Un nuovo appuntamento de “I Puntini sulle A”!

Un nuovo appuntamento dell’Autoformazione femminista a cura delle Donne In Cantiere sabato 24 giugno alle ore 18 !

<Femminismo Comunitario> 

Il femminismo comunitario in Abya Yala – antico nome che identifica l’attuale America Latina – si sviluppa lungo cinque assi portanti: corpo, spazio, tempo, organizzazione e “risveglio della memoria curativa delle donne” per tessere nuovamente ciò che il patriarcato, il colonialismo e il capitalismo hanno rotto nella tela dell’esistenza.
Si tratta di una pratica che decostruisce le gerarchie di genere e generazionali, di razza, di epoche, di visioni, di memorie creando COMUNITÀ e mettendo in comune i mezzi materiali di produzione e riproduzione che permettono di creare un interesse collettivo e legami mutualistici grazie alla reciprocità e alla gratuità.
L’elaborazione epistemica si articola, dunque, a una forte connotazione anticoloniale, anticapitalista e antipatriarcale delle lotte, in cui le donne sono protagoniste nella creazione di nuovi modelli di vita e di relazioni.
“Il mio corpo, il mio primo territorio di difesa”, una delle affermazioni della proposta politica dove corpo e terra sono risanati nella reciprocità per la vita, è anche un importante contributo al movimento femminista globale: non si può parlare di corpi autodeterminati se non si parla di terra autodeterminata.
L’apporto per tutte noi è proprio quello della dimensione collettiva all’interno dello spazio e delle vite che vogliamo trasformare.

Donne In Cantiere

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Riascoltate Zardins Magnetics di giovedì 15 giugno 2023!

Zardins Magnetics di giovedì 15 giugno 2023

Riascoltate Zardins Magnetics  di ieri su Radio Onde Furlane che per ragioni tecniche non siamo riuscite a pubblicare!

Gli argomenti:

*aggiornamenti sulle lotte dentro e fuori dalle galere;

*letture dall’opuscolo La variante dell’indisciplina. Sulla lotta contro il green pass e contro il dominio delle emergenze, a cura del Coordinamento No Greenpass Roma.

Musiche: Jingo de Lunch – Soviet Order Zero – FCT – Infame – Murder Disco X – Upset Noise

Riascoltate qui

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Green pass globale!

Commissione Europea e OMS hanno firmato l’accordo per il “Green pass globale”

https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/25711-giorgia-audiello-commissione-europea-e-oms-hanno-firmato-l-accordo-per-il-green-pass-globale.html

di Giorgia Audiello

Il passaporto sanitario mondiale non è più una previsione da “complottisti”, ma realtà: ciò che era emergenziale – e che sarebbe quindi dovuto rimanere limitato al periodo pandemico – è diventato effettivamente ordinario, confermando il ruolo delle emergenze nell’accelerare la costruzione di nuovi assetti sociopolitici, sanitari e di sicurezza. Lo conferma il nuovo accordo firmato ieri tra l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione europea che prevede l’adozione del sistema di certificazione digitale Covid19 dell’Ue – il cosiddetto Green Pass – per costituire un sistema di controllo uniforme tra gli Stati membri dell’agenzia che dovrebbe contribuire a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie. È noto, infatti, che da tempo le cassandre del potere internazionale avvisano il mondo di prepararsi a future – e forse più letali – pandemie, lanciandosi in previsioni che suscitano più di qualche interrogativo. Si tratta, in ogni caso, solo del primo elemento di quella che costituirà una rete globale di certificazione della salute digitale dell’OMS che è perfettamente in linea con i progetti di digitalizzazione totale della vita promossi dalla Commissione europea e dal World Economic Forum (WEF) di Davos.

Del resto, L’Indipendente non aveva mancato di anticipare questo progetto già più di un anno fa, quando l’OMS stava già lavorando in questa direzione. Ora, dunque, si sta semplicemente assistendo alla concretizzazione di quell’iniziativa in tempi piuttosto rapidi.

