La Parentesi di Elisabetta del 4/12/2022

Pensa un po’… 

«Pensa un po’, pensa un po’: avvitare due bulloni e il terzo no».

(Pensa un po’, Paolo Pietrangeli 1969)

 Ci sono due problemi urgenti all’ordine del giorno: uscire dal pensiero del nemico, reiventarsi e attualizzare le forme di lotta che l’universo dei subalterni deve mettere in campo pena l’usura anche di quel poco che si sta risvegliando.

Quando gli operai negli anni sessanta e settanta del secolo scorso presero consapevolezza del loro ruolo e dei loro desideri riuscirono a mettere in atto forme di lotta autonome ed originali. Il salto di qualità della lotta operaia si è concretizzato con l’abbandono della logica lavorista. Il cambiamento importante era stato la nascita dell’operaio-massa e cardine dei primi comportamenti anti-lavoristi degli anni Sessanta era stato l’assenteismo perché era diventato chiaro che l’<abitudine al lavoro> non è altro che <disponibilità ideologica a subire lo sfruttamento>. Vennero messe in pratica operazioni che si concretizzarono nel salto della scocca, nello sciopero a singhiozzo e a gatto selvaggio, nel boicottaggio, nel sabotaggio. E i grandi impianti industriali di organizzazione tayloristica si mostrarono fragili rispetto a questo tipo di lotte.

Ora il neoliberismo ha cambiato in primis nelle società occidentali le modalità dello sfruttamento. Ora ha la pretesa di appropriarsi di ogni più piccolo aspetto della vita anche del quotidiano e del privato e di metterlo a profitto, ha affinato la capacità di estorcere plusvalore dalla nostra stessa esistenza e dalla nostra disponibilità attraverso tutta una serie di meccanismi di precarizzazione e individualizzazione dei rapporti di lavoro, attraverso la messa a profitto dei nostri desideri e delle nostre paure, dei nostri stessi rapporti sociali e perfino delle nostre lotte. Lo ha fatto con una possibilità fino a pochi anni fa impensata dovuta allo sviluppo delle nuove tecnologie e sta mettendo a punto e incrementando il coinvolgimento diretto delle persone nel proprio sfruttamento e controllo sociale attraverso la partecipazione attiva e l’assoggettamento volontario con una vera e propria colonizzazione del pensiero.

L’abitudine e l’assuefazione all’uso delle tecnologie digitali e il coinvolgimento in questo assetto della società non è altro che la disponibilità ideologica a subire lo sfruttamento di cui parlavano le lotte operaie. Continua a leggere

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Il Volantino dell’assemblea romana contro il green pass per la manifestazione di domani 3 dicembre

Questo il volantino di  nogreenpassroma.org 

scaricatelo qui volantino assemblea DEF 3 dic 

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Domani 3 dicembre 2022 saremo in piazza!

Domani 3 dicembre 2022 saremo alla manifestazione nazionale contro la guerra e il carovita insieme all’Assemblea romana contro il green pass. Punta alle 13 e 45 davanti a Santa Maria degli Angeli.

Questo il nostro volantino che potete scaricare qui volantino 3 dicembre DEF

Polli/e da batteria  

Non basta denunciare le brutture del neoliberismo, l’attacco a tutto campo al lavoro, allo Stato sociale, alla scuola, alla sanità… alle libertà individuali e collettive. È necessario anche individuare i passaggi politico-sociali che hanno portato a questo punto e scardinare il controllo sociale digitale, telematico, repressivo, che non permetterà a nessuna lotta non solo di esplicarsi ma neppure di cominciare. Dopo questi ultimi due anni il progetto del potere è chiarissimo e non possiamo dimenticare la sperimentazione di asservimento volontario che si sono permessi di mettere in atto: nulla può essere come prima!

 Tutti i partiti e tutti i governi sono incardinati su principi neoliberisti e al di là di specifiche differenze sono asserviti agli ordini delle multinazionali. Insieme alla rete degli accoliti, delle prefiche della non violenza, delle vestali della legalità, delle strutture annesse e connesse, dei mass-media, tutti portano avanti, con parole accattivanti e “moderne”, un progetto di trasformazione della struttura sociale ed economica dalle fondamenta.

Il neoliberismo ha rotto il patto sociale, ha chiuso ogni possibilità di contrattazione e spinge al collaborazionismo: è questa l’unica forma di rapporto considerata possibile, perché permette al potere di veicolare la propria scala di valori mentre si autorappresenta come attento e disponibile alle istanze sociali.

