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Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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Trento: sul senso del Green Pass. Iniziativa il 3 dicembre
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Corpo di Stato
CoRpo di Stato
Vi proponiamo questo testo scritto nel 2015 perché è importante tenere presente che quello che sta succedendo non è dovuto alla così detta pandemia ma sono scelte del sistema di potere già messe in campo da molto tempo e quindi questo ci dovrebbe far leggere in modo adeguato gli attuali dispositivi autoritari e di controllo.
Da molti anni ormai è stata codificata la così detta “morte cerebrale”, che non è altro che una definizione fittizia di morte fatta a tavolino. Il cervello sarebbe in uno stato di coma per cui, secondo i protocolli, non sarebbe più in grado di riprendersi , ma il corpo è vivo. Il concetto di morte cerebrale è utilissimo per il business degli espianti/trapianti perché gli organi morti non si possono trapiantare. E’ la così detta “donazione” per morte cerebrale a “cuore battente”.
Ora sul Corriere della Sera del 14 e 15 settembre scorso leggiamo che è stata effettuata una così detta “donazione” “a cuore fermo”, non più quindi da un paziente con il cervello fuori uso, ma in arresto cardiaco.
Non ha molta importanza la questione tecnica, addentrarsi nei meandri del quanto uno è morto, se sia più morto che vivo o più vivo che morto. La questione è politica.
La morte non può essere decisa con protocolli di Stato e lo Stato non si può arrogare il diritto di decidere quando una persona è morta. Dovrebbe attuare solo delle procedure di salvaguardia, cioè assicurare il famoso tempo congruo di osservazione per evitare di dichiarare morto, e inumare o cremare o quello che far si voglia a seconda degli usi, dei costumi e della volontà personale, qualcuno che invece sembra morto, ma non lo è.
La questione non è di lana caprina. Se lo Stato si premura di dichiarare a tavolino una morte fittizia, gli interessi sono importanti. In una società basata sul profitto e su una struttura classista, razzista e sessista si aprono scenari facili da immaginare.
I corpi non sono tutti uguali, sono attraversati dal genere, dalla così detta razza, e dalla classe. Ogni corpo fa i conti con la sua immagine sociale e con la collocazione che gli dà l’applicazione del sistema della classificazione di potere. Da qui il ruolo delle esperte e degli esperti che partecipano alla classificazione, selezione e uso dei corpi, ottenendo consenso attraverso la presunta scientificità del loro operare.
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28 novembre /Rompiamo il silenzio!
Rompiamo il silenzio!
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Oggi 27 novembre a piazza Trilussa/contro la violenza patriarcale!
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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 25 novembre 2021
Zardins Magnetics di giovedì 25 novembre 2021
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/
Gli argomenti:
✓ Solidarietà dalla Coordinamenta Transfemminista di Udine
✓ Il corpo della donna come luogo pubblico. Sull’abuso del concetto di
vita. Note sullo Special Vax Day dell’Azienda sanitaria universitaria
Friuli Centrale
✓ PNRR: Piano Nazionale di Radiazione di ogni Resistenza (umana)
Pensieri, musica e parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
Per contatti:
liberetutti@autistiche.org
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Tremate,tremate, perché non ce ne siamo mai andate!
Riceviamo dalla Coordinamenta transfemminista di Udine e pubblichiamo con tutta la nostra solidarietà!
Tremate, tremate, perchè non ce ne siamo mai andate!
Oggi 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile
sulle donne e di genere, vogliamo parlare di una delle forme di violenza che lo Stato
esercita in modo sempre più capillare e pervasivo: la repressione.
Iniziamo esprimendo la nostra incondizionata SOLIDARIETA’ alla compagna e al compagno dell’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione che, a seguito di
alcuni interventi pubblici di denuncia della malasanità in carcere e per aver espresso
solidarietà con compagni e compagne imprigionate per aver lottato contro le istituzioni totali, il militarismo e il neo-colonialismo (fatti durante presidi e cortei, tra cui uno
anche promosso da noi), sono stat* accusat* dei reati di istigazione a delinquere e diffamazione e stanno subendo un processo.
Abbiamo saputo che, durante un’udienza, siamo state tirate in causa e nominate ripetutamente: si voleva sapere se la compagna e il compagno imputat* facessero parte
della Coordinamenta Transfemminista e si voleva appurare il perchè o percò un* dei
due avesse parlato durante una nostra manifestazione contro la violenza di genere del
novembre 2019.
Vogliamo rispondere così: ai nostri cortei è benvenuta/o chi lotta contro i soprusi e le
violenze che lo Stato esercita su soggettività oppresse e inferiorizzate (come sono in
questo caso le persone detenute in qualsivoglia istituzione totale) e chi è solidale con
queste lotte. Ai nostri presidi parla chi vogliamo noi, cioè chi ha la nostra stima, la nostra fiducia, le persone con cui sentiamo un’ affinità politica.
Parlano le persone generose, che si espongono per chi non puo’ avere voce, come chi
sta dentro ad un cpr o ad un carcere.
