Joint Stars / Reload

Joint Stars

https://nobordersard.wordpress.com/

Riparte dalla Sardegna l’esercitazione interforze organizzata dal ministero della difesa.Da lunedì 7 Maggio al 18 nei poligoni sardi si eserciteranno le forze armate italiane e  atlantiche per valutare la capacità d’intervento nelle situazioni di conflitto.

Quest’anno la novità sarebbe nelle difficoltà maggiorate dell’esercitazione che prevede simulazione di attacchi ciberneteci, chimico biologici e radiattivi.

La valutazione comprende anche la capacità d’intervento basata sul binomio velocità-efficacia dei contingenti Nato Very High Readiness Joint Task Force.

Le spese militari sono in aumento a livello mondiale con una spesa di 1739 miliardi di dollari, le fabbriche di armi continuano a produrre senza sosta incrementando i conflitti, le istituzioni ovviamente tacciono complici di fronte all’unico settore che non conosce crisi.

In un momento in cui le lotte languono e il comparto militare cresce, c’è da riflettere sul nostro parziale immobilismo.

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Un parco per i giochi di guerra/Centocelle Roma

Un parco per i giochi di guerra

da radiocane.info      clicca qui

Nel cuore del Parco Archeologico di Centocelle a Roma va prendendo forma il nuovo Pentagono italiano, il cui progetto consiste «nella realizzazione di un polo unico che faccia da struttura di accoglienza per il comando unico di tutte le forze armate, secondo la ristrutturazione di queste ultime descritta nel Libro Bianco per la Sicurezza Internazionale e la Difesa».

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Messico senza legge. Intervista a Patricia Barba

Messico senza legge.Intervista a Patricia Barba

di Geraldina Colotti 

Il calvario di Brenda Quevedo Cruz e di altri cinque giovani, sequestrati e torturati per coprire l’ennesimo complotto tra mafia e politica, indica quanto sia pericoloso esercitare la professione di giornalista in Messico per chi abbia a cuore la verità dei fatti. Di questo caso e della situazione politica messicana, a ridosso delle elezioni del 1 luglio, abbiamo parlato con Patricia Barba, giornalista del Portal del Frente de Medios Alternativos Independientes (FEMCAI).

1. Qual è il tuo profilo politico e come si svolge il tuo lavoro?

Il mio profilo politico è decisamente socialista, con una forte componente marxista perché resto convinta che l’essenza di un’autentica democrazia si radichi nel fatto che il prodotto del lavoro (la ricchezza) debba servire al benessere di chi la produce e, in ambito rurale, come diceva il nostro indimenticabile eroe Emiliano Zapata, la terra dev’essere di chi la lavora. Penso che il socialismo sia l’espressione più autentica dell’umanesimo e, perciò, sia la risposta indispensabile al capitalismo predatore che minaccia la vita del nostro pianeta. Per questo dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili affinché il socialismo possa estendersi globalmente in quanto sistema politico e sociale più adatto al progresso sostenibile nel mondo. Aver vissuto quattro anni nella Cuba socialista ha rafforzato la mia convinzione.
Attualmente, mi dedico alla diffusione obiettiva e analitica di quel che occorre nei diversi paesi del mondo attraverso il nostro Portal del Frente de Medios Alternativos Independientes (FEMCAI) che ho fondato insieme a due collaboratori, Pastor Delgado e Alberto Ramírez, a luglio del 2014. Il FEMCAI non si occupa solo di tematiche politiche ma anche di dar voce alle vittime di violazioni dei diritti umani che nel nostro paese sono migliaia. Promuoviamo anche il Premio Annuale “Ricardo Flores Magón”, per rendere omaggio a questo uomo eccezionale, uno dei pilastri della Rivoluzione Messicana e del pensiero umanista. 

