Conversazione/Silvia De Bernardinis e Barbara Balzerani

Una bella conversazione/ Silvia De Bernardinis e Barbara Balzerani

https://www.facebook.com/notes/compagna-luna/conversando-con-barbara-balzerani-su-brigate-rosse-un-diario-politico-riflession/477627080089766/

È uscito da poche settimane il libro che ho curato Brigate rosse: un diario politico per DeriveApprodi. Chi lo leggerà si troverà di fronte a un testo, se non distante, sicuramente differente dalle ricostruzioni storiche fatte dagli storici. È un’analisi densa, complessa e non facilmente sintetizzabile se non per linee generali, con una costruzione del testo metodologicamente molto chiara che analizza pezzo per pezzo la storia brigatista: parte dal contesto politico, prende in esame partiti politici, movimento di classe, sinistra rivoluzionaria, guerriglia e antiguerriglia, proposta politico-strategica delle Br e verifica alla prova dei fatti. Una ricostruzione a 360 gradi che è storia delle Br e storia dell’Italia degli anni 70, al di là delle intenzioni degli autori. Più che farti domande ti propongo alcuni temi di carattere generale che emergono dal testo su cui può essere utile spendere qualche parola.

Diciamo prima di tutto che i compagni protagonisti del confronto, delle discussioni da cui ha origine il documento che DeriveApprodi ha deciso di pubblicare, sono stati tra quelli con cui hai condiviso sia la fase iniziale della tua esperienza nelle Br, nella colonna romana, sia il periodo successivo, quando ti sei ritrovata a gestire in un ruolo dirigente l’eredità brigatista e la parte finale della sua storia, per usare le tue parole, a cercare di «tradurre in pratica politica e organizzativa quel controverso bilancio». Fa eccezione Carlo Picchiura che hai conosciuto dopo il tuo arresto, nel 1985, durante i processi, uno dei pochi che dal carcere aveva aderito alle Br-Pcc dopo la spaccatura. Si tratta dei compagni politicamente più vicini e di discussioni che hai vissuto direttamente.

Si, ed è difficile parlarne ora che Piero, Gigi, Salvo e Picchio non ci sono più. Mancanze, tra le altre, che hanno reso ancora più vuoti questi anni così difficili da vivere. I legami nelle Br non sono mai stati familistici visto il prevalere su tutto della buona salute dell’Organizzazione e la precarietà della nostra vita a piede libero, ma è indubbio che il sentire i compagni un bene prezioso di cui godere e da preservare, dava forza anche nelle condizioni più dure e compensava la provvisorietà del domani di ciascuno di noi. La fiducia incondizionata è una reciprocità di sguardo che non sempre la politica concede ma che pareggia i conti con le proprie paure e incertezze quando si ha la fortuna di viverla. Cercare di essere all’altezza dell’altro insegna a superare la competizione e i protagonismi. Credo renda migliori.

