“Green Pass” e piani europei

I piani europei per il “Green Pass” erano già pubblici 20 mesi prima della pandemia

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La pandemia da Covid-19 ha portato i governi ad adottare soluzioni per far fronte all’emergenza e cercare di tamponare il contagio, sia in termini numerici sia di espansione geografica. Il Green Pass sembra proprio rispondere a queste esigenze e sarà richiesto per tutti i viaggi internazionali e, in molti paesi, per entrare in negozi, ristoranti, bar, palestre, hotel, teatri, concerti ed eventi sportivi: l’impressione che ci viene fornita è che la misura sia conseguenza diretta della pandemia. Eppure, la pianificazione dei “passaporti vaccinali” è iniziata almeno 20 mesi prima dell’inizio dell’epidemia di COVID-19. Dunque la pandemia non è la causa del “passaporto vaccinale” ma ha convenientemente fornito la giustificazione per la sua introduzione. Continua a leggere

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Un utile opuscolo

Riceviamo e divulghiamo un utile opuscolo

NOI E IL NOSTRO COVID*

*l titolo si rifà a Noi e il nostro corpo, opuscolo del Collettivo per la salute delle
donne di Boston negli anni ’70, diventato poi il libro punto di riferimento
mondiale per la salute femminile non medicalizzata

per leggere e scaricare clicca qui

NOI E IL NOSTRO COVID

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Per Giorgiana e per noi/12 maggio 1977

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Per Ulrike e per noi/ in ricordo di Ulrike Meinhof/ 9 maggio 1976

Certa gente non ama ricordare, molta gente non vuole capire, certe cose non si devono pensare, molte cose non si possono dire…

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Un fatto di inaudita gravità!

TSO e ricovero in psichiatria a studente che rifiuta la mascherina

Questa la notizia:

<Nella giornata di ieri, a Fano, uno studente diciottenne frequentante l’Istituto Tecnico Commerciale «Olivetti» si è incatenato ad un banco in segno di protesta: il ragazzo, rifacendosi alle tesi di un «costituzionalista», ha rivendicato il suo diritto di seguire le lezioni senza indossare la mascherina. Così, dopo due ore di estenuanti trattative in cui il personale scolastico ha cercato di convincere invano lo studente a rispettare le regole, i suoi compagni di classe sono stati spostati in un’altra aula e dopo aver liberato i corridoi e sgomberato la scuola, al giovane è stato ordinato di lasciare l’istituto: ad attenderlo fuori vi erano un’ambulanza ed un’auto della polizia ed il ragazzo è stato preso in custodia dai sanitari. «Sono nel reparto psichiatrico di Pesaro, a Muraglia: mi hanno fatto un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) e dovrò restare qui per una settimana. In questo momento una dottoressa mi sta portando via tutti gli oggetti pericolosi. Mi hanno dato dei calmanti al Santa Croce e poi mi hanno trasferito a Pesaro, a Muraglia», ha affermato il diciottenne.>Da indipendente.online

E’ un fatto di inaudita gravità. Ogni forma di dissenso per il sistema neoliberista ha due sole possibili accezioni: o è una forma delinquenziale o è una forma di pazzia. Non viene accettata nessuna possibilità di confronto o discussione e viene usata direttamente la forza anche se la dimostrazione è assolutamente pacifica come nel caso di questo diciottenne. Se si fosse ribellato al trasferimento coatto e avesse opposto resistenza avrebbero detto che il TSO era dovuto perché fuori di testa, dato che non ha opposto resistenza hanno avuto la faccia tosta di dire che non c’è stata violenza nei suoi confronti perché ha seguito i sanitari e la polizia di sua spontanea volontà. Il neoliberismo pretende ubbidienza assoluta e dedizione senza condizioni ma questo non sarebbe possibile se non ci fossero tante persone che si prestano e si dimostrano zelanti: professori, personale scolastico, gli altri studenti, il personale sanitario…possibile che tutti abbiano talmente perso perfino la propria dignità da permettere queste cose? il fascismo e il nazismo è così che sono andati al potere.

