1Maggio 2023 Pesaro / Stop ai biolaboratori bsl3 & 4 !

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28 aprile 2023/ A fora sa NATO/ manifestazione a Decimomannu

28 APRILE H14 – MANIFESTAZIONE CONTRO LA BASE DI DECIMOMANNU

 

Diamo una risposta alle esercitazioni Nato che invadono e distruggono la Sardegna e preparano la guerra.

Diamo una risposta al carovita, al caroenergia, causato dalla guerra e peggiorato dallo stato degli ospedali, dei servizi e delle condizioni lavorative in cui viviamo.

Per la liberazione della Sardegna, dalle servitù militari storiche ed energetiche future, e da tutto quello che ci impedisce di vivere pienamente nella nostra terra

28 aprile, ore 14: piazza Matteotti, Villasor.
Manifestazione contro la base militare di Decimomannu.

A fora sa NATO

Gherraus impari po una Sardinnia libera

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 27 aprile 2023

Zardins Magnetics di giovedì 27 aprile 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ 25 Aprile a Udine e Trieste tra antifascismo fuori tempo massimo, fascismo camuffato ma conclamato e iniziative di resistenza antiautoritaria

✓ Non si entra in un mondo migliore senza effrazione!

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Canale Telegram:
https://t.me/zardins

In replica il venerdì alle ore 17.00 su RadiAzione, emittente web di Padova
con:
https://diretta.radiazione.org/

Zardins Magnetics va in onda a cura dell’Assemblea permanente contro il
carcere e la repressione del Friuli e Trieste

Contatto di posta elettronica:
liberetutti@autistiche.org

Contatto di posta (utile soprattutto a chi è incarcerata/o e quindi
l’invito è a girare/segnalare l’indirizzo ai vostri contatti dentro):
Associazione Senza Sbarre
casella postale 129 – Trieste centro
34121 Trieste

Buon ascolto!
Questa Zardins Magnetics è speciale. Ogni Zardins Magnetics è speciale.

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Podcast dell’Incontro assembleare “Le varianti dell’indisciplina” 22 aprile 2023

Pubblichiamo la registrazione dell’Incontro assembleare “Le varianti dell’Indisciplina” del 22 aprile 2023 organizzato dall’Assemblea romana contro il green pass, di cui facciamo parte, a partire dall’opuscolo edito dall’Assemblea che potete trovare qui variante indisciplina

Un incontro denso di contenuti, di analisi, di domande, di spunti alla ricerca di risposte e soluzioni quanto mai impellenti per uscire dallo stato delle cose presenti. Potrete trovare dei momenti di discontiuità perchè alcuni compagni non hanno voluto che il loro intervento fosse registrato. Buon ascolto!

clicca qui parte prima

clicca qui parte seconda

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Contro emergenze, guerre e militarismo/Napoli mercoledì 26 aprile

   

Di seguito il documento estremamente interessante della Rete Antimilitarista della Campania per l’iniziativa di oggi, MERCOLEDÌ 26 aprile DALLE ORE 17:00 ALLE 20:30
RIPRENDIAMO L’INIZIATIVA CONTRO EMERGENZE, GUERRE E MILITARISMO!
Santafede Liberata – via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 2 Napoli

RIPRENDIAMO L’INIZIATIVA CONTRO EMERGENZE, GUERRE E MILITARISMO! Non si intravede nessuna luce in fondo al tunnel della guerra in Ucraina, e questo per la semplice ragione che chi, per anni, ha preparato e voluto questo massacro non ha alcuna intenzione di raggiungere un accordo di pace. Anzi!

USA, Europa e NATO sono pienamente impegnati ad alzare ulteriormente la tensione, rendendo sempre più concreto l’allargamento del conflitto ed il rischio di uno scontro militare mondiale. La fornitura di armi offensive all’Ucraina e la presenza di cosiddetti consiglieri/istruttori occidentali sul terreno; il massiccio dispiegamento di mezzi e di militari statunitensi in Europa (oltre 100 mila uomini), in particolare nei Paesi dell’Est, insieme a migliaia di uomini e mezzi dei Paesi alleati; il sabotaggio del Nord Stream 1 e 2; il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale contro Putin per crimini di guerra; l’applicazione di altre dure sanzioni alla Russia e, per finire, l’ingresso appena avvenuto della Finlandia nella NATO e la prossima entrata della Svezia: sono solo gli ultimi fatti alla base dell’escalation che abbiamo sotto i nostri occhi.

