La Parentesi di Elisabetta dell’11 agosto 2023

Impedire che il cerchio si chiuda

Per un obiettivo di controllo così profondo, totalitarismo è un termine possibile, un controllo così completo da non accontentarsi più dell’asservimento esterno-ottenere le azioni volute-ma che rivendica l’intera sottomissione dell’<interiorità>.

F. Lordon, Capitalismo, desiderio e servitù

Nella città di Roma il Comune ha programmato l’entrata in vigore, a novembre di quest’anno, di una nuova ZTL, chiamata fascia verde, che comprende una zona estremamente vasta, grande quasi quanto la città all’interno del raccordo anulare, in cui sarà vietato l’accesso e la circolazione ai mezzi che sono considerati inquinanti. Non sto qui a farvene l’elenco, lo potete tranquillamente andare a vedere sul sito del Comune, ma la gamma è vastissima, comprende anche moto e motorini e mezzi di lavoro anche a GPL e a metano e praticamente chiama in causa quasi tutto il parco macchine degli abitanti escluse chiaramente, per il momento, le auto più nuove. Già, perché il progetto ha l’obiettivo, alla fine, di permettere solo la circolazione dei mezzi elettrici. Un progetto simile è già attivo a Milano e in altre città si stanno sperimentando varianti adattate alle realtà locali come a Venezia e a Trento dove stanno mettendo in opera un sistema di controllo ancora più inquietante. A Milano il sindaco ha pensato bene di aumentare il costo dei pedaggi d’ingresso e di chiudere il centro per tutta la settimana quindi compresi i sabati e le domeniche. Ormai da mesi qui nella capitale si susseguono i lavori per l’impianto dei varchi di controllo elettronici per l’accesso con sofisticate telecamere di riconoscimento e con spese faraoniche ed è stato dato il via dal Comune alla gara per 1000 telecamere   e per la realizzazione di un unico polo operativo “Smart Police Support” (SPS) in uso alla Polizia Locale e alla Protezione Civile di Roma Capitale per la gestione della sicurezza pubblica .Sono previste multe salatissime per i trasgressori e ritiro della patente alla seconda infrazione e un incremento dei posti di blocco in ogni dove perché vedi mai che qualche tapino riesca a trovare un sistema per entrare ugualmente. La scusa propagandata è la lotta all’inquinamento e la salute dei cittadini/e ma la ragione vera è ben altra.

Se l’obiettivo fosse la lotta all’inquinamento non occorrerebbero le telecamere, i varchi, i posti di blocco…basterebbe incrementare i mezzi pubblici e renderli gratuiti e dare sostanziosi contributi a perdere per l’acquisto di auto elettriche (che tra l’altro non sono affatto ecologiche, ma questo discorso per ora lasciamolo in sospeso). D’altra parte l’inutilità riguardo all’inquinamento di questa strategia l’abbiamo sotto gli occhi ed è la ZTL impiantata ormai da anni nel centro storico di Roma. Parlo di Roma perché il centro storico qui è molto grande ed è un buon metro di paragone. E’ stato reso inaccessibile per la quasi totalità della giornata alla gente comune ma è ugualmente invaso da un traffico denso e continuo fatto di auto istituzionali e pubbliche in senso lato, di auto di parenti, amici, cugini e collaterali, fino a non so quale grado di parentela, di chi ha a che fare con le istituzioni, con i mezzi di controllo e con le varie polizie, di mezzi di servizio a tutto questo mondo di privilegiati che ha distrutto la trama abitativa del centro anche perché ormai ci abitano quasi solo persone molto ricche e il tessuto di botteghe, negozi del vivere quotidiano, alimentari, idraulici, falegnami, fabbri, macellai, fruttivendoli, calzolai …sono tutti spariti lasciando il posto a ristoranti extra lusso per ricchi politicanti in cui si mangia malissimo ma si spende moltissimo (che è l’unico metro di valore con cui giudicano le cose) e mangiatoie di vario tipo per turisti che vagano in frotte numerose, disperatamente affaticate che nella stragrande maggioranza dei casi non capiscono niente di quello che vedono, mangiano altrettanto male ma spendono tanti soldi in cose inutili. Il tutto con la supervisione di un numero inenarrabile di telecamere, di lampioni intelligenti, di sensori di controllo, di postazioni dell’esercito, di frotte di vigili urbani, di dissuasori del traffico…un disastro totale in cui stanno trascinando man mano anche Trastevere, Testaccio, San Lorenzo, la Garbatella, il Pigneto…

