Dossier sulla guerra nello Yemen e le bombe RWM

Dossier “DUE ANNI FA, NEL 2015, L’INIZIO UFFICIALE DELLA GUERRA NELLO YEMEN E LA FABBRICA DELLE BOMBE RWM A DOMUSNOVAS”

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30 marzo Giornata della Terra

Palestina libera, Palestina rossa!

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6 aprile 2017 a BAM/ La schiavitù è stata davvero abolita?

Roma – 6 aprile aperitivo e proiezione del documentario “13th” benefit lotta contro CPR e frontiere

da Hurriya.noblogs.org

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Marzo 1999-Marzo 2017/ Jugoslavia e Dynamic Manta

Marzo 1999-Marzo 2017/ Jugoslavia e Dynamic Manta

La socialdemocrazia ha portato in dote al neoliberismo l’impianto teorico del ritorno al colonialismo che, una volta, verteva sulla diffusione della civiltà cristiana, del commercio e del progresso e, oggi, trova giustificazione  nei diritti umani, nei mercati e nella democrazia.

Dal 24 marzo al 28 giugno del 1999, la Jugoslavia fu aggredita dall’Alleanza Atlantica guidata dagli Stati Uniti, Bill Clinton presidente e Madeleine Albright segretario di Stato e, non a caso, con i governi inglese, francese, tedesco e italiano a guida socialdemocratica, senza mandato dell’ONU e senza l’approvazione dei rispettivi parlamenti.

Il governo italiano che ha aggredito la Jugoslavia aveva come Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, vicepresidente con delega in materia di servizi di sicurezza Sergio Mattarella, Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio Domenico Minniti, ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto.

L’aggressione alla Jugoslavia è il debutto in società del nuovo concetto strategico della NATO e la sua trasformazione in polizia internazionale che interviene là dove i governi e i popoli hanno l’ardire di sottrarsi o almeno di tentare di sottrarsi al dominio imperiale.

Dal 12 al 24 marzo appena trascorsi, si è tenuta, di fronte alle coste della Sicilia, l’esercitazione navale NATO DYNAMIC MANTA con la partecipazione della marina militare di Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Spagna, Grecia e Turchia. L’Italia è un riferimento strategico importante perché fornisce stazioni aeronavali, marittime e terrestri e punti strategici di rifornimento, partenza e munizionamento.

L’uscita dell’Italia dalla NATO è una necessità imprescindibile e dovrebbe essere posta in qualsiasi lotta venga portata avanti sul fronte interno, sul fronte esterno e anche nel nostro specifico femminista. 

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Non siamo Negan

Non siamo Negan

Pubblicato il 26 marzo 2017 · in Cinema & tv, Schegge taglienti ·

di Alessandra Daniele

negan[Non contiene spoiler maggiori]

La settima stagione di The Walking Dead è stata lenta e stiracchiata da troppe digressioni inutili. Il budget è stato ridotto al limite della sopravvivenza. La serie ormai si svolge tutta fra baracche e discariche, e la CGI sembra fatta con Paint.
Il senso d’angosciosa impotenza, di paralizzante frustrazione che ha gravato come una cappa soffocante su tutta la stagione però è stata una scelta narrativa precisa, sensata, e interamente voluta.
Di tutti i nefandi antagonisti affrontati in questi anni dal gruppo dei sopravvissuti di The Walking Dead, Negan è infatti il più ostico, il più pericoloso, perché è quello che più somiglia allo Stato.
Il modo in cui riscuote i tributi, requisisce e (non) redistribuisce le risorse, assegna i ruoli, decide dei delitti e delle pene, reclama il monopolio assoluto dell’uso della forza, e soprattutto il modo in cui pretende adesione ideologica, identificazione: “Noi siamo Negan” è la sua versione di “Lo Stato siamo noi”.
I suoi prigionieri portano divise da carcerato. I suoi schiavi sono formalmente liberi di scegliere fra la schiavitù, e la morte.
Il suo primo raid ad Alexandria più che a una razzia somiglia a un pignoramento, uno sgombero, uno sfratto.
Gli interminabili comizi autocelebrativi che precedono le sue esemplari esecuzioni pubbliche hanno tutto il sinistro paternalismo dei discorsi ufficiali che anche in questi giorni abbiamo sentito così spesso.
I Saviours di Negan non sono una semplice gang, una tribù, sono uno Stato, anzi sono lo Stato.
Con la sua organizzazione sistematica, burocratizzata del sopruso, Negan fa qualcosa di peggio che rendere l’apocalisse più spaventosa, la normalizza.  
Per Negan gli zombie non sono una minaccia, sono una risorsa.
Li utilizza come recinzione, come arma, come esercito di riserva.
Per Negan in fondo tutti, vivi o morti sono zombie allo stesso modo.
Negan è l’orrore quotidiano.
Negan è lo Stato.
E per batterlo a Rick e Michonne toccherà organizzare una rivoluzione.

