Podcast della Trasmissione del 24/2/2016

” Nomi delle Cose” /Puntata del 24/2/2016

“ La verità attraverso l’immagine?

visione distorta

<L’immagine-prova e l’immagine di guerra>Incontro con Alessia Lombardini/Barzelletta macabra/ DESMONAUTICA/La difficoltà di essere in difficoltà”

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Podcast della Parentesi del 24/2/2016

La parentesi di Elisabetta del 24/2/2016

“Barzelletta macabra”

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Decimomannu 27 febbraio/collegamento

Corrispondenza con una compagna della rete NoBasiNèQuiNèAltrove sulla manifestazione contro l’aeroporto militare di Decimomannu in Sardegna

decimomannu   clicca qui

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La Parentesi di Elisabetta del 24/2/2016

equitalia“Barzelletta macabra”

Gira in rete una barzelletta macabra che dice che Equitalia prende ai ricchi per dare ai poveri e che pagando le tasse si incrementerebbe lo Stato sociale.

Peccato che questi bontemponi che la raccontano, non sappiamo quanto in buona fede, dimentichino i toni trionfalistici con cui i dirigenti di Equitalia sciorinano i sempre nuovi traguardi raggiunti nell’esazione delle tasse. Ed altresì omettano di ricordare che quando non c’era Equitalia e non c’era una pressione fiscale così rapace, lo Stato sociale, invece, c’era e, per certi versi, funzionava.

Dai dati ufficiali al febbraio 2016, risulta che negli ultimi venti anni i tributi sono quasi raddoppiati, crescendo del 92,4%. Le tasse locali, tra il 1995 e il 2015 sono passate da 30 miliardi a 103 miliardi di euro con una crescita pari quasi al 250%. Nello stesso periodo le tasse centrali sono passate da 228 miliardi di euro a 393 miliardi, con un aumento del 72%. Solo dal 2011 al 2015 le imposte sugli immobili sono cresciute del 143%.

Lo Stato sociale, però, è stato smantellato pur in presenza di un rastrellamento fiscale ben più cospicuo per cui, evidentemente non è il risultato del prelievo fiscale, bensì è il frutto di una combinazione fra scelte politiche e lotte. E siccome, sempre i buontemponi della barzelletta di cui dicevamo, sembrano essere preda di amnesia totale, fanno finta di non sapere che le maggiori entrate fiscali andranno ai militari, alle missioni all’estero, alla Nato e agli apparati repressivi e di controllo che, bontà loro, si chiamano magistratura e forze dell’ordine. Naturalmente con il corollario dei finanziamenti pubblici ai partiti e alla stampa di regime.

Sono gli stessi che raccontano che c’è la crisi e che, per questo, dobbiamo stringere la cinghia, dimenticando che i miglioramenti in ogni campo in questo paese sono stati ottenuti in concomitanza con le lotte degli anni ’70 dove pure c’era l’ennesima crisi del petrolio per cui gli italiani andavano a piedi, il ministro di turno si faceva fotografare in bicicletta, salvo salire subito, a telecamere spente, sulla macchina di servizio, e la televisione ci raccontava quanto era bello riscoprire i cavalli e le passeggiate salutari.

Ma, ora, non c’è nessuna crisi, o meglio c’è un forte impoverimento di tutti sociali colpiti dal neoliberismo, impoverimento che è una vera e propria scelta ideologica del capitale in questa fase che mira a ridefinire i rapporti di forza sia all’interno della classe sia con le classi subalterne.

Il numero di poveri/e si allarga sempre più e sono sempre più poveri, gli occupati diminuiscono, i contratti a tempo indeterminato sono un privilegio, i liberi professionisti devono indossare l’abito divisa e lavorare come impiegati nei grandi studi, i quali a loro volta si concentrano e diventano succursali di multinazionali che si occupano di tutto, dalla pornografia  all’ecologia, dall’architettura  alle questioni legali. I dettaglianti sono destinati a scomparire, la grande distribuzione li farà fuori tutti. I lavoratori e le lavoratrici se ne facciano una ragione, sono stati turlupinati dai sindacati e dai partiti socialdemocratici, non avranno più l’orgoglio di essere operai/e.

Hanno venduto la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie.