Questa pubblicazione rende giustizia a una realtà misconosciuta che poco appare nella storia delle Br. Infatti nella vulgata con cui è raccontata emergono pochissimi nomi in confronto ai tanti militanti che l’hanno attraversata e alla loro qualità. Anche questo concorre alla distorsione del suo patrimonio politico e del senso stesso dell’agire in un’organizzazione di comunisti. Come se non fosse un prodotto collettivo in cui ciascuno, per come sa e può, è essenziale a comporre il tutto ma la raffigurazione elitaria di qualche testa pensante nell’insignificanza di tanti anonimi e invisibili, senza nome, faccia e identità. E questo riguarda anche i compagni che hanno lavorato a vario titolo a questo testo dal carcere e che sono stati tra i pochi che ho avuto accanto negli ultimi difficilissimi anni di militanza. La spaccatura di cui parli, quella col Partito della guerriglia, non è stata la sola ma certamente la più devastante sia per l’inconciliabilità dell’analisi, delle tesi politiche e delle pratiche, sia per l’adesione massiccia dei nostri compagni in carcere. Cosa di non poco conto in quel periodo di scarse certezze. Per questo il testo che hai curato è ancora più prezioso, spiragli di luce nella opacità del presente per chi era rimasto fuori a resistere che, purtroppo, sono caduti nel vuoto (forse per un malinteso rigetto di ogni contributo proveniente dal carcere?) e un rimedio di senso nel dilagare di follia che sembrava imperversare tra i seguaci del partito della guerra civile in atto. Una mano tesa nella navigazione rovinosa della nostra crisi politica e del perfezionamento scissionista dei prigionieri del «nucleo storico». Le riflessioni di cui tratta il testo sono quelle che hanno impegnato i compagni prigionieri rimasti nelle Br-Pcc che non potevano che andare all’origine di una storia per poterne valutare i punti di criticità, gli errori, la necessità di adeguare l’analisi e la pratica alle nuove condizioni. Fino all’interrogarsi sulla percorribilità stessa del terreno di lotta per come l’avevamo sempre inteso, in cui l’azione armata costituiva la esemplificazione, il condensato di un programma politico reso possibile dai contenuti presenti nelle punte più avanzate del movimento rivoluzionario di quegli anni e necessario per continuare ad avanzare.

Di quelle lotte interpretavamo l’insito contenuto rivoluzionario, di potere, traducendolo in una strategia politico-militare di guerra di lunga durata. Niente a che vedere con il sindacalismo o i bracci armati dei movimenti, niente con l’insurrezionalismo. Tutte concezioni queste che caratterizzavano molta parte delle altre organizzazioni rivoluzionarie e che verranno riproposte dai diversi spezzoni in cui si è frantumata l’Organizzazione. Si è trattato di uno scontro di idee portato avanti attraverso un intenso lavoro politico all’interno dei movimenti. Questo può spiegare anche la adesione alle Br di molti compagni che avevano animato il movimento del ’77 con la sua radicalità di contenuti, disperso dai carrarmati di Cossiga e la sua impossibilità di tenuta attraverso scontri armati di piazza. Continua a leggere

Pubblicato in Interviste, Lotta armata, memoria, Storia | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su Conversazione/Silvia De Bernardinis e Barbara Balzerani

Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 25 marzo 2021

Zardins Magnetics di giovedì 25 marzo 2021

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Gli argomenti:
– Riflessioni femministe sull’epidemia del nostro tempo: assoggettamento
volontario – un contributo di Nicoletta Poidimani ed Elisabetta Teghil
– Appello delle madri di 45 militanti sotto processo per l’operazione
repressiva Lince
– Ricordo di Sante Notarnicola

Per contatti
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
liberetutti@autistiche.org

Pubblicato in Autorganizzazione, Capitalismo/ Neoliberismo, Carcere, Repressione, Storia, Storie | Contrassegnato , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 25 marzo 2021

24 marzo 1999/ Noi non dimentichiamo/

Noi non dimentichiamo/ ci dobbiamo ricordare sempre che cos’è il neoliberismo, la società in cui siamo infilate.

Il 24 marzo 1999 è una data da non dimenticare. E’ la data in cui  l ‘Alleanza Atlantica, guidata dagli Stati Uniti, Bill Clinton presidente e Madeleine Albright Segretario di Stato, senza alcun mandato delle Nazioni Unite, avviava la campagna militare “Allied Force”, che, avrebbe determinato in breve tempo il completo collasso della Repubblica Federale della Jugoslavia. La lunga strada verso Damasco è cominciata da Belgrado. Questo è stato possibile perché in Europa erano al governo i socialdemocratici, comunque si chiamassero, in Germania era Cancelliere Gerhard Schroder dell’SPD, in Francia  primo ministro Lionel Jospin del Partito Socialista ,in Inghilterra  primo ministro Tony Blair del Partito Laburista e in Italia primo ministro D’Alema,  vicepresidente del consiglio dei ministri Sergio Mattarella, ministro per la solidarietà sociale Livia Turco, ministro per le politiche comunitarie Enrico Letta, con il PdCI che faceva parte dell’esecutivo con il ministro di grazie e giustizia Oliviero Diliberto,  e segretario generale della Nato era un alto dirigente del PSOE, Javier Solana.

