Assassinata Marielle Franco

Indignate, addolorate ma non meravigliate

Assassinata a Rio De Janeiro  in un vero e proprio agguato, Marielle Franco, del partito Socialismo e Libertà. Si stava occupando della violenza della polizia nelle favelas, polizia ed esercito mandati dal presidente per ristabilire il così detto “ordine”. A questo proposito Marielle aveva scritto sul suo profilo Twitter riferendosi al recente omicidio di Matheus Melo: “Ancora un omicidio che potrebbe entrare nel conto di quelli compiuti dalla polizia militare. Matheus Melo stava uscendo dalla chiesa. Quanti altri devono morire prima che finisca questa guerra?”.

Siamo addolorate, indignate ma non meravigliate. Non ci dobbiamo mai dimenticare quello che è successo e sta succedendo  in America Latina in questi anni, la guerra che è stata portata e che viene portata ancora a tutti i tentativi di percorrere vie diverse dalla sudditanza al dominio incontrastato degli Stati Uniti e delle loro multinazionali. Questi tentativi sono stati demonizzati anche da settori che si autodefiniscono sinistra di classe. Ieri Dilma Russef , oggi Nicolàs Maduro.  

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7 e 8 aprile 2018/Due giorni contro la RWM

7 e 8 aprile 2018 a Cagliari/Due giorni contro la RWM!!!!

https://nobordersard.wordpress.com/

CONTRIBUTO IN VISTA DI DUE GIORNI DI DISCUSSIONI CONTRO LA RWM
Cagliari, 7 e 8 aprile 2018
Dell’attuale occupazione militare della Sardegna, che forse sarebbe più corretto definire comparto militare, la RWM è sicuramente la componente più attiva e dinamica.
Questo dinamismo si può riscontrare su quasi tutti i fronti: aumento dei profitti, ingrandimento dell’azienda, potenziamento e allargamento della produzione, interessamento istituzionale alle vicende, prese di posizione dei lavoratori e della popolazione. Purtroppo a questo elenco non si può aggiungere la dinamicità da parte di
chi sogna di vedere chiusa e distrutta la RWM.
Se anche altre aziende private come la Vitrociset investono nuovi capitali (ma promettono tagli da qui al 2020), enti pubblico/privati come il DASS fanno grandi progetti e i sempre presenti militari continuano a esercitarsi ogni giorno, in questo momento la RWM detiene saldamente lo scettro dell’efficienza produttiva
all’interno del comparto bellico sardo.
Gli aspetti che creano e rafforzano questo primato sono vari. Continua a leggere

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Identificazioni di massa? Osteggiamole

Identificazioni di massa? Osteggiamole

https://www.inventati.org/rete_evasioni/

A poche settimane dalla piazza romana contro Erdogan del 5 febbraio, e a seguito di tante altre occasioni in cui il controllo delle forze dell’ordine ha attuato le stesse dinamiche specialmente in questa città, ci prendiamo il tempo per qualche considerazione, sperando che le riflessioni qui poste possano tradursi in stimoli per il nostro agire.

Queste righe, infatti, non vogliono prendere in esame le ragioni che spingono la controparte a disporre o meno dei dispositivi repressivi di cui parleremo né, tanto meno, entrare nel merito della valutazione di presunta “pericolosità” che lo Stato e i media fanno nei confronti di chi lotta. A nostro avviso, quanto scelgono di mettere in campo non è sempre direttamente proporzionale al potenziale livello di conflittualità.

Premettiamo che siamo nell’Europa del “sistema hotspot” e, più precisamente, nel Paese che ha più volte ricevuto elogi per il sistema di identificazione forzata a cui sottopone le persone immigrate che vi fanno ingresso. Solo tre settimane fa è stato addirittura presentato un progetto per l’identificazione “hi-tech”, che verrà applicato in via sperimentale nel porto di Catania. Si tratta di un tunnel modulare, dotato di sensori e facilmente ricollocabile, che consentirà di velocizzare ed ottimizzare le procedure di identificazione dei migranti che approdano nei porti siciliani, attraverso la raccolta di specifici parametri biometrici, e anche di effettuare in pochi minuti un primo screening sanitario. Questo “tunnel” verrà spostato secondo le esigenze e di fatto renderà l’identificazione forzata un passaggio “naturale”.

