Sulla nave dei folli

Sulla nave dei folli

<Quando, come scrisse Ingeborg Bachmann in una sua splendida poesia, «l’inaudito è divenuto quotidiano / e l’ombra d’eterno riarmo ricopre il cielo», non è più possibile né scansarsi né transigere. Bisogna scegliere.>

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Mai come in questo periodo ci sentiamo come il mozzo di cui parlava Theodore Kaczynski nel suo racconto La nave dei folli. La storia è nota. La nave – metafora della società tecno-industriale – sta procedendo verso degli iceberg su cui è destinata a frantumarsi. Il mozzo lancia l’allarme ai suoi compagni di viaggio, cercando di far capire loro che cambiare rotta è l’unica scelta che contiene tutte le altre (dove approdare e come cambiare i rapporti tra l’equipaggio; insomma quelle questioni di libertà, uguaglianza e solidarietà che si pongono agli umani fin da quando esistono il dominio, la gerarchia, lo sfruttamento). Il resto dell’equipaggio elenca i problemi a suo avviso ben più gravi e urgenti da risolvere: le differenze di salario, il razzismo, il sessismo, l’omofobia e la brutalità verso gli animali. Insistendo sul fatto che per cambiare la vita sulla nave è necessario che una nave ancora esista – e cioè che la priorità di cambiare rotta fa diventare secondarie tutte le altre giuste rivendicazioni – il mozzo diventa l’oggetto degli strali incrociati da parte dell’equipaggio: reazionario, specista, omofobo, sessista! Gli insulti risuonano ancora mentre la nave si frantuma contro gli iceberg e si inabissa. Continua a leggere

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Sabato 13 novembre/ manifestazione a Napoli del Movimento dei disoccupati

Sabato 13 novembre l’ <Assemblea romana Contro il Green Pass> parteciperà alla manifestazione nazionale chiamata  dal <Movimento dei disoccupati 7 novembre> a Napoli in piazza Garibaldi alle ore 14.

Questo il loro appello

UNITI VINCIAMO   Il 13 novembre tutti/e a Napoli!

Manifestazione contro governo Draghi e Confindustria

APPELLO PUBBLICO!/ Aderisci, sostieni, partecipa!

La crisi pandemica e la gestione dell’emergenza sanitaria hanno palesato, una volta di più, le priorità del sistema di sfruttamento capitalistico.

Il governo italiano ha subordinato la salute e la sicurezza agli interessi del profitto e del mercato sin dall’inizio della diffusione del Covid 19 obbedendo servilmente ai diktat di Confindustria.

I risultati di questa gestione criminale sono sotto gli occhi di tutte e tutti: le 132 mila vittime che ad oggi si contano in Italia sono il risultato della totale inadeguatezza e del carattere caotico delle misure sanitarie di contenimento dei contagi in un paese con un sistema sanitario pubblico devastato da decennali politiche di privatizzazioni e tagli degli investimenti, del personale lavorativo e dei servizi socio-sanitari sul territorio.

Lo Stato e i padroni, come sempre accade, hanno provato e stanno provando in tutti i modi a disconoscere le proprie responsabilità in questo disastro.

Misure come il “green pass” sono la foglia di fico dietro cui nascondere le proprie responsabilità, Continua a leggere

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sabato 13 novembre a piazza Nuccitelli/ Incontro-dibattito

L’assemblea romana contro il green pass invita tutt* e tutt* all’incontro-dibattito a partire dal libro <Lo spillover del profitto/ Capitalismo, guerre ed epidemie>

sabato 13 novembre alle ore 10 a piazza Nuccitelli

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 11 novembre 2021

Zardins Magnetics di giovedì 11 novembre 2021

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Gli argomenti:

* Solidarietà ai denunciati per la manifestazione NO Green Pass di sabato a
Trieste
* Un articolo di Monica Caballero sulla memoria delle pratiche anarchiche,
su Sacco e Vanzetti anarchici d’azione e non vittime
* Aggiornamenti sulla dittatura militare vaccinale

Pensieri, musica e parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione

Per contatti:
liberetutti@autistiche.org

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Giovedì 11 e sabato 13 a Udine!

APPUNTAMENTI A UDINE /solidarietà, vicinanza e supporto!