Il neoliberismo, per potersi realizzare, ha potuto utilizzare e ha potuto contare sulla socialdemocrazia che, diventata destra moderna, ha trasformato i partiti locali in agenzie territoriali delle multinazionali e i suoi dirigenti in funzionari delle stesse.

Ed abbiamo assistito al ritorno della guerra in Europa, sia pure in forma di aggressione  unidirezionale.

continua a leggere qui

Pubblicato in Antimperialismo, memoria, Storie | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su 24 marzo 1999/ Noi non dimentichiamo/

Le madamine colpiscono ancora

Ieri 22 marzo sono state messe in atto a Torino 13 misure di custodia cautelare contro i/le NoTav nell’ambito di un’indagine sul Primo Maggio 2019.

da notav.info

Si sa, procura e questura torinesi non smettono mai di stupire. A quasi due anni dai fatti questa mattina la polizia ha eseguito tredici misure cautelari nei confronti di attivisti No Tav e giovani impegnati nelle lotte sociali in città nell’ambito di un’indagine sul Primo Maggio del 2019.

Fu un Primo Maggio particolare quello del 2019, il TAV era un tema centrale del dibattito politico di quei mesi. Nell’autunno precedente erano venute allo scoperto le “madamine”, operazione a freddo del sistema Si Tav per rappresentare un’inesistente base sociale favorevole all’opera. Il bluff era stato svelato e ridicolizzato con la grande manifestazione dell’8 dicembre a Torino che aveva visto decine di migliaia di persone riempire le strade della città per gridare forte il proprio NO. Continua a leggere

Pubblicato in NoTav, Repressione | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Le madamine colpiscono ancora

Sull’opposizione mediaticamente modificata

Da ilrovescio.info un articolo di qualche giorno fa ma sempre utilissimo

Sui vaccini biotecnologici e sull’opposizione mediaticamente modificata

«L’attività dei biologi che, fino all’invenzione del DNA, trascurava la dialettica della natura a vantaggio della conoscenza frammentaria di quest’ultima, lasciava il mondo più o meno com’era. Per contro, dal momento in cui intraprende la modificazione di un solo organismo nei suoi laboratori, la biotecnologia comincia in realtà un esperimento su scala planetaria, cioè una cosa ben diversa da un esperimento».

«Il fondo della questione è che questi tecnici salariati che posano da scienziati per denunciare l’oscurantismo dei loro oppositori non sono più niente di simile, neanche nel senso restrittivo e specialistico del termine: in quanto discendenti degenerati degli scienziati dell’epoca borghese, sono essi stessi esempi della degradazione delle specie di cui sono gli artefici. Il precetto cristallizzato nella loro tecnica non è scientifico ma – logicamente, perché è una guerra quella che conducono – militare: si va avanti e poi si vedrà».

«La continuità che esiste tra l’agricoltura industriale e il suo perfezionamento biotecnologico è anche quella che porta naturalmente dalla medicina meccanicistica all’ingegneria genetica applicata all’essere umano. È dunque stupido voler distinguere, come fanno molti oppositori della disseminazione di organismi geneticamente modificati, eventuali applicazioni terapeutiche delle biotecnologie, che ci si guarderebbe dal disapprovare per non urtare l’opinione generale o perché si è convinti che esse rappresentino un progresso auspicabile».

