-

Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
per richiedere copie scrivi a coordinamenta@autistiche.org https://coordinamenta.noblogs.org/post/2022/05/27/e-nato-e-nato-il-nostro-ultimo-libro-e-nato/Cosa pensiamo
Cosa abbiamo scritto
Di cosa parliamo
- 8 marzo
- 25 novembre
- Alfredo Cospito
- antifascismo
- antimilitarismo
- Antimperialismo
- Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
- assemblea romana contro il green pass
- autodifesa femminista
- autorganizzazione
- Boicottiamo la guerra
- capitalismo/neoliberismo
- Carcere
- Cie/CPR
- comunicati
- controllo sociale
- coronavirus
- Elisabetta Teghil
- eventi
- iniziative
- i nomi delle cose
- internazionalismo
- lavoro
- Mai Nato
- memoria
- movimenti
- musica
- neocolonialismo
- no green pass
- No smart city
- NoTav
- Palestina
- palinsesto
- parentesi di elisabetta
- podcast
- radioOndarossa
- repressione
- ricorrenze
- scuola
- società
- storia
- storie
- territorio
- violenza di genere
- Zardins Magnetics
Oggi 12 febbraio e ancora adesso a Parigi! Contro ogni misura restrittiva, impoverimento, controllo!
Pubblicato in Autorganizzazione, Capitalismo/ Neoliberismo, Movimenti
Contrassegnato autorganizzazione, capitalismo/neoliberismo, coronavirus, internazionalismo, movimenti, no green pass, Parigi
Commenti disabilitati su Oggi 12 febbraio e ancora adesso a Parigi! Contro ogni misura restrittiva, impoverimento, controllo!
Aperitivi liberi ieri sera in giro per Roma!
Ostia
piazza Scotti a Monteverde

piazza Vittorio
Pubblicato in Autorganizzazione, Movimenti
Contrassegnato aperitivo libero, autorganizzazione, coronavirus, eventi, iniziative, movimenti, no green pass
Commenti disabilitati su Aperitivi liberi ieri sera in giro per Roma!
Libero aperitivo in corso a piazza Vittorio!

Pubblicato in Autorganizzazione, Movimenti
Contrassegnato autorganizzazione, coronavirus, eventi, iniziative, libero aperitivo in piazza Vittorio, no green pass
Commenti disabilitati su Libero aperitivo in corso a piazza Vittorio!
Crowfunding/ Per lottare e continuare a lottare!!!!!
Abbiamo lanciato un crowfunding di finanziamento per lottare e per continuare a lottare! NO AL CONTROLLO DELLE NOSTRE VITE!
Perchè nè le donne nè nessun altr* sia diviso in persone di serie A e persone di serie B./Perché nessun* venga espulso dalla società./Perchè <il corpo è mio e lo gestisco io> sia e rimanga un assunto fondamentale della lotta femminista./Perché l’autodeterminazione sia per tutt*/Perché nessun*sia costretta a vivere sotto ricatto in una parvenza di vita che non è vita. Noi donne sappiamo benissimo da secoli cosa significhi essere controllate, costrette, ricattate, addomesticate o uccise perchè al di fuori delle regole imposte. E non possiamo permettere che questo meccanismo che abbiamo sempre combattuto si perpetui, si amplifichi, diventi asse portante di una società che ha fatto del controllo sistema di vita.
Se volete aiutarci e contribuire cliccate QUI !!!!

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi
Contrassegnato autodifesa femminista, autorganizzazione, iniziative
Commenti disabilitati su Crowfunding/ Per lottare e continuare a lottare!!!!!
Sciopero generale di martedì 15 febbraio
Martedì 15 febbraio abbiamo deciso di partecipare allo sciopero generale in ordine sparso a seconda del posto di lavoro e della situazione di ognuna perchè il panorama qui a Roma è piuttosto ingarbugliato. Pubblichiamo un manifesto di chiamata allo sciopero a Milano molto ben fatto!

Pubblicato in Autorganizzazione, Movimenti
Contrassegnato autorganizzazione, comunicati, coronavirus, eventi, iniziative, movimenti, no green pass, sciopero generale 15 febbraio 2022, società
Commenti disabilitati su Sciopero generale di martedì 15 febbraio
Sabato 12 febbraio ore 14.30/Sempre a piazza San Giovanni!

