Il valore degli anni ’70

“Il valore degli anni ’70”

Il valore e la portata di quello che sono stati gli anni ’70 in questo paese si misurano dalla pervicacia con cui lo Stato porta avanti la sua vendetta. Lo spessore della lotta di classe che è stata messa in campo in quegli anni è evidente nello sgangherato entusiasmo di tutte le componenti politiche istituzionali e paraistituzionali per l’arresto di Cesare Battisti. Noi femministe materialiste facciamo parte di quella storia, la difendiamo e la rivendichiamo.  

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19 gennaio 2019/ Difendere la “razza”

Ciclo/La de-umanizzazione del soggetto 

Programma generale

19 gennaio 2019/Parte seconda

Nicoletta Poidimani attraverso un percorso di immagini, documenti, pubblicazioni dell’epoca coloniale ci parlerà della storia del razzismo italiano.

“L’originalità di questa ricerca consiste nell’evidenziare, anche da una prospettiva di genere, il convergere di diversi piani, codici comunicativi, discipline e saperi, nella costruzione della ‘razza italiana’. 

Conoscere questa parte della nostra storia è urgente soprattutto oggi, col riattivarsi, sulla pelle di donne e uomini migranti, in nome della sicurezza,  di  vecchi  e  sperimentati  dispositivi  razzisti  e  deumanizzanti che si formarono proprio nei cinquant’anni dell’esperienza coloniale  in  Africa. 

Molte  parole  “fascistissime”  dell’epoca  si  ripresentano  oggi  nel  linguaggio  quotidiano  così  come  torna  a  riaffacciarsi  sempre  più  prepotentemente  una  concezione  della  donna  e della famiglia di stampo clerico-fascista.”

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si tav/solo campagna elettorale niente di spontaneo

“Manifestazione nazionale di Roma del 23 marzo per mettere la parola fine alle grandi opere inutili e imposte.”

http://www.notav.info/post/manifestazione-sitav-solo-campagna-elettorale-niente-di-spontaneo/

Una piazza da campagna elettorale

Una piazza riempita per campagna elettorale, disinformata e utile solo a legittimare un ennesimo spreco di denaro pubblico. La presenza di così tanti politici in piazza, tutti allegramente sottobraccio da Chiamparino alla Lega, passando da Forza Italia, dimostra come il tema Tav sia solo un volano per proseguire con le politiche assurde portate avanti fin qui che ci hanno dimostrato come basti un temporale per rischiare di morire nelle nostre regioni.

Referendum non è vera espressione popolare

L’ipotesi di referendum è solo travestita espressione popolare perchè serve solo a legittimare il sistema delle grandi opere che ha già fatto troppi danni fin qui, ma rimane l’ultimo grande bancomat pubblico per partiti e amici costruttori.

Se l’analisi costi benefici fosse stata positiva non si sarebbero stracciati le vesti chiedendo un referendum ma avrebbero accettato tranquillamente uno studio che come l’unico esistente e datato, si fonda su previsioni trasportistiche e di spesa palesemente taroccate per giustificare un’ opera inutile e giustificare la costruzione di una nuova linea quando non ce ne sarebbe bisogno.

Lo diranno ai cittadini che la ripartizione dei costi dell’opera è iniqua e favorisce la Francia regalandole 2, 2 miliardi di € perchè non basata sui km di proprietà del tunnel (Italia 12,5 km, Francia 45 km), tanto che il costo al km del tunnel di base è 4 volte superiore per l’Italia. E questo solo perchè pur di farla si è disposti a prosciugare le casse pubbliche?

Chiamparino perchè non indice un referendum sulla sanità?

Chiamparino ha capito che questo è l’unico tema su cui guadagnare qualche punto alle prossime elezioni perchè almeno distrae i cittadini da quanto fatto nella gestione della Regione, che usa a piacimento per provare a farsi rieleggere, come se fosse una sua proprietà. A proposito perché non indice un referendum sulla sanità in Piemonte, così ci potremmo esprimere veramente tutti su qualcosa che ci riguarda?

 Le madamin lavorano per il sistema Tav?

