Puntata del 22/01/2014
de “I Nomi delle Cose”
Dato che, per problemi tecnici, è andata persa la registrazione della puntata del 22/01/2014 de “I Nomi delle Cose” incentrata sul controllo del lavoro riproduttivo, vi riassumiamo, attraverso i materiali usati e una sintesi dei commenti effettuati, lo spirito e il contenuto della trasmissione.
Abbiamo scelto, per cominciare, un articolo recentemente pubblicato dalle Dumbles, Feminis Furlanis Libertaris, dal titolo “L’incubatrice cadavere” che potete trovare per intero sul loro blog http://dumbles.noblogs.org/2014/01/15/lincubatrice-cadavere/
“…Accade in Texas, ma può accadere dappertutto, purtroppo. E’ accaduto diverse volte e se ne è parlato anche in Italia che una donna incinta, per una causa o un’altra, sia dichiarata cerebralmente morta (e, secondo la norma e la scienza in materia, morta), ma tenuta in vita perchè sia portata a termine la gravidanza o comunque perchè si raggiungano condizioni sufficienti alla vita del feto ed alla sua nascita pilotata.
La vicenda del Texas, di Marlise, è netta; non dovrebbe lasciare spazio a disquisizioni perchè il marito testimonia che lei non avrebbe voluto essere tenuta in vita con le macchine; lo stesso sostiene anche la madre; perciò la logica vorrebbe che Marlise, dichiarata morta, fosse lasciata andare.
Di fatti il marito, nel rispetto della sua volontà, chiede il distacco dai supporti vitali.
Titola in modo osceno Giornalettismo: “Togliete la vita a mia moglie incinta” e messa così sembra che quell’uomo ne chieda l’omicidio; un’aberrazione giornalistica, al di là della quale occorre vedere un’aberrazione ancora più grande che è quella legislativa perchè la legge anche laddove riconosce il testamento biologico o una dichiarazione di non rianimazione, non riconosce nessuna volontà personale ad una donna incinta perchè la priorità va data al mantenimento in vita del feto nel corpo della madre, di conseguenza la madre deve essere tenuta in vita in funzione del feto. L’incubatrice di carne.…”
Questa è infatti la notizia:
http://www.giornalettismo.com/archives/1302209/uccidete-mia-moglie-incinta/
ma anche qui da noi recentemente una notizia simile ci ha fatto venire i brividi e riguarda Carolina Sepe, una ragazza di 25 anni,in coma in seguito alle ferite in una lite dovuta a banali motivi di traffico. I media mainstream ci raccontano la storia in maniera palesemente distorta ad uso e consumo di quello che questo sistema socio-economico vuole fare del nostro corpo. Non conta la vita della ragazza conta solo il fatto che è incinta e questo viene descritto in maniera melensa e condito di un romanticume peloso così che tutte/i possano tifare per quello che cresce nel suo utero e non per lei. Tra l’altro ci viene in mente una banale considerazione: ma la così detta “morte cerebrale” è morte o non è morte? perchè se un corpo porta avanti una gravidanza proprio morto non è. Però,allo stesso tempo, un corpo così può essere espiantato perchè ci dicono che è morto. C’è qualcosa che non ci torna. Sicuramente una cosa salta agli occhi: che la morte non si può decretare a tavolino per legge perchè questo, tra l’altro, apre scenari di utilizzo a seconda della convenienza che è sempre condizionata da motivi economici e di profitto…di collocazione di classe…. di oppressione di genere….di razza………
http://27esimaora.corriere.it/articolo/carolina-in-coma-da-un-mesee-il-figlio-cresce-dentro-di-lei/
prima di tutto non ha “partorito” come ci racconta il quotidiano , ma le è stato fatto il cesareo quando i medici hanno deciso che era il momento adatto secondo loro, poi, guarda caso, a gennaio è “morta”dopo che non serviva più. Ormai la bambina era stata estratta il 20 dicembre e quindi il suo compito era terminato. Ora poteva morire.
Riportiamo lo stralcio di un Comunicato Stampa del 19 dicembre 2013 intitolato “10/100/1000 consultori femministi autogestiti contro la violenza sulle donne” dell’AED Femminismo, che porta avanti da tantissimi anni a Bergamo un consultorio autogestito
…”Le partorienti a rischio di vita che il femminismo critico aveva anteposto al feto, imponendo leggi che difendessero in primis la vita della donna, sono nei fatti vanificate dal comportamento criminale dei medici ricercatori che dichiarano la “morte cerebrale” sulla donna per procedere indisturbati e impuniti nella ricerca dei meccanismi della riproduzione.
