LA NOSTRA TERRA NON SARÀ BASE DELLA VOSTRA GUERRA!
I venti di guerra soffiano più forti che mai in Medio-Oriente, toccano le coste meridionali del Mediterraneo e arrivano prepotenti fino alla nostra Isola, dove gli aerei militari scaldano i motori pronti a scatenare l’ennesima guerra di aggressione.
Riceviamo da una compagna della Rete contro la guerra e il militarismo-Napoli- e volentieri pubblichiamo.
CONTRO L’AGGRESSIONE ALL’IRAN
VIA LE TRUPPE DAL MEDIORIENTE
L’attacco terroristico statunitense in cui è stato ucciso il comandante delle forze speciali iraniane (Irgc), il generale Qassem Soleimani, ed il numero due delle milizie irachene filo-iraniane Abu Mahdi al Muhandis, è senza alcun dubbio un atto di guerra. Come scrivevamo qualche mese fa, il mancato attacco degli USA a Teheran durante la crisi delle petroliere dello scorso luglio non significava la chiusura della partita né la rinuncia degli Usa a mettere in riga un Paese che continua a resistere ai diktat del “grande Satana” e dei suoi alleati.
E’ dal 1979 che all’Iran si vuole far pagare il peccato di essersi sottratto alla dominazione dell’imperialismo occidentale. Dopo il fallito tentativo di schiacciare sul nascere la Repubblica komeinista con ben 8 anni di conflitto condotto da Saddam Hussein in nome e per conto dell’Occidente, (e per il quale l’Iraq è stato ripagato con ben tre aggressioni, 10 anni di embargo ed un’occupazione che dura tuttora), la pressione e il ricatto non si sono mai allentati negli ultimi decenni. Ma, in maniera inaspettata per i potenti del mondo, l’Iran non solo ha resistito, pur pagando il popolo iraniano prezzi altissimi, alle sanzioni ed allo strangolamento economico, ma è riuscito a tessere rapporti e a costruire una non indifferente influenza sui destini dell’area. Il supporto dato ad Assad contro l’obiettivo dell’imperialismo di spartirsi la Siria, l’appoggio agli houthi in Yemen che ha contribuito all’impasse della Coalizione a guida Saudita, il sostegno agli hezbollah libanesi e alla resistenza palestinese, la lotta contro l’Isis in Siria come in Iraq, hanno senza dubbio accresciuto il peso iraniano nel Medio-Oriente.
Ciò spiega la serie di provocazioni da parte di USA, Gran Bretagna e Israele, che hanno costellato il 2019 e che ha portato agli ultimi tragici avvenimenti e alla scelta di colpire l’uomo forte della politica estera e militare dell’Iran. Continua a leggere→
Riceviamo da lavoratricilavoratrici e volentieri pubblichiamo
*7 GENNAIO. NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI*
Dal 1979, il 7 gennaio la Roma antifascista si ritrova davanti la sede del
Comitato di Quartiere Alberone per impedire ai fascisti, nel giorno
dell’anniversario dei morti di Acca Larentia, le loro provocazioni nel
quartiere. Vogliamo ribadire con fermezza che nei nostri quartieri non c’è
spazio per l’apologia del fascismo, il razzismo, il sessismo, l’omofobia,
il settarismo religioso e l’odio verso chiunque venga percepito come
diverso.
In questo periodo di crisi del capitalismo dovremmo utilizzare il nostro
tempo ad occuparci di ciò che conta realmente, come le nostre condizioni di
vita e di lavoro colpite da licenziamenti, disoccupazione, precarietà,
taglio ai servizi sociali, privatizzazione della sanità, riduzione dei
salari, degrado di servizi come trasporti e rifiuti ed un attacco ai
territori sempre più violento ed evidente. Non possiamo però dimenticarci,
in questo contesto, di quello che rimane il vero ruolo dei fascisti.
I tentativi delle organizzazioni neofasciste di strumentalizzare la rabbia
degli abitanti dei quartieri dove sono maggiormente evidenti le condizioni
di disagio ed abbandono confermano che, oggi come ieri, il ruolo dei
fascisti è quello di cani da guardia di questo sistema. La classe dirigente
di questo paese, utilizzando i fascisti come utili servi, ha tutto
l’interesse di alimentare la “guerra tra poveri”, perché è l’unico
strumento che ha per distogliere l’attenzione dalle cause e dai veri
responsabili della crisi che colpisce le nostre condizioni di vita.
