Lascia che il mare entri

Lascia che il mare entri

Barbara Balzerani

DeriveApprodi 2014

“Le vicende del mondo mi sono entrate dentro, mi hanno
attraversata come una carta geografica aperta, e mi sono
ritrovata in ogni Vietnam senza attraversare nessuna
frontiera. In ogni piega della grande avventura umana ho
messo su casa, orientando la porta d’ingresso verso la
sorgente del sole. Sapevo di essere sulla strada e non volevo
farmi trovare da un’altra parte quando sarebbe arrivato il
futuro. Quei raggi di ogni dove mi hanno raggiunta,
contaminata. L’anima ne è uscita tanto solcata da poterci
passare le dita dentro e la pelle scurita, ispessita, meticcia.
Ancora incompiuto il racconto.
Tre generazioni di donne per riallacciare il filo delle mie
origini incerte.”
CopLasciacheilmareentri

Tre donne nello scenario del secolo delle
guerre e delle rivoluzioni. Ultime tracce
di un mondo di relazioni cancellato,
di un’umanità di cui il denaro che produce
denaro può fare a meno.
Storie che provano a restituire voce alle
ragioni ammutolite dalla Storia scritta.
Storie del tradimento di saperi,
dell’inganno del progresso mercantile, del
grande affare delle guerre, della rottura
del patto con la vita e del prezzo per
non averne difeso le condizioni. Storie
di sfiduciata resistenza, di subordinate
aspettative, di imprevidenza di morte per
vanagloria di crescita illimitata.
Tre donne che si passano il testimone nel
racconto del rapido consumarsi della civiltà
dell’illimitato sfruttamento di ogni risorsa.
La stessa che continua a promettere
futuro, felicità e benessere, a vendere
il proprio modello a chi oggi ne sta
seguendo le orme, dopo aver brutalmente
compromesso con i suoi punti di non
ritorno la riproduzione di un’impronta
umana nella vita del pianeta. Dopo aver
sterilizzato nei registratori di cassa
libertà, diritti, comunanze e mascherato
la sua offerta di ogni miseria con gli
ammiccamenti alle virtù della sudditanza.
Tre donne che chiudono in un circolo
virtuoso le battaglie di una manciata di
generazioni per mantenere il senso di
sé e il legame con i fondamenti
dell’esistenza. Nel silenzio, nell’ascolto,
nella riconoscenza verso chi ha tracciato
un percorso forse ancora praticabile.

 

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