“Democraticità del confronto…”

“Democraticità del confronto…”

 

Penso che competenze come quelle di una buona comunicazione e di capacità di ascolto siano molto utili nella costruzione di buone relazioni nella nostra vita privata e soprattutto in quella sociale.
Molto spesso infatti, sopratutto negli ambienti di compagni e compagne, si soffrono queste incapacità: pensiamo sopratutto alle assemblee e a molti collettivi, dove prevale quasi sempre l’intenzione di esprimere la propria posizione (e spesso di affermare il proprio ego) sulla disponibilità all’ascolto e al confronto. In tutti gli ambiti della nostra vita siamo esposte a conflitti e spesso non è una buona idea lanciarsi come kamikaze in litigi più o meno violenti; e spesso e volentieri potrebbe essere una buona idea fermarsi a riflettere e ascoltare per poter individuare punti d’incontro con i nostri interlocutori. 

Detto questo, assistiamo da anni ad una campagna tartassante che ci invita a saper gestire i conflitti in maniera nonviolenta, ad essere assertiv*, ad imparare la PNL…e questo accade sopratutto nei luoghi di lavoro. Qui appare assolutamente evidente il fine dei padroni che, mascherando il tutto come tecniche per aumentare il nostro benessere e vivere meglio, tentano di manipolarci e di portarci a rigettare i conflitti.

Ci dicono che la comunicazione assertiva ci aiuta ad avere il consenso altrui, che la violenza genera violenza, che dobbiamo imparare  a vivere nel conflitto per ponderare bene le posizioni di tutti, a non agire d’impulso. Che con la PNL (1) possiamo letteralmente riprogrammarci. Penso che sia proprio questo il punto: eliminare dal nostro immaginario l’utilità del conflitto, la lotta di classe, riprogrammare una società nella quale chi è sfruttato non reagisce e non pretende, ma attende, ascolta e pensa al fluire della propria energia.

Come donne siamo piuttosto abituate ad un’educazione che ci impone di essere riflessive, pacate e gentili nelle reazioni: non si grida, si accetta il nostro ruolo calato dall’alto; le donne risolvono i conflitti, mettono tutti d’accordo, sanno fare la pace, non picchiano nessuno, non reagiscono mai violentemente. Perché non femminilizzare anche gli uomini?

In più questa tecniche sono tutte rivolte all’affermazione delle individualità; le persone sono portate a guardare dentro se stesse e al proprio bisogno di affermazione e felicità, perdendo completamente di vista la complessità della situazione generale, il benessere collettivo, la lotta per il bene della comunità. Un altro modo che la società del capitale mette in campo per eliminare i conflitti è quello di assumere e far proprie le lotte in corso, mutilandole però del significato più profondo e politico. Gli omosessuali lottano contro la loro discriminazione? Ottimo, abbiamo nuovi consumatori per nuove fette di mercato in espansione! Le donne  lottano contro il patriarcato? Portiamole in parlamento, diamogli un po’ di assistenza, sediamoci al tavolo con loro, si faranno portatrici dei nostri valori. Gli insegnanti chiedono una scuola diversa, più vicina ai bisogni dei bambini? Ecco nascere scuole-giardino, agri-nidi e bambini contadini. L’importante è non intaccare il messaggio fondante della scuola, quello di saper stare al proprio posto, definito dall’alto. E questi sono solo alcuni banali esempi, ma il meccanismo è esteso a qualsiasi istanza venga dal basso.

L’obiettivo è farci tollerare le ingiustizie, renderci docili esecutori dei nostri compiti, della nostra schiavitù lavorativa, allontanare la consapevolezza che reagire a tutto questo sia quanto di più naturale esiste nell’essere umano. Si tratta di una rieducazione profonda dell’essere, che snatura profondamente il nostro bisogno di vita e di libertà e di ribellione.

Giulia

 (1) 
PNL è l’acronico di programmazione neurolinguistica. Hanno fatto un
corso sulla pnl anche nella mia azienda. è un sistema di life-coaching,
molto in voga negli ultimi anni (basta notare che in molte librerie c’è
la sezione PNL).In pratica si tratta di riprogrammare il modo di
comunicare e di pensare, allo scopo di aumentare il proprio benessere ed
avere successo nella vita.”L’idea centrale della PNL è che la totalità dell’individuo interagisce
nelle sue componenti (“linguaggio”, “convinzioni” e “fisiologia”) nel
creare percezioni con determinate caratteristiche qualitative e
quantitative: l’interpretazione soggettiva di questa struttura dà
significato al mondo. Modificando i significati attraverso una
trasformazione della struttura percettiva (detta mappa, cioè l’universo
simbolico di riferimento), la persona può intraprendere cambiamenti di
atteggiamento e di comportamenti. La percezione del mondo, e di
conseguenza la risposta ad esso, possono essere modificate applicando
opportune tecniche di cambiamento.La PNL ha tra i suoi scopi, quindi, l’obiettivo di sviluppare
abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti
“facilitanti” (cioè efficaci) e diminuendo quelli “limitanti” (cioè
indesiderati).Il cambiamento può avvenire anche riproducendo (“modellando”)
precisamente i comportamenti delle persone di successo allo scopo di
creare un nuovo “strato” di esperienza (una tecnica chiamata modeling, o
modellamento)”.
 
Questa voce è stata pubblicata in Capitalismo/ Neoliberismo, Comunicazione, I Nomi Delle Cose, Repressione, Trasmissione RoR - I Nomi delle cose e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.