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 6 maggio 2021

Zardins Magnetics di giovedì 6 maggio 2021

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

FM 90.0 MHz https://radioondefurlane.eu/
https://www.facebook.com/radiazioneinfo/
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Gli argomenti:

* Basta morti di Stato! Ricordando Alina
* Contro il coprifuoco
* Contro il modello sionista
* Un approfondimento sul CPR di Gradisca d’Isonzo

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Siamo tornate all’ottocento

Un’operaia che a ventidue anni muore dilaniata da un macchinario tessile. Una ragazza che a ventidue anni lavora in fabbrica. Una ragazza che a ventidue anni ha un bambino di cinque, una ragazza che a diciassette anni lascia la scuola perché è incinta  e che lavora, ragazza madre, per mantenere il bambino. Un giovane fidanzato che dichiara all’intervistatore che si sarebbero sposati presto e che avrebbe riconosciuto il bimbo anche se non suo. Una tragedia che fa venire i brividi e che riempie di rabbia non solo per la sua terribile morte. Siamo tornate all’ottocento. Una morte così tremenda occupa le pagine dei giornali, si versano lacrime di coccodrillo e si fanno dichiarazioni pelose come per tutti/e quelle/i che muoiono ogni giorno, continuamente, di lavoro. ma quante persone sono in situazioni come questa? bisogna che muoiano di lavoro o di fatica o di miseria o di disperazione per avere qualche riga su un giornale. Questo è il neoliberismo.

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Le ragioni assolute di un nuovo umanesimo

Il testo che segue è stato letto come contributo durante l’assemblea contro l’obbligo vaccinale che si è svolta il 2 maggio al terreno no tav di Acquaviva e Resistente (a sud di Trento), assemblea a cui ha partecipato una novantina di persone. da ilrovescio.info

Le ragioni assolute di un nuovo umanesimo

In questo momento la vaccinazione di massa è forse la questione a più alta densità politica, nelle due accezioni del termine politica: come arte del potere e come cura comune di ciò che è comune.

La martellante propaganda mediatica e governativa presenta il rifiuto dei vaccini OGM come una sorta di impulso irrazionale di fronte alla razionalità della scienza. Non è un caso. La vaccinazione è il coronamento della gestione istituzionale dell’epidemia. Metterla in discussione significa far traballare tutta la costruzione. Da un anno a questa parte, l’aggettivo “complottista” ha colpito in modo sistematico soprattutto due forme di opposizione: quella alla rete 5G e quella ai vaccini sperimentali. E anche questo non è un caso. Digitalizzazione della vita e della società, da un lato, e sperimentazione biomedica, dall’altro, sono strettamente intrecciate fra loro. Big data e nuove frontiere biomediche sono due tasselli di un unico programma. Cogliere fino in fondo questa posta in gioco è proprio ciò che può dare alla resistenza verso l’obbligo vaccinale tutte le sue ragioni contro l’oscurantismo tecno-scientifico, vera e propria superstizione contemporanea. Osserviamo le tendenze in atto.

I vaccini biotech diventeranno a breve spray nasale, gocce, pillole, cerotti “smart”, microchip. L’immensa mole di dati sanitari personali che l’industria sta raccogliendo con la vaccinazione di massa – questo è il segreto di Pulcinella della secretazione degli accordi tra UE e “Big Pharma” – sarà usata per introdurre anche in Europa le terapie digitali, cioè i farmaci-sensori ingeribili collegati al controllo medico da remoto, alla telemedicina (a cui non a caso andranno molti dei fondi del Recovery plan in materia di sanità).

Le terapie digitali – di cui si sente parlare sempre più spesso in televisione o alla radio – sono in commercio negli Stati Uniti dal 2017, anno in cui la FDA ne ha autorizzato l’impiego. Si tratta di un mercato per cui i giganti del digitale si stanno fondendo da tempo con l’industria farmaceutica (ad esempio Google – tramite la controllata Verily Life Sciences – con Glaxo, per fare due nomi)

Perché su quel mercato l’Europa è in ritardo rispetto agli USA? Perché micro-software ingeribili e telemedicina hanno bisogno di una vasta rete digitale per raccogliere sempre più dati e di un apparato di Intelligenza Artificiale per analizzarli: cioè di “città-intelligenti” e della rete 5G, che delle smart cities rappresenta l’infrastruttura materiale.