Così scriveva, nel lontano 1999, l’Encyclopédie des Nuisances nelle sue Osservazioni sull’agricoltura geneticamente modificata e sulla degradazione delle specie. Nello stesso testo, tradotto e diffuso all’epoca nel quadro di una lotta internazionale contro tutte le forme di ingegneria genetica (non solo in agricoltura, quindi, ma anche in ambito terapeutico e riproduttivo), si possono leggere altre affermazioni di una sconcertante attualità:

«La società organizzata su scala mondiale vive ormai in un clima di stato d’emergenza che certamente riflette il suo stato reale ma che è anche l’atmosfera di catastrofe in cui essa ci deve far vivere per imporci le sue novità tecniche». Continua a leggere

Pubblicato in Autorganizzazione | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Sull’opposizione mediaticamente modificata

L’Alternativa nella Storia/Rivoluzione! Registrazione della giornata

https://www.facebook.com/watch/live/?v=878070682971477&ref=watch_permalink

 

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Iniziative ed Eventi | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su L’Alternativa nella Storia/Rivoluzione! Registrazione della giornata

Rivoluzione/Incontro del 21 marzo 2021

RIVOLUZIONE/ INCONTRO DI DOMENICA 21 MARZO ORE 11.00

Questo il link per ascoltarlo https://fb.me/e/Lr4lJGa0

<Nel linguaggio mediatico viene ormai celebrato come “rivoluzione” pressoché qualunque fatto politico, dal riformismo più modesto fino a moti di vera e propria conservazione. Il grande rimosso è invece il senso di rivoluzione che ha gettato le basi per i grandi cambiamenti della modernità, ma che assume per la sensibilità odiernale tinte scure di un evento sanguinario, irrazionale e arbitrario. Occorre dunque tornare a ragionare sul significato e gli effetti delle grandi rivoluzioni del passato, cercando di riconoscerne modalità, successi e fallimenti, per porre infine la questione se il concetto di rivoluzione sia davvero così inattuale e inopportuno per la politica del presente.>

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Iniziative ed Eventi, memoria, Storia | Contrassegnato , , , , , , | Commenti disabilitati su Rivoluzione/Incontro del 21 marzo 2021

Postvittimismo e assertività femminista

<Postvittimismo e assertività femminista>

di Nicoletta Poidimani  in Nascere e mettere al mondo. Sguardi sociali e filosofico politici (Atti della Summer School), Università del Salento 2020

Postvittimismo e assertività femminista

   Di seguito uno stralcio:                    […]Assertività femminista
L’assertività presuppone un atteggiamento né passivo, né manipolatorio, né autoritario.
Considerata da una prospettiva femminista, l’assertività assume una connotazione pratica e politica – intendendo con “politico” l’abitare la pólis, il vivere nella pólis – andando al di là del senso meramente psicologico che le viene generalmente attribuito.
Assertività femminista significa, in primo luogo, esprimere i propri pensieri, desideri,
bisogni in modo chiaro ed efficace, evitando le giustificazioni. Il processo di indebolimento che abbiamo visto sopra spesso ci induce, come donne, a dover giustificare il perché di ogni nostro pensiero, desiderio o bisogno. Quando un uomo dice di no, non giustifica quel “no”; le donne, invece, si sentono spesso in dovere o in condizione di giustificarlo, motivarlo e stramotivarlo.
Continua a leggere

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Postvittimismo e assertività femminista

L’alternativa nella storia/dall’11 al 28 marzo

L’alternativa nella storia/ Incontri dall’11 al 28 marzo

https://www.facebook.com/events/281854146896698

 

 

 

 

Fine della storia?/Digitalizzazione e coscienza storica/ Stato e Impero/Liberalismo/ Il baricentro della storia mondiale: Est o Ovest?/ Divulgazione storica/ Genealogia del capitalismo/ Processi di Globalizzazione e soggettività storica. Fra modernità e post-modernità/ Pensare l’economia. Pensare la storia/ Progresso, cicli e decadenza/ Diritti. Genesi e crepuscolo/ Rivoluzione/Stato profondo e Burocrazia/ Futuro e cambiamento/ Socialismo/ Futuro storico/ Verità e Storia/ Memoria Storica/ Lavoro/ L’alternativa nella Storia.

