The Fake

The Fake

http://dumbles.noblogs.org/2015/12/13/the-fake/#more-6083

noisiamoqui370Brindano. Brindano, applaudono, si autoapplaudono e si congratulano per l’accordo sul cambiamento climatico di COP 21.
Lo fanno anche certe associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente alle quali sta a cuore, a nostro avviso, molto più la prima parola che la seconda della loro definizione; basta leggere Cogliati Dezza: presidente di Legambiente il quale si ritiene certo che si va in modo irreversibile verso un futuro libero da fossili e che si pongono le fondamenta per affrontare sul serio la crisi climatica che affligge il pianeta.…. Come se la crisi climatica fosse una malattia da virus alieno… Per favore! Chi si esprime così già suscita poca credibilità; figuriamoci poi quando aggiunge che gli impegni già annunciati alla vigilia della Cop21, secondo le prime valutazioni, se rigorosamente attuati sono sufficienti a ridurre soltanto di un grado circa il trend attuale di crescita delle emissioni di gas-serra, con una traiettoria di aumento della temperatura globale che si attesta verso i 2.7- 3°C” …. e allora? Dove sta la serietà nell’affrontare le afflizioni del pianeta?
Lo sapevamo che COP21 era un gran ciurlare nel manico. Sì.
La dice un po’ più giusta Marica Pierri: COP21 non riduce di 2, aumenta di 3.
Siamo alla frode e al falso;  “It’s a fraud really, a fake…” dice James Hansen: E’ una stronzata dire di avere un obiettivo limite di due gradi e provare a fare un po’ meglio verificando il tutto ogni cinque anni. Sono parole senza valore. Non c’è azione, solo promesse….
La strategia del salame di cui si parlava qui.
Niente di che. Tutto come prima, con un’illusione in più per chi ci crede.
Chi no, continua la lotta.noisiamoqui370aUna foto dalla manifestazione del 12 dicembre a Parigi alla conclusione di COP21

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Il vero volto del “Jobs Act”

Il vero volto del Jobs Act

Daniela Ciampa, 38 anni, era addetta alla mensa scolastica di Nichelino, a Torino, lavorava alla ditta Euroristorazione che gestisce in città un maxi appalto per tre anni da 8 milioni di euro, che l’ha licenziata per aver condiviso sul social network un messaggio che raccontava le lamentele dei genitori che avevano trovato insetti nei cibi dei loro figli.

daniela ciampa

“Mio figlio va a scuola a Nichelino e io pago il servizio. Nel post avevo scritto che neanche a me sarebbe piaciuto mangiare un piatto di polenta con uno scarafaggio. Non ho citato l’Euroristorazione e francamente, visto che il mio profilo ha tutte le restrizioni sulla privacy non capisco nemmeno come abbiano fatto a leggere un mio post». Daniela percepiva uno “stipendio” di 370 euro al mese.

Intanto anche noi vorremmo sapere come e a che titolo la Ditta è potuta entrare  nel suo circuito privato a leggere il post. Naturalmente, la magistratura di Torino, quella tanto impegnata contro i NoTav,  non ravviserà nessun tipo di reato e, naturalmente, il controllo nei confronti di questa lavoratrice sarà considerato “eccezionale”, mentre tutti gli altri…….le tecnologie, guarda caso, funzionano,  ma per ricondurre le condizioni di chi lavora all’ottocento in una società reimpostata sui principi del feudalesimo e impregnata di etica nazista.  Questa è l’essenza dell’ideologia neoliberista. Questo è possibile in Italia grazie agli ascari del PD e ai collaborazionisti della Triplice.

Tutta la nostra solidarietà a Daniela.

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In ricordo di Ulrike Meinhof

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Nina Simone – Four Women

https://youtu.be/Nf9Bj1CXPH8

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Maker Faire, manifestanti denunciati per interruzione di Pubblico Servizio

Maker Faire, manifestanti denunciati per interruzione di Pubblico Servizio

Maker Faire, manifestanti denunciati per interruzione di Pubblico Servizio

Interruzione di Pubblico Servizio, per chi?
La Maker Faire continua a far parlare di sé. Infatti nella mattina del 2 dicembre e nei giorni seguenti circa una trentina di studenti e studentesse sono stati raggiunti dalla notifica amministrativa di una multa per blocco del traffico e interruzione del Pubblico Servizio nella giornata di venerdì’ 16 ottobre a Piazzale Aldo Moro, per un ammontare che va dai 2000 ai 10 000 Euro a persona.