«La partnership è un passo importante per il piano d’azione digitale della strategia sanitaria globale dell’Ue. Utilizzando le migliori pratiche europee, contribuiamo agli standard sanitari digitali e all’interoperabilità a livello globale […]», ha affermato Stella Kyriakides, commissaria Ue per la Salute e la Sicurezza alimentare. Dunque, le certificazioni vaccinali non verranno meno con la fine della pandemia, ma continueranno a funzionare in modo efficace, creando le condizioni per monitorare capillarmente lo stato vaccinale dei cittadini, impedendo eventualmente a chi non fosse in regola con le inoculazioni ogni spostamento e qualunque altro diritto garantito dalla Costituzione. L’iniziativa si integra con il progetto europeo del portafoglio di identità digitale, pensato proprio in vista della digitalizzazione di tutti i dati, compresi quelli sanitari relativi alle vaccinazioni. Ne consegue un contesto di totale digitalizzazione della vita e della realtà a cui nessuno potrà sfuggire senza rimanere escluso dall’accesso ai principali servizi e dalla possibilità di viaggiare liberamente. Si tratta di un progetto che non nasce oggi, ma che i filantropi internazionali, la Commissione europea e il WEF portano avanti da diverso tempo: basti pensare che già nel 2020 Bill Gates aveva lanciato l’ID2020.

Oggi, i progetti di Bill Gates e del WEF stanno per essere realizzati ad opera dell’OMS e della Commissione europea: l’iniziativa attuale fa seguito all’accordo del 30 novembre 2022 tra il commissario Kyriakides e il dottor Ghebreyesus per rafforzare la cooperazione strategica sulle questioni sanitarie globali. L’OMS adotterà a livello globale i certificati Covid 19 interoperabili – denominati «certificato digitale Ue Covid-19» o «Eu Dcc» – come primo passo verso la costruzione di una rete globale di certificazione sanitaria digitale. Questa iniziativa sarà già operativa a partire dal mese corrente – giugno 2023 – e mira ad essere sviluppata progressivamente nei prossimi mesi. «Basandosi sulla rete di certificazione digitale di grande successo dell’Ue, l’Oms mira a offrire a tutti gli Stati membri dell’Organizzazione sanitaria mondiale l’accesso a uno strumento sanitario digitale open-source, che si basa sui principi di equità, innovazione, trasparenza, protezione dei dati e privacy», ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.

Si tratta di un passo importante verso quella transizione digitale propugnata con forza dalla finanza mondiale, dai fautori del fanatismo ipertecnologico, dai cosiddetti filantropi e dal WEF e che costituisce una svolta determinante su un duplice piano, antropologico e sociopolitico: sul primo, infatti, contribuisce alla costruzione dell’“uomo nuovo digitale”, schiavo della tecnologia e della sua presunta “comodità”; sul secondo, la democrazia cede il passo alla tecnocrazia, in cui sarà la tecnica a dominare l’uomo e la realtà, riducendo al minimo la facoltà di libera scelta dei cittadini i cui dati e i cui movimenti saranno tracciabili e monitorabili in ogni momento. Il prossimo passo in questa direzione di cui ancora si parla poco potrebbe essere l’adozione di chip sottocutanei attraverso cui, grazie al 5G e all’Internet of Things (IoT), si prospetta la possibilità di fare digitalmente qualunque cosa, dagli acquisti all’aprire lo sportello della macchina e la porta di casa da remoto. Al momento, ciò che è certo è che la tecnologia adottata dall’Ue durante l’emergenza ha permesso l’instaurazione di un sistema sanitario globale che consiste in un certificato internazionale digitale di vaccinazione o profilassi senza il quale sarà difficile spostarsi. Allo stesso tempo, si assiste anche a una delle prime iniziative politiche globali, legittimate dalla “crisi sanitaria” e dal rischio di ulteriori pandemie, che convergono verso il progetto di governance globale promossa dal WEF e guidata dagli enti sovranazionali e dalle forze finanziarie globali.

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Podcast dell’iniziativa ” Contro i distruttori del vivente” del 29 maggio 2023

Contro il progetto di assoggettamento totale delle nostre vite!

Pubblichiamo la registrazione dell’Iniziativa “ Contro i distruttori del vivente ” del 29 maggio 2023 organizzato dall’Assemblea romana contro il green pass, di cui facciamo parte, con due redattori della rivista “I giorni e le notti”.

Dall’emergenza pandemica alla guerra, dalla crisi economica alle tecnologie convergenti il dibattito si è snodato  su molteplici argomenti, spunti di riflessione e tentativi di risposte teoriche e pratiche. Ci dispiace che la qualità dell’audio non sia proprio ottimale, l’incontro è stato affollato e partecipato e le nostre capacità tecniche non sono il massimo ma, comunque, buon ascolto!!!

clicca qui parte prima

clicca qui parte seconda

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15 giugno 2023/ La Variante dell’Indisciplina a Venezia!