Sono proprio le resistenze collettive e individuali a raccontarci le pratiche e gli scopi di questo sistema che, oltre a classificare e deportare persone il più velocemente possibile, punta a costruire un’immensa banca dati, condivisa fra più Stati.
Qui la categoria della “pericolosità sociale” o quella della “vittima da salvare” viene, di volta in volta, attribuita in base al paese di provenienza. Dunque per “chi si è” e non per “ciò che si è commesso”.

Nel nostro piccolo…

Continua a leggere

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23 marzo 2018/LE RADICI DELLA RABBIA

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12 marzo 1977/Il femminismo che c’era

12 marzo 1977/ Il femminismo che c’era

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FUORI CONTROLLO/Numero Uno

[Periodico di lotta] Fuori Controllo – Out of Control – Hors de Contrôle

NUMERO UNO

Riceviamo e pubblichiamo.

Fuori Controllo – Out of Control – Hors de Contrôle
— PERIODICO DI LOTTA —
— NUMERO UNO —

Qui il link per la lettura.
Qui il file in pdf per la stampa.
Pagina Facebook e pubblicazioni cartacee.

Shown below the translations in different languages [ITA – ENG – FR]

Questo periodico esiste grazie alle lotte.

Il nostro impegno è quello di tradurre e distribuire in più lingue lettere aperte, comunicati, racconti e appelli di chi lotta nei centri di accoglienza, nei ghetti, nelle tendopoli, ai confini, nelle città e nei centri di espulsione.
Il nostro desiderio è che ogni battaglia possa imparare dalle vittorie e dai limiti dell’altra per intensificare la lotta contro le frontiere, la repressione e lo sfruttamento.
Lo Stato divide per controllare, questo giornale, “Fuori controllo”, vuole sconfiggere l’oppressione con la solidarietà, per questo è importante scambiarci idee e obiettivi sulle lotte che portiamo avanti.
Puoi scrivere a fuoricontrollo[at]distruzione.org o alla pagina facebook Fuori controllo – Out of control – Hors de contrôle per mandarci contributi che pubblicheremo nel numero successivo.
Ci vediamo nelle lotte!
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Acidità di Stomaco N°17


La rubrica settimanale di Noemi Fuscà ogni domenica!L’ironia è una grande arma che vi aiuterà a far passare quell’acidità che prende allo stomaco quando vi sentite sommerse da notizie stupide, pericolose, irritanti, strumentali, false, tendenziose…

Oh finalmente!!

Primo senatore nero della storia d’Italia, è leghista. Ora dobbiamo essere contente perché finalmente abbiamo un senatore modello panda! Black washing per noi italioti, Kyenge non ci era bastata. Sa bene di essere nero e leghista, anche Obama sapeva di essere nero e presidente “dell’Imperialismo.”

Elezioni

Ignoranti dicono votate così perché non capite niente! Li insultano come ad un bimbo che ha sbagliato quando viene lasciato da solo. Votano così quelli che stanno peggio, dicono, ma anche fosse? Quelli che stanno peggio cosa hanno che non va? Non sanno scegliere? (Beh in realtà un pochino se no eravamo tutte femministe ihiihih) Meglio la lega dei 5S? L’Italia non è più razzista di ieri, è razzista come ieri. Forse siete voi miei cari borghesi intellettuali ad aver cagato fuori dal vasetto. Tranquilli, però, non smantelleranno tutto, magari lo facessero. Magari radessero al suolo i vostri diritti civili di cui vi fregiate almeno potremmo ricostruire tutto alla faccia di voi brutti borghesi! Continua a leggere

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8 marzo 2018/TUTTE ILLEGALI!!!!!!!