GIOVEDì 11 NOVEMBRE h 8.30, IN VIA S.VALENTINO, DAVANTI ALL’INGRESSO DEGLI AMBULATORI DEL DISTRETTO SANITARIO;

SABATO 13 NOVEMBRE h 8.30, IN PIAZZA LIBERTÀ ANGOLO VIA CAVOUR, PRESSO L’ACCESSO ALLA SALA AJACE

Giovedì 11 novembre, dalle 8.30, saremo ancora una volta fuori dal Distretto sanitario di Udine per informare utenti, pazienti e passanti che in quella struttura i funzionari e le autorità promuovono i trattamenti e gli abusi che, nel carcere di questa città, negli ultimi anni hanno portato sofferenza, abbandono, disperazione… e, ultimamente, alla morte del detenuto Ziad Kritz, di soli 22 anni, avvenuta per azioni e scelte deliberate – che lo stesso garante Corleone ha definito pubblicamente «discutibili».

Saremo in strada, fuori dal Distretto sanitario, perché quella mattina due nostr* compagn*avranno l’udienza al processo intentato dallo Stato con l’accusa di istigazione a delinquere e diffamazione nei confronti di funzionari pubblici: ovvero i responsabili della gestione sanitaria (scellerata) del carcere di Udine. In altre parole, pare che la Digos e la procura di Udine vogliano farci pesare penalmente ogni nostra parola che, superando la sterile libertà di indignarsi, rivendichi la libertà di lottare. E così, tanto per fare degli esempi dei nostri capi di accusa, affermare che è giusto colpire con l’azione diretta chi (veramente) istiga al razzismo e alla guerra tra poveri, come la Lega, diventa istigazione a delinquere. Dire che la malasanità in carcere è tortura e dunque denunciare come torturatori i medici che se ne fregano dei/delle detenut*, diventa diffamazione.

La farsa giudiziaria nasconde impercettibilmente una violenza sottile ma precisa. Contrariamente a quanto ritengono alcuni, indossare un’uniforme o utilizzare un distintivo non sono atteggiamenti professionali, come se si trattasse di un indumento o un utensile di lavoro. Attraverso essi viene perseguito l’obbiettivo di esprimere la legittimità di una funzione. Quale? Individuare gesti di ostilità, resistenza, refrattarietà al patriarcato e al capitale, inserirli nella logica del diritto penale per screditarli, sminuirli, trasformarli in banali comportamenti personali diretti contro altre persone (i funzionari), per oscurare le reali condizioni sociali e per consolidare i rapporti di dominazione.

Sabato 13 novembre, dalle h 8.30, contesteremo garanti, direttori di carcere, funzionari dell’amministrazione penitenziaria, magistrati, preti, scienziati sociali, esponenti del terzo settore,… in convegno presso la sala Ajace di Palazzo D’Aronco, sede municipale cittadina. Saremo là, perché non diamo nessun credito alla capacità delle istituzioni di assumersi la responsabilità collettiva dei problemi causati da privilegi e differenze strutturali di questa società, problemi per i quali i reietti sono rinchiusi dietro le sbarre, così da fare sparire tali problemi dallo sguardo di chi invece, in virtù delle decisioni del sistema giudiziario, può vivere fuori dalle mura. Queste iniziative possono concorrere a produrre solo nuove figure di operatori penitenziari, del tutto ideologiche, mettendo al riparo i dipendenti pubblici dalle loro concrete responsabilità.

GLI APPUNTAMENTI A UDINE SONO DUNQUE:

GIOVEDì 11 NOVEMBRE h 8.30, IN VIA S.VALENTINO, DAVANTI ALL’INGRESSO DEGLI AMBULATORI DEL DISTRETTO SANITARIO

SABATO 13 NOVEMBRE h 8.30, IN PIAZZA LIBERTÀ ANGOLO VIA CAVOUR, PRESSO L’ACCESSO ALLA SALA AJACE

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione FVG

Mail: liberetutti@autistiche.org

Recapito postale: c.p. 129 – 34121 TRIESTE

Ogni giovedì dalle 20 alle 21.30 in diretta sulle frequenze di Radio Onde Furlane con Zardins Magnetics – podcast riascoltabili su: zardinsmagneticsradio.noblogs.org
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Una prospettiva sulle mobilitazioni contro il Green Pass a Trieste/II

Un prospettiva sulle mobilitazioni contro il Green Pass a Trieste

ilrovescio.info

Seconda parte

di alcune compagne e compagni di Trieste

Qui la prima parte

Dopo i tumultuosi eventi delle ultime due settimane, sentiamo l’urgenza di riprendere il filo dei discorsi che avevamo interrotto alla vigilia del blocco del porto di Trieste [1]. Lo facciamo per condividere elementi e cronache in modo da far emergere le dinamiche che forse potrebbero riproporsi in altri luoghi.