Da anni inchieste giudiziarie non fanno altro che confermare quanto abbiamo
sempre denunciato: la connivenza tra fascisti, malavita organizzata e
gruppi affaristici e clientelari trasversali al mondo della politica.
Infatti proprio coloro che soffiano sul fuoco del razzismo che invocano la
legalità contro le occupazioni abusive, che parlano di “degrado”, che
dicono di essere “contro ogni droga”, sono gli stessi personaggi che,
dietro le quinte, speculano e rubano milioni attraverso la gestione dei
campi rom, dell’accoglienza dei rifugiati, dell’emergenza abitativa, dello
spaccio di droghe pesanti e del ciclo dei rifiuti.
*Il miglior antidoto contro i rigurgiti neofascisti è quello di mettere in
campo nei territori e nei posti di lavoro vertenze reali al fine di
ottenere un cambiamento del presente affiancando una costante pratica
militante che non si risolva in un educato antifascismo di parole.*
*Per questo anche il 7 gennaio la sede del comitato di quartiere Alberone
ospiterà la riunione – aperta a tutt@ – del Coordinamento Cittadino Sanità,
per continuare la vertenza sulle liste d’attesa nella ASL RM2.*
*MARTEDI’ 7 GENNAIO DALLE ORE 17.00*
*DAVANTI LA SEDE DEL COMITATO DI QUARTIERE ALBERONE*
Contro la guerra del capitale/Contro l’ordine patriarcale
Siamo immerse in scenari di guerra. Dovunque volgiamo il nostro sguardo la guerra e la militarizzazione sono diventate paesaggio urbano e dimensione internazionale.
Ma tutto questo non è dovuto al Fato, ad una particolare congiuntura, a personaggi particolarmente malvagi…..bensì non è altro che lo stadio di maturazione del Capitale.
Il neoliberismo è la dimensione politico-ideologica a cui è giunto il capitalismo nella sua necessità di espandersi e di distruggere ogni altra configurazione economica, marginale nei paesi occidentali, di sussistenza nei paesi del terzo mondo che ostacoli il suo processo di crescita. La così detta crisi non è altro che lo strumento per la ridefinizione dei rapporti di forza tra Stati e multinazionali e con le oppresse e gli oppressi tutte/i.
E, in questo procedere, la guerra è strumento di potere e assoggettamento e, allo stesso tempo, momento di crescita economica e di sfruttamento. Non a caso è tornato prepotentemente sullo scenario internazionale il colonialismo, mascherato non più sotto la veste di una superiore civiltà da portare ai popoli del terzo mondo, bensì sotto quella della tutela dei diritti umani, di quelli delle donne e delle diversità e dell’autodeterminazione dei popoli.
In questo processo di ridefinizione degli assetti su fronti interni e fronti esterni, gli Stati Uniti si pongono come Stato del capitale, rivendicando a sé il ruolo guida e mettendolo sistematicamente in atto con la Nato diventata esercito di aggressione e polizia internazionale.
Gli Usa, con la Gran Bretagna e con gli Stati vassalli, stanno procedendo ad una sistematica destabilizzazione di tutte le aree, i governi, gli stati, che sono asimmetrici rispetto ai loro interessi….dalla Jugoslavia passando per l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria, l’Ucraina…
La Francia ha velleità neocoloniali mal riposte e la Germania si barcamena, stretta tra la necessità di piegarsi agli interessi statunitensi e quella di tutelare i suoi interessi economici che sarebbero ben altri.
L’Italia è asservita agli Usa, i governi sono semplicemente funzionari statunitensi. Un asservimento estremamente pericoloso. Noi siamo una polveriera. Dalle basi americane e Nato in Italia partono le operazioni per la destabilizzazione del Medio Oriente.
In questo quadro il femminismo si trova di fronte alla necessità imprescindibile di fare chiarezza politica, di collocarsi e di scegliere da che parte stare. Le posizioni neutrali non esistono, non esistono più orticelli privati da coltivare o giardini protetti. La teoria del né né, né con gli americani… né con con gli Iraniani, Russi, Cinesi… a seconda dell’occasione di turno significa semplicemente stare dalla parte dell’aggressore. Continua a leggere→
[…] Voglio il mio vestito nero. Voglio che i capelli mi si arriccino selvaggi. Voglio riprendere la scopa dall’armadio dove l’ho rinchiusa. Stanotte incontrerò le mie sorelle nel cimitero. A mezzanotte se ti fermi al semaforo nel traffico umido della città, guarda se ci vedi contro la luna. Noi gridiamo, noi voliamo, noi ricordiamo e non smetteremo.
