Oggi, alle 17.00 presidio antifascista all’Alberone

Riceviamo da lavoratricilavoratrici e volentieri pubblichiamo

*7 GENNAIO. NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI*

Dal 1979, il 7 gennaio la Roma antifascista si ritrova davanti la sede del
Comitato di Quartiere Alberone per impedire ai fascisti, nel giorno
dell’anniversario dei morti di Acca Larentia, le loro provocazioni nel
quartiere. Vogliamo ribadire con fermezza che nei nostri quartieri non c’è
spazio per l’apologia del fascismo, il razzismo, il sessismo, l’omofobia,
il settarismo religioso e l’odio verso chiunque venga percepito come
diverso.

In questo periodo di crisi del capitalismo dovremmo utilizzare il nostro
tempo ad occuparci di ciò che conta realmente, come le nostre condizioni di
vita e di lavoro colpite da licenziamenti, disoccupazione, precarietà,
taglio ai servizi sociali, privatizzazione della sanità, riduzione dei
salari, degrado di servizi come trasporti e rifiuti ed un attacco ai
territori sempre più violento ed evidente. Non possiamo però dimenticarci,
in questo contesto, di quello che rimane il vero ruolo dei fascisti.

I tentativi delle organizzazioni neofasciste di strumentalizzare la rabbia
degli abitanti dei quartieri dove sono maggiormente evidenti le condizioni
di disagio ed abbandono confermano che, oggi come ieri, il ruolo dei
fascisti è quello di cani da guardia di questo sistema. La classe dirigente
di questo paese, utilizzando i fascisti come utili servi, ha tutto
l’interesse di alimentare la “guerra tra poveri”, perché è l’unico
strumento che ha per distogliere l’attenzione dalle cause e dai veri
responsabili della crisi che colpisce le nostre condizioni di vita.

Da anni inchieste giudiziarie non fanno altro che confermare quanto abbiamo
sempre denunciato: la connivenza tra fascisti, malavita organizzata e
gruppi affaristici e clientelari trasversali al mondo della politica.
Infatti proprio coloro che soffiano sul fuoco del razzismo che invocano la
legalità contro le occupazioni abusive, che parlano di “degrado”, che
dicono di essere “contro ogni droga”, sono gli stessi personaggi che,
dietro le quinte, speculano e rubano milioni attraverso la gestione dei
campi rom, dell’accoglienza dei rifugiati, dell’emergenza abitativa, dello
spaccio di droghe pesanti e del ciclo dei rifiuti.

*Il miglior antidoto contro i rigurgiti neofascisti è quello di mettere in
campo nei territori e nei posti di lavoro vertenze reali al fine di
ottenere un cambiamento del presente affiancando una costante pratica
militante che non si risolva in un educato antifascismo di parole.*

*Per questo anche il 7 gennaio la sede del comitato di quartiere Alberone
ospiterà la riunione – aperta a tutt@ – del Coordinamento Cittadino Sanità,
per continuare la vertenza sulle liste d’attesa nella ASL RM2.*

*MARTEDI’ 7 GENNAIO DALLE ORE 17.00*

*DAVANTI LA SEDE DEL COMITATO DI QUARTIERE ALBERONE*

*VIA APPIA NUOVA, 357*

*PRESIDIO ANTIFASCISTA*

COMPAGNE E COMPAGNI ANTIFASCISTE/I DI ROMA

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Contro la guerra del capitale/ Contro l’ordine patriarcale