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giovedì 15 giugno all’Orto Insorto!

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 8 giugno 2023

Zardins Magnetics di giovedì 8 giugno 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Marilù Maschietto, una vita per l’anarchismo d’azione

✓ Come la paura del coronavirus ha generato un gigantesco “gaslighting” (cioè ci ha fatto dubitare di noi stess*). Leggiamo insieme una recensione al Manifesto complottista

✓ Udine, sulla sentenza del 1° giugno contro di noi

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Mercoledì 7 giugno a Roma Tre contro le politiche del controllo!

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Per Mara e per noi

Margherita Cagol, Mara, militante delle Brigate Rosse, nasce a Sardagna di Trento, l’8 aprile 1945. Viene uccisa dai carabinieri il 5 giugno 1975 ad Arzello d’Acqui in Piemonte.

Per Mara e per noi

“L’usura del tempo non c’entra con il fatto che una catena
di eventi venga ad essere rimossa dalla memoria collettiva.
La causa e i processi di dimenticanza e di oblio sono voluti
e perseguiti attraverso la falsificazione dell’esperienza storica, la produzione di ricordi sostitutivi, di codificazioni fuorvianti e fraudolente.
In definitiva, un far sapere diverso, la falsificazione di un
evento, la sua rimozione e /o sostituzione…” Coordinamenta femminista e lesbica/Memoria collettiva Memoria femminista

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2 giugno 2023/IL NEMICO E’ IN CASA NOSTRA