Per chi non lo ricordasse in quel giorno era stata indetta una protesta davanti all’ingresso dell’università, trasformatosi per l’occasione nella biglietteria della Maker Faire. Si manifestava contro l’uso privatistico dell’università pubblica e per l’ingresso gratuito per gli studenti, sottolineando il rifiuto assoluto di qualsivoglia dialogo da parte dell’amministrazione universitaria. La giornata, che per gli studenti che si erano riuniti voleva essere un’occasione per riappropriarsi del diritto a entrare liberamente all’università, si è conclusa con cariche e arresti da parte delle forze dell’ordine.

A fronte di queste multe risulta necessario ribadire alcuni punti riguardo quella giornata. Innanzitutto bisogna sottolineare che l’accusa di blocco del traffico in piazzale Aldo Moro è del tutto infondata: come dimostrano le foto scattate quel giorno, la Polizia, le camionette con gli idranti, i blindati e la Municipale erano presenti a bloccare le strade e il piazzale già molte ore prima dell’arrivo dei manifestanti. L’accusa di interruzione di pubblico servizio risulta ancora più assurda dal momento che la Città Universitaria è stata chiusa nei giorni di normale svolgimento dell’attività accademica (corsi, lezioni, laboratori, esami, ecc.) per allestire una fiera con tanto di mega tensostrutture, pagamento dell’ingresso e chiusura di ogni accesso. Per non parlare dell’occupazione, durata tre settimane, dei viali e dello spazio universitario per allestire una fiera gestita da privati.

Non è forse tutto ciò interruzione di un Pubblico Servizio? E’ più grave aver partecipato per poche ore ad un presidio di protesta (senza, peraltro, bloccare alcunché, come dimostrato) o l’aver bloccato totalmente per giorni un intero ateneo, facendo pagare un biglietto alle persone che lo vivono e l’attraversano quotidianamente?

Noi studenti e studentesse della Sapienza non pagheremo queste multe e le contesteremo in ogni sede, legale e politica. Lo stesso vale per gli studenti medi, gli occupanti di case e gli altri attivisti e attiviste raggiunti da queste sanzioni amministrative negli ultimi anni.

Se le forze dell’ordine hanno interesse a sanare i buchi dei bilanci di comune e ministero possono rivolgersi al Magnifico Rettore Eugenio Gaudio. E’ lui il vero responsabile politico di quel che è successo il 16 ottobre alla Maker Faire, poiché l’ha voluta e decisa, persino bypassando il parere di CDA e Senato accademico, per poi nascondersi nel momento in cui si è levata una voce critica dal basso e lavarsi le mani di arresti e teste spaccate.

Come studenti e studentesse della Sapienza non ci faremo spaventare da queste multe, che indicano come ci si sia spinti nella giusta direzione toccando dei nervi scoperti nelle contraddizioni della gestione dell’ateneo; anzi ribadiamo che ogni porta chiusa, ogni ingresso a pagamento, ogni commercializzazione dell’istruzione e dello spazio universitario saranno rifiutate e contestate. Ci infileremo in ogni fessura, e affermeremo, ogni volta che ce ne sarà bisogno, che noi vogliamo entrare e studiare liberamente nella nostra università

Maker Faire, per chi?

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Antimaterna

Antimaterna

Scomodi pensieri si annidano da tempo nella mente, giocando a nascondino tra le circonvoluzioni cerebrali. Scoppiettano come legna da ardere resinosa al minimo contatto con la sostanza infiammabile. Madre, materna, maternità. Sento il liquido amniotico dell’umanità occludere senza pietà le mie vie aeree. Retorica di un evento biologico, iniettata di anabolizzanti conformisti e resa mostruosa, un progetto Akira che si ripete all’infinito.