Contro la guerra del capitale/Contro l’ordine patriarcale

Siamo immerse in scenari di guerra. Dovunque volgiamo il nostro sguardo la guerra e la militarizzazione sono diventate paesaggio urbano e dimensione internazionale.
Ma tutto questo non è dovuto al Fato, ad una particolare congiuntura, a personaggi particolarmente malvagi…..bensì non è altro che lo stadio di maturazione del Capitale.
Il neoliberismo è la dimensione politico-ideologica a cui è giunto il capitalismo nella sua necessità di espandersi e di distruggere ogni altra configurazione economica, marginale nei paesi occidentali, di sussistenza nei paesi del terzo mondo che ostacoli il suo processo di crescita. La così detta crisi non è altro che lo strumento per la ridefinizione dei rapporti di forza tra Stati e multinazionali e con le oppresse e gli oppressi tutte/i.
E, in questo procedere, la guerra è strumento di potere e assoggettamento e, allo stesso tempo, momento di crescita economica e di sfruttamento. Non a caso è tornato prepotentemente sullo scenario internazionale il colonialismo, mascherato non più sotto la veste di una superiore civiltà da portare ai popoli del terzo mondo, bensì sotto quella della tutela dei diritti umani, di quelli delle donne e delle diversità e dell’autodeterminazione dei popoli.
In questo processo di ridefinizione degli assetti su fronti interni e fronti esterni, gli Stati Uniti si pongono come Stato del capitale, rivendicando a sé il ruolo guida e mettendolo sistematicamente in atto con la Nato diventata esercito di aggressione e polizia internazionale.
Gli Usa, con la Gran Bretagna e con gli Stati vassalli, stanno procedendo ad una sistematica destabilizzazione di tutte le aree, i governi, gli stati, che sono asimmetrici rispetto ai loro interessi….dalla Jugoslavia passando per l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria, l’Ucraina…
La Francia ha velleità neocoloniali mal riposte e la Germania si barcamena, stretta tra la necessità di piegarsi agli interessi statunitensi e quella di tutelare i suoi interessi economici che sarebbero ben altri.
L’Italia è asservita agli Usa, i governi sono semplicemente funzionari statunitensi. Un asservimento estremamente pericoloso. Noi siamo una polveriera. Dalle basi americane e Nato in Italia partono le operazioni per la destabilizzazione del Medio Oriente.
In questo quadro il femminismo si trova di fronte alla necessità imprescindibile di fare chiarezza politica, di collocarsi e di scegliere da che parte stare. Le posizioni neutrali non esistono, non esistono più orticelli privati da coltivare o giardini protetti. La teoria del né né, né con gli americani… né con con gli Iraniani, Russi, Cinesi… a seconda dell’occasione di turno significa semplicemente stare dalla parte dell’aggressore. Continua a leggere

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La Befana vien di notte…

…ci vediamo a mezzanotte!!!!

[…] Voglio il mio vestito nero.
Voglio che i capelli
mi si arriccino selvaggi.
Voglio riprendere la scopa
dall’armadio dove l’ho rinchiusa.
Stanotte incontrerò le mie sorelle
nel cimitero.
A mezzanotte
se ti fermi al semaforo
nel traffico umido della città,
guarda se ci vedi contro la luna.
Noi gridiamo,
noi voliamo,
noi ricordiamo e non smetteremo.

JEAN TEPPERMAN “Strega”, 1969.

<Quattro passi/ Note sul femminismo nella fase neoliberista del capitale>p.9 

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Sabato 11 gennaio a Ponte Galeria

Assemblea pubblica a BAM giovedì 9 gennaio alle 19. 30

Presidio a Ponte Galeria sabato 11 gennaio alle ore 16.00

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Liberare tutt* vuol dir lottare ancora!

Con Nicoletta, per liberare tutte e tutti! Appello manifestazione 11/01, Torino.

E’ dal 30 dicembre che Nicoletta si trova in carcere, dal 18 Giorgio e Mattia. Qualche mese prima era toccato a Luca che dovrà usufruire del  regime di semilibertà con fortissime restrizioni.

Questa è solamente la fotografia ad oggi di una situazione che il Movimento No Tav continua a denunciare da anni: decine di processi, centinaia di indagati e condannati, anni di galera dati come se fossero noccioline, misure di prevenzione, fogli di via, sospensioni della patente per “mancanza dei requisiti morali” ecc… sono solo una parte delle azioni messe in campo dalla questura, dalla procura e dal tribunale di Torino per provare a sfiancare la lotta No Tav e le altre lotte sociali del territorio.