JEAN TEPPERMAN “Strega”, 1969.
<Quattro passi/ Note sul femminismo nella fase neoliberista del capitale>p.9
E’ dal 30 dicembre che Nicoletta si trova in carcere, dal 18 Giorgio e Mattia. Qualche mese prima era toccato a Luca che dovrà usufruire del regime di semilibertà con fortissime restrizioni.
Questa è solamente la fotografia ad oggi di una situazione che il Movimento No Tav continua a denunciare da anni: decine di processi, centinaia di indagati e condannati, anni di galera dati come se fossero noccioline, misure di prevenzione, fogli di via, sospensioni della patente per “mancanza dei requisiti morali” ecc… sono solo una parte delle azioni messe in campo dalla questura, dalla procura e dal tribunale di Torino per provare a sfiancare la lotta No Tav e le altre lotte sociali del territorio.
Condanne assurde con pene gonfiate a piacimento e senza i benefici di rito come la condizionale anche per chi è incensurato.
Da tempo sulla vicenda della Torino Lione la politica di qualsiasi colore ha perso, grazie alla nostra resistenza, e ha lasciato mano libera alla magistratura che lavora con metodo a colpirci individualmente per cercare di spaventare tutti e tutte.
E bene ricordare che nel caso di Nicoletta e di altri 11 notav, le condanne commutate sono pene altissime, senza benefici e nella maggior parte dei casi verso persone che reggevano uno striscione o parlavano ad un megafono.
Gli americani hanno portato a termine, poche ore fa, un attacco con droni in Iraq, a detta di Donald Trump in risposta all’assalto all’ambasciata statunitense a Bagdad di due giorni fa, uccidendo il generale iraniano Qassem Soleimani, capo delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione la forza d’élite dell’esercito della Repubblica islamica. Ucciso anche il numero due di Hashed – rete di milizie sciite – Abu Mahdi al-Muhandis. L’impudenza, l’arroganza, la pervicacia con cui americani e israeliani si permettono di portare a termine azioni di guerra in casa d’altri, di uccidere in maniera mirata chi non è loro gradito sono ormai fuori controllo.
I destini del mondo si stanno giocando ancora in Medio Oriente e in particolare in Siria.
Vi riportiamo alcuni stralci di testi che abbiamo prodotto in questi anni come materiali di riflessione.
[…] Davvero non abbiamo imparato niente di quello che è successo dal ’91 ad oggi?
Davvero è così complicato prendere posizione, oppure lo schema è sempre lo stesso e gli interessi anche?
Come è possibile cadere dalle nuvole e denunciare scandalizzati/e l’inadeguatezza dell’ONU come argine all’uso della forza militare nelle controversie internazionali?
Forse perché la Storia recente non l’abbiamo interrogata nel modo giusto…abbandonando troppo presto delle categorie di lettura giudicate superate. C’è qualcuno/a, ad esempio, che sostiene che non si debba più parlare di imperialismo ma di imperialismi…sostengono infatti che, trovandoci alla porte di un futuro multipolare in cui l’America è in totale declino e non esistono paesi socialisti, il problema oggi è rappresentato dai conflitti tra imperialismi diversi[…] La teoria degli opposti imperialismi è come quella degli opposti estremismi: è una mistificazione[…]Continua a leggere→
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Fiera dell’editoria sovversiva, Cagliari 24/25/26 Gennaio 2020 con un approfondimento dedicato alla pubblicistica e alla propaganda.
Da sempre le riviste, i giornali e altre forme di propaganda delle lotte e delle idee sovversive sono state perseguitate da tutti i regimi. Rese clandestine, messe fuori legge o al bando, sequestrate da polizia e giudici, non hanno comunque mai cessato di esistere.
Se questa vi sembra storia antica, storia che puzza di ventennio vi sbagliate!