Pubblicato in Autodifesa femminista, Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi, Movimenti
Contrassegnato assemblea romana contro il green pass, autodifesa femminista, autorganizzazione, coronavirus, eventi, iniziative, movimenti, no green pass
Commenti disabilitati su Sabato 12 febbraio ore 14.30/Sempre a piazza San Giovanni!
Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 10 febbraio 2022
Zardins Magnetics di giovedì 10 febbraio 2022
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
* Da qualche giorno è stata introdotta a scuola un’altra forma di
discriminazione: a partire da un certo numero di “casi covid” in classe, in
DAD finiranno solo le bambine/i e le ragazze/i non vaccinati. Positivi?
Asintomatici? Negativi? Non importa: a casa!
* Riflessioni sul lock down come dispositivo di rieducazione politica.
* “Il mondo a distanza. Su pandemia, 5G, materialità rimossa del digitale e
l’orizzonte di un controllo totalitario”. Presentazione dell’opuscolo a
Udine venerdì 11 febbraio allo Spazio Autogestito di Via De Rubeis, 43.
* 15 febbraio – sciopero nazionale intercategoriale: reagiamo con la lotta
sui posti di lavoro e fuori!
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/
Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Pensieri, musica, parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
Contatti di posta:
Associazione Senza Sbarre
Casella Postale 129 – Trieste centro
34121 Trieste
Contatti di posta elettronica:
liberetutti@autistiche.org
Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Lavoro, Movimenti, Repressione, Scuola
Contrassegnato Assemblea permanente contro il carcere e la repressione, capitalismo/neoliberismo, coronavirus, lavoro, movimenti, no green pass, scuola, società, Zardins Magnetics
Commenti disabilitati su Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 10 febbraio 2022
Un cartellone a Busto Arsizio!
Un cartellone veramente bello a Busto Arsizio!

Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo, Comunicazione
Contrassegnato Busto Arsizio, capitalismo/neoliberismo, coronavirus, movimenti, no green pass, società
Commenti disabilitati su Un cartellone a Busto Arsizio!
15 febbraio/ Chi si ribella non è mai solo/a!!
Chi si ribella non è mai solo/a!!!!
Martedì 15 febbraio 2022 h. 10.00 – Udienza conclusiva della corte di Cassazione per la giornata di lotta del 15 ottobre
Ribellarsi resta una possibilità perché c’è chi lo ha fatto, lo fa e lo rifarà. Non c’è altro modo per dimostrarlo e non bastano le parole, le esortazioni o gli slogan. La repressione ha colpito duramente: arresti in piazza, condanne pesanti anche per devastazione e saccheggio, carcere.
Il monito è rivolto a tutte e tutti noi.

CHI SI RIBELLA NON È MAI SOLO/A
Il 15 ottobre 2011 resta impresso nella testa di chi l’ha vissuto come una boccata d’ossigeno: vale la pena svegliarsi la mattina e vivere per lottare. A distanza di 11 anni sappiamo che quella fiammata di rabbia ha un riverbero anche tra chi oggi è giovane e l’ha vissuta nei racconti di chi non ha mai smesso di autorganizzarsi nelle lotte.
Ribellarsi resta una possibilità perché c’è chi lo ha fatto, lo fa e lo rifarà. Non c’è altro modo per dimostrarlo e non bastano le parole, le esortazioni o gli slogan. La repressione ha colpito duramente: arresti in piazza, condanne pesanti anche per devastazione e saccheggio, carcere.
Il monito è rivolto a tutte e tutti noi.
Il 15 febbraio 2022 arriviamo all’udienza conclusiva, quella in corte di Cassazione, per chi è già stato/a condannata/o in secondo grado nell’ultimo troncone processuale. Se le condanne verranno confermate, alcune delle persone imputate entreranno in carcere. I risarcimenti richiesti dalle parti civili ammontano a centinaia di migliaia di euro. La solidarietà che abbiamo dimostrato sin dal primo momento ai/alle manifestanti colpiti/e dallo stato è la stessa che ci guida in tutte le lotte ed è motore delle nostre relazioni.
Martedì 15 febbraio saremo davanti la corte di cassazione, dalle ore 10, in presidio solidale per chi entrerà a processo e per tutte e tutti noi. Vi invitiamo a partecipare perché non possiamo restare in silenzio.
LIBERI TUTTE
Le compagne e i compagni
Pubblicato in Movimenti, Repressione
Contrassegnato 25 ottobre 2011, movimenti, repressione
Commenti disabilitati su 15 febbraio/ Chi si ribella non è mai solo/a!!
Podcast dell’iniziativa su digitalizzazione della società e medicina in tempi di pandemia
I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica

Pubblichiamo la registrazione dell’iniziativa del 3 febbraio scorso che potete rivedere qui https://coordinamenta.noblogs.org/post/2022/01/31/3-febbraio-aperitivo-e-dibattito/ sugli intrecci tra
<DIGITALIZZAZIONE DELLA SOCIETA’ E MEDICINA IN TEMPI DI PANDEMIA>
dibattito a partire dal testo <PNRR-PIANO NAZIONALE DI RADIAZIONE DI OGNI RESISTENZA(UMANA)
questo il testo PNRR

Ascolta qui
Pubblicato in Autodifesa femminista, I Nomi Delle Cose, Movimenti, Podcast
Contrassegnato assemblea romana contro il green pass, autodifesa femminista, autorganizzazione, coronavirus, eventi, i nomi delle cose, iniziative, no green pass, podcast
Commenti disabilitati su Podcast dell’iniziativa su digitalizzazione della società e medicina in tempi di pandemia
Cultura Sospesa/ mercoledì 9 FEBBRAIO

PROGRAMMA DEL PRESIDIO CULTURALE
MERCOLEDÌ 9 FEBBRAIO
DALLE 9 ALLE 13, PIAZZALE ALDO MORO, ROMA
ore 9.00 Colazione sociale
ore 10.00 “Capitalismo vaccinale” a cura di Martina a seguire dibattito
ore 10.40 “Effetti del vaccino sui bambini” a cura della dottoressa Chiara a seguire dibattito ore 11.20 “Giochiamo insieme” giochi di condivisione a cura di Marco
ore 11.45 “Poesie Sospese” a cura di Maria Grazia
ore 12.00 “Incursione Teatrale” di Caterpillar
ore 12.30 “Musica e Parole in libertà” con Raffaella, Emanuele e gli studenti
ore 13.00 Pranzo sociale insieme ai presenti che porteranno cibo e bevande da condividere in allegria.
Durante la mattinata sarà presente un banchetto informativo sui ricorsi per i lavoratori e le lavoratrici sospesi ed una cassa di resistenza per chi volesse contribuire con delle offerte libere. Continua a leggere
Pubblicato in Autorganizzazione, Iniziative ed Eventi, Movimenti, Scuola
Contrassegnato autorganizzazione, coronavirus, eventi, iniziative, movimenti, no green pass, scuola
Commenti disabilitati su Cultura Sospesa/ mercoledì 9 FEBBRAIO
Io, terrapiattista femminista.
Io, terrapiattista femminista

