Ciclo “Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza”
Sezione Storia e Memoria
“La memoria del movimento femminista non edifica monumenti a sua gloria, ma ha un carattere decisamente creativo, vive nella dialettica e nella dialettica si alimenta e si espande. Non teme la pluralità dei linguaggi, nè il loro proliferare, bensì la loro assenza e la lettura e l’interpretazione che le missionarie del verbo borghese fanno, riducendo tutto nell’alveo di questa società e della sua conservazione, producendo in questo modo un’esclusione a priori, condannando all’oblio tutti quegli aspetti dell’esperienza storica e sociale del femminismo che erano legati ad un’ipotesi di superamento della società patriarcale e borghese. Per questo è necessario conquistare una memoria autonoma e collettiva della trasgressione femminista…Il femminismo non può abbandonare mai la lotta di liberazione che è possibilità di comunicare, di dare voce a tutte le lotte del presente come del passato e alle loro ragioni…è portare fuori ogni lotta dall’ambito riduttivamente femminile, è vanificare così tutti i tentativi di ghettizzazione, è smascheramento dei codici linguistici del potere che costituiscono la rete essenziale del controllo sociale…” Memoria collettiva, Memoria femminista” coordinamenta femminista e lesbica/ 2012