Nel 2019 si sono susseguite tre operazioni repressive contro diverse realtà di lotta in giro per lo Stato italiano: “Scintilla” a Torino, “Renata” a Trento e “Lince” in Sardegna, che seppur in maniera differente presentano un tratto simile: l’attacco agli
strumenti editoriali e di propaganda di cui queste realtà si dotano, attribuendo ad essi un ruolo centrale nell’indagine.
Per i redattori sono state emesse denunce e arresti, ma non è certo una novità di quest’anno.
Questa attenzione e seguente repressione dello Stato, dimostra che la propaganda riveste ancora un ruolo potenzialmente “sovversivo”: costruire una narrazione, un’analisi, una cronaca differenti da quelle mainstream è un aspetto che spaventa il potere, impegnato più che mai a coprire le nefandezze perpetrate ogni giorno sotto forma di guerre, devastazioni
ambientali, respingimenti e così via.
Resistere contro questi attacchi che tendono a togliere alcuni fra gli ultimi strumenti di chi lotta ci sembra quanto mai doveroso.
Oltre a queste riflessioni ci sembra evidente come negli ultimi tempi l’editoria indipendente (sia cartacea che online) sia in difficoltà anche per altri motivi, e quella legata ai movimenti e alle lotte non fa eccezione.
Vari progetti hanno chiuso i battenti, pochi si sono sostituiti, quelli esistenti che resistono faticano ad avere una cadenza regolare e frequente, stritolati dall’invasione incontrollata di news e tweet che inondano la nostra vita, ma che la caratterizzano di banalità, falsità e superficialità, dando quell’aria di obsoleto alle pubblicazioni periodiche cartacee, magari di analisi o approfondimento.
Per questo motivo abbiamo deciso proprio adesso di organizzare una fiera dell’editoria sovversiva concentrandoci sulla propaganda e sulla pubblicistica. Per stare dalla parte di chi scrive e pubblica per dar voce alle proprie idee e non al soldo del mecenate di turno, nonostante incorra nel rischio di denunce, querele o arresti.
La Fiera dunque sarà un luogo in cui non solo si racconterà l’esperienza di vari progetti editoriali del passato e di alcuni esistenti, ma potrà anche essere l’occasione di discutere su vari argomenti legati all’importanza delle pubblicazioni, a nuove forme di propaganda e comunicazione. Vorremmo riuscire a creare dei momenti dove le esperienze si confrontino, si critichino e attraverso i quali collettivamente – non solo tra redattori – si possano porre le basi per rilanciare una difesa e una maggior diffusione della propaganda e della pubblicistica sovversiva. Compagne e compagni di Cagliari Continua a leggere→
Nicoletta Dosio è stata arrestata. I carabinieri sono andati a prelevarla nella sua abitazione poco dopo le 18. Stamattina a Nicoletta, 73enne, era stata notificata la revoca delle sospensioni.
Queste le prime iniziative
Pisa martedì 31 dicembre ore 12 Piazza XX settembre
presidio per l’immediata liberazione di Nicoletta DosioI carabinieri si sono recati pochi minuti fa a casa di Nicoletta Dosio a Bussoleno e stanno eseguendo le pratiche per la sua immediata traduzione nel carcere delle Vallette a Torino.Un provvedimento nell’aria, dopo che questa mattina è stata resa nota la revoca della sospensione dell’ordine di carcerazione.
Nicoletta, condannata in via definitiva insieme ad altri 11 attivisti No Tav per una mobilitazione in Valsusa del 2011, si era rifiutata nei mesi scorsi di richiedere misure alternative alla carcerazione, preferendo il carcere all’accettazione di una misura palesemente ingiusta e spropositata.
Martedi appuntamento ore 10.30 Metro Toledo (largo Berlinguer)
Hanno appena portato in carcere Nicoletta Dosio, stamattina le avevano notificato la sospensione delle misure alternative. Nessuna sbarra potrà fermare chi combatte per la libertà. A Nicoletta arriverà tutto il nostro calore e il nostro abbraccio. Chiediamo la liberazione immediata di tutte e tutti i notav detenuti per le loro mobilitazioni. Diffondiamo la notizia, partecipiamo! Non restiamo in silenzio! Nicoletta libera, notav liberi!