Procedono con l’avallo di mariti e compagni opportunisti e ipocriti, che firmano l’uso e l’abuso di quel corpo in coma, vivo ma considerato solo come incubatrice, aperto col cesareo come se fosse una scatola di sardine e a compito finito donato come un rifiuto da riciclare per ricambio d’organi.
Tutto questo orrore sotto la falsa voce “salviamo (?) la vita del bambino”.
http://www.aed-femminismo.com/
Ma il controllo della riproduzione non è il frutto di derive clericali, di oscurantismo integralista, della destra reazionaria e bigotta che pure si informa a questi principi, ma è una scelta precisa ed una necessità del modello socio-economico in cui siamo inserite. E le modalità del controllo cambiano a seconda dell’uso che il sistema di potere vuol fare del nostro lavoro riproduttivo.
Qui di seguito un nostro scritto:
“Legame di sangue”
Il procedimento scientifico sperimentale ci ha portate/i fuori,ormai da tempo,dall’ipse dixit ed è stato un contributo fondamentale che la rivoluzione borghese ha fornito ai processi di liberazione.
Il conseguente concetto di progresso scientifico è stato assimilato al miglioramento delle condizioni di vita dell’umanità ed ha pervaso le esperienze ed i concetti informativi della sinistra,sia riformista che di classe.
Ma la scienza,come qualsiasi altra cosa, non è asettica, non è neutra, nè imparziale.
Può essere piegata, a seconda delle esigenze, a questo o a quel risultato, può essere usata per questo o quell’obiettivo e,addirittura il tipo di ricerca effettuato è dovuto a questo o quell’interesse, a questo o quell’indirizzo di mercato.
La borghesia si è resa conto molto presto delle potenzialità insite nella scienza come strumento di controllo, indirizzo e uso delle coscienze e dei corpi e delle potenzialità economiche, di mercato ,di sfruttamento, di profitto.
E ha stretto con la scienza un legame di sangue.
A seconda,quindi,delle necessità, il sistema di potere usa la scienza come strumento di manipolazione con la disponibilità e la collaborazione dei vari livelli di specialisti.
E,infatti, la cosi detta “sinistra riformista” continua a presentare scienza,processi scientifici e tecnologie associate come strumenti di progresso dell’umanità, ben conscia che attraverso tutto ciò può condizionare ed usare le coscienze ed i corpi.
Cosa significa questo nella configurazione attuale, neoliberista, della società?
Significa:
-medicalizzazione delle esistenze in modo che nessuna/o possa decidere da sola/o ,ma ritenga necessario affidarsi ad un esperto;
-“controllo della salute” in funzione delle esigenze economiche e di profitto, sia direttamente ( induzione ai medicinali ed in particolare ad uno piuttosto che ad un altro, a screaning ricorrenti,alla prevenzione di tutto e del contrario di tutto giocando sulla paura dei soggetti nei confronti della malattia) sia indirettamente dettando regole”scientificamente provate ” di ogni tipo
per controllare il lavoro, la produttività, perfino il riposo ed il tempo libero(il sonnellino pomeridiano fa bene si può fare in ufficio così si rende di più, lavorare fa vivere più a lungo ,lo stress esalta le doti personali, si deve fare palestra, dormire,anzi no, non troppo, niente alcool, niente fumo, niente discoteca, mangiare cibi bio-l’industria del bio va alla grande-…….)
-controllo della fertilità e,quindi,delle donne, con la riproposizione della”naturalità” della maternità,della “naturalità” degli istinti di disponibilità e di cura,ma anche con la contraccezione mirata e indirizzata ( l’aborto è un “trauma” è meglio,molto meglio la pillola e di una marca particolare guarda caso;niente figli? è una donna non realizzata ,tanti figli? è una coniglia,non riflette su quello che fa ;due,due è il numero giusto che diamine! lo dice uno studio scientifico in proposito!)
Chiaramente fanno parte di questo ambito tutte le teorie,rigorosamente scientifiche,secondo le quali il cervello delle donne ha zone istintuali diverse da quelle maschili.Alcune zone del cervello, poi ,sono responsabili delle”devianze” sia sessuali che comportamentali.E’ particolarmente importante per il sistema incasellare le persone in ruoli prestabiliti in modo che le reazioni siano controllabili e le “devianze” facilmente etichettabili,riconducibili e sanzionabili. Attente!Noi femministe abbiamo qualche lobo del cervello a pallini!!