Parlano le persone coraggiose, che si esprimono senza fronzoli correndo il rischio di
dire le cose come stanno perché E’ GIUSTO FARLO!
Ma ci teniamo a dirvi anche chi non parlerà mai. Continua a leggere
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Sabato 27 novembre a piazza Trilussa/ Contro la violenza patriarcale
Sabato 27 novembre a piazza Trilussa dalle ore 10 contro la violenza patriarcale!
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25 novembre 2021/La violenza dello Stato diventa società.
La violenza dello Stato diventa società.
Non c’è giorno in cui una donna non venga ammazzata dal padre, dal marito, dal figlio, dall’ex, dall’amante. Abbiamo gridato nelle piazze che le donne le uccidono gli uomini, che il problema non è di ordine pubblico e che nessuna legge sulla sicurezza deve sfruttare i nostri corpi e le nostre morti.
Ma assistiamo tutti i giorni ad una violenza delle Istituzioni senza confini. Una violenza che cammina su un doppio binario, da una parte si esprime direttamente con la repressione e lo stigma, dall’altra si ammanta di un’ipocrisia senza pari presentandosi come antifascista, antisessista, antirazzista, sensibile agli oppressi, alla violenza sulle donne e sulle diversità purchè queste collaborino alla perpetuazione del potere.
Con il pretesto di una così detta pandemia, ma il processo era già in atto da tempo, lo Stato si è arrogato il diritto di decidere, per tutti e tutte, quello che è bene e quello che è male, quello che dobbiamo fare, dire e sentire. E’ lo Stato etico. Non è ammessa nessuna obiezione, nessun dissenso, il solo pensiero diverso è relegato nella sfera del disturbo psichico e della deviazione delinquenziale. Anche i <bravi cittadini> sono chiamati a dare il loro contributo, vengono scatenati contro i così detti cittadini refrattari e vengono incentivati, promossi ed auspicati atteggiamenti e comportamenti decisamente violenti verso chi non si adegua alle direttive del potere.
Il controllo è generalizzato e di tipo militare, lo stigma e la punizione verso chi è refrattario auspicato e attuato.
Nelle carceri i detenuti che protestano muoiono di <morte naturale>, è stata reintrodotta la pena di morte extra legem, si spara a chi non si ferma a un posto di blocco o a un ladro disarmato, gli operai e le operaie lavorano dodici ore al giorno e muoiono come mosche, gli immigrati, i lavoratori stagionali vivono in condizioni disumane e in semischiavitù ma vengono additati come i colpevoli di ogni nefandezza, si internano i così detti irregolari con il principio della detenzione amministrativa ma si piangono lacrime di coccodrillo per quelli che affogano in mare, fioccano condanne non per quello che si fa ma per quello che si è, l’impoverimento della popolazione è generalizzato e sempre crescente ma i media maintream ci parlano soltanto in maniera terrorizzante di pandemia e di covid mentre viene distrutta la sanità pubblica e le persone non sono più in grado di curarsi.
Ma la violenza dello Stato etico ha un risvolto particolarmente odioso e pericoloso, diventa società. Diventa pensiero dominante e si espande in ogni sfera del vivere.
E così i rapporti lavorativi diventano violenti, il collega prevarica il collega, per la promozione, per un aumento di stipendio. Si mandano lettere anonime, la delazione è pratica comune e incentivata. Il cittadino controlla il cittadino, chiama la polizia, denuncia il comportamento fuori della norma. I lavoratori <irregolari> diventano il capro espiatorio dei cittadini <regolari>, i non vaccinati dei vaccinati.
Noi siamo consapevoli che il femminicidio si è sempre perpetuato nel tempo ed è trasversale, ma lo stillicidio a cui assistiamo ha le radici in quello che succede qui e ora.
Il neoliberismo ha promosso la violenza delle Istituzioni e dei cittadini contro chi è percepito/a come più debole, ha incentivato la prevaricazione e l’aggressione come modalità di porsi con i diversi e la possibilità di scaricare, su chi è sentito come inferiore, frustrazioni e impossibili rivincite. Tutto questo viene sdoganato anche nel rapporto maschile-femminile.
In una società che ha fatto del sopruso sostanza di vita, perché il sopruso non dovrebbe sostanziare il rapporto che gli uomini hanno con le donne e legittimare l’uso della violenza per ottenere ciò che si vuole?
In una società dove non c’è più partecipazione umana per i poveri e i diversi, ma disprezzo, dove l’unica misura di autoconsiderazione è il successo e il tracollo economico finisce in tragedia, la perdita da parte del maschio del ruolo e della <proprietà> affettiva lo autorizzano ad azioni violente in sintonia con il clima culturale-politico corrente.
La violenza delle istituzioni trasforma e deteriora anche i rapporti personali e interpersonali e trasforma gli esseri umani nel profondo.
E’ in questo contesto che la violenza maschile già presente e insita nel rapporto dominante del maschio sulla femmina, viene esaltata. Così il sistema di potere ottiene due ottimi risultati. Si autoassolve scaricando la colpa sugli esecutori e, secondo una strumentalizzazione ormai abituale, introduce forme di repressione sempre più accentuate e funzionali al controllo.