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La Parentesi di Elisabetta del 22/03/2017

“A proposito di Torino”

 Il tribunale di Torino ha assolto in questi giorni un uomo accusato di violenza sessuale perché “il fatto non sussiste”. Nelle motivazioni si legge che la donna non avrebbe «tradito quella emotività che pur doveva suscitare in lei la violazione della sua persona». La vittima ha detto solo “basta”, non ha chiesto aiuto, non ha urlato.

Ora non solo la donna che ha sporto la denuncia  dovrà accettare il fallimento della sua causa, ma dovrà rispondere anche di calunnia, perché la prima sezione penale presieduta dalla giudice Diamante Minucci ha trasmesso gli atti al pubblico ministero non ritenendo “verosimile” la sua versione dei fatti. Non c’è assolutamente percezione di come si possa reagire alla violenza sessuale, di cosa sia in effetti la violenza sessuale e di come le donne siano sempre soggetti in difficoltà psicologica, fisica e culturale di fronte alla violenza che viene loro inflitta perché costruite secondo un canone in cui l’abitudine alla soggezione e la paura del giudizio portano persino all’incapacità di reazione. Tutto ciò è ormai da anni patrimonio del movimento femminista ed è stato elaborato in riflessioni di tutti i tipi.

Ma la sentenza non è dovuta al fatto che la magistratura non è abbastanza educata  a riconoscere la violenza di genere, o al fatto che non vengono fatti corsi  di formazione adeguati per giudici, magistrati, poliziotti, forze varie così dette dell’ordine. Non è il risultato di un’arretratezza culturale riguardo alla violenza sulle donne che ne impedisce la percezione e la valutazione da cui deriverebbe la necessità, come va propagandando la socialdemocrazia femminile, di rapportarsi con lo Stato e di renderlo adeguatamente edotto rispetto a questa violenza.

E’ semplicemente dovuto al fatto che la ruolizzazione sessuata e la soggezione delle donne sono parte integrante del modello economico-politico-sociale. E non si può pensare di scardinare il ruolo sessuato che fa parte di una organizzazione del lavoro piramidale, gerarchica e meritocratica coltivando una visione di tutela categoriale.

Il fatto che il giudice sia una donna è esemplare. Questo sistema coltiva ed incentiva l’emancipazione  come mezzo di promozione personale,  spinge le donne affinché si mettano al servizio del potere e assumano la scala di valori neoliberista e patriarcale. E l’assunzione dei valori dominanti è necessariamente a tutto campo. La giudice che ha emesso questa sentenza è la stessa che ha condannato nel maggio del 2014 dei militanti NoTav a pesanti pene per banalità avvenute al cantiere di Chiomonte ed è la stessa che ha presieduto la corte che sempre a Torino ha inflitto undici condanne da nove mesi a un anno e due mesi ai militanti che avevano manifestato contro il comizio di Salvini nel marzo 2015. Ed è la stessa che ha condannato nel gennaio di quest’anno a un anno e dieci mesi di reclusione una madre per maltrattamenti sui sette figli, su denuncia del marito.

In una società come la nostra fondata sulla violenza, sull’ineguaglianza, sullo sfruttamento, la socialdemocrazia ha portato in dote la capacità di imbellettarsi, e uno di questi belletti dovrebbe essere l’attenzione alla violenza sulle donne, ma nulla può essere scisso dal contesto in cui vive e di cui si nutre.  L’esperienza ci ha insegnato che le donne nelle istituzioni si sono messe, insieme ai maschi, al servizio del sistema. L’emancipazionismo usato come fine e non come mezzo ha stravolto il percorso di liberazione, confondendo piani che avrebbero dovuto essere solo strumentali, con piani di rottura dell’ordine sessista e classista stabilito, riportando la lotta femminista a modalità funzionali a questo sistema, anzi facendone un fiore all’occhiello del sistema stesso.

Un abisso divide l’insieme donne in questo momento storico e anche se l’oppressione che subiamo è trasversale allo spazio e al tempo e attraversa tutte le classi e le frazioni di classe, ci sono donne che scelgono strade di liberazione e altre che scelgono di perpetuare il dominio patriarcale e di contribuire a opprimere le altre donne e tutti gli oppressi.

La sentenza di Torino esplicita, ancora una volta e in maniera evidente chi si colloca da una parte e dall’altra dell’abisso.

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3 aprile 2017 / STOP RWM!

3 aprile 2017 / STOP RWM! 

Presidio e Corteo a Domusnovas

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STOP ALLA FABBRICA DI MORTE RWM

LUNEDÌ 3 APRILE 2017 A DOMUNOVAS

PRESIDIO AL PIAZZALE DELLA RWM DALLE 11.00 ALLE 16.00

CORTEO DAL PIAZZALE DELLA FABBRICA AL PAESE – PARTENZA ALLE 16.00

Ormai è un dato di fatto: la RWM Italia spa produce bombe, lo stabilimento di Domusnovas fabbrica ed esporta gli ordigni che devastano lo Yemen e tanti altri paesi, per alcune centinaia di posti di lavoro e decine di milioni di fatturato.