Le proletarie torneranno a fare le collaboratrici domestiche contendendo il poste alle migranti. Vi ricordate quando si diceva che le migranti e i migranti facevano i lavori che le italiane e gli italiani non volevano fare più?. Tantissime donne sceglieranno la prostituzione, con buona pace dei moralisti e delle moraliste d’accatto che le giudicano o le vogliono salvare, mentre dimenticano che è un lavoro come un altro solo che non ha bisogno di laurea, curriculum e investimenti.  La piccola e media borghesia scompariranno, saranno drenati i loro risparmi e dovranno vendere la seconda casa e poi anche la prima. Ai pensionati/e  spetterà la dignitosa povertà, un vestito d’inverno e uno d’estate. Rivedremo tante persone senza denti, si allargherà la platea di quelli che chiederanno l’elemosina, di quelli che andranno ad abitare nei campi nomadi che tanto nomadi non sono perché la presenza degli italiani è numerosa e i bambini i cui genitori non pagheranno la mensa scolastica guarderanno i più fortunati mangiare, ritorneremo alla coabitazione.

In definitiva la popolazione  sarà gettata nella disperazione, e i media e la televisione, gli sceneggiati e i film commissionati ad hoc ci racconteranno un’Italia che non esiste. Realizzeremo così il modello americano: il paese più criminale di questo mondo e il popolo più disperato senza stato sociale, senza copertura sanitaria, dove la casa di proprietà o vivere una serena vecchiaia è un sogno irrealizzabile, dove non esiste contratto lavorativo nazionale e sistema pensionistico. Continua a leggere

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Domani 25 febbraio

-Riceviamo da Marinella

Tutti invitati 
al presidio domani giovedì 25.2 ore 11-13 nei pressi dell’ambasciata della Turchia, in via San Martino della Battaglia, angolo via Palestro

Contro la politica terrorista di Erdogan che 

-appoggia Daesh, 

-uccide i curdi che lottano contro Daesh, 

-uccide gli oppositori

-mette in carcere i giornalisti

Contro il ruolo criminale dei Saud in Siria e Yemen

Contro le complicità da parte dell’Italia che continua ad avere impresentabili alleati, e a rifornirli di armi nel caso dei Saud

Rete No War e altri gruppi

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Uscire dalla Nato!

OPPONIAMOCI ALLE NUOVE AGGRESSIONI E ALLE ESCALATION MILITARI

Nonostante il cosiddetto accordo di Monaco tra le grandi potenze per un cessate il fuoco, in Siria ed in tutta l’area si continua a combattere con migliaia di vittime e di profughi che fuggono dalla guerra. Una guerra che, prima con la scusa della difesa dei ribelli e poi della lotta al terrorismo, Stati Uniti, Europa ed i loro alleati mediorientali hanno attizzato ed alimentato con l’obiettivo di eliminare Assad e spartirsi la Siria. Un piano che oggi, con la scesa in campo della Russia a fianco dell’esercito siriano, si sta trasformando in uno scontro armato tra le grandi potenze. Per il momento combattuto per procura da parte degli occidentali, ma che rischia pericolosamente di trasformarsi in uno scontro diretto aprendo, di fatto, la possibilità di un conflitto ben più ampio.

Già in questi giorni, molti giornali parlano apertamente di un possibile conflitto diretto tra Turchia e Russia.

La Turchia, infatti, insieme all’Arabia Saudita, si dice pronta a guidare un’offensiva militare in Siria che potrebbe coinvolgere truppe di terra. Non a caso proprio a nord dell’Arabia Saudita, vicino ai confini con la Siria, sta prendendo avvio l’esercitazione militare denominata North Thunder (il tuono del nord) della “coalizione contro il terrorismo”. All’esercitazione, che durerà 18 giorni, parteciperanno, secondo alcune fonti, 350 mila soldati, 2.540 aerei da guerra, 20.000 carri armati e 460 elicotteri, provenienti da almeno 21 paesi. Nel frattempo il governo di Erdogan, con il silenzio complice dell’Occidente, continua a massacrare i curdi sia all’interno dei suoi confini che nel territorio siriano.