Condanne assurde con pene gonfiate a piacimento e senza i benefici di rito come la condizionale anche per chi è incensurato.

Da tempo sulla vicenda della Torino Lione la politica di qualsiasi colore ha perso, grazie alla nostra resistenza, e ha lasciato mano libera alla magistratura che lavora con metodo a colpirci individualmente per cercare di spaventare tutti e tutte.

E bene ricordare che nel caso di Nicoletta e di altri 11 notav, le condanne commutate sono pene altissime, senza benefici e nella maggior parte dei casi verso persone che reggevano uno striscione o parlavano ad un megafono.

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Fuori controllo!

Materiali di riflessione/ Fuori controllo.

Gli americani hanno portato a termine, poche ore fa, un attacco con droni in Iraq, a detta di Donald Trump in risposta all’assalto all’ambasciata statunitense a Bagdad di due giorni fa, uccidendo il generale iraniano Qassem Soleimani, capo delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione la forza d’élite dell’esercito della Repubblica islamica. Ucciso anche il numero due di Hashed – rete di milizie sciite – Abu Mahdi al-Muhandis. L’impudenza, l’arroganza, la pervicacia con cui americani e israeliani si permettono di portare a termine azioni di guerra in casa d’altri, di uccidere in maniera mirata chi non è loro gradito sono ormai fuori controllo.

I destini del mondo si stanno giocando ancora in Medio Oriente e in particolare in Siria.

Vi riportiamo alcuni stralci di testi che abbiamo prodotto in questi anni come materiali di riflessione.

 […] Davvero non abbiamo imparato niente di quello che è successo dal ’91 ad oggi?

Davvero è così complicato prendere posizione, oppure lo schema è sempre lo stesso e gli interessi anche?

Come è possibile cadere dalle nuvole e denunciare scandalizzati/e l’inadeguatezza dell’ONU come argine all’uso della forza militare nelle controversie internazionali?

Forse perché la Storia recente non l’abbiamo interrogata nel modo giusto…abbandonando troppo presto delle categorie di lettura giudicate superate. C’è qualcuno/a, ad esempio, che sostiene che non si debba più parlare di imperialismo ma di imperialismi…sostengono infatti che, trovandoci alla porte di un futuro multipolare in cui l’America è in totale declino e non esistono paesi socialisti, il problema oggi è rappresentato dai conflitti tra imperialismi diversi[…] La teoria degli opposti imperialismi è come quella degli opposti estremismi: è una mistificazione[…] Continua a leggere

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Fiera dell’editoria sovversiva a Cagliari!

Per le news seguite nobordersard.wordpress.com,
per info scrivete a nobordersard2016@gmail.com