Ma il potere che cosa se ne fa della vita vera, è interessato solo al business e al controllo e ha in mente un modello di esistenza completamente diverso che dovrebbe coniugare enormi guadagni con un controllo serrato della popolazione e un’estrazione di plusvalore dalla vita della gente trascinata in un’ossessione securitaria creata artatamente e in maniera altrettanto serrata. Continua a leggere

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 10 agosto 2023

Zardins Magnetics di giovedì 10 agosto 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Una cultura di resistenza condivisa contro le capacità repressive dello Stato. Il caso dell’offensiva “Green Scare” negli USA

✓ Aggiornamenti sulle operazioni repressive anti-anarchiche e solidarietà a compagne e compagni

✓ Sempre contro il 41 bis: parliamo della lotta di Domenico Porcelli

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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In ricordo di Marinella

Per Marinella, con affetto

Marinella, una compagna delle Dumbles, un collettivo friulano che abbiamo incontrato nel nostro percorso femminista, ci ha lasciate e vorremmo ricordarla con le parole che una compagna di Zardins Magnetics le ha dedicato nella trasmissione del 27 luglio appena trascorso.

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La ZTL, la smart city e il pensiero del nemico

La ZTL, la smart city  e il pensiero del nemico.

Qualche giorno fa, venerdì 4 agosto, è stato fatto a Milano un presidio da parte di strutture variegate che si oppongono giustamente alla trasformazione della città secondo i nuovi criteri della smart city, della città dei 15 minuti, delle ZTL…in occasione del presidio è stato fatto un sondaggio che viene riportato nel video che pubblichiamo e che ci fa capire quanto è introiettato il pensiero del nemico dalle classi subalterne. Da qui la riflessione sulla scelta delle modalità di lotta da condurre.