IL NEMICO È A CASA NOSTRA

LA GUERRA È A CASA NOSTRA

Nel 2022 la spesa militare mondiale ha raggiunto la somma record di 2.240 miliardi di dollari. Mentre le classi subalterne si impoveriscono, i guadagni delle aziende produttrici di armi aumentano a dismisura. La guerra è sempre stata un interesse delle classi dominanti. Per i più poveri invece è un tritacarne: usciranno sempre sconfitti da ogni guerra che non sia una rivoluzione.
Dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, molti Paesi e molte popolazioni sono state annientate nel contesto della cosiddetta “guerra infinita”, strategia finalizzata a conservare l’egemonia statunitense sul pianeta e a rapinare risorse per sostenere il proprio sistema capitalista in perenne crisi: Jugoslavi, Irakeni, Afgani, Siriani, Libici hanno pagato con il sangue le avventure militari degli Stati Uniti d’America. Ora tocca alle popolazioni dell’Ucraina.
Il conflitto in questi territori è iniziato ufficialmente il 24 febbraio 2022, ma dal 2014 il Paese è stato attraversato da una guerra civile tra le repubbliche popolari russofone e il governo centrale di Kiev. Per i Paesi occidentali questa guerra ha l’obiettivo di chiudere i conti con la Russia e di sottometterla ai propri interessi, al fine di impedire l’affermarsi di nuovi equilibri internazionali che comporterebbero il declino della secolare egemonia atlantica.
Un gioco estremamente rischioso, perché la federazione russa è il Paese più esteso del pianeta, conta 150 milioni di abitanti e dispone di enormi risorse naturali e di uno degli eserciti più potenti al mondo. Soprattutto, poiché la Russia è una potenza nucleare al pari degli Stati Uniti, il conflitto in Ucraina comporta rischi enormi per l’intera umanità. Il conflitto bellico, che l’invio di armi da parte dei Paesi membri della NATO continua ad alimentare, sta portando le popolazioni dell’Ucraina alla rovina con morti, invalidi, traumatizzati, emigrazioni di massa, distruzione delle infrastrutture e delle abitazioni civili, indebitamento, esproprio di tutte le risorse naturali ed energetiche. Questa guerra rappresenta inoltre un attacco a tutti gli sfruttati e le sfruttate del pianeta. Ad ogni fronte di guerra esterno (ai confini nazionali) corrisponde, infatti, un fronte di guerra interno: cioè un’offensiva delle classi dirigenti degli stati nazionali contro gli strati più poveri della popolazione. In Italia, ad esempio, l’imporsi dell’economia di guerra comporta un evidente aumento del costo della vita, ulteriori tagli ai servizi pubblici e quindi un rapido e diffuso impoverimento. Ma non solo. In tempi di guerra, tutti i governi nazionali devono inevitabilmente intensificare il controllo e la repressione affinché i sacrifici imposti siano accettati e la narrazione guerrafondaia non venga criticata. Interesse dei proletari di tutto il mondo è quindi disertare e sabotare la guerra: fermare la macchina bellica agendo ognuno nel proprio Paese. Se il nemico è a casa nostra occorre, infatti, chiedersi: quali sono le strutture dislocate nei territori in cui viviamo che collaborano, sostengono e speculano sulla guerra in Ucraina? Quali sono i dispositivi che, oltre a sostenere le privazioni e i sacrifici materiali imposti dall’economia
di guerra, comportano anche l’istituzione di una “società della guerra”, fondata su forme di controllo e disciplinamento sempre più estese, individualizzate ed efficienti? NEL NOSTRO TERRITORIO: L’Aeroporto militare di Centocelle. Si tratta di una base che coordina le operazioni militari italiane all’estero. In caso di guerra è un obbiettivo militare di primaria importanza posto irresponsabilmente al centro di una delle zone più densamente popolate d’Europa. Fuori le basi militari da Roma est (e da ovunque)!
L’Università la Sapienza. La principale università italiana collabora attivamente con l’industria militare e con l’esercito. Forma i tecnici, i militari e contribuisce allo sviluppo delle armi. Fuori i fabbricanti di armi dalla Sapienza (e da tutte le università)!
La Tiburtina Valley Sul nostro territorio sono presenti tutte le principali industrie del comparto industriale militare (Leonardo, Altran, Elettronica Group, Rheinmmetall Italia, Thales Alenia Space, Mbda, Airbus, ecc.). Fuori i fabbricanti di morte dai nostri quartieri (e da tutti gli altri)!
L’Industria della comunicazione. In un paese in cui la maggior parte della popolazione è contraria all’invio di armi in Ucraina, l’industria della comunicazione ha la funzione di condizionare e produrre il consenso verso la guerra. I principali media, tramite una scandalosa propaganda di guerra e la criminalizzazione del dissenso, sono parte integrante della macchina bellica. Smascheriamo i collaborazionisti, fabbricanti di menzogne.
Le Infrastrutture del controllo sociale L’“Emergenza Covid” ha accelerato la digitalizzazione della società. Con la costruzione di piattaforme informatiche centralizzate e la modifica del Codice della privacy, lo Stato può oggi gestire tutti i dati personali che ci riguardano e controllare, quindi, molti aspetti della nostra vita. Al controllo dei dati – con milioni di persone che possiedono già un’Identità Digitale – si aggiunge la sorveglianza dei corpi attraverso l’uso di tecnologie sofisticate, impiegate sia sul campo di battaglia esterno della guerra che su quello interno della repressione e più in generale del disciplinamento. Pensiamo, ad esempio, alle telecamere sempre più sensibili delle nostre “Smart Cities”, che possono raccogliere dati biometrici come il riconoscimento facciale e che servono sia alla repressione poliziesca che al “semplice” controllo della mobilità (varchi Ztl, multe eccetera).
NOGREENPASSROMA.ORG

scaricare il volantino  2giugno_def_NOGP

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2 giugno 2023/IL NEMICO E’ IN CASA NOSTRA

DIRE LA VERITÀ

SIAMO QUI PER LOTTARE CONTRO LA GUERRA.

MA PER LOTTARE CONTRO LA GUERRA BISOGNA DIRSI E DIRE LA VERITÀ.

Siamo sommerse dalle falsità di una narrazione ufficiale e mediatica sostenuta a tamburo battente da tutto l’arco partitico. Come è già successo durante la pandemia, ogni esercizio di pensiero critico e di dissenso è demonizzato e criminalizzato.

La guerra in Ucraina è stata provocata, innescata, voluta dagli Stati Uniti e dalla Nato e dal codazzo degli alleati, Europa compresa, per la supremazia del dollaro e per il controllo delle materie prime. L’Ucraina sarà distrutta dall’imperialismo occidentale, così come è già successo alla Jugoslavia, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, alla Siria…

Anche l’Italia è in guerra. Il nostro Paese invia ogni sorta di finanziamenti: moltissimi soldi, uomini e mezzi. Dai nostri porti partono armi. Il nostro Paese ospita moltissime basi militari americane e Nato, testate nucleari, un mega sistema satellitare, fondamentale per il controllo dei droni e delle forze armate americane dislocate in altri Paesi; nelle nostre regioni vogliono aprire laboratori di sperimentazione di armi biologiche. Viviamo su una polveriera. Ci potremo meravigliare se diventeremo un bersaglio?