Fiera dell’editoria sovversiva, Cagliari 24/25/26 Gennaio 2020 con un approfondimento dedicato alla pubblicistica e alla propaganda.
Da sempre le riviste, i giornali e altre forme di propaganda delle lotte e delle idee sovversive sono state perseguitate da tutti i regimi. Rese clandestine, messe fuori legge o al bando, sequestrate da polizia e giudici, non hanno comunque mai cessato di esistere.
Se questa vi sembra storia antica, storia che puzza di ventennio vi sbagliate!
Nel 2019 si sono susseguite tre operazioni repressive contro diverse realtà di lotta in giro per lo Stato italiano: “Scintilla” a Torino, “Renata” a Trento e “Lince” in Sardegna, che seppur in maniera differente presentano un tratto simile: l’attacco agli
strumenti editoriali e di propaganda di cui queste realtà si dotano, attribuendo ad essi un ruolo centrale nell’indagine.
Per i redattori sono state emesse denunce e arresti, ma non è certo una novità di quest’anno.
Questa attenzione e seguente repressione dello Stato, dimostra che la propaganda riveste ancora un ruolo potenzialmente “sovversivo”: costruire una narrazione, un’analisi, una cronaca differenti da quelle mainstream è un aspetto che spaventa il potere, impegnato più che mai a coprire le nefandezze perpetrate ogni giorno sotto forma di guerre, devastazioni
ambientali, respingimenti e così via.
Resistere contro questi attacchi che tendono a togliere alcuni fra gli ultimi strumenti di chi lotta ci sembra quanto mai doveroso.
Oltre a queste riflessioni ci sembra evidente come negli ultimi tempi l’editoria indipendente (sia cartacea che online) sia in difficoltà anche per altri motivi, e quella legata ai movimenti e alle lotte non fa eccezione.
Vari progetti hanno chiuso i battenti, pochi si sono sostituiti, quelli esistenti che resistono faticano ad avere una cadenza regolare e frequente, stritolati dall’invasione incontrollata di news e tweet che inondano la nostra vita, ma che la caratterizzano di banalità, falsità e superficialità, dando quell’aria di obsoleto alle pubblicazioni periodiche cartacee, magari di analisi o approfondimento.
Per questo motivo abbiamo deciso proprio adesso di organizzare una fiera dell’editoria sovversiva concentrandoci sulla propaganda e sulla pubblicistica. Per stare dalla parte di  chi scrive e pubblica per dar voce alle proprie idee e non al soldo del mecenate di turno, nonostante incorra nel rischio di denunce, querele o arresti.
La Fiera dunque sarà un luogo in cui non solo si racconterà l’esperienza di vari progetti editoriali del passato e di alcuni esistenti, ma potrà anche essere l’occasione di discutere su vari argomenti legati all’importanza delle pubblicazioni, a nuove forme di propaganda e comunicazione. Vorremmo riuscire a creare dei momenti dove le esperienze si confrontino, si critichino e attraverso i quali collettivamente – non solo tra redattori – si possano porre le basi per rilanciare una difesa e una maggior diffusione della propaganda e della pubblicistica sovversiva.
Compagne e compagni di Cagliari
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Aggiornamento per Nicoletta

Aggiornamento presidi e manifestazioni per Nicoletta

Napoli: https://facebook.com/events/2567659286696574

Milano: https://facebook.com/events/913388885789963

Pisa: https://facebook.com/events/2580260768869277

Bologna: https://facebook.com/events/511414966388847

Firenze: https://facebook.com/events/1004655733268736

Roma: https://facebook.com/events/440502066858772

Reggio Calabria: https://facebook.com/events/60362689380192

Mantova: ore 12:30 sotto alla sede della Gazzetta di Mantova, in Porta Cerese.

Viareggio: https://facebook.com/events/552777505277919

Forlì: https://facebook.com/events/451116328886449

Genova:
https://facebook.com/events/560048188183423/?ti=cl

Grosseto:
https://facebook.com/events/524180078190892/?ti=cl

Taranto:
https://www.facebook.com/events/2487334664726419

Bergamo:
https://facebook.com/events/2496804483896018/?ti=cl

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Arrestata Nicoletta Dosio!

Una vergogna senza confini!

Nicoletta Dosio è stata arrestata. I carabinieri sono andati a prelevarla nella sua abitazione poco dopo le 18. Stamattina a Nicoletta, 73enne, era stata notificata la revoca delle sospensioni.

Queste le prime iniziative

Pisa martedì 31 dicembre ore 12 Piazza XX settembre

presidio per l’immediata liberazione di Nicoletta DosioI carabinieri si sono recati pochi minuti fa a casa di Nicoletta Dosio a Bussoleno e stanno eseguendo le pratiche per la sua immediata traduzione nel carcere delle Vallette a Torino.Un provvedimento nell’aria, dopo che questa mattina è stata resa nota la revoca della sospensione dell’ordine di carcerazione.