Come se non bastasse, cresce la tensione anche in Libia, come dimostra il bombardamento statunitense di qualche giorno fa su una presunta base dell’ISIS. Ancora una volta con la scusa della lotta al terrorismo e con la necessità di stabilizzare il paese per fermare le partenze degli immigrati, le potenze occidentali stanno scaldando i motori per un nuovo intervento militare in Libia. Forze speciali sono già sul posto per preparare l’arrivo di un contingente di oltre 6000 militari europei (italiani compresi) e statunitensi. L’Italia, che ha già inviato 4 cacciabombardieri AMX presso la base di Trapani Birgi in Sicilia e che proprio ieri ha concesso agli USA l’uso della base militare di Sigonella per attaccare con i droni la Libia, si candida a guidare questa nuova missione militare. Italiano è, intanto, l’attuale comando della seconda fase (operazione Sophia) di Eunavfor Med, una missione militare europea contro trafficanti e scafisti ideata per consentire l’intervento delle forze militari europee nelle acque e sul suolo libico.

A rafforzare questa e le altre operazioni militari in atto tra l’Egeo e il Canale di Sicilia contro l’esodo dei migranti è scesa in campo anche la NATO che ha schierato 5 navi più aerei Radar Awacs. Come sostenuto dal segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il ruolo delle sue navi e aerei non servirà a salvare i migranti in difficoltà ma a pattugliare una più ampia porzione di mare ed a sorvegliare il confine turco-siriano. Non avevamo alcun dubbio.

Il Mediterraneo, chiuso ai profughi e agli immigrati, è stato ormai trasformato in una area super militarizzata al servizio delle avventure delle potenze imperialiste.

Un allargamento della guerra in Siria ed un nuovo intervento in Libia non porteranno la pace in questi paesi, come sostengono vertici militari e governi: serviranno solo ai fabbricanti e ai commercianti di armi per arricchirsi; serviranno solo a soddisfare le mire espansioniste delle grandi potenze; serviranno solo ad alimentare l’odio dei popoli aggrediti contro tutti noi, esponendoci a inevitabili reazioni e trasformandoci in obiettivi di attentati e atti di ritorsione.

Facciamo sentire la nostra voce contro queste nuove aggressioni e contro un’escalation militare che rischia di portarci alla terza guerra mondiale.

Schieriamoci contro tutti i muri e per l’accoglienza dei profughi e degli immigrati la cui unica colpa è quella di non voler morire di fame o sotto le bombe lanciate dai nostri governi.

Partecipiamo:

Alla Manifestazione contro il razzismo e la guerra che si terrà  a Napoli  Martedì 1 marzo  Concentramento alle ore 10,00 a piazza Mancini

All’Assemblea contro la guerra che si terrà il 4 marzo alle ore 17,00  presso l’ex Asilo Filangieri – vico G. Maffei, 4 – Napoli

 

RETE CONTRO LA GUERRA ED IL MILITARISMO – NAPOLI

23/02/16     x info e contatti assembleanowar.na@gmail.comhttps://www.facebook.com/NO-Trident-128338824182432/?fref=ts

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Palinsesto del 24/2/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 24 febbraio 2016

La Coordinamenta verso l’8 marzopiccolissima Siamo tutte prigioniere politiche!

ore 20.00 Apertura“L’area della comunicazione sociale è l’area della vita sociale.Sul terreno sociale, l’esistenza di un evento è strettamentelegata al suo essere comunicato(…)La produzione di falsificazioni,mentre dissimula eventi sociali reali, ne propone una “rimodellizzazione” falsa.E’ vera e propria controrivoluzione che si svolge e si pratica sul terreno dei linguaggi”Memoria collettiva  Memoria femminista “2012

ore 20,10 PARTE PRIMA “La verità attraverso l’immagine?” <L’immagine-prova e l’immagine di guerra>Incontro con Alessia Lombardini

coscienza


ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta  Barzelletta macabra “

ore 20.35 DESMONAUTICA

 la rubrica di Denys ogni ultimo mercoledì del mese

“La difficoltà di essere in difficoltà”

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org

per riascoltarci e per leggere i documenti
per ascoltarci in streaming

www.ondarossa.info cliccando “ascolta la diretta”

S.O.S. SOSTIENI ROR!!! LA RADIO PER CONTINUARE A TRASMETTERE HA BISOGNO
DI UN AIUTO CONCRETO e IMMEDIATO! 
http://www.ondarossa.info/node/

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20 marzo a Roma/Calibano e la Strega

Il 20 marzo a roma presenteremo CALIBANO E LA STREGA

insieme all’autrice Silvia Federici

streghe

https://www.facebook.com/IL-Calibano-E-La-Strega-1038063622895927/

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27 febbraio al CIE di Ponte Galeria!

27 febbraio

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27 febbraio/Decimomannu/Luftwaffe Raus!

