Parigi: Smart City, Gentrificazione, Olimpiadi/ un interessante podcast da Radio Blackout

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Macerie su Macerie – PODCAST 17/6/24/ – Repulisti sociale: sulle Olimpiadi parigine 2024

Macerie su Macerie – PODCAST 17/6/24/ – Repulisti sociale: sulle Olimpiadi parigine 2024
✓ Sul perché è inutile avanzare proposte di boicottaggio alle istituzioni universitarie, per come sono (responsabili tanto quanto eserciti, prigioni e frontiere dei genocidi)
✓ La fecondità dell’imprevisto. Presentazione del numero unico “La Tempesta” il 22 giugno a Trieste

La Smart city e la città dei 15 minuti/ Tecnologie di guerra, intelligenza artificiale, sperimentazione in Palestina
PARTE PRIMA (prima del filmato)
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La sperimentazione sulla Smart City e la città dei 15 minuti in varie città italiane/ Roma Smart City e Giubileo
PARTE SECONDA (dopo il filmato)
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Riceviamo e pubblichiamo

Nel pieno di una guerra che, ad oggi, ha mietuto oltre 35mila morti, Israele è stata portata davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, la quale ha ritenuto vi fossero i presupposti per procedere per genocidio. Contestualmente, lo scorso gennaio, mentre già si contavano decine di prigionieri politici palestinesi uccisi nelle carceri israeliane per tortura e negligenza sanitaria, con numerose testimonianze di torture e abusi, l’Italia ha comunque deciso di dar seguito a una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità israeliane a carico di Anan Yaeesh, un palestinese residente in Italia, rimettendo quindi la decisione al piano giudiziario.
Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di repressione della resistenza palestinese, sia all’interno dei territori occupati che a livello internazionale, Italia inclusa. Le azioni intraprese dal governo italiano, in collaborazione con Israele, sollevano preoccupazioni significative riguardo alla protezione dei diritti umani e alla legittimità della resistenza palestinese nel contesto del diritto internazionale.
Ed è così che, nel pieno dispiegarsi della violenza colonialista israeliana, un fronte di diretta repressione della resistenza palestinese si apre anche sul territorio italiano. A gennaio l’Italia riceve una richiesta di estradizione da parte del suo alleato: Israele vuole Anan Yaeesh, residente in Italia dal 2019 con lo status di protezione umanitaria: un palestinese di Tulkarem che per la sua partecipazione alla seconda intifada ha già scontato il carcere e subìto gravi ferite provocate da un agguato delle forze speciali israeliane, in quello che a tutti gli effetti è stato un tentativo di esecuzione extragiudiziale. I giudici della Corte d’Appello de L’Aquila rigetteranno, a marzo, la richiesta di estradizione per «la concreta possibilità che [nelle carceri israeliane] venga sottoposto a tortura» ma, non a caso il giorno prima dell’udienza, e solo dopo aver acquisito informazioni (con macroscopiche forzature procedimentali), scatta un ulteriore mandato di arresto nei confronti di Anan e dei suoi coinquilini, Ali Irar e Mansour Doghmosh, che, per presunte azioni di resistenza nei Territori Occupati, si trovano quindi da marzo scorso nelle carceri italiane con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale (art. 270-bis c.p.). Continua a leggere
[…]Il capitalismo nella sua fase neoliberista crede di poter ridurre l’alterità culturale, sociale e politica a un problema da “gestire” attraverso un ricco arsenale di strumenti repressivi e partecipativi, punitivi e premiali, giuridici ed economici. Così, se oggi sempre più si allarmano del perverso trasfigurare delle parole i valori capovolgendosi nel loro contrario, il paradigma della Violenza/Non Violenza diventa un prisma per mettere a fuoco la censura e la distorsione fraudolenta della memoria degli oppressi, la voluta confusione tra aggrediti e aggressori, la sacralizzazione dello scientismo e dei suoi emissari in un contesto sociale propagandato come insicuro e pericoloso, la pretesa di delega di ogni nostra decisione.[…]