Nicoletta, condannata in via definitiva insieme ad altri 11 attivisti No Tav per una mobilitazione in Valsusa del 2011, si era rifiutata nei mesi scorsi di richiedere misure alternative alla carcerazione, preferendo il carcere all’accettazione di una misura palesemente ingiusta e spropositata.

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Napoli domani 31 dicembre a via Largo Berlinguer

NICOLETTA DOSIO LIBERA! #NOTAV LIBERA!

Martedi appuntamento ore 10.30 Metro Toledo (largo Berlinguer)

Hanno appena portato in carcere Nicoletta Dosio, stamattina le avevano notificato la sospensione delle misure alternative.
Nessuna sbarra potrà fermare chi combatte per la libertà.
A Nicoletta arriverà tutto il nostro calore e il nostro abbraccio.
Chiediamo la liberazione immediata di tutte e tutti i notav detenuti per le loro mobilitazioni.
Diffondiamo la notizia, partecipiamo! Non restiamo in silenzio!
Nicoletta libera, notav liberi!

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Firenze presidio in Prefettura (Via Cavour) martedi 31 gennaio dalle 15,30

Hanno appena portato in carcere Nicoletta Dosio, stamattina le avevano notificato la sospensione delle misure alternative.
Nessuna sbarra potrà fermare chi combatte per la libertà.
A Nicoletta arriverà tutto il nostro calore e il nostro abbraccio.
Chiediamo la liberazione immediata di tutte e tutti i notav detenuti per le loro mobilitazioni.

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Bologna portiamo in piazza la nostra solidarietà a Nicoletta Dosio! Martedi 31 dicembre, ore 14.00 a Piazza di Porta Ravegnana

Nicoletta Dosio è stata arrestata. Questo è un salto nella repressione del movimento No Tav. Una repressione benedetta dal partito unico della TAV, che unisce PD e Lega, sindacati complici e Confindustria.
Nicoletta è anche coordinatrice nazionale di Potere al Popolo, ma soprattutto è una compagna che da decenni si impegna in ogni lotta, anche e soprattutto quando le lotte non sono sotto i riflettori.

Dalla Val Susa allo Stretto di Messina passando per la nostra Bologna, Nicoletta c’è sempre stata e noi siamo con lei, complici e solidali, con tutta la nostra rabbia e tutta la nostra solidarietà.
ORA E SEMPRE NO TAV! A SARÀ DÜRA!

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Milano. Appuntamento martedi 31 dicembre ore 12 in Prefettura, via Monforte 31

In questi momenti Nicoletta Dosio, esponente storico del movimento No Tav e coordinatrice nazionale di Potere al popolo, sta per essere portata in carcere dalle forze dell’ordine!

Nicoletta è stata condannata a più di un anno di carcere per una manifestazione assolutamente pacifica, e ha accettato serenamente, con l’orgoglio e l’amore per la sua terra che la contraddistingue da sempre, questa condanna Senza richiedere misure alternative, nonostante la sua età.

Lo diciamo qui e lo diremo chiaramente domani alle ore 12.00 davanti la prefettura di Milano in corso Monforte, e in tante altre parti d’Italia : Giù le mani da Nicoletta, giù le mani dal movimento No Tav!