La popolazione è sempre più impoverita: tagli continui ai servizi sociali, orami quasi assenti in molte parti di territorio; prezzi alle stelle; inflazione galoppante; sanità e scuola allo sbando; abitazioni carissime da comprare e affitti improponibili; salari da fame.

La digitalizzazione della società e di ogni momento della nostra vita accelera costantemente. Vorrebbero farci credere che migliorerà il nostro quotidiano, ma al contrario: le ztl e la “fascia verde”, lo spid, il passaporto digitale europeo, il fascicolo sanitario elettronico, il registro scolastico elettronico, gli obblighi vaccinali, le patenti del “buon cittadino”, gli incentivi per l’abolizione del contante, lo smart citizen wallet, le smart cities e le città dei 15 minuti…  tutte queste misure, tra loro interconnesse, ci costringeranno all’obbedienza e al confinamento. Chi rifiuta di adeguarsi alle nuove normative e al controllo informatico, o non ha i soldi per farlo, perderà il lavoro, i mezzi per il proprio sostentamento e la stessa libertà di movimento.

IL NEMICO È A CASA NOSTRA!

NO ALLA GUERRA IN UCRAINA!

FUORI L’ITALIA DALLA NATO!

NO ALLA DIGITALIZZAZIONE E AL CONTROLLO DELLA NOSTRA VITA!

Dimenticarsi di questo renderà inutile ogni lotta che decideremo di portare avanti

  • Vogliamo una sanità pubblica al prezzo del chip sottopelle?
  • Vogliamo una scuola dove la disciplina è tenuta a colpi di TSO, come è successo durante la pandemia? Un’università in cui possono entrare solo gli iscritti, come già accade in alcuni atenei?
  • Vogliamo un posto di lavoro in cui lo svolgimento delle nostre mansioni è controllato da sensori, algoritmi e telecamere che registrano anche il tempo impiegato per usare il bagno?
  • Vogliamo il braccialetto elettronico per le donne che subiscono violenza?
  • Vogliamo la “città degli dei” e i ghetti di periferia da cui non potremo uscire?

LOTTIAMO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI CONTRO LA GUERRA ESTERNA E CONTRO LA GUERRA INTERNA!!!

Coordinamenta femminista e lesbica

coordinamenta.noblogs.org/ coordinamenta@autistiche.org/  coordinamenta FB  

scaricare il  volantino direlaverità.Def

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 1 giugno 2023

Zardins Magnetics di giovedì 1 giugno 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Pensieri sulla condizione delle donne detenute

✓ Aggiornamenti vari

✓ Processo a Trieste a Georges Ibrahim Abdallah

✓ Presentazione del corteo del 2 giugno a Trieste contro la guerra

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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MOBILITIAMOCI CONTRO LA NUOVA ZTL: no alla città dei ricchi!

MOBILITIAMOCI CONTRO LA NUOVA ZTL: no alla città dei ricchi!

Il 1 novembre a Roma dovrebbe entrare in funzione la famigerata “ZTL Nuova fascia verde”, che rappresenterà una sorta di enorme forca caudina sotto la quale dovranno passare tutti coloro che vorranno recarsi in città.

Proprio com’è avvenuto durante la pandemia con il green pass, le autorità pretendono di stabilire limiti alle libertà più elementari a seconda del livello di integrazione che il cittadino dimostra: in questo caso, si tratta della libertà di movimento all’interno delle città.

Sotto il bel mantello verde-ecologista con il quale questo provvedimento viene presentato si nasconde un progetto fortemente classista e liberticida: quello delle cosiddette “smart city”, le nuove città iperdigitalizzate ma anche ipercontrollate (telecamere ovunque, dispositivi di tracciamento), molto “smart” per turisti e ricchi abitanti del centro, impossibili da vivere per chi nelle città ci lavora.

Le smart city saranno le città del futuro, secondo i promotori delle ztl. Tra questi, come sempre in prima fila nell’attacco ai lavoratori e alle lavoratrici, troviamo il Pd, araldo del neoliberismo eco-chic.