2. Come vedi la situazione politica attuale a ridosso delle elezioni in Messico e quali ne sono gli attori principali?

Ci troviamo in una congiuntura storica perché per la prima volta esiste una possibilità di sradicare il regime neoliberista attuale, vigente dall’arrivo di Carlos Salinas de Gortari in Messico, nel 1982. Salinas aveva un piano di lungo periodo perché dei politici eletti NON dal popolo ma dalle grandi corporations internazionali (io lo chiamo il “Cartello Finanziario Internazionale e i suoi due esecutori, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale) assicurassero alle multinazionali il controllo delle risorse nazionali. Attualmente, competono per la presidenza, per il congresso federale e per quelli statali e per le 9 governazioni, rappresentanti del PRI, PAN, PRD, MORENA e gli “indipendenti” (che non lo sono davvero, ma partecipano per togliere voti a Andrés Manuel López Obrador -AMLO- e ai candidati di MORENA). A causa dell’enorme sfiducia di un gran numero di messicani a fronte dell’alto livello di corruzione, impunità e violenza prodotti dall’attuale regime rappresentato dal PRIANRREDÉ (ovvero dall’unione di 3 partiti maggioritari che si sono accordati per continuare ad appoggiare il regime neoliberista) è molto probabile che vinca MORENA/AMLO. Conta inoltre l’efficace gestione di López Obrador quando è stato governatore del Distrito Federal (oggi Città del Messico). Durante il suo mandato, ha dimostrato onestà e sobrietà nel ridursi il salario e nel ridurlo al resto dei suoi collaboratori, nell’eliminare i privilegi e il lusso, e questo ha portato notevoli consensi a lui e al suo partito. Inoltre, López Obrador ha promosso politiche come quella della pensione per anziani e madri sole, borse di studio per studenti, costruzioni di scuole e l’Università di Città del Messico, ospedali, eccetera. Tuttavia, benché le intenzioni di voto abbiamo mostrato un’indiscutibile vantaggio per MORENA/AMLO, non è la prima volta che si verificano frodi: nel 1988, Salinas arrivò al potere grazie a una frode gigantesca (con il crollo del sistema); nel 2006, Felipe Calderón praticamente rubò la presidenza attraverso trappole nel conteggio dei voti e nel sistema di calcolo dell’Instituto Federal Electoral (IFE); nel 2012, Enrique Peña Nieto comprò circa 5 milioni di voti oltre ad aver speso molti più milioni di pesos rispetto al bilancio consentito per la sua campagna. Noi messicani ci stiamo preparando per evitare la frode che si sta preparando per lo meno dall’anno scorso, e speriamo che le misure che stiamo prendendo siano sufficienti a evitarla. In caso contrario, il Messico continuerà ad avanzare verso la sua totale distruzione come nazione. Devo chiarire che non faccio parte di MORENA, però mi è molto chiaro che costituisce l’unica opzione per rendere possibile, insieme alla partecipazione diretta dei cittadini, la ricostruzione del nostro paese. Continua a leggere

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ASKAPENA

http://askapena.org/eu/content/badatoz-2018ko-brigadak

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Ta colère est légitime/ La compagnie Jolie Mome

Ta colère est légitime 

Intro : 
Ca fait vingt ans qu’on nous explique
La lutte de classe, c’est dépassé
Qu’au nom d’la guerre économique
Pauvres et riches doivent collaborer
La droite, la gauche capitalistes
Ont ouvert la voie aux fascistes

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In diretta dal corteo di Milano

Ore 15,42 Il corteo sta per partire. La diretta con una compagna dello spezzone femminista.

clicca qui 

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Solidarietà a Nadia Lioce

Oggi 4 maggio, in occasione della nuova udienza per il processo a Nadia Lioce per la protesta da lei attuata contro le durissime condizioni di detenzione in regime di 41 Bis a cui Nadia è sottoposta da 13 anni e che le sono state rinnovate per due anni ancora, si è svolto un presidio di solidarietà e di lotta davanti al tribunale de L’Aquila e presidi anche  in altre città.