8 MARZO 2018 TUTTE ILLEGALI!!!!

La nostra liberazione non ha davanti a sé il patriarcato inteso come soggetto ma la totalità organizzata di un sociale cioè l’insieme di relazioni sociali che riproducono una società sessista, razzista e classista che secerne i peggiori effetti/affetti, una velenosa materialità che mortifica gli oppressi tutti.

Non si tratta di sconfiggere dei soggetti quanto l’ambiente costituito dai dispositivi semantici, discorsivi, di controllo che rendono possibile il perpetuarsi del patriarcato e del capitalismo. Da qui l’inconsistenza dell’appello alla società civile, alla convivenza, alle quote rosa…tutte tese a rimuovere la rivolta contro lo stato delle cose.

Il sogno femminista ricompare prepotentemente nel nostro immaginario e nei nostri desideri. Il femminismo oggi comincia da questa capacità di costituirsi autonomamente che abolisce lo stato di cose presenti, comincia dall’esistere come afflato nella facoltà comune di produrre, curarsi, coltivare, nella condivisione dei saperi, della poesia, della musica, delle immagini…nella forza di resistere alla normalizzazione, nell’intelligenza dell’illegalità e del sabotaggio, nella comunicazione tra avanguardia e movimenti.

Perché il patriarcato non è altro che l’espropriazione di queste capacità, è il trionfo del possesso, del denaro, della merce, della meritocrazia…è l’illusionismo dei diritti, è la censura e la manipolazione della nostra storia.

Rompere con tutto ciò significa rifiutare le forme di relazione sociale ed economica che riproducono incessantemente la società in cui viene imprigionata la nostra esistenza.

TUTTE ILLEGALI!!!!! 

coordinamenta femminista e lesbica

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CARTELLA N°3 “La legalità e la norma”

La Coordinamenta verso l’8 marzo/Il contributo della lotta femminista alla liberazione di tutt* gli oppress*

CARTELLA N°3

“ La legalità e la norma”

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La legge è la sanzione formale di un rapporto di forza, è fatta da chi detiene il potere ed è destinata alle oppresse/i. E noi sappiamo quanto male e quanto dolore hanno portato e portano le leggi nella vita delle donne. Senza andare tanto lontano nel tempo, perché altrimenti dovremmo parlare di tutte le leggi che nei secoli ci hanno costrette a forza nel nostro ruolo con pene severissime, ostracismo e morte, ci basta andare indietro di pochi anni se per caso dovessimo avere la memoria labile e riflettere su quello che sta succedendo ora. 

Potrebbe sembrare che quella che viene chiamata emancipazione femminile sia un percorso lento ma ineluttabile. Invece non è affatto così perché le conquiste sono il frutto delle lotte e non solo non sono per sempre, ma possono essere annullate molto facilmente…basta una nuova legge quando il rapporto di forza diventa molto sfavorevole.  Non è l’evoluzione che fa la storia, sono i punti di rottura.

-La normalizzazione è l’esigenza di chi detiene il potere, più il potere è autoritario più c’è un proliferare di leggi e di norme che soffocano ogni momento della quotidianità. In pratica è necessario smascherare quella che è l’essenza dello Stato autoritario, la richiesta di ordine e di legalità che è divenuta debordante. Si omette che lo Stato possiede il monopolio della forza che pretende legittima e la esercita in maniera tale da essere legale perché legalmente convalidata. La ri-legittimazione del dominio si presenta come una necessità prioritaria per il capitale e si dispiega attraverso il neocolonialismo nei paesi del terzo mondo e nel disciplinamento e nella colonizzazione del quotidiano e dei territori nelle società occidentali.

-Ora assistiamo ad uno spostamento importante verso lo Stato etico che si arroga il diritto di decretare per noi quello che è buono e quello che non lo è e noi dovremmo adeguarci. E’ lo Stato etico di nazista memoria.

