Con piacere insieme a Barbara a Milano

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Senza vergogna!

https://www.facebook.com/geraldina.colotti

Il traditore Lenin Moreno aggiunge un’altra pagina di servilismo al suo curriculum di leccapiedi dell’imperialismo, consegnando a Trump il giornalista Assange, che aveva trovato rifugio nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.

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Un brutto risveglio

Riceviamo da lavoratricilavoratrici e pubblichiamo questo fatto estremamente grave!

Un brutto risveglio

Si informano lavoratrici e lavoratori che questa  mattina alle 7:25 4 agenti della DIGOS si sono presentati a casa del nostro collega e delegato RSU Marco, con la pretestuosa e assurda motivazione di dover effettuare una perquisizione per la ricerca di armi ed esplosivi.

Questa motivazione è utilizzata dalle forze di polizia per poter effettuare perquisizioni senza bisogno di un mandato della magistratura né dell’intervento di un giudice.

Ovviamente la perquisizione ha dato esito negativo e si è risolta rapidamente.

Questo avvenimento segnala ulteriormente il forte clima autoritario che ormai da tempo grava sul nostro paese. Una volontà di reprimere le istanze e i soggetti proletari che ha subìto una forte accelerazione con le iniziative legislative e amministrative del  Ministro Minniti che hanno aperto un’autostrada alla fascistizzazione della vita sociale operata dall’attuale Ministro Salvini.

In genere queste iniziative vengono assunte al fine di intimorire e paralizzare l’attività quotidiana e di lotta delle persone che ne sono colpite.

Ma stavolta sono caduti male perché né Marco né nessuno di noi si lascerà intimidire da queste provocazioni.

Del resto le lotte per la difesa degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori di ACI Informatica (sul PRA come per la contrattazione integrativa), dei lavoratori della logistica o per una sanità pubblica gratuita ed universale sono la ragione stessa del nostro impegno quotidiano e dunque troveranno nella repressione unicamente un ulteriore stimolo ad ampliarle e rafforzarle.

Siamo contro lo sfruttamento e al fianco di lavoratrici e lavoratori, sfrattati e occupanti di casa, immigrati e in generale solidali con chiunque lotti contro il sistema capitalistico e patriarcale.

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La Sanità NON è uguale per tutti!

Da una parte il triste calvario quotidiano a cui ogni cittadino ammalato è costretto a sottoporsi nella speranza di ricevere cure.

Dall’altra le corsie preferenziali garantite a politici cui, magari senza nemmeno averne bisogno, vengono risparmiate le file al pronto soccorso e garantiti ricoveri in reparti di emergenza.

Ci domandiamo come possano risolvere i problemi, gravi, della Sanità, politici e amministratori che non vivono sulla propria pelle i disastri a cui noi normali cittadini siamo sottoposti quando ci ammaliamo.

Buona lettura.

Leggi la Testimonianza

Comunicato Stampa in formato PDF

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Prigioniere politiche

Riceviamo e diffondiamo 

SEZIONE FEMMINILE A.S.2: DA ROMA-REBIBBIA A L’AQUILA.

Stamattina chi si è trovato allo sportello dei colloqui di Rebibbia Femminile ha potuto vivere personalmente quegli istanti misti di sconcerto e rabbia raccontati più e più volte da chi, dopo aver fatto magari diverse centinaia di chilometri per poter incontrare in carcere il proprio figlio, la propria compagna, il proprio padre, ecc… si è sentito rispondere: “Il detenuto, la detenuta è assente per trasferimento”. “Trasferimento per dove”? Stamattina la guardia di Rebibbia ha risposto. “Per L’Aquila”.

Così si è appreso, prima per una, poi per l’altra, poi per l’altra, che tutte e tre le compagne anarchiche detenute nell’Alta Sicurezza 2 di Rebibbia risultavano assenti. E presumibilmente tutte e tre destinate al carcere de L’Aquila.

Ne abbiamo avuto conferma qualche ora dopo perché Silvia, nel carcere di arrivo, è riuscita a vedere la propria avvocata, potendole quindi confermare che: da stamattina lei, Anna e Agnese si trovano nella sezione A.S.2 di questo carcere istituita circa 2 anni fa e dove, non sappiamo da quanto tempo, è già detenuta una donna per reati relativi al cosìddetto “terrorismo Islamico; si trovano in cella singola; hanno tutte e tre la censura della posta.