Allo stesso tempo incentivazione delle pratiche di sperimentazione sugli embrioni,sulla fecondazione assistita ecc.ecc. che lungi dall’essere a tutela delle scelte e dei desideri di ognuna,come dovrebbe essere,sono strumenti per controllare la nostra fecondità e medicalizzarla il più possibile;
La stessa RU486 da una parte viene demonizzata,dall’altra deve essere soggetta a controllo diretto con l’ospedalizzazione,dall’altra ancora può essere data previa constatazione dell’equilibrio mentale della donna(!?!)Tutte queste posizioni prevedono,comunque ,un nulla osta nei nostri confronti.
-controllo delle menti con la ricerca delle zone del cervello da manipolare per ottenere individui asserviti. La ribellione non è dovuta all’ingiustizia che subiamo,ma a qualche meccanismo del nostro cervello che non va bene.
Se poi siamo rivoluzionarie organizzate,allora,addirittura,ci lobotomizzeranno.
A proposito,a quando il test per definire” scientificamente” se possiamo o no fare una figlia/o o per definire se siamo madri affidabili? (e il nostro partner potrà esigere il test per riprendersi le figlie/i?)
-sperimentazioni sugli embrioni ,studi sul DNA,clonazione degli organi e dei tessuti (per carità,la motivazione è sempre nobilissima:si cureranno tante malattie!), ma,in verità, l’essere umano non ha mai smesso di cercare nuovi schiavi. A quando la creazione dei replicanti? a quando i dibattiti della sinistra riformista su quanti e quali diritti potranno avere?o i dibattiti della destra e della chiesa sulla possibilità che abbiano o meno l’anima?
-controllo sulla morte.Già adesso il sistema ha deciso quando siamo morte e quando siamo vive con la legge sulla “fittizia” morte cerebrale e quando possiamo essere fatte a pezzetti con la legge sugli espianti/trapianti (come al solito la motivazione è nobilissima: salvare altri esseri umani! Ma la verità è la pretesa di usare i nostri corpi a seconda delle esigenze della sperimentazione e del mercato.)
Si aprono scenari inquietanti addirittura sulla possibilità di venire conservate e messe da parte per ogni evenienza ( ma morte? vive? semimorte? semivive? lo deciderà una legge!?!)
Mi astengo,chiaramente ,dal sottolineare che questa società è divisa in classi,è divisa in ricchi e poveri,oppressi e oppressori e quindi l’uso e il consumo delle leggi è appannaggio di alcune/i a danno di altre/i
Ma, da femministe, abbiamo ben chiaro che noi donne siamo soggetti ad altissimo rischio e che soltanto noi possiamo decidere delle nostre sorti e della nostra vita.
Non deleghiamo niente,ma proprio niente, a nessuna/o.”
E’ in questo quadro che si inseriscono i tentativi in molti paesi di modificare radicalmente le leggi che permettono l’aborto, come si sta verificando in Spagna con la presentazione di un progetto di legge che praticamente annulla le possibilità di aborto legale in questo Stato o di vanificare di fatto queste possibilità come sta accadendo in Italia con la così detta obiezione di coscienza dei medici.
Qui una piccola sintesi della situazione spagnola e dell’ultima proposta di legge.
E’ una proposta di legge approvata dal governo spagnolo venerdì 20 dicembre 2013 che, dopo aver passato una serie di controlli formali, tornerà al governo per essere definitivamente approvata come progetto di legge e poter così iniziare l’iter parlamentare. La proposta è del ministro di Giustizia (Alberto Ruiz-Gallardón) e non della ministra della sanità.
L’iter di approvazione è lungo, il progetto di legge deve essere discusso alle Cortes.
In Spagna ora è in vigore la legge del 2010 che stabilisce un tempo – le prime 14 settimane – entro cui la donna può abortire senza alcun parere medico. L’aborto inoltre è legale anche oltre questo tempo, nel caso di rischio grave per la vita o la salute del feto.
Precedentemente al 2010, l’aborto era considerato un reato, depenalizzato, con la legge del 1985, nei soli casi di: pericolo per la salute psico-fisica della donna, violenza sessuale, gravi malformazioni del feto.
Il Partido Popular aveva fatto ricorso presso il Tribunal Constitucional contro la legge del 2010, ma ad oggi, il Tribunal non si è ancora pronunciato. La proposta del governo Rajoy è peggiorativa rispetto alla stessa legislazione del 1985.
