11/10/2016 Appello ad alta velocità!

Appello ad alta velocità: espulsi imputati e pubblico notav (VIDEO)

Si è tenuta oggi la terza udienza del processo d’appello contro i 53 notav per le giornate di resistenza del 27 giugno e del 3 luglio 2011. Il procuratore generale Saluzzo ha aperto l’udienza con una lunga esposizione sul come e il perché si è arrivati alle giornate del 2011 motivando, attraverso l’uso di norme legislative, il comportamento delle forze dell’ordine e i lanci di lacrimogeni.

In perfetta continuità con la linea tracciata da Caselli e i pm Padalino e Rinaudo, il procuratore Saluzzo ha poi continuato su come l’attacco giudiziario non sia contro il movimento, ma solo contro le frange violente, litania ormai usata come puro esercizio retorico dalla procura torinese contro i notav che cerca, fallendo tragicamente, di delegittimare una doverosa lotta di resistenza agli occhi dell’opinione pubblica. Nella sua lunga, quanto noiosa, esposizione il procuratore Saluzzo dichiarava, fra le altre cose che “Noi non criminalizziamo il pensiero, il dissenso, i manifestanti che dimostrano pacificamente le loro idee. Noi perseguiamo gli atti violenti”. Peccato che la procura non abbia accennato, ad esempio, al caso di Erri De Luca come quello della laureanda giudicata colpevole di concorso morale in violenza aggravata e occupazione di terreni.

Stanchi di sentire un’arringa di questo tipo, gli imputati, una ventina, hanno interrotto il procuratore Saluzzo per leggere una dichiarazione collettiva. Il giudice ha invocato più volte l’interruzione della lettura, ma gli imputati hanno letto per intero la dichiarazione facendo indispettire del tutto il giudice che ha chiesto ai carabinieri presenti in aula di farli allontanare. Anche il pubblico che solidarizzava con gli imputati è stato fatto allontanare dall’aula e insieme hanno sfilato in corteo verso l’uscita del tribunale al grido “Giù le mani dalla Valsusa”.

Una volta lasciata l’aula, imputati e pubblico si sono poi recati a Bussoleno per passare una giornata con l’evasa Nicoletta.

L’azione maldestra di Saluzzo, come per Caselli prima, di screditare il movimento è sotto gli occhi di tutti. Inoltre è sempre più evidente come la procura sia in difficoltà di fronte ai rifiuti dei notav di rispettare le misure cautelari imposte dal potere giudiziario. Una difficoltà che si manifesta nell’inefficienza di tali misure, incapaci di piegare il movimento e la solidarietà che viene espressa alla nostra lotta.

Leggi la dichiarazione degli imputat* letta in aula:

Il processone contro le giornate di resistenza del 27 giugno e 3 luglio 2011 in Clarea è arrivato all’appello.

Noi rivendichiamo quelle giornate, la giustezza della lotta Notav!

Ci siamo trovati di fronte alla vostra scelta meditata di inserire l’appello di questo processo nella campagna di monito, intimidazione e di impiego delle varie forme di restrizioni che hanno l’obiettivo di disperdere il movimento Notav.

Il vostro scopo è semplice – aprire la strada alla devastazione dei territori e alle truffe ad “alta velocità” in Valsusa come in tutto il paese.

Le divisioni cui mirate con le vostre molteplici limitazioni della libertà non ci impauriscono e non ci dividono. Il vostro obiettivo, in perfetta continuità con la più generale strategia della procura di Torino, l’avete da subito mostrato separando addirittura il processone in 2 tronconi.

Lamentiamo l’alta velocità con cui è stato fissato questo appello mentre per l’appello riferito alla condanna in primo grado del 2011 per turbativa d’asta (appalto Tav Chiomonte) non è stato fissato alcun appello. Ci riferiamo al processo in cui sono stati condannati Comastri e Procopio di LTF

Ribadiamo la vicinanza e la solidarietà ad Alessio, Roby, Juan, Filo e Gianluca che avete allontanato, arrivando a proporre sfacciatamente un processo a latere, questo perché a voi è necessaria una sentenza punitiva e rapida contro i movimenti di lotta, a cominciare dal movimento Notav!

Sosteniamo la scelta di decine e decine di compagne e compagni, che da mesi contrastano con cosciente determinazione il tentativo di separarli dalle lotte – a Pisa, Roma, Venezia, Saronno, Torino, Ventimiglia compresa la Valle !

Oggi, per tutte queste ragioni, lasciamo l’aula, per unirci a Bussoleno, all’evasa Nicoletta!

ORA E SEMPRE NO TAV!

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

GIU’ LE MANI DALLA VALSUSA!

Tribunale di Torino 11 ottobre 2016

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Eddi libera! Tutte/i libere/i !!!!!!