Passeggiata intorno all’aeroporto di Decimomannu

locandina ColConsigliamo di portare scarpe comode e acqua.

https://nobasi.noblogs.org/post/2016/02/09/passeggiata-intorno-allaeroporto-di-decimomannu-27-febbraio-h-14-00/#more-542

 Luftwaffe Raus

La Luftwaffe (Aeronautica Militare tedesca) è stufa, vuole lasciare la Sardegna. È da un anno che ormai lo annuncia mettendo in subbuglio il Ministero della difesa italiana, che tanto contava su di loro per il mantenimento e la gestione dell’aeroporto militare di Decimomannu e del poligono di Capo Frasca.

Continua a leggere

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La legge e la norma

“La legge e la norma”

Spunti di riflessione a partire dalla “gestazione per altri”

di Margherita Croce

Citando da un articolo di Michela Murgia del 2 febbraio:

“Chi si oppone alla gravidanza surrogata chiamandola “maternità” e adducendo come motivazione l’unicità insostituibile del legame che si stabilirebbe tra gestante e feto sta ponendo le condizioni perché gravidanza e maternità tornino a essere inscindibili e quella sovrapposizione torni a essere usata contro le donne SEMPRE, ogni volta che per i motivi più svariati provassero a scegliere di non essere madri”

“Mi pare evidente che il problema etico della remunerazione della gravidanza surrogata sia identico per natura a quello di qualunque prestazione estrema di vita che si fa in cambio di denaro: è un problema di classe, di rapporti di potere economico e sociale, di scambio impari. Può essere evitato? Se sì, il sistema non lo abbiamo ancora trovato. Se ne possono limitare i danni? Certo che sì, ma rifiutare di riconoscere che siamo già tutti e tutte dentro un mercato non è forse il modo più costruttivo per cominciare a farlo.”

“Il problema dell’etica, comunque la si giri, mi pare sempre legato alla disparità economica.”

Da queste condivisibili e ben scritte premesse, Murgia ne trae strane conseguenze…

Quando dice che “ Senza regole vince il mercato”, frase che da sola dice già tutto…oppure continua specificando ad esempio che “Le leggi che consentono sono le sole che possono mettere dei limiti all’azione che stanno legittimando, per il fatto stesso di riconoscerla. L’assenza di leggi permette invece qualunque eccesso, perché nessuno degli abusi perpetrati sulla parte debole è definibile come tale: semplicemente, senza legge, non esiste”…

Mi sembra che prenda proprio un bell’abbaglio…non so se per ingenuità, o altro.

Ha ragione a dire che gli abusi prima della legge non esistono in quanto tali. Infatti neanche la “parte debole” esiste prima della legge. Il punto però è mettersi d’accordo su cosa è la legge o, meglio la norma, e, soprattutto, su cosa le preesiste e su come viene da essa deformata. Prima della legge la “parte debole” è femmina, è lavoratrice, è madre, sorella…ad ognuno di questi aspetti corrisponde un piano di rapporti di produzione/riproduzione che con la legge si può svolgere in modo “ legittimo” o “ abusivo”. Prima della legge, ad ognuno di questi piani può corrispondere una presa di coscienza, un processo di soggettivazione: sono donna, sono sfruttata dal capitale, sono oppressa dalla divisione sessuata dei ruoli… Quando arriva la norma a definirci “parte debole” tutti questi piani vengono assorbiti nel piano fittizio della legalità e del rapporto cittadino-Stato. L’organizzazione statale, più specificamente la democrazia borghese industriale, è il campo delle neutralizzazioni e delle spoliticizzazioni dove, i rapporti suddetti vengono contrattualizzati a partire da una fittizia condizione di parità, identificata nell’uguaglianza formale come soggezione alla norma-legge-volontà del parlamento.

Secondo Schmitt (nello scritto “Nehmen, Teilen, Weiden”), il sostantivo greco nomos, alla base di qualsiasi ordinamento economico sociale, viene da nemein e, in quanto nomina ationis, indica “un fare in quanto processo”. E’ al processo del normare che bisogna porre attenzione, non al prodotto norma. Nemein individua tre processi originari: il prendere/conquistare (appropriazione), il dividere/distribuire (nel senso di giudicare ma anche di partecipare), il pascolare/coltivare/produrre (intendendo tutto il ciclo di produzione ed elaborazione dei beni, compreso il consumo ). Si capisce allora che il contenuto delle norme esprimerà sempre il modo di produzione, che è dato, non solo dal meccanismo di funzionamento interno a questi momenti, ma anche dall’ordine in cui essi si succedono.