[…] sì, credo che il problema sia il comune sentire, ripercorrere i passaggi e capire quali siano stati gli snodi attraverso cui questo comune sentire è stato costruito è una delle prima cose da affrontare. Ci si dovrebbe porre proprio il problema della decostruzione di tutta una serie di meccanismi che sono stati messi in atto, vale a dire i discorsi sulla meritocrazia, sulle riforme, sulla sicurezza sono stati fatti passare attraverso parole di sinistra. Se qualsiasi componente, struttura, partito, gruppo di destra o conservatore o reazionario avesse assunto questo tipo di compito e avesse tentato di far passare in questi anni un certo tipo di comune sentire non ci sarebbe riuscito. Chi è riuscito a far passare concetti che sono estremamente di destra, estremamente reazionari, estremamente forcaioli e classisti? è stata la socialdemocrazia riformista, nel senso attuale rovesciato di riformismo, che con un linguaggio e modi di sinistra ha fatto passare concetti e un comune sentire di destra e questo lo ha fatto anche attraverso, perdonatemi la dichiarazione, il supporto di quella che si chiama sinistra di classe che, in questi anni, ha sponsorizzato e propagandato tutta una serie di banalità che sembrano di poco conto tipo i cani non devono sporcare per terra, la città non deve essere inquinata, la macchina non deve essere usata, si deve andare in bicicletta, il centro storico deve essere tutelato, le ZTL, le strisce blu, i parcheggi a servizio del quartiere, la raccolta differenziata, gli ultras… il politicamente corretto, tutte cose che sono normalizzazione e normativazione della vita quotidiana e che portano con sé tutti i concetti di legalità e legalitarismo. Non parliamo poi sul posto di lavoro… la meritocrazia, il merito, le battaglie contro i lavativi, i furbetti, chi non timbra il cartellino, contro i servizi che non funzionano, contro gli ospedali che si mangiano i soldi, i biglietti sull’autobus si devono pagare perché altrimenti il comune va in deficit, le tasse si devono pagare, lo sciopero non deve danneggiare la cittadinanza, le fasce protette … tutti questi passaggi hanno portato al concetto diffuso di legalità e di norma che ora è imperante ed è difficilissimo da smontare. Parallelamente si sono persi i nomi delle cose, cioè che cos’è lo Stato, che cos’è la democrazia, che cos’è la legge. Nel momento in cui la legge diventa un feticcio è perché si perde l’idea che la legge è fatta da chi ha in mano il potere ed è destinata a chi lo subisce, la democrazia negli anni ’70 per nessuno era un qualcosa da tutelare perché la democrazia è la veste che si dà il governo borghese ed è chiaro che la gestisce a suo uso e consumo, lo Stato ne è il momento organizzativo mentre se si considera la legalità un totem vuol dire che lo Stato è depositario del bene e del giusto. Si sono persi i riferimenti di fondo. Il neoliberismo è un’ideologia, il capitale transnazionale ha fatto delle scelte, ha rotto il patto sociale in maniera unilaterale, ha deciso in maniera unilaterale che non esiste più stato sociale, che il lavoro così come noi lo conoscevamo non ci sarà più, che la scuola pubblica può andare in rovina insieme alla sanità pubblica, che i soldi si danno ai privati, si spendono nelle armi e nelle guerre neocoloniali. Questa è una scelta di fondo ma se il patto sociale è rotto e non c’è più, la gente non deve più niente a questo Stato. Perché la sinistra di classe non si fa carico di dire “se le cose stanno così, bene, nessun cittadino deve più niente a questo Stato, né tasse, né ticket, né multe, niente a nessun titolo…”? non vengono mai posti i problemi in termini di rottura con l’ordine esistente. Mi rendo conto che non è facile, ma bisogna far passare la parola che non si devono pagare le tasse invece di far passare la parola della riforma fiscale. Bisogna smontare i meccanismi su cui questa società s’incardina, sul posto di lavoro per esempio è inutile che io mi batta contro la ristrutturazione aziendale perché il lavoro come lo conoscevamo noi non c’è e non ci sarà più, i lavoratori e le lavoratrici perdono ormai quasi tutte le cause di lavoro, è inutile chiedere aumenti di stipendio o scioperare, lo sciopero ormai significa solo perdere i soldi di una giornata, bisogna battersi
contro il controllo, contro i tornelli, contro la meritocrazia, bisogna che le lotte ricomincino a far male… far saltare i database aziendali, far perdere i dati… recuperare la qualità della vita… non ho i soldi, il biglietto non lo pago… la lotta alla legalità deve passare attraverso delle cose di base, di minima, banali. Invece adesso è proprio su queste cose di base che lo Stato lavora. Qualche anno fa d’estate come coordinamenta abbiamo fatto una campagna chiamata “Svergogniamoci”, e si basava sulla destrutturazione del senso di vergogna, voleva dire che bisogna far passare nei confronti della gente l’idea che il senso di vergogna rispetto a tutte una serie di cose è un prodotto sociale, il senso di vergogna rispetto ad una scala di valori che non ci appartiene non dovrebbe esistere… mi vergogno perché sono senza casa, perché ho la casa brutta, perché non ho lavoro, perché non pago il biglietto sull’autobus, mi vergogno perché non posso portare in vacanza i figli, mi vergogno perché ho un parente in prigione… tutto questo dovrebbe essere assolutamente ribaltato. In un contesto storico come quello attuale far passare discorsi di questo tipo sembrerebbe difficile ma il primo passo è farli senza il timore di interclassismo o populismo che attanaglia molta sinistra di classe perché sta a noi dare contenuti di classe ad un disagio che attualmente attraversa molti strati sociali. La trasversalità non è interclassismo. In questo momento la borghesia transnazionale è caratterizzata da un delirio di onnipotenza, è debordante, dilagante, di un’arroganza senza confini e ha allargato a dismisura la platea di chi è impoverito e sotto attacco. Dobbiamo prenderne atto, inutile fare processioni, giaculatorie, manifestazioni, avanzare richieste… è inutile chiedere che la 194 funzioni… tanto per fare sempre lo stesso esempio che ci sta a cuore… o ci organizziamo e rispondiamo con l’autorganizzazione oppure non andiamo da nessuno parte anzi diventa uno sfinimento inutile e le militanti e i militanti sono un bene prezioso che non si può sprecare. Anche perché adesso la risposta repressiva è diversa da quella degli anni ’70, che pure c’era eccome, adesso ci sono le sanzioni amministrative, ti portano via la casa, mettono sul lastrico la famiglia e questo è un deterrente fortissimo molto più di quello che possa sembrare.[…] Stralcio da<Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza> p.161,163