La volontà statunitense e dei suoi alleati è quella di prolungare questa guerra per dissanguare l’economia russa puntando a rieditare i meccanismi di implosione che determinarono il crollo dell’URSS. L’obiettivo, come indicano i piani tutt’altro che segreti di uno spezzettamento della Russia, è quello di piegare l’orso russo agli interessi dei “padroni occidentali”: disporre delle sue risorse energetiche a prezzi stracciati e di milioni di lavoratori da sfruttare a salari da fame. Per sostenere quest’offensiva, l’Occidente utilizzerà fino all’ultimo ucraino come carne da macello. L’unica cosa che potrebbe mettere fine a questa mattanza fratricida sarebbe la resa incondizionata della Russia alle mire espansionistiche dei Paesi NATO accettando sia l’accerchiamento da parte dell’enorme apparato militare dell’alleanza atlantica sia una posizione subordinata e dipendente dalle altre potenze mondiali.

Una resa che non sembra né può essere nelle intenzioni di Putin. Dopo anni di attacchi portati ad Est dall’imperialismo occidentale (l’allargamento della NATO a buona parte dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia; i ripetuti tentativi di fomentare rivoluzioni colorate e di destabilizzare Paesi alleati di Mosca; il colpo di stato in Ucraina nel 2014, per farne l’avamposto della NATO; il sabotaggio degli accordi di Minsk per guadagnare tempo ed armare l’Ucraina nel mentre favorivano l’aggressione contro le popolazioni russe del Donbass (14 mila morti in 8 anni); gli affossamenti di tutti i tentativi di Mosca di trovare una soluzione che conservasse la neutralità dell’Ucraina e fermasse definitivamente l’aggressione alle regioni autonome), l’intervento militare in Ucraina è stato, dal punto di vista di Mosca, un’azione difensiva. La reazione di uno stato pienamente capitalista che punta a tutelare una propria sfera d’influenza sia economica che politico-militare, a ritagliarsi un proprio spazio all’interno del mercato capitalistico internazionale, ad uscire dalla fossa di paese semplice fornitore di materie prime e a sottrarsi al controllo finanziario occidentale che, attraverso la gestione dell’intermediazione nella vendita di gas e petrolio, riesce ad appropriarsi persino della maggior parte dei profitti di questo comparto produttivo fondamentale. Continua a leggere

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25 APRILE 2023/ UNA GARA

25 APRILE 2023/ UNA GARA

Una gara ipocrita e grottesca: chi è fascista si dichiara antifascista, chi dovrebbe essere antifascista, ed è invece fascista, si dichiara antifascista, anche i nazisti ormai si dichiarano antifascisti… gli spaghetti sono antifascisti e anche i parchi e i musei, ma per un solo giorno. I partigiani si rivoltano nella tomba, ma non importa, tanto non si vede. E in testa a tutto questo ci sono due donne Giorgia Meloni e Elly Schlein, in rigoroso ordine alfabetico visto che sono intercambiabili nel perseguimento degli stessi obiettivi di fondo. Tutti fanno finta di dimenticare che il fascismo è prima di tutto un’idea di società e di rapporti economici e sociali.

Il fascismo è caratterizzato dal governo diretto dei potentati economici e infatti i nostri governi non sono autonomi, sono semplicemente funzionari delle multinazionali anglo-americane a cui devono continuamente dare prova di affidabilità. La società fascista è caratterizzata da una rigida collocazione di classe: la conflittualità fra le classi è demonizzata e/o taciuta, a seconda delle esigenze, perché ognuno, nel posto che gli viene assegnato nel sociale, deve contribuire alla grandezza di una cosiddetta “patria”, dove non esisterebbero più sfruttati e sfruttatori bensì persone che, rimanendo ognuna al proprio posto, dovrebbero remare nella stessa direzione.