La caratteristica di questa impostazione è la modalità di guerra. Sul fronte interno è eclatante: la così detta pandemia ha trasformato il vivere nel contesto di una costante militarizzazione, con proclami di chiamata alle armi contro tutti/e coloro che si opponevano o dissentivano rispetto alla narrazione e alle scelte dominanti, e ha accelerato la diffusione capillare del dispositivo di controllo digitale fondato su tre elementi cardine: la repressione diretta delle varie polizie, la repressione economica attraverso l’Agenzia delle Entrate, la manipolazione dell’informazione totalmente asservita al potere. Sul fronte esterno la modalità è altrettanto esplicita: la narrazione della guerra in Ucraina ha la pretesa di diffondere un pensiero unico egemonizzante e di mistificare il ruolo degli Stati Uniti e della NATO che da anni stanno operando una sfacciata politica di aggressione.

Per questi motivi è suicida portare avanti qualsiasi tipo di lotta senza battersi contemporaneamente contro ciò che sta consegnando la nostra vita a una condizione insopportabile: il politicamente corretto, lo Stato etico, la pretesa di asservimento volontario dei cittadini, lo scientismo, la spinta alla guerra fra poveri e tra cittadini così detti “legittimi” e “illegittimi”.

Per questi motivi è suicida opporsi alla guerra ma non denunciare chiaramente la NATO e il suo ruolo. Il rifiuto di allinearsi alle pretese egemoniche e guerrafondaie degli Stati Uniti deve essere molto chiaro, e, contemporaneamente, altrettanto chiaro deve essere il rifiuto della narrazione sulla «sicurezza», della militarizzazione dei territori, del finanziamento di tutto l’indotto militare e bellico.

Per questi motivi non si può continuare a fare i pesci in barile o le finte tonte. Non si può gridare in piazza «viva la democrazia» o «vogliamo la pace» se non si smaschera, non si combatte, non si boicotta e non si sabota ogni singolo meccanismo con cui questo potere si muove. È una necessità imprescindibile per non essere trasformati/e in polli/e da batteria. Ogni tanto a quelle/i sgraditi/e viene tirato il collo e gli altri continuano a razzolare come prima.

Coordinamenta femminista e lesbica 

coordinamenta.noblogs.org/ coordinamenta Fb/ coordinamenta@autistiche.org

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 1 dicembre 2022

Zardins Magnetics di giovedì 1 dicembre  2022

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Approfondimenti storici sul 41 bis
✓ La mia voce è ciò che nuoce – Letture e pensate per non stare zitt* mai!
✓ Pandemia, carovita, guerra e repressione – Stesso disegno unica
soluzione: insurrezione!
Sullo sciopero generale del 2 dicembre

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Canale Telegram:
https://t.me/zardins

In replica il venerdì alle ore 17.00 su RadiAzione, emittente web di Padova
con:
https://diretta.radiazione.org/

Zardins Magnetics va in onda a cura dell’Assemblea permanente contro il
carcere e la repressione del Friuli e Trieste

Contatto di posta elettronica:
liberetutti@autistiche.org

Contatto di posta (utile soprattutto a chi è incarcerata/o e quindi
l’invito è a girare/segnalare l’indirizzo ai vostri contatti dentro):
Associazione Senza Sbarre
casella postale 129 – Trieste centro
34121 Trieste

Buon ascolto!
Questa Zardins Magnetics è speciale. Ogni Zardins Magnetics è speciale.

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Oggi alle 16 contro il 41Bis!

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Contro il 41bis e l’ergastolo ostativo interrotto l’Amleto all’Argentina!