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 3 agosto 2023

Zardins Magnetics di giovedì 3 agosto 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Ancora sulla militarizzazione della società. Alcuni spunti dall’opuscolo “La transizione alla guerra in casa”

✓ Contro l’idolo della razionalità

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Zulu/ Una interessante pubblicazione dalle terre salentine!

ZULU/ LA TERRA SOTTO I PIEDI

Una interessante pubblicazione dalle terre salentine!

leggete qui ZULU-0-web-1

https://zulu.noblogs.org/

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Ponte sullo stretto e interessi militari

Ponte sullo stretto e interessi militari

https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/26063-giorgia-audiello-ponte-sullo-stretto-e-interessi-militari.html

di Giorgia Audiello

Anche la Nato preme per costruire il ponte sullo Stretto, l’infrastruttura servirà a collegare le basi di Sigonella e Napoli

A chi serve davvero il ponte sullo stretto di Messina? Il tema è tornato al centro dell’attenzione dopo che il governo ha deciso di riprendere il progetto infrastrutturale per collegare la Sicilia alla Calabria e sono emerse le forti pressioni dell’ambito militare – in particolare della Nato – per la realizzazione dell’opera.

Più che attuare la costruzione dell’infrastruttura per migliorare la mobilità civile, infatti, l’investimento – lievitato oggi a 13,5 miliardi dai cinque del 2001 – servirebbe a migliorare la mobilità e i collegamenti delle basi militari del sud Italia, dove l’Alleanza atlantica gestisce le principali operazioni americane nel Mediterraneo.

Per questo, l’opera è richiesta a gran voce dall’UE e dalla Nato, ossia da organizzazioni extranazionali che detengono cospicui interessi nel Paese e che – di fatto – decidono la linea da seguire grazie all’influenza determinante che esercitano sul governo di Roma.

Nello specifico, l’opera dovrebbe rientrare nel Trans-European Transport Network, progetto europeo nato per migliorare la mobilità all’interno dell’Unione anche in un’ottica militare e di cui in Italia fa parte anche la Tav Torino-Lione.

A fugare ogni dubbio circa l’impiego e l’ottica prevalentemente militare del progetto, c’è una relazione presentata il 31 marzo dal governo Meloni – smaccatamente europeista e filo-Nato – in cui si specifica che il ponte sullo stretto rappresenta «un’infrastruttura fondamentale rispetto alla mobilità militare, tenuto conto della presenza di basi militari Nato nell’Italia meridionale». Continua a leggere

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Avanti NO TAV!

Sanzionati i cantieri di San Didero e Chiomonte!