Poiché giunte lì solo da poche ore, la compagna non ha potuto riferire su quali siano effettivamente le condizioni detentive che si troveranno a vivere in questa struttura, cioè le ore di socialità e aria concesse, così come l’accesso a biblioteca, palestra, ecc… semmai esistano lì.

Quello che possiamo affermare con sicurezza è che l’aria che si respira in un carcere in cui il 95% della popolazione carceraria sta scontando la pena o una detenzione preventiva in regime di 41bis , non può che essere molto pesante.

Abbiamo specificato altrove perché secondo noi 41bis è tortura.

Sarà impegno anche di tutti e tutte noi occuparci di far fronte all’isolamento cui, proprio per la natura che caratterizza questa struttura, guardie (G.O.M.) e D.A.P. proveranno ad applicare, di default, alle compagne.

Per scrivere loro:

Agnese Trentin/ Silvia Ruggeri/ Anna Beniamino

Via Amiternina 3 Località Costarelle di Preturo  67100 – L’Aquila

Roma, 6 aprile 2019

Rete Evasioni

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19 aprile a roma, assemblea al NED!

Roma 19/4 @ NED-PSM – Incontro in vista del corteo contro i CPR a Modena il 25 aprile

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Al Laurentino 38!

Sabato 13 aprile al Laurentino 38  alle ore 19.00

“Le radici coloniali e patriarcali del razzismo italiano” con Nicoletta Poidimani!

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A proposito di oggi a Torino!

Dietro il TAV, ilponte sullo stretto

Si avvicina la kermesse sitav e ricomincia il bombardamento mediatico sulle madamine. Sabato a Torino ci sarà una sfilata di partiti politici, industriali (coi soldi degli altri) e sindacati confederali in vista delle elezioni europee. Come avevamo sempre detto, la “società civile” non è stata altro se non una foglia di fico per nascondere malamente la solita oscena ammucchiata di chi vuole tornare alla carica con un modello di sviluppo, quello delle grandi opere inutili, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: devastazione ambientale e disoccupazione di massa.

Scorrendo le pagine de La Stampa, house organ dello sconclusionato fronte pro grande magiatoia, abbiamo però strabuzzato gli occhi. Per rimpolpare le file arancioni sembra che sabato ci saranno arrivi da tutta Italia e tra loro, direttamente dalla Calabria, una fantomatica Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno che, apprendiamo su La Stampa, “riunisce tra Sicilia e Calabria le persone favorevoli al ponte sullo stretto di Messina”. Niente di meno!

Di quali interessi fosse portatore il fronte sitav l’abbiamo denunciato da tempo. D’altronde sono gli stessi loschi figuri, Chiamparino in primis, che sono venuti a imporre qui in Val di Susa la seconda canna del Frejus. Treno, tir o automobile poco importa. È il trasversale partito del tondino e del cemento legato a doppio filo ai grandi costruttori e guidato dall’ideologia del SI TUTTO. E pensare che in piazza a Torino, accanto alla lobby per il ponte sullo stretto, sfileranno tanti “progressisti” che irridevano il progetto ai tempi di Berlusconi…

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6 aprile a Milano/ Incontro contro la prossima riapertura del CPR di via Corelli

Ci ricordiamo fin troppo bene del CIE di via Corelli a Milano, chiuso dalle lotte, a giugno lo vorrebbero riaprire!

Pane al pane: NEI CIE LA POLIZIA STUPRA!

Il glossier della lotta con Joy, assolutamente da rileggere:

https://noinonsiamocomplici.noblogs.org/files/2011/03/glossier_per_web_aggiornato.pdf

da Punto di Rottura

Milano: sta per riaprire un lager per immigrati

A giugno 2019, il CPR di via Corelli a Milano sarà riaperto.

I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) sono lager in cui vengono rinchiusi gli immigrati senza documenti per essere poi deportati nei loro Paesi d’origine. Si tratta di una segregazione su base razziale che utilizza pestaggi, psicofarmaci, stupri e violenze di ogni natura come strumenti di controllo dei reclusi. TUTTO CIÒ È INACCETTABILE.

Il CPR fa parte di un programma che parte da lontano: fu la “legge Turco-Napolitano” (1998) a istituire questo genere di reclusione amministrativa, riaggiornato l’altr’anno con la “legge Minniti-Orlando” e infine ripreso dal governo Lega-M5S con un ulteriore inasprimento nel segno dell’odio razziale e della guerra ai poveri.