Le madamin altro che spontanee ma parte del sistema delle grandi opere: visto che sono state tanto decantate come professioniste in carriera, sarebbe bene vedere anche con chi lavorano. Visto che una di loro lavora come ufficio stampa per Telt, la società che dovrebbe costruire l’opera,  permetteteci di dubitare dello spirito “spontaneo” nel volere il Tav.

Telt nel 2017 TELT ha speso 1 milione di euro tondi tondi in “comunicazione” (senza contare i dipendenti che si occupano specificamente del tema). Nel bilancio spiegano come hanno speso questi soldi, una frase in particolare è indicativa: “Qualche mese dopo, il cantiere italiano della Torino- Lione è stato affetto da una crisi della comunicazione conseguente alla dichiarazione di sciopero degli operai. Questa fase è stata gestita instaurando un piano di gestione della crisi che prevedeva dei resoconti sporadici e l’aumento delle comunicazioni dirette con i giornalisti.” (da p. 39 della Relazione finanziaria di Telt 2017)

Sono entusiaste di scendere in piazza con chi fa campagna elettorale sulla pelle di povera gente lasciandola in mezzo al mare per qualche punto percentuale in più, del resto è il Tav secondo loro che dovrebbe far ripartire Torino, costi quel che costi ci sembra di capire.

Prossima manifestazione nazionale notav Roma

Da parte nostra, non ci spaventano certo un paio di manifestazioni di qualche ora, e siamo concentrati alla prossima manifestazione nazionale di Roma del 23 marzo per mettere la parola fine alle grandi opere inutili e imposte.

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Gilets Jaunes 3/Donne in marcia per riprendersi la vita

GJ/Da place de la Bastille a place de la République, donne in marcia per riprendersi la vita!

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Venezuela, la “legittimità” che piace all’imperialismo

Venezuela, la ‘legittimità’ che piace all’imperialismo

di Geraldina Colotti

https://www.facebook.com/geraldina.colotti
 Il 10 gennaio, in Venezuela, Nicolas Maduro assumerà l’incarico come presidente, dopo essere stato eletto a maggio con oltre 6 milioni di voti. Il suo principale avversario, Henry Falcon, di centro-destra, ne aveva totalizzati meno di due milioni. Maduro ha ricevuto un numero di voti certamente superiore a quelli di altri presidenti di destra, a partire da Trump negli Stati uniti o da Piñera in Cile, senza contare le elezioni in quei paesi, come l’Honduras, dove i brogli e la repressione sono all’ordine del giorno. Eppure, proprio dai presidenti di quei governi che calpestano quotidianamente i diritti basilari dei popoli, arrivano critiche e minacce al Venezuela.

Il segretario di Stato nordamericano, Mike Pompeo preme sui suoi vassalli del Gruppo di Lima, affinché rompano le relazioni diplomatiche con il Venezuela. E già i media mainstream annunciano che gli Usa potrebbero bloccare anche gli acquisti di petrolio venezuelano. Tutti questi signori contestano la “legittimità” di Nicolas Maduro. Ma da chi dovrebbe arrivare la legittimità di un presidente se non dal mandato popolare? Evidentemente, per l’imperialismo, abituato a designare i presidenti latinoamericani in base ai voleri dell’ambasciata Usa e agli interessi del Fondo Monetario Internazionale, non è così. Per loro, ai popoli non spetta di decidere, ma di eseguire gli ordini, facendoseli anche piacere, e poi cercare un falso nemico su cui sfogare rabbia e malcontento: l’immigrato, il diverso, il povero. E perciò, trovano normale andare dal nazista Bolsonaro, ma chiamano “dittatore” Maduro.

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Direttamente dalla Francia/Gilets Jaunes 2

#1 GJ-Enragés_Représentants vs Démocratie & Rapport de force

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12 gennaio 2019/Tortura-Una pratica indicibile

Ciclo/La de-umanizzazione del soggetto 

Programma generale

12 gennaio 2019/Parte prima

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31 dicembre presidio al carcere di Rebibbia

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Capodanno al Nido di Vespe!!!!