Per capire questi nessi, si può fare un parallelo con le macchine. Per lanciare il mercato delle auto a guida autonoma, servono città e strade disseminate di sensori, senza le quali l’auto a guida autonoma è un oggetto privo di utilizzo. Lo stesso vale per i corpi, oggetto di cattura da parte dell’industria tecno-farmaceutica. Senza 5G e telemedicina, le terapie digitali sono prive di sviluppo. L’impatto ecologico di una società interamente digitalizzata sarebbe devastante, nonché foriero di nuove epidemie, in una spirale verso il disastro in cui a guadagnare è solo l’industria.

Sui nostri corpi, insomma, si gioca letteralmente il tipo di società in cui vivremo domani. Corpi-macchina in un mondo-macchina governato da esperti e da algoritmi, oppure una società di umani che accettano i propri limiti e sanno di dipendere dalla natura. All’industria high-bio-tech vanno opposte sia la passione della resistenza sia le ragioni assolute di un nuovo umanesimo.

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BRUCIA IL TELEFONO

La versione online la trovi qui bruciailtelefono.noblogs.org con tanti emozionantissimi link
La versione originale qua quematumovil.pimienta.org
Se ci vuoi scrivere stupiditelefoni [chiocciola] riseup [punto] net se hai mail commerciali, lascia stare.
Ci piace pensare che questo testo è un po’ di tuttx, quindi pure un po’ di nessunx. Dunque, se sai chi l’ha scritto, tienilo per te.
Riproduci, modifica, sparpaglia a tuo piacimento

BRUCIA IL TELEFONO

L’idea di studiare le tematiche di questo opuscolo è nata in un momento femminista tra donne, lesbiche, froci e trans+ di scambio e condivisione sulla lotta contro le
frontiere e i dispositivi repressivi costruiti attorno ed a partire da esse. Nel cercare approfondimenti su cellulari e telefonia ci siamo imbattutx in questo lavoro che per i
suoi anni era fatto molto bene. Qualche tempo dopo abbiamo deciso di tradurlo ed aggiornarlo, già che ci stavamo lavorando sopra abbiamo tolto le parti che non ci
convincevano del testo. Quindi quanto leggerete non è la traduzione del testo, ma quello che ci sembrava interessante estrapolare con varie parti ampliate o eliminate.

brucia_il_telefono

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1 maggio a Torino/Per salvarci dobbiamo cambiare sistema

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Il lavoro che non c’è e che non ci sarà più

<Il lavoro che non c’è e che non ci sarà più>

Elisabetta Teghil

Il lavoro così come l’abbiamo conosciuto sta sparendo, il lavoro non ci sarà più così come l’ha sempre pensato la società lavorista quella in cui si viveva fino a non molto tempo fa, quella in cui il lavoro rappresentava il titolo normale e pressoché esclusivo di partecipazione alla vita sociale, quello che poteva definire una persona “è un grande lavoratore” oppure ”è uno scioperato, un nullafacente, un ozioso, uno sfaccendato”, quello che faceva, seppure nello sfruttamento capitalistico, l’operaio orgoglioso del proprio lavoro e della propria manualità nella consapevolezza di produrre ricchezza con le proprie mani, quello che smascherato con la teorizzazione del rifiuto del lavoro aveva permesso alla società tutta degli anni ’70 di inseguire desideri e sogni nel tentativo di riprendersi la vita.

Quel lavoro non c’è più e non ci sarà più.