qui potete leggere l’opuscolo pubblicato dalle compagne del MFPR sull’assemblea che si è svolta il 19 aprile a Napoli alla Mensa Occupata

https://femminismoproletariorivoluzionario.files.wordpress.com/2018/05/opuscolo-mensa-ok.pdf

Questo uno stralcio:

Dall’introduzione delle compagne di
Mensa Occupata:
“il carcere non è riformabile, pensiamo
che il carcere vada abbattuto…
Rompiamo l’isolamento carcerario…

Stasera parleremo di un tema importante quello del carcere con un particolare
riferimento alla compagna Nadia Lioce in 41 bis ormai dal 2006.
Quando parliamo di detenzione ci teniamo a ricordare sempre che sia quando
è portata avanti nei confronti di compagni militanti rivoluzionari sia
contro detenuti comuni, intendiamo parlare sempre comunque di detenzione
politica.

Dopo il presidio in solidarietà alla compagna Nadia Lioce ben 31 compagni
hanno ricevuto delle denunce per manifestazione non autorizzata ed è
anche per questo che oggi abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa
per dare comunque risalto e voce a questo atto gravissimo che è accaduto
a L’Aquila. Infatti ci teniamo a sottolineare la volontà da parte dello Stato
di criminalizzare le lotte, la solidarietà e di continuare a reprimere ancora
una volta chi cerca di resistere, chi cerca di essere quel ponte dall’interno
delle carceri all’esterno che vada a rompere l’isolamento carcerario. Anche
questi esempi dimostrano come la repressione sia politica in ogni sua
forma; riteniamo che non esista distinzione tra detenzione politica e quella
comune rispetto a chi ogni giorno resiste in questa società e combatte
per portare il piatto a tavola.
E’ importante per noi sottolineare anche la composizione carceraria. Basti
pensare che la maggior parte dei detenuti oggi è in carcere per reati contro il
patrimonio, quindi ancora una volta è chiaro come ci si ponga sempre a
difesa dei valori delle classi dominanti.
Noi stessi viviamo in un carcere a cielo aperto, basti pensare alle telecamere,
alla militarizzazione delle città; anche a Napoli il centro storico sta
cambiando in ogni sua forma, troviamo militari in ogni angolo, telecamere
ovunque, in una città ormai a misura di turista non a misura di chi nella
città ci vive, una città dove per la repressione, anche grazie a quello che è
stato il decreto Minniti, non c’è più la possibilità di sopravvivere all’interno
di un centro vetrina e dov’è sempre di più le classi sociali emarginate
vengono cacciate dal centro storico alla periferia.
Il carcere è la punta di iceberg della repressione.[…]

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Moltiplichiamo la rabbia femminista!

https://roundrobin.info/2018/04/sui-fatti-di-parma-francesco-concari-stupratore-e-infame/

riceviamo e diffondiamo:

FRANCESCO CONCARI STUPRATORE E INFAME!

Abbiamo da poco saputo che una compagna è indagata per minacce e diffamazione in seguito ad una denuncia/querela di Francesco Concari dell’aprile 2017. La ragione di questa denuncia sta nelle prese di posizione della compagna contro lo stupro di Parma compiuto da Concari, Pucci e Cavalca nel 2010 in via Testi a Parma.

Contro stupratori, infami e loro complici!

Moltiplichiamo la rabbia femminista!

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Corteo 5 maggio/Volantino femminista

Questo il volantino che verrà distribuito sabato 5 maggio a Milano dallo spezzone delle compagne!

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Corteo 5 maggio a Milano/ Volantino

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Dopo Chavez/ Come nascono le bandiere/Geraldina Colotti

Domenica 6 maggio alle 18, a Bologna, presso il Circolo Granma di via Ferrarese 2, Geraldina Colotti presenterà il suo libro. Sarà introdotta da Valerio Evangelisti e da Luciano Vasapollo.