Necessità sociale, quella di riprodursi, più che naturale. E peggio, di riprodurre un desiderio, di creare e ricreare incessantemente un discorso che ruota senza posa intorno al pianeta unico e irripetibile che siamo, alla stregua di un invadente satellite artificiale blaterante pseudo-verità come fossero evidenze divine.

Se sei donna la maternità ti appartiene, che tu lo voglia o no. Devi pensarci, devi considerarla, non puoi esimerti dal dare un senso a quel rilascio mensile di ovuli. Come se avere le gambe implicasse per forza diventare calciatori. Come se essere calciatori fosse un destino ineluttabile, e non realizzare tale sorte fosse equiparabile ad una blasfemia. Rivendico la serenità del mio utero silenzioso, al riparo dalla retorica che lo vuole strumento di magnifiche sorti e umanità a venire.

Sarà perché umanità è un termine oscuro e ambiguo, che si esalta per schiacciare. Sarà perché in un mondo del genere, troppo umano e di conseguenza violento, cinico e crudele io un’altra creatura non ce la vorrei traghettare. Sarà perché non riconosco maggior valore al mio utero rispetto a quello di una vacca, di una cavalla o di una scrofa, eppure troppo poche ancora alzano la voce per quelle maternità inflitte e poi distrutte, quelle che stanno dietro ai cartoni del latte, alle creme agli estrogeni per l’atrofia vaginale e ai panini al prosciutto.

Sarà perché madre è un termine ancora più spaventoso, Maman: ragno enorme dalle esili zampe proterve e l’opistosoma sempre gonfio, che avvolge nella sua invisibile ma soffocante tela qualunque essere vivente che osi attraversare la sua orbita.

Rivendico il mio essere mosca, il desiderio di sfuggire da quell’abbraccio mortifero. Il voler volare oltre i confini di genere, in un cielo sgombro da test di gravidanza, forcipi ed episiotomie, ossessioni peso/altezza, medaglie di merda e rigurgiti, e l’idiota senso di trionfo per l’evento, assieme alla morte, più comune che esista su questo pianeta.

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12 dicembre a Ponte Galeria

12 dicembre a ponte galeria

È da tempo che con continuità e con cadenza mensile andiamo a portare solidarietà sotto le mura del CIE di Ponte Galeria. Le lotte contro i CIE e contro le espulsioni sono oggi più che mai importanti, perché si muovono su un terreno sensibile, quello delle frontiere. Quelle frontiere che sono teatro di lotta e di scontri ormai in tutto il mondo. Quando andiamo sotto quelle mura comunichiamo con dentro, cerchiamo di stabilire dei rapporti concreti e diretti, portiamo solidarietà a chi lotta e a chi si ribella…

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Ricordare le stragi di ieri fermare le guerre di oggi

12 dicembre a milano

Sabato 12 dicembre 15:30 Porta Venezia /Corteo cittadino antifascista e antirazzista/

Ricordare le stragi di ieri, fermare le guerre di oggi

Il 12 dicembre 1969, una bomba scoppiava in Piazza Fontana. Una bomba, che facendo 17 morti e decine di feriti unita alla morte dell’Anarchico Giuseppe Pinelli assassinato tre giorni dopo nella questura di Milano, inaugurava la “Strategia della Tensione”, ovvero la costruzione sistematica di paura volta a criminalizzare i movimenti sociali e le richieste di diritti e libertà che in quegli anni riempivano le strade. Continua a leggere

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13 dicembre Complecagna

13 dicembre cagne sciolte

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Val Susa, una giornata da ricordare

Val Susa, una giornata da ricordare 

http://www.contropiano.org/notizie/item/34203-val-susa-una-giornata-da-ricordare8-12 notav

Ventimila Notav hanno riempito oggi (ieri, ndr) la Val di Susa, marciando per le strade che portano da Susa a Venus per celebrare il decennale della “immacolata ribellione”, il giorno della liberazione di Venaus. L’8 dicembre 2005 un enorme corteo si riprese i terreni di Venaus che avrebbero dovuto essere la sede del cantiere tav (poi trasferito a Chiomonte), che erano stati sgomberati nel sangue con un blitz delle forze dell’ordine nella notte fra il 5 e il 6 dicembre.