Al concetto di smart city è legato quello di “città dei 15 minuti”, nella quale gli abitanti sono divisi in cosiddette “zone di prossimità” fornite di tutti i servizi necessari, in modo da rendere superfluo e gradualmente impossibile lo spostamento da una zona all’altra.

Il nostro sindaco ha voluto strafare ipotizzando addirittura Roma citta 5 minuti!

Ovviamente chi ha i soldi per comprarsi una macchina nuova, chi è disposto a indebitarsi e ad accettare il sempre crescente livello di controllo potrà continuare a circolare liberamente per la città: tutti gli altri subiranno pesanti restrizioni.

Questo provvedimento è infatti parte di un progetto più ampio, cominciato da tempo, che prevede l’allontanamento dei più poveri dal centro, la creazione di sempre nuovi ghetti e l’aumento esponenziale di dispositivi di controllo e disciplinamento sempre più raffinati.

Mentre politicanti di vario tipo vorrebbero convincerci che il problema ZTL può essere risolto nelle aule dei palazzi delle istituzioni, noi siamo convinti che l’unica soluzione deve essere trovata con una mobilitazione dal basso che faccia cancellare/ritirare completamente la delibera, senza cercare forme di deroghe, posticipazione o altre soluzioni di compromesso.

Ostacoliamoli e rallentiamoli con ogni mezzo possibile. NO ZTL SENZA SE E SENZA MA

www.nogreenpassroma.org

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Contro il progetto di assoggettamento totale delle nostre vite!

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Comunicato della D.I.L.D.A.!

Riceviamo dalla D.I.L.D.A. e pubblichiamo!

L’esperienza della Dilda si è conclusa e dopo alcuni giorni di disintossicazione sentiamo la necessità di condividere una riflessione.

Da dove siamo partite

A prescindere da quanto successo l’anno scorso, noi la D.I.L.D.A –
Distruggi Infùriati Lìberati e Debella gli Alpini! (sono tutti
imperativi quindi non abbisognano di schwa cretini!)- per questa adunata
l’avremmo fatta lo stesso. Il motivo è presto detto: l’unica eccezione
di Rimini rispetto alle adunate precedenti non è stato il numero di
molestie, ma l’attenzione mediatica sulle stesse.
Maschilità egemonica, tanti uomini uniti sotto il vessillo nazionalista
e militare in un cameratismo da spogliatoio e imbevuti nell’alcol come
ciliegine sotto spirito sono l’humus ideale per il proliferare della
cultura dello stupro.
Non ci aveva stupito minimamente nemmeno la retorica cuscinetto che ne
era seguita che funge solo da conferma, ovvero quella della
GIUSTIFICAZIONE. Le mele marce, gli infiltrati col cappello piumato
finto, la goliardia, invece di parlare di molestatori in branco, tutta
roba che segue pedissequamente il solito copione mediatico.
Quindi un safer space andava creato.
Abbiamo attivato anche un numero di telefono per eventuali condivisioni
e offrire ascolto, dicendo fin da subito che non siamo operatrici
sociali, facendo intendere che il numero avrebbe avuto un ruolo di
supporto e non necessariamente di denuncia pubblica.
Mantenere l’anonimato e la segretezza di tutto ciò che sarebbe ed è
passato da lì, dire che quel mezzo era fatto per prendersi cura di noi,
per solidarizzare e non per offrire sponde a carriere, giornalisti,
tribunali, sbirri o altro.
Ci dispiace solo per le chiamate perse a notte fonda: semmai leggiate
questo comunicato, sappiatelo.

Separatismo femminista, estimatrici e detrattori

Sicuramente siamo felici che la D.I.L.D.A sia riuscita ad essere un
luogo accogliente: ce lo testimoniano i ringraziamenti delle persone che
hanno potuto passare con noi qualche ora serena e complice e anche di
quelle che non sono potute essere presenti, ma che ci hanno fatto sapere
di aver provato sollievo nel sentire che in città esisteva un luogo di
resistenza all’invasione. Come ben sappiamo, è vitale la presenza di
spazi e tempi per noi. A chiunque abbia letto nel termine “separatismo”
solo la parola “esclusione”, sbattiamo in faccia la realtà dei fatti: la
tre giorni è stata condivisione, discussione, leggerezza e cura ed è
stata costruita da (e dedicata a) persone che, invece, l’esclusione la
vivono davvero, quotidianamente e su più livelli. Continua a leggere

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