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Assaltata l’ambasciata francese in Niger

Dopo il colpo di Stato militare che in Niger ha rovesciato il presidente Mohamed Bazoum pesantemente compromesso con l’imperialismo occidentale, la Francia ha comunicato immediatamente la cessazione degli aiuti economici allo Stato nigerino. Migliaia di manifestanti si sono radunati davanti all’ambasciata francese a Niamey, la capitale del Niger,  hanno cercato di entrare nell’edificio, hanno strappato la targa con la scritta ‘Ambasciata francese in Niger’, prima di calpestarla e sostituirla con bandiere russe e nigerine gridando “Viva Putin”, “Viva la Russia”, “Abbasso la Francia”.

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Riflessioni femministe per l’estate/ Sulla scuola/ Parte seconda

Riflessioni femministe per l’estate

Sulla scuola/Parte seconda

Educare o informare?  Educare o istruire? Educare o far conoscere? Educare o dare strumenti per pensare e  capire?  

Buon ascolto!

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I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica

i-nomi-delle-cose

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Terra Mare e Libertà

Terra Mare e libertà: contro il ponte sullo stretto di Messina.

ilrovescio.info

Corteo no ponte il 12 agosto

(Maschile e femminile sono casualmente alternati)

Con l’insediamento del governo Meloni è stato riesumato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, una “grande opera” che puzza di propaganda fascista, con la differenza che cento anni fa venivano almeno costruite anche case popolari e bonificate aree inospitali: la carota per far passare il bastone delle leggi fascistissime, dell’olio di ricino, della guerra e della miseria dilagante. I nostri moderni patrioti invece si comportano come se non avessero alcuna necessità di conquistarsi il consenso tramite interventi che possano apparire di una qualche utilità per chi vive questo territorio (il sud fisico e psicogeografico di tutte le periferie del mondo). Sono convinti che il popolo bue accetterà a testa bassa l’ennesima devastazione, con il trito, ritrito e putrido miraggio di posti di lavoro per la realizzazione di questa mastodontica impresa – alla cui realizzazione finale non crede più nessuno, ma il cui corollario di movimentazione terra e denaro fa gola a molti profittatori.
Così, mentre in Emilia Romagna impazzavano le alluvioni, lorsignori si facevano fotografare con la pala in una mano e con l’altra votavano il decreto per il collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. Lo chiamano “progresso” gli importatori di civilizzazione, ma qui persino le cozze nel lago di Ganzirri sanno che si tratta dell’ennesimo progetto coloniale. Lo sa chi vive a Milazzo, Priolo, Augusta, Gela e Melilli in balìa dell’industria petrolchimica che li ha sfrattati quando è stata costruita, sfruttati e ammalate nel periodo d’oro della produzione e cassaintegrati quando ha ceduto il passo alla concorrenza estera. Lo sanno i niscemesi ai quali la costruzione della base militare USA ha tolto la frescura della sughereta e l’acqua corrente, dando loro in cambio le radiazioni del MUOS e i militari a spadroneggiare per le strade. Lo sanno i granelli di sabbia di Punta Bianca, la Beccaccia e il Martin Pescatore dei Nebrodi, sfregiati dalle esercitazioni militari. Lo sanno gli aranci della Piana di Catania, estirpati per far spazio all’allargamento della base NATO di Sigonella. Lo sanno pure i semi privatizzati dalla Monsanto e i contadini denunciati per aver fatto le talee di pomodori infischiandosene dei brevetti.
Ne fanno esperienza tutte le disoccupate dell’isola e anche chi è emigrato perché non voleva essere più disoccupato.
Ne fanno esperienza i 6000 detenuti e detenute nelle 23 carceri siciliane che fanno dell’isola una colonia penale molecolare.
E ne hanno fatto esperienza i due prigionieri che sono morti inascoltati nella galera di Augusta nel corso di uno sciopero della fame. Ne fanno esperienza ogni giorno le migranti che si sono rivoltate nel CPR di Pian del Lago (Caltanissetta) a inizio luglio e i braccianti agricoli nei campi del vittoriese. E lo stesso vale per Daouda Diane: l’operaio ivoriano scomparso un anno fa nel siracusano, due giorni dopo aver denunciato in un video la situazione di caporalato nel cementificio di Acate dove lavorava. Colonia è quel territorio occupato con la forza, violentato per profitto ed estrazione di risorse, militarizzato per reprimere ogni forma di vita che insorge contro lo sfruttamento. Che il risorgimento in Sicilia ha significato deportazione e repressione violenta è scritto nelle memorie del sangue di noi indigeni, nipoti e pronipoti di chi era partito garibaldino e si scoprì brigante all’indomani dell’unità d’italia. Il Ponte ai nostri occhi significa tutto questo. I lavori, pur mancando ancora il progetto definitivo, sono già stati assegnati alle solite note aziende armate di cemento e sputazza: WeBuild (ex Salini Impregilo), che furono i costruttori della base di Sigonella, dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e i responsabili dello smaltimento dei rifiuti in Campania, per nominare giusto un paio delle loro gloriose imprese. Queste consapevolezze coinvolgono gran parte della comunità che abita in questa terra, e si declinano a vari differenti e difformi livelli di critica.
La critica, come fanno le radici degli alberi, scava smuovendo dubbi: quelle del Salice arrivano in profondità, quelle del Limone sono invece piccole, quelle del Ficus sono addirittura aeree. Tanti alberi, diverse radici nella stessa terra.
“Ci immaginiamo anarchiche e anarchici, e quindi è anche a noi che parliamo, sebbene sarebbe bello avere una lingua comune anche con chi si immagina qualcos’altro o, e chissà non sia la scelta più saggia, non si immagina per nulla” (Terra e libertà, articolo tratto da “Black seed, a green anarchist journal”, trad. hirundo 2017).
Per queste ragioni abbiamo cominciato questo percorso di lotta intrecciando i nostri passi e incrociando i nostri sguardi con tante anime diverse, col comune obiettivo di frapporci all’apertura dei cantieri. Affronteremo a testa alta chiunque provi a reprimere la forza generativa che sgorga dal cuore delle lotte, chiunque chiamerà violento il nostro opporci con ogni mezzo necessario a un progetto che ci violenta e violenta la terra che abitiamo, ma anche quei partiti che provassero ad approfittare di questo variegato amalgama umano con l’intento di mangiarselo al prossimo banchetto elettorale. Gli andremo di traverso, saremo loro indigesti, ci proveremo con tutta la tenacia che ci batte in petto e, se falliremo, cercheremo di farlo sempre meglio.