Come avevamo annunciato in quel testo, quello a cui stavamo assistendo era un processo assolutamente grezzo di ricomposizione politica attorno all’opposizione al green pass, non per via culturale (sulla base di schemi e codici prestabiliti), ma per via sociale, con tutte le contraddizioni del caso che stavano venendo alla luce.

I fatti del Porto hanno da una parte arricchito questo movimento e dall’altra gli hanno impresso una direzione particolare, determinata da una serie di fattori esterni alla realtà triestina che vorremmo provare a ricostruire.

Prima di tutto, però, alcune considerazioni, anche di metodo:

a) La violenza dispiegata dalle forze dell’ordine durante lo sgombero del presidio permanente al varco 4 del Porto Nuovo di Trieste sono un fatto inedito, almeno in anni recenti, nella storia di Trieste. Uso di idranti, piogge di lacrimogeni ad altezza uomo (finendo tutti i candelotti disponibili entro il tardo pomeriggio), spinte e manganellate su un ponte: la cifra dell’operazione poliziesca, con un dispiegamento di mezzi e uomini enorme, è la dimostrazione dell’alto valore, non solo simbolico, della piazza triestina, diventata il fronte più avanzato dell’opposizione al green pass (con buona pace di Roma), crediamo per ragioni non casuali e profondamente intrecciate all’evoluzione del movimento triestino. Continua a leggere

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7 novembre/Omaggio alla Rivoluzione d’Ottobre

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Ieri a piazza Malatesta/ assemblea pubblica No Green Pass!

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Sulla guerra e i disertori

Sulla guerra e i disertori

sullabreccia.noblogs.org

E così alla fine Confindustria ha tolto la maschera.

“Se questa è una guerra, questi sono dei disertori. Anche in guerra c’è chi diserta perché ha paura, ma viene preso, messo al muro e fucilato. Qua non dobbiamo fucilare nessuno, ma dobbiamo far pesare su questi la loro diserzione”. Sono le parole, tra i risolini degli astanti, del presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti, intervenuto a margine della conferenza stampa organizzata dalla Regione FVG sulla situazione sanitaria dell’area, che vede un aumento esponenziale dei contagi, in particolare nella provincia triestina.

Di guerra si era parlato proprio in merito agli interventi di Confindustria nell’esercitare pressioni sul governo (o – riformulando – nel dettare la linea alle autorità) nel corso delle prime ondate della pandemia: ne era uscita un’inchiesta in due puntate (prima e seconda) in cui si mostravano le posizioni dell’associazione degli industriali totalmente indifferenti alla salute dei lavoratori e delle lavoratrici e invece unicamente orientate alla strenua difesa delle linee produttive e dei suoi profitti.

Quella retorica da economia di guerra rientra ora nelle parole di un dirigente particolarmente scottato dalla forza espressa dalle mobilitazioni triestine contro il green pass. A contesto lievemente traslato, ritorna la stessa arroganza nella pretesa di imporre le proprie misure di controllo della forza lavoro, al fine di garantire la piena operatività della produzione. Del resto, è stata Confindustria la vera promotrice della misura del green pass: la sua “proposta” di un lasciapassare per l’ingresso nei luoghi di lavoro a fine luglio diventò legge nel giro di poche settimane, una velocità di trasformazione dei desideri dei padroni che non può stupire chiunque conosca la vita politica dell’attuale Presidente del Consiglio. Inutile dire che non si trattava di salute pubblica (come dichiarato senza scomporsi del portavoce di Confindustria), quanto invece della necessità di garantirsi piena operatività scaricando sui lavoratori e sulle lavoratrici la responsabilità di occuparsi delle condizioni di sicurezza sanitaria in ambito lavorativo. Continua a leggere

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 4 novembre 2021

Zardins Magnetics di giovedì 4 novembre 2021

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Gli argomenti:

Nicoletta Dosio, attivista e volto storico del Movimento NO TAV, parla
della sua esperienza in carcere in una intervista condotta da Elena
Sonnini.

Pensieri, musica e parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione

Per contatti:
liberetutti@autistiche.org

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Sabato 6 novembre/No Green Pass/Assemblea pubblica

VI INVITIAMO A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA CHE SI TERRÀ SABATO 6 NOVEMBRE IN PIAZZA MALATESTA ALLE ORE 15.