-Siamo rinchiuse in una gabbia di segni ideologici e culturali della società patriarcale e borghese, una gabbia che hanno costruito per noi e l’hanno chiamata “normalità”. La nostra “normalità” è così l’esecuzione automatica, inconscia della programmazione che il neoliberismo, in cui attualmente il capitale si esprime, ha costruito per noi .E’ la gabbia, anzi il sistema di gabbie, in cui ognuna di noi è chiusa, fatto di norme, stereotipi, convenzioni, ritualità, normalità….giudizi… condanna sociale…. spesso introiettate in maniera inconsapevole anche da noi stesse, contro cui combattiamo tutti i giorni cercando di prenderne consapevolezza, di renderle palesi , di metterle in discussione…ma anche questo non è facile. Spesso quando pensiamo di aver spezzato queste invisibili sbarre della gabbia che ci circonda, scopriamo che ce n’è un’altra, in un perverso gioco di scatole cinesi.

Abbiamo la consapevolezza di essere tutte prigioniere politiche!

-L’operazione portata avanti in questi anni dalla socialdemocrazia per conto del sistema di propagandare concetti come legalità, rispetto dell’autorità, sacralità delle istituzioni e delle figure pubbliche, non-violenza, riproposizione del concetto di patria, di nazione, di convivenza civile…ha ottenuto il risultato non solo di far dimenticare che la società è divisa in classi ,ma anche di far perdere completamente il significato di parole come “legge” e “democrazia” che a differenza di quanto ci propagandano non sono altro che la veste pubblica che si dà questo sistema.

-Chi non può pagare le bollette si sente ed è percepito/a come “delinquente”, rifiutarsi di pagare le tasse è addirittura foriero di una “scomunica sociale” quasi fosse un obbligo dettato da un dio al di sopra delle nostre capacità di comprensione, rifiutarsi di pagare il biglietto del treno al ritorno da una manifestazione provoca la calata degli agenti antisommossa  e scenari di “pericolosità sociale”.

-Dobbiamo porre molta attenzione a non essere compartecipi di questa visione autoritaria del sociale. Dobbiamo evitare accuratamente di contribuire a creare stigma e divieti, norme e colpevolizzazione altrimenti il femminismo diventerà anch’esso strumento di repressione e controllo sociale. Non ci si deve prestare ad essere strumento del neoliberismo. 

Mai come in questo momento storico in cui il neoliberismo, attraverso un legiferare continuo, invasivo e capillare si arroga il diritto di intervenire in ogni aspetto della nostra vita, l”illegalità diffusa” assume connotati di presa di coscienza.

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8 marzo 2018 a Viareggio

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Non sono nostre sorelle

 

“Lo sciopero delle donne: interclassismo e spoliticizzazione.”

Che cosa significa “sciopero delle donne” ? Interrompere il lavoro che una donna presta, di qualunque tipo esso sia e a qualunque titolo, significa far pesare alla controparte, in questo caso allo Stato quanto conti il lavoro delle donne nella società.

E’ quindi una richiesta di riconoscimento.

Ma una richiesta di riconoscimento è tutta interna al sistema, sia al patriarcato sia al capitalismo, che  ha assunto il patriarcato a seconda delle sue esigenze, e, in questo momento specifico,  rispetto alle esigenze della sua fase neoliberista.

Quindi la richiesta può essere riassunta in questi termini: se io non vengo riconosciuta per quello che valgo in questa società e per l’apporto che do, mi rifiuto di lavorare, e, allo stesso tempo, se la mia vita non vale e quindi non vengo tutelata dalle istituzioni rispetto alla violenza maschile, io mi rifiuto di dare il mio apporto a questa società.

E’ quindi una richiesta non solo  di riconoscimento  ma anche di  tutela.