L’applicazione della “legge Salvini” su sicurezza e immigrazione colpisce tutti coloro che non stanno alle regole di questo giogo truccato in cui vince sempre chi comanda. L’introduzione di norme sempre più complesse per ottenere i documenti d’immigrazione e il potenziamento del controllo e della repressione hanno lo stesso scopo: limitare la libertà di chiunque, italiano o straniero che sia, e ridurre, fino a eliminarla, ogni espressione di scontento, protesta, lotta.

Vogliamo:

– ricordare le battaglie del passato contro i lager per immigrati, che li hanno fatti chiudere

– discutere della situazione presente

– per iniziare a organizzarci contro il nostro nemico comune.

Troviamoci perciò sabato 6 aprile 2019
dalle ore 15,30, in piazzale Gabriele Rosa
per passare un pomeriggio insieme e confrontarci sui CPR e sulla “legge Salvini”.

Video sulle ribellioni degli immigrati reclusi, opuscoli e libri che vale la pena di leggere. Poi la merenda!

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La Parentesi di Elisabetta del 3/4/2019

“Prima che sia troppo tardi”

E’ in preparazione un articolo del disegno di legge Concretezza che prevede la sostituzione del badge per i dipendenti pubblici con sistemi di controllo biometrico, vale a dire impronte digitali, controllo dell’iride e via discorrendo. Tutto contrabbandato dal “nobile” intento di contrastare l’assenteismo nella pubblica amministrazione e invece per coinvolgere la popolazione contro un settore lavorativo e far perdere la visione del progetto globale. Ma la proposta di questo governo è solo l’ultimo atto di un lungo percorso, quello della naturalizzazione del neoliberismo attuato scientemente dalla socialdemocrazia riformista da tanti anni a questa parte. Spero nessuno e nessuna si sia dimenticato dei sindaci/sceriffi, della detenzione amministrativa di Livia Turco e Giorgio Napolitano, dei decreti Minniti, della miriade di telecamere installate in tutti gli angoli del paese, dei varchi elettronici, dei tornelli negli uffici, ma anche del libro bianco di Marco Biagi, dell’organizzazione neoliberista dell’istruzione di Luigi Berlinguer, ma anche di Urban Operation 2020 della Nato sugli scenari per il controllo del dissenso e delle rivolte negli ambiti metropolitani ma anche dell’esercito nelle strade e nelle metropolitane e della militarizzazione dei territori  e si potrebbe continuare senza fine. E spero che nessuno e nessuna sia così ingenuo o buontempone o in malafede da dichiarare che tutto ciò ha un qualsivoglia intento di tutela della cittadinanza.

Ci stanno raccontando della fine delle classi sociali, ma le barriere tra queste sono fatte sempre della stessa materia…soldi, istruzione, famiglia, situazione professionale…e, invece di ridursi, tendono ad aumentare. L’ elemento nuovo è l’iper borghesia o borghesia imperialista, comunque la si voglia chiamare, che si è organizzata come nuova aristocrazia e ha ridotto la restante borghesia a funzioni di servizio gettando il resto della popolazione nella precarietà, nella disoccupazione e dando ai lavoratori/trici soltanto la speranza di essere arruolati/e come nuovi servi/e. Tutto è accompagnato dal refrain della fine delle ideologie facendo un’opera di stravolgimento nella misura in cui la borghesia transnazionale, mentre esclude tutte le parole che finiscono in ismo, si presenta e si realizza come unica ideologia. Continua a leggere

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Con calma

“Con calma” 

Ero calmo il primo giorno e lo fui
anche il secondo e il terzo
fui calmo
con una scarpa sullo stomaco
con la testa riversa nel cesso
con un odiatissimo soprannome
con le palpebre-dighe
in cedimento sul cuscino

Ero calmo quando mi dissero lascia stare
ma nessuno lasciava stare me
ero calmo quando erano tutte ragazzate
e meditavo d’uscite di scena dal teatrino,
ragazzate incluse

Ero calmo e la mia calma mi ha fatto uno e più regali
un filo per cucirmi la bocca
un taglierino per scucirmi dalla testa
ciò che non potevo pronunciare.

Un giorno fui più calmo del solito
ma un soprusò causò problemi tecnici:
applicai la mia capacità di problem solving
e scoprii rabbioso e potente
con tutta la mia forza di femminuccia
che una stoccata di compasso
nel collo del proprio aguzzino
val bene un’estate di tunnel carpale
passata a voler morire.

Ero calmo e la mia calma ha tentato di uccidermi
ho chiamato il centro assistenza e non l’hanno voluta.
Ho deciso di tenermela.