Oggi in tanti e tante proveniente dalla Valle e dal resto d’Italia hanno ricordato quella bella giornata di lotta, passando per alcuni luoghi particolarmente significativi di allora, come il bivio dei passeggeri, dove la polizia tentò inutilmente di bloccare a suon di cariche l’avanzata del corteo verso Venaus.

A fronte di un autunno che in Italia non è stato particolarmente “caldo”, la manifestazione di oggi conferma il movimento No Tav riesca ancora, dopo 25 duri anni di lotta, a portare in piazza migliaia di persone per difendere la Val Susa da quest’opera inutile e distruttiva. Come ha ricordato la militante No Tav Nicoletta Dosio nel suo intervento al forum della Piattaforma Sociale Eurostop, in questo anche l’Unione Europea ha giocato un ruolo devastante, evidenziato dalla recente sentenza di condanna del Tav emessa del Tribunale Permanente dei Popoli (un tribunale internazionale d’opinione, fondato nel 1979 dall’ex partigiano Lelio Basso): da un lato c’è stata l’assoluta mancanza di risposte concrete alle numerose denunce presentate dalla popolazione, dall’altro il cofinanziamento dell’opera.

La composizione del corteo di oggi, che ha visto partecipare non solo attivisti sociali da tutta Italia ma anche famiglie, anziani e giovanissimi, conferma il carattere popolare e trasversale delle rivendicazioni dei No Tav e il ruolo della lotta in Val Susa, che ha saputo andare molto aldilà del rischio di chiudersi in un tipico atteggiamento di rifiuto in stile “not in my backyard” (non nel mio cortile di casa). Inutile l’ingente schieramento di forze dell’ordine al casello autostradale dell’autostrada Torino-Bardonecchia, che ha fermato moltissime macchine di compagni e provveduto a lunghi e noiosi controlli.

Durante il corteo c’è stato un momento anche per ricordare quei compagni e quelle compagne a cui non è stato possibile partecipare a questa giornata di festa a causa delle misure restrittive che li hanno colpiti per la loro partecipazione alla lotta contro il Tav. Da anni la Procura di Torino conduce una campagna di criminalizzazione del movimento, basandosi su un impianto accusatorio ai limiti della fantasia, che è sfociato nell’accusa di terrorismo ad alcuni No Tav per un compressore bruciato (accusa che in primo grado non è stata accolta) e in decine di altri processi. Da anni la Valle è pesantemente militarizzata (come hanno dimostrato anche i controlli di oggi) e vive in uno stato di occupazione. Da anni vengono spesi milioni di euro per un’opera dannosa e inutile, nonostante da anni le élite europee ci impongano misure di austerità per cui si tagliano il welfare e i diritti delle popolazioni. Opporsi a quest’opera è necessario ed è necessario mettere in rete le mobilitazioni che si stanno moltiplicando per opporsi al presente stato di cose. Questo 8 dicembre 2015 è un buon punto di partenza.

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Nel giorno di inizio del Giubileo straordinario occupati due palazzi di proprietà della chiesa

Nel giorno di inizio del Giubileo straordinario circa 150 famiglie hanno occupato insieme ai Movimenti per il diritto all’abitare due palazzi di proprietà della chiesa in Via Prenestina 1381. Mentre si apre la porta santa del Giubileo, l’ennesimo grande evento che dietro gli slogan del papa sui poveri e la misercordia inaugura un periodo dove in una Roma commissariata saranno vietati gli scioperi, in nome della sicurezza vengono rastrellate occupazioni e centri di accoglienza in cerca dei “terroristi”, vengono vietati cortei e manifeatazioni pubbliche la città di sotto ha deciso di aprire le porte del diritto all’abitare! ‪#‎stopsfratti‬ ‪#‎CasaxTuttioccupazioni 1

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Il Virgilio occupato resiste!

Il Virgilio occupato resiste!Il Virgilio occupato resiste!  la corrispondenza di una studentessa su Radio Onda rossa    

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Corteo studentesco venerdì 11 ore 9.00 dalla Piramide!!!                          

