25 APRILE 2023/ UNA GARA
Una gara ipocrita e grottesca: chi è fascista si dichiara antifascista, chi dovrebbe essere antifascista, ed è invece fascista, si dichiara antifascista, anche i nazisti ormai si dichiarano antifascisti… gli spaghetti sono antifascisti e anche i parchi e i musei, ma per un solo giorno. I partigiani si rivoltano nella tomba, ma non importa, tanto non si vede. E in testa a tutto questo ci sono due donne Giorgia Meloni e Elly Schlein, in rigoroso ordine alfabetico visto che sono intercambiabili nel perseguimento degli stessi obiettivi di fondo. Tutti fanno finta di dimenticare che il fascismo è prima di tutto un’idea di società e di rapporti economici e sociali.
Il fascismo è caratterizzato dal governo diretto dei potentati economici e infatti i nostri governi non sono autonomi, sono semplicemente funzionari delle multinazionali anglo-americane a cui devono continuamente dare prova di affidabilità. La società fascista è caratterizzata da una rigida collocazione di classe: la conflittualità fra le classi è demonizzata e/o taciuta, a seconda delle esigenze, perché ognuno, nel posto che gli viene assegnato nel sociale, deve contribuire alla grandezza di una cosiddetta “patria”, dove non esisterebbero più sfruttati e sfruttatori bensì persone che, rimanendo ognuna al proprio posto, dovrebbero remare nella stessa direzione.
Una società fascista esalta le catene di comando, in tutti gli ambiti della vita produttiva riproduttiva e associata, utilizzando i rapporti di gerarchia e la divisione in ruoli nell’ottica efficientista della gestione manageriale e del conseguimento del risultato. Una società in cui i conflitti sociali dovrebbero essere risolti con il “confronto democratico”, con la “civile convivenza”, con la “serena tolleranza delle posizioni altrui”, così che ogni tentativo di ribellione allo stato di cose presenti possa essere privato di dignità politica e trascinato nella sfera delinquenziale. I decreti contro i rave o le occupazioni delle case sono solo l’ultimo atto di un lungo percorso che ha visto susseguirsi politiche securitarie, militarizzazione dei territori e persecuzione dei poveri e dei/delle migranti.
In una società fascista, chi non rema nella direzione auspicata è un nemico pubblico: il dissenso viene affrontato in maniera poliziesca e il controllo sociale è serrato a tutti i livelli. In una società fascista, vengono coltivate ed esaltate le caratteristiche peggiori dell’essere umano: servilismo, delazione, autocensura, controllo del vicino di casa e del collega di lavoro, autocontrollo comportamentale. Strategie di disciplinamento fondate in gran parte su un rigido e ampio programma di infantilizzazione della popolazione, volto a stimolare una obbedienza cieca e senza critica: degli atti di fede verso uno Stato etico, verso una cultura della legalità considerata depositaria della morale e della verità. Continua a leggere



















