15 dicembre a Napoli/ Contro le gabbie di Stato e patriarcato

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

<Nella giornata di domenica 15 dicembre a Napoli, diverse decine di individualità anarchiche e transfemministe hanno improvvisato un corteo nelle vie principali dello shopping, affollate dalla ressa ai saldi, in solidarietà ad Alfredo, ormai a quasi tre mesi di sciopero della fame, e a tuttx lx prigionierx in lotta, contro 41bis, ergastolo e galere. Ricordando che la lotta del compagno è la lotta di tuttx e che la lotta per la libertà contro una società opprimente non hanno niente a che vedere con ipocrite indignazioni democratiche.
Lo stato è responsabile per ogni persona che rinchiude nelle sue gabbie.
Finché queste esisteranno, nessuna pace per le loro città vetrina.
Morte a stato e patriarcato>

Cospito, in Galleria a Napoli uno striscione a sostegno dell’anarchico

 

qui sotto un volantino distribuito durante il corteo

Contro le gabbie di Stato e patriarcato

In quanto femministe conosciamo bene il volto patriarcale e violento dello Stato, di cui una delle espressioni più estreme sono il carcere e la tortura del 41bis.

I regimi differenziali e le carceri speciali infatti nascono con l’obbiettivo della deprivazione sensoriale e la spersonalizzazione dellx detenutx.

Noi donne, lesbiche, frocie, persone trans* e non binarie conosciamo bene il disciplinamento e l’oppressione che passa attraverso i corpi. Quando ci rifiutiamo di aderire alle norme di genere e all’eterocispatriarcato, veniamo rinchiusx e stigmatizzatx come pazzx. Il carcere è la punizione per chi disobbedisce alle regole di questo sistema, al suo ordine, come ogni corpo dissidente fuori dal genere viene rimesso sui binari. Ogni donna, lesbica, frocia, persona trans* e non binaria viene riportata al suo dovere, testa bassa difronte al padre, al padrone, al marito, allo Stato.

La strategia dello Stato è togliere a chi rifiuta l’ordine imposto tutto quello che ha: la libertà, le relazioni, la possibilità di agire e di essere. In una situazione di estremo isolamento carcerario l’unica arma che rimane è il corpo. Questo è quello che Alfredo ha scelto di fare da più di 80 giorni portando avanti uno sciopero della fame fino alle estreme conseguenze. A lui si sono uniti negli ultimi due mesi diversx compagnx – Juan, Ivan, Anna. Per giudici e giornalisti, per cui è inconcepibile un mondo senza gerarchie, Alfredo sarebbe il “capo di un’organizzazione”. Non potranno mai capire che, per lx anarchicx, capi, strutture e gerarchie non possono esistere. D’altra parte si dimenticano della compagna Anna, incarcerata per la medesima operazione repressiva, che con Alfredo e lx altrx compagnx anarchicx porta avanti questa lotta da sempre. La forza della loro resistenza risuona in molti luoghi e fa sì che la rabbia si trasformi in azione.

Vogliamo che la nostra solidarietà passi attraverso quelle odiate sbarre e arrivi ad Alfredo e a tutte le persone detenute, perché crediamo che la spinta di libertà è contagiosa, e possa risuonare più forte della loro autorità.

Sappiamo bene l’importanza della solidarietà diretta e attiva, perchè in quanto femministe non abbiamo nessuna fiducia nello Stato e nella sua giustizia. Magistrati, ispettori, secondini e stupratori nella peggiore delle ipotesi ci criminalizzano quando ci autodifendiamo o ci sottraiamo alle norme di genere a noi imposte. Nella migliore delle ipotesi ci trattano con paternalismo, pretendendo di doverci difendere. Rifiutiamo ogni delega e ogni paternalismo, che quando non ci vede passive e vittime ci mostrifica.

Come femministe anarchiche ci riconosciamo in una lotta contro il 41bis e l’ergastolo perchè un’operazione repressiva di quest’ampiezza è un chiaro monito per chiunque porti avanti le idee e pratiche anarchiche. Alfredo non è il primo compagno sottoposto a questo regime, ricordiamo altre 4 compagnx che si trovano al 41bis da quasi vent’anni. Tra loro due compagne, Diana Blefari, morta nelle mani dello Stato, e Nadia Lioce, in lotta contro questo regime di tortura da anni.

Come identità sessuali e di genere dissidenti ci uniamo alla lotta di Alfredo e tuttx lx compagnx contro il 41bis, regime da cui tra l’altro si può uscire soltanto tramite l’abiura. Quotidianamente ci viene chiesto di rinnegare noi stessx per adattarci a una norma che ci vorrebbe addomesticatx e passivx. Rifiutando qualsiasi compromesso con Stato e giustizia, riconosciamo nella lotta contro il 41bis e tutte le forme di detenzione la nostra lotta.

Tuttx liberx

Fuoco alle galere

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