Ma il patriarcato è una configurazione economica piramidale, gerarchizzata, autoritaria in cui la parte maschile è investita del ruolo guida e la parte femminile è in una posizione subalterna. E questo per una efficace messa al lavoro dei soggetti. Continua a leggere

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CARTELLA N°2 ” La colpevolizzazione e lo stigma”

La Coordinamenta verso l’8 marzo/Il contributo della lotta femminista alla liberazione di tutt* gli oppress*

CARTELLA N°2

“ La colpevolizzazione e lo stigma”

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la colpevolizzazione e lo stigma sono stati e sono due strumenti potentissimi del controllo sulle donne e sono applicati sia riguardo al comportamento all’interno del microcosmo familiare sia nei rapporti sociali esterni

-i comportamenti violenti del maschio, verbali e fisici, sono stati sempre imputati a mancanze riguardo al ruolo di moglie e di madre “non sa fare da mangiare” “non sa tenere la casa” “i figli non studiano, sono sempre sciatti” “dorme fino a tardi”…

– i tradimenti del coniuge sono sempre stati ritenuti colpa della moglie “pensa non è stata nemmeno capace di tenersi il marito” “certo se la vita sessuale non è appagante l’uomo cerca soddisfazione fuori…” “bisogna che la moglie dia un po’ di pepe alla vita coniugale…”

-non parliamo poi della violenza, delle aggressioni sessuali, degli stupri…”vestiva discinta”, “aveva la gonna troppo corta”, “andava in giro di notte”, “se l’è cercata”, “ha dato confidenza agli estranei”, “civettava con altri”…..la colpevolizzazione poi è imperante nelle aule dei tribunali dove la donna che ha subito violenza diventa la principale imputata…

e lo stigma rispetto a questi comportamenti viene spesso in prima battuta proprio dalle altre donne che hanno il compito di controllare il comportamento sociale del gruppo. Lo strumento del “pettegolezzo” di cui le donne vengono accusate e che viene loro imputato come difetto congenito e “comportamento naturale del femminile” non è altro che l’assunzione del ruolo di “controllore”.

E quando si sono sottratte le donne sono state sempre duramente punite con l’esclusione sociale, con la reclusione, con l’induzione al suicidio o alla pazzia con la morte o sul rogo per mano del potere o per mano dei maschi di famiglia, padri, mariti, fratelli, zii.

Nella società vittoriana la prostituzione era considerata la punizione per le donne colpevoli. Se una donna si prostituiva voleva dire che aveva fatto qualcosa di delittuoso e, allo stesso tempo se una donna commetteva una mancanza grave rispetto alla scala di valori sociale, allora il suo unico destino era la prostituzione perché nessuno le avrebbe mai più dato asilo, accoglienza o aiuto.

il neoliberismo si muove con le stesse modalità forte dello strumento del politicamente corretto portato in dote dalla socialdemocrazia

-è sempre colpa del cittadino/a, degli individui irresponsabili e dannosi…il pianeta è inquinato e devastato? è colpa tua perché non fai la raccolta differenziata, usi troppa corrente elettrica….le città sono affogate nel traffico? è colpa tua perché non prendi i mezzi pubblici… gli uffici pubblici non funzionano? è colpa dei lavativi e dei furbetti…i migranti scappano dai loro paesi distrutti da “guerre umanitarie” e carestie? è colpa tua che mangi troppo, che vuoi avere uno stile di vita agiato ma alle spalle dei popoli del terzo mondo…la città è sporca? è colpa tua che butti le cartacce per terra… non c’è lavoro? è colpa tua che hai solo pretese e pensi che ti sia tutto dovuto… e infine per quadrare il cerchio… sei povero/a? è colpa tua che non ti sai valorizzare e proporre in una società che invece ti fornisce delle possibilità infinite e, comunque, sei uno/a scansafatiche, pretenzioso/a e in fin dei conti pericoloso/a perché non ti rendi conto che la colpa è tua. E ti devi convincere che anche la soluzione può essere solo tua: assistenti sociali, psicologi, psicofarmaci, Tso e autorepressione.

E in ogni caso ci penseranno i tuoi vicini a controllarti, denunciare i tuoi comportamenti, farti rientrare nei ranghi.  

” Un terrorismo sociale forte e vincente annichilisce le persone, colpevolizzandole, avvilendole, frustrandole, trascinando perfino ogni comportamento dovuto al bisogno nella sfera delinquenziale. Questo è il pensiero unico cioè l’ideologia neoliberista.”