https://www.sinistrainrete.info/societa/22198-nicoletta-cocchi-io-terrapiattista-femminista.html
di Nicoletta Cocchi
Da due anni m’interrogo come molte altre su quello che sta accadendo alle nostre vite e alle scelte che siamo chiamate a fare sui nostri corpi cercando di darmi risposte posizionate, incarnate, alias femministe. Fin dall’inizio dell’emergenza ho cercato di non oppormi aprioristicamente alle difficili scelte dei nostri governi, ma di fronte ai tanti divieti, prescrizioni, recinzioni e gabbie fisiche e mentali che si alternavano a misure di allentamento per poi tornare con una presa sempre più totalitaria sulle nostre vite, il mio atteggiamento è cambiato. Ogni mia previsione, anche la più distopica, si verificava regolarmente.
Allora come oggi mi guardo intorno, m’informo cercando fonti attendibili, parlo e discuto con vicine/i, amiche femministe e non, dosando le parole in acrobatiche conversazioni per non infilarmi in contrapposizioni prive di soluzioni, cerco dati, prove, tento ragionamenti. Quando, non più tardi di qualche mese fa, la presunta nuova normalità sembrava essersi imposta, ho avuto la certezza che qualcosa si era irrimediabilmente rotto, e gli ultimi decreti che entreranno in vigore in questi giorni mi danno la conferma che così è. Sono tra coloro che hanno scelto di non vaccinarsi, dunque non partecipo a convegni, incontri in librerie, non frequento biblioteche e nemmeno più l’associazione di donne che ho frequentato per anni, e naturalmente non vado al ristorante e al cinema. Continua a leggere
Pubblicato in Autodifesa femminista, Capitalismo/ Neoliberismo, Violenza di genere
Contrassegnato autodifesa femminista, capitalismo/neoliberismo, coronavirus, eventi, no green pass, violenza di genere
Commenti disabilitati su Io, terrapiattista femminista.
Dialogo di Katya Parente con Nicoletta Poidimani
We Will Survive! Una storia sul movimento LGBT in Italia.
Dialogo di Katya Parente con Nicoletta Poidimani
da gionata.org
Capire il nostro passato per orientare il nostro futuro è qualcosa di imprescindibile. A darci una mano, almeno per quanto riguarda il mondo queer, è in questo caso il volume We Will Survive! Storia del Movimento LGBTIQ+ in Italia. Il libro, giunto alla seconda edizione, è una raccolta di saggi curata da Paolo Pedote e Nicoletta Poidimani. Ed è proprio Nicoletta che ci farà compagnia durante questa chiacchierata.
Il titolo del libro ricorda una famosissima canzone di Gloria Gaynor: un inno all’indipendenza e alla vita, sbattuto in faccia a chi crede altrimenti. Mutatis mutandis, è questo il vostro intento?
Sì certo! Abbiamo voluto mutuare il titolo da un canzone che un tempo era colonna sonora dei Pride, con tutto il suo portato gioioso e non vittimizzante. Dico che lo era “un tempo”, perché non frequento più i Pride da che son diventati rituali svuotati di senso, che mirano solo a pubblicizzare i locali e a promuovere le carrierine politiche di questo/a o di quello/a.
Si tratta di una seconda edizione. Perché ripubblicare? Che cosa è cambiato rispetto alla prima?
Le ragioni di questa seconda edizione dicono molto delle miserie del movimento lgt, che non è solo rose e fiori come ben sappiamo… Non si è infatti trattato di una scelta libera, ma di una necessità.
Un attivista gay, che era stato coinvolto nella stesura del libro e a cui non era stata data alcuna liberatoria da firmare – abbiamo sicuramente peccato noi di eccessiva fiducia, quanto lui di furberia –, ci ha poi citati in giudizio facendoci spillare, all’epoca, oltre 7mila euro (con cui, abbiamo poi saputo, se n’è andato in viaggio sull’Himalaya…).
Pur essendoci dovuti svenare sia noi curatori che l’editore, è stato importante e significativo il supporto che molti autori e autrici dei saggi contenuti nel testo ci hanno offerto, pagando anticipatamente alcune decine di copie della seconda edizione per darci una mano. E così la miseria umana di uno è diventata una rete solidale tra tanti/e che ha anche lenito il nostro dolore per l’uso infame che era stato fatto del nostro progetto.
Come si inquadra il movimento per la liberazione queer italiano nel panorama europeo, e più generalmente occidentale?
Prima di tutto: esiste davvero un movimento di liberazione queer in Italia, secondo voi?
Non pongo la domanda per mero gusto della retorica, ma perché dietro l’uso del termine queer in Italia vedo spesso cose che nulla hanno a che vedere sia con l’essere un movimento, sia col queer. Continua a leggere
Pubblicato in Autodifesa femminista, Violenza di genere
Contrassegnato autodifesa femminista, violenza di genere
Commenti disabilitati su Dialogo di Katya Parente con Nicoletta Poidimani
In giro!

Pubblicato in Autorganizzazione
Contrassegnato autorganizzazione, coronavirus, no green pass, società
Commenti disabilitati su In giro!
Rieducational Channel. Il lockdown come dispositivo di rieducazione politica.