EDDI LIBERA!!!!!!!!!!!Tutte/i libere/i!!!!!!

eddi-libera

http://www.notav.info/post/eddi-agli-arresti-domiciliari/

E’ quanto mai necessario come femministe intraprendere una riflessione sui dispositivi di controllo e repressione che vengono messi in atto dalla struttura neoliberista e che si stanno focalizzando sempre più in meccanismi che intaccano pesantemente le vite e il quotidiano delle militanti e dei militanti con l’intento chiaramente di intaccare contemporaneamente il tessuto sociale, lavorativo, familiare e diffondere la repressione a tutto campo nei territori attraverso sanzioni che minano la già precaria sicurezza economica e di vita di chi si batte per uscire da questa società. Ed è quanto mai urgente confrontarci per studiare la possibile messa in atto di meccanismi di contrasto e di difesa. Le militanti e i militanti sono preziose/i.

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Aleida March/Evocacion

9 ottobre 1967-Morte del CHE

Aleida March/Evocacion

aleida-march

” Così, semplicemente, entrai nella lotta armata.
Davanti ai miei occhi prendeva forma un mondo nuovo, inimmaginabile, che
significò per me una seconda nascita.
Ad esso mi sono consegnata con una dedizione e uno spirito di sacrificio totali,
offrendo tutta me stessa, con i miei principi, le mie aspirazioni.
Quella fu, a ripensarci, una delle stagioni più piene e felici della mia vita.
Nasceva così la combattente.”
Aleida March

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Emerald Move 2016

EMERALD MOVE

https://nobordersard.wordpress.com/

E’ in corso nei mari della Sardegna, dal 3 al 14 ottobre, l’ennesima esercitazione militare congiunta, dal nome EMERALD MOVE 2016. Vi partecipano gli eserciti facenti parte dell’European Amphibious Initiative, le marine di Italia, Olanda, Francia, Spagna, Turchia, Regno Unito, Portogallo e Belgio. Con il supporto di aerei e elicotteri. Il poligono più coinvolto sarà come al solito quello di Teulada.

Come fu l’anno scorso per la Trident Juncture è stato coinvolto  anche il porto di Cagliari, dove tra l’1 e il 2 ottobre hanno attraccato per completare i rifornimenti necessari alle due settimane di esercitazione le grandi navi militari europee arrivate al porto di Cagliari già dallo scorso weekend (tra le varie cose lo stazionamento in porto di queste mega navi ha portato in città centinaia di soldati in libera uscita che hanno girovagato per il centro città regalando l’ennesima esperienza di occupazione militare), vederle è facile, sono talmente enormi che a confronto la Tirrenia fa tenerezza. Sono portaerei di stazza enorme, sono visibili sui ponti i cacciabombardieri.

Con più precisione si tratta della Mistral (L9013) una portaelicotteri d’assalto anfibio della Marina militare francese e la Juan Carlos I (L-61) nave multiuso usata sia come portaerei STOVL sia come nave d’assalto anfibia. E’ previsto l’arrivo di un’altra decina di navi di uguale portata.

L’Italia è, allo stesso tempo,  colonia  degli USA e complice delle operazioni neocoloniali spacciate per  “guerre umanitarie”

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La Valle non si arresta!

La Valle non si arresta!

Prime udienze appello processone e presidio martedì 11/10

no_tav_plazzo_giustizia_torino-658x274Il 4 ottobre è partito l’appello del processo contro le giornate di resistenza del 27 giugno e del 3 luglio 2013.
Sebbene non più all’aula bunker del carcere le Vallette, fuori c’era il solito enorme spiegamento di agenti.
Le difese hanno subito evidenziato l‘irregolarità di svariate notifiche, argomentando che si può ovviare in poche settimane fornendo le notifiche ai difensori; stride parlare di economia processuale quando invece si verrà a spendere molto di più e  che le linee difensive andranno riargomentate ad altro collegio. Dunque così facendo è fortemente minata l’unitarietà della trattazione difensiva per fatti simili e- o uguali e in più per innumerevoli svariati altri motivi ( come ad esempio le provvisionali).
Dopo una lunga pausa la corte, pur di rispettare la già stretta calendarizzazione prevista (6 udienze  o forse più in sole due settimane), ha sancito subito l’impostazione decidendo di spaccare il processone in 2 tronconi, stralciando la posizione di 5 imputati (cosa che in genere avviene in presenza di cavilli giuridici come la prescrizione, e non è chiaramente questo il caso, decidendo addirittura di processarli a latere a data da definirsi). Alla faccia  del garantismo delle spese processuali dei contribuenti…
Ciò che è appena successo ha dell’ dell’incredibile: la corte decide semplicemente di non vedere queste palesi contraddizioni e non fornisce una logica spiegazione!
In piena sintonia con la corte il  PM, intanto, rilascia interviste e a La Repubblica il 5 ottobre dice: “Sono qui per proseguire lungo la linea tracciata dalla procura di Torino di Gian Carlo Caselli, che condivido in pieno: una linea di grande rigore all’interno, naturalmente, di una cornice di garantismo”.
Il 6 ottobre si è svolta invece la seconda udienza, durante la quale il giudice relatore ha ricostruito la sentenza e il contenuto dei vari atti di appello, sia dalla procura sia dagli imputati. Un’udienza senza note significative, durata oltre 5 ore.
Per la stragrande maggiornaza degli imputati il processo continua ad “alta velocità”!
L’obiettivo è chiaro: emettere una sentenza punitiva e rapida contro i movimenti sociali in lotta a partire dal movimento No Tav. Ciò, lo ripetiamo a fronte dell’evidenza, rientra chiaramente nella più generale strategia della Procura di Torino che mira a disperdere e criminalizzare il movimento Notav!
Invitiamo al presidio di solidarietà fuori dal tribunale di Torino in Corso Vittorio Emanuele II, martedì 11 ottobre h 9:00.
La Valle non si arresta!
Giù le mani dalla Valsusa!

