Le donne che non difende nessuno

Le donne che non difende nessuno

A Traversetolo in provincia di Parma una ragazza di ventuno anni ha portato avanti due gravidanze a distanza più o meno di un anno una dall’altra e senza che nessuno se ne accorgesse: genitori, fidanzato, amiche, conoscenti. Ha fatto tutto da sola, ha occultato le gravidanze, ha partorito, non si sa bene se i neonati siano nati vivi, il secondo sembra sia morto perchè il cordone ombelicale non è stato tagliato correttamente, e li ha sepolti nel giardino di casa. Sono stati trovati per caso, mentre lei continuava a condurre la vita <normale> di una ragazza della sua età. Questa la notizia.

A parte le orribili parole spese dai media sul fatto che parlano di <giardino degli orrori>, parole mai spese per le violenze dello Stato di ben più grave spessore, quello che l’opinione pubblica e gli esperti di turno di tutti i tipi, dagli psicologi ai giudici, dalle assistenti sociali ai medici  si chiedono è come mai non abbia pensato di abortire, come mai non abbia pensato di lasciare i neonati in una struttura pubblica, come mai non dimostri rimorso, dolore, pentimento, istinto materno, come sia possibile che abbia fatto tutto da sola, come sia possibile che abbia programmato tutto questo. L’unica risposta data dalla ragazza è stata <avevo paura del giudizio della gente>. E questa è una risposta vera.

Siamo proprio sicure che se lo avesse detto ai genitori non avrebbe avuto pressioni per tenere il bambino? siamo proprio sicure che il ragazzo non avrebbe spinto per tenerlo? ci vuole determinazione per opporsi a tutto questo, solo Chiara sa come la pensavano i genitori, il ragazzo, la sua famiglia, le amiche…paradossalmente  per lei è stato più facile così che affrontare il giudizio degli altri e questo dovrebbe far riflettere tantissimo sul tragico mito dell’istinto materno. Dietro l’infanticidio c’è sempre il rifiuto del ruolo patriarcale.

Comunque, se vi va e come vi suggeriamo ogni volta, cercate sul nostro blog <Le donne che non difende nessuno> e alla voce Materiali 

RIFLESSIONI SU UN TABU’: L’INFANTICIDIO

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