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NO GREEN PASS
NO ALLO STATO D’EMERGENZA
DISERTIAMO LA GUERRA DEL CAPITALE
Dopo quasi due anni di stato d’eccezione, di emergenza sanitaria da sindemia covid,
di stravolgimento delle nostre vite e delle relazioni sociali e affettive a suon di
lockdown, coprifuoco e campagne vaccinali a tambur battente, ci ritroviamo tutti e
tutte a dover fare i conti con l’illegittima e discriminante istituzione del lasciapassare,
o ricatto vaccinale, conosciuto come green pass.
Il green pass non è uno strumento di tutela della salute, ma di controllo digitale delle
nostre vite che di emergenza in emergenza potrà imporci nuovi obblighi e divieti,
come già si sta verificando sul lavoro, sullo studio, sulla mobilità e sulle relazioni.
È uno strumento di disciplina sociale e un richiamo all’adesione alle logiche di
comando del capitale: un’accelerazione brutale delle dinamiche paternaliste ed
infantilizzanti che da sempre gli stati applicano sulla popolazione.
Veniamo colpevolizzate, messe una contro l’altra e ci vengono imposti comportamenti
al di là della nostra volontà e dei nostri desideri ed esigenze, pena la perdita di quote
di libertà personale e collettiva e di autodeterminazione e autogestione della salute
propria e delle persone che ci circondano.
Crediamo nella libertà di scelta sul proprio corpo, rifiutiamo la medicalizzazione
forzata e la nuova frontiera della telemedicina che spersonalizza la cura e rafforza
un’idea statistica della salute personale e pubblica, a causa delle quale ognuno di noi
diventa un entità sacrificabile in base a valutazioni economicistiche costi/benefici.
L’italia sta funzionando da laboratorio per l’instaurazione di nuove forme di
autoritarismo neoliberista, basate sul sistema cinese di crediti sociali. La
normalizzazione dello stato di emergenza agisce esattamente in quest’ottica.
La narrazione dominante propone la vaccinazione come panacea di tutti i mali,
contrapponendo vaccinati e non vaccinati che nella realtà già lottano insieme. Si
rimuove completamente che una società malata produce malattia, ignorando la
complessità della situazione. Una complessità in cui si intrecciano grandi temi come
ad esempio la definizione dei concetti di salute, qualità della vita e libertà, le
mutazioni antropologiche derivate dalla digitalizzazione forzata della società, le
questioni geopolitiche e finanziarie, la catastrofe ecologica nella quale viviamo.
Lo sfruttamento capitalista del pianeta genera disastri ambientali, miseria ed
epidemie. L’evidente emergenza è che questo sistema mette a profitto ogni aspetto
delle nostre vite.
È per questo che riteniamo che la lotta contro il lasciapassare sanitario sia prima di
tutto una lotta anticapitalista, che altresi’ non puo’ prescindere dalla volontà di creare
un mondo altro in cui le persone collaborino in maniera costruttiva nell’interesse
collettivo della cura della propria comunità, a prescindere da provenienze e status:
una lotta intrinsecamente antifascista e antiautoritaria.

VI INVITIAMO A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA CHE SI TERRÀ SABATO 6 NOVEMBRE IN PIAZZA MALATESTA ALLE ORE 15.

ASSEMBLEA ROMANA CONTRO IL GREEN PASS

qui il volantino stampabile  NoGP

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Contro la contenzione psichiatrica, contro la contenzione sociale!

Contro la contenzione psichiatrica, contro la contenzione sociale!

[…] Le istituzioni totali, oltre che veri e propri apparati di controllo e repressione, sono da secoli i laboratori in cui vengono sperimentati i dispositivi che, all’occorrenza, possono essere applicati nelle istituzioni ordinarie. Ad esempio, quando viene dichiarato uno stato di emergenza.[…] Per tutte queste ragioni ci sembra importante partecipare all’iniziativa contro la contenzione psichiatrica, portando anche una analisi sulla contenzione sociale.

Variante umana

artaudpisa.noblogs.org

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PNRR/Piano nazionale di radiazione di ogni resistenza(umana)

PNRR/ Piano Nazionale di Radiazione di ogni Resistenza (umana)

ilrovescio.info

Pubblichiamo molto volentieri queste preziose riflessioni sulla Sanità 4.0, scritte da una compagna che da trent’anni si occupa di salute (in senso professionale e non solo) ispirandosi alla medicina tradizionale cinese. Dai corpi ai campi, dai laboratori alle strutture sanitarie, l’intreccio tra digitalizzazione e biotecnologie ci sta portando verso un “nuovo ordine sociale” in cui l’umanità stessa viene concepita e trattata come un “prodotto difettoso”. Diventa allora sempre più urgente, secondo l’autrice del testo, pensare e praticare percorsi di autorganizzazione anche in ambito medico. Uno stimolo, insomma, ad aprire un’ampia discussione che coinvolga sia compagne e compagni sia quella parte del personale sanitario che è ancora e vuole restare umana.