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Terra e libertà

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Campagna per il NO al referendum del 4 dicembre!

31)Votiamo NO per dire NO alla meritocrazia!

votare NO

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7 ottobre 2016/#ingovernabili!!!!!

7-ottobre 7-ottobre-torinoContro la “buona scuola” oggi a Roma e in tutta Italia una “buona lotta”!!!!!!!!!

 

Intervista ad una studentessa del Manara

https://www.facebook.com/sapienza.clandestina/videos/1479730685376718/

Intervista ad una studentessa del Mamiani

https://www.facebook.com/sapienza.clandestina/videos/1479730685376718/

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Silvia Perez Cruz/Maria la portuguesa/Alfonsina en el mar

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La Parentesi di Elisabetta del 5/10/2016 e Podcast

“Femminismo senza femminismo”annaspare clicca qui

La peculiarità della nostra stagione che coincide con il neoliberismo è caratterizzata dal dato che il capitale è reale cioè totale e pertanto è un rapporto sociale globale che occupa tutto il territorio del vivere. Il movimento femminista è movimento di decolonizzazione del quotidiano patriarcale ed è un processo sociale che non può essere ristretto negli steccati dell’emancipazione. E’ un processo che non può essere arrestato né in punto né in una fase storica determinata e per questo è stato conferito alle patriarche e alla socialdemocrazia il compito di deviarlo e rimandarlo.

Il fatto che il movimento femminista debba fare i conti con una lettura falsa e manipolata, con una promozione sociale personale, con una correità di chi questa promozione sociale l’ha ottenuta, non significa che non abbia sempre un progetto sociale implicito.

Il patriarcato attraverso il suo Stato, parcellizza nell’ambito di interessi parziali e corporativi l’esigenza di libertà che è di noi tutte e, con noi di tutti i segmenti della società oppressi.

La sfida per il movimento femminista è di realizzare un progetto antagonista che si misuri con la globalità dell’oppressione di genere e con la critica del vivere quotidiano perché il patriarcato oggi essendo stato assunto in una reciprocità di azioni e di intenti, dal neoliberismo, si è costituito a tutto campo nel suo metabolismo sociale. Pertanto è nodale, in questa stagione, scontrarsi con il patriarcato inteso come rapporto sociale, socializzare lo scontro e riannodare la solidarietà rivoluzionaria di noi tutte, solidarietà che passa, mai come ora, attraverso lo smascheramento dei ruoli e della collocazione delle soggettività colluse.

Il patriarcato è diventato più forte perché il movimento femminista non è stato in grado di smascherare e di opporsi a questo processo.

E’ necessario recuperare la critica al quotidiano, al quotidiano patriarcale, nella sua forma specifica in un mondo nel quale tutto è diventato merce. Ciò che nel dominio formale occupava la sfera della produzione ora occupa tutta la sfera del vivere.

In questo contesto le subalternità e le differenze devono confrontarsi con un codice, un unico codice totale e totalitario in cui si stabiliscono ruoli, figure e funzioni e questo vale tanto più per chi appartiene al genere oppresso.

Il movimento femminista è sintesi della critica alla quotidianità imposta dal patriarcato e di quella al capitale come dominio globale, è rottura con il neoliberismo patriarcale inteso come metabolismo sociale, è movimento di liberazione teso alla libertà di spazi, di tempi, di ricchezza, è un programma sociale di liberazione da questa società, dal mondo delle merci, dai ruoli assegnati, dai compiti assolti per autopromozione personale contro una società che ha realizzato la società patriarcale come seconda natura raggiungendo l’obiettivo di coinvolgere settori del genere oppresso nel processo di mantenere nell’oppressione la stragrande maggioranza degli oppressi/e tutti/e, veicolando nell’ambito del genere una situazione per cui un miglioramento personale viene spacciato per un miglioramento generale.