Ogni norma oggi esprimerà quindi il modo di produzione capitalistico-patriarcale nella sua fase imperialista…e così è anche se non ci piace. E’ un caso che gli Stati Uniti abbiano legiferato sulla “gestazione per altri” già da 15 anni?

E’ strano, allora, che partendo da premesse così corrette (è un problema di classe, siamo tutti dentro il mercato), pensi che proprio regole servano a fermare il mercato…al contrario, il mercato ha sempre vinto con le regole. Regole fatte dal mercato e per il mercato. Come può pensare, poi, che funzioni diversamente in questa Europa fondata sull’ordoliberalismo, o economia sociale di mercato, in cui il mercato si fa ordinamento??

In parte se ne rende conto anche lei, infatti, quando dice che legalizzare la gestazione per altri significherebbe istituzionalizzare un servizio per ricchi.

Dall’altra parte, però, dice che la legge è l’unico modo per garantire la donna che decide di accollarsi la gravidanza.

Insomma é il solito rompicampo… lo stesso su cui sbattiamo ancora la testa quando pensiamo all’alternativa aborto libero/aborto legale. Il secondo, si dice, è stato necessario per far uscire le donne dalla clandestinità. Però anche l’aborto libero avrebbe avuto questo effetto…perché allora si è optato per quello legale? Perchè i rapporti di forza consentivano solo quello? Si, i rapporti di forza contano sempre….e allora perché puntare a regolamentarli/contrattualizzarli invece che esercitarli? Con il contratto perderemo sempre perché siamo “la parte debole”.

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Podcast della trasmissione del 17/2/2016

” Nomi delle Cose” /Puntata del 17/2/2016

“ Fimmene Fimmene hanno suonato per noi e per voi dal vivo ai microfoni di ROR!

“FIMMENE FIMMENE/alessandra di magno, irene guarrera, silvia pierattini, nicoletta salvi, alessia sibilla  si raccontano e ci raccontano”

fimmene fimmene

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Podcast della Parentesi del 17/2/2016

La parentesi di Elisabetta del 17/2/2016

“Mistificazioni neoliberiste”

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La Parentesi di Elisabetta del 17/2/2016

“Mistificazioni neoliberiste”