Firenze presidio in Prefettura (Via Cavour) martedi 31 gennaio dalle 15,30
Hanno appena portato in carcere Nicoletta Dosio, stamattina le avevano notificato la sospensione delle misure alternative. Nessuna sbarra potrà fermare chi combatte per la libertà. A Nicoletta arriverà tutto il nostro calore e il nostro abbraccio. Chiediamo la liberazione immediata di tutte e tutti i notav detenuti per le loro mobilitazioni.
Bologna portiamo in piazza la nostra solidarietà a Nicoletta Dosio! Martedi 31 dicembre, ore 14.00 a Piazza di Porta Ravegnana
Nicoletta Dosio è stata arrestata. Questo è un salto nella repressione del movimento No Tav. Una repressione benedetta dal partito unico della TAV, che unisce PD e Lega, sindacati complici e Confindustria.
Nicoletta è anche coordinatrice nazionale di Potere al Popolo, ma soprattutto è una compagna che da decenni si impegna in ogni lotta, anche e soprattutto quando le lotte non sono sotto i riflettori.
Dalla Val Susa allo Stretto di Messina passando per la nostra Bologna, Nicoletta c’è sempre stata e noi siamo con lei, complici e solidali, con tutta la nostra rabbia e tutta la nostra solidarietà.
ORA E SEMPRE NO TAV! A SARÀ DÜRA!
Milano. Appuntamento martedi 31 dicembre ore 12 in Prefettura, via Monforte 31
In questi momenti Nicoletta Dosio, esponente storico del movimento No Tav e coordinatrice nazionale di Potere al popolo, sta per essere portata in carcere dalle forze dell’ordine!
Nicoletta è stata condannata a più di un anno di carcere per una manifestazione assolutamente pacifica, e ha accettato serenamente, con l’orgoglio e l’amore per la sua terra che la contraddistingue da sempre, questa condanna Senza richiedere misure alternative, nonostante la sua età.
Lo diciamo qui e lo diremo chiaramente domani alle ore 12.00 davanti la prefettura di Milano in corso Monforte, e in tante altre parti d’Italia : Giù le mani da Nicoletta, giù le mani dal movimento No Tav!
Anche quest’anno in parlamento abbiamo avuto varie risse, insulti (“pedofilo”), minacce (“ti faccio un culo così”), lancio di oggetti, svendita di senatori, sventolio di cartelli, striscioni e magliette, una proposta di matrimonio (finta), l’imitazione di Craxi (Renzi), un premier riciclabile, e un concerto di Amedeo Minghi.
E pensare che qualcuno la definiva un’aula sorda e grigia.
E c’è chi lo rimpiange, secondo il Censis ben il 48% degli italiani vorrebbe un “uomo forte” al comando.
Ma quanto sono attendibili certi sondaggi? Più o meno quanto Renzi.
La sua promessa del mese è all’omonimo leghista: far cadere il governo Conte bis in cambio d’una legge elettorale proporzionale, e magari d’un posto nell’eventuale governo Salvini per lui e il suo microscopico fanclub, Italia Zombie.
È surreale che qualcuno creda ancora alle promesse di Renzi, in particolare Salvini che c’è già cascato una volta, quest’estate.
Com’è improbabile che Renzi davvero non abbia capito che se impallinasse Conte prima del previsto, verrebbe stritolato da quello stesso sistema di potere che lo ha allevato, piazzato a Palazzo Chigi, e poi scaricato quando ha fallito il suo compito di smantellare la Costituzione.
Il sistema schiaccerebbe lui, e non Salvini, che gli serve ancora come spauracchio di pseudo uomo forte, mentre Renzi, se mollasse Conte, non gli servirebbe più.
Intanto al Viminale, Lamorgese, nel plauso dei media, continua e incrementa le stesse politiche di Salvini, cioè di Minniti.
Mentre il Movimento 5 Stelle (in decomposizione) s’affanna a ratificare un trattato europeo cravattaro che aveva promesso di stracciare, e a mantenere aperta un’acciaieria omicida che aveva promesso di far chiudere. Insieme al partito col quale giurava di non voler avere niente a che fare.
Il governo Conte bis in realtà è un monocolore. PD, ex PD, neo PD, PD bis, Movimento 5 Facce, sono tutte correnti dello stesso partito, la nuova DC.
Democrazia Cazzara.
per richiedere copie scrivi a coordinamenta@autistiche.org
https://coordinamenta.noblogs.org/post/2022/05/27/e-nato-e-nato-il-nostro-ultimo-libro-e-nato/