Un comunicato importante da Udine/ Respingere le intimidazioni al mittente!

Sulla sentenza del 6 novembre 2023 a Udine ovvero mentre torturiamo vi
“invitiamo” a tacere…

Lo scorso 6 novembre si è tenuta, al tribunale di Udine, l’ultima
udienza del processo per istigazione a delinquere e diffamazione,
relativo alla trasmissione radiofonica Zardins Magnetics.
Si trattava di un procedimento per affermazioni svolte nel febbraio
2021, in occasione di due puntate della trasmissione autogestita
dall’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione del Friuli
e di Trieste, diffusa settimanalmente sulle frequenze di Radio Onde
Furlane di Udine. L’accusa di istigazione a delinquere, per la compagna,
riguardava la ricostruzione dell’uccisione dei compagni Barbara Azzaroni
e Matteo Caggegi ad opera della polizia, a Torino, il 28 febbraio 1979.
Per il compagno, invece, riguardava l’aver incitato alla violenza contro
la direttrice del carcere di Tolmezzo, Irene Iannucci, e contro la
dottoressa Bravo, resposabile dell’area sanitaria del carcere di Udine.
Il compagno e la compagna sono stati assolti dall’accusa di istigazione
in quanto il fatto non sussiste, mentre è stato condannato il compagno
per la diffamazione nei confronti della direttrice del carcere di
Tolmezzo.

Queste righe solo per chiarire due punti per noi essenziali.

In aula c’è stata una cospicua presenza di compagni e solidali, in
quanto la difesa aveva chiesto che fosse sentito come testimone Alessio
Attanasio, detenuto da oltre vent’anni in regime di tortura democratica
del 41 bis. Nel dicembre 2020, con un esposto alla procura, Alessio era
riuscito a far filtrare, dalla tomba di quel regime detentivo
vergognoso, la notizia delle negligenze da parte degli apparati statali
nei confronti dei detenuti di Tolmezzo che volevano tutelarsi dal
contagio da Covid con presidi sanitari (mascherine). In quelle settimane
era infatti scoppiato il caso del focolaio al carcere tolmezzino, anche
sui media nazionali, e anche in seguito alla morte di Mario Coco Trovato
di 71 anni, recluso in quelle mura. Con il consueto cinismo il giudice
durante l’udienza del 6 novembre ha respinto l’istanza, e cioè ha
continuato a tutelare quelli della sua stessa razza, i funzionari del
ministero della giustizia e i burocrati delle diramazioni sanitarie, che
hanno abbandonato i detenuti o hanno impedito loro di poter utilizzare
le mascherine. Infatti la testimonianza di Alessio, anche in
videoconferenza, confermando quanto subìto da lui stesso e da altri
detenuti, avrebbe provocato un vespaio dentro l’apparato e avrebbe avuto
come esito probabile il siluramento della Iannucci. Non solo. Nelle
udienze precedenti l’accusa ha ottenuto dal giudice la possibilità di
far sfilare sul banco dei testimoni ben cinque funzionari a
“convalidare” la tesi che nella prigione si stava meglio che non a casa!
Alla difesa è stato negata la possibilità di questo unico testimone, con
delle scuse puerili. Non diamo altro spazio qui a questi sepolcri
imbiancati, alla loro faccia tosta nell’inserire nella propria
requisitoria un volantino di 45 anni fa, senza neanche averlo depositato
agli atti, all’elencare, senza nessuna attinenza con l’accusa
formalizzata, le condanne penali per le quali Alessio è in carcere, al
loro ignobile moralismo d’accatto…

Altra cosa fondamentale per noi è sottolineare quanto correttamente
espresso anche dalla difesa durante l’udienza, e cioè il carattere
politico di tutta questa vicenda, il messaggio era e rimane che non deve
essere tollerata in alcun modo alcuna critica agli apparati repressivi e
penitenziari: solo obbedienza e silenzio. E questo deve valere sia per
chi è fuori, nella società, e tenta di prender parola, di conquistarsi
uno spazio pubblico (come può essere una trasmissione radiofonica) in
una realtà completamente colonizzata e asservita a fiancheggiare, fare
da prestanome e, alla fine, da sicario alla missione del racket
capitalista. Di passaggio, teniamo a ricordare anche il significato
intimidatorio (perché altri non ne ha) della “visita” della DIGOS agli
studi della realtà che ospita Zardins Magnetics da più di 30 anni, Radio
Onde Furlane.
E il messaggio deve valere anche per chi, come Alessio Attanasio,
sepolto vivo al regime di 41 bis, trova ancora il coraggio e la forza di
resistere ai soprusi, alle vessazioni, e di contrattaccare.

Questo messaggio è e rimane un atto intimidatorio gravissimo nei
confronti di chi con determinazione lotta per un altro tipo di società,
un altro tipo di comunità, fatta di individui non sottomessi e
disponibili alla riconquista della loro unicità e autonomia.

Da parte nostra ci teniamo a dire che non rinunceremo a dare voce ai
detenuti e non accetteremo di essere zittiti da sbirri, procure e
tribunali.

Questo messaggio è un atto intimidatorio gravissimo nei confronti di
tutte e di tutti noi! Un messaggio che respingiamo al mittente!

———-

Scriviamo a:

ALESSIO ATTANASIO
VIA BADU E CARROS, 1
08100 NUORO

Per leggere il suo libro:

L’INFERNO DEI REGIMI DIFFERENZIATI (41-BIS, AREE RISERVATE, 14-BIS, AS),
Associazione Liberarsi Onlus, 2018 (associazioneliberarsi @ gmail.com)

Udine-Trieste, 8 novembre 2023

———–

ASSEMBLEA PERMANENTE
CONTRO IL CARCERE E LA REPRESSIONE
DEL FRIULI E DI TRIESTE

liberetutti@autistiche.org

zardinsmagneticsradio.noblogs.org

Questa voce è stata pubblicata in Anticarceraria, Repressione e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.