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Democrazia cazzara

di Alessandra Daniele

Anche quest’anno in parlamento abbiamo avuto varie risse, insulti (“pedofilo”), minacce (“ti faccio un culo così”), lancio di oggetti, svendita di senatori, sventolio di cartelli, striscioni e magliette, una proposta di matrimonio (finta), l’imitazione di Craxi (Renzi), un premier riciclabile, e un concerto di Amedeo Minghi.
E pensare che qualcuno la definiva un’aula sorda e grigia.
E c’è chi lo rimpiange, secondo il Censis ben il 48% degli italiani vorrebbe un “uomo forte” al comando.
Ma quanto sono attendibili certi sondaggi? Più o meno quanto Renzi.
La sua promessa del mese è all’omonimo leghista: far cadere il governo Conte bis in cambio d’una legge elettorale proporzionale, e magari d’un posto nell’eventuale governo Salvini per lui e il suo microscopico fanclub, Italia Zombie.
È surreale che qualcuno creda ancora alle promesse di Renzi, in particolare Salvini che c’è già cascato una volta, quest’estate.
Com’è improbabile che Renzi davvero non abbia capito che se impallinasse Conte prima del previsto, verrebbe stritolato da quello stesso sistema di potere che lo ha allevato, piazzato a Palazzo Chigi, e poi scaricato quando ha fallito il suo compito di smantellare la Costituzione.
Il sistema schiaccerebbe lui, e non Salvini, che gli serve ancora come spauracchio di pseudo uomo forte, mentre Renzi, se mollasse Conte, non gli servirebbe più.
Intanto al Viminale, Lamorgese, nel plauso dei media, continua e incrementa le stesse politiche di Salvini, cioè di Minniti.
Mentre il Movimento 5 Stelle (in decomposizione) s’affanna a ratificare un trattato europeo cravattaro che aveva promesso di stracciare, e a mantenere aperta un’acciaieria omicida che aveva promesso di far chiudere. Insieme al partito col quale giurava di non voler avere niente a che fare.
Il governo Conte bis in realtà è un monocolore. PD, ex PD, neo PD, PD bis, Movimento 5 Facce, sono tutte correnti dello stesso partito, la nuova DC.
Democrazia Cazzara.

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Cile/Documento del MIR

Riceviamo dalle compagne del MIR

Dichiarazione pubblica

Sulla “Consulta Cittadina” realizzata questo fine settimana e la proposta della Commissione Mista per la composizione dell’Organo costituente.

La scorsa domenica si è concluso il processo di consultazione cittadina promosso da Sindaci rappresentanti delle differenti forze che fanno parte del parlamento. Su questo processo, il Comitato Centrale del Movimento della Sinistra Rivoluzionaria – MIR, afferma quanto segue:

1.- Valutiamo molto positivamente che oltre il 90% dei votanti si siano espressi a favore del fatto che la composizione dell’organismo costituente sia su base di rappresentanti eletti specificamente per questo scopo e che non ci sia partecipazione dei membri del Congresso nel processo.

2.- Questi risultati dimostrano che, malgrado le forze al potere abbiano tentato di generare confusione proponendo il concetto di “Convenzione Costituente”, la cittadinanza attiva continua con chiarezza a cercare di generare un’Assemblea Costituente per i Lavoratori e i Popoli del Cile, che includa altre forze e non solo quelle che sono nel Parlamento.

3.- In questo senso, continua ad essere fondamentale dar conto del fatto che il Potere Costituente Originario risiede nella nazione, e che non può essere usurpato da un potere derivato come quello dei Deputati e delle forze che hanno firmato l’ “Accordo per la Pace Sociale e la Nuova Costituzione”, dal momento che non è nelle loro prerogative quella di generare una Nuova Costituzione, e che tale esercizio è proprio dei popoli che formano una nazione.

4.- Alla stessa maniera, è chiaro, nelle risposte ottenute questo fine settimana, che la cittadinanza sostiene fermamente che siano garantiti nella Costituzione diritti fondamentali come l’Istruzione, la Salute e la Previdenza, tra gli altri, cosa che si vede assolutamente messa a rischio dall’accordo di mantenere il quorum dei 2/3, perché basta che 1/3 si pronunci contro la garanzia di un diritto perché questo rimanga fuori dalla Costituzione.