Una società fascista esalta le catene di comando, in tutti gli ambiti della vita produttiva riproduttiva e associata, utilizzando i rapporti di gerarchia e la divisione in ruoli nell’ottica efficientista della gestione manageriale e del conseguimento del risultato. Una società in cui i conflitti sociali dovrebbero essere risolti con il “confronto democratico”, con la “civile convivenza”, con la “serena tolleranza delle posizioni altrui”, così che ogni tentativo di ribellione allo stato di cose presenti possa essere privato di dignità politica e trascinato nella sfera delinquenziale. I decreti contro i rave o le occupazioni delle case sono solo l’ultimo atto di un lungo percorso che ha visto susseguirsi politiche securitarie, militarizzazione dei territori e persecuzione dei poveri e dei/delle migranti.

In una società fascista, chi non rema nella direzione auspicata è un nemico pubblico: il dissenso viene affrontato in maniera poliziesca e il controllo sociale è serrato a tutti i livelli. In una società fascista, vengono coltivate ed esaltate le caratteristiche peggiori dell’essere umano: servilismo, delazione, autocensura, controllo del vicino di casa e del collega di lavoro, autocontrollo comportamentale. Strategie di disciplinamento fondate in gran parte su un rigido e ampio programma di infantilizzazione della popolazione, volto a stimolare una obbedienza cieca e senza critica: degli atti di fede verso uno Stato etico, verso una cultura della legalità considerata depositaria della morale e della verità. Continua a leggere

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25 aprile 2023/ Liberazione!

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Podcast della presentazione a Milano del 14 aprile 2023

Podcast dell’iniziativa alla Consultoria Autogestita a Milano del 14 aprile  2023

Pubblichiamo la registrazione della presentazione del 14 aprile a Milano del nostro libro <Femminismo: paradigma della Violenza/ Non Violenza> 

Ogni presentazione è diversa, ogni presentazione è stata unica e ha portato in luce aspetti importanti di critica al presente, tentativi di progettualità, scambi proficui tra compagne!

Buon ascolto!!!

clicca qui

I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica

i-nomi-delle-cose

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La Parentesi di Elisabetta del 21/04/2023

Il neoliberismo espropriativo della morte e della vita

   Lì si era rivelato un sistema di classe così  perfettamente a punto che era restato per lungo tempo invisibile.       Colette Guillaumin

Si fa un gran parlare della GPA, la così detta gravidanza per altri, come se fosse un problema a sé stante e viene affrontato dal punto di vista morale, etico, religioso, politicamente corretto, o dal punto di vista dello sfruttamento di classe e di quello neocoloniale…c’è chi si batte in maniera agguerrita per la famiglia tradizionale e chi per le famiglie arcobaleno, chi tira in ballo la sacralità della maternità, chi lo vuole affrontare dal punto di vista giuridico e creare una legislazione ad hoc per tutelare la donna che porta avanti la gravidanza e/o i diritti del nascituro e/o per definire contratti che tutelino quelle che vengono chiamate parti in causa…

Ma ci si dimentica sempre che la questione è politica e come tale va affrontata e quindi bisogna andare qualche anno indietro.

Il sistema di potere si è appropriato ormai da tempo della morte con la così detta morte cerebrale, una morte dichiarata a tavolino, dallo Stato, per Legge.

Il concetto di morte cerebrale è stato introdotto nel mondo scientifico in contemporanea ai primi espianti-trapianti di organi nella storia della medicina. Chiaramente travestito come da copione da eccellenti motivazioni, per salvare vite umane, per il bene comune. Gli organi non possono essere prelevati da cadavere, per cui i criteri di accertamento della morte non consentivano questo tipo di interventi. L’introduzione del concetto di morte cerebrale forniva una legittimazione scientifica per poter effettuare i trapianti.