“Siamo forse alla fine della Storia?” Gli eventi degli ultimi decenni sembrano suggerirci altro. Allo stesso tempo però, si avverte una certa, diffusa difficoltà a comprendere ciò che sta accadendo. Gli inni alla presunta fine delle ideologie, la rinuncia a qualsiasi caratterizzazione dei processi in corso (tutti etichettati con la dicitura sbrigativamente negativa di “post-”), la credenza comune che il momento presente duri da sempre e per sempre sia destinato a durare, costituiscono infatti altrettante manifestazioni di un ingessamento culturale reso possibile dalla rimozione della coscienza storica. Per ridare vitalità intellettuale e politica alla nostra società e diventare protagonisti di quei processi che oggi subiamo, occorre quindi risalire alle radici di questa regressione, individuando i pregiudizi ideologici che sbarrano la via del progresso. Riflettere sulla storia e pensare storicamente l’attualità si rivelano dunque gli strumenti più efficaci per prendere distanza dai limiti culturali del nostro tempo. La meta da raggiungere è la libertà di poter scegliere un futuro alternativo all’esistente.”

 Rivoluzione
 Domenica 21 marzo 2021 alle ore 11.00.
Elisabetta Teghil, Aldo Giannuli, Marco Revelli e Marcello Flores

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Iniziative ed Eventi | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su L’alternativa nella storia/dall’11 al 28 marzo

Opuscolo/FERMIAMO LA GUERRA

Opuscolo Antimilitaristi Campani

 

Pubblicato in Antimperialismo, Internazionalismo | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Opuscolo/FERMIAMO LA GUERRA

Contro la guerra e il militarismo/sabato 27 marzo

https://www.facebook.com/retecontroguerramilitarismo.na

Fermiamo la guerra
Assemblea regionale
sabato 27 marzo 2021, alle ore 17:00

Il nuovo governo di Mario Draghi, sostenuto da larga parte delle forze politiche presenti in Parlamento, sin dall’insediamento non ha lasciato adito a dubbi sul proprio schieramento e sulle politiche che vuole mettere in campo tanto sul piano interno che su quello internazionale.

Sul piano interno, nonostante gli allarmanti numeri sulla povertà e sull’aumento delle  diseguaglianze sociali come conseguenza di una gestione dell’epidemia che ha approfondito la crisi economica già in atto, il Presidente Draghi, sin dal discorso di insediamento, ha ribadito come priorità del suo governo il sostenere le imprese e compiere le riforme (cioè altri giri di vite innanzitutto sui diritti dei lavoratori) necessarie alla crescita e al rafforzamento della competitività del sistema Italia nel mondo.

Sul piano internazionale, con entusiastiche dichiarazioni europeiste e filo-atlantiste, il Presidente ha confermato tutti gli impegni al fianco degli alleati. La recente candidatura ufficiale per il ruolo di guida dell’Italia nella missione NATO in Iraq – che comporterà un aumento delle “nostre” truppe, già oggi il secondo contingente dopo quello USA -, conferma che l’Italia, proponendosi come alleato privilegiato di USA e NATO, punta a difendere meglio il ruolo e gli interessi specifici del capitale nazionale su scala planetaria.

Per il raggiungimento di questi obiettivi il governo Draghi è ancora più determinato del precedente a dare un’altra sterzata in direzione di una maggiore centralizzazione delle decisioni per frenare i tanti interessi contrapposti e, innanzitutto, per prevenire e stroncare un’eventuale rivolta dei settori impoveriti dai lockdown e dalle misure anti-Covid.

Le nomine:

  • di un militare, il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo,  come nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19
  • dell’ex capo della polizia Franco Gabrielli a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con deleghe ai Servizi segreti e alla sicurezza nazionale, con il ruolo di super commissario nella gestione dell’emergenza Covid
  • a Ministro della ‘Transizione Ecologica’ di Roberto Cingolani, Responsabile tecnologia e innovazione della “Leonardo Aerospace”, principale azienda di stato del complesso militare-industriale, nota per la produzione di armamenti e per discussi accordi commerciali con Paesi come Turchia, Emirati Arabi, Arabia Saudita ed Egitto,

evidenziano un ulteriore passo avanti nella blindatura securitaria/repressiva e del militarismo, che pervade ormai tutti gli aspetti della vita sociale.