Nella proposta Gallardón scompare la libertà di scelta femminile: la donna è messa sotto tutela, dei medici, di un giudice, dei genitori e l’aborto è consentito solo nel caso di violenza sessuale (fino alla 12ma settimana) e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna, con rischio permanente o duraturo nel tempo, accreditato da due medici (fino alla 22ma settimana).
I casi di anomalia nel feto incompatibile con la vita, o di malformazione del feto rientrano nella fattispecie della salute psichica della donna e debbono essere certificati. Il caso di grave rischio per la salute della donna che non sia in pericolo di vita, deve essere certificato da due medici.
La donna che si avvalga della fattispecie del rischio per la sua salute psichica per abortire, dovrà produrre quattro certificati: due di due medici psichiatri, uno d’informazione clinica sui rischi relativi all’aborto e uno dei servizi sociali che provvedono ad “un’assitenza completa” (circa la qualità giuridica del non nato, le alternative all’aborto, etc.).
Nel caso in cui la donna sia minore di età, se tra i 16 e i 18 anni, per abortire avrà bisogno della ratifica dei suoi genitori; se minore di 16 anni, il consenso dei genitori dovrà essere espresso. Se i genitori non le danno il permesso, la ragazza può rivolgersi a un giudice.
E’ prevista l’obiezione di coscienza per tutti i medici che entrino nel procedimento.
MA CI DOBBIAMO RICORDARE UN FATTO MOLTO IMPORTANTE CHE E’ AVVENUTO QUALCHE TEMPO FA:
un gruppo di eurodeputati del PD, al Parlamento europeo, ha votato contro la risoluzione di Edite Estrela del gruppo “Socialisti e Democratici” (S&D) per il riconoscimento dell’aborto come “diritto umano” delle donne da garantire “sicuro e legale” in tutti i paesi dell’Ue.
Senza questo voto la proposta di legge spagnola non avrebbe potuto nemmeno essere presentata!
Il controllo del lavoro riproduttivo delle donne non è un problema settoriale e tantomeno sanitario, ma è una vera e propria scelta di sistema. E che sia una scelta di sistema non lo diciamo noi, c’è chi ha le idee chiarissime in proposito.
Infatti, girando sulla rete ci siamo imbattute in un sito cattolico integralista che dice testualmente
“La legge spagnola sull’aborto, specchio di una tendenza globale.
………Al di là del diritto….il disegno di legge mostra una nuova tendenza politica in Occidente, secondo la quale l’aborto non è più ritenuto una “libertà e un progresso”, ma una violenza da limitare.
In questo contesto , la futura applicazione di questo disegno di legge continua ad essere imprevedibile e dipenderà in grande misura dalle corcostanze politiche e culturali…”
Loro hanno piena consapevolezza di questo e noi continuiamo a considerare una legge come quella spagnola o la situazione degli obiettori in Italia una deriva reazionaria e clericale!
Per febbraio sono state convocate mobilitazioni in Spagna contro questo disegno di legge
La mobilitazione lanciata per il primo febbraio è vista però con distacco per la strumentalizzazione in funzione dei prossimi appuntamenti elettorali e sono stati organizzati altri appuntamenti dall’uno all’otto febbraio che potete seguire sul blog delle Feministes Indignades di Barcellona
http://feministesindignades.blogspot.it/2014/01/proposta-ordre-del-dia-assemblea.html
E ricordiamoci sempre che qui in Italia l’aborto fuori dalle strutture dello Stato e dai percorsi che lo Stato ha determinato, è reato penale e la donna è perseguibile penalmente.
Nel 2011, a Milano, un’immigrata che aveva abortito con un farmaco “fai da te”, è stata condannata in primo grado a 40 giorni di carcere, la Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza. La Cassazione ha ritenuto la condanna troppo severa e ha inflitto alla donna una multa, ribadendone, comunque, la colpevolezza, con la sentenza n°44107, perchè l’interruzione della gravidanza,secondo la legge 194 del 1978, è autorizzata, leggiamo testualmente dalla sentenza “solo previo intervento della struttura socio-sanitaria nel tracciare il percorso, dapprima psicologico e poi medico, che la donna che intende abortire è tenuta a stabilire”.
Siamo quindi tutte in libertà vigilata.
Vogliamo l’aborto libero, depenalizzato sempre, gratuito nelle strutture dello Stato e intendiamo lottare in autonomia e autorganizzazione, senza chiedere nulla e prendendoci quello che ci spetta.
E, per questo è necessaria chiarezza politica e una presa di distanza forte da tutte quelle componenti e strutture che strumentalizzano le lotte delle donne portando contemporaneamente avanti politiche neoliberiste e patriarcali.