Un interessante articolo di Stefania Consigliere, Alessandro Pacco, Cristina Zavaroni che dice quello che andiamo raccontando anche noi da molto tempo.
Rieducational Channel. Il lockdown come dispositivo di rieducazione politica.
Un’ipotesi fin troppo facile
Il fenomeno è noto e spaventoso: a fronte di quanto sta accadendo, la gran parte dei nostri connazionali non trova niente da obiettare, neanche quando il governo manda uomini armati alle fermate degli autobus per controllare il GP dei ragazzini. Qui come altrove, i meno alienati abbassano gli occhi e tirano dritto; gli altri neppure vedono.
Si è parlato di strage delle coscienze, di immensa vergogna, di maledizione pandemica. Un’ottava piaga biblica che ha colpito in modo strano, trasversale a qualsiasi categoria socio-economica, lasciando a terra moltissimi fra quelli che credevamo più attrezzati, resistenti, attenti: l’antagonismo e la “sinistra di movimento”, insomma, ivi inclusa larga parte del femminismo, delle forze LGBTQ+ e delle realtà solidali con i sans papiers, che sembrano cadute in una sorta di rimozione a getto continuo di ciò che, pure, è sotto i nostri occhi. Troia brucia, ha scritto Wolf Bukowski, ma guai alle Cassandre che lo dicono.
Cos’ha reso possibile un simile cedimento politico, cognitivo, psichico ed emotivo? In una serie di quattro testi scritti fra agosto e novembre 2021 (si trovano qui: 1, 2, 3, 4), il compagno Nicola ha identificato alcune cause strutturali profonde: (1) l’incrocio fra la precarietà esistenziale degli ultimi decenni e l’ideologia individualista, che induce a puntare tutto sul magic bullet vaccinale per poter tornare il prima possibile a produrre e consumare; (2) lo sbarramento mediatico opposto agli scienziati dissidenti che li ha indotti, spesso, a portare i loro argomenti su siti alternativi destrorsi; (3) la scomparsa del movimento operaio e della sua contronarrazione; (4) la confusione fra la collettività che protegge, e che è da proteggere, e lo Stato; (5) la confusione fra la libertà individuale di destra (quella dell’individuo borghese di sfruttare e consumare) e la pura e semplice libertà di vivere; (6) l’infantile entusiasmo per il presunto blocco dell’economia di una parte della compagneria, incapace di avvedersi che quel “blocco” significava solo la vittoria di alcune, specifiche bande del capitalismo contro altre ormai obsolete.
È un’analisi che sottoscriviamo completamente, a cui, a mo’ d’integrazione psico-antropologica, vorremmo aggiungere un pezzetto. È in questione un elemento che gli “sprofondati nel fango” colgono con maggior chiarezza: il livello di indifferenza, acquiescenza e unanimità della maggioranza ha qualcosa di anomalo, al punto da far immaginare che sia l’esito di un processo specifico.
Facciamo dunque la nostra scommessa. Poiché spesso, nel disastro che chiamiamo storia, l’ingrediente segreto dei fenomeni è la violenza, proponiamo di leggere l’ottundimento e la dissociazione che vediamo intorno a noi come effetto di un processo traumatico funzionale all’estensione, a parte delle popolazioni ricche, di quella stessa violenza strutturale che, nella più scontata quotidianità, regola i rapporti fra territori, classi sociali, gruppi etnici e soggetti.
Violenza strutturale, ovvero, ciò che non si deve vedere
Cominciamo dal quadro generale che fa da sfondo all’ipotesi: quello di una sostanziale, globale ingiustizia mantenuta con la forza. David Graeber ha scritto che la violenza strutturale è in azione in quelle zone della vita umana che, di solito, mettono gli antropologi a disagio: le zone di asprezza, semplificazione, smemoratezza e totale stupidità nelle nostre vite rese possibili dalla violenza. Con “violenza”, qui, non mi riferisco al genere di atti, sporadici e spettacolari, a cui di solito pensiamo quando la parola viene pronunciata, ma alle forme noiose, monotone e tuttavia onnipresenti di violenza che definiscono le condizioni stesse della nostra esistenza; alle minacce, velate o palesi, di forza fisica che stanno dietro a pressoché tutto, dall’applicazione delle regole su dove è permesso sedersi, stare, mangiare o bere nei parchi e in altri luoghi pubblici, fino alle minacce, all’intimidazione fisica e agli attacchi che sorreggono l’applicazione delle regole tacite di genere. Propongo di definirle zone di semplificazione violenta. Ci colpiscono in quasi tutti gli aspetti delle nostre vite. E però, a nessuno piace parlarne.