La gestione della pandemia, descritta sin dall’inizio come uno scontro bellico, e l’utilizzo dei militari nelle corsie degli ospedali, per fare tamponi, distribuire e somministrare i vaccini, è stata usata, infatti, per valorizzare il ruolo “insostituibile e risolutivo” delle Forze Armate il cui unico scopo sarebbe servire i cittadini e la patria tanto nei confini nazionali che fuori di essi.

Questa legittimazione sta andando di pari passo con l’aumento delle risorse destinate al rafforzamento e all’ammodernamento delle Forze Armate e con il crescente impegno in favore del sistema militare-industriale. Continua a leggere

Pubblicato in Antimperialismo, Internazionalismo, Movimenti | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Contro la guerra e il militarismo/sabato 27 marzo

Prenons Racine/ occupons! occupons! occupons!

OCCUPONS! OCCUPONS! OCCUPONS!

infoaut.org

Dal quattro marzo dopo l’entrata in occupazione del teatro Odeon di Parigi si sono moltiplicate le iniziative e le mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici della cultura in tutto il paese. Gli occupanti del teatro hanno lanciato un’agorà giornaliera con l’intenzione di incontrare le altre lotte sociali ed inserirsi nelle dinamiche dei Gilet Jaunes.

In Francia, come in Italia, teatri e luoghi della cultura sono chiusi nuovamente da ottobre, ma la protesta non riguarda solo le chiusure e fin dall’inizio si è posta l’obbiettivo di parlare in generale a chi vive condizioni di lavoro precarie per via della pandemia e delle politiche governative. Una delle prime rivendicazioni riguarda la richiesta di ritiro della proposta di legge sulla disoccupazione. La riforma voluta da Macron peggiorerebbe gravemente le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici intermittenti (circa tre milioni in Francia) che si troverebbero a partire da luglio con un sussidio di disoccupazione molto più basso sia in entrata che per i mesi successivi.

Continua a leggere

Pubblicato in Autorganizzazione, Cinema, Lavoro, Movimenti, Storie | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su Prenons Racine/ occupons! occupons! occupons!

Sabato 13 marzo / qualche ipotesi su covid 19 e sul mondo in cui vivremo

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Sabato 13 marzo / qualche ipotesi su covid 19 e sul mondo in cui vivremo

Coordinamenta transfemminista di Udine/sabato 13 marzo

La Coordinamenta Transfemminista di Udine promuove una manifestazione di strada

SABATO 13 MARZO alle ore 16.00 in Piazza della Libertà, angolo Via Cavour a Udine

Diffondi, coinvolgi, partecipa!

Pubblicato in 8 marzo, Autorganizzazione, Violenza di genere | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Coordinamenta transfemminista di Udine/sabato 13 marzo

Ascoltate stasera Zardins Magnetics/ giovedì 11 marzo 2021

Zardins Magnetics di giovedì 11 marzo 2021

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Gli argomenti:
– intorno all’8 marzo: compagne per l’autodeterminazione; lettera di A.; il
presidio transfemminista a Udine sabato 13 marzo
– un contributo sul processo a Milano contro gli antisionisti
– lettera dei  detenuti sulla rivolta al carcere di Varese dello scorso
gennaio
– lettera di dieci prigionieri politici greci in solidarietà a Dimitris
Koufondinas

Per contatti
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
liberetutti@autistiche.org

Pubblicato in 8 marzo, Autodifesa femminista, Autorganizzazione, Carcere, Violenza di genere | Contrassegnato , , , , , | Commenti disabilitati su Ascoltate stasera Zardins Magnetics/ giovedì 11 marzo 2021