Nella legislazione italiana la materia è regolata dalla Legge 29 dicembre 1993, n.578 (norme per l’accertamento e la certificazione di morte), dal Decreto 22 agosto 1994, n.582 del Ministero della Sanità (regolamento recante le modalità per l’accertamento e la certificazione di morte) e dal Decreto11 aprile 2008 (G.U. n.136 del 12/06/2008, ‘Aggiornamento del decreto 22 agosto 1994, n. 582).

Di fronte a questo colpo di mano del potere quasi tutti sono stati zitti/e se non addirittura compartecipi, sinistra di classe compresa, lasciando lo spazio dell’opposizione alla destra reazionaria, bigotta, integralista che si è messa a pontificare se l’essere umano nella così detta morte cerebrale sia mezzo morto o mezzo vivo, più morto che vivo o più vivo che morto. Gli psicologi/ghe si sono messi a studiare se trasferire il cuore di una persona in un’altra possa avere risvolti negativi sull’equilibrio psichico e gli attivisti della sinistra si sono messi a denunciare il commercio degli organi che proveniva/proviene guarda caso dai paesi poveri. Ora lo Stato sta pensando di introdurre anche la dichiarazione di morte precoce in arresto cardiaco. Sempre per Legge.

Da questa impostazione deriva poi il disprezzo, la pretesa di delega, l’arroganza dello Stato verso la morte degli esseri umani per cui si arriva alla condizione di totale appropriazione che si è manifestata nel periodo della così detta pandemia.

Perché il problema era ed è strettamente politico. La morte si osserva, non si decreta. Non si può mettere nelle mani dello Stato il potere di decretare la morte a tavolino dato che questo è un sistema basato sul profitto, sull’oppressione e sullo sfruttamento.

La società civile sta ora discutendo in materia di suicidio assistito (che peraltro mi troverebbe anche d’accordo) ma penso sia il caso di riflettere attentamente prima di aprire questa ulteriore possibilità per lo Stato di mettere le mani sulla morte. Quanto pensate che ci metterebbe il sistema di potere a convincere vecchietti e vecchiette che è meglio il suicidio in condizioni sicure e tutelate piuttosto di una vita piena di malanni e incognite? o a convincere i familiari che i loro cari ad un certo punto hanno fatto il loro tempo? Meno pensioni, meno cure sanitarie…non è forse stata Christine Lagarde a dire che siamo troppi? Noi siamo troppi, loro no…

E ora passiamo alla vita. Parliamo del lavoro riproduttivo. Il femminismo ormai da tempo ha portato allo scoperto che il lavoro riproduttivo è un vero e proprio lavoro, estorto gratuitamente dal patriarcato, strutturazione socio-economica che il capitalismo ha sempre usato a mani basse e con cui ha avuto un feeling particolare. D’altra parte il patriarcato non è altro che un modello economico basato sulla divisione e specializzazione gerarchizzata dei ruoli sessuati per un’ottimale resa degli individui messi al lavoro. Continua a leggere

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Comunicato stampa su Alfredo Cospito e la fine dello sciopero della fame.

Riceviamo e diffondiamo il comuicato stampa dell’avvocato Flavio Rossi Albertini sulla decisione di Alfredo di porre fine allo sciopero della fame. 