Il lavoro ora è precario, saltuario, a termine, ad incarico, a progetto, addirittura scivola nel volontariato spesso gratuito senza neppure il rimborso spese, quello a tempo indeterminato non esiste più se non in sacche residuali che vanno a sparire oppure con la nuova nozione di tempo indeterminato che mente a se stessa come è solito fare il neoliberismo, la contrattazione è sempre più individuale e, di fatto, si può venire licenziati e licenziate in qualsiasi momento. Ormai i lavoratori/trici perdono quasi tutti i processi intentati contro il datore di lavoro e se avviene la reintegrazione dopo una sentenza del tribunale questa viene bellamente disattesa in mille modi. Gli orari sono molto variabili, i gruppi di lavoro non si conoscono, il rinnovo del contratto è in funzione della disponibilità e della dedizione, non c’è più trasmissione del sapere da una generazione all’altra, quella trasmissione di conoscenze che era anche trasmissione di valori. Il luogo di lavoro non è più momento di socialità, di rapporto, di crescita culturale nello scambio reciproco delle esperienze e di crescita politica. Continua a leggere

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1 MAGGIO 2021

1 MAGGIO 2021/ non si può lottare per il lavoro se non si lotta contro il controllo sociale

Il lavoro diventa sempre più precario, fragile, volatile.

Il paradosso è che si parla sempre più di lavoro proprio nel momento in cui viene sempre più stravolto. Lo stesso paradosso che avviene per l’ambiente, per la natura, per gli aiuti al terzo mondo, per la povertà, per l’oppressione delle donne.

L’emergenza costruita dal potere per la così detta pandemia ha accelerato la crescente precarizzazione già in atto, aspetto specifico di una crisi più vasta e duratura che non è casuale, ma voluta dal capitale nella stagione neoliberista. La fantasia del capitale è sfrenata e senza limiti. Le varianti che ha saputo immaginare e creare sono tantissime: quelle a progetto, a termine, il lavoratore/trice che si fissa la remunerazione da solo/a, strumento attivo della propria svendita e, infine, ciliegina sulla torta, lo smart working.

Ma ora tantissimi lavori, tra l’altro in nero, sottopagati, malpagati, saltuari sono proprio spariti e una miriade di persone non si sa bene come faccia a tirare avanti, a mettere insieme il pranzo con la cena, ad avere un tetto sopra la testa.

E chi ha un lavoro degno di questo nome è ricattato pesantemente. Già nella sanità chi non fa la vaccinazione anti Covid, una vaccinazione che di fatto è una sperimentazione di massa, subisce vessazioni, radiazioni, demansionamenti, minacce, decurtazioni di stipendio, ma tutto questo ben presto sarà allargato ai dipendenti pubblici, agli insegnanti…a tutti. Chi non avrà il pass vaccinale non potrà nemmeno emigrare in cerca di fortuna altrove. Nei lavoratori predomina così la paura e la depressione e questo si risolve in una lotta per la sopravvivenza.

Il lavoro è sempre meno un posto di riferimento, è sempre più un fattore di disorientamento e incertezza. La scarsa attenzione per gli esclusi è l’altra faccia della moneta, e la filigrana è il disinteresse per le generazioni future, ma paradossalmente si risolve anche nel rimuovere ogni speranza di sicurezza nei confronti della propria vecchiaia. Ed è tutto accompagnato da un’amnesia nei confronti del passato, anche prossimo.

Si sta compiendo il progetto neoliberista di creare da una parte lavoratori/trici addomesticati e asserviti e dall’altra una massa di esseri umani inutili che vivranno sotto i ponti senza alcuna prospettiva se non quella di vivere di espedienti ai margini di una società blindata.

Per questo battersi per una vita che valga la pena di essere vissuta significa in questo momento lottare prima di tutto contro il controllo sociale, contro le telecamere, contro i militari e la polizia nelle strade, contro le multe e le sanzioni amministrative, contro il coprifuoco, contro i dispositivi elettronici sui posti di lavoro che controllano produttività, tempi, orari e ritmi, badges magnetizzati, video di sorveglianza, cellulari di servizio, posta elettronica, contro le coercizioni emergenziali di qualsiasi tipo siano anche se presentate con nobili motivazioni, contro le limitazioni agli scioperi, contro la digitalizzazione dei documenti, contro le patenti a punti, contro la sperimentazione sui nostri corpi…

Mantenere l’agibilità degli spazi di lotta/ Opporsi al controllo/ Riconquistare il terreno della vita.