E’ la versione in campo femminile del teorema secondo cui questa è la società migliore e che comunque non ci sono alternative e magari per i più scettici, la situazione in cui siamo immerse è un dato di fatto, un punto di non ritorno.

Occorre da subito dare espressione sistematica, organizzata, soggettivamente motivata ai principi e agli ideali del movimento femminista che lo stesso ha elaborato in modo diffuso, spontaneo, magari disorganico, ma avendo la chiarezza che la prospettiva è la distruzione, la rimozione di tutti i “ruoli sociali”, l’abolizione di tutte le classi e che la liberazione è il passaggio per la libertà.

Oggi per il femminismo è nodale riconoscere ed organizzare le proprie ragioni.

Il neoliberismo e il patriarcato così come si sono realizzati in questa stagione tendono ad affermarsi come seconda natura e pertanto portano la morte in tutta la società, socializzano la morte nelle relazioni sociali, sentimentali e affettive. Mai come oggi è importante il femminismo come pratica storica, cosciente, organizzata della liberazione delle donne come conquista di una vita mai vissuta. Se non avessimo lottato in questi anni collettivamente e singolarmente, non avremmo la possibilità di leggere questo percorso, di affermare queste esigenze. Il movimento femminista è stato ed è un’allusione potente ad un’altra vita. La consapevolezza dei suoi limiti e del voluto stravolgimento da parte di alcune non rimuovono le sue potenzialità.

Oggi è necessario aprire il dibattito per definire i percorsi di liberazione e le modalità in cui si possono esplicitare magari attraverso una rete soggettiva, coordinata e coerente, con la comprensione dei ruoli e della collocazione e rifiutando una sorellanza fittizia, falsa, formale e fuorviante attraverso la comprensione della collocazione all’interno del movimento femminista dei ruoli che ognuna ha scelto di assolvere.

Il femminismo in questo senso si misura con le contraddizioni prodotte dalla sua storia ma perché questa non diventi ora e qui la storia del patriarcato, perché non si perpetui la situazione in atto, quella di un femminismo senza femminismo dove l’apparente bontà delle ragioni nasconde la sostanza dell’operazione sottesa, cioè la riconsegna delle donne tutte alla subalternità infantilizzata della tutela dello Stato, facendole annegare nel patriarcato e nel neoliberismo,  si deve riannodare al suo portato antagonista e alla sua aspettativa e al suo anelito di libertà.

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Inaugurazione del Centro Documentazione Palestinese-Roma

Sempre dalla parte delle compagne palestinesi che lottano, cercano di sopravvivere, muoiono, si ribellano, resistono, combattono…Sabato 8 ottobre 2016 (ore 18:00)
Via dei Savorgnan 40 – Roma

palestina-centro-documentazione

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Campagna per il NO al referendum del 4 dicembre!

30)Votiamo NO per dire NO alla Governance!

votare NO

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I Nomi delle Cose

“I NOMI DELLE COSE”

Abbiamo deciso di chiudere la trasmissione “I Nomi delle Cose” su Radio Onda Rossa.

Questo il nostro comunicato a ROR

Care compagne e cari compagni,
siamo qui per mettervi al corrente di una decisione sulla quale abbiamo 
ragionato molto e che confidiamo accoglierete con lo stesso animo di rispetto 
reciproco con cui noi ve la comunichiamo. Abbiamo deciso di chiudere la 
trasmissione ” I nomi delle cose”.  Crediamo che sia una necessità per la radio ridefinire la propria linea politica e condividerla con tutt* coloro che collaborano con la radio. Tuttavia questo rinnovamento ha reso evidenti  differenze politiche che non possono essere portate a sintesi e che ci impediscono di continuare.  Nonostante questo, 
crediamo che le discussioni, anche accese, affrontate nelle riunioni di 
redazione negli ultimi anni su questioni femministe e internazionali abbiano 
avuto una notevole funzione dialettica.
Vi salutiamo con l’augurio di ogni bene personale.

Coordinamenta femminista e lesbica

ma “I Nomi delle Cose” continua!!!!!!

si trasforma in una Riflessione/Dibattito a viva voce sulle più svariate questioni lette da un punto di vista femminista, come abbiamo sempre fatto, che pubblicheremo sul blog il mercoledì, ogni quindici giorni, in podcast corredata dai materiali e dai riferimenti usati, mentre la “Parentesi di Elisabetta” prosegue con cadenza settimanale.

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Campagna per il NO al Referendum del 4 dicembre/Assemblea nazionale

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2 ottobre/Marina Rossel/Els Segadors

Indipendenza per la Catalogna!

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