Distanze Il 15 gennaio scorso è stato varato dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo sulle depenalizzazioni che prevede che una serie di reati non rientrino più nella casistica penale, ma vengano sanzionati amministrativamente. Nei vari commi di legge per i comportamenti in questione viene sostituito al termine “è punito” il termine “è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria”. Si tratta di illeciti svariati che vanno da reati cosi detti “Contro la fede pubblica” e cioè, per esempio, uso di atto privato falso, falsità in scrittura privata a quelli “Contro la moralità e il buon costume”, da quelli in “Materia di Previdenza” come omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali a quelli in “Materia di circolazione stradale” come la guida senza patente, solo per citarne alcuni e varrebbe la pena che ognuno/a se li andasse a leggere tutti.
In questa casistica estremamente varia è contemplato anche il reato d’aborto, cioè l’aborto fuori dalle regole imposte dalla Legge 194/78. La Legge 194/78 prevede la possibilità di aborto solo se viene seguito un percorso obbligatorio amministrativo e medico e solo nelle strutture pubbliche. Se la donna che vuole abortire non segue questo percorso e se non lo fa nelle strutture pubbliche, fino all’altro giorno, la trasgressione era penale. A seconda della gravità della trasgressione era prevista la multa fino a centomila lire, vale a dire 51 euro, o la reclusione fino a sei mesi. Ora le regole e il percorso sono rimaste le stesse, ma la trasgressione è stata depenalizzata e soggetta a multa da 5 mila a 10 mila euro.
Detta così sembrerebbe una buona cosa. Invece no, perché non intacca assolutamente lo spirito della legge. L’aborto, che dovrebbe essere libero, continua ad essere permesso solo secondo il percorso e i dettami della norma che, per inciso, non funziona affatto perché abortire nelle strutture pubbliche è un terno al lotto visto l’altissimo numero di obiettori di coscienza, nel Lazio l’80%, ma con l’ introduzione di una multa così alta si attua un ulteriore filtro fortemente classista. Tutto quello che passa attraverso il denaro è una discriminante di classe e, quindi, dato che la possibilità di abortire delle donne delle classi subalterne in strutture pubbliche è estremamente limitata, queste non potranno più abortire con il fai da te o, meglio, dato che necessariamente continueranno a farlo ,non andranno neppure in ospedale in caso di complicazioni per non prendersi anche la salatissima multa.
Quindi è evidente la mistificazione portata avanti da questa cosi detta depenalizzazione che si configura in maniera evidente come una forma di controllo poliziesco e di classe estremamente forte.
Ma non è un decreto infelice o mal riuscito, fa parte di una modalità specificatamente neoliberista di affrontare il sociale.
Fa parte di questa tendenza anche la spinta ad una riforma carceraria sempre più tesa a sostituire per molti reati la detenzione in carcere con misure alternative.
I richiami della Corte europea dei diritti dell’uomo all’Italia che focalizzavano l’attenzione sul sovraffollamento, sulle condizioni igieniche precarie, sulla mancanza di aree di socialità o cortili per l’aria, hanno costituito la chiave per un cambio di indirizzo politico che dovrebbe prevedere un maggiore ricorso alle pene alternative e sostitutive della carcerazione che non è solo italiano, è un indirizzo di tendenza nei paesi occidentali.
Anche qui, detta così, sembrerebbe una buona cosa. Invece no. Certo, stare fuori è meglio che stare in carcere, ma questa disponibilità del sistema neoliberista nasconde una strategia di controllo sociale devastante.
Se a un detenuto/a viene concesso di “espiare” la pena a casa, al lavoro, nei servizi sociali o in una qualunque configurazione esterna, la sua vita sarà per legge soggetta a controllo e anche quella dei familiari, dei datori di lavoro, dei colleghi, di tutte e tutti quelli che sono con lui/lei in relazione . In questo modo è possibile mettere in atto un controllo sociale serrato sul territorio e addirittura costringere il territorio ad autoregolarsi. Ognuno/a diventerà controllore di se stesso e degli altri.
Così il cerchio è chiuso, la vita è diventata un carcere e chi si vuole sottrarre è molto più individuabile, circoscrivibile e neutralizzabile.
La partecipazione alle manifestazioni, l’impegno politico, i tentativi di organizzarsi in lotte sociali contro la mancanza di alloggi, il caro scuola, la disoccupazione.. sono sanzionate amministrativamente con multe salate con il chiaro intento di dissuadere da subito chi può avere intenzione di portare avanti una qualsivoglia lotta.
Le persone non solo sono sottoposte ad un forte controllo poliziesco ma dovrebbero imparare ad autocontrollarsi, controllare gli altri/e e piegarsi ad un asservimento volontario.
Possiamo solo autorganizzarci e tagliare i ponti con questa impostazione sociale, rifiutare il coinvolgimento, rifiutare ogni collaborazione, smascherare i veri obiettivi che sono sempre ammantati da nobili motivazioni.
Siamo tutte e tutti detenuti politici.

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Palinsesto del 17/2/2016

ANNO IV-2015/2016 I NOMI DELLE COSE la trasmissione della Coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.90 di radio onda rossa

PALINSESTO di mercoledì 17 febbraio 2016

La Coordinamenta verso l’8 marzopiccolissima Siamo tutte prigioniere politiche!

ore 20.00 Apertura “Il femminismo non può abbandonare mai la lotta di liberazione che è possibilità di comunicare, di dare voce a tutte le lotte del presente come del passato e alle loro ragioni. E’ portare fuori ogni lotta dall’ambito riduttivamente femminile, è vanificare così tutti i tentativi di ghettizzazione. E’ smascheramento dei codici linguistici del potere che costituiscono la rete essenziale del controllo sociale. E’ la capacità di investire tutti gli aspetti della vita: dal lavoro all’eros, dai sogni ai linguaggi quotidiani, dalla politica all’arte…. E’ rivoluzione totale.”

ATTI/Memoria collettiva Memoria femminista-2012

ore 20,10 con le “FIMMENE FIMMENE” Una trasmissione di musica in diretta

Fimmene Fimmene


ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta ” Mistificazioni neoliberiste “

ore 20.35 alessandra di magno, irene guarrera, silvia pierattini, nicoletta salvi, alessia sibilla  si raccontano e ci raccontano”

Ciao a tutte, le coordinamente coordinamenta@autistiche.org

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per ascoltarci in streaming
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DI UN AIUTO CONCRETO e IMMEDIATO! 
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