Sempre a proposito di autodifesa

 UN PASSO AVANTI: DALLA PARTE DELLE DONNE CHE REAGISCONO ALLA VIOLENZA

Nicoletta Poidimani

Sono una femminista separatista e, come tale, ritengo fondamentale dare valore alle strategie che le donne hanno elaborato insieme, negli anni, per affrontare, in totale autonomia, una questione che ci riguarda tutte, in prima persona. E ritengo, al contempo, necessario rompere una volta per tutte con due mistificazioni che fanno il gioco dei nostri nemici: i discorsi perbenisti sulla non violenza -dietro cui si cela la criminalizzazione della rabbia – e i meccanismi di delega istituzionale. Ancora c’è, infatti, chi insiste sulla necessità di denunciare penalmente la violenza patriarcale contro le donne, illudendosi che la delega ai tribunali dello Stato possa essere uno strumento efficace contro questo tipo di violenza. Negli anni più recenti, il prevalere dell’ideologia securitaria ha alimentato un proliferare di discorsi ed approcci riduzionisti sul tema della violenza. In questo clima culturale, non si nomina più il fatto che la violenza sia monopolio dello Stato e dei suoi apparati e, d’altra parte, ogni forma di ribellione antiautoritaria viene bollata col marchio della violenza. Dalla sua nascita, lo ripeto, lo Stato moderno detiene il monopolio legale della violenza. Questo monopolio ha come corollari la stigmatizzazione e la criminalizzazione della rabbia. La stigmatizzazione della rabbia ha una funzione preventiva, di controllo; la criminalizzazione ha, invece, funzione repressiva.

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