Riceviamo e pubblichiamo

Interruzione di uno spettacolo al Teatro Argentina in solidarietà con gli anarchici imprigionati in sciopero della fame contro il 41 bis

(Roma, 26 novembre 2022)

Oggi, 26 novembre 2022, è stato interrotto lo spettacolo “Amleto” al teatro Argentina a Roma. Nonostante i lavoratori del teatro si siano trasformati in un vero servizio d’ordine a tutela degli interessi padronali, siamo con determinazione riusciti a salire sul palco, a srotolare uno striscione con su scritto “C’è del Marcio in Italia: NO al 41 bis”, a lanciare dei volantini e a leggere parte del comunicato che, qui sotto, riportiamo integralmente:

Siamo qui perché Alfredo Cospito è al 41 bis. Il 41 bis è un regime di detenzione studiato appositamente per annichilire l’individuo. Siamo qui perché Alfredo è da più di un mese in sciopero della fame. Non siamo qui a piangere su una ingiustizia subita dal nostro compagno anarchico, perché non lo è. Come non è un’aberrazione giuridica. Essa è la reazione logica dello Stato-democratico agli attacchi sferrati da Alfredo. Prima fisici, con il ferimento del burocrate Adinolfi, a suo tempo amministratore delegato della Ansaldo Nucleare e per il quale ha finito di scontare la pena a cui era stato condannato. Poi con le parole con cui, durante la detenzione in alta sicurezza, ha contribuito ai dibattiti del movimento anarchico. Il 41 bis ad Alfredo non è solo vendetta, è anche volontà di togliere la parola. Perché la parola, quando non resta un mero esercizio retorico: è un arma.
Alfredo è in sciopero della fame da più di un mese per ottenere il suo declassamento e contro l’ergastolo ostativo.
A lui si sono aggregati i prigionieri e le prigioniere anarchici ed anarchiche Juan Sorroche, Ivan Alocco ed Anna Beniamino. Usano lo sciopero della fame perché nella condizione d’isolamento in cui si trovano è, forse, l’unica forma di lotta a loro disposizione. Con forza e coraggio mettono a repentaglio la loro incolumità, la loro vita… mentre voi siete seduti qui ad assistere ad una messinscena e non vi rendete conto che tutto lo è. Quotidianamente vi viene sottratto qualcosa, per il momento, su di voi non ha conseguenze ed allora vi girate dall’altra parte. Accecati dai vostri privilegi pensate che la democrazia sia il miglior sistema possibile e guardate indignati nazioni esotiche dove le persone vengono calpestate. Volete verità e giustizia per Giulio Regeni e ve ne fottete dei 14 morti fatti in carcere l’8 marzo 2020 dalla democrazia italiana. Ve ne fottete degli 80 suicidi di carcere avvenuti da gennaio ad oggi. Ve ne fottete dei campi di concentramento per migranti disseminati per il bel paese.
Non siamo venuti a sensibilizzarvi. Se ancora dormite sonni tranquilli… il divertimento ve lo roviniamo.
Rompiamo la pace sociale in cui vi beate.
Morte allo Stato!
Viva l’Anarchia!

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W L’AUTODIFESA FEMMINISTA!

1 DONNA SU 3 SUBISCE VIOLENZA. SE CI METTIAMO TUTTE INSIEME POSSIAMO CACCIARLI A PEDATE!

W L’AUTODIFESA FEMMINISTA

BASTA SUBIRE È ORA DI RIPRENDERCI LA VITA!

25 novembre 2022

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 24 novembre 2022

Zardins Magnetics di giovedì 24 novembre 2022

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Per un 25 novembre post-vittimista. Contro Stato, Patriarcato e Capitale.
Trasformare la rabbia in liberazione. Contributi teorici, un lettera dal
Rojava, presentazione di una iniziativa a Udine
✓ Diamo voce ad Alfredo Cospito, prigioniero in sciopero della fame dal 20
ottobre e al 41 bis nel carcere di Bancali – Sassari. Lettura dal libro
SINERGIA – raccolta di testi e comunicati dell’anarchico Alfredo Cospito.
Mostra contro il 41 bis e i regimi detentivi  differenziati a Udine

Ascolta la diretta:
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carcere e la repressione del Friuli e Trieste

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Un 25 novembre postvittimista a Udine!

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25 novembre 2022/ Uscire dal pensiero del nemico

Uscire dal pensiero del nemico

25 novembre 2022

La giornata della gentilezza, la giornata mondiale dei diritti del bambino, la giornata della pace, la giornata della memoria, la giornata della terra, la giornata della disabilità…perfino la giornata mondiale del povero, la giornata internazionale contro la guerra, la giornata mondiale del migrante e del rifugiato… e poi la giornata internazionale contro la violenza sulle donne…Tutte giornate e ricorrenze create a tavolino da quello stesso sistema di potere che poi si arroga il diritto di decidere della nostra vita e delle nostre scelte.