” anche la sofferenza è una colpa personale e perciò l’io sofferente umiliato, maltrattato viene derubricato dalla sua sofferenza e viene reinserito nel mercato come merce. Un capitalismo per il quale ogni colpa è sempre dell’essere umano che è bacato, fallato e attanagliato da un intimo disordine da combattere ricorrendo alla medicina, al marketing, alla psicanalisi e alla polizia, per cui il conflitto sociale non può che essere un malinteso, le lotte, le ribellioni, gli scioperi i picchetti non possono che essere un disordine intimo da sciogliere in un modo, nell’altro o nell’altro ancora.”

Ma quand’è che noi donne abbiamo cominciato a prendere coscienza di tutto ciò? quando abbiamo capito di essere tutte prigioniere politiche…verso la CARTELLA N°3… 

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Siamo tutte Lavinia!!!!

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Acidità di Stomaco N°16


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Razzismo No grazie

Minniti, l’uomo nero ci dice che l’Italia, tutto sommato, non è razzista (infatti è più tendente al fascismo, quisquiglie) e che la parola “emergenza” è da populisti. La sua soluzione sta nello Stato di polizia. Niente di nuovo per il “figlio adottivo” di Cossiga.

Giudizio

Tutti ci possono giudicare. In un famoso programma satirico americano ci prendono per il culo per i candidati delle elezioni. Quello che mi domando è perché vi frega tanto di come ci vedono all’estero? Ah, giusto ora anche il giudizio sarà transnazionale.

Frozen

Salvini e Meloni contro la possibilità di una Frozen lesbica. Aiuto arriva il Gender!!! Ma te pare che me tocca pure difende la Disney che si lava la coscienza con il pink-gender washing? Tra Ribelle, la censura di Moana, Rapunzel che si salva da sola di ipocrisia ne vediamo a pacchi, certo, che ci potevamo aspettare da gente fascista che usa come intercalare: e allora i bambini!!!!!!!! Continua a leggere

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CARTELLA N°1 “Il merito e la partecipazione emotiva”

La Coordinamenta verso l’8 marzo/Il contributo della lotta femminista alla liberazione di tutt* gli oppress*

CARTELLA N°1

“Il merito e la partecipazione emotiva”

 clicca qui

Che cosa vuol dire “meritarsi qualcosa”? vuol dire fare il possibile per

*compiacere chi ci fa una richiesta

*dare il meglio di noi stesse per assolvere il compito

*vuol dire riconoscere gerarchicamente che chi ci fa questa richiesta deve essere soddisfatto

*vuol dire poi dipendere dal giudizio che viene dato del nostro operato

*vuol dire riconoscere la giustezza del ruolo che ci viene assegnato

Cosa ha voluto dire sempre questo per noi donne?

*riconoscere la propria subalternità nella scala gerarchica patriarcale e la dipendenza dal giudizio e dall’approvazione dell’uomo

*cercare di essere adeguate a questa approvazione e fare quindi il possibile 

*accettare rimproveri e rimbrotti (Testimonianza: mi ricordo una conoscente, che veniva spesso a far visita alle mie zie, che era solita dire al marito quando le capitava qualcosa “ne ho combinata una delle mie…) e quindi riconoscersi eternamente infantili.

Da qui la continua sensazione e accettazione della propria inadeguatezza.

Da qui l’obbligo di dimostrare sempre di essere una buona moglie e una buona madre

Da qui il centuplicarsi degli sforzi da quando siamo entrate nel mondo del lavoro salariato con l’emancipazionismo (ora dobbiamo saper conciliare lavoro in famiglia e lavoro all’esterno) 

Ma la meritocrazia è uno dei “valori” fondanti del neoliberismo e tutto questo di cui abbiamo parlato è stato trasferito a tutto il mondo del lavoro, anzi a tutto il sociale.

Così se non ci adeguiamo siamo tutte e tutti colpevoli…verso la CARTELLA N°2…

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