In nome del profitto si uccidono centinaia di migliaia di civili, si coprono le complicità delle istituzioni e in nome del ricatto occupazionale si giustifica chi lavora e contribuisce manualmente alla costruzione di strumenti di morte.

Fermiamo la filiera di questa produzione di morte, dal padrone all’operaio, dai trasporti dei materiali a chi li prende in carico.

La produzione di bombe deve cessare qui e ovunque, produrre e vendere morte non può essere un’attività da svolgere serenamente né ora né mai.

Per questi motivi ci ritroviamo il 3 aprile nel piazzale dello stabilimento RWM a Domusnovas per un presidio dalle 11:00 alle 16:00, cui seguirà un corteo verso il paese.

Vi invitiamo a partecipare per provare tutti insieme ad inceppare anche se per poche ore questo macchinario e rimarcare che chi contribuisce ai suoi ingranaggi “per quanto si creda assolto è lo stesso coinvolto”

Non lasciamo in pace chi vive di guerra!

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I Nomi delle Cose del 22/03/2017

I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica/Anno 2016/2017-Nuova Stagione 

i-nomi-delle-cose

Puntata del 22/03/2017

 “Aborto libero! ” “Io abortisco perché lo voglio e basta!”

 

“Aveva assunto un farmaco contro gli spasmi addominali che in grande quantità provoca l’interruzione di gravidanza. Secondo Il Giornale di Vicenza, il tribunale ha emesso una sentenza per 15 giorni di reclusione, con pena sospesa” Questa la notizia di questo 8 marzo che riguarda una ragazza di Vicenza

NON CI SIAMO STUFATE DOPO QUARANT’ANNI DI ESSERE ANCORA A QUESTO PUNTO? NON CI SIAMO STUFATE DI PIETIRE DALLO STATO QUELLO CHE APPARTIENE SOLO E SOLTANTO A NOI? BASTA! E’ NECESSARIO ORGANIZZARSI E DIFENDERSI IN MANIERA AUTONOMA

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Caramelle Tuttifrutti

DA QUANTI SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE E CARAMELLE TUTTIFRUTTI CONTINUEREMO AD ESSERE PLAGIATE?

https://www.facebook.com/daniela.pellegrini.98499?ref=br_rs

Sono stanca di parlare con donne che accusano e contestano il patriarcato……e ne osannano i vecchi e nuovi rappresentanti e le loro opere e narcistici vari pensieri, immemori di generazioni secolari di usurpatori, cancellatori, inquisitori,impositori, sfruttatori.
Sono scandalizzata da tutti gli sbandieramenti ipocriti di libertà e giustizia in funzione autistica al loro incensamento e al loro accapparrarsene in esclusiva, abbastanza astuti da non ammettere di saperlo: Perché se ti chiedono la mano é per impedirti di agire e di difenderti, se ti abbracciano é perché tu debba dichiarare e riconfermare la resa, se ti danno valore é perché tu ti genufletta solo al loro.
Sono stufa di vedere la rappresentazione e ammirazione che le donne fanno di tutto ciò ed esprimono ad ogni pié sospinto.
Sono desolata della cancellazione che esse così si fanno, insieme a tutte quelle donne cancellate e schiave grazie e contro
le quali essi hanno potuto, voluto e goduto della propria libertà di esistere e darsi e farsi valore dentro e grazie alla loro indefessa violenza. A tuttoggi….
Verrà anche per loro il giorno della memoria?

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24 marzo NO TAV!

24/03 assemblea popolare no tav a Bussoleno

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“Il fare è diventare”

“Il fare è diventare”

Le donne ricordano con il loro corpo. Invito ad un viaggio di movimenti e suoni per attivare, evocare, riconoscere gli archetipi che hanno determinato la nostra storia.

prenotazione obbligatoria entro mercoledì 29  marzo 
Indossare abiti comodi

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Torino e Firenze stasera contro i Cie/Cpr

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Dolores Price

https://youtu.be/4KcoF5RbuEQ

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Mairéad Farrell

https://youtu.be/xZUeCemzkt4

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Gravi-danza/terzo Incontro di Uteroghiamoci!

Questa sera, martedì 21 marzo, dalle 20,30 alle 22,30 alla Consultoria Autogestita di Milano

Gravi-danza. Uteri in movimento! Terzo incontro di Uteroghiamoci all’interno di “COSE NOSTRE”!

 “Prendersi cura di noi e farlo insieme, elaborando strumenti di resistenza e cambiamento, è di per sé un atto politico: rompe l’isolamento che è la base su cui si costruisce il controllo patriarcale.”

https://consultoriautogestita.wordpress.com/

https://www.facebook.com/consultoria.autogestita.7/

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