5.- E’ importante, comprendere che la cittadinanza si aspetta che siano rispettati criteri come la parità di genere, seggi riservati ai popoli originari e che sia garantita la partecipazione di dirigenti sociali, del posti di lavoro e degli indipendenti, abbassando le soglie affinché la loro partecipazione abbia uguali opportunità rispetto a quelle che hanno i militanti dei Partiti attualmente legali e che non esistano cittadini di prima e seconda categoria al momento di redigere una nuova carta costituzionale. Continua a leggere

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Capodanno al Nido di Vespe!!!

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Ansia militante

Ansia militante

https://nobordersard.wordpress.com/

Ho bisogno di dire la mia, sono la madre di uno dei cinque giovani indagati e per cui è stata richiesta la sorveglianza speciale .

E’ molto complicato per me vivere la giornata di questi tempi, non solo per cosa accade al movimento antimilitarista in Sardegna ma per il tanto altro che sta accadendo.

La protesta in questi mesi è cresciuta, i giovani sono tornati in piazza. Da Fridayforfuture, al sostegno per il popolo curdo, passando per NoTav, Decreto Sicurezza e altre legittime battaglie come il lavoro, la casa, la violenza sulle donne.

Vedo la voglia di esprimere in tanti modi il dissenso verso un mondo che sta andando alla rovescia. Le modalità sono diverse, ma tutte necessarie e giuste. Meno male che ci sono.

Conosco la fatica e la gestione dell’ansia materna, che inizia dalla scoperta dell’attesa e non finisce mai, ha infinite facce, quelle della quotidianità e della straordinarietà. Noi madri di figli militanti abbiamo imparato ognuna a suo modo , a farci i conti, a volte il conto è infinito. Noi madri orgogliose di avere figli che si preoccupano e occupano di ciò che accade del mondo non possiamo far altro che occuparci di loro, da lontano generalmente, un’occupazione impegnativa che deve essere invisibile e leggera.

Questo compito ci prende gran parte della nostra vita, in alcuni casi ha risvegliato la nostra militanza di giovani donne impegnate in battaglie del passato, ha fatto si che ritrovassimo grazie ai nostri figli il gusto del sapere, del conoscere le lotte e questa ricerca e lettura del mondo è diventata parte integrante del nostro agire da lontano.

Sapere è molto meglio di non sapere, vedere ciò che va visto e conoscere ci fa condividere battaglie altrimenti per noi lontane e questa è la parte che mi piace di più. Mi piace perché mi fa sentire vicina e coinvolta nella vita di mio figlio e dei suoi compagni e compagne, dà una motivazione seria e importante all’ansia che provo quando non so quanto vorrei sul dove, come e perché. E’ anche sollievo.

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Rimuovere il rimosso.

RIMUOVERE IL RIMOSSO

https://nobordersard.wordpress.com/

Cominciamo decisamente a perdere il conto. Le operazioni repressive contro gli anarchici si susseguono senza sosta: “Scripta manent”, “Panico”, “Scintilla”, “Renata”, “Prometeo”, “Lince”…

Più l’arresto di Juan e Manu, di Amma, Uzzo e Patrick. Senza scordare l’“ordinaria amministrazione” di processi e condanne per singoli episodi di lotta, le perquisizioni e lo stillicidio di misure cautelari, di detenzione domiciliare e di “misure di prevenzione”. Un sistema articolato di strumenti giudiziari e polizieschi finalizzato a togliere dalle scatole quanti più compagni possibile e di isolarli anche all’interno del carcere. Se diamo una lettura complessiva, la natura sia “reattiva” sia “preventiva” della repressione emerge chiaramente.

Di più, siamo di fronte a un processo di normalizzazione, in cui l’aspetto strettamente repressivo è solo una parte. L’obiettivo è quello di togliere alla ribellione ogni dimensione storica e sociale, trasformando tanto le pratiche quanto gli individui in “figure di reato” prive di qualunque sfondo in cui possano essere collocate. È come se, mentre la società è attraversata da un sentimento inconfessato da finale di partita – con la percezione diffusa di qualcosa che incombe –, lo Stato compendiasse tutte le forme di repressione che ha accumulato nella storia. Ci sono singole azioni che danno indubbiamente fastidio, a cui l’apparato reagisce con la solerzia di attribuirle a tutti i costi a qualcuno, forzando se del caso la realtà all’interno delle ipotesi di Digos e Ros. Ci sono interi percorsi di lotta, di cui scompare l’ingiustizia che li genera, per diventare mera realizzazione di un “progetto criminoso” di un pugno di sovversivi.