Ce n‘è per tutti i gusti, per tutte le occasioni e per tutte le ragioni. Peccato che la gentilezza il neoliberismo non sappia neanche dove stia di casa dato che propaganda arrivismo e carrierismo spietato, che l’attenzione ai bambini sia un grande business che riguarda pannolini, vestitini, giocattoli…oppure indottrinamento attraverso libri per l’infanzia per abituare all’obbedienza e alla delega, psicologi e farmaci, vaccini obbligatori e scuole-parcheggio. E’ addirittura destabilizzante ascoltare i discorsi pelosi di tutela che questo sistema porta avanti verso di loro messi a confronto con la violenza che attuerà su questi esseri umani quando saranno adulti: potranno morire di fame e dormire sotto i ponti e sarà comunque colpa loro. Vogliamo parlare della giornata della memoria che significa stravolgimento della storia e propaganda del pensiero unico? O della giornata internazionale contro la guerra che significa invece legge del più forte e inneggiare alla Nato e all’occidente portatore di pace e di tutela di diritti mentre l’industria delle armi è un asse portante delle nostre così dette democrazie?

Vogliamo parlare della giornata internazionale contro la violenza sulle donne?

Il 25 novembre assisteremo a kermesse, rappresentazioni istituzionali, lacrime di coccodrillo, patriarche in vesti di gala che pontificheranno su quanto bene hanno fatto alle donne con leggi, leggine, centri di supporto psicologico, centri antiviolenza, associazionismo vario, teatranti e maschere, commedianti e commedie. Ma si dimenticheranno di dire che sono sempre loro a fare leggi di sfruttamento spietato e precarietà, leggi di guerra e di controllo che impediscono qualsiasi autodeterminazione, che negano la possibilità di una casa dignitosa o di un lavoro decente, che costringono tutte le altre donne a lottare per la sopravvivenza, strette tra violenza domestica e mancanza di vie di fuga. Assisteremo a manifestazioni rituali che dietro ad una parvenza trasgressiva (perché il significato delle parole ormai è stato stravolto) dimenticano quello che è successo in questi due anni. Fanno finta di scordare che hanno chiuso le donne in casa, che le hanno divise in donne di serie A e donne di serie B, che hanno supportato le scelte di Stato in tutti i modi possibili, che hanno fatto i cani da guardia del potere.

Nulla è più come prima, nulla potrà essere più come prima. Le maschere sono cadute e i volti si presentano per quello che sono.

E’ tempo di chiamare le cose con il loro nome, è tempo di uscire dal pensiero del nemico.

Per questo dobbiamo opporci con fermezza a tutte le misure di controllo sociale, al ricatto sul lavoro, alla vaccinazione obbligatoria, al green pass e a tutte le sue varianti prossime venture, alla digitalizzazione di ogni atto della vita, alla divisione tra buoni/e e cattivi/e, al legalismo imperante, alla normatività debordante…

Per questo dobbiamo recuperare l’autonomia di pensiero, la voglia di decidere per noi, la forza di opporci, la capacità di dire no.

Per questo dobbiamo fare chiarezza politica. Ribadire che chi aderisce ai valori di questa società e, in particolare, a come oggi si presenta nella sua configurazione neoliberista che vede tutti i partiti e i partitini compatti nelle scelte di fondo, è partecipe e responsabile di tutti i crimini che questa stessa società induce e provoca.

Per questo dobbiamo distinguere tra aggressori ed aggrediti/e, dire chiaramente che la guerra in Ucraina è voluta dalla Nato e dagli Usa, che i paesi occidentali compreso il nostro sono pesantemente coinvolti, che è necessario smettere di inviare armi, mezzi e militari, che neanche un euro dei nostri soldi deve essere usato per la guerra, che le sanzioni devono essere tolte, che il nostro paese deve uscire dalla Nato e che vogliamo la Nato fuori dai nostri territori.

Per questo dobbiamo rifiutare il collaborazionismo con il potere che in cambio della nostra svendita, della nostra schiavitù volontaria vorrebbe buttarci qualche osso spolpato che dovremmo contenderci a morsi con le nostre simili.

Chi condivide ed è partecipe di questo progetto ne è complice e corresponsabile.

Dobbiamo organizzarci e lottare.   