PNRR: Piano Nazionale di Radiazione di ogni Resistenza (umana)

È ormai evidente che un’emergenza sanitaria reale è diventata il cavallo di Troia attraverso cui limitare in modo sempre più accelerato le libertà individuali e plasmare un nuovo ordine sociale, in cui il valore di ogni specie, compresa quella umana, e del pianeta diventano esplicitamente secondari rispetto alla sopravvivenza ed al funzionamento adattato del sistema.

Premetto che per me è importante in questo momento sottolineare che non si tratta di un banale virus; che si tratti di un prodotto di laboratorio o che sia conseguenza della devastazione ambientale nel suo complesso, è un dato di fatto che esso richiede di essere trattato per tempo ed in modo appropriato, specifico e da persone competenti (ovvero che hanno studiato e praticato la medicina) e che il cosiddetto “long Covid” riguarda il 14% dei contagiati, in proporzione maggiore nelle fasce più giovani, con conseguenze sul lungo termine ancora ignote. Sminuirne la gravità è a parer mio un errore, sia perché esso è l’ennesima dimostrazione di quanto il sistema in cui viviamo sia inaccettabile, sia perché “saltare le curve” corrisponde alla tendenza diffusa in questo periodo ad isolare le critiche ed i fenomeni, perdendo di vista il rapporto fra ciò che si produce e le cause che lo generano. Forse è proprio la portata della situazione a determinare questa difficoltà nella lettura globale di quanto sta accadendo. Continua a leggere

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Dal ventre della bestia sanitaria

Una testimonianza dal ventre della <bestia sanitaria> (parte I)

 di Nicoletta Poidimani

Per supportare l’estensione del lasciapassare chiamato eufemisticamente ’green pass’ in tutti i luoghi di lavoro, il 15 ottobre scorso Radio 3 ha trasmesso l’audio, risalente al marzo 2020, del trasporto delle bare dei morti di covid-19 coi camion militari, a Bergamo.

La scelta di rievocare scene rimaste profondamente impresse nell’immaginario italiano per mantenere scientemente il clima di terrore ‘pandemico’, mi ha fatto ripensare a ciò che avevo scritto su Krisis:

Mai come in quei giorni la popolazione era stata ridotta ad un «problema al contempo scientifico e politico». Mai come in quei giorni, d’altra parte, il «processo d’esclusione progressiva della morte» – che dalla fine del XIII secolo ne aveva trasformata la ritualizzazione pubblica in qualcosa di privato, nascosto, vergognoso – andava trasformandosi nella sua spettacolarizzazione mediatica.
I morti – negati ai loro cari per un ultimo saluto – assumevano lo stesso ruolo dei cadaveri degli schiavi fuggiaschi o dei partigiani: esibiti per terrorizzare e confermare l’onnipotenza del potere. Solo che, questa volta, i cadaveri erano virtualizzati, come ormai l’intera vita relazionale, e 
transustanziati in estenuanti elenchi quotidiani di numeri o di lunghe file di mezzi militari convertiti a carri funebri collettivi.
Alludendo senza mostrare, «il più freddo di tutti i mostri» – lo Stato – sanciva quella «antinomia centrale della nostra ragione politica» che consiste nella «coesistenza, nelle strutture politiche, di meccanismi di distruzione su larga scala e di istituzioni orientate alla cura della vita degli individui». In sostanza, ribadiva il proprio potere di vita e di morte, specchio del legame tra 
biopolitica e tanatopolitica. Sarà forse per questo che analoga enumerazione quotidiana non viene fatta quando si tratta di morti per cancro? E che per intere settimane i media mainstream hanno parlato solo di covid facendo scomparire le guerre in atto che ci vedono coivolti con contingenti militari o come venditori di armi?

Pochi giorni dopo, lo scorso 18 ottobre, è stata sancita a livello istituzionale la “non correlazione” tra la strage di anziani/e alla “Baggina” di Milano e la gestione scriteriata e criminale della sanità in Lombardia – e, direi, in tutta la penisola.

Per non dimenticare e per impedire che la narrazione dominante venga sovrascritta sulla nostra memoria critica, ho recentemente intervistato un’infermiera che all’epoca lavorava in una Rsa del nord-est.
Il suo racconto, diretta testimonianza dal ventre della “bestia sanitaria”, non ha bisogno di commenti, tanto è limpido nell’esprimere l’abisso tra l’arrogante e disumana gestione dall’alto – con le sue militaresche task forces – e l’etica di chi quotidianamente ha davvero a che fare coi corpi, con le malattie, con la vecchiaia.

Qui potete ascoltare la prima parte dell’intervista. A breve ne pubblicherò la seconda parte.

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No Green Pass!

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