Geraldina Colotti, Dopo Chávez. Come nascono le bandiere, ed. Jaca Book, 2018

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La Parentesi di Elisabetta del 1 maggio 2018

“Il lavoro che non c’è e che non ci sarà più”

Il lavoro così come l’abbiamo conosciuto sta sparendo, il lavoro non ci sarà più così come l’ha sempre pensato la società lavorista quella in cui si viveva fino a non molto tempo fa, quella in cui il lavoro rappresentava il titolo normale e pressoché esclusivo di partecipazione alla vita sociale, quello che poteva definire una persona “è un grande lavoratore” oppure ”è uno scioperato, un nullafacente, un ozioso, uno sfaccendato”, quello che faceva, seppure nello sfruttamento capitalistico, l’operaio orgoglioso del proprio lavoro e della propria manualità nella consapevolezza di produrre ricchezza con le proprie mani, quello che smascherato con la teorizzazione del rifiuto del lavoro aveva permesso alla società tutta degli anni ’70 di inseguire desideri e sogni nel tentativo di riprendersi la vita.

Quel lavoro non c’è più e non ci sarà più.

Il lavoro ora è precario, saltuario, a termine, ad incarico, a progetto, addirittura scivola nel volontariato spesso gratuito senza neppure il rimborso spese, quello a tempo indeterminato non esiste più se non in sacche residuali che vanno a sparire oppure con la nuova nozione di tempo indeterminato che mente a se stessa come è solito fare il neoliberismo, la contrattazione è sempre più individuale e, di fatto, si può venire licenziati e licenziate in qualsiasi momento. Ormai i lavoratori/trici perdono quasi tutti i processi intentati contro il datore di lavoro e se avviene la reintegrazione dopo una sentenza del tribunale questa viene bellamente disattesa in mille modi. Gli orari sono molto variabili, i gruppi di lavoro non si conoscono, il rinnovo del contratto è in funzione della disponibilità e della dedizione, non c’è più trasmissione del sapere da una generazione all’altra, quella trasmissione di conoscenze che era anche trasmissione di valori. Il luogo di lavoro non è più momento di socialità, di rapporto, di crescita culturale nello scambio reciproco delle esperienze e di crescita politica.

Ma tutto ciò non è ancora sufficiente a rendere l’idea del cambiamento epocale che è avvenuto sotto i nostri occhi perché la caratteristica attuale del lavoro è di essere sempre più incerto, inafferrabile, volatile. Sono sempre di più le persone che lavorano per poco tempo e passano lunghi periodi alla ricerca affannosa di un altro posto oppure sono tantissime le persone che si sono rassegnate e non cercano più niente ma vivono come possono. Situazione aggravata dal fatto che la società neoliberista ha aggredito e aggredisce con una pervicacia e una determinazione degna di miglior causa le economie marginali attraverso campagne di vera e propria persecuzione: parcheggiatori abusivi, venditori con i loro teli distesi sul marciapiedi, suonatori e artisti di strada, piccoli artigiani che confezionano i loro oggetti ai margini dei mercati. Perfino chi rovista nell’immondizia alla ricerca di oggetti da sistemare e rivendere è demonizzato come gli untori di medioevale memoria. Tutto questo chiaramente in nome dell’igiene, della pericolosità sociale, del mancato pagamento delle tasse, degli oggetti non omologati e via discorrendo.

La robotizzazione e la tecnologizzazione stanno camminando a ritmi serrati, il lavoro viene sostituito sempre più dalla meccanizzazione. Da una parte è controllatissimo e i ritmi sono già dei ritmi robotici applicati agli umani, dall’altra sostituisce anche gli atti della vita quotidiana: i supermercati senza cassiere come sono già le banche, le automobili senza autista, gli sportelli degli uffici pubblici on line. Tutto questo emargina tra l’altro una grossa fetta della popolazione che non ha le capacità tecniche, i mezzi materiali, la preparazione adeguata.