“Fue la più mirabil cosa che mai si vedesse”
(Giovanni Villani sul primo Giubileo del 1300)
Ai microfoni di Radio Blackout una chiacchierata con Elisabetta Teghil su smart city, città dei 15 minuti e digitalizzazione nel controllo dei flussi. Partiremo dalla capitale, sicuramente un caso curioso di tentativo di imporre il discorso della smart city, vista la complessità della città, a riprova che ciò non ha nulla a che fare con il tessuto urbano presuntamente trasformato in intelligente. Nel 2025 ci sarà il Giubileo e per l’amministrazione di Roma è stata un’opportunità per l’apertura di migliaia di cantieri e per l’implementazione nell’arredo urbano dell’internet of things; per noi un’occasione per continuare a riflettere su come i grandi eventi si inseriscono nelle retoriche di cambiamento delle città e nelle esigenze di controllo militare del territorio.
✓ La malasanità in carcere è tortura: un grido di aiuto dal 41 bis
✓ Le lotte contro l’isolamento nelle carceri speciali: la distruzione dei vetri divisori nelle salette per i colloqui

<Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per realizzare un progetto condiviso nell’ambito della Military Mobility, un’iniziativa Ue finalizzata ad aumentare le capacità infrastrutturali e digitali esistenti, per assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa, anche con breve preavviso e su larga scala, garantendo capacità di trasporto sicure, sostenibili e resilienti. Leonardo e RFI si propongono di identificare l’architettura e le funzionalità della piattaforma digitale integrata di gestione della circolazione dedicata alla Military Mobility, in situazioni ordinarie e straordinarie per il trasporto di materiale militare attraverso infrastrutture dual-use. Saranno parte integrante della piattaforma soluzioni innovative per l’accesso a fonti eterogenee di dati e per la valorizzazione degli stessi con processi automatizzati…

✓ Grecia. La testimonianza di una compagna in sciopero della fame per la Palestina nel centro di detenzione di Amigdaleza
✓ Maledetti GOM e stramaledetti GIO
✓ La complicità dell’accademia israeliana nell’oppressione dei palestinesi
Lo scorso 5 maggio alle 23,30 a Barracas in Argentina, Justo Fernando Barrientos, 67 anni, ha messo in atto tutto il suo odio lesbico contro le sue vicine: Pamela Cobbas e la sua compagna Mercedes Roxana Figueroa, che condividevano la stanza con Andrea Amarante e Sofía Castro Riglos, un’altra coppia lesbica che viveva temporaneamente con loro nell’hotel/alloggio di Barracas. Quella notte l’assassino apre la porta della stanza, getta del carburante e getta dentro un esplosivo fatto in casa, mentre dormivano, dando loro fuoco e provocando un grande incendio. Tre donne sono morte in ospedale, la quarta è ricoverata con ustioni sul viso e sulle mani. Sono state uccise perché erano lesbiche.
Qui potete leggere in originale la storia di questo massacro https://lazarzamora.cl

Per solidarizzare economicamente con Sofía.
Alias transferencia: ACIVIL.NIUNA.MENOS
Asunto: lesbianas.
CBU: 1910027855002701341732
Numero de CC 191027013417/3
Da fuori dal paese: paypal pcortesntref.edu.ar.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI @presenteslatam instagram

Nessuno sarà padrone di questo corpo di laghi e vulcani
di questa mescolanza di razze,
di questa storia di lance;
di questo popolo amante del mais,
delle feste al chiaro di luna;
del popolo dei canti e dei tessuti di tutti i colori.
Né lei né io siamo morte senza un progetto, senza lasciare
un’eredità.
Siamo tornate alla terra da dove ancora torneremo
a vivere.
Popoleremo di frutti carnosi l’aria dei tempi nuovi.
Colibrì Yarince
Colibrì Felipe
danzeranno sulle nostre corolle
ci feconderanno eternamente.
Vivremo nel crepuscolo della gioia
nell’alba di tutti i giardini.
Presto vedremo il giorno colmo di felicità
le imbarcazioni dei conquistatori allontanarsi per sempre.
Saranno nostri l’oro e le piume
il cacao e il mango
l’essenza dei sacuanjoches.
Chi ama non muore mai.
Gioconda Belli
