quindi, sempre usato con questa premessa.

La riappropriazione del termine donna avviene attraverso la riappropriazione delle categorie di oppressione che a quella parola sono legate. La violenza sulle donne è frutto della società patriarcale, un sistema economico/sociale basato sul dominio maschile che ha costruito ruoli e categorie che vedono il genere femminile in funzione subalterna e di servizio, di asservimento trasversale alle classi, e strutturato sul sistema binario oppressore/oppresso, trasversale ai tempi storici e che, attualmente, si intreccia in maniera inscindibile con la società capitalista nella sua versione neoliberista.

L’ideologia neoliberista, forma compiuta ed attuale del divenire del capitale, non vuole la liberazione degli esseri umani, ma pretende, addirittura, la fine di ogni forma simbolica a vantaggio esclusivo del valore mercantile.

La violenza del neoliberismo si manifesta nella sua pretesa di vietare ogni forma di conflitto, di differenza, di declinare tutto nel suo interesse e di sacrificare tutto alla sua conservazione ed autoespansione. Continua a leggere

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7-8 aprile 2018/SABOTARE LA GUERRA

2 Giorni contro la RWM – Cagliari 7-8 Aprile 2018-

7 – 8 APRILE DUE GIORNI DI DIBATTITI, ASSEMBLEE E PRESENTAZIONI SUL TEMA DELLA GUERRA, DELLA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DELL’INDUSTRIA D’ARMI.

Preparate il saccoapelo, chiamate gli amici e venite. La guerra è anche qui in Sardegna tocca a noi organizzarci per fermarla.

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI

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Acidità di Stomaco N°15


La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

Confusione sui muri

Forse i nazisti di Roma Nord dovrebbero smettere di assumere droghe visto che poi si rivendicano l’uccisione della scorta di Moro. O forse è un gomblotto per la prossima commissione?

Violenza

Pestato un fascista di forza nuova. Perquisite le case dei compagni. Perchè la violenza va bene solo contro i bangla se no si piangono lacrime di coccodrillo. Magari fosse vero, però, che noi compagne siamo violente contro i fasci. Magari.

Show

Tutti indignati per colpa di Trump che gioca a golf durante i funerali dell’ennesima strage. 1. Ma non erano i terroristi quelli pericolosi? 2. Ma se fosse stato costernato, che cambiava? L’ipocrisia.

Petrolio

Secondo le case automobilistiche che già producono elettriche o ibride tra 10 anni, se abbandoniamo il petrolio, oltre la sostenibilità ambientale (ma sarà come la quinoa o il mais??!!) ci saranno quasi 500 mila morti in meno. ???. È un ricatto? Non capisco. Comunque chiedono infrastrutture pubbliche! Ma è una presa per il culo? Continua a leggere

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Tanto per ribadire

“Il fascismo, quello di oggi”

La Parentesi di Elisabetta del 7/2/2018

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Le società benefiche prosperano sui poveri

“Le società benefiche prosperano sui poveri”

 Nicoletta Poidimani http://www.nicolettapoidimani.it/?p=1181#more-1181

Exploitation-rich-poor-noth-south-bloodsucking-14may11… nulla di nuovo, direte voi. E in effetti è così. Ma è anche vero che dietro le mezze verità emerse sulla ong Oxfam ce ne sono altre che è bene sapere.

Al proposito, pubblico la traduzione di una lettera pubblicata su The Guardian, che G. R. (che ringrazio di cuore!) mi ha inviato da Londra.

 

The Guardian Letters, 13 febbraio 2018
I crimini delle NGO vanno più in là di Oxfam

Le cifre per gli aiuti per il terremoto vanno da $10 miliardi a $ 13,4 miliardi.  Alcune di noi che hanno visitato Haiti hanno visto pochi o nessun segno di quei soldi, scrivono le attiviste.

Nel 2008 alcune di noi avevano scritto una lettera a Barbara Stocking, allora Amministratore Delegato di Oxfam, obiettando a un rapporto su Haiti sponsorizzato da loro, Rule of Rapists (Il dominio degli stupratori), che etichettava gli haitiani come stupratori mentre nascondeva gli stupri delle forze occupanti dell’ONU.  L’anno prima, 114 soldati erano stati mandati a casa per aver stuprato delle donne e delle ragazzine, alcune di 11 anni.  Non venne denunciato nessuno.  Scrivevamo: “Da decenni NGO come Oxfam sanno degli stupri da parte dei soldati ONU, come anche da parte dei lavoratori degli aiuti e delle società benefiche.  È la pressione da parte delle donne [e delle ragazzine] nelle comunità più impoverite che hanno avuto il coraggio di parlare, che alla fine ha vinto … un riconoscimento pubblico.”  Non ci fu nessuna risposta.
Le recenti rivelazioni di abusi sessuali da parte di importanti società benefiche (Report, 13 febbraio), non sono che un aspetto della corruzione delle NGO.  La gente di Haiti è stata la prima a liberarsi dalla schiavitù, ma i “padroni” coloniali che sconfisse – Francia, Gran Bretagna e USA – hanno continuato a saccheggiare e a sfruttare, anche attraverso l’esportazione delle NGO.  Haiti ha più NGO per miglio quadrato di qualsiasi altro paese e rimane il paese più povero dell’emisfero occidentale.  [Ian Birrill aveva ragione:] La corruzione trova il suo inizio e la sua fine con le potenze neo-coloniali.
Mentre vengono celebrati perché “fanno del bene”, i professionisti delle NGO fanno bene per se stessi.  Passano da una NGO all’altra, entrano nelle università e in politica, godono di una cultura di impunità, mentre esercitano il loro potere sui più poveri.  [Dopo aver lasciato Oxfam, la Stocking entrò all’università, come consigliera sull’”uguaglianza di genere”.]  Il Lancet (prestigiosa pubblicazione medica. N.d.T.) descrisse le NGO ad Haiti come “inquinate da losche caratteristiche viste in molte grandi corporation” e “ossessionate dalla raccolta di soldi”.
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