E anche quest’anno salutiamo la fine e l’inizio tutti e tutte insieme al Nido di Vespe…

Dalle 19 cominceremo accompagnati dalla letture astrali sul nuovo anno con l’ausilio della mitica ASTRONZA (http://www.astronza.net)

Seguirà il Cenone di Capodanno a sottoscrizione (nei prossimi giorni uscirà menù ma per ora vi anticipiamo che sicuramente onnivor/vegetarian/ vegan no problem)

alla mezzanotte brindisi fischiabotti e trick e track

a seguire djset e abbeveraggi per tutti i gusti!

per prenotazioni quadraro@autistici.org

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Dalla Coordinamenta alla Coordinamenta

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Per ogni Robin Hood c’è uno sceriffo di Nottingham

Riceviamo dalle compagne del Giambellino, diffondiamo e invitiamo a diffondere!

Per ogni Robin Hood, c’é uno sceriffo di Nottingham.

Triste e breve storia di una storica pagliacciata giornalistica.

I Giornalisti stanno tutti li fuori pronti a filmare l’uscita delle pattuglie dei carabinieri in fila indiana, che si dirigono al quartiere Giambellino con i valorosi 180 uomini che smantelleranno il pericoloso Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, colpevole di aver creato una struttura solidale per impedire gli abusi che da anni si perpetuano in quartiere da parte della polizia e delle istituzioni. Un’intercettazione in cui una ragazza parla con un’abitante del quartiere, che chiama per chiedere aiuto perché “la polizia gli è entrata in
casa”. L’accusa infame di racket delle occupazioni. Così è cominciata la giornata di giovedì. Dopo quasi 4 anni di intercettazioni e pedinamenti, la procura di Milano e i Ros
presentano la loro “inchiesta-capolavoro”: una pagliacciata
mai vista prima.

continua qui Robin Hood – comunicato giambellino pdf

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Prende il via da gennaio un nuovo Ciclo della Coordinamenta

Prende il via da gennaio 2019 un nuovo Ciclo della Coordinamenta!

“La de-umanizzazione del soggetto”

La de-umanizzazione è un dispositivo che il potere mette in atto per togliere a chi vuole demonizzare persino l’appartenenza al genere umano. Sui soggetti de-umanizzati può essere così attuata ogni possibile nefandezza perché non sono più essere umani, ma oggetti.

Questa percezione viene veicolata nel comune sentire attraverso una serie di meccanismi che vanno dalla costruzione del mostro a quella della pericolosità politica, sociale e/o nazionale, a quella della superiorità della razza o al terrorismo facendo sì che la sofferenza fisica, psicologica inflitte e lo stesso annientamento vengano attuati senza sensi di colpa e come una necessità. 

I meccanismi della de-umanizzazione si esplicano sul fronte interno, vale a dire contro il nemico interno che è quindi sempre qualcuno che mette in pericolo il così detto “ordine costituito” o mette a repentaglio la costruzione della norma che viene fatta passare per “normalità”. La tortura dei/delle prigionieri/e politici militanti delle formazioni armate negli anni’70 in Italia, la tortura , l’annientamento psicologico e fisico dei/delle militanti della RAF nelle carceri tedesche, le torture nel campo di prigionia statunitense di Guantanamo, la caccia alle streghe  attuata dal XV al XVII secolo per la costruzione del nuovo modello di donna funzionale all’ordine capitalistico sono solo degli esempi che attraversano lo spazio ed il tempo fino ai giorni nostri. 

E i meccanismi della de-umanizzazione si esplicano anche sul fronte esterno nei confronti dei popoli ritenuti inferiori e quindi colonizzabili, sfruttabili, predabili perché incapaci di gestirsi, di intelligenza limitata, sub-umani. La costruzione della razza risponde a questo meccanismo. Come anche la guerra di ultima generazione che permette di eliminare a distanza spingendo un bottone come in un videogioco esseri umani che vengono assimilati a pupazzi, a macchie che spariscono, a luci colorate su uno schermo. 

Le così dette democrazie occidentali che indossano la maschera ipocrita della tutela dei diritti umani e della salvaguardia della persona usano i meccanismi de-umanizzanti con molta disinvoltura ogniqualvolta lo ritengano utile e conveniente per poter mettere in atto la distruzione fisica e psicologica di chi ritengono pericoloso. 