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Pacchetto di Natale

di Alessandra Daniele

Pacchetto-SicurezzaEbenezer Scrooge fu svegliato di colpo da un rumore secco e violento di legno spezzato. Aprí gli occhi, e si trovò di fronte una sinistra figura senza volto. Si chinò a raccogliere una delle scarpe accanto al letto, e gliela tirò contro, dicendo:
– Basta con questa stronzata! Tutti gli anni la notte di Natale qualcuno di voi viene a rompermi i coglioni per cercare di farmi entrare nello spirito natalizio. Per tutto il resto dell’anno non ve ne frega un cazzo che io sia uno sfruttatore, anzi mi chiamate “valido rappresentante della piccola e media impresa”, solo a Natale vi coglie questa fregola di provare a redimermi, e venite a raccontarmi che morirò triste e solo, se non mi sbrigherò a comprarmi una badante ucraina. Ma andate affanculo e lasciatemi dormire, fantasmi di merda!
La figura in nero si tolse il casco.
– Quali fantasmi? Noi siamo dell’Antiterrorismo. Ci è stato segnalato che ti rifiuti di festeggiare il Natale, baluardo della Civiltà Occidentale e pilastro dell’Identità Nazionale. Quindi siamo venuti a controllare i tuoi documenti, il tuo appartamento, e la tua cronologia Internet.
Attraverso la porta scardinata un gruppo di agenti entrò nella stanza.
– Dobbiamo perquisire tutto in cerca di armi da fuoco, chimiche, e batteriologiche.
Due degli agenti sollevarono il letto di Scrooge, ribaltandolo. Scrooge rotolò sul pavimento.
L’agente gli puntò ill manganello contro.
– Dov’è il presepe?
Scrooge si alzò da terra, sistemandosi il pigiama.
– Quale presepe?
– Non ti piace il presepe? Preferisci la Sharia?
– Non c’è una terza opzione?
– Una via di mezzo? Vuoi fare il presepe islamico? Vuoi mettere il velo alla Madonna?
– La Madonna ce l’ha già il velo.
– Vuoi fare il presepe senza maiali?
– Non ci sono i maiali nel presepe.
– Certo che ci sono, c’è il maiale, c’è la mucca, c’è il cavallo…
– Quella è la Vecchia Fattoria.
– Cerchi di fare lo spiritoso? Fai una battuta sull’ISIS se hai coraggio.
– Per far ridere lei?
– Non hai il presepe – tagliò corto l’agente – c’è l’arresto immediato per apologia di terrorismo.
– Da dove spunta questa legge?
– Stava nel Pacchetto Sicurezza del governo. Non guardi i talk show?
– È obbligatorio pure questo?
– Sì, quelli antiterrorismo, e senza cambiare canale durante la pubblicità perché sarebbe vilipendio delle vittime.
– Cosa c’entra?
– Che fai, protesti? E non ti vergogni, in questo momento così difficile per la Civiltà Occidentale, unica garanzia di Democrazia e Libertà?
Gli altri agenti continuavano a perquisire, buttando all’aria mobili e suppellettili in giro per la stanza.
– Ci sono le aggravanti per resistenza all’arresto – l’agente afferrò Scrooge, ammanettandolo.
– Non potete arrestarmi, sono un valido rappresentante della piccola e media impresa!
– Stronzate, sappiamo che la tua ditta è fallita, altrimenti non saremmo qui.
– È colpa della crisi.
– La crisi è finita – scandì imperioso l’agente – i consumi devono ripartire, a costo di prenderli a calci in culo. Per te c’è il rimpatrio in Siria.
– Ma io sono nato qui.
– Sticazzi, ti spediamo in Siria lo stesso.
Scrooge cercò di divincolarsi.
L’agente lo strattonò con violenza. Lo spinse davanti alla finestra.
– Senti, tu domani sarai in prima pagina. Come preferisci, “Sgominata cellula dormiente” o “Imprenditore suicida per debiti”?…
Scrooge chinò la testa.
– Bene – commentò l’agente, trascinandolo via – Andiamo ragazzi, qui abbiamo finito. Buon Natale a tutti quanti.

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Il Pd torna nelle piazze

Il Pd torna nelle piazze   

http://www.contropiano.org/vignette/item/34171-il-pd-torna-nelle-piazzepd  1

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NoTav! manifestazione nazionale martedì 8 dicembre

no tav 8-12

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