Non è l’esistenza stessa dei CPR a spingere chi vi è internato a ribellarsi, a tentare la fuga, a distruggerne il funzionamento: no, sono gli anarchici all’esterno a sobillare gli animi e a istigare le rivolte. Non è lo storico processo di servitù militare a cui sono sottoposti interi territori a suscitare le mobilitazioni antimilitariste, bensì le trame di qualche anarchico. Non è la brutalità delle politiche anti-immigrati a fomentare l’azione contro le sedi della Lega, bensì una “campagna di lotta contro il fascio-leghismo” teorizzata da una rivista anarchica. Per cui in varie inchieste torna con insistenza il reato di “istigazione”, il cui veicolo sono riviste, giornali, opuscoli. Ma siccome dietro le lotte e le pratiche di azione diretta ci sono individui che, persino nell’èra della democrazia digitale, mantengono delle relazioni umane – e, tra queste, dei rapporti di affinità –, l’Apparato colpisce anche il tessuto di relazioni di solidarietà.

Dal momento in cui anche per reati di piazza si possono accumulare anni e anni di carcere, diversi compagni potrebbero decidere in futuro, come altri in passato e nel presente, di sottrarsi al carcere. Ecco allora gli sbirri sguinzagliati nelle case di amici e parenti alla ricerca di chi è uccel di bosco e, contemporaneamente, giudici emettere condanne spropositate – con tanto di “aggravante di terrorismo” – nei confronti di chi è accusato di aver aiutato un compagno latitante. Come monito per eventuali solidali e come ingiunzione: non c’è fuga dall’apparato di cattura delle vite. Più in generale, siccome resta piuttosto complicato, nonostante le intercettazioni, i pedinamenti, le perquisizioni, capire esattamente chi fa cosa, si attaccano a lana grossa contesti e raggruppamenti umani di cui le lotte e le azioni sono parte. Quest’ultimo aspetto rievoca, benché il contesto sia molto diverso, la legislazione dello Stato liberale contro gli esordi dell’Internazionale in Italia e del nascente associazionismo proletario – proprio da quell’epoca provengono anche misure come il divieto o l’obbligo di dimora e la sorveglianza speciale. Il regime fascista si è incaricato poi di stroncare fino alla paranoia quanto e quanti si collegavano a quella storia ribelle. Per la democrazia, infine, che è la forma politica dell’intubamento privato delle vite, dietro il sovversivo non dev’esserci più alcuna storia, ma solo una catena più o meno lunga di reati. Ora, visto che lo Stato democratico, rispetto ai precedenti strumenti repressivi, non ha buttato via nulla, il  risultato è appunto un compendio: la “depoliticizzazione” di ogni forma di illegalità antagonista. Così, da un lato, si cancella ogni dimensione storico-sociale del conflitto, mentre si spinge, dall’altro, l’asticella del consentito sempre più in basso. Continua a leggere

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Dedicata a Giuseppina, uccisa dal lavoro.

Un’operaia di 66 anni, Giuseppina Marcinnò, è morta mentre lavorava all’interno della sede della Copap di Monticelli d’Ongina, nel piacentino. E’ scivolata su di un nastro mobile finendo poi sotto la pressa che l’ha schiacciata. Ci devono spiegare come mai un’operaia a 66 anni fosse ancora costretta a lavorare. 

Dedichiamo questa canzone a tutte quelle e a tutti quelli che questa società uccide impunemente tutti i giorni.

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