Coordinamenta femminista e lesbica

qui il volantino 1 MAGGIO 2021

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Tutta la nostra solidarietà!

Tutta la nostra solidarietà come femministe a Marina Petrella e Roberta Cappelli e agli altri compagni sotto minaccia di estradizione dalla Francia perché il femminismo è uno solo, quello che percorre strade di liberazione, strade di uscita da questa società. Il capitale sta portando un attacco senza precedenti alle oppresse e agli oppressi, è di un’arroganza senza confini. Il neoliberismo è caratterizzato da un delirio di onnipotenza e non esistono zone neutre, schierarsi è una necessità.

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Apologia di ribellione e oltraggio all’oppressore

Apologia di ribellione e oltraggio all’oppressore

https://radiocane.info/apologia-oltraggio/

Esprimere solidarietà nei confronti dei detenuti e delle detenute in lotta? Dichiarare la propria vicinanza coi compagni inquisiti? Denunciare la gestione criminale della pandemia nelle carceri? Atti che si potrebbero dire minimali per ogni coscienza radicale, ma che per la Digos giustificano l’apertura di indagini per oltraggio e istigazione a delinquere. È quanto successo a più riprese ad alcuni compagni e compagne dell’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione di Udine e Trieste ai quali gli inquirenti sembrano voler far pesare penalmente ogni parola “che, superando la sterile libertà di indignarsi, rivendichi la libertà di lottare”. Due compagne di Udine e Trieste ci raccontano di questa situazione e del contesto da cui nasce.

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Untados/Aterciopelados

https://youtu.be/47WqSaOICsA

En el país del sagrado corazón
a nadie se le puede dar la absolución,
cuando el billete es emperador.

Ya no hay decencia que valga, no hay honor.
La horrible ley de la selva de cemento:
supervivencia para el más violento.
Honor y escrúpulos son un invento
de un pasado lejano. Polvoriento.

Todos estamos untados.
Todos quedamos involucrados.
Todos andamos armados.
Queremos harto billete de contado.

Aquí no quedan inocentes,
todos aquí somos delincuentes.
Los hay de muchos pelambres y colores:
de cuello blanco, esos son los peores.

Aquí política es sinónimo de robo.
Millonarios sueldos y papayas de oro,
animal social como los leones,
es la presa, riqueza.
Somos depredadores.

Todos estamos untados.
Todos quedamos involucrados.
Todos andamos armados.
Queremos harto billete de contado.

Todos estamos untados.
Todos quedamos involucrados.
Todos andamos armados.
Queremos harto billete de contado.

Todos estamos untados.
Todos quedamos involucrados.
Todos andamos armados.
Queremos harto billete de contado.

Nel Paese del sacro cuore
a nessuno può essere data l'assoluzione,
quando il denaro è imperatore.

e non c'è decenza, non esiste l' onore.
La orribile legge della selva di cemento:
sopravvive il più violento.
Gli scrupoli sono un'invenzione
di un passato lontano. Polveroso.

Siamo tutti corrotti.
Siamo tutti coinvolti.
Andiamo tutti in giro armati.
Vogliamo molto denaro...

Qui non ci sono innocenti.
siamo tutti delinquenti
di molte specie e colori:
quelli con il colletto bianco sono i peggiori.

Qui la politica è sinonimo di furto.
milionari, denaro e papaya d'oro,
animali sociali come i leoni,
e la preda è la ricchezza
siamo tutti predatori.

Siamo tutti corrotti.
Siamo tutti coinvolti.
Andiamo tutti in giro armati.
Vogliamo molto denaro...

Siamo tutti corrotti.
Siamo tutti coinvolti.
Andiamo tutti in giro armati.
Vogliamo molto denaro...
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