E’ necessario parlare dei dispositivi de-umanizzanti, della tortura, del 41bis, delle guerre asimmetriche…svelarne la natura politica, i meccanismi e gli obiettivi.

Raccontare la verità è una priorità politica del momento presente.

Coordinamenta femminista e lesbica

 

PROGRAMMA

Il ciclo si compone di tre parti  che verranno svolte in tre iniziative nello Spazio Sociale Nido di Vespe-via dei Ciceri 131-Roma  

PARTE PRIMA/ 12 gennaio 2019, ore 18.00 

I MECCANISMI DE-UMANIZZANTI SUL FRONTE INTERNO/ Le “democrazie” occidentali, la tortura, il 41bis… ne parliamo con Maria Rita Prette e il suo libro “TORTURA/Una pratica indicibile”Sensibili alle foglie 2017-Collana Indicibili sociali.

PARTE SECONDA/19 gennaio 2019, ore 18.00

STORIA E MEMORIA/ incontriamo Nicoletta Poidimani  e il suo libro”DIFENDERE LA “RAZZA”Identità razziale e politiche sessuali nel progetto imperiale di Mussolini –Sensibili alle foglie, Roma, 2009-2018.

L’autrice attraverso un percorso di immagini, documenti, pubblicazioni dell’epoca coloniale ci parlerà della storia del razzismo italiano

PARTE TERZA/ 9 febbraio 2019, ore 18.00

I MECCANISMI DE-UMANIZZANTI SUL FRONTE ESTERNO/ Il neocolonialismo, le guerre “umanitarie”, la guerra asimmetrica..ne parliamo con Maria Rita Prette e il suo ultimo libro “LA GUERRA/che fingiamo non ci sia”Sensibili alle foglie 2018,Collana Indicibili sociali.

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Giù le mani dalla nostra terra!

E’ notizia di pochi minuti fa l’annuncio del ministro Toninelli sul Terzo -Valico: l’opera proseguirà!

http://www.notav.info/post/il-terzo-valico-sacrificato-sullaltare-delle-alleanze/

Nonostante la messianica analisi costi benefici sia sfavorevole per l’opera (e come potrebbe essere altrimenti?) oramai, afferma il ministro, sarebbero troppi alti i costi per bloccarla.
Troppi soldi pubblici già spesi, troppi appalti già lanciati ma soprattutto, noi crediamo, troppe promesse fatte all’alleato della Lega che a quei profitti non vuole rinunciare.
Profitti più importanti della distruzione dell’ennesimo territorio di questo paese e della minaccia alla salute delle persone che vi vivono.  Più importanti dell’amianto, della corruzione e dei commissariamenti.

l’Italia ha bisogno di altro e chi oggi ha deciso per il prosieguo di quest’opera lo sa molto bene: messa in sicurezza dei territori, piccole opere utili , priorità alle vere esigenze come casa, lavoro, sanità e scuola.
Sull’altare dei giochi di potere questi buoni propositi evidentemente sono sacrificabili per alcuni, per noi no…non lo saranno mai.
Siamo vicini agli attivisti e alle attiviste del movimento No Tav Terzo Valico che in questi anni con dignità e coraggio hanno lottato per difendere la loro terra e il futuro dei loro figli.
Qualsiasi sia l’esito dell’analisi costi benefici che prima o poi arriverà anche sulla Torino Lione, il risultato di questa operazione, come quelle sul Tap, sull’Ilva e sul Muos, conferma una cosa sola: non ci sono governi amici! Anche per questo scenderemo in piazza il 23 marzo a Roma.
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato del Movimento No Tav del Terzo Valico:

“Il Ministro Toninelli ha annunciato dal suo profilo facebook che è terminata l’analisi costi/benefici inerente il Terzo Valico. Andate ad ascoltare cosa dice e andate a leggere cosa scrive. Il succo è che la decisione del Governo è quella di proseguire i lavori. Peccato che in campagna elettorale il Movimento 5 Stelle definisse l’opera inutile e dannosa per la salute dei cittadini.
Oggi tutto questo non vale più. Poco importa la presenza di amianto, poco importa la corruzione e gli arresti dei vertici del Cociv, poco importano le infiltrazioni della criminalità organizzata, nessuna importanza viene data alla distruzione delle sorgenti e delle falde acquifere. Tutto questo oggi scompare nel nome dei posti di potere e di un Governo insieme alla Lega.
La verità è che dopo Ilva, Tap e Muos, il Movimento 5 Stelle ha deciso di tradire un altro territorio. Ha deciso di pugnalare alla schiena migliaia di persone che avevano riposto in loro fiducia affinché questa grande opera inutile venisse fermata.
Il Movimento 5 Stelle è uguale agli altri. E’ parte del sistema che dicevano di voler combattere, è succube degli interessi di Salini Impregilo esattamente come lo era il Partito Democratico.
Vi aspettiamo nelle nostre valli se mai un giorno avrete il coraggio di presentarvi. Sappiate che non sarete i benvenuti. Urleremo ancora e ancora “Giù le mani dalla nostra terra”.”

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Da Radio Cane sugli arresti del Giambellino

Aprite quelle porte: sugli arresti del Giambellino

https://radiocane.info/seiscemo/

Milano, 13 dicembre 2018. Sei compagni e tre compagne (tra cui Clelia, della muta redazionale di radiocane) vengono arrestati con l’accusa di far parte di “un’associazione a delinquere finalizzata all’occupazione abusiva di immobili”. In questo contributo audio alcune considerazioni a margine di questa brillante operazione repressiva.

clicca qui

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Le donne che non difende nessuno

Le donne che non difende nessuno

<Palermo. Una donna  di 45 anni ha ucciso il marito accoltellandolo nel sonno. La donna ha spiegato che non ne poteva più dei continui litigi. La tensione in casa era molto alta da molto tempo tanto che i due figli più piccoli della coppia, che ne ha quattro, dormivano da parenti. Sembra che l’abbiano aiutata i due figli ventenni> Questa la notizia.

Il modello secondo cui vengono costruite le donne dal patriarcato prevede sopportazione, pazienza, comprensione, dedizione, sacrificio, disponibilità…tutte “doti” che costituiscono la strada maestra per l’autodistruzione personale e che sfociano in accessi di rabbia violenta  o di autolesionismo. Riportiamo uno stralcio significativo dagli Atti dell’Incontro nazionale separato “I ruoli, le donne, la lotta armata/Questioni di genere nella sinistra di classe” che può costituire oggetto di riflessione :

” …Dicevate delle donne che ammazzano i mariti, anche quello è un aspetto particolare per il carcere italiano: sono poche e sono quelle che si beccano condanne terribili cioè molto alte, a parte noi che eravamo le lungo degenti della situazione, quelle che venivano subito dopo erano loro, come se appunto fosse uno dei delitti più gravi che una donna può commettere.
Ed erano tutte donne, per lo meno quelle che ho conosciuto io, che erano arrivate in questo tipo di situazione per assoluta impossibilità di continuare in quella maniera. Se chiedevi “ma perché non hai divorziato?” ti guardavano come a dire “ma di che cazzo parli?”, non avrebbero avuto mai il coraggio di lasciare il marito, ammazzarlo si, ma lasciarlo no. E la cosa più incredibile è che dopo averlo fatto…in modi piuttosto cruenti devo dire, non gli avevano semplicemente tirato un foro in testa …con strumenti arcaici …in quel momento evidentemente la brocca ti parte! Donne veramente maltrattatissime che, quindi, nel momento in cui decidono di fare una cosa del genere la fanno con
tutti i sentimenti… però il giorno dopo tornano ad essere le donne di prima,
questa era la cosa che mi incuriosiva.
Come se ci fosse stato un piccolo episodio terribile, però loro non erano così
di natura, era che quel testa di minchia le aveva portate ad una esasperazione
veramente impossibile da sopportare. Quello che era assolutamente evidente
era che queste donne dai tribunali erano state massacrate, le pene più alte
che io abbia visto, poi sono arrivate le donne di mafia, ma molto dopo…” (pag.33)

 ..la ribellione delle donne al patriarcato si esprime spesso in forme estreme, violente e disperate in cui  è dominante la sensazione di impotenza e di non aver vie d’uscita oppure di rabbia repressa per anni.

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