Somma di tutte le forme di esclusione, marginalizzazione e ineguaglianza sociale sostenute, in ultima analisi, dalla minaccia di aggressione fisica, la violenza strutturale è lo sfondo stesso dei nostri decorosi anni neoliberisti. Proprio per questo, forse, gode di uno strano regime percettivo: ben visibile dal fondo della piramide sociale, si fa sempre più opaca mano a mano che si sale verso il vertice. Ne sanno qualcosa gli afroamericans negli USA, i migranti in Europa, i carcerati, gli homeless. Anche quando l’aggressione è differita, gli effetti della minaccia sono tragicamente reali: basta osservare l’andamento della vita media nei diversi quartieri di una città, la correlazione fra classe sociale e frequenza scolastica, il peso della disabilità e della malattia in base al reddito.
In quanto bianchi e cittadini di una nazione ricca, nella seconda metà del Novecento siamo stati dal lato (relativamente) sicuro della barricata, con accesso a un certo grado di benessere materiale e di privilegio geopolitico e con la possibilità di disvedere molta della violenza prodotta dal sistema. Già da un po’, però, fra l’erosione degli istituti collettivi (sanità, scuola, sindacati, associativismo ecc.) e la fragilizzazione individuale (v. l’epidemia di depressione degli scorsi decenni), questa posizione di vantaggio è sotto attacco. Dopo la crisi finanziaria del 2008, un brusco processo di riproletarizzazione ha investito la popolazione occidentale generale: dall’aumento dei morti sul lavoro ai tagli alla sanità, dalla macelleria sociale targata UE all’aumento esponenziale del costo della vita, dalle patologie del vuoto ai suicidi in età giovanile. In questo quadro, la pandemia è arrivata come un’occasione d’oro per instaurare, con le maniere forti, le condizioni di violenza strutturale oggi più utili al plusvalore: la gestione pandemica nella sua interezza può essere letta come un esempio da manuale di shock economy (o, se si preferisce, di accumulazione originaria) e il confinamento della primavera 2020 come dispositivo inaugurale di rieducazione politica alle nuove condizioni del capitalismo informatico.
Violenza puntuale al servizio della violenza di sistema: il trauma iniziale, che qui proviamo a descrivere, non è fine a se stesso, la sua azione a breve e medio termine è funzionale all’instaurazione a lungo termine di condizioni generali peggiori, all’estensione della violenza strutturale a una parte più ampia della popolazione.
È qualcosa che abbiamo gli strumenti disciplinari per intravedere e cominciare a descrivere, ma che non possiamo pienamente giustificare con un’analisi scientifica comme il faut, che richiederebbe un paio d’anni di lavoro. Inoltre, noi stessi ci troviamo nel pieno del “travaglio del concetto”, troppo immersi nell’oggi per essere completamente lucidi. Ci scusiamo quindi per la mancanza di dati quantitativi, per gli esempi aneddotici e per un’impostazione che resta, nonostante le nostre intenzioni, impressionista. Se ci risolviamo a pubblicare è perché crediamo che, nello stringere dei tempi, qualsiasi strumento “buono per pensare” debba essere subito messo a disposizione di tutti.
Violenza traumatica, ovvero, il dispositivo-lockdown
Fatte salve alcune aree dell’Italia del nord, nella memoria collettiva la pandemia è iniziata “davvero” fra l’8 e il 10 marzo 2020, con la progressiva estensione della zona rossa all’intero territorio nazionale. L’atto inaugurale del presente in cui siamo intrappolati è dunque il cosiddetto lockdown (o, alla francese, il confinamento), un insieme complesso e articolato di strategie che può essere letto come fatto sociale totale. Secondo Marcel Mauss, un fatto sociale totale è un fenomeno le cui implicazioni riverberano attraverso l’intera società, riflettendosi in tutte le sue sfere (economica, legislativa, comunicativa, morale ecc.) e in tutti gli aspetti della vita delle persone. Proprio questo carattere totale del dispositivo-lockdown permette di coglierne il ruolo e la portata. Continua a leggere
Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo
Contrassegnato capitalismo/neoliberismo, coronavirus, no green pass, società, storia, storie
Commenti disabilitati su Rieducational Channel. Il lockdown come dispositivo di rieducazione politica.