Per questo dobbiamo opporci con fermezza a tutte le misure di controllo sociale, al ricatto sul lavoro, alla vaccinazione obbligatoria, al green pass, alla digitalizzazione di ogni atto della vita, alla divisione tra buoni/e e cattivi/e, al legalismo imperante, alla normatività debordante…
Per questo dobbiamo recuperare l’autonomia di pensiero, la voglia di decidere per noi, la forza di opporci, la capacità di dire no.
Per questo dobbiamo fare chiarezza politica. Ribadire che chi aderisce ai valori di questa società e, in particolare, a come oggi si presenta nella sua configurazione neoliberista che vede tutti i partiti e i partitini compatti nelle scelte di fondo, è partecipe e responsabile di tutti i crimini che questa stessa società induce e provoca.
Per questo dobbiamo rifiutare il collaborazionismo con il potere che in cambio della nostra svendita, della nostra schiavitù volontaria vorrebbe buttarci qualche osso spolpato che dovremmo contenderci a morsi con le nostre simili.
Chi condivide ed è partecipe di questo progetto ne è complice e corresponsabile.
Dobbiamo organizzarci e lottare.
Coordinamenta femminista e lesbica
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Oggi a Piazza dei Mirti
OGGI A PIAZZA DEI MIRTI 
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25 novembre 2021/contro la violenza patriarcale
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Dal ventre della bestia sanitaria/parte seconda
Una testimonianza dal ventre della <bestia sanitaria> (parte II)
[…]Per non dimenticare e per impedire che la narrazione dominante venga sovrascritta sulla nostra memoria critica, ho recentemente intervistato un’infermiera che all’epoca lavorava in una Rsa del nord-est.
Il suo racconto, diretta testimonianza dal ventre della “bestia sanitaria”, non ha bisogno di commenti, tanto è limpido nell’esprimere l’abisso tra l’arrogante e disumana gestione dall’alto – con le sue militaresche task forces – e l’etica di chi quotidianamente ha davvero a che fare coi corpi, con le malattie, con la vecchiaia.[…]
In questa seconda parte l’intervistata continua a raccontare la sua esperienza come infermiera in una Rsa, ma ci concediamo anche qualche digressione su scuola e (desertificati) dintorni…
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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì18 novembre 2021
Zardins Magnetics di giovedì 18 novembre 2021
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/
Gli argomenti:
✓ Un resoconto sulle ultime iniziative anticarcerarie a Udine
✓ Considerazioni sulle imputazioni del processo a carico di due compagn*
dell’Assemblea
✓ PNRR Piano Nazionale di Radiazione di ogni Resistenza (umana)
Pensieri, musica e parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
Per contatti:
liberetutti@autistiche.org
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No Green Pass!/ sabato 20 novembre a piazza dei Mirti!
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E’ nato il sito dell’assemblea romana contro il Green Pass!
no green pass Roma
Dopo quasi due anni di stato d’eccezione, di emergenza sanitaria da sindemia covid, di stravolgimento delle nostre vite e delle relazioni sociali e affettive a suon di lockdown, coprifuoco e campagne vaccinali a tambur battente, ci ritroviamo tutti e tutte a dover fare i conti con l’illegittima e discriminante istituzione del lasciapassare, o ricatto vaccinale, conosciuto come green pass.
Il green pass non è uno strumento di tutela della salute, ma di controllo digitale delle nostre vite che di emergenza in emergenza potrà imporci nuovi obblighi e divieti, come già si sta verificando sul lavoro, sullo studio, sulla mobilità e sulle relazioni. È uno strumento di disciplina sociale e un richiamo all’adesione alle logiche di comando del capitale: un’accelerazione brutale delle dinamiche paternaliste ed infantilizzanti che da sempre gli stati applicano sulla popolazione.
Crediamo nella libertà di scelta sul proprio corpo, rifiutiamo la medicalizzazione forzata e la nuova frontiera della telemedicina che spersonalizza la cura e rafforza un’idea statistica della salute personale e pubblica, a causa delle quale ognuno di noi diventa un entità sacrificabile in base a valutazioni economicistiche costi/benefici.
Lo sfruttamento capitalista del pianeta genera disastri ambientali, miseria ed epidemie. L’evidente emergenza è che questo sistema mette a profitto ogni aspetto delle nostre vite.
È per questo che riteniamo che la lotta contro il lasciapassare sanitario sia prima di tutto una lotta anticapitalista, che non può prescindere dalla volontà di creare un mondo altro in cui le persone collaborino in maniera costruttiva nell’interesse collettivo della cura della propria comunità, a prescindere da provenienze e status: una lotta intrinsecamente antifascista e antiautoritaria.
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Ieri 13 novembre a Napoli
Ieri 13 novembre a Napoli!
<Mario Draghi, Christine Lagarde, Carlo Bonomi, l’associazione a delinquere sono loro>
https://youtu.be/wTQpRfGifQw
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