                                                                       Coordinamenta femminista e lesbica     

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25 novembre 2022/Uscire dal pensiero del nemico

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Sogni…disincanto…fessure/ la coordinamenta verso il 25 novembre

Sogni…disincanto…fessure.

di Elisabetta Teghil

Gli anni del femminismo sono stati gli anni del desiderio. Di fronte alla “miseria” offerta dal trascinamento dal femminista al femminile, l’accento sul femminismo e sulla nostra liberazione si presenta come altro, come una scommessa, un impegno oltre il presente. Momento attuale che pretende di annullare il conflitto e la ribellione e di piegare tutte/i rassegnate/i al dominio della merce.

E, a questo progetto, rinnovato ma sempre uguale, di oppressione su di noi, a questa dissipazione della libertà e dell’esistenza, le complici tendono a negare le loro responsabilità.

Anzi, chiamandosene fuori, se ne rendono, proprio in questo modo, attive e partecipi anche e, soprattutto, nel banale dispiegamento della vita quotidiana.

In prima fila ci sono le emancipazioniste, indifferentemente socialdemocratiche, riformiste o di destra, spietate neoliberiste,  le ortopediche del “politicamente corretto”, psicologhe, assistenti sociali, psichiatre, poliziotte “buone”…direttore di carceri… e le loro appendici e similari e annesse e connesse… che nella loro non bella moltitudine, nella forza che viene loro dai media e dalle Istituzioni, si mostrano e sono particolarmente disponibili alla cultura mortifera che ammorba il presente: vittimismo, quote rosa, comitati per le pari opportunità….sono note di una stessa partitura, sono la favola delle vecchie idee con lieto fine che si ripromette di sottomettere le esistenze concrete dei soggetti reali al rinnovato dominio del capitale e del patriarcato.

L’aspetto più evidente è l’assenza del soggetto, della donna, dell’oppressa. La declinazione delle proprie responsabilità è compresa entro lo scenario della moderna autopromozione.

Il femminismo della falsa coscienza appare oggi al suo culmine e si coniuga con la cultura del rifiuto dell’ideologia, del superamento del separatismo, della negazione della lotta di classe, con l’affermazione ottusamente ottimistica che, in fondo, qui, in questa società, si potrebbe essere felici, un’aggiustatina qua una là, un’attenzione alla forma, un po’ di soldi in più.

Tutto questo nasconde la presa di distanza opportunistica da ogni responsabilità e salva la faccia mobilitandosi per gli avvenimenti del passato o di altri paesi.

In questo contesto ci si trasforma in cantori dell’esistente e delle sue ragioni, si condanna la guerra, una guerra teorica, ma si sostiene quella reale, si fa volutamente confusione tra aggressori e aggrediti, non si nomina mai la Nato e si esaltano gli Stati Uniti.  Se pure storia c’è stata, anch’essa non c’è più e si sfocia, come conseguenza naturale, nel darwinismo sociale, nella condanna delle/dei più deboli, di chi non ce l’ha fatta.

Le oppresse/i e le sconfitte/i sono l’altro, il disordine, generano la paura e quest’ultima si traduce in una sorta di ossessiva coazione all’ordine.

L’unica via indicata da sempre dai teorici reazionari si coniuga con il mantra ossessivo della sinistra riformista. Bisogna tenere a bada le oppresse e gli oppressi, rinchiuderli nel recinto del dominio: è questo il territorio della politica neoliberista, quello che definisce e impone le regole del gioco della vita. Continua a leggere

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Ieri a piazza dei Mirti!

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 17 novembre 2022

Zardins Magnetics di giovedì 17 novembre 2022

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Contro la pratica sionista della detenzione amministrativa nello Stato di
Israele; contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo; per la liberazione di
Georges I. Abdallah. Presidio a Milano il 19 novembre
✓ La morte di Leudy nel carcere di Udine. Aggiornamenti
✓ Ancora parole, azioni, iniziative in solidarietà e a sostegno di Alfredo,
Juan, Anna e Ivan

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

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Canale Telegram:
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In replica il venerdì alle ore 17.00 su RadiAzione, emittente web di Padova
con:
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carcere e la repressione del Friuli e Trieste

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18 novembre 2022 a piazza dei Mirti/ DI EMERGENZA IN EMERGENZA

L’assemblea nogreenpassroma invita tutte e tutti a piazza dei Mirti a Centocelle, venerdì 18 novembre alle ore 17 per un’assemblea pubblica. Interventi, microfono aperto, incursioni di Caterpillar e molto altro….

questo il volantino in pdf    4_6028239311516732886

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