Comunicato stampa sulla vicenda involgente Alfredo Cospito

Era il 20 ottobre 2022 quando Alfredo Cospito, nel corso della prima udienza alla quale aveva diritto a partecipare dopo il suo trasferimento al 41 bis del 4 maggio 2022, dichiarava di voler iniziare uno sciopero della fame. Le ragioni della protesta risiedevano nella aspra critica propugnata dall’anarchico contro il regime del 41 bis e l’ergastolo ostativo. Dal 20 ottobre sono ormai trascorsi 181 giorni nei quali il Cospito, attraverso il suo corpo sempre più magro e provato, ha svelato cosa significhi in concreto il regime detentivo speciale: illogiche privazioni imposte ai detenuti, aspre limitazioni prive di una legittima finalità, deprivazione sensoriale, un ambiente orwelliano in cui si è costantemente osservati e ascoltati da telecamere e microfoni. Ed ancora, impossibilità di leggere, studiare ed evolvere culturalmente e di ricevere libri e riviste dall’esterno anche quando inviati da case editrici, detenuti anziani ai quali viene impedito per decenni di abbracciare, anche solo toccare la mano, di figli, coniugi, fratelli… Grazie alla protesta di Cospito, alle mobilitazioni del variegato mondo dell’attivismo politico extraparlamentare, al movimento anarchico, agli intellettuali schieratisi a sostegno delle ragioni della protesta, al mondo dei media che ha permesso la veicolazione di questi scomodi argomenti nelle case delle persone, milioni di soggetti, tra cui soprattutto le nuove generazioni, hanno compreso l’incompatibilità del 41 bis o.p. con i principi di umanità della pena e quindi con la Costituzione nata dalla lotta antifascista. Grazie alla vicenda Cospito, il 41 bis è sempre meno tollerato da una opinione pubblica che in questi mesi è stata chiamata ad un ruolo attivo che superasse e bandisse l’indifferenza nei confronti dell’altro.

A questo risultato immediato se ne deve però aggiungere un altro ossia la dichiarazione di ricevibilità e conseguente registrazione del ricorso proposto dall’avv. Antonella
Mascia di Strasburgo e dallo scrivente alla Corte europea dei diritti dell’uomo, avente proprio ad oggetto il regime penitenziario differenziato previsto dall’articolo 41-bis O.P. Il ricorso, nel quale sono state lamentate gravi violazioni della Convenzione EDU, verrà valutato nel merito nel termine di due o tre anni (tali sono i tempi di una pronuncia) e potrebbe rappresentare il grimaldello giuridico che bandirà lo strumento inumano del 41 bis, così come avvenuto nel caso dell’ergastolo ostativo.

Da ultimo, ma non per minore importanza, l’oggettiva vittoria conseguita con la decisione di ieri, 18 aprile 2023, della Corte Costituzionale che, da quanto si apprende dal comunicato diffuso, non ha soltanto deciso sulle sorti del detenuto anarchico, ma ha compiuto una dichiarazione di incostituzionalità del divieto di prevalenza di tutte le attenuanti, nei confronti della recidiva reiterata, per tutti i reati la cui pena edittale sia fissa e contempli il solo ergastolo.

Conclusivamente la lotta intrapresa da Cospito può dirsi abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, i tempi di attesa della decisione della Cedu, a differenza di quelli molto più contenuti della Consulta, non sono infatti compatibili con lo sciopero della fame mentre la decisione di Strasburgo merita di essere attesa.

Quindi Alfredo Cospito, trascorsi 180 giorni di digiuno e dopo aver esposto a rischio la propria vita, essere dimagrito 50 chilogrammi e aver ormai irrimediabilmente compromesso la propria funziona deambulatoria dovuta allo scadimento irreversibile del sistema nervoso periferico, il 19 aprile 2023 ha deciso di porre fine allo sciopero della fame. Ciò facendo, il medesimo, ringrazia tutti e tutte coloro che hanno reso possibile questa tenace quanto inusuale forma di protesta. Avv. Flavio Rossi Albertini

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 20 aprile 2023

Zardins Magnetics di giovedì 20 aprile 2023

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Voci e corpi dalle galere per animali umani e non umani e sempre per la lotta e la liberazione

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
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Riascolta le trasmissioni passate:
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In replica il venerdì alle ore 17.00 su RadiAzione, emittente web di Padova
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carcere e la repressione del Friuli e Trieste

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34121 Trieste

Buon ascolto!
Questa Zardins Magnetics è speciale. Ogni Zardins Magnetics è speciale.

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Sabato 22 aprile/ presidio a L’Aquila

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Udine/martedì 18 aprile/ digitalizzazione della società e tendenza alla guerra

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Udine: un treno di carri armati! dove andrà!?!

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In Francia la rivolta continua!!!

In Francia, l’Alta Corte approva la riforma pensioni a 64 anni e respinge il referendum chiesto da 250 parlamentari.Dopo il via libera della Corte, Macron firmerà la riforma entro 48 ore e la farà dunque diventare legge. La rivolta continua!!!

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