Corteo Noponte 12 Agosto

La Macchia libertaria sicula

P.S. mentre impaginavamo questo scritto, Giovanni Truglio (sì, lui, quello delle ccir di Piazza Alimonda) è diventato capo del comando interregionale carabinieri Sicilia e Calabria; e Gianni De Gennaro (sì, lui, quello di G8 e di Leonardo Finmeccanica!) è diventato presidente di Eurolink.

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 27 luglio 2023

Zardins Magnetics di giovedì 27 luglio 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Rassegna di attualità e spunti di discussione a proposito della forza pervasiva della propaganda repressiva e militare nella società, nelle scuole, nello sport

✓ Il revisionismo storico all’opera, ora mettono le mani sul macello del G8 di Genova

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
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9 settembre a Trento/ Arriva la città-prigione intelligente/manifestazione nazionale

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Mercoledì 26 luglio al Gianicolo

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ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 20 luglio 2023

Zardins Magnetics di giovedì 20 luglio 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Trento 9 luglio: una giornata di lotta contro il TAV

✓ Facciamo deragliare la locomotiva della guerra! Per una mobilitazione antiautoritaria e internazionalista contro la guerra, incontro a Roma 22 luglio

✓ Un tentativo di ragionamento sull’incompiutezza come pratica di liberazione, leggendo “Men Against Sexism” di Ed Mead

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
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