Si sta costituendo il passaggio da una società in cui l’importanza dell’essere umano non era riconosciuta ad una società imperniata sull’inutilità dell’essere umano. L’essere umano è comunque insufficiente e carente, deve essere manipolato, modificato, ristrutturato, ricostruito o anche creato ex novo ad uso e consumo dei nuovi desideri e necessità dell’ attuale fase imperialista del capitale.

L’essere umano così come noi lo conosciamo è superfluo. Continua a leggere

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Puta y feminista: cronica de una trabajadora sexual

Georgina Orellano

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Sul presidio al CPR di Ponte Galeria di sabato 28 aprile

Roma – Sul presidio al CPR di Ponte Galeria e aggiornamenti dalle recluse

https://hurriya.noblogs.org/

Sabato 28 aprile, poco meno di una ventina di solidali sono tornate/i di fronte alle mura del CPR di Ponte Galeria, per portare solidarietà alle donne che, lì rinchiuse, continuano a vivere sulla loro pelle l’oppressione della detenzione e delle deportazioni. All’arrivo in stazione, digos e guardie in accordo con il personale ferroviario, in attesa al binario, non sono però riusciti a impedire al gruppetto di prendere il treno. Anche questa volta abbiamo rotto il silenzio e l’isolamento che continuamente circonda le recluse, disturbando anche la serena giornata dei numerosi visitatori della fiera “Roma incontra il mondo” (e lo rinchiude nei cpr) con cori come “Nella tua città c’è un lager, il silenzio è complicità!”.

Alla presenza delle solite guardie in difesa del lager, sono stati trasmessi musica e interventi di sostegno. Già dopo i primi saluti abbiamo sentito le voci delle donne all’interno che gridavano “libertà”, nonostante gli operatori della prigione minaccino ritorsioni contro le donne che decidono di comunicare con le/i solidali all’esterno. Dalle notizie raccolte sappiamo che le donne recluse sono una trentina di varie nazionalità, per questa ragione i messaggi di solidarietà sono stati letti in diverse lingue.

Tra gli interventi hanno preso spazio inoltre gli aggiornamenti che arrivano dal CPR di Palazzo San Gervasio, vicino Potenza, che raccontano delle condizioni che vivono gli altri uomini lì rinchiusi ma anche la resistenza ai pestaggi della polizia, alle intimidazioni e alle minacce. Speriamo che questi racconti di lotta incoraggino le recluse e le facciano sentire meno sole nella loro resistenza tra quelle mura.

Alcune donne attraverso il telefono ci hanno fatto sapere che riuscivano a sentirci chiaramente, e hanno espresso la loro rabbia per la reclusione e le terribili condizioni di vita all’interno: bagni sporchi, assenza di prodotti per l’igiene personale, cibo immangiabile condito con tranquillanti, tempi lunghissimi per ottenere una visita medica specialistica e poter essere curate adeguatamente, presenza di operatori che le minacciano e offendono, avvocate che fanno man bassa di nomine tra le recluse ma poi trascurano i loro casi, dimenticando magari di portare al giudice documenti che sarebbero stati fondamentali per la loro liberazione. Da quello che si intuisce dall’interno, sembrano anche iniziati i lavori di ricostruzione dell’ala maschile.

Continueremo a batterci perché di ogni gabbia non rimangano che macerie e finché la distruzione di ogni frontiera non lasci tutte le persone libere di muoversi e di vivere dove desiderano.

Tutta la nostra solidarietà alle compagne di Potenza recentemente accusate di aver esposto uno striscione con scritto “Fuoco ai CPR” e a Eleonora, Theo e Bastien, da una settimana in carcere per aver lottato contro le frontiere in solidarietà con le persone migranti che le attraversano.

Tutte e tutti liberi.

Alcune nemiche e nemici delle frontiere

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1 MAGGIO all’orto ins-orto!

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