Ora il filo tesse idee e ponti
e la lama recide
dalla punta della mia lingua
dalla punta della mia penna.
Sono ancora calmo:
con calma miro e colpisco
meglio.

Denys

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Con le compagne e i compagni di Torino!!!

Con le compagne e i compagni che hanno manifestato ieri a Torino!

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Una risata vi seppellirà

Sarà una risata che vi seppellirà

https://www.facebook.com/barbara.balzerani

“Fatevi gli affari vostri!” fantastica pochezza dei convenuti a Verona, nella ubriacatura di una trionfante conservazione quale che sia, che sanno non essere solo loro merito, ma sopratutto di un avversario che poco avversa. C’è di tutto. Disprezzo, arroganza, orrore nei simboli, e la vulgata di una famiglia che non c’è più, neanche a casa loro. Un dilagare che occupa lo spazio lasciato non presidiato da chi ha perseguito da decenni idee d’ordine e compatibilità, infettando con le ragioni liberiste una resistenza sociale indebolita. Con l’ipocrisia di un po’ di antifascismo, un po’ di antirazzismo, un po’ di femminismo, tutti rigorosamente presentabili. Mai come ora dovremmo diffidare di “unità confuse e corrotte” per ricacciare nell’irrilevanza i crociati di ogni libertà che non sia la loro.

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Gilets Jaunes Acte XX

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2 aprile atto primo: prima udienza del processo Robin Hood

Siamo tutt* Robin Hood!!!!

+++ Per questo invitiamo tutti, il 2 aprile alle 9:00, AL  PRESIDIO DI FRONTE AL TRIBUNALE: perché un’operazione come questa non riguarda solo il Giambellino

A essere chiamata in causa è ogni comunità e forma di vita resistente!

Che il 13 dicembre all’alba quasi 200 carabinieri, corredati di elicottero, hanno militarizzato un quartiere popolare per arrestare dei componenti del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio è ormai storia nota. 

Come nota è stata la serrata sequenza repressiva che ha colpito nord e sud Italia in poco più di un mese, attaccando i volti diversi di una stessa realtà: quella che si oppone ad ogni forma di abuso e di imposizione di diseguaglianza.

Passata la sventolata stampa degna dell’arresto del capo dei narcos, sciorinando con inesattezze e titoloni i dettagli della vita di nove persone tra ragazze, ragazzi, una mamma e un signore di 50 anni, rimangono sul capo dei “RobinHood” le acrobatiche accuse di associazione a delinquere ma senza fini di lucro (!) e resistenze aggravate, per cui sono previste pene tutt’altro che leggere.

Il 2 Aprile si terrà la prima udienza del #processo annunciato a tempo record qualche settimana dopo gli arresti.

Il Giambellino è un quartiere profondamente segnato da una realtà complessa, non estranea alle difficoltà della vita più dura, che scivolano spesso in una scala di guerre intestine verso il basso. Non è estraneo nemmeno al fiorire di legami che nascono dai più genuini sentimenti di solidarietà. 

Abbiamo guardato in faccia le contraddizioni che nutrono questo angolo dimenticato della metropoli, e abbiamo comunque deciso di affrontarle e comprenderle, perché fanno parte del mondo che abitiamo e che vogliamo cambiare.

Abbiamo toccato con mano la condizione di isolamento a cui si viene intenzionalmente abbandonati quando le vite che abitano un luogo sono considerate di valore inferiore, perché incapaci di contribuire alla circolazione della ricchezza, e l’unica attenzione che si rivolge loro è quella necessaria a spingerle sempre più al di fuori, man mano che si allargano i confini della città per bene.

Il Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, attraverso il suo ambulatorio, la sua mensa, il suo doposcuola, la scuola di italiano, i suoi luoghi di scambio di progetti comuni, ha cercato di costruire strutture solidali insieme agli abitanti del quartiere, tra le fratture provocate dalla non-cura dello stesso Stato che oggi ci attacca.

Ciò che si vuole attaccare, sotto la coltre dello scandalo criminale, sono le forme di auto-organizzazione dal basso, la possibilità di smarcarsi da un imperativo istituzionale attraverso la solidarietà. Si può agire nei quartieri, nelle città, nelle metropoli solamente nelle modalità già stabilite, qualsiasi forma di alternativa viene repressa brutalmente.

+++ Per questo invitiamo tutti, il 2 aprile alle 9:00, AL  PRESIDIO DI FRONTE AL TRIBUNALE: perché un’operazione come questa non riguarda solo il Giambellino. 

A essere chiamata in causa è ogni comunità e forma di vita resistente.

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